ATTI DELLA REGIA DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LA LIGURIA (Nuova Serie degli Atti della Società Ligure di Storia Patria, Volume I (LXV della raccolta) VITO VITALE DOCUMENTI SUL CASTELLO DI BONIFACIO NEL SECOLO XIII GEN OVA NELLA SEDE DELLA R. DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LA LIGURIA PALAZZO ROSSO MXMXXXVI- XIV ATTI DELLA REGIA DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LA LIGURIA (Nuova Serie degli Atti della Società Ligure di Storia Patria) Volume I (LXV della raccolta) VITO VITALE DOCUMENTI SUL CASTELLO DI BONIFACIO NEL SECOLO XIII G E N OVA NELLA SEDE DELLA R. DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LA LIGURIA PALAZZO ROSSO ' MXMXXXVI- XIV -- 11 1 1 Proprietà letteraria riservata Scuola Tipografica « Don Bosco » - Gexova-Sampiekdarena INTRODUZION E Nella immensa e preziosa congerie degli atti notarili del secolo XIII conservati nell’Archivio di Stato di Genova quattro cartulari o frammenti di cartulari contengono, a mia notizia, atti rogati nel castello di Bonifacio durante il secolo XIII. È noto che dopo il bombardamento e l’incendio del 1684 i registri notarili sono stati malamente ricomposti e disordinata-mente ricuciti, cosicché uno stesso volume comprende oggi atti di tempi e di notai diversi che vanno sotto un unico nome, molte volte erroneo. Perciò istrumenti redatti in Corsica si trovano mescolati con altri rogati a Genova o altrove. Il primo in ordine cronologico, e anche il più importante, dei quattro repertori è costituito da un fascicolo di 94 carte degli anni 1238-1239 appartenente al notaio Tealdo de Sigestro ; un secondo fascicolo dello stesso volume comprende atti rogati a Gavi dal medesimo notaio, scriba di quel castellano. Il codice, ancora inesplorato, è stato conosciuto soltanto dal Caro, ma credo indirettamente per mezzo delle Pandette Richeriane o Foliatium Notariorum dello stesso archivio. Il Caro infatti (Genua und die Màchte am Mittelmeer, voi. II, pag. 421, n. 6) dice di non aver potuto adoperare l’interessante codice per il cattivo stato di conservazione. Tolte poche carte al principio e alla fine, ròse nella parte superiore dal-l’umidità, è invece conservato benissimo e presenta una facile scrittura nitida ed elegante. Comprende 645 documenti tra il 23 ottobre 1238 e il 25 luglio 1239 i quali attestano intensi - IV — rapporti commerciali del castello e del porto di Bonifacio con Genova, con le Riviere e con le altre coste del Mediterraneo e forniscono molte notizie sulla vita religiosa, civile, politica del castello e della colonia genovese e sui loro rapporti col territorio circostante. Il secondo notulario è compreso nella prima parte del primo volume intestato a Palodino de Sexto. In realtà i 281 atti contenuti nelle pagine 114-139 e compresi tra il 28 dicembre 1244 (1245 di stile genovese) e il 25 febbraio 1245 sono di Bartolomeo Fornari, un notaio del quale si conservano moltissimi altri documenti in registri intestati al suo nome. Redatti in una scrittura minuta -e piuttosto diffìcile, questi documenti, che seguono a breve distanza di tempo quelli di Tealdo, hanno una notevole importanza e sono degni di considerazione special-mente per la parte assai cospicua che vi hanno i contratti relativi alla guerra di corsa. Il terzo gruppo è rappresentato da due fascicoli (pp. 1-11 e 52-64) della prima parte del primo volume appartenente ad Azone de Clavica. I cinquanta atti, che vanno dal 21 aprile 1257 al 24 maggio 1258 e dal 18 aprile 1258 saltuariamente al 26 dicembre 1261, sono redatti effettivamente da questo notaio come cancelliere dei castellani, e non mancano d’interesse perchè comprendono per lo più sentenze giudiziarie dei castellani stessi. L’ultimo gruppo ha una unica provenienza sebbene si trovi smembrato in due parti distinte. Come risulta non solo dalla identità della difficile scrittura ma dall’ esplicita indicazione nel contesto di taluni documenti, tutti gli atti appartengono a Emanuele Nicola De Porta al quale non è attribuito alcun notulario dell’ archivio, ma del quale la pandetta ricorda tre volumi combustorum. La prima parte (25 atti tra il 1286 e il 1291) si trova alla fine (pag. 77-148) del secondo registro Diversorum Notariorum a. 1271-1291 nel volume attribuito a Nicola De Porta; la - Y — seconda parte (52 atti tra il maggio 1297 e il maggio 1298) nelle pag. 170-193 del volume intestato a Facio De Donato. Quest’ultimo gruppo ha una importanza anche maggiore dei precedenti per i numerosi atti di contenuto politico relativi alla spedizione di Luchetto Doria, al governo del vicario Jacopo Cicala e di Marino Doria, personaggio questo, a quanto mi risulta, affatto sconosciuto finora nella storia dell’isola e che per la coincidenza del nome e della paternità è da identificare col Marino Doria qd. Barisone nominato in un documento del Codex Diplo-maticus Sardiniae del Tola (doc. 122, pag. 405). Sono complessivamente 1158 documenti, la maggior parte dati in regesto nelle pagine che seguono, i più importanti trascritti integralmente, pur senza la pretesa di presentare un’edizione diplomatica. Per quanto i più siano di carattere privato, non mi è sembrato inutile studiarli per ricostruire nei suoi diversi aspetti il castello di Bonifacio nel secolo XIII e cogliere la vita civile, giuridica, commerciale di questo primo nucleo del dominio genovese nell’isola, quasi principio alla necessaria ricostruzione documentaria della storia della Corsica genovese. Il castello e il porto, con la Chiesa di Santa Maria che ha nel portico la sede dei castellani e del governo cittadino, costituiscono i centri fondamentali di quella vita. Vendite e locazioni, prezzi e salari, testamenti e inventari, contratti matrimoniali e vendite di schiavi forniscono un insieme di dati non privi di valore, attraverso i quali si può quasi ricostruire la situazione demografica di alcuni momenti e la topografia della cittadina. Soprattutto le variazioni nella forma di governo e nei rapporti col comune genovese, le relazioni con le popolazioni dell’interno e coi feudatari, in primo luogo coi Conti di Cinerea, dànno non dirò certo straordinarie rivelazioni inattese ma notizie non prive di interesse e di importanza. Su alcuni di questi documenti ho richiamato, a titolo di saggio, l’attenzione degli studiosi nell’« Archivio storico di Cor- Vi — sica ». Così (anno V, n. 1-4, gennaio-dicembre 1929, pag. 136 segg.) vi sono stati pubblicati o ricordati gli atti che si riferiscono a un Bonaparte di Portovenere, mercante di vasta attività, il primo di tal nome che compaia nell’isola, rilevando, senza ricavarne eccessive o precipitate illazioni, la strana coincidenza dell’origine di quel Bonaparte, figlio di un Richelmo di Arcola di Sar-zana, dalla regione donde doveva poi partire nel secolo XV il Francesco capostipite certo dei Bonaparte di Corsica. E il cauto accenno non meritava di far inutilmente inalberare i sostenitori delPorigine sanminiatese della famiglia. Altra volta (Un ignorato vescovo di Ajaccio nel secolo XIII, Ibid., a. XI, n. 3, luglio-settembre 1935-XIII, pag. 436 sgg.) è stato riprodotto un testimoniale relativo alla nomina di Alde-brando vescovo di Aiaccio, che reca caratteristiche notizie sulla elezione di questo, sinora ignorato, e in genere dei Vescovi di Corsica nel secolo XIII. Accanto ad Aldebrando questi atti notarili fanno conoscere altri nomi di vescovi che non compaiono nelle serie sin qui note, tanto per le sedi corse quanto per alcune di Sardegna e in particolare per Bosa. Egualmente forniscono i nomi dei castellani ed anche, in caratteristici atti di procura, dei numerosi custodi del castello, i quali incaricavano uno di loro ad esigere dal comune di Genova le paghe, a quanto pare non sempre soddisfatte con puntualità. Soltanto alla fine del secolo al posto dei tre castellani si trova il podestà che è nello stesso tempo vicario di Genova nell’isola. Dei tre castellani del 1238, Giovanni Stregia, Ottone di Murta e Ottone Tornello, il primo rappresenta l’elemento locale o almeno naturalizzato e quand’egli muore in carica — e il suo testamento e le questioni relative all’eredità forniscono interessanti particolari, basta accennare alla liberazione di un cospicuo numero di schiavi — è sostituito dal nipote Alberto Alfachino, che è, come lui, signore del castello di Camilia e per questo in frequenti questioni coi Cinerchesi. Particolarmente - VIT - numerosi i documenti relativi a Enrico e Giudice di Cinerea nei loro varii rapporti col castello di Bonifacio, coi suoi abitanti e rettori ed anche con altri feudatari dell’interno. Nel 1245 sono castellani Filippo Embriaco, Enrico Manente e Baldo Diotisalvi, i quali partecipano anche con certa frequenza, e insieme con tutti i maggiori cittadini, ai contratti per armare in corsa, la forma che appare, in quel momento, più consueta d’impiego del denaro. Negli atti precedenti, redatti dal notaio Tealdo, è assai frequente una forma di società per cui alcuni mercanti ricevono merci di determinato valore da portare « Turrim et per Romagnam », ma essi nè mettono per conto loro una quota di capitale dividendosi poi proporzionalmente l’utile, nè si obbligano all’integra restituzione del capitale e alla divisione del profitto. Neppure compare la forma indeterminata per la quale i contraenti ricevono « tot » o « tantum de rebus » per cui renderanno una somma fissata: il valore delle merci consegnate è precisamente indicato e quella stessa somma deve essere restituita, senza accenni a guadagni di sorta. Evidentemente l’utile è già calcolato nel valore assegnato alle merci, e, sebbene la forma dell’atto non lo faccia conoscere, si può supporre abbastanza rilevante, in proporzione del rischio. La formula che le merci viaggiano « ad fortunam dei et rerum ipsarum, eundo stando et redeundo » non solo esclude ogni responsabilità da parte dei soci ma specifica che il i ischio è così nel viaggio di andata e di ritorno come sulle piazze ove le merci saranno portate. L’espressione « per Romagnam », sempre unita al nome Turris, indica il territorio settentrionale della Sardegna, il giudicato turritano ormai sotto il predominio genovese. Era naturale che il commercio fosse attivo tra i due punì i dello stretto appartenente a Genova, ma era anche naturale che iosse insidiato da Pisa, dolente della doppia perdita. Quando, dopo un ventennio di sospensione nelle aperte ostilità, la lotta si riaccese nel 1241 e fu ripreso con maggiore intensità l’armamento in corsa che acquistò quasi carattere uffi- — VTtî — ciale, Bonifacio ne fu al solito il centro maggiore; e vi fu condotta la più ricca preda, la nave Fiorina tolta a Trapani ai Pisani. Numerosi atti relativi a questa e ad altre catture e alla divisione del bottino sono nel notulario di Palodino di Sesto o piuttosto di Bartolomeo Fornari. I contratti di armamento in corsa presentano tutti uno schema uniforme: il navigante corsaro riceve a mutuo una somma in panatica e promette di renderla accresciuta di un terzo se andrà in Sicilia o sulle coste del Regno, raddoppiata se in Barberia, evidentemente in proporzione della distanza e del rischio. L’accenno speciale alla Sicilia e al Principato deriva dall’essere allora Genova nel pieno della lotta contro Federico II. Si aggiunge sempre la clausola che se non ci sarà stata occasione di profitto si restituirà il capitale. Ed è notevole che mentre tutti, a cominciare dai castellani, partecipano finanziariamente a queste operazioni, i corsari sono non soltanto delle riviere ma anche di città continentali non soggette a Genova: il nome più frequente è quello di un Girardo piacentino. Com’è naturale, non mancano tracce di piraterie subite dagli uomini di Bonifacio e dai naviganti che vi approdano e più frequenti sono a questo proposito le questioni coi cittadini di Piombino. La vita economica ha un’impronta tutta mercantile e marinara e il movimento è dato dai navigatori e mercanti che approdano nel porto, più frequenti, si comprende, quelli delle Riviere, ma non mancano quelli delle altre coste tirreniche e, nei documenti più tardi, anche delle adriatiche. Come tipo di mercante locale può essere indicato Armano il pellipario o pellaio, del quale sono notevoli il testamento e l’inventario fatto eseguire dagli eredi con lungo strascico di questioni per la esecuzione delle disposizioni testamentarie. Si trattava di un fondaco notevole, dato il ristretto ambiente, con largo giro di affari anche se di entità non molto rilevante. Doveva rappresentare l’aristocrazia economica del luogo: il genero di Armano, Gregorio di Bargono, appare infatti il cittadino più notevole - IX — del castello ed è il più frequentemente nominato col Marco scriba, ufficiale della curia, che ha una particolare funzione giuridica di procuratore per le vedove e i minorenni. Accanto al commercio marittimo con le accomendazioni, i mutui su pegno, i cambi, i noleggi, è rappresentata la tipica attività economica dell’interno, la pastorizia, con documenti non privi di interesse e non mancano vendite di immobili e contratti varii di lavoro e locazione d’opera, specialmente assunzione di domestici e anche di operai: particolarmente curioso un contratto che si può dire di locazione d’opera “ prò serviciali et amaxia „ (pag. 290, n. XCIX). Nel campo del diritto sono notevoli alcuni testamenti e i contratti nuziali con la costante formula dell’antefatto eguale alla dote o patrimonio secondo la consuetudine di Genova. La dote naturalmente rimane a disposizione del marito quando la moglie arbitrariamente lo abbandona. Ci sono pure sentenze dei tribunali ecclesiastici in cause matrimoniali, pacificazioni tra coniugi, riconoscimenti e attribuzioni di infanti. Un certo interesse per i procedimenti giudiziari possono avere gli atti del notaio Azone che constano quasi per intero di sentenze dei castellani susseguitisi dal 1257 al ’62. Anche nel 1261 uno dei castellani muore in carica e lo si trova poco dopo sostituito. Dei castellani del 1260, Ottobono de Cruce, Giovanni (ìuaraco e Villano Cibo, è un importante atto di concordia coi signori di Cortano che rinnovano dichiarazione di pace e sottomissione al Comune; ma in materia politica hanno maggiore importanza gli atti del notario de Porta. Intanto nel 1286, quando questi atti cominciano, il governo della colonia è mutato; al posto dei tre castellani appare l’unico podestà che si muta ogni anno, verso l’autunno, ed è assistito da un giudice assessore per l’amministrazione della giustizia: così a Benedetto Spinola succedono Ottolino Di Negro e Corrado Panzano. Nel 1299 il Di Negro era ancora podestà e in lite con Luchetto Doria, mandalo dal Comune a sottomettere la Corsica, per certi diritti di — X - erbatico che ciascuno di essi pretendeva. 15’ degno di nota il fatto che il Doria ricusava di obbedire a un ordine dato in proposito dai due capitani, Oberto Spinola e Corrado Doria, affermando che al Podestà di Genova soltanto aspettava il mero e misto imperio e che egli avrebbe obbedito quando avesse avuto una lettera firmata anche da lui (pag. 299, n. CXXXIV): sollevava cioè una eccezione giuridica per non cedere su quello che riteneva suo diritto. Queste contese non devono avere aiutato certamente l’impresa. Iacopo Doria narra che furono occupati alcuni castelli e che le relative convenzioni e gli atti di sottomissione furono redatti dal notaio Iacopo Semencia: questi, come appare dai nostri atti, era allora infatti in Corsica; gli istrumenti da lui redatti sono nei Libri lurium e un diario compilato sugli atti da lui rogati si conserva all’archivio di Stato (Materie politiche, mazzo VI). La spedizione tuttavia ebbe esito infelice per l’irreducibile opposizione di Giudice di Cinerea e per la malattia sopraggiunta al vicario che, appena tornato a Genova, nel maggio del 1289 morì. La notizia della sua morte nel novembre era ancora ignorata a Bonifacio (doc. CXXXIX, pag. 300). A sostituirlo fu mandato Nicola Boccanegra ma la sua impresa fu anche più sfortunata. Il Documento CCVIII di Emanuele Nicola De Porta dà la notizia, taciuta dall’annalista, che il Boccanegra era stato fatto prigioniero dai ribelli vittoriosi. Di lui il De Porta fornisce anche l’atto dell’assunzione in ufficio; e della breve e sfortunata azione, come anche di quella di Luchetto Doria, rimane qualche traccia nelle richieste di risarcimento da parte dei danneggiati e di scambio dei prigionieri. In questi documenti compaiono in azione gli anziani e consiglieri del Castello costituenti il governo locale; come sempre nelle colonie, sono tutti, almeno di origine, liguri. Ancora nel 1291 essi chiedono a Iacopo Cicala successore del Boccanegra la restituzione delle somme prestate dall’università di Bonifacio a — XI — Luchetto Doria e il risarcimento per il danno subito negli asini e ronzini perduti nella sua spedizione. Due distinti atti mostrano che questi consiglieri sono da indentificare coi difensori del castello: si tratta infatti di due atti di procura a riscuotere la paga loro dovuta dal Comune di Genova e non appare probabile che debbano essere pagati per l’ufficio di consiglieri e rappre-.sentanti l’università (pag. 285 n. LXXXII e pag. 339 n. XV). Tra il 1297 e il 1298 è podestà e vicario Marino Doria; i documenti che lo riguardano hanno generalmente un contenuto economico e finanziario; sono per lo più contratti relativi ad acquisto di sale con apparenti compere e vendite di terre e case con un Raimondo « salinerio » sotto le quali si nascondono forme di prestiti. Gli atti sono però troppo scarsi per poter seguire nei loro momenti e nello sviluppo queste operazioni. E infine degno di nota che in questi atti compaiono, anche se di scorcio, figure assai notevoli, come il notaio cronista Oberto Cancelliere, la regina turritana Adelasia, moglie di re Enzo, e Tedisio Doria che favorì l’impresa dei Vivaldi. E’ evidente da tali brevi accenni generici che questi documenti notarili meritano un più attento e minuto esame e un lavoro di ricostruzione organica. In attesa di compiere simile lavoro al quale attendo da tempo, pubblico intanto i documenti, anche per non dare al volume una mole troppo pesante. NOTAIO TEALDO DE SIGESTRO 23 OTTOBRE 1238 - 25 LUGLIO 1239 Vj c. i. [Registrum\ Instrumentorum et Laudum factorum et factarum in castello [Bonifacii... Ingo]nis Tornelli, Otonis de Murta, Johannis [Stregie] Boni-facii castellanorum.... Tealdi notarii., scribe. In Mill0GGXXXVIII Indicione XI die XXIII octubris. I. — Baldino f. di Dalfìno Scato di Sigestro riceve da Simone de Bargono in accomendazione lire 53 e soldi 9 di genovini in « incenis » e « bruneta » da portare a negoziare a Bossa. Restituirà entro un mese dacché la galea di Bonsignore di Portovenere avrà toccato il porto di Genova. Testi Graziano Tabernario, Giovanni Rango cintraco, Giovanni Mazo-lario. In Bonifacio nella chiesa di S. Maria, 25 ottobre, lunedì, fra terza e nona, 1288, indizione XI. II. — Simonetto di Rapallo del quondam Armario de Plano Sabbatino riceve da Baialardo di Rapallo 1.11 gen. « in barcham unam provincialescam de remulis sex. Quas libras undecim et dictam barcham ducere et portare debeo usque Bossam causa corallandi ad coralium ». Renderà le 1. Ile la barca con due parti del lucro entro la festa di S. Giovanni di giugno, nel porto di Rapallo. Testi Marco Scriba, Ugo chierico. In Bonifacio, nella casa di Amico Clarella ove abita il detto Marco Scriba; lunedì 25 ottobre, fra nona e vespro. III. — Documento illeggibile nella prima parte perchè corroso dall’umidità. Si tratta di dare esecuzione a un atto in materia religiosa prout continetur in quodam publico instrumento inde facto per manum Facii de Sancto Donato notarii a me Tealdo viso et perlecto in M°CC°XXXYI, Ind. octava, die X septembris inter nonam et vesperas. Alioquin causam ipsam audiant i usticia mediante et sine debito decidant salvo.... [corroso). Testes Ingo Tornellus, Octo de Murta, Iohannes Stregia Bonifacii castellani, Marcus Scriba, Gracianus Tabernarius. Actum Bonifacio in domo Ranficoti quam habitat Guillelmus Macalusius. Die XXV octubris die lune circa vesperas M°CC°XXXVIII Ind. XI. IV. _ in presencia testium quorum nomina inferius leguntur dictus [Or]landus domini pape capellanus et sedis apostolice in Corsica et Sardinia legatus dixit precepit et denunciavi^., dicto clerico ecclesie Sancte Amancie sub pena... quod debeat salvare et custodire res et bona omnes (sic) dicte ecclesie et eas non debeat vastare neque deteriorare nec diminuere. Testes Ingo Tornellus, Oto de Murta, Iohannes Stregia castellani Bonifacii, Marcus Scriba, Gracianus Tabernarius. Testes (sic) ut supra. V. — Guglielmo Cancelliere (Cancelerius) a nome di Alda vedova di Guglielmo Sardi riceve da Giacomino figlio di Guglielmo Cozanello lire 3 che il padre doveva per affitto di una casa in Bonifacio. Testi Raimondo Peluco, Pietro di Piacenza. In Bonifacio, davanti la canonica della chiesa di S. Maria, 27 ottobre, mercoledì, fra terza e nona. a i v° VI. — In presencia testium infra scriptorum quorum nomina subter leguntur precepit mihi Tealdo notario magister Aprilis canonicus vicarius et clericus domini Orlandi de Camparra domini pape capellani et sedis apostolice legati qui vicem et personam gerebat predicti domini delegati super testibus recipiendis super eletione facta Aldebrandi electi episcopi aiacen-sis ut ego deberem dicta testium et atestaciones reddigere in publicam formam et publicum instrumentum ut dicta et atestaciones predictorum testium autenticarem ut dicta eorum et atestaciones in perpetuum essent valiture. Dicta quorum inferius denotantur. Testes recepti super electione facta Aldebrandi electi in episcopum aiacensem: presbiter Albergus plebanus plebis... Interrogatus si dictus Aldebrandus fuit electus in dicto loco Respondit sic. Interrogatus si fuerint plebani et capellani episcopatus dicte electioni Respondit sic. Interrogatus si ipsemet testis fuit dicte electioni Respondit sic. Interrogatus si plebani et capellani fuerint concordes eligendi dictum Aldebrandum Respondit sic. Interrogatus qui fuerint qui facerent interrogationes et inquirentes vota aliorun Respondit plebanus de Calaurio et plebanus de Valle et plebanus de Orbano et plebanus de Cauro et isti inquisierunt vota aliorum et inquisitione facta per volutantem et consensum plebanorum et capellanorum elegerunt canonice predictun Aldebrandum sicuti in aliis electionibus facere consueverunt et talis consuetudo et forma observatur in Corsica. Item si plebani et capellani observaverunt scrutinium et formam, secundum quod continetur in decretalibus et secundum formam iuris Respondit non quia nesciunt quid sit scrutinium et quid sit forma electionis quia huiusmodi talia ignorant. Sed predictum Aldebrandum unanimiter et canonice elegerunt secundum quod alii episcopi consueverunt eligi in Corsica. Interrogatus si elegerunt ipsum Aldebrandum secundum quod consueverunt eligere alios episcopos Respondit sic et istum elegerunt in concordia et canonice per meliorem et discretiorem et sapientiorem qui sit in episcopatus (sic). Interrogatus si post electionem factam placuit id quod factum fuit et erat de dicta electione dominis et militibus et magnatibus dicti episcopatus Respondit sic. Interrogatus si dictus Aldebrandus est de legitimo matrimonio Respondit sic. Interrogatus si esset bone fame et honeste conversationis Respondit sic. Interrogatus si ipse Aldebrandus bene disposuit domus sue Respondit sic. Interrogatus si de dicta electione factum fuit publicum instrumentum per manum publici tabelionis Respondit non quia non sunt ibi notarii, tamen electio fuit scripta per manum cuiusdan diaconi qui vocatur Jacobus. Interrogatus qui sunt illi qui faciunt instrumenta et car-tas in illis partibus Respondit omnes qui sciunt scribere. Interrogatus si per illas cartas et instrumenta homines possint consequi ius suum et racionem optinere Respondit sic. Interrogatus si ipse testis venit ad perhibendum dicte electionis voluntatem et consensum aliorum plebanorum et capellanorum Respondit quod per voluntatem et consensum predictorum venit. Interrogatus de mense dixit quod fuit de mense octubris, quinto octubris die iovis inter terciam et nonam. Interrogatus si plebani et capellani statuerent, et ordinarent diem ad celebrandam electionem Respondit sic. Presbiter Acursus de Belia iuratus et interrogatus dixit in omnibus et per omnia ut predi-ctus presbiter Albergus et tantum plus dixit quod fuit quatuor electionibus quatuor episcoporum et sicuti consueverunt alios episcopos eligere ita plebani et capellani elegerunt predictum Aldebrandum electum. Presbiter Iacobus de Iulmeto iuratus et interrogatus dixit in omnibus et per omnia ut presbiter Albergus supradictus. Presbiter Ansaldus de Rocha de 'valle iuratus et interrogatus dixit idem in omnibus et per omnia ut predictus presbiter Albergus. Testes Andreas Aurie, Simon Saonensis, Marinus de Calignano, Iohannes Quatuoruxores de Sigestro. Actum Bonifacio sub laubia ante ecclesiam Sancte Marie, die XXVTIII octubris, die veneris inter priman et terciam M°CC°XXXVIII. Ind. XI. — 6 — Vil. — Enrico de Zino do Sigestro riceve da Simone de Bargono 1. ÔO in mine 100 di frumento caricate nel « bucio » detto Barbacia. Le renderà entro due mesi dall’arrivo a Sestri o a Genova « mundas expeditas omnibus daci-tis et avariis et capitulo Ianue. Sanum (sic) tamen eunte dictum bucium vel maiori parte rerum ipsius ». Dichiara nullo un precedente contratto in materia. Testi Dative di Bisanzio, Guglielmo Fornario, Raimondo de Salmeriis. Davanti la chiesa di S. Maria, mercoledì 27 ottobre, fra nona e vespro. C. 2. Vili. — Enrico Muroco di Finale riceve a titolo di dote 1. 17 da Uga sua moglie, f. di Gandolfo di Galico e si dichiara soddisfatto di quanto doveva avere. A sua volta le dona 8 lire « ad habendum tenendum et quidquid volueris faciendum secundum morem et consuetudinem civitatis Ianue ». IX. — Testamento di Enrico Muroco di Finale. Designa la propria sepoltura nel cimitero di S. Maria in Bonifacio. Lascia all’opera di detta chiesa sol. 20 e per la sua sepoltura sol. 10, più altri legati per messe. È creditore di sol. 11 verso Guglielmo Elia. Lascia al fratello Leoneto « corellum meum ferri cum manicis » e la cassa che è nella casa di... de Mari con tutte le cose che vi sono purché vada o mandi persona a Roma, in pellegrinaggio. Lascia alla nipote Agnesina una vigna nel luogo detto Incaminata: morendo essa senza figli, le succeda nel possesso la sorella e se neanche questa avrà figli, i fratelli di lui, esecutori testamentari, passino la vigna ad un luogo religioso. Dopo altri legati, « Item iudico matri mee Sibilie totum usufructum qui exierit de terris meis ad usufructandum in vita sua. Ceterorum bonorum meorum omnium instituo mihi heredem illa creatura de qua uxor mea Uga est gravida, ita tamen quod si dicta creatura decesserit sine legitimis filiis ex se natis succedant eis dictos fratres meos (sic) scilicet Leonetum, Rainerium et Andrinum equaliter ». Questo testamento deve essere consegnato all’arciprete di S. Cipriano e da lui conservato. Testi Marco Scriba, Matteo di S. Pier d’arena, Bertolotto Garibaldo, Vivaldo Tosatore. Actum ut supra. C. 2 v° X. — Simone Savonese promette a Giovanni Quatuoruxores e Bona-vita di Sestri di vender loro 200 mine di frumento a sol. 12 e den. 3 la mina: consegna nel suo « bucio » entro 12 giorni dall’arrivo in Ampulia dove an- dranno a caricare, libero da ogni peso, dazio ecc. « Et dictum frumentum promito vobis expedire ab universis hominibus Sardinie usque dum eritis in terra: Hoc sane intellecto quod usque dum eritis in terra cum dicto honere sit ad meam fortunam et in mare sit ad vestram fortunam ». Giovanni e Bona-vita promettono a lor volta di dargli entro 3 giorni dall’arrivo in Ampulia 1. 100 e il resto, soldi 22 >/«, entro 8 giorni dall’arrivo nel porto di Bonifacio, salvi in terra. Testi Nicoloso Baraterio, Pagano de Enrigozo. Bonifacio, sotto la loggia davanti alla chiesa di S. Maria, 27 ottobre, giovedì, fra prima e terza, 1238, XI indizione. XI. — In presencia testium quorum nomina subter leguntur, Johannes Stregia, Jngo Tornellus, Otode Murta Bonifacii castellani, preceperunt mihi Teal-do notario, ut testes recepti et producti super rebus ablatis ab hominibus de Pumblino, Jacobo Grunio et Oberto Archatori sociis, et eorum marinarijs in portu Aiacii, et dieta eorum et atestaciones in publicam formam reddigerem et publicum instrumentum ut dieta et atestaciones testium predictorum auten-ticarem ut dieta eorum et atestaciones in perpetuum essent valiture, dicta quorum inferius denotantur. Testes recepti et producti super rebus ablatis Jacobo Grunio et Oberto Archatori sociis, et eorum marinarijs ab hominibus de Pumblino, Manuel grecus iuravit et dixit. Scio et certus sum quod cum essem cum Jacobo Grunio et Oberto Archatorio socijs et quibusdam aliis eorum marinariis in portu Aiacii in quodam bucio Guilielmi de Vernacia qui vocatur Sancta Crux quem eis naulizaverat, venerunt ibi Bonaciofus Sarraci-nelluset Lanzarotus et quidam alij de Pumblino in quodam ligno armato et per vim abstulerunt dictis Jacobo et Oberto res omnes quas in dicto ligno habebant, et similiter mihi testi et aliis marinariis qui in dicto ligno erant abstulerunt res omnes quas habebamus in dicto ligno. Interrogatus que res erant ille que erant Jacobi et Oberti, Respondit: fardellum unum panorum coloris silicet viridem et brunetam et vermilionem qui erant faxati inter unam voliam de vintenis, verrubium unum fustaneorum, et in alia parte pecias sex fustaneQrum alborum, volias duas fustaneorum pelles de bruneta cum penna coniculorum, capxiam unam in qua erant libre nonaginta usque in centum cere, sportellam unam de dataris, ferros equorum tot qui valebant soldi viginti, fardellum unum canapacii quod erat centanaria sex usque in septem et in alia parte centanaria quatuor usque in quatuor et dimidiam que erant disolute, pecias de vintenis decem, frexios et cordellas tot que valebant soldos viginti, Cordas canabi decem. Corie tres, faxios quatuor bec-cunarum, que erant ducentas, scilicet quinquaginta per faxium, faxios duos caprarum que erant centum viginti, silicet sexaginta per faxium, et in alia parte becunas et capras centum que erant disolute, Cantaria duo casei, Saccos duos nucum et castanearum, mediam libram candellis. Interrogatus quantum valebant res predicto, Respondit libre centum viginti, ut credo. Interrogatus de mense dixit quod fuit de mense octubris proximi preteriti, de die et hora non recordatur. Interrogatus quibus presentibus, Respondit Jacobo et Oberto predictis, Lanfianchino filio capellani Johanne Rubeo. Item iuravit et dixit quod de suis rebus propijs habebat dictus Manuel testis res infra scriptas que fuerunt ei ablate per dictos Pumblinenses. In primis agnelinas sexaginta, cavreinas quatuor, bechunas duas, tunicam unam, braceriam et spatam, car-chaxium cum sagiteis, barilem unam, virgas sardescas quatuor, sacos duos, libras cere septem, infulas duas. Interrogatus quantum valebant res predicte, Respondit libras tres soldos duos, scilicet agneline soldos viginti, et cavreine soldos quinque et becune soldos quinque, et tunicam soldos sex, braceriam et spatam soldos novem et carchaxium cum sagiteis soldos duos, et infule denarios decem et octo, barilem soldos duos, virgue soldos quatuor, Sacci denarios decem et octo, Cera soldos septem. Guilielmus de Yernacia iuravit, et dixit. Scio et certus sum, quod cum essem cum Jacobo Grunio et Oberto Archatorio et quibusdam alijs eorum marinariis in portu Ajacii in quodam ligno qui vocatur S. Crux in portu Aiacii venerunt ibi Bonacursus, et Sarracinellus et Lan-zarotus et quidam alii de Pumblino in quodam ligno armato, qui per vim abstulerunt dictis Jacobo et Oberto res omnes quas in dicto ligno habebant, silicet pecias duas faldati, minus cannas quatuor, et cannas quatuor de bruneta que omnes ligate erant in quadam volia de vintenis et verrubium unum fustaneorum alborum, et pelles cum penna cuniculorum, et capsiam unam in qua erant libre cere quinquaginta, sportellam unam dataris, paria ferrorum equorum viginti quinque, fardellum unum canapacii et in alia parte centanaria duo usque in tribus canapacii, et pecias vintene sex usque in septem, et pecias de cordellis et fascibus tres, corie tres, faxios quatuor becunarum, et erant ducentas scilicet quinquaginta per faxium. Item faxios duos caprarum, que erant centum viginti, scilicet sexaginta per faxium. Item becunas et capras centum in alia parte que erant disolute vel circa, et cantarium unum casei, et saccos duos nucum et castanearum, et mediam libram candellis. Interrogatus quantum valebant res predicte, Respondit libras centum, et de plure credit, de mense octubris proxime preterito fuit de hoc die et hora non recordatur. Item iuravit et dixit dictus Guilielmus quod de suis rebus propriis habebat in dicto ligno res infrascriptas que fuerunt ei ablate per dictos Pumblinenses. In primis vellonum unum, et calderonum unum, cum aliis rebus que valebant libras quinque soldos decem et octo. Lanfranchinus filius capellani iuravit, et dixit idem in omnibus et per omnia ut Guilielmus de Yernacia predictus, quantum de rebus predictorum Jacobi et Oberti. Item — 9 — iuravit et dixit, quod ipsemet testis de suis rebus propriis habebat in dicto ligno, clamidem unam, spatam et braceriam que valebant soldos XIII, silicet clamidem soldos octo, et spatam et braceriam soldos quinque, et dictas res ei abstulerunt supradicti homines de Pumblino. Iohannes Rubeus iuravit et dixit idem in omnibus et per omnia ut Guilielmus de Vernacia predictus, quantum de rebus predictorum Jacobi et Oberti. Interrogatus quantum valebant res predicte, Respondit libras centum. Item iuravit et dixit quod ipsemet testis de suis rebus propriis habebat in dicto ligno coopertorium unum, scutum et capellinam, spatam unam, frasatam unam, lenciam unam, et fuxenam unam, corrigias tres, verrugum unum, quas res omnes valebant soldos triginta septem et denarios duos, silicet coopertorium soldos viginti, et scutum et capellinam soldos septem, et spatam soldos duos, et frasatam soldos duos et dimidium, et lenciam et fuxenam soldum unum et dimidium, et corrigias soldos tres, et denarios duos, et verrugum soldum unum, et que res fuerunt ei ablate a dictis hominibus de Plumbino. Puncius de Belmundo iuravit et dixit scio et certus sum quod cum essem cum Jacobo Grunio et Oberto predictis socijs et quibusdam aliis marinariis in portu Aiacii in quodam bucio qui vocatur Sancta Crux, venerunt ibi Sarracinuset quidam alii quorum nomina ignoro in quodam ligno armato, et per vim abstulerunt predictis Jacobo et Oberto res omnes quas habebant in dicto bucio, silicet pecias duas faldati, minus cannas tres et dimidiam de bruneta, et totidem de viride, et verrubium unum fustaneorum, et in alia parte pecias sex fustaneorum alborum, et volias duas fustaneorum, pelles de bruneta cum penna cuniculorum, et capsiam unam in qua erant libras cere nonaginta, et denarios tamen nescio quot fuissent et sportellam unam de dataris, et ferros equorum centum, et fardellum unum canapacii, tamen nescio quot centanaria fuissent, et in alia parte centanaria quatuor canapacii, et pecias frixium novem usque in decem, et pecias frixium usque in decem et cordas canabi decem. Item corias tres, et faxios quatuor beccunarum que erant ducentas silicet quinquaginta per faxium, et faxios duos caprarum, que erant centum viginti, silicet sexaginta per faxium. Item in alia parte beccunas et capras que erant disolute centum. Item cantaria duo casei, et saccos duos nucum et castanearum, et mediam libram candellis. Interrogatus quantum valebant res predicte, Respondit: libras ducentas ut credo. Item Puncius de Belmundo et Manuel grecus iuraverunt et dixerunt quod Obertus Frexonus quondam marinari us predictorum Jacobi et Oberti habebat in dicto bucio tot de suis rebus que valebant soldos triginta sex, quas res omnes habuerunt supradicti homines de Pumblino. Obertus Archatorius iuravit et dixit quod ultra res predictas superius nominatas habebat in dicto ligno res infrascriplas que erant sue et que fuerunt ablate per dictos homines de Pumblino. In primis tunicam — 10 — unam de bruneta et aliam tunicam panni virgati, arcum unum cum carchaxio, balestram unam cum quarellis, scutum unum, frasatam unam, vexigam unam zinzabrate, parum unum camixie, et sarrabulas, tunicam unam corsischam. Item oralem unum. Interrogatus quantum valebant res predicte, Respondit soldos quinquaginta sex et denarios sex silicet gonellam de bruneta soldos octo, et aliam gonellam virgatam soldos quinque, archum cum carchaxio soldos septem, scutum soldos sex, frasatam unam soldos octo, vexigam de zinzabrata soldos sex, camixiam et sarrabulas soldos sex et dimidium, gonellam corsischam soldos tres, oralem soldos duos. Jacobus Grunius predictus iuravit et dixit quod ultra res predictas superius designatas habebat in dicto bucio res infrascriptas que fuerunt ei ablate per dictos Pumblinenses. In primis cooper-torios quatuor, cultram unam cendrati, clamidem unum de perso, archum osseum cum sagiteis, spatas duas, scutum et capellinam, berrutos duos et oreglerium unum, bilancias cum tribus mozoliis, sachetum unum in quo erant rasorium unum et alias res minutas, dolium unum, lenciam unam, braguerium unum et cappellum unum. Interrogatus quantum valebant res predicte, Respondit libras octo soldos sedecim, silicet coopertorios libras quatuor, cultram cendati soldos viginti, clamidem soldos viginti, archum et sagiteas soldos sex, spatas soldos viginti, scutum et capellinam soldos duodecim, berrutos soldos duos, oreglerium soldos duos, bilancias cum mozoliis soldos quinque, sachetum et rasorium et alias res soldos tres, dolium soldos tres, lenciam soldum unum, braguerium soldum unum, capellum soldum unum. Insuper predicti Jacobus et Obertus iuraverunt et dixerunt, quod omnes res superius nominate que fuerunt eis ablate per dictos Plumbinenses valebant libras centum septuaginta unam Janue denariorum. Testes fuerunt ad hoc vocati Marcus Scriba, Guilielmus Alfarda, Anfusus, Raimundus Pelucus, Bonus Johannes Respectus. — Actum Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, die prima novembris, die lune circa terciam, M0CC°XXXVIII, indicione XJ. C. Sv° XII. — Ego Aldebrandus electus episcopus aiacensis confiteor habuisse et recepisse mutuo gratis et amore a te Otone de Murta castellano Bonfacii libras quindecim januinorum. Renuncians etc. et unde et pro quibus promitto tibi Marco recipienti nomine predicti Otonis solvere dicto Otoni vel eius nuncio per me vel certum nuncium libras quindecim jan. usque festum Natalis Domini etc. Pro pena etc. Testes presbiter Ventura ecclesie Sancti Nicholai, Iohannes Gallus, Daniel quondam Milontii. Actum Bonifacio ante ecclesiam Sancti Nicholai, Die XXVIIII octobris, die veneris, circa vesperas, M°CC°XXXVIII, Ind. XI. — ll- XII I — Giovanni Quatuoruxores e Bonavita de Sigestro ricevono a mutuo lire 15 da Marino de Cazanello; daranno 1. 16 e sol. 2l/s entro un mese dell’arrivo della nave San Nicola ad Ampulia e dal ritorno a Bonifacio. Testi Simone Savonese, Amico Clarella, Pagano de Enrigozo. In Bonifacio, davanti alla casa di Enrico de Bargono, 31 ottobre, domenica, fra vespro e completorio, 1238. Nota: Cassata per volontà delle parti. XIV. — Fulcone di Pegli riceve a mutuo gratis et amore dal nipote Enrico e dal fratello di lui Iocopino, lire 8 che restituirà entro due mesi a Genova o a Pegli. Testi Ansaldo tintore, Nicola magister antelami; Guglielmo figliastro di Pietro di Bobio. Bonifacio, in casa di Iacopo de Varese, 29 ottobre, venerdì, fra nona e vespro. XV. — Con atto dello stesso giorno, ora e testi, Fulcone sopra detto dichiara di avere speso « in bucio meo qui vocatur Sanctus Franciscus quem habeo in portu Bonifacii de propriis denariis Enrici et Iacopini » fratelli, suoi nipoti, lire 15 che aveva in sua balia e podestà. XVI. — Logodorius Padeus de Ampulia riceve in accomendazione da Guirardo barberio « tot de tuis rebus » per 1. 28 e s. 2 di genovini, da portar a negoziare ad Ampulia « ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando ad forum ». Restituirà la somma in Bonifacio entro il prossimo gennaio e promette « quod dicte res quas de tuis rebus habuero alicui non vendam nisi tibi vel tuo certo nuncio si mihi dare volueris ». Testi Giovanni di Siviglia, Marco Scriba; in Bonifacio, in casa di Guirardo, 1 novembre, lunedì; circa terza. C. 4. XVII. — Ego Ugo Broiardus corsus accipio a te Marieta uxore mea nomine tuarum docium sive pro dotibus tuis lib. undecim jan. denar..... Donacionem propter nuptias nomine Antifacti facio tibi et dono tantum in meis rebus habitis et habendis quod bonum sit valens lib. undecim, jan. denar. ad hahendum tenendum et quidquid volueris faciendum secundum morem et consuetudinem civitatis Ianue. Testes Armanus pelliparius, Obertus Monleonus molinarius, Vivaldus de Livellato, Bernardinus de Nerbona presbiter Ventura ecclesie santi Nicholai. Actum Bonifacio in domo Armani pelliparii quam habitat dictus Ugo die XXVIIII octubris die veneris inter nonam et vesperas. M0CC°XXXVIIT, ind. XI - ia — XYIII. — Testamento di Ugo Broiardus corsus in data ‘29 ottobre (il notaio ha erroneamente scritto novembre) poi subito sostituito con altro del 1° novembre che segue immediatamente. XIX. — Matteo di Sampierdarena riceve in accomendazione da Pasquale di Chiavari, genero di Ugo tintore, 1. ‘27 delle quali 14 in grano, in ragione di soldi 6 la mina, il resto in denaro. Deve portare a negoziare in Ampulia e poi tornare a Genova, consegnando capitale e profitto. Dedotto il capitale, avrà un quarto del guadagno. Testi Giovanni Rango citraco, Pietro f. di Balduino di Pegli, Iacopo di Recco calafato. Actum in portu Bonifacii in ligno Idonis de Pelio et Falconis qui vocatur S,ns Franciscus; 3L ottobre, domenica, fra terza e nona. C. 4. v° XX. — Testamento di Valens Draperius de Caneto - Sepoltura in S. Maria di Bonifacio, legati a luoghi pii, restituzione di beni e prestiti -Erede generale la moglie Giovanna. Testi Johannes ospitalis domini de corbo, Marcus Scriba; Johannes Quatuoruxores; Johannes Cithada de Rapallo; Merutius de Bonifacio - In Bonifacio, 1 - nov. 1238, lunedì, tra nona e vespro. XXI. — Testamento di Aicardo de Monelia - Sepoltura presso il convento di S. Jacopo - Legati alle chiese di S. Jacopo, S. Nicola, opera di S. Antonio, S. Giovanni, S. Amancia ecc. Legati per messe. Cento lire a ciascuna delle nipoti per il loro matrimonio. Eredi i nipoti, esecutore testamentario il fratel- lo Bernardo che succederà loro se non avranno figli. Testes Mercaante taliator, Guilielmus de Nerbona, Guilielmus Marna-lis, Guilielmus de St0 Ciriaco. Ugo Corsus tabernarius - In Bonifacio, in casa di Aicardo; 1 nov. 1238, circa vespro. C. o. XXII. — Testamento di Altadona Peluca - Sepoltura nella chiesa di S. Giovanni - Legati a chiese di Bonifacio e di Genova, all’ospedale di S. Giovanni di Genova, al Sepolcro di oltremare. Dispone dei suoi beni in Genova e altrove. Eredità piuttosto cospicua con molti legati ai parenti. È vedova: eredi i figli. Testi: Gandolfo pellipario. Vivaldo de Livellato, Mercaante taliator, Ranficoto, Giovanni Fornario iuniore. In casa di Ranfìcoto ove abita Altadona; 1 novembre lunedì, di sera prima della campana. — 13 - C. 5. v° XXIII. — Nos Bonusiohannes Respetus, Petrus de curia, Nicholosus Pelucus, Andreas Nasonus, Iacobus Faber, Iohannes Romeus, Olivenus de Bonofilio, Marcus Scriba et Sifantus Piscator facimus constituimus et ordinamus te Petrum de Bobio presentem nostrum nuncium et procuratorem ad petendum exigendum et recipiendum pro nobis et nostro nomine illos soldos quos habere et recipere debemus a Comuni Ianue silicet quilibet nostrum libras tres Ian. pro mensibus sex quibus stetimus et servivimus ad custodiam castri Bonifacii ultra annum in anno proximo preterito in castellania Andree Aurie et sociorum promittentes etc. Testes Ranficotus, Oglerius de Sancto Thoma, Iohannes Blancus. Actum Bonifacio in domo que est ecclesie sancte Marie de buello quam habitat dictus Petrus de curia, die secunda novembris intrantis, die martis, inter terciam et nonam. M° ut supra. XXIV. — Iohannes Quatoruxores riceve da Valente Draperio de Canneto in accomendazione e custodia 1. 68 gen. « silicet illas quas Guiciardus barberius habebat a te in custodia Ren. etc. quas vel totidem pro ipsis eiusdem monete promito dare et solvere pro te et tuo nomine uxori tue Iohanne et socero tuo Aglerio Bade » entro un mese da che la sua nave S. Nicola approderà a Genova. « Testes Bonavita de Roberto de liblola, Nicholosus filius Iohannis Bechirubei, Guido de lumbardo de Sigestro. Actum Bonifacio in domo Care uxoris Iohannis quam habitat Bestrocius Cruvida » 2 nov., martedì tra terza e nona. XXV. — Alioto de Ligio, f. di Cinarello de Ligio, riceve da Nicola Peluco lire 12 gen. « pro quibus vendo et trado tibi barcham meam gaitanescam quam habeo in portu Bonifacii cum omnibus sartiis et corredo et rebus omnibus pertinentibus dicte barche ». Testes Daniel de Bisanne, Nicholosus Pelucus, Guillielmus Ferrarius. Actum Bonifacio sub lobia que est ante ecclesiam Sancte Marie; die tercia novembris intrantis, die mercurii inter primam et tertiam » 1238, ind. XI. XXVI. — Scramecius de Rapallo, Noigangus de Rapallo, Enricus de Cedrali de Rapallo, ricevono da Bonvassallo di Camogli in accomendazione lire 15 gen. in frumento e orzo. Restituiranno con tre parti del lucro entro un mese daU’arrivo a Rapallo della nave Benvenuta. Ciascuno responsabile in solido. Testi Daniele de Bisanne, Nicoloso Peluco, Guglielmo Ferrario » Fatto come sopra. - 14 - XXVII. — Nos Pelegrinus Calegarius, Mercaante taliator, Simon Spae-rius, Guilielmus frater plebani, qui loco Alexandri servientis Ansaldi Mania-vache fui constitutus, et Fulco tornator qui loco Iaccopelli de VuItabio servientis dicti Ansaldi quondam fui constitutus, facimus, constituimus et ordinamus te Petrum de Bobio presentem certum nuncium et procuratorem nostrum et loco nostri ponimus pro nobis et nostri nomine ad petendum exigendum et recipiendum pro nobis et nostri nomine illos soldos quos habere et recipere debemus a comuni lanue silicet quilibet nostrum libras tres Ianue, pro mensibus sex quibus servivimus et stetimus ad custodiam castri Bonifacii in anno proxime preterito ultra annum, promittentes etc. Testes Simon Saonensis, Obertus de Vinguelia. Actum ut supra, inter tertiam et nonam. XXVIII. — Pietro Villano di Sassari a nome proprio e del fratello Arcoco si dichiara soddisfatto da Guglielmo Elya di 1. ‘22 che erano loro dovute « quas nomine meo et dicti fratris mei tibi petebam in iure coram castellanis anni preteriti ». Testi Gio. di Rivorolo, Lamberto de Monleone. Actum Bonifacio in domo quam habitat Gracianus Tabernarius die 3 nov. intrantis inter nonam et vesperas, 1288, ind. 11. C. 6 v° XXIX. — Rufìtius pelliparius, nomine filiorum quondam Saxii pelli-parii quorum tutor sum, et Oglerius Ficarellus nomine meo et nomine fratris mei Belliboni quondam, Iohannes Veneticus, Porchetus macellarius, Iohannes Rubeus barberius, Domitius Callegarius, Iohannes de Camulio, Obertus de Monleono, nominano Pietro di Bobbio procuratore a esigere le somme dovute loro e ai defunti sopranominati per mesi sei in cui servirono di guardia nel castello di Bonifacio. Testi: Obertus de Vinguelia, Iohannes Nigrus Cintracus. In casa di Giovanni Rubeo, 1238, 7 nov., domenica. XXX. — Ego Armanus pelliparius in adversa valitudine positus con-templacione ultime voluntatis mearum rerum talem facio disposicionem. In primis eligo meam sepulturam apud cimiterium ecclesie Sancte Marie. Jtem iudico pro mea sepultura in die funeris mei libras decem Janue, que dentur et distribuantur in missis canendis et pauperibus in disposicione Oglerii Capelli iunioris, et Gandulfi pelliparii, et Vivaldi de Vegia, et Bartholomei de Alexandria, et Marchi Scribe. Jtem volo et iqbeo quod flant cirei octo — 15 — quorum quatuor sint ecclesie Sancte Marie, et duo ecclesie Sancti Jacobi, et alii duo ecclesie Sancti Nicholai. Jtem iudico operi ecclesie Sancte Marie libras decem Janue, que dentur et solvantur ad faciendum pilastrum unum in disposicione Oglerii Capelli iunioris. Jtem operi ecclesie Sancti Jacobi soldos quadraginta. Jtem operi ecclesie Sancti Nicholai soldos viginti. Jtem operi ecclesie Sancte Amancie soldos viginti. Jtem operi ecclesie Sancti Antonij soldos decem. Jtem ecclesie Sancte Marie de lebetis pro missis canendis soldos viginti. Jtem ecclesie Sancte Marie de bisello pro missis canendis soldos viginti. Jtem ecclesie Sancti Stephani de buxinariis pro missis canendis soldos viginti. Jtem ecclesie Sancti Angeli pro missis canendis soldos viginti. Jtem iudico filiabus feminis Johannis filii mei libras viginti quinque Janue et domum unam quam habeo prope domum dicti Johannis. Jtem Gulielmino Brundo filio meo per animam meam libras viginti quinque, quas tenere debeat Grigorius gener meus, et cum eis negociare usque ad annos quinque, et in capite predictorum annorum quinque teneatur dictus Grigorius dare ipsi Brundo predictas libras viginti quinque, et totum lucrum quod in eis fecerit usque ad predictum terminum annorum quinque. Jtem iudico Yivaldino filio meo pro anima mea libras centum Janue, quarum habet Gandulfus pelliparius in custodia libras quinquaginta. Jtem iudico sorori mee Agnexie libras quinquaginta Janue, ita tamen quod cum ipsa decesserit debeat eas habere filius suus Armanus et si quis vellet ei contradicere dictas libras quinquaginta, volo quod sint ospitalis Sancti Johannis Janue, et ospitalis Sancti Lazari. Jtem iudico ospitali Sancti Johannis Janue pro anima mea soldos quadraginta. Jtem ospitali Sancti Lazari soldos viginti. Jtem Benvenute de qua habui quendam filium soldos quadraginta. Jtem iudico et dimito Bartholomeo de Alexandria totum id quod mihi dare debet. Jtem iudico Yerdete nepte mee filie dicti Bartholomei libras quinquaginta Janue. Jtem Jacobine et Orenguine filiabus Borelli soldos centum. Jtem Vivaldo de Yegia soldos quadraginta. Jtem Yivaldo de Sparverio soldos quadraginta. Jtem Toscane filie Marchi Scribe totum id quod dictus Marcus pater suus mihi dare debet preter libras quatuor. Jtem Johannete quam duxi de Janua pediseche mee iudico pro anima mea libras decem Janue, complendo ipsa quinque annos de stando in domo mea. Jtem uxori Leinali soldos centum. Jtem Yivenderie uxori Pauli Spagnoli libras quatuor, Jtem Johannete filie Bartholomei de Alexandria predictas libras decem. Jtem volo iubeo statuo et ordino quod Benvenutus filius Marie sclave mee pro mercede et remedio anime mee ab hodie in antea sit liber et ab^omni ^vinculo servitutis sit penitus absolutus efc liberatus. Jtem volo iubeo'statuo et ordino quod Guarcinus et Gonarius servi mei pro mercede et remedio anime mee ab hodie in antea sint liberi, et ab omni vinculo servitutis penitus sint — 16 - absoluti et liberati stando ipsi tanquam liberi cum uxore mea Orenga in vita ipsius Orengue. Jtem volo et ordino quod in primo pasagio quod pro eundo ultra mare in servicio Dei et veri sepulcri mitantur et dentur de meis rebus usque in quantitatem soldorum centum cuidam homini de Bonifacio qui in dicto pasagio iverit, et si forte aliquis de Bonifacio non iverit volo quod dentur cuidam legali homini qui in dicto passagio iverit in servicio Dei et veri sepulcri. Jtem iudico Marineto filio Johannis filij mei pro anima mea libras novem Janue. Jtem volo, statuo et ordino quod Orenga uxor mea et Gregorius gener meus annuatim usque ad annos tres completos debeant et teneantur induere omnes infirmos qui in Bonifacio venient camixiarum usque ad predictos annos tres pro mercede anime mee. Jtem debeo dare Talie que manet in domo mea libras duodecim Janue. Jtem confiteor quod Vivenderia cognata mea debet adhuc mihi dare soldos decem et novem ex illis libris viginti quas mihi dare tenebatur, et facta solucione predictorum soldorum decem et novem volo quod reddatur ei carta quam de predicto debito habeo. Jtem Obertus de Levanto debet mihi soldos viginti novem et dimidium. Jtem Guilielmus Ferrarius filius quondam Rubaldi Ferrarii debet mihi soldos viginti novem et dimidium. Jtem Girasolmus corsus soldos decem et septem. Jtem Barulfus de Coltano soldos quatuordecim. Jtem confiteor quod solvi Calvo de Levanto pro Vivaldo de Vegia libras tres, soldos septem. Jtem dictus Vivaldus debet mihi libras quinque Janue, quarum habui et dedit mihi libras tres olei et non plus. Jtem habeo in domo dicti Vivaldi minas frumenti nonaginta novem, et cum fuerit venditum volo quod dictus Vivaldus habeat de denarijs dicti frumenti soldos quadraginta. Jtem Barulfus de Coltano debet mihi dare libras viginti, soldos quinque, et denarios septem de quibus cartam non habeo. Jtem Johannes de Bechisa soldos decem. Jtem confiteor quod debeo recipere a meis debitoribus totum id quod scriptum est in meo cartulario, silicet in quodam manuale preter illa debita que in dicto cartulario sunt cancellata et cassata, et si quis illorum qui in dicto cartulario continentur dicere voluerit cum iuramento se solvisse me de dicto debito vel quod non debet aliquid mihi dare volo et iubeo quod ei credatur suo sacramento ab eo prestito, et facto sacramento sit inde penitus absolutus, et amplius ei non petatur. Jtem Guilielmus Clarella debet mihi dare soldos triginta novem. Jtem Jacobus Gallus habet de meo pellamine causa confectiendi seu adfaectandi beccune tresdecim qui debet habere de quolibet centanario soldos quadraginta quatuor de quibus habet soldos viginti quos ei dedi. Jtem Ansifredus corsus confectorius habet de meo pellamine causa adfaectandi et confectiendi beccune trescentum qui debet habere de quolibet centanario soldos quadraginta quinque et de quibus habet soldos quadraginta quos ei dedi. Jtem Bartholomeus de Alexandria habet - 17 — de meo pellamine causa adfaectandi et confectiendi beccune ducentum, qui debet habere de quolibet centanario soldos quadraginta quinque, et de quibus habet soldos quadraginta sex, quos ei dedi. Jtem confiteor quod habeo in domo mea res que sunt comunes inter me et Johannem Fornarium que ascendunt soldos quinquaginta quatuor, et facta racione cum eo de predictis soldis quinquaginta quatuor reddatur ei instrumentum accomenda-cionis ad incidendum. Jtem Nicholaus Aurie iunior debet mihi soldos quadraginta pro quibus habeo in pignore osbergum unum. Jtem Bartholomeus de Cazanello libras tres, et inde habeo in pignore panceriam unam et corellum. Jtem in alia parte debet mihi dictus Bartholomeus soldos triginta octo, et inde habeo in pignore cupam unam argentei. Jtem iudico uxori mee Orengue ultra suas raciones omnia indumenta et guarnimenta sua de suo dorso, et lectum suum guarnitura. Jtem volo, statuo, et ordino quod quic-quid Gregorius gener meus suo solo verbo sine sacramento dixerit seu dicere voluerit habere mecum in societate ultra id quod continetur in carta societatis facta inter me et ipsum quod credatur ei suo solo verbo sine testibus et iuramento ut dictum est superius. Jtem volo et ordino quod Richaflna filia mea habeat totum lectum suum munitum. Jtem iudico Johan-ni filio meo pro anima mea panceriam unam. Ceterorum bonorum meorum omnium Orengam uxorem meam, et Richa fi nam filiam meam mihi heredes equaliter instituo et ordino, ita tamen quod si dicta Richaflna decesserit sine herede legitimo ex se nato sucedant ei omnes propinqui mei qui superius scripti sunt et nominati per solidum et libram, exctractis primo de dictis bonis meis libris vigintiquinque quas habere debeat Richelda uxor Bartholomei de Alexandria, et si quis contradixerit vel voluerit contradicere bona que dimito et relinquo dicte Richafine filie mee, volo et iubeo et ordino quod dicta bona mea que ei relinquo sint ospitalis sancti Johannis Janue et ospitalis sancti Lazarii, et eis perveniant pleno iure. Jtem iudico et dimito Lif.....gie uxori Johannis de Archatore totum id quod mihi dare debet viva aut mortua. Jtem confiteor quod dedi in accomendacione Yivaldo filio meo et .... urxello de Ulmeto tot de rebus meis que ascendunt ad libras quinquaginta sex et soldos sex Januinorum, de quibus cartam non habeo, et que sunt in Corsica. Jtem volo statuo et ordino quod totum pellamen cera et res omnes que sunt in apotechis meis debeant scribi in presencia Oglerii Capelli iunioris, et Marchi Scribe, et Bartholomei de Alexandria, et Vivaldi de Vegia, et Gandulft pelliparii, et propterea ipsi dent et consignent eas uxori mee Orengue et inde fiat publicum instrumentum. Jtem confiteor quod habeo in mea capsia libras decem tornensium, et marchas duas ster-linorum et miliarensium, et soldos centum Januinorum in denariis numeratis. Jtem volo statuo et ordino quod predicti Oglerius, Marcus, Vivaldus, Bartho- 3 — 18 - lomeus et Gandulfus debeant solvere et dare distribuere totum iudicatum meum superius nominatum, illis personis quibus iudico et dimito ut superius dictum est, et ipsi dimito ad distribuendum et dandum in eorum voluntate legata que superius sunt nominata sine eorum dampno et detrimento. Jtem Jacobus Grunius debet mihi adhuc libras viginti quatuor et soldos quatuorde-cim, ex illis libris quinquaginta de quibus cartam habeo super eum, et in alia parte debet libras decem, ex illis libris quindecim quas pro eo solvi Carolo Bocacio Jtem confiteor quod habui et emi a Canturio et Anseimo eius socio tot tele que ascendunt libras triginta unam, et soldos quatuor; quas debeo eis solvere in Janua ad fortunam eorum galiote, et quarum debeo eis consignare pignus in dicta galiota in eorum voluntate, quod bene valeat predictam quantitatem. Jtem debent mihi dare dicti Canturius et Anselmus soldos decem et septem, et denarios quatuor de telis subtilibus quas eis vendidi et in alia parte dedi Rufino pellipario pro eis soldos duodecim Janue. Jtem confiteor quod dicti Canturius et Anselmus habent in domo mea capsiam unam que est subtus lecto meo, in qua sunt denarij, et ipsi habent elavem. Jtem confiteor quod dominus Nicholosus Fornarius quondam tempore mortis sue debebat mihi libras octo soldos novem Janue et denarios octo Janue, quarum nullam solucionem adhuc habui, set pro salvamento et remedio anime mee volo quod sint libre septem et soldi novem et denarii octo tantum si obiero, et si vixero faciam sacramentum sicut dictus Nicholosus in sua ultima voluntate ordinavit. Jtem Guilielmus Malius et filius debent adhuc mihi dare soldos quadraginta septem, ex illis libris quindecim soldo uno quas mihi dare tenebantur de precio sive pro precio cuiusdam barche que fuit Ginate Cava-runchi et Guilielmi Zocholarii quam eis vendidi. Jtem Guilielmus......debet mihi pro pensione domus mee qua manet libras septem Janue, et fuit terminus anni completus ad Kalendas octubris proxime preteritas. Jtem Oglerius calegarius debet mihi soldos triginta tres ex illis libris quinque et soldis decem, de quibus cartam habeo super eum. Jtem Balaxius et Guilielmus Pelucus, et Andreas Vasonus debent mihi soldos decem novem, ex illa accomendacione quam eis feci et de quibus habeo cartam super eos. Jtem constituo ordino et dimito predictos Oglerium Capellum, Marchum Scribam, Gandulfum pelliparium, Yivaldum de Yegia, et Bartholomeum de Alexandria, loco mei ad petendum, exigendum, et recipiendum omnia debita que recipere et habere debeo a meis debitoribus et ad transactionem et concordiam cum eis faciendam cum consilio dicte uxoris mee, et ad dandum et solvendum predicta omnia que superius legavi sine eorum dampno et detrimento. Jtem volo, statuo, ordino et iubeo quod Maria Nigra ancilla mea pro mercede et remedio anime mee ab hodie in antea sit libera et ab omni vinculo servitutis et ancellatus sit penitus absoluta et liberata. Jtem Raimundus - 19 — Salinerius debet mihi minas salis centum quinquaginta, ultra debetum de quo habeo cartam. Jtem iudico Gregorino genero meo libras viginti quinque Janue. Jtem confiteor quod habeo in custodia tot de rebus cuiusdam sardi cuius nomen ignoro, que ascendunt soldos centum, quos soldos centum volo quod dentur et distribuantur pro anima illius sardi in operibus ecclesiarum Bonifacii in voluntate et disposicione Oglerii Capelli iunioris predicti. Hec est mea ultima voluntas quam volo et iubeo firmam et ratam atque illibatam semper permanere, et si quod legale ibi deest absencia cuius hoc instrumentum cassari possit volo et iubeo ut saltem iure codicilli obtineat firmitatem. Testes Thebaldus Scriba, Vivaldus de Livellato, Amicus Clarella, Johannes Fornarius iunior, Janne de Prucio, Guilielmus Papalasanie. — Actum Bonifacio in domo predicti Armani die quarta novembris in tercijs die io vis inter nonam et vesperas, MCCXXXVIII, Jndicione XI. Factum est unum Orengue et Richafine, et aliud Armanino nepoti dicti Armani et aliud pro Guilielmino Brundo, et aliud Gregorio. C. 7 v° XXXI. — Mabilia vedova di Ingone Barberio fa testamento. Sepoltura nella chiesa di S. Maria. Lascia una coltre, una strapunta, legati in denaro all’ospedale di S. Giovanni di Genova ed altri. Una serie di legati a varie persone e chiese. Erede universale il figlio Iacobino. Testi frate Giovanni dell’ospedale di S. Giovanni di Genova; Guido maestro falegname, Tebaldo Scriba, Rufinato Nomacoro, Oglerio di S. Tommaso. Bonifacio, in casa del detto Guido, 4 novembre, giovedì, dopo completorio. C. 8. XXXII. — In presencia testium quorum nomina subter leguntur presbiter Facius plebanus ecclesie sancte Marie de Bonifacio auctoritate quam frater Bonifacius frater predicator eidem concessit cum sociis suis quam dictus frater Bonifacius predicatorum habebat ex delegatione domini Archi-episcopi Ianuensis sibi concessa in Bonifacio et auctoritate sua quam habet ex officio iudicis ordinarii in parrochianis suis Magistro Aprili canonico Eri-tano concessit ad conoscendum de causa matrimonii que vertebatur intra Vincenderiam filiam Graciani tabernarii ex una parte et Petrum Vilanum ex altera. Ut predictus magister Aprilis cognoscat testes recipiendo et omnia alia que pertinent que sunt in predicta causa cognoscenda, ut predictus Aprilis possit de causa cognoscere et eandem examinare et inter predictas partes ditfinitivam sentenciam proferre. Insuper predictus plebanus permittit et con- — 20 — venit quod quidquid predictus magister Aprilis in dicta causa fecerit certum et firmum habere nec contra predicta nullo tempore venire. Testes presbiter Cilius canonicus de Leria, frater Iohannes ospitalis de Corbo. Actum Bonifacio in domo filiorum quondam Marcliixii muratoris qua iacebat dictus plebanus infirmus, die quinta mensis novembris intrantis, die veneris, inter primam et terciam. MCC°XXXVIIl, Ind. XI. XXXIII. — Vivaldo di Livellato, Pellegrino calegario, Iacopo de Carbonaria, Giovanni leura, Nicoloso Ferri anche a nome del fratello Facio e Pietro da Lodi nominano Pietro di Bobbio procuratore a. esigere lo stipendio di sei mesi, in ragione di lire tre ciascuno, per il servizio di custodia del castello di Bonifacio. Testi: Giovanni di Trapani, Bonincontro Amazaporci; in Bonifacio, davanti alla casa del detto Pietro, 5 novembre, venerdì, a vespro. c. 8 v ® XXXIV. — Aldebrando, vescovo eletto di Aiaccio, riceve da Marino de Cozanello tanto per cui renderà entro il 1° maggio lire 40 di genovini. Daniele di Bisagno, Giovanni Romeo, Oglerio Falcone, Bartolomeo de Corso si impegnano, ciascuno per 10 lire, nel caso che Aldebrando non paghi. Testi: Pietro Villano, Guiraldino Perialbo, prete Zilio canonico di Aleria. Bonifacio, nella canonica di S. Nicola; 6 novembre, sabato, fra prima e terza. XXXV. — Aldebrando, vescovo eletto di Aiaccio, e prete Ugo pleba-no di Miano promettono a Daniele di Bisagno, Oglerio Falcone, Bartolomeo de Corso e Giovanni Romeo di liberarli da ogni danno derivante dall’obbligo assunto con carta redatta per mano del notaio Tealdo (v. atto precedente). Testi Marino de Cozanello, Pietro Villano, Guiraldo Perialbo. Redatto come sopra. XXXVI. — Matteo di S. Pier d’Arena riceve da Altadona Peluca in accomendazione « tantum de tuis rebus » per 1. 13, sol. 1, da portare a negoziare in Ampulia. Consegnerà capitale e profitto al ritorno in Bonifacio a lei o suo nuncio, e, dedotto il capitale, dovrà avere il quarto del guadagno. Testi: Calvo da Levanto, Guglielmo di Alessandria, Enrico Preficia. Bonifacio, in casa di Ranficoto, ove abita Altadona; 6 novembre, sabato, fra terza e nona. — 21 XXXVII. — Testamento di Simona moglie di Iacopo di Malta. Sepoltura in S. Iacopo. Legati a chiese e parenti: fratello, cognata, nipoti. Erede il figlio Marchesino; esecutori testamentari il fratello Guglielmo e la madre Druda. Bonifacio, in casa di Simona, 7 novembre, domenica. C. 9. XXXVIII. — Iacopo Margaiono, per luoghi 4, e Balduino di Rapallo per 3, vendono a Giovanili Castagna e Ansaldo Coresio 7 luoghi della nave Paradiso, cioè luoghi 5 a Giovanni e 2 ad Ansaldo, con tutto il sale che vi è caricato, per lire 199‘/2- La vendita è avvenuta « in pubblica calega coram castellanis Bonifacii et in eorum presencia ». Testi: Leonardo de Roglerio notaio di Messina, Porrono de Bonincasa, Ottone di Finale, Ido di Chiavari burgense di Messina. — Bonifacio, sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 8 ottobre, lunedì, fra nona e vespro. XXXIX. — Tale pactum et conventum faciunt inter se Guilielmus darei la ex una parte et Rufinus de Faxolis ex altera videlicet quod dictus Rufìnus promittit predicto Guillelmo stare et habitare cum uxore sua in loco suo quem habet ad sanctam Amanciam et laborare et bonificare terras suas quas ibi habet silicet vineam et hortum et salvare et custodire bona fide res suas et specialiter res que exierint de dictis terris et non defraudare de aliqua re preter que licenter possit capere et habere de herbis de orto pro comedendo ipse et eius masnata de ficubus et similiter. Predicta omnia et singula promitit atendere et complere et observare usque ad festum omnium sanctorum proxime venturum. Alioquin penam solidorum centum januinorum ei stipulanti promitit que pena tociens comitatur quociens contra factum fuerit. Rato manente pacto pro pena etc. Et versa vice dictus Guilielmus promitit dicto Rufino dare et solvere ei vel eius nuncio per se vel suum nuncium usque ad predictum terminum lib septem sol. sedecim jan. pro laboratum dictarum terrarum silicet quolibet mense sol. tredecim jan. facto labore mensis si ei necesse fuerit quolibet mense si requisiti fuerint ei vel eius nuncio ab eo vel eius nuncio. Alioquin penam sol. centum ei stipulanti promitit rato manente pacto quod pena tociens comitatur quociens contra factum fuerit, pro pena etc. Inde iusserunt fieri duo instrumenta unius tenoris. Testes Obertus Archatorius, Bartholomeus Arduinus, Iohannes Quatuo-ruxores. Actum sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, die quinto novembris intrantis, die veneris, inter nonam et vesperas. M°CC°XXXVIII, Ind. XI. XL. — Raimondo Salinerio riceve da Guglielmo Mangiamontone (Mail iamontono) tanto per cui darà 100 mine di sale per le feste di Pasqua del Signore. Testi Ottone de Murta castellano, Simone de Bargono, Bongiovanni Respetto. In Bonifacio, sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 9 novembre, martedì, circa vespro. c. o v° XLI. — Cum frater Bonifacius fratrum predicaforum plenarie legationis officium in Bonifacio a domino Orlando sedis apostolice legato, et a domino archiepiscopo Januensi sibi haberet concessum, et causa matrimonii verteretur inter Vivenderiam filiam Graciani tabernarii ex una parte, et Petrum Villanum ex altera, predictus frater Bonifacius volens in Corsicam pro suis ortibus negocijs proficisci, causam predicti matrimonii Facio plebano Boni-facii auctoritate qua fungebatur, supradictam causam matrimonii que vertebatur inter predictas partes commisit fine debito terminandam ut posset predictus Facius plebanus de predicta causa cognoscere, et inter predictas partes sentenciam diffinitivam profferre, et cum predictus Facius plebanus gravi infirmitate detentus auctoritatem sibi commissam et potestatem a pre-dicto Bonifacio fratrum predicatorum sibi concessam magistro Aprili canonico turritano commisit ut predictus magister Aprilis posset de causa predicti matrimonii cognoscere et inter predictas partes silicet Vivenderiam filiam Graciani, et Petrum Villanum sentenciam deffinitivam profferre, et cum predictus vero magister Aprilis canonicus turritanus cognosceret de causa recepit testes et protestaciones a dicta Vivenderia productos, per quos est legitime probatum predictam Vivenderiam quatuordecim annos et novem menses habere, quibus testibus aversa pars nichil obicere voluit neque personas vel eorum dicta reprobare. Item predictus magister Aprilis invenit legitime probatum per instrumentum factum per manum Tealdi notarii, comunis Janue, quod dicta Vivenderia filia Graciani fuerat a Johanne Rubeo desponsata in etate vel circa etatem decem annorum per voluntatem suam et patris sui et amicorum suorum, et in eadem voluntate permansit accipiendi predictum Johannem Rubeum per duos annos et quatuor menses vel circa tempus istud sicut legitime probatur per instrumenta facta per manum notariorum comunis Janue, silicet Tealdi et Thebaidi, quorum tenor talis est. Confitetur Johannes Rubeus filius quondam Johannis Rubei se habuisse et recepisse nomine docium sive pro dotibus uxoris sue Vivenderie filie Graciani tabernarii, libras quadraginta Janue denariorum et quietum et solutum inde ab ea se vocat per dictum Gracianum patrem suum, dantem et solventem nomine ipsius — 23 — Vivenderie fìlie sue. Renuncians exceptioni non numerate pecunie vel non so* lute sive docium non solutarum, donacionem propter nuptias et nomine antifacti facit ei et donat tantum in suis bonis habitis et habendis quod bene sit valens libras quadraginta Janue, ad habendum et tenendum et quicquid voluerit faciendum promore et consuetudine civitatis Janue. Et pro predicta dote etanti-facto universa omnia sua bona habita et habenda predicto Graciano recipienti pro ea pignori obligat. Testes presbiter Facius ecclesie Sancte Marie, Sardus de Pruno, Jacobus de Yairexio. Actum Bonifacio in domo quam habitat dictus Gracianus et que est Fortileonis de Larcaro et fratris, ultimo die februarii, die martis circa nonam, M0CC°XXXXIII1, Indicione sexta. Secunda sic incipit: Vivenderia filia Graciani coram plebano ecclesie Sancte Marie de Bonifacio et in presencia infrascriptorum testium, videlicet Guarachi de Sancto Laurentio, Simonis Tornelli castellanorum Bonifacii, Enrici Aurie, et Guilielmi Alfardi refutavit Johannem Rubeum qui eam desponsavit, dicens quod modo est minor annorum duodecim, et tunc erat minor dictorum annorum duodecim, quando fuit desponsata a dicto Johanne nec in virum ipsum nullo modo habere vult. Actum Bonifacio in domo ipsius plebani inter nonam et vesperas. M°CC°XXXVI, die XXIIII marcij, Indicione octava. Unde per predicta instrumenta est legitime probatum quod predicta Vivenderia filia Graciani tempore quo dicitur refutasse Johannem Rubeum virum suum habuisse duodecim annos et quatuor menses vel circa illud tempus, unde renuntiationem factam a dicta Vivenderia filia Graciani secundum quod continetur in instrumento facto per manum Thebaidi notarii supradicti, dictus predictus magister Aprilis nullo modo esse valituram, quare predictus magister Aprilis visis et auditis rationibus ab utroque productis, lite legitime contestata secundum quod postulat ordo iuris, et in decretalibus continetur, et iudex de qua re cognoverit de ea pronunciare debet, sentenciando dicit nullum fuisse matrimonium inter predictam Vivenderiam filiam Graciani, et Petrum Villanum cum legitima uxor sit Johannis Rubei, et mulier tam diu est alligata viro suo quam diu vir eius vixerit, quare predictus magister Aprilis pro predictis rationibus superius denotatis absolvit predictam Vivenderiam filiam Graciani a petitione predicti Petri Villani, super predicta causa de cetero silentium imponendo. Testes Tornellus Itigo Bonifacii castellanus, Daniel de Bisanne, Aldebrandus electus Aiacensis episcopus, frater Johannes Sancti Johannis Janue, Gonarius diaconus et clericus ecclesie Sancti Nicolai, presbiter Johannes ospitalis de Corbo, presbiter Ventura ecclesie Sancti Nicholai. — Actum in ecclesia Sancte Marie de Bonifacio, die X. novembris intrantis, die mercurii, inter nonam et vesperas. MnCC°XXXVIII, indicione XI. — 24 - C. 10. XLII. — Ansaldo Cortesio riceve in accomendazione da Iacopo de Margaiono lire 64 in due luoghi della nave Paradiso e in 250 mine di sale che vi è caricato. Porta a negoziare in Sicilia; pagherà al ritorno a Genova ed avrà il quarto del guadagno. Testi: Guglielmo delle Vigne, Iacopo di Bargagli. — Bonifacio, in casa di Graziano tabernario, 9 novembre, martedì, a vespro. XL1II. —Giovanni Castagna in accomendazione da Balduino di Rapallo riceve 1. 86 in tre luoghi della nave Paradiso e del sale che vi è caricato da portare in Sicilia. Condizioni, luogo e testi c. s. C. 10 v° XLIY. — Giovanni Castagna riceve da Iacopo Margaiono 1. 74 da portare in Sicilia, c. s. XLA . — Giacomo pastore (agnarius) fa testamento: vuole la sepoltura nella chiesa di S. Giacomo. Legati a chiese e luoghi pii. Indicazione di debiti e crediti. « Item debeo adhuc dare Guillelmo Cozanello pro quodam sciavo quem mihi vendidit sol. vigintiquinque et ipse debet inde mihi facere cartam. Item Oberto calafato pro dicto sciavo sol. decem ». Erede di tutti i suoi beni la creatura di cui la moglie è incinta, se vivrà; altrimenti la moglie stessa, Richelda. Testi Simone Spoerio, Alberto ferrario de Castellare, Anseimo fornaio, Pacio de Belmundo, Giacomino di Rivarolo. Bonifacio, in casa di Giovanni Stan-cone, ove abita il detto Giacomo; 9 novembre, martedì, circa vespro. XLYI. — Giovanni Romeo riceve da Ranfìcoto in accomendazione tanto per cui darà 1. 10 e sol. 7 ; deve portare a Tizano e S. Paolo. Testi Vivaldo di Vegia, Giacomo Grunio. Bonifacio, sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 10 novembre, mercoledì, tra. nona e vespro. XL\ II. — Giovanni Romeo riceve da Ingone Tornello figlio di Ottobono .Toi nello, tot de tuis rebus, per 1. 37 s. 17 e den. 17 da portare « deo prò pi ciò usque Tiçanumet Sanctum Paulum ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo ìeddeundo et stando ad apotecham ». Restituirà al ritorno in Bonifacio. Pesti : Guglielmo Clarella, Amico Clarella. Bonifacio, in casa di Giaziano tabernario, 10 novembre, mercoledì, fra nona e vespro. - 26 — XLVITI. — Giovanni di Siviglia e Pietro Fabbro ricevono da Giovanni Rapallino tanto per cui renderanno l. 7 genovesi entro il prossimo Natale. Testi: Guglielmo de Domicella, Benvenuto suo fratello e Giovanni cintraco. Bonifacio, in casa di Graziano tabernario, 10 novembre, mercoledì, circa vespro. XL1X. — Orenga moglie di Armano cuoiaio (pelliparii), ammalata, fa testamento. Vuole la sepoltura nella chiesa di S. Maria de lebetis «et si tempus non esset quod possem ibi deferri volo quod debeam sepeliri in quadam capsia quousque possem ibi esse delata sive portata ». Lascia 1. 6 per le spese del funerale, 10 alla stessa chiesa, 20 all’opera della chiesa di S. Nicola, 100 per messe alla chiesa di S. Maria e altre somme a chiese e luoghi pii, oltre a legati a nipoti e parenti. Alla figlia di Marco Scriba lib. quattro che il detto Marco doveva ad Armano suo marito. A ciascuna delle figlioccie soldi due. Legati di vesti e ornamenti, molti ai poveri per rimedio dell’anima. Esecutori testamentari Oglerio Capello giuniore, Marco Scriba e Gandolfo cuoiaio. Erede generale la figlia Ricafina. Dopo la sua morte le chiavi della cassa in cui sono le sue robe debbono esser date alla figlia a condizione che nessuno vi ponga le mani e gli esecutori aspettino il ritorno da Genova a Bonifacio di Gregorio, suo genero. Testi: Linario di Castronuovo, Gandolfo Mangiaferro, Oglerio Manicarne, Giovanni coltellinaio, Pietro coltellinaio. — In Bonifacio, nella casa del fu Armano, 12 novembre, venerdì di mattina avanti prima. a ii. L. — Nos Iohannes Stregia, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani damus tibi Vigoroxio de Pumblino plenam licentiam et fidanciam et tibi concedimus securitatem veniendi in Bonifacio et socii tui et marinarii in isto presenti viatico quod vis ad presens facere in Bonifacio sani et salvi et securi in personis et rebus eundo et reddeundo et stando in Bonifacio et etiam de Bonifacio ire possitis in Sardineam vel Corsicam causa honerandi tuum bucium quem tecum duxeris et deinde reddire Pumblinum sanuset salvus tu et socii tui et marinarii in rebus et personis sine aliquo impedimento vel molestia tibi facta a nobis vel hominibus Bonifacii quantum in isto presenti viatico. Ego Vigoroxius iuro corporaliter ad sancta dei evangelia bona fide et sine fraude et omni malicia remota salvare custodire manutenere et defendere homines omnes Bonifacii et res eorum in personis et rebus prò posse meo. Testes Marcus Scriba, Vivaldus de Vegia, Guilielmus de Domicella, Gra- — 26 - cianus tabernarius, Daniel de Bisanne. Actum Bonifacio sub lobia ante ecclesiam sancte Marie die X novembris intrantis die mercurii circa terciam, mense ut supra. LI. — Sofìa moglie di Pietro di Bobbio fa testamento. Sepoltura nella chiesa di San Giacomo; lascia lire 10 « prò anima mea ex quibus iudico, Meliorate pediseche mee solidos decem ». Eredi le figlie. Testi: Ansaldo tintore, Bernardo di Narbona, Guglielmo di Domicella, Guglielmo di Manuele, Marino del fu Marchiano, Bonifacio, nella predetta casa, 14 novembre, domenica. c. il v° LII. — Marino del fu Baldo calzolaio (calegarii), Giovanni fornarius iunior e Giacomo di Finale ricevono in accomendazione da Raimondo Peluco tanto per 1. 4 e sol. IL da portare usque Frixionum negociandi causa. Pagamento entro un mese. Testi: Ranfìcoto, Benvenuto de Domicella, Guglielmo di Narbona, — Bonifacio, davanti alla casa di Adalasia Gentina, 14 novembre, domenica, tra nona e vespro. LUI. — I predetti ricevono da Nicoloso di Giovanni Beccorosso tanto delle cose sue e del padre di lui per cui daranno 1. 12 e sol. 3, den. 8 da portare a Frisciano. Il resto come sopra. LIY. — Gli stessi da Guglielmo de Domicella ricevono 1. 3 eden.ll in accomendazione per Frisciano. Il resto come sopra. LY. — Guglielmo di Narbona riceve da Ranfìcoto tanto per 1. 12 da portare sino a Taraso. Renderà 1. 12 al ritorno in Bonifacio. « Hoc autem actum est inter eos quod si dictus Guilielmus veniat in Bonifacio cum porcis non teneatur ei de dicto debito nisi quando veniet cum dictis rebus, item dimitendo res predictas cum bona custodia». Testi: Raimondo Peluco, Raimondo salinerius. Ut supra. LVI. — Nicoloso Peluco figlio del fu Giovanni saonese riceve da Sofìa moglie di Pietro di Bobbio suo suocero come dote della moglie Benvenuta, figlia di lei, lire 50 di genovini. Come donazione per le nozze col nome di antefatto assegna a detta Benvenuta tanto dei suoi beni per 1. 50 da possedere e farne ciò che voglia secondo uso e costume di Genova. — 27 — Testi: Ranfìcoto, Guglielmo di Narbona, Pietro di Bobbio. In Bonifacio, in casa di Pietro e della moglie, 14 novembre, domenica, circa vespro. LVII. — Sufìa uxor qd. Lanfranci de Calignano et modo est Petri de Bobio tutrix testamentaria Benvenute et Orie filiarum suarum et dicti Lanfranchi quondam, nomine dictarum minorum vendit cedit et ad presens tradit iure proprietario in allodium dicto Petro de Bobio viro suo peciam unam terre vineate posite ubi dicitur in lungono que fuit quondam Enrici barberii: Cuius confines ab uno latere terra Iohannis Icure ab alio latere terra ospitalis sancti Iohannis Ianue, a tercia parte via publica et a quarta parte tenditur usque ad campum romanellum precio lib. sex Ian. Faciens hec omnia consilio Ugonis clerici et Rolandi de firma quos suos propinquos et vicinos appellat. Renuncians omni iuri quo super his se tueri possit. Quod precium dixit et confessa fuit dicta Sufia dedisse et solvisse in utilitate et profìcuo dictarum minorum silicet in maritando predictam Benvenutam et quod dictus Petrus dictam peciam terre in publica caliga incantavit. Testes: Iohannes Gallus et predicti Ugo et Rolandus consiliatores. Actum Bonifacii in domo predicti Petri et uxoris, die XII novembris intrantis die veneris circa nonam. M°CC0XXXVIII. Ind. XI. C. 12. LVIII. — Testamento di Anantesa moglie del fu Iacopo de Predi. Sepoltura in San Giacomo; lascia s. 20 per i funerali e alcuni legati a chiese. Alla figlia Acolina « prò falcidia sol. viginti tantum et in his volo quod sit tacita et contenta et quod amplius in bonis sive de bonis meis aliquid petere non possit. Item Agnesie filie mee pro falcidia sol. 20 tantum.... Item indico et dimito Tobie nepte mee filie Iohanne filie mee ad suum maritare domum meam in qua maneo et habito et si ipsa decedet sino legitimo herede ex se descendente succedat ei dicta Iohanna filia mea et alii filii sui. Ceterorum bonorum meorum omnium dictam Iohannam filiam meam in heredem instituo et ordino ». Testi Marco Scriba, Bernardo de Narbona, Domenico macellaio, Guglielmo fratello del pievano, Giovanni di Montazzio. In Bonifacio, nella predetta casa, 17 novembre, mercoledì, circa completorio. LIX. — Guglielmo di Narbona riceve da Aicardo di Moneglia in accomendazione tanto per 1. 11, sol. 7 den. 7 da portare a negoziare sino a Taraso. Restituirà al ritorno in Bonifacio. « Hoc etiam actum inter eos quod si dictus Guilielmus veniet cum porcis in Bonifacio quod non teneatur ei solvere predictam pecuniam nisi quando veniet cum omnibus rebus quas portat ». Testi Guglielmo Catalano, Ugo di Celanesi. — Bonifacio, in casa di detto Aicardo, 14 novembre, domenica, circa vespro. LX. — Guglielmo di Narbona da Aicardo di Moneglia riceve per 1. 7 e s. 12, den. 4 da portare a Taraso. — Condizioni testi e data come sopra. C. Ì2 v° LXI. — Iacopo de Vairexio (Varese), Guglielmo di Calignano e Guglielmo veneto (veneticus) ricevono in accomendazione da Ranfìcoto tanto pei' 1. 8 da portare Bechisanum a negoziare. Pagheranno al ritorno a Bonifacio. Testi Guglielmo capellario, Giovanni cintraco — Bonifacio, in casa di detto Iacopo; 14 novembre, domenica. LXII. — Marino del fu Baldo calegario, Giovanni Fornario iunior, Giacomo di Finale ricevono in accomendazione da Amico Clarella tanto per 1. 4 e s. 6 gen. da portare in Ampulia « usque Frixianum in barcha Iacobi de Finali et sociorum negociandi causa ad fortunam dei et rerum ipsarum. Quas 1. 4 sol. sex vel totidem pro ipsis eiusdem monete » renderà entro un mese « sana eunte et reddeunte dieta barcha cum maiore parte rerum ipsius ». Testi Marco Scriba, Guglielmo catalano. — Bonifacio, « in domo qd. Armani pelliparii quam habito ego Tealdus scriba die XIIII novembris intrantis die dominico circa vesperas ». Nota: Cassa voluntate partium. LXIII. — Ugo di Pontedecimo riceve a mutuo da Marino di Cozanel- lo 1. IO gen. per cui darà 1. 11 gen. «infra dies octo postquam barcha mei Ugonis et sociorum meorum que vocatur sancta Cecilia de viatico Platamonis quo modo ire debet in portum Bonifacii reddierit sana tamen eunte et reddeunte dicta barcha vel maiori parte rerum ipsius ». Testes Rolandinus de Firma, Mauritius quondam Baldi calegarii. In Bonifacio, ante domum Guillelmi Clarelle, die XIIII novembris, die dominico, inter vesperas et completorium. LXIV. — Giacomo de Madio, falegname, riceve a mutuo da Amico Clarella 1. 4 e sol. 6 gen. Renderà la stessa somma entro 8 giorni dall'arrivo a Bonifacio della nave S. Cecilia di Ugo di Pontedecimo. Testi Ugo di Pontedecimo, Marino del fu Baldo calzolaio. Data c. s. Nota. Cassa voluntate partium. — 29 — LXV. — Marino del fu Baldo calzolaio riceve a mutuo gratis et amore da Nicoloso Peluco 1. 7 e sol. 5 gen. da restituire entro i prossimi otto giorni. Testi Bongiovanni Respetto e Pietro di Bobbio. In Bonifacio, sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 15 novembre, lunedì, tra prima e terza. LXVI. — Lupo de Curio, Oberto de Fontanamarosa e Andrea Nasone ricevono da Aicardo di Moneglia tanto per 1. 14 sol. 18 gen. da portare a negoziare in Ampulia, con l'obbligo della restituzione entro un mese. Testi Rufino pellipario e Cavaneo. — Bonifacio, in casa di Aicardo, 16 novembre, martedì, fra terza e nona. LXVII. — Iacopo veneziano, Guglielmo Gallo e Oliviero Speculario ricevono in accomendazione da Nicoloso f. di Giovanni Beccorosso per 1. 26 da portare a Taraso e Propriano a negoziare. Restituiranno al ritorno in Bonifacio. Testi Giovanni f. del fu Balduino di Sigestro, Vassallo Cipolla, Oberto Arcatorio. — Bonifacio, in casa di Armano pellipario dove abita il notaio Tealdo; 15 novembre, lunedì, fra nona e vespro. C. 13. LXVIII. — Iacopo veneziano e Oliviero Speculario ricevono dal suddetto Nicoloso in accomendazione tanto per 1. 3572 da portare a negoziare « ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando ». Al ritorno in Bonifacio pagheranno 1. 35V2- Testi Giovanni f. fu Balduino di Sigestro, Vassallo Cipolla, Oberto Arcatorio. Actum ut supra. LXIX. — Iacopo veneziano, Guglielmo Gallo e Oliviero Speculario ricevono da Ingone f. di Ottobono Tornello tanto per 1. 38 sol. 4 den. 2 da portare a Taraso et Propriano. Pagheranno al ritorno. Iacopo e Oliviero si dichiarano responsabili in solido e Guglielmo « prò parte mea ». Testi Bongiovanni Respetto e Girardino figlio del notaio Tealdo. Actum ut supra. LXX. — Nicoloso Peluco riceve in accomendazione da Raimondo Peluco tanto per 1. 7. sol. 11. gen. da portare in Ampulia. Al ritorno in Bonifacio pagherà 1. 7 e sol. 11. Testi Marco Scriba, Iacopo Quirino, Emanuele greco. Actum ut supra. — 80 - LXXI. — Guglielmo Gallo deve a Nicoloso Peluco 1. 3 « que restant tibi habende ex illis lib. sex sol. decem quas tibi dare debebam pro precio cuiusdam tue barche quam mihi vendidisti ». Pagherà entro Natale. Testi Menino, Giovanni Rango cintraco. Actum ut supra, circa completorium. LXXII. — Nicoloso Peluco riceve in accomendazione da Nicoloso f. di Giovanni Beccorosso tanto per cui darà 1 9. e sol. 17, da portare a negoziare in Ampulia. Restituzione entro Natale. Testi Gandolfo Bocone e Oberto Arcatorio. Actum ut supra. LXXIII. — Lupo de Curia, Oberto de Fontanamarosa e Andrea Nasone ricevono in accomendazione da Pietro di Bobbio tanto per 1. 2 e sol. 17 gen. da portare in Ampulia. Restituzione al ritorno in Bonifacio. Testi Nicoloso Peluco, Giovanni Balbo. — Bonifacio, sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 16 novembre, fra terza e nona. LXXIY. — Iacopo veneziano per due parti e Guglielmo Gallo per la terza ricevono in accomendazione da Ingone f. di Ottobono Tornello tanto per 1. 4 sol. 4 da portare a Taraso e Propriano per cui pagheranno mandando « in primo ligno quem mitemus in Bonifacio ad tuum risicum et fortunam maris et gentium ». Testi Giovanni Balbo, Lorenzo di Alessandria. Actum ut supra. C. 13 v° LXXY. — Guglielmo Gallo e Giovanni Gallo ricevono da Ingone Tornel- lo tanto per 1. 10 sol. 6 den. 4 da portare in Taraso e Propriano a negoziare. Pagamento al ritorno in Bonifacio. Testi Nicoloso Peluco, Giacomo Veneziano. Actum ut supra. LXXYI. — Bongiovanni Clavonerio riceve da Giovanni tintore 1. 18 gen. per dote di Iacopa sua moglie figliastra di Giovanni e le assegna 1. 18 in controdote secondo la consuetudine di Genova. Testi Marino di Carignano, Vivaldo de Vegia, Guglielmo di Narbona. In Bonifacio, nella casa di Armano ove abita il notaio Tealdo, 17 novembre, mercoledì, fra terza e nona. LXXVII. — Lupo de Curia, Oberto di Fontanamarosa, Andrea Nasone ricevono in accomendazione da Guglielmo Ferrario calafato tanto — 31 - per 1. 7 sol. 2 den. 10 da portare in A.mpulia e da restituire entro un mese. Testi Marino del fu Baldo calegario, Giovanni Fornario iuniore. In Bonifacio, nella casa di Armano ove abita il notaio Tealdo, 18 novembre, giovedì, circa prima. LXXVIII. — Marino del fu Baldo calegario e Giovanni Fornario iuniore ricevono da Guglielmo Ferrario calafato tanto da portare a negoziare a Frisiano per cui daranno 1. 7, sol 2 e den. 10 entro un mese. Testi Lupo de Curia, Oberto de Fontanamarosa. Actum ut supra. LXXIX. — Guglielmo di Narbona riceve in accomendazione da Raimondo Peluco tanto per sol. 46 e den. 8 da portare a Taraso a negoziare. Pagamento al ritorno in Bonifacio. Testi Graziano tabernario, Giacomo Grizio. In Bonifacio, sotto la loggia davanti alla chiesa di S. Maria, 18 novembre, giovedì, fra prima e terza. LXXX. — Ego frater Johannes ospitalis sancti Johannis Janue sindicus dicti ospitalis in Corsica et Bonifacio ut dico nomine et vice dicti ospitalis, facio vobis Bartholomea (sic) de Montanea et Caracose iugalibus filie olim Johannis greci finem et refutacionem et omnimodam remissionem et pactum de non petendo et datum ad proprium de omni iure racione, et actione reali et personali utili vel directa quod vel quas dictus ospitalis habet seu visus est habere, et sibi competit in medietate unius domus pro indiviso posite in Bonifacio, quam Balduinus Niger curator quondam Johannis greci patris tui Caracose iudicavit et dimisit seu donavit pro anima ipsius Johannis greci dicto ospitali, ut apparet per instrumentum factum manu Thebaidi notarii, in MWXXXVIIL die secunda madii, jndicione Xa. Cui toti domui coheret ante et retro via. ab uno latere domus heredum Sardi de Baroaldo et ab alio domus Enrici de domocolta, promitens vobis iugalibus nomine dicti ospitalis predictam finem et refutacionem perpetuo ratam et firmam habere et contra non venire, et facere et curare sic, quod fratres et conventus dicti ospitalis et eorum sucessores in perpetuum predictam finem et refutacionem, ratam et firmam habebunt et contra non venient, et quod de cetero nullam magis facient vobis nec heredibus vestris nec alicui persone pro vobis requisicionem vel querimoniam seu actionem movebunt ipsi nec sucessores dicti ospitalis de predicta medietate domus vel eius occasione, aliquo iure vel modo, et quod predictam finem et refutacionem firmabunt et confirmabunt et ratificabunt in vestra voluntate: et cartam inde vobis facient finis et refutacionis in laude vestri sapientis infra mensem unum proximum inde requisisti fuerint a vobis vel vestro nuncio. Alioquin si aliquo predictorum contrafecero vel contrafactum fuerit penam librarum decem Janue, vobis stipulantibus spondeo, rato manente pacto, pro pena etc. quam finem et refutacionem vobis facio pro soldis quadraginta Janue quos proinde a vobis accepisse confiteor, et de quibus me bene quietum et solutum voco. Renuntians etc. Jnsuper ego Guilia Septemorgogii, de predictis omnibus constituo me propriam et principalem debitricem et pagatricem. et obseivatri-cem de predictis omnibus et singulis attendendis et observandis si fratres dicti ospitalis et eius conventus vel eorum sucessores non attenderent et observarent ut supradictum est. Alioquin penam dupli de quanto requisicio facta foret vel actio moveretur vobis stipulantibus spondeo, rato manente pacto, pro pena vero etc. faciens hec omnia consilio Guilielmi Dede et Bo-napartis de Portuvenere, quos mihi ad hoc eligo parentes et consiliatores, et renuntians iuri ypothecario et. Senatus consulto, legibus et omni iuri. Testes Johannes de Sibilia, Johannes Jevra, Johannes Rangus cintracus. — Actum Bonifacio in domo quondam Armani pelliparii qua ego Tealdus habito, die XVIII novembris, die iovis parum post terciam, M°CC°XXXVIII, indicione XIa. C. 14. LXXXI. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie Johannes Stregia, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani absolverunt et absolutum pronuntiarunt Ranficotum de Bonifacio ab heredibus quondam Canturii et de solidis centum Janue quos dictus Ranficotus eidem Canturio dare debebat, laudantes et pronunciantes quod de cetero dictus Ranficotus et heres suus de cetero non possint conveniri ulla demum inquetitu-dine molestari ab heredibus quondam dicti Canturii vel aliqua persona pio eis de dictis sol. centum vel eorum occasione. Ideo fecerunt quoniam cum dictus Canturius in Bonifacio ab intestato obiret invenerunt supradicti Castellani dictum Ranficotum dare et debere dicto Canturio sol. centum qui scripti erant in cartulario galiote supradicti Canturii et sociorum qui visa scripta dicti cartularii coegerunt ipsum Ranficotum dare et solvere predic-tos sol. centum. Unde facta solutione supradictorum sol. centum suplicavit idem Ranficotus supradictis castellanis ut de predictis sol. centum laudem absolutionis ei facerent ne de cetero possit conveniri ab heredibus dicti Canturii vel ab aliqua persona pro eo. Quare supradicti castellani ammissa iusta suplicatione ipsius Ranficoti volentes unicuique de sua iusticia providere laudaverunt et absolverunt ut supra. Testes Guilielmus Clarella, Bonusiohannes Respetus, Rubaldus Capellus. Actum die XVIIII novembris die veneris circa terciam. MCC°XXXVIII, Ind. XI. - 33 - LXXXII. — Bartolino f. di Armano Rumparato riceve in accomendazione da Ranfìcoto per 1. 3 sol 9 gen. da portare in Propriano. Pagamento al ritorno in Bonifacio. Testi Matteo di Sampierdarena e Facio del fu Ottone Bonmaestro Ugo corso taverniere, Actum ut supra. LXXXIII. — Ego Vasallus Cepulla confìteor me habuisse et recepisse a vobis Ingone Tornello et Otone de Murta Bonifacii castellanis lib. novem et sol. tredecim et den. septem de denariis quondam Canturii quos dictus Canturius refundere et solvere debebat in dispendiis et victualibus factis in marinariis galiote dictorum Canturii et Yasalli et sociorum prout continebatur in cartulario diete galiote. Renuncians etc. et promitens dictus Vasallus supradictis castellanis extrahere eos et liberare et indempnes et illesos servare ab omni dampno dispendio et interesse ad quod procurrerent vel possent pervenire aliqua occasione ab heredibus quondam dicti Canturii vel aliqua persona prò eis. Alioquin penam dupli etc. pro pena etc. Testes locus et omnia ut supra. C. 14 v° LXXXIV. — Ego Bonapars de Portuvenere vendo et trado tibi Va-sallo Cepulle decimam sextam partem unius galiote et sartiarum eius et corredi quam tecum habebam et Anseimo quondam et sociis que vocatur Sancta Fides finito precio librarum tredecim Ianue quos proinde a te accepisse confiteor et de quibus me bene quietum et solutum a te voco. Renuncians etc. quam decimam sextam partem dicte galiote et sartiarum eius et corredi promitto tibi de cetero non impedire nec subtrahere sed pocius ab omni persona et homine legitime defendere et expedire meis expensis remissa necessitate denunciandi promito. Alioquin penam dupli etc. rato etc. pro pena etc. possessionem vel quasi et dominium inde tibi tradidisse confiteor. Testes Guilielmus de Domicella, Raimundus filius Calvi de Levanto, Iohannes quondam Balduini de Sigestro. Actum Bonifacio in domo quondam Armani pelliparii qua ego Tealdus maneo, die XVIIII novembris. die veneris inter nonam et vesperas M°CC°XXXVIII. Ind. XI. LXXXV. — Ego Vasallus Cepulla confiteor me habuisse et recepisse a te Bonaparte de Portuvenere dante et solvente nomine Bargagini et pro ipso lib. tres Jan. quas eidem Guillelmo dare debebas. Renuncians etc. promittens tibi me facturum et curaturum sic quod dictus Guilielmus vel alius pro eo nullam de cetero faciat requisitionem vel querimoniam aver-3 — 34 - sus te vel heredes tuos vel aversus aliquam personam pro te de predictis lib. tribus vel earum occasione et te inde indempnem et illesum servare promito a dicto Gnillelmo et ab omni persona pro eo quantum de predictis lib. tribus. Alioquin penam dupli etc. et pro pena etc. Testes Vitalis barilari us, Ido Blancus de Pelio, Fulco de Pelio. Actum ut supra. LXXXVI. — Pietro di Pegli nomina Fulcone di Pegli procuratore a riscuotere soldi 46 genovesi che gli deve Streneta di Bonifacio « de frassatis decem quos ei vendidi ». Testi Vasallo Cipolla, Bonaparte di Portovenere, Ido Bianco di Pegli — C. s. LXXXVII. — Orenga vedova di Armano pellipario riceve da Oglerio Capello giuniore e da Marco Scriba e Gandolfo pellipario, che pagano anche per Vivaldo de Vegia e Bartolomeo di Alessandria « faconos duos cere que est cantaria sex et rotuli duodecim quas habebatis in custodia, cum aliis rebus que sunt in dicta apotecha [dei marito]. Faciens hec omnia consilio Va-salli Cepulle et Nichole magistri antelami quos meos propinquos et vicinos appello ». Testi Vassallo e Nicola sopradetti; Bonifacio, in casa del fu Armano, 18 novembre, venerdì; come sopra. LXXXVIII. — Testamento di Avenante moglie di Guido de Arena. La sepoltura in S Nicola. Lascia legati di vesti e altre piccole cose: erede il figlio Guglielmino. Testi: prete Ventura della chiesa di S. Nicola, Gonario diacono della stessa chiesa, Giovanni sartore, Lanfranco suo fratello e Rufino pellipario. Bonifacio, nella casa che fu di Petruccio Succhiapile dove abita detta Avenante; 20 novembre, sabato, tra nona e vespro. c. 15. LXXXIX. — Testamento di Margherita figlia del fu Alderando specchiaio e moglie del fu Lanfranco scudaio. Sepoltura presso il cimitelo della chiesa di S. Maria. Legati vari di vesti e di ornamenti. Usufruttuaria di tutti i suoi beni la madre Giovanna, erede il figlio Oglerio. Se questi morisse senza figli, sia erede la madre e, in caso di premorienza, i parenti più prossimi. La madre deve essere anche tutrice e curatrice dell’eredità. « Item volo et iubeo quod totum meum mobile vendatur in pubblica cale- — 35 - ga pro solvendo iudicatum meum in voluntate Caracose sororis mee. Item dimito dictam sororem meam ad custodiendum et tenendum domum meam quam habeo in Bonifacio quousque dum venerit mater mea in Bonifacio vel quod mitet ibi suum nuncium pro dicta domo ». Testi Marco Scriba, Giovanni veneziano calegario, Giovanni Cunracio veneziano calegario, Manuele Spanella. Bonifacio, nella casa di Vivaldo do Livellato e fratelli dove abita detta Margherita, 22 novembre, lunedì, fra terza e nona. XC. — Testamento di Bartolomeo Arduino. Sepoltura nella chiesa di S. Giacomo. Indica i debiti e i crediti e i generi che ha nella sua bottega: pelli, ceci, lana, cera, formaggio, pepe, ferro. Deve ancora avere 1. 100 per dote della moglie dal suocero Ambrogio Codadilupo, scriba. Erede il figlio Simonetto e, in caso di sua morte, il fratello Pietro che è anche il suo tutore ed esecutore testamentario. « Oglerius Capellus maior, Oglerius Capel-lus minor, Guilielmus Scornamontonus sint receptores et custodes omnium rerum mearum que apud Bonifacium sunt ». In Bonifacio, in casa di Oglerio Capello maggiore; 23 novembre, martedì, dopo terza « Feci unum Petro fratri dicti Bartholomei et aliud eius uxori. » c. 15 v° XCI. — Giacomo de Vairesio (Varese) fa testamento. La sepoltura nel cimitero di S. Maria. Lascia 40 soldi per la sepoltura e legati vari a chiese. Alla figlia Rosa « ad suum maritare medietatem domus mee qua maneo et ancillam meam que vocatur Preciosa » e l. 15 in denaro. Dichiara d’aver avuto dalla moglie Feliona a titolo dotale tra bestie ed altre cose lire 27 « quas volo ut habeat et sibi sint salve in bestiis omnibus quas habeo et si forte diete bestie tantum non valerent volo quod id quod deficeret ex dictis bestiis habeat in omnibus aliis bonis meis quibus maluerit. Item volo et statuo et ordino quod Oglerius Capellus iunior et Guilielmus de Domicella nomine dicte Rose filie mee primo extrahere debeant ex dictis bonis meis usque in predicta quantitate ». Indica i debiti e i crediti, tra l’altro deve lire 2‘/2 a un corso del quale ignora il nome. Alla moglie oltre quanto le spetta come sopra, lascia lire dieci. Di tutti gli altri beni eredi i figli Canavesio, Giustino e Diotisalvi e in caso di morte, ereditino i superstiti. Il maggiore, Canavesio, sia tutore degli altri. Testi Raimondo Peluco, Oglerio Capello maggiore, Streva Balduino di Quarto, Corrucario de Porto. In Bonifacio, in casa del detto Giacomo, 23 novembre, martedì, fra terza e nona. — 36 - C. 1 fi. XCII. — Giovanni, Aglio del fu Armano pellipario, ammalato, fa testamento. La sepoltura presso il cimitero della chiesa di S. Maria; e per essa la spesa di lire 20 a disposizione della moglie Liturgia, la quale dovrà pagare anche i legati alle chiese, per messe, per carità ecc. Dichiara d’aver avuto dalla moglie « iam sunt anni decem transacti » 1. 50 a titolo di dote, « inter domos servos et ancillas ». Deve a Meiorate de Sardinea parum unum de futellaribus et duos çocholos et den. duodecim. Item Çoncano Murcone sardo sol. quinque. Item Preciose comatri mee sol. treset vir eius habet unam meatn cunam. Item debeo dare Içocono Tediche servo uxoris mee den. undecim. Item Comite Guarre sol. tres ». Deve avere alcune somme per accomen-dazioni in corso, specialmente da sardi. L’usufrutto di tutti i beni alla moglie; eredi i figli Armanino, Marinetto, Tutodie, lardineta, Paganino; se uno muore, gli altri succedono nella sua quota. « Item confìteor quod habeo cum Iohanne Alexandracio marito Drudete pecoras septuagintaquatuor et agnellos in anno preterito natos quorum et quarum hahere debeo medietatem et ipse Iohannes aliam medietatem preter quod prius debeo habere partem pecore novem die primo maii proximi venturi et ego ei debeo dare prò pensione domus quam abito sol. decem ». Testi Giacomo Grunio, Guglielmo Dede, Guglielmo de Domicella, Giovanni de Valdetario, Guglielmo di Yentimiglia. Bonifacio, in casa del detto Giovanni; 23 novembre, martedì, fra nona e vespro. C. 16 v° XCIII. — Girardo Pilalbo di Sassari ha in accomendazione da Leonardo di Lucca tanto per lire 45 da portare in Ampulia e poi tornare a Genova e di qui a Bonifacio dove restituirà « sine quod aliquod proficuum habere debeam » Testi Opizo muratore, Vivaldo de Carlaxario. Bonifacio, in domo Vivaldi de Livellato et fratrum qua ego Tealdus scriba maneo. die XXIIII novembris die mercuri circa vesperas. XCIV. — Giacomo di Varese riceve da Feliona sua moglie lire 37 genovesi come dote e le dona come antefatto o donazione per nozze tanto dei propri beni « quod sit valens lib. decem ad habendum tenendum et quidquid volueris faciendum secundum morem et consuetudinem civitatis Ianue ». Testi Guglielmo de Domicella, Streva, Oglerio Capello iuniore, Comitario de Porta — Bonifacio, in casa del detto Giacomo, 24 novembre, mercoledì, circa completorium. — 37 — XCV. — Testamento di Lanframo di S. Brancaccio. Sepoltura in S. Iacopo e assegna per la sepoltura sol. 20. « Item constituo et dimito uxorem meam Richeldam donam et doininam omnium rerum mearum donec stare voluerit in domo mia cum filiis meis sine viro et si stare noluerit cum filiis ineis volo quod de domo mea extraat solummodo suas raciones. Item iudico Dulcoline, Allegrine, Auneline, Iohanine neptibus meis lib. octo Ian. silicet unicuique earum sol. quadraginta. Item iudico filie mee Iacobine ad suum maritare lib. centum. Ceterorum bonorum meorum onmium Rolandinum filium meum in heredem instituo et ordino » In caso di morte gli succederà il fratello Rolando. Esecutori testamentari Augusto di Parodi e sua moglie Giovanna, Bartolomeo de Fossato e Rolando suo fratello. Fa poi l’inventario delle cose e attrezzi ricuperati dal naufragio della sua nave S. Antonio « et confiteor quod dicte res omnes sunt in galea Idonis Blanci de Pelio, et sociorum que modo vadit in lanua, quarum medietas est in custodia Iacobini de Vignolo fratris qd. Baldiçoni, alia vero medietas est in custodia Ansaldi de Boldano et volo et iubeo quod dicte res omnes dentur et consignentur Stephano de Susilia, Leono de Fossato, Alberto de Boldano et Augusto de Palodi. Item confiteor quod Ido de Pelio et socii prestarunt mihi super predictis rebus et sartiis 1. vigintiduas cum proficuo et debent habere naulo de quolibet centenario sol. unum. Testes Nicholosus Coianus, Iacobinus Muxius, Blaxetus Rubeus de Messana, Vasallinus qd. Iohannis de Fugolungo, Yivaldus Carlaxarius. Actum Bonifacio in domo filiorum qd. Cardarine, die XXY novembris, die iovis, circa terciam. c. /?. XCYI. — Giovanni Romeo riceve da Ottone di Murta in accomendazione « tot de tuis rebus que ascendunt 1. 28 sol. 19 den. 8 » che porta a negoziare a Tiçano « ad fortunam dei et rerum ipsarum usque dum applicuerim in portu Tiçani et postea vero sunt ad fortunam dicti Iohannis ». Renderà la somma « vel totidem pro ipsis eiusdem monete » entro il 1° di febbraio. Testi Gaivario Stancone, Diotisalvi di Soziglia, scriba. Bonifacio, nella casa di Yivaldo de Livellato e fratelli ove abita il notaio Tealdo, 25 novembre, giovedì, fra terza e vespro. XCVII. — Luca di Ancona riceve a mutuo gratis da Giovanni de Bargono 1. 3 e sol. 2 che renderà entro Pasqua di Resurrezione. Testi Ingo Tornello f. di Ottobono Tornello, Guglielmo Clarella. Actum ut supra. — 38 — XCYIII. — Testamento di Bonvassallo di Camogli. Sepoltura nella Chiesa di S. Maria; lascia sol. 30 per la sepoltura, legati alle chiese di Bonifacio e alle chiese di S. Maria, S. Michele e S. Prospero di Camogli. Usu-fruttuaria la madre [il nome in bianco] eredi le sorelle Giovanna e Caracosa. « Si vero uxor mea esset gravida, volo quod illa creatura quam pepererit si vixerit habeat omnes res meas et illam in heredem instituo si vixerit. Item confiteor quod habeo in bucio Idonis Blanci de Pelio et Fulconis et sociorum minam unam frumenti, quartinos ordei tres, cantarum unum casei etc. ». Tutto ciò che si trova sulla nave sia portato alla madre. Dispone per alcuni legati e nomina Simone Spaerio e Vitale Barilario a provvedere per il funerale e a tutto ciò che ha in Bonifacio. Testi Enrico Sardena, Giovanni di Valdetaro, Ugo di Pontremoli, Giacomo di Carbonara, Comitario de Porta. — Bonifacio, nella casa ove abita Simone Spaerio, 25 novembre, giovedì, tra nona e vespro. C. 17 v° XCIX. — Ego Marinus Grecus promito tibi Iacobo Peluco nauliçare et mitere in sagitea mea que vocatur Leonata minas 200 frumenti usque in minis ducentis quinquaginta et cantaria vigintiquinque usque in triginta pellami nis, quas minas et cantaria promitto tibi habere honeratas in dicta sagitea infra dies duodecim postquam in portu Ampulie aplicueris cum dicta sagitea aplicueris (sic) meis expensis et dare et solvere tibi pro quolibet mina denarios sedecim et pro quolibet cantario sol. duos jan. pro naulo dicta-1 um minarum et cantariorum in tua voluntate et ordinamento. Alioquin penam lib. quinquaginta Ian. tibi stipulanti spondeo etc. Et ego Iacobus predictus ptomito tibi Marino portare in dicta sagitea mea predictas minas et cantaria usque in portum Ianue et pro supradicta quantitate nisi quantum iusto dei impedimento remanserit stare in portu Ampulie per dies duodecim pro hone-îando dictas minas et cantaria et salvare et custodire te et res tuas et illo-i um qui tecum erunt bona fide et sine fraude. Alioquin penam librarum quinquaginta januinorum tibi stipulanti spondeo. Rato manente pacto, pro pena etc. Insuper iuro etc. Testes Marcus Scriba, Bonusiohannes Respectus, Guilielmus Pelucus. Actum sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie die XXVII novembris die sabbati circa terciam M°CC°XXXVIII Ind. XI. C. In presencia testium infrascriptorum. Cum Iohannes Piapallinus co- i a m Castellanis Bonifacii veniret conquerendo se de Iohannino Gallo et petendo ab eo lib. decem jan. pro gravissimis ini uriis quas dicebat dictus Iohannes ipsum - 39 - Iohanninum sibi fecisse in persona, vocato dicto lohannino coram dictis castellanis dixit et protestatus est dictus Iohanninus quod castellani non poterant neque debebant eum compellare ad racionem faciendam coram eis alicui persone, ideo quia clericus erat ecclesie Sancte Amancie. Inde ostendebat publicum instrumentum factum manu Tealdi notarii. Unde dicti castellani viso dicto instrumento et cognita veritate ipsum Iohanninum esse clericum dicte ecclesie Sancte Amancie de dicta causa noluerunt se intromictere nec racionem facere ipsi Iohanni Rapallino de dicta iniuria. Testes Bonusiohannes Respectus, Marchus Scriba, Guilielmus Alsarda, Gai vanus Stanconus. Actum ut supra. CI. — Rodolfo Mangiavacca riceve in accomendazione e custodia da Graziano tabernario a nome di Balduino di Quarto e per conto di lui lire 12 sol. 17 e den. 4 che renderà in pepe o moneta al detto Balduino entro 8 giorni dall’arrivo a Genova. « Ita tamen quod predicti denarii sint et eant ad fortunam dei et ipsius Balduini maris et gentium ». Testi Carlo Bocacio, Lupo de Curia. In casa di Yivaldo di Livellato e fratelli ove abita Tealdo notaio, 27 novembre, sabato, circa completorio. CIL — Giovanni Romeo riceve da Giovanni Rapailino tanto per cui renderà entro un mese 1. 3 e sol. 12. Testi Tino di Sigestro, Giovanni Ravicia, Balduino Negro. In casa di Vivaldo di Livellato, 28 novembre, domenica, circa prima. CHI. — Girardo barbiere promette a Giacomo Gato 1. 53 in Genova entro maggio per cessione di credito da parte di Pietro Martino. Testi Gandolfo pellipario, Lupo de Curia, Guglielmo Scornamontoni. In casa di Nicola Beccorosso; 29 novembre, lunedì, circa prima. c. t8. CIV. — Testamento di lacoba moglie di Carlo Bocacio. Sepoltura nella chiesa di S. Maria; per sepoltura e messe 1. 100. Legati alla chiesa di S. Maria 1. 50 e altri di vesti e oggetti. Al marito, oltre quanto gli spetta di diritto, l. 50; eredi i figli Nicoloso, Margherita e Floreta. Testi Galvano Stancone, Guirardo di Cremona, Yivaldo de Vegiatumo di Sestri; Pasquale nipote di Benincasa. In casa del detto Carlo, 29 novembre, lunedì, fra nona e vespro. CV. — Testamento di Iacopo di Varese, macellaio. Sepoltura in S. Maria; spese per il funerale 1. 40. Modesti legati alle chiese. Indica crediti e debiti. È lo stesso del n. XGI con modifica di alcune disposizioni. - 40 — Ordina « quod Preciosa sciava mea prò mercede et remedio anime mee ab hodie in antea sit libera ab omni vinculo servitutis et ancillatus penitus sit libera et absoluta (sic) Item volo et iubeo quod testamentum quod olim fecerim et quod factum fuit et scriptum manu mei Tealdi notarii sit irritum et cassum et nullius momenti et pro infecto habeatur. Testi Corruncarius de Porto, Ido Blancus de Pelio, Ugo de Pontremolo, Vassallus de Sancto Donato, Iohannes de Tono. Actum in domo predicti Iaco-bi die penultima novembris die lune circa vesperas MCCXXXVIII Ind. XI. Feci unum Felione et aliud Canavesio. CVI. — Testamento di Landolfo de Gallo. Sepoltura in S. Nicola, spese sol. 20. « Volo et iubeo quod in die sepolture mee detur et distribuatur pauperibus quartucium unum de pane et duas bestias (sic) ». Lascia le bestie da custodire al fratello. Erede la moglie Vegia e le nipoti Ioaneta e Bruneta, per metà. Testi Rubaldo Capello, Guidario Serracinello di Bonifacio. In casa di Landolfo, 80 novembre, martedì, circa vespro. CVII. In presencia testium infrascriptorum, Oglerius Capellus iunior, Maicus bcriba, Gandulfus pelliparius, Bartholomeus de Alexandria, et Vivaldus de Vegia dederunt et consignaverunt Orengue uxori quondam Armani pelli-pai ii ìes infrascriptas que erant et invente fuerunt in apotechis dicti Armani quondam in die funeris sui secundum quod dictus Armanus in sua ultima voluntate statuit et ordinavit. In primis pecie quatuor de viride integre, Canne septem et unum brachium de viride, pecia una virmilii, pecie due gaboxii integi e, Canne undecim roselli, Canne quinque gabosii, coopertorii tincti decem, Cultra una bagadelli, verrubii fustaneorum duo, fardelli duo qui erant ligati silicet unus de corda de erba et alius corde de canabo, pecie viginti quinque canapacii que erant disolute, pecie quatuordecim fustaneorum, volia una fu-stanei, fardellum unum pannorum qui debebat ire in Corsica, Canne decem et biachia duo albinganensis, et in alia parte canna una et medium brachium eiusdem panni, et in alia parte canne undecim eiusdem panni, Canne tres foiexij nigri, faidellum unum parvum in quo erat rauba sardisca, coopertorium unum de volpe, volia una rupta fustane, Sacum unum bumbacii, torte lini quatuor. Jtem alium coopertorium de caxalibus vulpinarum, Jupa una ialna, et alia alba, tunica una de viride de femina, pannum unum purpu-ìeum, pecie canapacii subtiles triginta quatuor, pecie tres de cordellis, pecie due de puipuiis, pecie due et dimidia cendati vergati de Ispania, clamidem unam cendati, palmi quatuor de viride, palucellum unum bumbacilem grossum, scaparoni quinque canapacii, corrigia una alba munita argentei, pecie - 41 — sex canapacii grossi, pecie de vintenis quadragintaquatuor, palmi duo et dimidium biavi, instrumenta triginta quatuor que erant in quodam sospitale, ensegna una cruxiata, cartularius unus, et alius cartularius debitorum, canne viginti due de stamegna, pecia una integra fustanei puntremolensis, Canne tres de viride, Canne tres et brachia duo panni de grana, sachi duo cere, que erat cantaria tria, et rotuli duodecim, panem unum de cera que erat libre octuaginta sex, pelles duas cuniculorum, barilia una in qua erat panceria una cum manicis, et alia sine manicis, Sachum unum in quo erat corellum unum, Jtem barilia una in qua erat barberia una cum manberga. Jtem osbergum unum cum infula quod erat in quodam panerio. manica tria de osbergo. Corellum unum quod erat in quadam bute, Cane tres canapacij, tinelli duo pleni de frumento, Jtem butes septem plene frumenti, Calderie due rami et alie due rupteense due, clamidem unam de bruneta. securis una, et axonem unum, ligati casei corsisti viginti duo, rubi quinque piperis, pecie septuaginta quinque casei corsisti, selle due de equis, vegetes quatuor piene vini, sospitalia duo, capsia una, balestra una de cornu cum crocho, parium unum de bilanciis magnis et alium parvis, centure due argentei que erant in quadam capxeta, Jtem Centura una argentei, et miliarenses sexaginta quinque, Item oralem unum de septa, et Centura una sardisca munita argentei cum duobus pectoralibus, Jtem in alia parte instrumenta centum quinquaginta, annulum unum factum ad stellam, iupa una ialna, et unum pallacellum, cupa una argentei, uncie viginti sex sterllinorum et miliarensium, castarii duo cum romanis, ferramenta equorum, flascum unum de vino, margium unum, freni duo equorum, butem unam plenam ordei, cultra una viridis, et alia vermilia, rubi duo et libre octo stagni, libre tornesium decem, becune ducentum due, cervune quinquaginta due, capreine trescentum sexaginta quatuor, montonine ducentum octuaginta, corie asaccate sexaginta tres, agnelline quingentas decem et septem, cavreine quatuor centum triginta due, daineti triginta quatuor, cavreine viginti, vulpine tres, maratrine due. Jnsuper dieta Orenga in presencia supradictorum confessa fuit habuisse et recepisse a dictis personis res omnes superius nominatas secundum quod superius est designatum, et nomina. Renuntians exceptioni rerum non acceptarum, legis non condite et doli et condicioni sine causa, que promisit supradictis personis extraere eos et liberare et indempnes et illesos servare ab omni dampno dispendio et interesse ad quod pervenirent vel possent pervenire aliquo modo vel aliqua occasione, ab heredibus quondam dicti Armani vel ab aliqua alia persona, de predictis rebus superius nominatis vel earum occasione, sub pena dupli, et obligacione bonorum suorum, faciens hec omnia consilio Gandulfi Talia-ferri et Guilielmi Papalasanie, quos sibi ad hoc eligit parentes et consiliatores. Renuntians iuri ypothecario, senatus consulto, legibus, et omni iuri. — 42 - Testes Bartholinus Alias Armani rumpitoris, Benvenutus gener Cava-nei, predicti Gandulfus et Guilielmus. — Actum in domo quondam dicti Armani, die ultima novembris, die martis circa complectorium, M"CC°XXXVIII, indicione XI. C. 19. CVIII. — Valente draperio di Canneto riceve da Giovanni Quatuor-uxores de Sigestro 1. 8 delle 68 dategli in accomendazione secondo carta fatta per mano di Tealdo. « Quas libras octo confiteor expendisse et solvisse in infirmitate quam habeo silicet in medicis et medicinis et in aliis rebus mihi necessariis in dicta infirmitate mea ». Testi Ido Bianco de Pelio, Bonavita de Sigestro, Legnorio de Ro-cha. Nella casa di Beatrice Brunda; 2 dicembre, domenica, circa prima. CIX. — Marino de Rosa, Mercaante taliator e Ugo chierico ricevono da Raimondo Peluco 1. 84 «in meçaroliis vini clari octuaginta ed rationem sol. decem et den. decem prò meçarolia silicet ego Marinus meçarolias viginti ego marchaante meçarolias viginti octo et Ugo meçarolias trigintaduas. Ren. etc. Quas libras quadraginta tres Jan. vel totidem pro ipsis eiusdem monete salvis in terra cum medietate lucri quod deus nobis dedeiit tibi vel tuo certo nuncio per nos vel nostrum certum nuncium daie et solvere promitimus usque carnis privium ». Ciascuno responsabile pei la sua parte. Testes Vivaldus de Vegia, Guilielmus de Sancto petro arene, Orbogna. Actum in domo quam habitat dictus Marinus, die tercia decembris intrantis, die iovis inter terciam et vesperas. C. 19 v° CX. — Boninsegna de Sigestro f. qd. Bonsignore di Alexandria riceve a mutuo da Guglielmo f. qd. Malio Raxeto de Sigestro 1. 25 per cui darà 1. 27 entro 15 giorni « postquam bucius Mathei de Sancto Petro arene qui vocatur Sanctus Franciscus in portu Ianue vel ubi portum fecerit in marcha Ianue causa descarricandi aplicuerit, sanum tamen euntem dictum bucium cum maiori parte rerum ipsius ». Testes Iohannes Quatuoruxores, Bonavita de Sigestro. Actum in domo Vivaldi de Livellato et fratrum qua ego Tealdus scriba maneo, die secunda decembris intrantis die mercurii inter terciam et nonam. - 43 — CXI. — Giovanni Quatuoruxores, Bonavita de Sigestro e Iohanninus f. Rubli de Urtiga ricevono a mutuo da Guglielmo f. Malii Raxeti de Si-gestro 1. 7 per cui daranno 1. 7 entro 8 giorni dall’arrivo nel porto di Sestri della loro nave chiamata S. Nicola. Testi Graziano tabernario e Boninsegna de Sigestro. Actum ut supra. CXI1. — Ego magister Guilielmus medicus in aversa valetudine positus contemplacione ultime voluntatis mearum rerum talem facio disposi-cionem. Imprimis sepulturam meam eligo apud cemeterium ecclesie Sancte Marie. Item iudico pro sepultura mea in die funeris mei libras tres lan. in dispo-sicione Vivaldi de Vegia et Johannis cultellerii et petri de [lacero]. Item iudico operi ecclesie Sancte Marie sol. viginti. Item operi ecclesie Sancti Jacobi sol. decem. Item operi ecclesie Sancti Nicholai sol. decem. Item operi ecclesie Sancte Amancie sol. quinque. Item fratri Thome sol. quinque. Item fratri Ansaldo sol. quinque. Item ecclesie Sancte Marie de lebetis sol. quinque pro missis canendis. Item ecclesie Sancte Marie de buello pro missis canendis sol. quinque. Item plebano Sancte Marie pro missis canendis sol. decem. Item ecclesie Sancti Angeli pro missis canendis sol. quinque. Item ecclesie Sancti Stephani de buxirnariis pro missis canendis sol. quinque. Item Contesse pediseche mee sol. centum Jan. et omnia sua indumenta et guarnimenta de suo dorso et lectum suum guarnitum. Item Teolelle sol. viginti. Item iudico Guillelmo speciario de Sancto Georgio Janue sol. viginti. Item Benvenuto de scentado de Cinesta sol. viginti. Item Petro salinerio sol. viginti. Item Rai-mundo salinerio sol. decem. Item Guioto puero meo omnes libros meos. Item iudico dicte Contesse minam unam frumenti et medietatem vini quod habeo in domo qua maneo. Ceteras res omnes meas volo et iubeo quod distribuantur et dentur pro anima mea pauperibus, infirmis et piis et religiosis locis in disposicione predictorum Vivaldi et Johannis et Petri. Item constituo et dimitto predictos Vivaldum et Johannem et Petrum ad solvendum et dandum omnia legata mea que subter continentur et ad vendendum res meas omnes in calega. Item uxor Jacobi de Vairexio debet mihi solidos sedecim pro quibus habeo in pignore bocheranum unum et de quibus dimito ei pro anima mea sol. decem. Item iudico Johane uxori Enrici Archerii sol. quinque. Hec et mea ultima voluntas etc. Testes Porchetus macellator, Johannes barberius de Porta, Johannes ferrarius de Valdetario, Petrus villanus, Carellus Bocatius. Actum in domo quondam Armani pelliparii quam habitat dictus magister Guilielmus, die quarta decembris intrantis, die veneris inter nonam et vesperas MCCXXXVIII lnditione XI. — 44 C. 20. CXIII. — Raimundussalinerius riceve « nomine docium sive pro dotibus nurus mee Analene uxoris filii mei loffredi 1. 27 regaliorum Marsilie. Et quietum et solutum inde ab ea me voco. Ren. etc. Quas libras vigintiseptem regaliorum volo quod dicta Analena habeat et sint salve in omnibus bonis meis que habeo et deinceps aquisiero in districtu Bonifacii et eius territorio et ex eis faciat quidquid facere voluerit sine omni mea et heredum meorum omni-umque pro me contradictione .. Quas libras vigintiseptem regaliorum confiteor expendidisse et solvisse in utilitate et proficuo domus mee. Testes Guilielmus mussator, Iohannitius de Trapena, Guilielmus scorna-montonus, Guilielmus de domicella ». In casa di Yivaldo di Livellato e fratelli ove abita Tealdo notaio, 3 dicembre, sabato, circa terza. CXIV. — Vitalis barilarius e Simon Spaerius ricevono in custodia e accomendazione da Bonvassallino di Camulio 1 15 che renderanno entro quindici giorni in Bonifacio, a richiesta. Testi Giovanni Ranicia, Giovanni Ferrario. In casa di Simone Spaerio, 5 novembre, domenica, tra prima e terza. CXV. — Guglielmo Cozanello riceve da Iacopo Aquario 1. 6 per cui vende « Maimonem qui habet quodam signum nigrum subter oculum, sclavum meum». Tra le consuete formule divendita: «Premissa denunciandi necessitate promito preter a comune Ianue ». Testi Giovanni Stregia e Oto de Murta castellani di Bonifacio, Giovanni Marcio. Nella chiesa di S.ta Maria di Bonifacio, 5 dicembre, domenica, fra terza e nona. CXVI. — Ego Raimundus salinerius volens facere testamentum per nuncupationem timens iudicium dei res meas ita ordino et dispono ». Sepoltura presso la chiesa di S. Amancia « si in partibus illis obiero »; per la sepoltura sol. 100 genovesi, a disposizione del figlio Ioffredo. « Item iudico Petro filio meo solummodo per falcidia medietatem unius pecie terre posite in territorio Bonifacii ubi dicitur in padulo de oliveto, prò indivisa cum Calvo de Levanto et in ea volo quod sit tacitus et contentus et nihil aliud possit petere in bonis sive de bonis meis. Ceterorum bonorum meorum omnium Stephanum et Ioffredum dictum mihi heredes equaliter instituo et ordino». In caso di morte senza eredi dell’uno, succede l’altro; se di entrambi succede il figlio Pietro. « Insuper i uro corporaliter ad sancta dei evangelia hoc testamentum et ultimam voluntatem perpetuo ratam et firmam habere in perpetuum, quod — 45 - de cetero in aliquo tempore vite mee aliud testamentum non faciam nec fieri faciam et si forte inveniretur me contrafecisse non ei credatur quia inveniretur contrafactum et esse irritum et cassum et nullius momenti et valoris esse volo et iubeo. Testes Balaxius, Iohannes rangus cintracus, Bonensegna de Sigestro, Iohannes balbus, Pascalis de Albario. Actum ut supra. CXVII. — Ego Raimundus salinerius vendo tibi Balaxio filio Guillel-mi Malii grotam unam quam habere usus sum in ripa portus Bonifacii deversus campum romanellum que fuit magistri Alberti Fixia quondam et quam ab eo emi finito precio lib. quinque et dimidia Jan. quas proinde a te accepisse confiteor habere de quibus me bene quietum et solutum voco. Ren. etc. ad faciendum exinde quidquid volueris et si plus valet id tibi pure dono. Renuncians illi legi que dicit: Si venditor etc. Remissa necessitate denuntiandi promitto .... Possessionem et dominium inde tibi corporaliter tradidisse confiteor. Testes Nicholosus de Sancto Ambroxio Janue, Raimundus de Naulo, Guirardus filius mei Tealdi scribe. Actum ut supra. C. 20 v° CXVIII. — Ego Jacobus Pelucus confiteor me debere dare tibi Bonaparte de Portuvenere patrigno meo lib. tres Jan. que restant tibi habende de dotibus matris mee Viridis uxoris tue. Quas vel totidem pro ipsis eiusdem monete tibi vel tuo certo nuncio per ine vel meum certum nuncium in Bonifacio usque ad annum unum completum et antea si antea ibi venero dare et solvere promito. Non nocente tibi quod de predictis dotibus vocabis te quietum et solutum in carta docium quam hodie facere debes dicte matri mee et qua renuntiabis exceptioni non numerate et non accepte pecunie. Cum predicte lib. tres adhuc restent tibi ad solvendum de dictis dotibus. Alioquin penam dupli etc. rato etc. pro pena etc. Testes Raimundus Pelucus, Johannes Grunius, Rufinus pelliparius, Guilielmus de Calignano. Actum in domo Vivenderie quam habitat dictus Bonapars, die sexto Decembris intrantis, die lune, inter nonam et vesperas, MCCXXXVIII, ind. XI. CXIX. — Ego Bonapars de Portuvenere filius quondam Richelmi de Archola de Sarçano confiteor me habuisse et recepisse a te Viride uxore mea nomine docium tuarum sive pro dotibus tuis lib. quinquaginta Jan. denar. Et quietum et solutum inde me bene a te voco. Renuncians exceptioni — 46 - non numerate et non accepte pecunie sive non solutarum docium. Donacio-nem propter nuptias nomine antefacti facio tibi et dono tantum in bonis meis habitis et habendis quod bene sit valens lib. quinquaginta Jan. ad habendum et tenendum et quidquid volueris faciendum secundum morem et consuetudinem civitatis Janue. Et pro dote et antifacto et supradictis omnibus attendendis et observandis universa et omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Testes Raimundus Pelucus, Johannes Grunius, Rufinus pelliparius, Guilielmus de Calignano. Actum ut supra. (1). CXX. — Matteo di Sampierdarena riceve in accomendazione da Bon-vassallo Pegola 1. 40 delle quali 24 sono quelle di cui fu fatto istrumento da Tealdo notaio, 1. 16 « que scripte sunt in cartulario bucii mei Mathei et sociorum meorum ». Porta in Ampulia e Sardegna a negoziare, poi deve tornare a Genova e qui pagare capitale e lucro, avendo la quarta parte del guadagno. Bonvassallo annulla la carta precedente; Matteo dichiara che del-l’accomendazione di Bonvassallo e degli altri accomendatari sono caricate nel suo bucio 200 mine di frumento. Testi Caracoxia de Predi, Dorbino sellaio, in casa di Giovanna de Predi vedova di Ichino de Bargono; 10 dicembre, venerdì, fra nona e vespro. CXXI. — Johannes Stregia, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani viris prudentibus consulibus de Quenca et universis hominibus eiusdem loci salutem et omne bonum. Quoniam audivimus quod vos in districtu Bonifacii cum vestris bestiis sine voluntate nostra et mandato venire non vultis et sine nostra fiducia vobis data, Mandamus vobis quatenus cum fuerit de vestra voluntate securiter cum bestiis vestris in dicto districtu veniatis sani et salvi et securi in rebus et personis eundo redeundo et stando, solvendo et dando nobis erbaticum nostrum secundum quod consueti estis dare nostris predecessoribus. Scientes quod totum dampnum quod sub-stinueritis ab hominibus Bonifacii vel ab aliquo ipsorum in dicto districtu per totum tempus nostre castellarne illud totum integre de nostro proprio habere vobis restituemus et emendabimus et pro eo quod maiorem fiduciam pro predictis habeatis rogavimus Tealdum scribam Comunis Janue ut inde publicum faceret instrumentum quod mitimus. (1) I doc. CXVIII e CXIX sono stati pubblicati nell’Archivio Storico di Corsica, a. V, n. 1-4, Gennaio-Dicembre 1929 in appendice al l’articolo Un Bonaparte in Corsica nel secolo XIII. - 47 - Testes Oglerius Capellus iunior, Guilielmus de Sarda, Bonusiohannes Respectus. Actura in platea Bonifacii ante domum quondam Armani Peli i pari i, die VII decembris intrantis, die martis, circa terciam. MCCXXXVIII, Ind. XI. C. 21. CXXII. — Aldebrando eletto vescovo di Aiaccio riceve da Ottone di Murta castellano di Bonifacio tanto per cui renderà 1. 15 gen. entro il l.o di maggio. Marco Scriba si costituisce principale debitore e pagatore. Testi Guglielmo Puliardo, Nicola Cenoloto. In casa di Rubaldo Capello, dove abita detto Marco; 1 Dicembre, martedì, prima di completorio. OXXIII. — Guglielmo Venetico, ammalato, fa testamento. Sepoltura in S. Iacopo, per i funerali soldi 20. Ha avuto dalla moglie Alda de Guasco sol. 20 per dote e le ha assegnato altrettanto di controdote e vuole che possa averla. Deve a Carlo Bocacio s. 2 dr. 3; a Gherardo di Cremona s. 5 dr. 10. A Orenga moglie del fu Armano pellipario per l'anno di affitto della sua casa scaduto il primo maggio p. p. soldi 20; a Calvo di Levanto, che ha in pegno un anello d’oro, soldi nove e così ad altri. Deve ancora a Ranfìcoto s. 8 da accomendazione che gli fece con Jacopo di Varese e Guglielmo di Calignano. Jacobus Venetius rubens gli deve ancosa s. 40 residuo di s. 12 che gli doveva; altri crediti da altri. « Item iudico Barcolo sardo prò anima mea omnia ferramenta mea de mea apotecha solvendo ipse Johanni barberio sol. decem quos ei debeo prò pensione apoteche». Degli altri beni eredi Ottobono, Allegrancina e quella creatura di cui la moglie è gravida con la solita clausola di passaggio dall’uno all’altro in caso di morte. Testi Guglielmo Alsarda, Balasio, Giovanni barbiere de porta, Sifato pescatore, Guglielmo di Calignano. Bonifacio, nella casa dove abita detto Guglielmo, 10 dicembre, venerdì, circa completorio. CXXIV. — Ut decedentium teneantur ultime voluntates que per manum publici tabellionis sollemniter scripte non sunt, oportet ut testes qui présentes fuerint coram competente iudice vel potestate iurent ut ipsorum depositiones instrumenti publici tenore significentur ne ulla valeat inde in posterum contencio seu ambiguitas suboriri. Ideoque nos Johannes Stregia, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani de testamento seu ultima voluntate quondam Caracoxie de Predi cupiens (sic) ad postulationem Johannis de Bavali cognati sui infrascriptos testes iurare fecimus et eorum deposiciones hoc publico instrumento infirmari fecimus. Titulus super quos (sic) testes fuerunt producti talis est. Testes ad publicandam ultimam vo- - 48 — luntatem Caracoxie de Predi ex eo quod dictus Caracoxia in sua ultima voluntate quando obiit dixit et confessus fuit quod dictus Johannes cognatus suus mutuaverat sibi in Tunexi bisancios miliarensium sexaginta prò quibus debebat ei dare et solvere in Janua sol. quinque et den. tres prò quolibet bisancio. Item dixit et confessus est quod debebat Guillelmo corso cognato suo quos ei in Tunexi mutuaverat die XVIII decembris. Gracianus tabernarius vocatus de titulo iuravit et dixit ut in eo continetur. Interrogatus qualiter scit respondit quia interfui presens quando predicta dixit dictus Caracoxia et vidi et audivi et sane mentis erat et bone memorie et dicebat et respondebat ea que volebat ore suo. Interrogatus de loco dixit quod fuit in Bonifacio in domo Ansaldi de Fignago qua iacebat et in qua stabat Matteus de Sancto Petro Arene et que est continua cum domo qua ipsemet testis manet de mense isto decembri fuit die mercurii proxime preterito inter nonam et vesperas. Interrogatus quibus presentibus R- d.no Guillelmo de Nigro, Matheus de Sancto Petro Arcae, Iacobo de Barbarello, Fulcone Bianco de Clavari et pluribus aliis. Non dicit hoc hodio vel amore seu timore publico vel privato vel ad indicationem alterius, in anima sua iurat non in animam alterius. Non est instructus ad hoc testimonium reddendum, liber est et non servus. Eodem die Matheus de Sancto Petio de Arena vocatus de titulo iuravit et dixit idem per omnia ut dictus Gia-cianus, conditionem suam fecit bonam. Crescember de Fossato vocatus de titulo iuravit et dixit idem per omnia ut dictus Gracianus. Conditionem suam fecit bonam. Fulco Blancus de Clavari vocatus de titulo etc. Paganus de Enrigoco .... etc. Hec sunt testium deposiciones apud nos castellanos quas laudamus esse firmas stabiles et incorruptas apud omnes consulatus potestates et magistratus venturos in perpetuum, ac si contra eis iuravissent et potestati forent cum de ultimis voluntatibus defunctorum firmis habendis tenerentui sic in publico instrumento in quo fuerint quinque testes masculi vel quinque testium atestationes probate, duo etiam testes inter liberos utrius sexus. Testes Marchus Scriba, Bonusiohannes Respectus, Petrus Villanus de Sassari, Drudus de Rapallo. Actum in Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, die XXII decembris, die mercurii, inter nonam et vesperas. MCCXXXVIII. Ind. XI. C. 21 v° CXXV. — Vegius de Sancta Amancia riceve da Gandolfo pellipario tanto per cui darà 1. 4 entro maggio. Testi Simone di Sigestro, Oberto de Borello. In casa di Vivaldo di Livellato, ove abita Tealdo; 11 dicembre, sabato. — 49 — CXXVI. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie Johannes Stregia, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani condempnave-runt Galvanum Stanconem curatorem Bocheroni filii quondam Lamberti de Berniçono et per ipsum dictum Bocheronum Raimundo Pelucho in libris quatuor et dimidia Jan. nomine sortis laudantes quod predictus Raimundus habeat et percipiat et liceat capere et habere possit in bonis sive de bonis dicti Lamberti quondam ubicumque inventis (sic) fuerint usque in predictam quantitatem sine contradictione dicti Bocheroni et eius curatoris Galvani et omnium personarum pro eo. Quod ideo fecerunt cum iamdictus Raimundus deponeret querimoniam contra predictos heredes quondam dicti Lamberti in hunc modum. Raimundus Peluchus agit contra heredes quondam Lamberti de Berniçono et si nullus est contra curatorem bonorum que postulat ipsis bonis dare et contra omnes personas contradicere volentes et petit ab eis vel ab eo in dictis bonis nomine pene sive pro pena dupli libr. novem Jan. dictarum, hoc ideo quod dictus Lambertus confessus fuit se accepisse et habuisse a dicto Raimundo tot de suis rebus unde et pro quibus promisit ad certam formam et certam condicionem lib. quatuor et dimidiam Jan. dare et solvere ad certum terminum qui transactus est sub pena dupli et obligacione bonorum suorum et quia non observavit ut promisit et convenit et terminus transactus est *et pena commissa est et dictus Lambertus mortuus est, ideo agit et petit ut supra et omni iure vocato predicto Galvano curatore dicti Bocheroni porrecta sibi lamentatione et dato ei termino consulendi et respondendi. Confessus fuit in iure dictus Galvanus curator se nolle contradicere ipsi Raimundo predictas libras quatuor et dimidiam Jan. sortis nec pignus bandi dare nec in causa procedere. Unde supradicti castellani habita con-fessione dicti Galvani curatoris viso etiam instrumento debiti volentes unicuique de sua iusticia providere, condempnaverunt et laudaverunt ut supra. Testes Guilielmus Alsarda, Carolus Bocacius, Guilielmus de Calignano. Actum die XI decembris intrantis die sabbato circa terciam. MCCXXXVIII Ind. XI. C. 22. CXXVII. — Gregorio de Bargono riceve da Balasio liglio di Guglielmo Malio intero pagamento dell' accomendazione che Balasio e Guglielmo Peluco, Marco e Andrea Vassono ebbero dal fu Armano pellipario suo suocero, secondo si contiene in carta fatta per mano di Tealdo notaio. Testi Simone di Sigestro, Pasquale di Albaro, Durante di S. Donato; in casa di Yivaldo di Livellato e fratelli; 11 dicembre, sabato. 4 — 50 - CXXVIII. — Johannes de Bargono et eius uxor Blancaflos in presencia iussu et voluntate dicti Johannis viri sui quisque eorum in solidum vendunt cedunt et ad proprium tradunt iure proprietario in allodium Nichole de Bar-gono peciam unam terre positam in territorio Bonifacii ubi dicitur ad paleam supernam. Cui confinant superius terra Oglerii Maniantis, inferius terra Jacobi Frenerii quondam, ab uno latere et ab alio nemus sive boscum comunis Janue. Jtem omnes alias terras plenas vacuas domesticas et salvaticas que et quas fuerunt quondam Guielmeti sicut ipse Johannes emit a Durbecho de Sancto Romulo genero dicti Guielmeti ubicumque de eis sunt et possint inveniri precio lib. quatuor jan. Pro predicto precio quisque eorum in solidum vendunt ei predictas terras plenas et vacuas domesticas et salvaticas in integrum cum introitu et exitu suo et cum omnibus super positis et omni suo iure et commodo faciendo exinde quidquid voluerint de cetero iure proprietario et titulo emptionis sine omni sua et heredum suorum et omnium pro eis contradictione. Et quod plus dicte terre valerent scientes eos plus valere et id quod plus valerent pura donacione inter vivos ei donant nihil in eis retento. Renuntiantes illi legi que dicit: si deceptio fuit ultra dimidium iusti precii quod venditor possit agere ad suplementum iusti precii vel ad rei restitutionem. Quas terras promittunt ei de cetero non impedire nec subtrahere et pocius eas ab omni persona et loco defendere et expedire ei eiusque heredibus etxui dederit vel habere permiserit per se suosque heredes remissa necessitate denunciandi promittunt. Alioquin penam dupli etc. Rato etc. pro pena etc. quisque eorum in solidum. Ren. iuri solidi et epistule divi Adriani et novis constitutionibus de duobus reis et iuri ypothecario senatus consulto et omni iuri. Corporalem possessionem et dominium predictarum terrarum ei tradidisse confitentur. Jtem de precio se bene quietos et solutos ab eo se vocant. Ren. etc. Faciens hec omnia dicta Blancaflos consilio Vitalis barilarii et Vivaldi magistri quos sibi eligit parentes et consiliatores. Testes Balduinus niger et predicti Vitalis et Vivaldus. Actum Bonifacio in domo predictorum iugalium. die XII decembris intrantis die dominico, inter terciam et nonam MCCXXXVIII, ind. XI. CXXIX. — Nicola de Bargono promette di pagare entro la festa di S. Michele le quattro lire che deve per le terre vendutegli da Giovanni de Bargono e dalla moglie Biancofiore con atto odierno. « Non nocente tibi quod de dicto pretio vocasti te quietum et solutum in carta venditionis ». Testi e data come sopra, — 51 — CXXX. — Guiraldus Pitalbus di Sassari promette a Rainucio Ligastro di conservarlo immune da ogni gravame o danno che gli derivasse dall’essersi fatto mallevadore « occasione promissionis obligationis et fideiussionis quam prò me et mei occasione fecisti constituisti et obligasti apud consulem foritanorum Ianue et de qua obligatione fecit se principaliter et constituit apud dictum consulem pro me et mei occasione Nicholosus sartorius secundum quod patet per scripturam inde factam. Testes Petrus villanus et Rainerius guardator, Oglerius de S. Thoma. Actum in domo Yivaldi de Livellato et fratum qua ego Tealdus maneo »; 12 dicembre, domenica, prius completorium. C. 22 v° CXXXI. — Oglerius Papucius e Viridis iugales ricevono a mutuo gratis et amore da Oglerio Capello maggiore 1. 14 genovesi da restituire entro carnevale. Danno in pegno « domum unam quam habere usi sumus in Bonifacio quam emimus a Gandulfo pellipario de qua possessionem nomine pignoris tibi tradidisse confitemur quisque nostrum in solidum ». La donna agisce in presenza e col consenso del marito e per consiglio di Guglielmo Scornamontoni e di Ugone chierico che chiama parenti e vicini. Le quali 14 lire la stessa Verde dichiara che saranno spese in sua utilità cioè nella predetta casa. Gandolfo pellipario a sua volta dichiara di aver ricevuto da Oglerio a nome dei coniugi le 1. 14 che doveva avere per la casa loro venduta. Testi Arcocus de Campo e i predetti Guglielmo e Ugo. In casa di Vivaldo di Livellato ove abita Tealdo; 13 dicembre, lunedì, fra terza e nona. CXXXII. — Nos Guilelmus Ooçanellus et Dulcebonus confectori us confitemur habuisse et recepisse a te Gregorio de Bargono, dante et solvente nomine heredum quondam Armani pelliparii soceri tui lib. septem, sol. octo Jan. que sunt ex illis lib. quadraginta duabus que sancite fuerant per dominum Calcerarium iudicem de factu in Sardinea de rebus pisanorum et que fuerunt posite in balia Nicholosi Fornarii quondam castellani Bonifacii occasione illarum lib. quadraginta duarum que fuerunt mihi ipsi Dulcebono ablate in Sassari per homines Pisanos. Insuper promitimus tibi quod si aliquo tempore invenires tu vel dicti heredes nos dictas libras septem et sol. octo habuisse a dicto Armano vel ab alio pro eo quod eas tibi restituemus et persolvemus in tua voluntate et ordinamento et dictorum heredum. Sub pena dupli obbligacione bonorum meorum. Testes Anfusus, Guilielmus de Domicella, Guantinus Çancha. Actum in domo Vivaldi de Livellato et fratrum qua ego Tealdus maneo, die XIIII decembris, die martis, in ter nonam et vesperas, M. ut supra. CXXXIII. — Oglerius Papucius et Viridis iugales ricevono a mutuo da Amico Clarella, gratis, 1. 5 e s. 16 di cui daranno 1. 3 entro quindici giorni dalla prossima domenica e il resto entro carnevale. Verde col consiglio di Oberto balestriere e Bongiovanni ferraio che nomina parenti e vicini. Testi Lamberto de Minene e i predetti Oberto e Bongiovanni. In casa di Guglielmo Clarella ove abita detto Amico: 17 dicembre, venerdì, fra nona e vespro. [Nota: Cassa voluntate partium: die XII februarii]. CXXXIV. — Mercaante taliator fratello di Pietro di Bobbio riceve dalla moglie Benvenuta lire 40 come dote e altrettanto le assegna come controdote secondo la consuetudine di Genova. Testi Raimondo Peluco, Giovanni Romeo, Pietro di Bobbio. In Bonifacio, in casa di Raimondo Peluco ove abita Mercaante; 17 dicembre, venerdì, circa vespro. c. 23. CXXXV. — Guirardinus barberius promette a Mercaante taliator di pagare entro l’ottava di Pasqua di Resurrezione le lire 9 che restano della dote della moglie di lui, Benvenuta, non ostante che abbia dichiarato d'esser stato soddisfatto. Testi come sopra. CXXXVI. — Vivaldo di Livellato e Nicoloso suo fratello, anche a nome del fratello Iacopino, vendono a Guatino Cerpio Sardo una casa che hanno in Bonifacio « cum medietate murorum » per 1. 8 e soldi 15 gen. Confina con la casa di Guglielmo Galli da un lato e dall’altro con la vedova di Rubaldi-no molinario, dinanzi con la via pubblica e dietro con la casa di Guglielmo Galli. Testi Valens frater Calvi de Levanto, Guilielmus de Ventimilia, Lan-franchinus frater Ricuperi. Nella casa dei predetti fratelli ove dimora Tealdo; 18 dicembre, domenica, circa prima. CXXXVII. — Guatino vende la casa di cui al n. precedente, per la stessa somma di 1. 8 e soldi 15. Identiche le formule e le sottoscrizioni dei testimoni. — 53 — C. 23 v° GXXXVIIL — Simon Saonensis riceve da Gregorio de Bargono tanto per lire 8 che porta in Ampulia a negoziare « ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo et reddeundo et stando ». Testi Guglielmo Dede e Crescimbene di Fossato; luogo e data come sopra, circa terza. CXXXIX. — Lo stesso Simone riceve da Gregorio di Bargono « cupam unam argenti » stimata 1. 372. Restituzione entro gennaio. Testi e data come sopra. CXL. — Lo stesso Simone promette a Guglielmo Dede di dargli in Ampulia a sua volontà ed ordine «pignus lib. triginta quinque pro quodam debito 1. XXVII e sol. 10 quas tibi debeo secundum continetur in carta inde facta manu Tebaldi notarii » nel 1238, il 23 luglio, indiz. IO. « Et si dictum pignus tibi non dedero habeas licentiam et potestatem habendi et percipiendi bucium meum et sociorum et sarcias qui vocatur Benvenutus in quo habeo tres partes et naulum dicti bucii et inde facias quidquid facere volueris sine omni mea omniumque pro me contradictione ». Testi Crescimbene de Fossato, Guirardinus filius mei Tealdi notarii. Actum ut supra. CXLI. — Mabelina moglie di Benincasa promette a Gregorio genero del fu Armano pellipario entro l’ottava di Pasqua lire 25 genovesi « que restant tibi habende ex illis lib. quadragintaquinque Ian. quas eidem Armano dare debebam pro precio cuiusdam domus posite in Bonifacio quam mihi vendidit prout continetur in carta venditionis facta manu mei Thealdi notarii », non ostante che detto Armano si fosse dichiarato soddisfatto di tutto il prezzo. Yivaldo de Vegia e Ansaldo Fignano nominati dalla donna quali parenti e amici. Testi: Guglielmo Elia, Comitario de Porta. In casa di detta Mabelina, 20 dicembre," lunedì, fra nona e vespro. CXLII. — Gregorio di Bargono riceve da Vivaldo de Vegia 90 mine di frumento che il fu Armano pellipario suo suocero « in domo tua habebat et que sunt ille mine de quibus dictus Armanus confessus fuit in sua ultima voluntate habere in domo mea ». Testi Guglielmo Elia, Comitario de Porta, Ansaldo Fìgnago. Luogo e data come sopra. — 54 - C. 24. GXLIII. — Matteo di Sampierdarena riceve da Giovanni Stregia tanto per cui renderà 1. 12 ‘/2 entro gennaio. Testi Giovanni Fornarius maior, Bonsignore di Vingueglia, Iacopo Capa. Nel portico della casa del predetto Giovanni; 18 dicembre, sabato, fra nona e vespro. CXLIV. — Simone Saonense riceve da Matteo di Sampierdarena tanto per cui darà 1. 12. */, entro gennaio. Actum ut supra. CXLV. — Alberto Saljario di Sassari riceve da Altadonna moglie del fu Ugo di Promontorio l’intero pagamento di 1. 12 e sol. 17 '/2 genovesi che diede in custodia e accomendazione al predetto Ugo. Calvo di Levanto si costituisce garante e principale pagatore se il detto Alberto non dovesse mantenere. Testi Oglerius Capei lus iunior, Enricus francigena ferrarius — Bonifacio, in casa della detta Altadonna, 20 dicembre, lunedì, fra terza e nona. CXLYI. — Guido de Favali riceve da Gregorio de Bargono tanto per cui darà 1. 9 sol. 15 dr. 7 entro un mese. Testi Canavexius clericus, Capellarius. Nella casa di Yivaldo di Livellato e fratelli ove abita Tealdo; 21 dicembre, martedì, circa prima. CXLYII. — B irtolomeo di Alessandria e Richelda sua moglie ricevono da Gregorio di Bargono genero del qd. Armano pellipario padre di essa Richelda l’intero pagamento di 1. 60 che Armano nel suo testamento assegnò a Verdeta e Giovanneta loro figlie, e precisamente alla prima 50, alla seconda IO. Vivaldo de Vegia si costituisce garante. Testi Bernardo di Nerbona e Domizio Cozolario. Nella bottega dove abitano i detti coniugi, 21 dicembre, martedì, fra prima e terza. C. 24 v° CXLVIII. — Gregorio di Bargono promette di pagare ai suddetti coniugi entro gennaio le 1. 60 di cui all’atto precedente, quantunque essi si siano dichiarati soddisfatti, mentre restano a pagare interamente. Testi Marco Scriba e i sopraddetti. Luogo e giorno c. s. OXLIX. — Bartolomeo e Richelda (v. i due atti precedenti) tolgono da ogni responsabilità Yivaldo de Vegia per la sua garanzia. Testi Bernardo di Narbona e Domizio Cozolario. Luogo e giorno c. s. CL. — Sancitro de Cagna riceve da Gregorio di Bargono tanto per cui darà 1. 4 e s. 11 entro maggio. Testi Oglerio Capello, Borello. In casa di Vivaldo di Livellato e fratelli ove abita Tealdo; 22 dicembre, mercoledì, fra nona e vespro. CLI. — Bordino Grillo nomina Simone Pevere procuratore a chiedere, esigere, stare in giudizio relativamente a «omne ius quod habeo in carracha que est in portu Bonifacii in qua habeo unum quarterium et omnia debita que recipere debeo ab hominibus qui sunt in dieta carracha et specialiter totum id quod mihi debebant Obertus Pullitius et Guascus saonensis qui erant in dicta carracha». Testi Marco Scriba, Delfino e Ricobono fratelli di Soziglia. Nella casa di Vivaldo di Livellato, ‘24 dicembre, venerdì, circa prima. C. 25. OLII. — Berardo Mucussa carbonus nomina Gandolfo pellipario procuratore a ricevere tutto ciò che Enrico de Bargono gli deve « occasione raulie quam ei accomendavi retinendo sibi dictus Enricus lib. Il1/* gen. quas ei debeo, dando tibi licentiam implicandi denarios quos tibi dederit in canavaciis et mittere mihi Bonifacio in ligno quem volueris ad meam fortunam ». Testi Gracianus tabernarius, Marcus Scriba. Actum ut supra. CLIIL — Iacobus de Varexio intuitu Dei et divine pietatis et ad remedium anime mee manumito te Preciosam sclavam meam et omnifariam tibi largiens libertatem ab omni vinculo servitutis et ancillatus absolvo, fruas itaque de cetero puraque libertate honore et benefìcio floride civitatis Rome, emendo vendendo stipulando obligando permutando cambiando testamentum quoque faciendo ac cetera civilia negotia sine servitutis obstaculo faciendo. Testes Oglerius Capellus iunior, Guilielmus de Domicella, Comitatius de Porta, Ido Blancus de Pelio, Ugo de Pontremolo. Actum in domo dicti Iacobi die penultima novembris, die lune circa vesperas. M° ut supra. CLIY. — Gandolfo pellipario vende a suo nipote Guglielmo Ferrario cala-tato una casa che possiede in Bonifacio davanti al forno di Galvano Stancone circondata da tre parti dalla via sive carrnbio e dalla quarta dalla casa di Pietro di Bagno, per 1. 29 gen. Testi Crescembene de Fossato, Marco Scriba, Daniele di Bisagno, Bartolomeo de Sozanello. — Nella casa dove abita Tealdo notaio; 24 dicembre, venerdì, circa prima. r. .?,» v° CLV. — Guglielmo Ferrario promette di pagare a Gandolfo i cento soldi che gli restano a dare delle 29 lire, sebbene Gandolfo si sia dichiarato interamente soddisfatto. Testi, luogo e tempo come sopra. CLVT. — Gandolfo pellipario vende a Verde moglie di Oglerio Papucio una casa in Bonifacio, confinante da un lato con la casa degli eredi di Sardo de Pruno, dall’altro con quella di Mabelina moglie di Benincasa, e già (ìi Ai mano pellipario, davanti con la via e dietro con la casa di Naulasco de Silva e Giovanni Beccorosso, per lire 55. Testi Balduino di Delfino di Sestri, Vivaldo del fu Armano pellipario, Giovanni Montanario magister — Bonifacio, nella predetta casa, 25 dicembre, MWXXXVIIII Ind. XI. M°CC°XXXVIIII Ind. XI (1). CLVII. — Oglerio e Verde coniugi ricevono a mutuo gratis da Guglielmo de Domicella 1. 3 e sol. 16 i/ì che restituiranno entro maggio. Verde agisce in presenza e col consenso del marito e col consiglio di Ottobono Hi Livellato e Vegio de Magistro nominati parenti e vicini; « quos denarios confitemui dedisse et solvisse in domo quam ego Viridis emi a Gandulfo pellipario ». Testi Giovanni de Capo e i predetti Ottobono e Vegio. In casa di Vivaldo di Livellato e fratelli qua ego scriba maneo, 26 dicembre, domenica, fra terza e nona. MWXXXVIIII. Ind. XI. (1) Per evidente distrazione il notaio ha trascurato di mettere questa indicazione nuo\o anno prima del documento precedente, datato tuttavia esattamente come del 1239 « a nati vitate » secondo l’uso genovese. - 67 - C. 26. CLVIIL — Gonarius episcopus de Bossa riceve a mutuo gratis et amoie da Marino Cozanello lire 38 genovesi; renderà in Bonifacio lire 33 genovesi enti o 1 ottava di Pasqua di Resurrezione. Dà in pegno: « calicem unum aigenteum, pastoralem unum, amitram unam frexatam, planetam unam bandachini, dalmaticam unam purpuris, pluvialem unum xamiti inforatum cendati ialni, tunicellam unam purpuris, camixum unum, centum unum, stellam unam, manipulos duos, chotastres albas, camixiam unam et alias duas laboratas cum septa, cooperatoria duo paramenti. Testes Facius plebanus ecclesie Sancte Marie, Gonarius diaconus ecclesie Sancti Nicholai, Magister Obertus medicus de Puntremulo, Guantinus Massaro de Bossa, Iohannes Penna de Sassari. Actum Bonifacio in domo que fuit quondam Armani pelliparii que est ante portam castri, die XXVI decembris die dominico circa vesperas. MCCXXXVIIII. Ind. XI. CLIX. — Gonarius episcopus de Bossa deve a Bonvillano de Porto-venere, a suo fratello Bonsignore e a Diotiguardi e Saldevrando e Bonoan-diea liie 25 che restano ad avere delle 50 « quas vobis dare promisi et conveni pro domino Orlando de Campania legato domini Pape in Sardinea quando de Portuvenere in vestra galea in Sardineam silicet ad Lagustinam portastis ». Pagherà entro l’ottava di Pasqua. Testi, luogo, giorno ed ora come nell’atto precedente. CLX. — Nos Orenga et Richaflna mater et filia, volentes apprehendere administracionem bonorum que fuerunt quondam Armani pelliparii viri mei Orengue et patris mei Richafine cum beneficio inventarii, volentes eciam conservare constitutiones sacratissimi principis Iustiniani. vocatis creditoribus et legatariis, vel loco eorum presentibus testibus infrascriptis bone fame, et bone opinionis et idonee substancie presidencium, et in presencia publicarum personarum infrascriptarum, silicet Marchi et Thebaidi, venerabili signo crucis propriis manibus impresso antequam aliquid de ipsa hereditate attingamus vel administremus, inventarium seu repertorium dicte hereditatis faccio cupivimus. Inpi imis invenimus in dicta hereditate, pecias quatuor panni dc viiide integras, peciam unam panni vermilii, pecias duas integras panni de gaboxio, cannas septem et unum palmum panni de viride, cannas roselli undecim, cannas quinque gaboxii. coorpertorios tinctos decem, cultram unam bagadelli, verrubios duos fustaneorum, fardellos duos panni, pecias viginti quinque canapacii. pecias quatuordecim fustaneorum, volia una fustanei, far- — 5B - dellum unum raube sardisce, cannas decera, et brachios duos albinganensis, et in alia parte cannas decem albinganensis, et in alia parte cannam unam et medium brachium albinganensis, et in alia parte cannas undecim eiusdem panni, cannas tres frixium nigrorum. Item aliud fardellum paivum îaube sardisce, coopertorium unum de vulpe, voliam unam fustanei queestiupta, sacum unum bumbacii, tortas quatuor lini item alium coopertorium de vulpe de coxalibus, jupam unam ialuam, et aliam albam, tunicam unam de viiide de femina, pannum unum purpureum, pecias triginta quatuor canapacii subtilis, pecias tres de cordellis, pecias duas purpuris, pecias duas et dimidiam cendati, palmos quatuor de viride, palucellum unum bumbacilem glossimi, scaparronos quinque canapacii, corrigiam unam albam guarnitam ai-gentei, pecias sex canapacii grossi, pecias quadraginta quatuor de vintenis, palmos duos et dimidium biavi, instrumenta triginta quatuor que sunt in quodam sospitale, ensegnam unam cruciatam, cartularium unum, capitulum unum, cartularium unum debitorum, cannas viginti unam stamegne, peciam unam fustanei puntremolensis, cannas tres de viride, cannas tres et biachios duos panni de grana, sachos duos cere que erat cantaria tria et ìotuli duodecim. Item panem unum de cera quod erat libras octuaginta sex. Item pelles duas cuniculorum. Item barilem unam in qua erat panceria una cum manicis et alia sine manicis. Sachum unum in quo est corellum unum enei, barilem unam in qua est barberia una cum manberga, panerium unum in quo est osbergum unum cum infula ferrei, et cum tribus manbeigis, corellum unum, cannas tres canapacii, turellas duas plenas frumenti, vegetes septeni plenas frumenti, calderias duas rami, et alias duas fractas, spatas duas, clamidem unam de bruneta, securim unam, axonem unum, ligatos casei corsisci septuaginta quinque, rubos quinque piperis, sellas duas, butes quatuoi plenas vini, sospitales duos, capsiam unam, balestrami unam de cornu cum crocho, bilancias rami duas magnas, et alias parvas, capxetam unam in qua sunt centure due argentei, et aliam centuram argenti in quadam pecia ligata cum miliarensibus sexaginta quinque. Item oralem unum de septa, et unam centuram sardiscam argentei, et aliam certuram argenti cum duobus pettoralibus. Item in alia parte instrumenta centum quinquaginta, annulum factum ad stellam, jupam unam cendati ialvi cum palutello uno, cupam unam argentei, uncias viginti sex sterllinorum et miliarensium, cantarios duos cum duobus romanis, ferramentum de equibus, flascum unum de vino, margium unum, et duos frenos, vegetem unam ordei, cultram unam viridem et virmi* liam, rubos duos et libras octo stagni, libras decem tornensium, beccunas ducentum duas, cervanas quinquaginta duas, cavrunas trescsntum sexaginta quatuor, montoninas ducentum octuaginta, corie affactate sexaginta tres, dai-netas triginta quatuor, cavreinas viginti, vulpinas tres, marturinas duas. Item — 59 — archobancum anum, banchas duas, orchas duas, recentariurn unum, lebetem unum de crovo, et unum de lapide, pairolos duos, capsias tres, strapunctas duas, cosinos duos, sospitalem unum, mastram unam, cochlearios quinque argenti, cupam unam argenti, domum unam positam in Bonifacio pro indiviso cum Gregorio de Bargono, domos tres apud portam castri Bonifacii, et aliam domum que est ante domum Simonis de Bargono, et aliam domum que est ad turretam, ortum unum qui est loco ubi dicitur ad lungonum, asinos duos, equum unum, sellam unam, basti duo, ortum unum in capite Bonifacii, et aliam domum que est in castelleto, culcitram unam, trispeos et tabulas de lectulo, octenam unam in quadam galiota, et aliam octenam in galea Melani de Portuvenere et sociorum, grotam unam ad mare in ripa Bonifacii pro indiviso cum Gandulfo pellipario, in qua sunt mine salis ducente. Item invenimus quod dictus Armanus habebat in accomendacione a Petro de Veereto libras septuaginta. Item ab Ambroxio Bonaventura libras triginta quinque. Item ab Otone draperio libras sexaginta Janue. Item a Gu-lielmo de Sancto Syro draperio libras quadraginta septem. Item a Balduino de Celsa libras triginta sex. Item ab Enrico de Guiberto libras viginti, Item a Gulielmo de Sancto Syro capsiario libras triginta septem, Item a Johanne Pignatario libras centum triginta novem. Item a Gulielmo clerico libras ducentum viginti novem. Item a domina Sicha libras sex. Item ab Oglerio de Predi libras viginti quatuor, soldos duos, et denarios novem. Item a Bartho-lomeo Arduino libras decem. Item a Gandulfo pellipario libras quinquaginta. Item a Guirardo Archerio libras decem. Item ab Oberto Balbo libras viginti novem. Item a Montanario draperio libras triginta quinque et soldos quatuor. Item ab Altadona Pelucha libras quinquaginta. Item a Talia libras duodecim. Item a Gulielmo de Porta libras viginti. Item a Baldizone Japachacia libras quadraginta sex. Item a Gulielmo Rubeo libras quinquaginta. Item a Simone Morello libras decem novem. Item ab Oglerio draperio libras quadraginta unam. Item a Nichola Bechorubeo libras centum viginti duas. Item ab Arma-nino nepote ipsius Armani libras decem. Item a Gregorio de Bargono in societate libras quatuor centum. Item invenimus eius ultimam voluntatem in qua legaverat et distribuerat pro ut continetur in ultima voluntate scripta per manum mei Tealdi notarii. Testes Guirardus Barberius. Ranficotus, Calvus de Levanto, Vivaldus de Sparverio, Recuperus. Actum Bonifacio in domo que fuit dicti Àrmani quondam, die XXVIII decembris, die martis inter nonam et vesperas MWXXXVIIII, Indicione XI. - 60 — C. 27 r° CLXI. — Laurentinus filius quondam Guillelmi de Alexandria et Benvenuta iugales et Iohannes de Camulio f. qd. Marini de Camulio quisque nostrum in solidum ricevono in accomendazione da Raimondo Peluco lire *25 gen. « cum quibus salvis in terra luerari et negociari debemus in Bonifacio in officio nostro calegarie ab hodie usque ad annum unum proximum completum. In capite vero termini predicti libras vigintiquinque cmn tercia parte lucri seu proficui quem Deus nobis dederit in tua vel tui certi nuncii potestate ponere et consignare promitimus et duas partes lucri seu proficui in nobis retentas ». Benvenuta agisce in presenza e col consenso del marito e consiglio di Guglielmo de Corsaria e Gregorio de Bargono « quos meos propinquos et consiliatores ad hoc appello et confìteor me esse maiorem annorum XXV. Testes Obertus calegarius et dicti Guilielmus et Gregorius. Actum in domo dicti Laurentii et Iacobi Galli die XXVIII decembris die martis, parum post vesperas M.CCXXXVIIIL Ind. XI. CLXII. — Ego Thebaldus scriba filius Iohannis de Bergamo confìteor me Imbuisse et recepisse a Guillelmo de Corsaria tot de rebus Benvenute et Ingueti et Iohanne filiorum meorum que fuerunt quondam Contesse eorum matris que ascendunt libris decem jan. Ren. etc. Unde et pro quibus promito tibi recipienti nomine predictorum solvere et dare eis vel eorum nuncio per me vel meum nuncium libras decem jan. usque ad annos septem completos et antea si antea dicta Benvenuta vel Iohanna se maritaverit. Alioquin penam dupli etc. Rato etc. pro pena etc. Testes Guirardus barberius, Bonusiohannes Respetus, Dulcebonus affac-tatorius. Actum Bonifacio in domo Gandn 1 fi pelliparii die XXVI11 decembris die martis circa completorium M.CCXXXVUII Ind. XI. CLXIII. — Orenga moglie del fu Armano pellipario e Ricafìna sua figlia in presenza e coi consenso dei marito Gregorio de Bargono, eredi testamentarii del detto Armano, promettono a Vivaldo figlio di Armano lire 50 genovesi entro IO mesi. Le donne agiscono col consiglio di Oglerio Capello iuniore e di Marco Scriba che chiamano parenti e amici. Ricafìna si dichiara maggiore di anni dodici. La somma è residuo delle 100 lire lasciate a Vivaldi no da Armano, nel testamento. Testi Buscarinus Astexanus de curia, Iohannes Monleonus, Bartolomeus de Alexandria; nella casa del fu Armano, 28 dicembre, martedì, prima di completorio. — 61 - CLXIV. — Vivaldo Aglio del fu Armano promette a Orenga e Ricafìna eredi testamentarie, a Oglerio Capello, Marco Scriba, Vivaldo de Vegia e Bartolomeo di Alessandria che ricevono a nome di quelle, e a Gandolfo pellipario, che quando gli saranno pagate le cinquanta lire promesse con atto odierno « faciam vobis omnibus finem et refutacionem et omnimodam remissionem de predictis lib. centum et cartam inde vobis faciam in laude nostri sapientis si inde requisitus fuero a vobis vel vestro nuncio. Insuper promito vobis quod si advenerit quod deficeret vobis ad solvendum debitos et legata et creditores quondan dicti patris mei in bonis suis quod restituam et reddam vobis vel vestro nuncio de eo quod deficeret ad solvendum quantum mihi contingeret et pervenerit pro parte de predictis lib. centum per solidum et libram. Testi ecc. come sopra. C. 28. CLXV. — Orenga e Ricafìna predette ricevono da Gandolfo pellipario intero pagamento di lire 50 che Guido di Lucca gli diede in accomendazione a nome del fu Armano e che egli per loro ordine e volontà diede a Vivaldino figlio di Armano a complemento delle 100 lire lasciategli in eredità dal padre « Preter de proficuo seu lucro facto in predictis lib. quinquaginta de quo racionem adhuc nobis non fecisti licet de quibus nos quietas et solutas a te vocamus ». Ricafìna si dichiara superiore ai dodici anni. Assistenti, testi, luogo e giorno c. s.. CLXVI. - Gandolfo pellipario riceve in accomendazione da Vivaldino f. di Armano predetto lire 50 « quas confiteor esse in Ianua quas Deo propicio negociandi causa de Ianua in Bonifacium adducere debeo implicatas communiter cum mea implicata et inde Ianuam reddire: quartum lucri habere debeo ». Testi Recupero, Oglerio Capello iunior, Vivaldo de Vegia. Actum ut supra. CLXVII. Gandolfo pellipario rimette a Marco Scriba, Oglerio Capello giuniore la procura per quelle cose delle quali Armando pellipario lo aveva fatto esecutore insieme ai due suddetti e a Vivaldo de Vegio e Bartolomeo de Alessandria. Testi Gregorio de Bargono, Ottobono de Livellato. In casa di Vivaldo di Livellato ove abita Tealdo scriba, 29 dicembre, fra terza e nona. — 62 - CLXVIII. — Gregorio de Bargono riceve a nome degli accomendatori del fu Armano e per essi da Oglerio Capello giuniore, Marco Scriba, Gandolfo pellipario anche per gli altri, « beccunias octingentas affactatas et cantaria duodecim casei corsici quas confìteor misisse in galea Bonsegnoris de Portuvenere et sociorum et in galea Vivaldi et sociorum ». Testi Graziano tabernario, Ottobono di Livellato. Actum ut supra. CLXIX. — Thebaldus scriba riceve da Giovanni Stregia tanto per cui renderà lire 25 entro maggio. Testi Ingo Tornello giuniore. Giovanni Barberio de Porta. Bonifacio, in casa di Gandolfo pellipario, 29 dicembre, mercoledì, fra terza e nona. CLXX. — Guglielmo Elya riceve da Aicardo de Monelia I 15 sol. 12 dr. i da portare a negoziare usque Turrim et Canenam. Al ritorno in Bonifacio deve avere metà del guadagno. Testi Guglielmo di Milano, Simone Spaerio. Bonifacio, in casa di Aicardo, 29 dicembre, mercoledì, circa nona. C. 28 v° CLXXI. — Ego Petrus cultellerius promitto tibi Guillelmo ferrario de Valdetario tenere te in domo mea qua maneo ad laborandum de tuo officio seu ministerio et prestare tibi omnia illa ferramenta que utuntur in domo mea ad laborandum de meo ministerio seu officio et unde possis decentei laborare de tuo officio et que sunt necessaria tuo officio. Quam domum et ferramenta promito tibi non impedire nec subtrahere nec eciam aufene hinc usque ad annum unum proxime completum. Alioquin penam solidorum centum Januensium tibi stipulanti spondeo rato manente pacto, prò pena etc. Et ego Guilielmus promito tibi Petro predicto stare in dieta domo causa Iaborandi de meo officio usque ad dictum terminum et salvare et custodire omnes res tuas que sunt et erunt in dieta domo et ex eis non minuere nec eciam ullam fraudem committere et in capite dicti termini solvere tibi vel tuo certo nuncio per me vel meum nuncium prò pensione et locacione predicte domus et ferramentorum solidos trigintatres jan. Alioquin penam sol. centum jan. tibi stipulanti spondeo rato manente pacto prò pena etc. Insuper ego Armanus ferrarius de Valdetario de predictis omnibus et singulis constituo me proprium et principalem debitorem pagatorem et observatorem tibi Petro predicto si dictus Guilielmus non attenderet et observaret ut supra dictum est sub predicta pena sol. centum et oblig i.cione bonorum meorum. Ren. iuri de principali et omni iuri. Inde iusserunt fleri duo instrumenta unius tenoris. — 63 — Testes Marcus Scriba, Garibaldus, Johannes ferrarius de Valdetario, Placentinus ferrarius. A.ctum in domo Vivaldi de Livellato et fratrum qua maneo. Die XXVIII1 decembris die mercaris circa nonam. M° ut supra. [Lateralmente s. P. den. VI et G. alios VI] CLXXII. — Johannellus Rovinacius f. qd. Tucinelli de Istria vende ad Agnese moglie di Ferreto di Bonifacio, sorella di Avantesa moglie del qd. Guglielmo Mangialupi, la quarta parte indivisa di una casa che possiede in Bonifacio con Donadeo de Istria. Confina la casa da un lato con quella del qd. Iacopo di Varese, dall’altro con quella del qd. Guglielmo Mallone; dinanzi col muro del Comune e dietro con la via pubblica. Prezzo della quarta parte lire sette. Testi Antonio di S. Matteo, Iacopo Rosso veneziano, Benvenuto f. di Marino de Calignano. Fatto sotto la loggia della chiesa di S. Maria, il penultimo di dicembre, giovedì, fra terza e nona. c. 2!). CLXXIII. — Benvenuto f. di Marino di Calignano riceve in accomendazione da Amico Clarella tanto per 6 lire da portar a negoziare « ad fortunam Dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando». Al ritorno in Bonifacio darà 6 lire; avrà metà del guadagno. « Hoc sane intellecto quod non tenear dare de toto eo quod in his lucratus fuero a sol. tribus infra per libram sed a tribus sol. in subtus, usque in solidis tribus tenear dare medietatem lucri scilicet denarios decem et octo per libram et non plus ». Testi Tommaso di S. Matteo, Guglielmo di Calignano. Ut supra, fra nona e vespro. Cassato per volontà delle parti il 18 febbraio. CLXXIV. — Recupero riceve da Amico Clarella tanto per 1. 3*/2 da portare « Turrim et Platamonum ». Al ritorno in Bonifacio pagherà la somma e avrà metà del guadagno. Identiche condizioni dell’atto precedente. Testi Raimondo di Nauli, Valente f. di Calvo di Levanto, Griforio di Sarzana. Bonifacio, in casa di Vivaldo di Livellato, circa completorio, giovedì, 30 dicembre. Cassato per volontà delle parti il 2 giugno. CLXXV. — Nicolò Bursa riceve da Amico Clarella tanto per 1. 8l/2 da portare a Platamone. Condizioni, testi, luogo, tempo, come negli atti precedenti. Cassato il 12 maggio. — 64 - CLXXVI. — Testamento di Pietro di Bobbio. Indica la sepoltura nella chiesa di S. Iacopo; spesa per la sepoltura nel giorno del funerale soldi 40. « Item iudico fratri meo Mercanti sol. 60 jan. ultra id quod mihi debet quod totum ei iudico et dimito ». Legati diversi: alla figliastra Oria « pelles meas de scarlata»; al figliastro Guglielmino sol. 60 e i suoi indumenti « de biavo. Item Meiorate pediseche mee sol. viginti. Item cuidam alieque vocatur Meiorate sol. decem. Item iudico uxori mee Sufie ultra suas raciones omnia sua indumenta et guarnimenta de dorso et totum lectum suum guarnitura. Item Viridi que stat cum Iohanne Ferrino de Ianua sol. viginti. Item Marie amite uxoris mee sol. viginti. » Enumerazione di debiti e crediti di lieve entità. Di tutti gli altri beni eredi la moglie Sofia e i suoi tìgli, il fratello Mercante e Recupero; la prima per metà gli altri per l'altra metà. Testi Guglielmo de Domicella, Benvenuto e il fratello Guglielmo Elya, Giovanni Monleone, Ansaldo tintore. Bonifacio, in casa del detto Pietro, 21 dicembre, venerdì, circa prima. Cassato l’il febbraio. C. 29 v° CLXXVII. — Guiducius de Ulnmo e Petriçolus de Ulmeto ricevono da Gregorio de Bargono per 1. 12, s. 14 e dr. 10 da portare a negoziare sino a Ulmeto, durante il viaggio di mare a fortuna di Gregorio, in terra degli altri due. Al ritorno in Bonifacio restituiranno la somma entro mezza quaresima. Non si accenna al lucro. Testi Ugo chierico, Rainerio guardator; Bonifacio in casa di Vivaldo de Livellato; 31 Dicembre, venerdì, circa terza. CLXXVIII. — Iacopo Falcone magister antelami riceve da Plusbella sua suocera come dote di Carabella sua moglie lire 81 nelle quali è computata per lire 15 la casa in cui abita coi figli in Bonifacio. L’antefatto è nella casa che vale L 31. Confini della casa sono; la via pubblica sive carubium dinanzi, dietro la casa di Recupero, da un lato la casa di Lorenzo di Alessandria, dall’altro la casa che fu di Armano pellipario. Testi Oglerio Capello juniore, Marco Scriba, Nicola Cenolloto magistei antelami. Actum ut supra. CLXXIX. — Plusbella vedova di Landolfo di Monleone e itigli Lamberto e Faciolo anche a nome dei fratelli e nipoti dànno a Iacopo Falcone de Vercegio magistro antelami la metà della casa per 1. 15. Descrizione — 65 — come sopra. Agiscono col consiglio di Oglerio Capello iuniore e di Marco Scriba che chiamano parenti e vicini: Lamberto afferma di essere maggiore di 20 anni e Faciolo di 18. Gli consegnano corporaliter il possesso della casa. Testi come sopra. C. 30. CLXXX. — I sopra detti affermano di dovere a Iacopo Falcone ancora 1. 4 delle 31 della dote, quantunque egli si sia dichiarato soddisfatto. Testi ecc. come sopra. CLXXXI. — Guglielmo de Casubtana di Pegli f. del qd. Valente riceve da Fulcone di Pegli e Idone Bianco di Pegli a mutuo 1. 5 e soldi 10 gen. per cui renderà 1. 5 e s. 15 entro 15 giorni daH’arrivo a Genova della nave sua e dei predetti Fulcone e Idone, detta S. Francesco. Pegno la nave stessa. Testi Lanfranco di Pegli, Giovanni de Vulture (Voltri) e Oberto di Pegli. In casa di Giulia Septemorgogiis; 81 dicembre, circa vespro. CLXXXII. — Zilio di Pegli f. di Galvano di Pegli riceve da Fulcone di Pegli e Idone Bianco a mutuo 1. 3; darà 1. 3 e soldi 9 entro quindici giorni dall’arrivo della loro nave nel porto di Genova. Pegno quanto ha nella detta nave « et totum naulum mihi contingens ex dicto bucio ». Testi ecc. come sopra. CLXXXIII. — Guiduccio di Ulmeto riceve da Simone de Bargono tanto per 1. 19 che porterà a negoziare sino a Ulmeto, per mare a rischio di Simone così all’andata come al ritorno, in terra a rischio suo; e promette a Obertino scriba di restituire a Simone o a chi per lui entro carnevale. Testi Streva, Nicolò Peluco; in casa di Vivaldo di Livellato; 31 Dicembre, venerdì, circa vespro. CLXXXIV. — Giovanni Ravinello di Ulmeto riceve da Simone de Bargono 1. 10 s. 4 da portare a Ulmeto. Condizioni e formole dell’atto precedente. Restituzione a mezza quaresima. Testi e luogo come sopra. CLXXXV. — Guiduccio di Ulmeto riceve di Gerardo barbiere per 1. 17 s. 14 da portare, senza indicazioni di luogo, con le solite clausole degli atti precedenti: pagamento a mezza quaresima. Testi come sopra. 5 — 66 — C. SO v° CLXXXVI. — Giovanello Ravinello riceve da Gregorio de Bargono 1. 14 da portare ad Istria, con la solita clausola degli atti precedenti. Pagamento a mezza quaresima. Testi Gerardinus frater mei Tealdi scribe; Iohannutius de Levanto. In casa di Vivaldo di Livellato; due gennaio entrante, circa prima, 1239, indizione XI. CLXXXVII. — Guglielmo Puliardo e Fiordigrana coniugi, ciascuno in solido, vendono a Calvo di Levanto « peciam unam terre quam habere usi sunt in loco ubi dicitur ad paleam de pulverosa ad bocham de caneto ». Confini: terra di Berta vedova di Daniele Martelli, terra di Simone de Capite e via pubblica. Vendono anche « grotam unam quam habent et habere usi sunt ubi dicitur ad bocham de caneto », al prezzo di 1. 30. Fiordigrana agisce col volere del marito e consiglio di Marco Scriba e Bartolomeo de Corsanello Testi Facio f. di Oglerio calegario e Marco e Bartolomeo predetti. Nella casa ove abita Opizo muratore; 3 gennaio, lunedì, fra nona e vespro. CLXXXVIII. — Guglielmo di Pegli del fu Valente di Casubtana fa testamento. Sepoltura nel cimitero di S. Maria; per i funerali soldi 30. Lascia alla madre l’usufrutto vita durante, alla sorella Amendola soldi 40: eredi i fratelli. Nomina il cognato Zilio custode e governatore del bucio che si chiama S. Francesco e che possiede in comune con Idone di Pegli e soci e di tutte le sue cose in detta nave e in Bonifacio ed esecutore testamentario e lo incarica di condurre la nave a Genova, però senza suo danno e detrimento. Testi Giovanni Roldo, Nicolò da Pegli, Nicolò di S. Ambrogio, Nicolò f. di Ugone Laureili, Simone Barberio de ultramare. In casa di Giulia Sep-temorgogiis, 3 gennaio, lunedì, prima di completorio. CLXXXIX. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam S.te Marie. Iohannes Stregia, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani condempnaverunt Marchum Scribam curatorem bonorum quondam Magistri lanis taliatoris et per ipsum ipsa bona Raimundo Pelucho in lib. duodecim jan. nomine sortis. Laudantes quod dictus Raimundus habeat et licenter capere possit et habere in bonis et de bonis quondam dicti magistri lanis ubicumque inventi fuerint valens supra dictam quantitatem sine contradictione predicti Marchi curatoris omniumque personarum pro eo. Ideo fecerunt cum dictus Raimundus ageret - 67 - contra dictam Marchum curatorem bonorum quondam dicti Magistri lanis in hunc modum. Raimundus Pelucus agit contra heredes quondam Magistri lanis et si nullus esset heres contra curatorem bonorum et petit ab eis vel ab ipso curatore lib. vigintiquatuor jan. nomine pene sive pro pena dupli hoc ideo, quia dictus magister Ianes quondam confessus fuit habuisse et recepisse a dicto Raimundo tantum mantellarium quod ascendit lib. duodecim jan. den. quas dicto Raimundo dare et solvere promisit ad certum nuncium sub pena dupli et obbligatione bonorum suorum et quia dictus magister Ianes mortuus est nullo relicto sibi herede et non solvit ut promisit et convenit sed tempus solvendi transactum est et pena commissa est. Ideo agit et petit ut supra et omni iure vocato predicto Marcho curatore porrecta sibi lamentatione et dato ei termino consulendi et respondendi, confessus fuit in iure se nolle contradicere ipsi Raimundo quod de predictis lib. quindecim solutionem non habuit ab ipso Raimundo vel ab alio pro eo. Unde supradicti castellani habita confessione predicti Marchi curatoris, viso etiam instrumento debiti predicti facto de mano Thebaidi notarii prestito ab eo sacramento quod de predicto prestito solucionem non habuit ab ipso Magistro lane nec ab alio pro eo, volentes unicuique de sua iusticia providere condempnaverunt et laudaverunt ut supra. Testes Carolus Bocatius, Guilielmus Alfarda. Actum die quarta Ianuarii intrantis die martis circa terciam. M°CC°XXXYIIII. Ind. XI. C. 31. CXC. — Giovannino Rosso riceve in accomendazione da Guirardo barbiere 1. 91,16 che deve portar a negoziare a Taravo « ad fortunam Dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando »; restituirà a carnevale ed anche prima se avrà venduto le merci. Testi Valente fratello di Calvo di Levanto, Pietro di S.ta Maria di Castello. In Bonifacio, in casa di Vivaldo di Livellato dove abita Tealdo; 4 gennaio, martedì, circa completorio. CXCI. — Galvanus Stanconus tutor Bocherii filii et heredis quondam Lamberti de Bruçono volens apprehendere administrationem bonorum que fuerunt quondam dicti Lamberti et que sunt dicti Bocherii, Volens etiam conservare constituciones sacratissimi principis Iustiniani, vocatis creditoribus et legatariis vel loco eorum presentibus testibus infrascriptis bone fame et bone opinionis et idonee substancie precedenti venerabili signo crucis propriis inanibus impresso, Antequam aliquid de ipsa hereditate attingam vel administrem inventarium seu repertorium de rebus dicte hereditatis facere cupio. Inpritnis inveni in dicta hereditate corellum unum sine manicis, panceram — 68 - unam cum mediis manicis, mambergam unam, infulas ferro rigatas duas et guantos duos ferri, scutos quinque, tres elmos, capellinas duas, caretas duas, braceriam unam, spatas quinque, falçonum unum, carchasios duos, culcitras duas, strapuntas quatuor... [ Seguono altri indumenti e masserizie; l’inventario non è finito ]. Testes Raimundinus Pelucus, Oglerius Capellus maior, Oglerius Capel-lus iunior, Rubaldus Capellus, Iacobus Grumius, Gracianus tabernarius, An-saldus de Fignago, Daniel de Bisanne. Actum Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, die secundo Ianuarii intrantis, die dominico, inter terciam et nonam, MWXXXVIIII. Ind. XI. • C. 31 v° CXCII. — Lanfranco di Pegli riceve da Ido Bianco di Pegli e da I'olco di Pegli 1. 50 da portare in Sardegna. Restituirà in Bonifacio tenendo per sè il quarto del guadagno. Testi Mario Scriba, Zilio di Pegli. In casa di Vivaldo di Livellato, 5 gennaio, mercoledì. CXCIII. — Giovanni Rosso riceve in accomendazione da Gregoiio de Bargono tanto per 1. 5 e s. 17'/2 da portare a Taravo a negoziare. Pagamento a carnevale e anche prima se venderà prima. Luogo e testi c. s. CXCIY. — Lo stesso Giovanni riceve da Nicolò Baratorio tot de tuis rebus per 1. 22 e s. 10 da portare a negoziare a Ticarium. Testi Guglielmo di Domicella e Benvenuto, fratelli: Luogo c. s. O. 32. CXCV. — Bartolino f. di Armano « rumpitoris » riceve da Nicolò Baratorio tanto per 1. 6 e s. 4 da portare a Propiano « ad fortunam Dei et rerum ipsarum eundo et reddeundo et in terra sit ad fortunam mei Bartholini ». Al ritorno renderà 1. 6 e s. 4. Testi e luogo c. s. CXCVI. — Lo stesso dallo stesso 1. 4 e s. 12; pagherà entro un mese e prima se tornerà prima. C. s. CXCV1I. — Lo stesso da Guirardo barbiere tanto per 1. 6 s. 131/? da portare a Propiano; pagherà al ritorno. C, s. — 69 — CXCVIII. — Yivaldo de Spurverio riceve da Gregorio de Bargono l’intero pagamento di s. 40 che Armano pellipario, suocero di Gregorio, gli lasciò nel testamento. Testi ecc. c. s. CXCIX. — In presencia testium qui inferius leguntur Gregorius de Bargono dedit et representavit dominis Iohanni Stregie et Ingoni Tornello et Otoni de Murta castellanis Bonifacii ex parte Pauli de Sorexina Ianue potestatis litteras infrascriptas sigillo Comunis Ianue sigillatas, tenor quarum talis est. Paulus de Sorexina Ianue civitatis potestas viris prudentibus Bonifacii castellanis dilectis suis salutem et omne bonum. Ad audienciam nostram nuper venit Armanum pelliparium quondam de hac vita ad dominum migrasse: sic divine placuit voluntati. Verum quia eius accomandatarii scilicet Nichola Be-chusrubeus, Guilielmus clericus et frater et omnes alii accomandatarii constituerunt et fecerunt harum latorem Gregorium de Bargono eorum socium suum missum et procuratorem ad res ispas habendas et recuperandas, Mandamus vobis firmiter iniungendo sub omni debito iuramenti quatenus res eius quondam omnes quas ispe vel alius pro eo tenebat tempore mortis predicto Gregorio dare integre et consignare faciatis, de quanto sane habuit sive datum sibi fuit nulla de cetero acio movebitur nulla prorsus inde requisitio fiet. Testes Marcus Scriba, Guilielmus Albarda. Actum sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, die Y Jan. die mercurii circa terciam M“CC° ut supra. CC. — Giovanni Fornario dona a Naalino suo figlio metà di una terra che possiede « in districtu Bonifacii ubi dicitur ad paleam », confinante coi possessi di Lupa, Gastaldo e Oglerio callegario da un lato e dall'altro con la via pubblica. Testi Giovanni Stregia, Galvano Stancone, Yivaldo de Sparverio, Guglielmo de Domicella. In Bonifacio, nel portico della casa di Giovanni Stregia, 5 gennaio, mercoledì, circa vespro. C. 32 v° COI. — Bartolino f. Armani rumpitoris riceve da Aicardo di Monelia tanto per 1. 16 s. 12 da portare in Propiano ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando. Pagamento entro il 1° febbraio. Testi Daniele di Monleone, Lombardo di Monleone, Nicola di S. Ambrogio. In casa di Vivaldo di Livellato, 6 gennaio, Giovedì, circa prima. — ?0 - CCII. — Guglielmo Elia riceve da Simone de Bargono tanto per 1. 10 da portar a negoziare a Torre. Pagherà 1. 10 al ritorno in Bonifacio. Testi Guglielmo di Calignano e Guglielmo di Rapallo; luogo e giorno c. s. CCIII. — Dulcebonus confectorius riceve da Simone de Bargono tanto per 1. 8 s. 27o da portar a negoziare a Taravo; pagherà al ritorno in Bonifacio. Testi Simone Pevere, Canavesio. Luogo e giorno c. s. CCIY. — Simone savonese riceve a mutuo 1. 20 da Ingone Tornello. Restituirà a carnevale, dà in pegno « porcos sexaginta ex illis quos habeo in domo Gandulfì pelliparii ». Testi Oglerio Capello iunior, Raimondo Peluco, Matteo di S. Pier d’arena. Nella piazza di Bonifacio davanti alla chiesa di S.ta Maria, 7 gennaio, venerdì, circa terza. CCY. — Lo stesso Simone riceve a mutuo gratis da Ingone Tornello f. di Ottobono Tornello 1. 20; pagherà entro 20 giorni; in mancanza darà « cantarium unum carnium porcinorum ex illis que in Bonifacio habeo prò sol. quatuordecim de meliori quam in Bonifacio inveneris ». Testi Raimondo Peluco, Berardo Mutuffa, Bongiovanni Rispetto. Fatto c. s. CCYI — Comitano de Porta, Streva e Guglielmo di Calignano ricevono da Ottone di Murta tanto per 1. 14 da portare a Platamone a rischio delle cose stesse. Al ritorno pagheranno 1. 14. Testi Berardo Mutuffa, Giacomo Gallo. Avanti la casa di Vivaldo di Livellato; 6 Gennaio, giovedì, circa completorio. CCVII. — Marizio greco riceve da Guirardo Pilalbo da Sassari tanto per cui darà 1. 44 e una mina di frumento entro 15 giorni dacché la saettia di -Jacopo Peluco approderà a Genova. Testi Comita Montonus e Manuel Spanellus; in casa di Vivaldo di Livellato, 7 gennaio, venerdì, circa prima. CCVIII. — Comita Montonus da Ugo di Pontedecimo riceve 1. 38 di cui 33 in mine di frumento 81 e s. 100 sono in Sardegna. Con metà del lucro restituirà entro otto giorni « postquam de viatico Ianue quo modo iturus sum in portum Bonifacii aplicuero, sano tamen eunte et reddeunte in Bonifacio cum dictis rebus ». Testi Guglielmo di Domicella, Rolando de Forma. Luogo ecc. c. s. CC1X. — Ugolino Ceitono riceve da Guirardo barberio 1. 4 date per lui a Giovanni Gruinio essendosi costituito pagatoi'e e garante. Pagherà entro maggio. Testi An fuso, Bongiovanni Rispetto. Sotto la loggia avanti la chiesa di S. Maria, 9 gennaio, lunedì, circa terza. C. 33. OCX. — Si mone savonese promette a Guglielmo Dede entro febbraio in Ampulia mine 200 di frumento a misura di Bonifacio che gli deve secondo strumento fatto per mano di Tealdo, « si inde licentiam habere potero extrahendi de Ampulia vel si aliquis extraheret aliquod honus grani de Ampulia ». Se non potrà avere il permesso di esportare il grano darà soldi 5 per libra per quelle 1. 88 che gli diede per prezzo delle 200 mine e gli darà in Ampulia « bonum pignus de quo bene sis securus de solvendo tibi predictas lib. 88 » e il guadagno sarà di quei 5 soldi per lira, entro 15 giorni dall’arrivo della nave di Matteo di Sampierdarena e soci, detta San Francesco a Genova. E se non potrà dare il pegno in Ampulia lo darà in Bonifacio « veniente dicto pignore de Ampulia in Bonifacio ad fortunam tui Guillelmi ». Testi Guirardus barberius e Guilielmus de Domicella. A Bonifacio, nella chiesa di S. Maria, 9 gennaio, lunedì, circa vespro. CCXI. — Ego Petrus Iaparacius promito vobis d.no Otoni de Murta castellano Bonifacii recipienti vestro nomine et nomine Iohannis Stregie et Ingonis Tornelli sociorum vestrorum quod faciam et curabo sic quod Marti-nellus et Guinicellus de Barvaldacio et Landulfinus de Petralata et Ianellus Caçullus per totum istum mensem Ianuarii ipsi vel alius pro eis nullam offensionem facient vel dampnum facient vel fieri facient hominibus Bonifacii in rebus vel personis aliqua occasione vel iure. Alioquin penam lib. centum jan. ei stipulanti promito rato manente pacto, pro pena etc. Et ego dominus Oto castellanus nomine meo et sociorum meorum promito tibi predicto Petro Iaparacio me facturum et curaturum sic quod homines Bonifacii vel aliquis illorum non facient vel fleri facient supradictis hominibus ullam offensionem seu malum vel dampnum per totum istum mensem Ianuarii in rebus vel personis aliqua occasione vel iure. Alioquin penam lib. centum Ian. bibi stipulanti spondeo, rato manente pacto, pro pena etc. Testes Iohannes Grumius, Guilielmus de Domicella, Gracianus tabernarius, Rubaldus ferrarius. Actum Bonifacii sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie die X Ianuarii intrantis die lune prius vesperas M° ut supra. CCXII. — Pietro Iaparacio riceve da Gregorio di Bargono tanto per cui renderà 1. 10, entro maggio. Testi Canavesio chierico, Pietro de Serra. In casa di Yivaldo di Livellato dove abita Tealdo, 11 gennaio, martedì. C. 33 v° CCXItl. — Sentenza dei castellani che condannano Marco Scriba curatore dei beni del fu maestro Jane tagliatore e per lui i beni di questo, a pagare 1. 12 a Raimondo Peluco procuratore della figlia di lui Cara, moglie del fu maestro Simone e ora di Giovanni Grumio. Segue al solito la motivazione e l’esposizione del fatto dal quale deriva a Raimondo come procuratore di Cara il diritto a 1. 12 sui beni di maestro Jane. CCXIY. — Testamento di Giovanni Casarino. Sepoltura presso il cimitero della chiesa di S. Maria; per i funerali sol. 20. Legati alle chiese e ai poveri; l’esecutore testamentario, Crescembene de Fossato, per pagare questi legati venda i suoi indumenti. Descrive ciò che lascia, alcune armi e vesti e masserizie, che Crescembene deve portare « ad domum meam ad fortunam dei et rerum ipsarum ». Accenna a debiti, crediti e accomendazioni. Eredi la madre e il fratello. Testi Simone Pevere, Matteo di Sampierdarena, Jacopo Barbarello. Giovanni scudaio, Oberto toscano. Actum Bonifacii in domo quae fuit quondam Simonis magistri qua habitat Bonapars de Portuvenere, die XIIII Januarii intrantis, die veneris, circa primam. M° ut supra. C. 34. CCXV. — Lorenzo del fu Guglielmo di Alessandria e Giovanni di Camogli calzolaio ricevono in accomendazione da Raimondo Peluco 1. 7 dr. 20 gen. « in coriis pilosis triginta duabus ultra illam accomendationem quam post heri nobis fecisti de illis lib. 25 jan. de quibus factum fuit instrumentum per manum Tealdi ». Pagamento entro l’ottava di Pasqua; deve avere la metà del lucro. Testi Marco Scriba, Ugo chierico. In Bonifacio, in casa di Vivaldo de Livellato, 15 gennaio, sabato, fra nona e vespro. CCXVI. Blancardo di Blancardo riceve a mutuo da Crescembene de ì ossato 1. 5 sol. 16 da restituire entro 15 giorni daH’arrivo nel porto di Genova, « nisi iusto dei impedimento ». E Crescembene promette « quod — 73 — facta mihi solucione a te vel tuo nuncio de predicta pecunia reddam et dabo tibi ad incendendum aliam cartam bisanciorum miliarensium quod mutuo habuisti meo nomine ab Ansaldo Barbarello ut continetur in carta inde facta manu Mathei de Sassolio imperialis aule notario in M°CC°XXXYIII Ind. X, quinta die septembris ». Testi Raimondo Peluco, Jacopo Barbarello. In casa di Yivaldo di Livellato, 17 gennaio, martedì, fra nona e vespro. CCXVII. — Crescembene di Fossato riceve da Raimondo Peluco « tot de tuis rebus silicet picem et stupam et ferrum » per cui darà 1. 16 entro un mese. Pegno « specialiter vellas quinque que sunt in bucionavi meo et sociorum meorum. Quas res confìteor ego Crescembene expendidisse in calcando et preparando dictum bucium navem meum et sociorum meorum ». Testi Blancardo de Blancardo, Jacopo Barbarello. Actum ut supra. CCXVIII. — Simone Savonese riceve da Giovanni Rosso barbiere tanto per 1. 19 da portar a negoziare metà a Vignolo e metà a Talavo. Pagherà all’ottava di Pasqua. Dà in pegno la terza parte di tutta la carne che ha con Guirardo barberio e Guglielmo Peluco. Testi Otolino de Medico, Ansaldo tintore. In casa di Yivaldo di Livellato, 19 gennaio, mercoledì, fra terza e nona. Cassata il 22 aprile. C. 34 v° CCXIX. — Varrallo di S. Donato trumbator e Manuele Greco ricevono da Guirardo barberio tot. per 1. 131/2 da portare a Vignolo a negoziare: pagheranno al ritorno, responsabili in solido. Testi Bongiovanni Rispetto, Comitano de Porta. Bonifacio, avanti la chiesa di S. Maria, 19 gennaio, mercoledì, fra nona e vespro. CCXX. — Gli stessi ricevono da Ottone di Murta tot sive verrubium unum fustaneorum alborum per 1. 14, da portare come sopra. 11 resto come neH’atto precedente; e sono cassati tutti e due il 7 luglio. CCXXI. — Vassallo di S. Donato e Roglerio trumbator e Manuele Greco ricevono da Aicardo di Moneglia tanto per 1. 8 da portare a Vignolo (sempre come negli atti precedenti, « ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando »). Al ritorno in Bonifacio pagheranno 1. 8 e s. 5. Testi Giovanni Rapallino, Comitano de Porta. C. s. — n — CCXXII. — I tre precedenti ricevono da Giovanni Rapailino 1. 3 e sol. 4 72. Tutto il resto come sopra. CCXXIIL — Vassallo e Roglerio ricevono da Simone de Bargono tanto per 1. 3 sol. 16 den. 9 da portare a Vignolo. Il resto come sopra. Testi Guglielmo Alfarda, Ranfìcoto. C. s. CCXXIV. — Comitano de Porta e Streva ricevono de Nicoloso Peluco 1. 17 « quas insimul tecum deo dante negociandi causa usque Platamonum portare debemus ad fortunam dei et dictorum denariorum eundo ». Il pagamento « infra dies octo postquam de dicto viatico Plàtamonis quo modo tecum ituri sumus in portum Bonifacii aplicuerimus cum barcha gaitanesca tui Nicolosi que vocatur Benvenuta, sana tamen eunte et reddeunte dieta barcha vel maiori parte rerum ipsius ». Testi Gregorio de Bargono, Oglerio Falcone. Bonifacio, in casa di Vivaldo di Livellato, 20 gennaio, giovedì, circa prima. CCXXV. — Guglielmo di Domicella, Benvenuto suo fratello e Oglerio Falcone ricevono da Gregorio de Bargono tanto per 1. 44 sol. 17 che devono portare, alle solite condizioni, a negoziare in Aiaccio. Al ritorno in Bonifacio pagheranno 1. 44 sol. 17. Testi Ingone Tornello f. di Ottobono Tornello e Anfuso. C. s. CCXXVI. — Gli stessi ricevono da Ingone Tornello f. di Ottobono Tornello tanto per 1. 4 s. 5, da portare in Aiaccio: il resto come sopì a. Testi Anfuso e Graziano tabernario. Luogo e giorno c. s. CCXXVII. — Benvenuto di Durante e Oglerio Falcone ricevono da Guglielmo de Domicella tanto per 1. 15 da portare « insimul tecum » in Aiaccio. Il resto come sopra. CCXXVIII. — Guglielmo di Domicella, suo fratello Benvenuto e Oglerio Falcone ricevono da Ottone di Murta tanto per 1. 28 sol. 10 da portare ad Aiaccio, con le solite condizioni. Testi Nicholosus baraterius, Iohaninus Borellus. Bonifacio, nella casa che fu di Martino de Canturio, 20 gennaio, giovedì, circa prima. CCXXIX. — Gli stessi da Simone de Bargono ricevono tanto per 1. 20 s. 8 da portare ad Aiaccio. Tutto il reslo come sopra. — Ih - c. 35 v° CCXXX. — Orenga vedova di Armano pellipario si dichiara pienamente soddisfatta da Gregorio de Bargono suo genero di quanto doveva avere per dote ed estradote secondo due atti, l’uno di Simone Donato del 81 agosto 1225 per la dote, l’altro di Pasquale di S. Pietro per l’estradote del 6 maggio 1232, e di tutto quanto riguarda l’eredità del marito. Agisce col consiglio di Vivaldo di Sparverio e di Marco Scriba « quos meos propinquos et consiliatores ad hoc eligo et appello. Quam finem et refutacionem et dacionem et cessionem tibi facio pro libris centum octuaginta quinque lan. quas proinde a te accepisse confiteor de quibus me bene quietam et solutam a te voco ». Testi Lorenzo di Alessandria, Guglielmo Catalano, Guglielmo figlio di Lombardo. In Bonifacio, in casa di Recupero, 11 gennaio, martedì, circa nona, 1239, ind. XI. CCXXXI. — Gregorio de Bargono promette a Orenga sua suocera di pagarle 1. 185, cioè 85 entro gennaio e 100 entro Pasqua di resurrezione secondo l’atto oggi stipulato « occasione et nomine tuarum docium extradocium et de tota hereditate et successione que tibi perveniebat et pervenire debebat de bonis dicti Armani quondam ». E ciò non ostante la sua dichiarazione d’essere stata soddisfatta. Testi e luogo come sopra. C. 30. CCXXXII. — Gregorio de Bargono promette a sua suocera Orenga di renderla libera e immune da ogni obbligo dispendio danno ecc. che le potesse derivare dalla sua qualità di erede, per metà, del marito Armano e specialmente rispetto al figlio di Armano, Vivaldo, per Pistrumento di lire 100 con lui redatto; e la libera egualmente da ogni obbligo verso legatarii e creditori. Della metà dell’eredità è stata soddisfatta con atto odierno redatto dal notaio Tealdo. Testi, luogo e giorno come sopra. CCXXXIII. — Vassallo di S. Donato, Manuele greco e Roglerio trumbator ricevono da Ingone Tornello f. di Ottobono tanto per 1. 10. sol V2l/2 da portare a negoziare a Vignolo. Pagheranno al ritorno in Bonifacio. Testi Ottone di Murta castellano, Marino de Cozanello. Bonifacio, sotto la loggia dinanzi alla chiesa di S. Maria; 20 gennaio, giovedì, fra terza e nona. CCXXXIV. — Marino de Cozanello ed Elena sua moglie ricevono a mutuo da Amico Clarella 1. 6 sol. 9 da restituire « infra dies octo postquam ego Marinus de viatico Turris seu Pìatamonis quo modo iturus sum cum bucio meo qui vocatur Sanctus Franciscus in portu Bonifacii aplicuerim, sano tamen eunte et redeunte dicto bucio vel maiori parte rerum ipsius ». La donna agisce col conseno del marito e col consiglio di Guglielmo Malio e Guglielmo di Finale, e dichiara che il danaro è stato speso in suo utile e vantaggio. Testi i predetti; in Bonifacio, nel portico della casa ove abitano i due coniugi; 21 gennaio, venerdì fra terza e nona. CCXXXV. — Comitano de Porta riceve da Marino de Cozanello tanto per 1. 9 che pagherà entro maggio. lesti Simone de Bargono, Nicolò Peluco. Sotto la loggia della chiesa di S. Maria; 22 gennaio, Sabato, circa terza. c. 3d v° CCXXXYI. — Guglielmo Bocherio di Marsiglia riceve da Guglielmo da Varagine 1. 3 e s. 9 gen. per cui renderà 1. 3 e s. 9 regaliorum Marsilie entro 8 giorni dall’arrivo nel porto di Marsiglia della nave di Alberto de Incusa. Dà in pegno « faxium unum de beccunis quas habeo in dicto bucio navi de quo possessionem nomine pignoris tibi tradidisse confìteor ». Testi Simone Pevere, Giovanni Greco nauclerius della detta nave. In Bonifacio, nella casa che fu di Armano pellipario nella quale abita Tealdo notaio; 24 gennaio, lunedì, fra terza e nona. CCXXXVII. — Guatino Zanca riceve da Ansaldo tintore tanto per cui darà 1. 3 e s. 9 gen. entro l’ottava di Pasqua. Testi Comitano de Porta, Jacopo de buntate; 25 gennaio, martedì. CCXXXVIII. — Simone Savonese riceve da Ingone Tornello figlio di Ottobono tanto per cui darà lire 13 gen., senza indicare il tempo. Testi Oglerio Maniante, Lorenzo di S. Lorenzo. Luogo e giorno come sopra. CCXXXIX. — Ego Baroadus de Baroaldis promito vobis domino Iohan-ni Stregie, domino Ingoni Tornello castellanis Bonifacii recipientibus vestro nomine et nomine domini Otonis de Murta socii vestri et nomine comunis Janue quod per totum tempus vestre castellarne et ultra per dies quindccim - 77 - nullam offensionem dampnum aut malum faciam vel fleri faciam hominibus Bonifacii vel alicui illorum in rebus et personis nec consenciam quod factum flat et si invenire poteritis me culpam vel dolum meruisse in bestiis que furate sunt Mabeline uxori Benincase quod illas restituam et emendabo in vestra voluntate et ordinamento. Alioquin si in aliquo de predictis contrafecero vel contrafactum fuerit penam lib. quinquaginta Ian. vobis recipientibus vestro nomine et dicti socii vestri et nomine comunis Janue stipulantibus spondeo. Rato manente pacto pro pena etc. Insuper iuro etc. Insuper nos Carius Bocacius, Guilielmus de Domicella et Robertus de Levanto et Streva et Johannes Baroaldacius de predictis omnibus principaliter constituimus proprios et principales debitores pagatores et observatores predicto Baroaldo si non attendet ut supra dictum est. Sub pena dupli obligatione bonorum nostrorum quisque nostrum pro parte sua conveniatur. Ren. etc. et iuri solido de principali et omni iuri. Testes Raimundus Pelucus, Guilielmus Alfarda, Simon de Bargono, Bonusiohannes Respectus, Aicardus de Monelia. Actum sub lobia ante ecle-siam Sancte Marie die XXVI Ian. die mercurii circa terciam. M° ut supra. CCXL. — Matteo di Sampierdarena e Jacopo Barberello ricevono a mutuo da Ottone Munchavecha 1. 33 e sol. 15 gen. che renderanno entro 15 giorni dall'arrivo nel porto di Genova della nave San Francesco. Dànno in pegno 70 mine di frumento caricate nella stessa nave. Testi Simone Pevere, Lanfranco de Serra scrivano della detta nave. In casa del fu Armano pellipario dove abita Tealdo scriba, 26 gennaio, mercoledì, fra nona e vespro. CCXLI. — Simone Savonese riceve da Matteo di Sampierdarena e Jacopo Barbarello a mutuo 1. 33 e sol. 15 da pagare entro 15 giorni dall’arrivo nel porto di Genova della nave San Francesco. In pegno: cantaria sexaginta de illa carne quam habeo in domo Gandulfì pelliparii, quam carnem promito vobis habere honeratam in dicto bucio bonam et sanam usque ad dies quindecim. Testi, luogo e giorno come sopra. C. 37. CCXLII. — Simone Savonese promette a Bartolomeo Bancherio « cantaria ducentumviginti duo de carne sive ex illa carne quam habeo in Bonifacio in domo Gandulfì pelliparii prò sol. decem et octo cantarium. Quam carnem promito tibi dare bonam et sanam et si forte ex illa carne non inveniretur — 78 — esse sana et que esset magagnata promito tibi dare cantarium illius que esset sana in laude et arbitrium duorum bonorum hominum legalium, quam carnem silicet cantaria ducentumvigintiduo promito tibi dare usque ad dies quindecim proximos et antea si antea galiota tui Bartholomei in portum Bonifacii aplicuerit ponderatam ad cantarium Bonifacii ». E Bartolomeo promette lire cento entro 15 giorni dall’arrivo della galeota in Bonifacio e altre 100 entro un mese dall’arrivo in Genova: pegno la carne stessa. Testi Ingone Tornello f. di Ottobono Tornello, Pietro de Çualio (Zoagli). Bonifacio, in casa del fu Armano dove abita Tealdo: penultimo di Gennaio, domenica, fra nona e vespro. CCXLIII. — Simone Savonese promette a Bartolomeo Bancherio « nau-liçare et honerare in tua galeota sagitea minas ordei ducentum causa poi tan-di in Januam et dare tibi pro naulo cuiuslibet mine ordei den. duodecim Jan. quas minas ducentum ordei promito tibi habere honeratas infra dies viginti postquam dicta sagitea in portum Bonifacii aplicuerit. Alioquin penam lib. decem Jan. tibi stipulanti spondeo rato etc. pro pena etc. Et ego Bartholomeus promito tibi dicto Simoni portare tibi dictas minas ordei in dieta sagitea mea in Januam ad fortunam dei et dicti ordei et pro denariis duodecim mina et salvare et custodire bona fide dictum ordeum meo posse. Alioquin penam lib. decem Jan. tibi stipulanti spondeo, rato etc. pro pena etc. Testes et locus et omnia ut supra. CCXLIY. — Orenga moglie del fu Armano pellipario riceve da Gregorio de Bargono suo genero 1. 35 di quelle 85 che oggi le deve secondo la carta fatta da Tealdo. Agisce col consenso di Marco Scriba e Fulcone muratore. Inoltre sospende e prolunga il termine delle 50 lire che restano « quousque consecutus fueris laudem contra castellanos Bonifacii de rationibus quas habebam in bonis dicti viri mei occasione mearum docium quas tibi cessi et dedi et remisi ». Garanzia la casa in cui abita. Testi Sarderello corso, Gualzio sartore di Messina. In Bonifacio nella predetta casa, ultimo di gennaio, lunedì, fra nona e vespro. a 37 v° CCXLV. — Testimoniale davanti ai castellani intorno al testamento di Caracosa de Predi, non fatto per mano di notaio, a richiesta di Oberlo di S. Tomaso e Aimerico de Laude. Caracosa aveva dichiarato d'aver ricevuto da Aimerico a prestito in Tunisi bisanti miliaresi 9 e miliaresi 2 e da Oberto bisanti 7 e miliaresi 2 per i quali doveva dare a Genova soldi 5 per - 79 — ogni bisanzio; e lasciava in pegno osbergium unum. I testi confermano e i castellani giudicano che i petenti debbano avere quanto loro spetta. Testi Marco Scriba, Guglielmo Alfarda, Anfuso, Galvano Stancone. Sotto la loggia di S. Maria, 31 gennaio, lunedì, verso terza. CCXLVT. — Testamento di Bianco di Lavagna. Sepoltura ne] cimitero di S. Maria; per i funerali soldi 20. Indica debiti, crediti, e legati diversi. « Habeo in bucio navi Crescembeni et sociorum medium caphesium grossum frumenti in quo dedi domino Ugolino Streiaporco bisancios miliarensium decem. Item habeo capsiam unam in qua habeo centuram unam argenti... miliarenses octo que sunt intus una bursa de seta quam iudico et dimito diete Susane. Item volo et iubeo quod dicti Obertus et Iohannes debeant vendere omnes res meas in calega et ex illis solvere iudicatum meum. Item iudico presbitero Iohanni ospitalis domini de Corbo pro missis canendis sol. tres. Item iudico uxori mee Dilicie omnia sua indumenta et guarnimenta de dorso. Marianus de Maçaris debet mihi taurinos quatuordecim auri quos volo quod Nicholosus de Sancto Ambrosio petat et recipiat a dicto Iacobo et ex illis det et dare debeat cuidam mulieri que vocatur Sibelona taurinos quique. Superfluum vero quod remanserit de rebus predictis meis quas habeo apud me in Bonifacio detur et distribuatur pro anima mea pauperibus viduis et orpha-nis ». Eredi generali i fratelli Gandolfo, Bonaventura e Giovannino. Testi Prete Giovanni dell’ospedale de Corbo, Crescimbene de Fossato, Ansaldo de Fossarello, Enrico Cogoleto, Iacopo Richerio. Bonifacio, nella casa di Beccorosso dove abitano Colaria e Verterà Pancocule; 1 febbraio, martedì, fra terza e nona. C. 38. CCXLVII. — Percivalle Doria e Manuel... [rosa la carta] dichiarano: « habuisse et recepisse mutuo gratis et amore a te Marino de Coçanello lib. quinquaginta Jan. denar. Ren. etc. unde et pro quibus tibi vel tuo certo nuncio per nos vel nostrum certum nuncium dare et solvere promitimus lib. quinquaginta Jan. infra dies quindecim postquam in portu Turris aplicueris. Alioquin penam dupli etc. Rato etc. Pro pena etc. quisque nostrum in solidum. Renunciantes iuri solidi et epistule divi Adriani et novis constitu-cionibus de duobus reis et omni iuri. Testes Antonius de Sancto Matheo, Streva, Simon Saonensis. Actum Bonifacio ante domum quam habitat dictus Marinus, die quarta februarii intrantis, die veneris, circa primam. M° ut supra. — 80 - C. 38 v° CCXLVIII. — Nos Opiço electus episcopatus Alerie et presbiter Çilius canonicus de Aleria promitimus et convenimus tibi Yivaldo de Vegia quod postquam de Sardinea ubi modo ituri sumus redierimus in Bonifacium veniemus et non vitabimus ibi venire et tibi vel tuo certo nuncio coram castellanis Bonifacii plenam iusticiam et racionem faciemus de toto eo quod tu vel alius per te nobis vel alicui nostrum petere volueris. Et de toto eo quod nobis vel alicui nostrum evinceris in iure coram dicti castellanis plenam solutionem tibi vel tuo certo nuncio antequam de Bonifacio recedamus sive eamus faciemus in tua voluntate et ordinamento vel tui nuncii quem ad hoc specialiter constitueris. Alioquin penam lib. vigintiquinque Ian. tibi stipulanti spondemus rato manente pacto, prò pena etc. quisque nostrum in solidum. Ren. iuri solido et epistule divi Adriani. Insuper ego Çilius super animam meam et dicti Opiçonis iuro etc. Testes Iohannes Stregia et Oto de Murta castellani, Ramundus Pelucus, Daniel de Bisanne. Actum sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie die quaita februarii, die veneris, inter nonam et vesperas. M°CC°XXXVIIII Ind. XI. CCXLIX. — Richaflna figlia del fu Armano pellipario nomina suo procuratore il marito Gregorio de Bargono per tutte le cause « que et quas aliqua persona contra me movere voluerit occasione bonorum quondam dicti patris mei vel aliqua occasione coram castellanis Bonifacii vel coram alia curia et generaliter ad omnia mea negotia gerenda. Faciens hec omnia consilio Guillelmi piscatoris et Gualterii taliatoris de Messana quos etc »• Testi i predetti Guglielmo e Gualtiero e Obertino figlio di Borello. Nella casa dei predetti coniugi, 4 febbraio, venerdì, verso nona. COL. — Testimoniale davanti ai castellani intorno alle ultime volontà di Caracosia de Predi, morto intestato, a richiesta di Crescembene di Fossato. Si tratta specialmente di provare che Caracosia doveva 400 bisanti miliaresi al fu Enrico di Baldizone per cui doveva rendere a Genova sol. 5 e den. 3 per bisante, e in pegno aveva dato un carato (quarterium) che possedeva nella nave bucio di Crescembene e soci di nome San Giovanni e tutto il noleggio della sua parte di nave; al fu Nicoloso de Mucelle doveva bisanti 28 avuti in mutuo a Tunisi; al cognato Giovanni de Baicali doveva bisanti 60 prestatigli a Tunisi con la clausola della restituzione a Genova in sol. 5 e den. 3 per bisante; a Guglielmo Corso lire 7 prestate a Tunisi il 24 dicembre. Tutto questo Crescembene dice che Caracosia aveva dettato al notaio Tealdo, - 81 — ma quando il notaio fu per rileggere egli non potè più parlare « unde dictus scriba noluit predicta que superius scripta sunt testare »; ma quando Caracosia parlò era sano di mente e in piena volontà. Graciano Tabernario, Iacopo Barbarello, Fulcone Bianco di Lavagna, Pagano de Enrigoto confermano, e i castellani dànno valore alle deposizioni. Testi Marco Scriba, Guirardo barbiere, Gregorio de Bargono, Daniele di Bisagno. In Bonifacio, sotto la loggia davanti alla chiesa di S. Maria, 8 febbraio, martedì, circa terza. a so. CCLI. — Giovanna moglie del fu Jane tagliatore, volendo andare a Genova fa prima testamento. Lascia soldi 100, dei quali 50 all’opera della chiesa di S. Maria di Bonifacio e gli altri ad arbitrio di Marco Scriba nominato suo erede universale. « Si in dicto viatico decessero quod Vera Mamenta ancilla mea et eius fìlius Johanninus prò mercede anime mee et remedio sint liberi et absoluti ». Testi Filippo tagliatore, Raniero guardato re, Japopo Manzuino, Alberto de Notario, Rubaldo Capello. In casa del fu maestro Jane, 8 febbraio, martedì, fra nona e vespro. CCLII. — Inchiesta testimoniale e convalida fatta dai castellani del testamento di Giulia moglie di Oglerio Maniante, a richiesta del marito e di Biancofiore nipote di Giulia. Ha lasciato legati alle chiese; doveva dare a Enrico de Bargono 1. 4 e s. 2, a Raimondo Peluco s. 29, a Benincasa Ranga s. 20. Giovanni suo figlio le aveva prestato 1. 6 che ella spese nella sua casa in Bonifacio; i nipoti Arnaldino, Giovannino e Lucia devono pagare il litto della casa che hanno; il marito dal valore della casa deve avere 1. 100 di dote; di tutto il resto erede la nipote Giulia. Il teste Oglerio Falcone dichiara di aver assistito alla redazione in questa forma del testamento scritto per mano di Oberto scriba e di Simone de Bargono. «quia scriba comunis Janue non potuit. » Oberto scriba interrogato confermò e disse che fu chiamato a scrivere « eo quia scriba comunis haberi non potuit » Aimaro di Castronuovo, Gandolfo Mangiaferro, Iacopo Gallo confermano; e i castellani riconoscono valor legale al testamento. Testi Matteo Scriba, Guglielmo Alfarda, Guglielmo Maniabusus, Galvano Stancone. Bonifacio, sub lobia ecclesie S.te Marie, 11 febbraio, venerdì, circa prima. e — 82 — C. 39 v° CCLItl. — Adalasia moglie di Iacopo Frenerio vende a Ottone di Finale metà, indivisa, di una pezza di terra d’orto posta nella località detta ad lungonem, confinante con la terra di Gandolfo Mangiaferro da un lato e degli eredi di Yivaldo de Mela dall’altro, davanti la via e dietro la terra di Calvo di Levanto, per 1. 3. Agisce col consiglio di Guglielmo Alfarda e di Anfuso. Testi Delfino di S. Romolo e i predetti Guglielmo e Anfuso. Bonifacio, nella casa che fu di Armano pellipario ove abita Tealdo notaio; 9 febbraio, mercoledì, tra nona e vespro. CCLIY. — Bartolomeo Bancherio riceve da Arzoco de Campo 1. 25 a mutuo; ne darà 28 e s. 15 a Genova entro 15 giorni dall’arrivo colà della saettia sua e dei suoi soci chiamata Argenteria. Dà in pegno « cantaria quinquaginta ex illis cornibus quos emi a Simone Saonense de melioribus quos volueris». Testi Crescembene de Fossato, Simone Pevere, Simone Savonese. Luogo e giorno c. s. C. 40. CCLA7-. — Nos Bartholomeus Bancherius et Bonacursus promitimus tibi Guillelmo Scornamontono nauliçare tibi sagiteam nostram que vocatur Argenteria pro eundo in Ianua et deferre tibi in dicta sagitea cantaria grossa ducentum pro den. viginti Ian. cantarium. Insuper promitimus tibi esse expeditos infra dies quindecim postquam in portu Turris aplicue-rimus et infra dies tres postquam de Sardinea in portu Bonifacii aplicuerimus et habere in dicta sagitea marinarios quatuordecim et balestras de ligno tres. Alioquin etc. Et ego Guilielmus promito vobis predictis Bartholomeo et Bonacurso honerare in dicta sagitea vestra cantaria grossa ducentum et dare vobis pro quolibet cantario den. viginti Ian. et promito habere honeraticum infra dies decem postquam in portu Turris aplicueritis cum dicta galea totum id quod honerare debuero et superfluum infra dies tres postquam de portu Turris in portu Bonifacii aplicueritis. Alioquin penam lib. viginti Ian. vobis stipulantibus spondeo; pro pena etc. Testes, locus et omnia ut supra. CCLVI. — Simone Savonese riceve da Gregorio de Bargono tanto per cui darà I. 3'/2 entro un mese « sana eunte barca in qua ivero in Ampulia vel malore parte rerum ipsius ». Testi Simone Borello, Mileto Ferrario Sub lobia ecclesie S.te Marie, IO febbraio, giovedì, circa terza. - 88 — CCLVII. — Armanus Guaagnabene riceve da Gregorio de Bargono 1. IO « quas Armanus pelliparius qd. avunculus meus socer tuus habebat in acomendatione ». Testi Ugolino de Leo, Ranfìcoto. Bonifacio, in domo qua ego scriba maneo, 11 febbraio, venerdì, circa nona. CCLVTII. — Societatem contraxerunt inter se frater Panthaneus ecclesie S.te Marie de Lebetis ex una parte et Yegius de Sancta Amancia et Petriçolus Capans ex altera. In qua societate dictus frater Panthaneus posuit pecoras centum viginti septem et dictus Yegius et Petriçolus quinquaginta octo quas bestias omnes promiserunt dicti Vegius et Petriçolus tenere et custodire a calendis augusti proximi usque ad annos quatuor completos non dimitere, et dare ipsi fratri Panthaneo vel eius nuncio medietatem fructus qui exierit de dictis bestiis usque ad predictum terminum et dictus frater Panthaneus promisit predictis Vegio et Petriçolo quod si opus fuerit ei pa-storium unum pro dictis bestiis custodiendis et ipsi dabunt ei sociam bestiarum quam dictus frater Panthaneus dabit ipsi pastorio annuatim usque ad dictum terminum quartinujn unum frumenti et alium ordei et gonellam unam albaxii. Quam societatem et predicta omnia promiserunt inter se ad invicem tenere firmam et ratam et omnia predicta actendere et observare et contra non venire et in capite dicti termini dividere per medium silicet frater Panthaneus habebit et habere debeat medietatem et dicti Vegius et Petriçolus aliam medietatem et predicta omnia promiserunt actendere observare et contra non venire in pena et sub pena libr. viginti jan. invicem inter eos stipulata et promissa. Rato manente pacto pro pena et supradictis actendendis et observandis dictus frater Panthaneus omnia bona dicte ecclesie eis pignori obligat et dicti Vegius et Petriçolus omnia bona sua habita et habenda ei pignori obbligant quisque eorum in solidum. Ren. iuri solidi et epistule divi Adriani et omni iuri. Testes Jacobus de Madio magister axie, Guirardinus filius mei Tealdi scribe. Actum ut supra. CCLIX. — Obertus Paulus de Sancto Nicolao riceve da Guglielmo Scornamontoni tanto per 1. 3 sol. 3 da portare a Vignolo con la solita formula ad fortunam dei et rerum etc. Restituirà al ritorno in Bonifacio. Testi Oglerio trombator, Astesano de Curia. Ut supra. — 84 — C. 40 v° CCLX. — Lo stesso Oberto riceve dal medesimo Guglielmo tanto per cui darà dieci mine di ceci entro otto giorni dal ritorno in Bonifacio della nave di Simone Savonese dal viaggio di Ampulia dove ora si trova, oppure darà 1. 6 e sol. IO. Il resto c. s. CCLXI. — Oglerio Papucio e la moglie Verde ricevono da Gregorio de Bargono tanto per cui daranno 1. 7 sol. 12 den. 8 gen. entro Giugno. Verde agisce col consenso del marito e consiglio di Amico Clarella e Simone di Bangbino Borelli eletti parenti e consiglieri. Testi Trebogna, Giovanni di vai di Taro. — Sotto il portico della casa di detto Gregorio e della moglie; 12 febbraio, domenica, fra nona e vespro. CCLXII. — Iacopo Calcagno di S. Romolo riceve dalla moglie Giovanna come dote o patrimonio 1. 25 genovesi e le assegna come donazione per nozze o antefatto 1. 25, secondo il costume e la consuetudine della città di Genova. Testi Oglerio Papucio, Simone di Sestri, Ugolino de Leo, Delfino di S. Romolo. Davanti alla casa di Dolcebuono e Delicata, 12 febbraio, domenica, fra nona e vespro. CCLXIII. — Marino di Calignano vende iure ipotecario in alodium a Marino de Rosa una pezza di terra a vigna e orto nel luogo detto ad lungonem, confinante con le terre del compratore, di Pietro di Bobbio e di Giovanni Grumio e la via pubblica, per 1. 4. Testi Andrea Vasario, Richela calafato. Nella casa del fu Armano ove abita Tealdo notaio, 12 febbraio, domenica, circa vespro. CCLXIV. — Oberto venetico riceve da Gregorio de Bargono tanto per 1. 4 sol. 7 da portare a Vignolo, con le solite formule. Pagamento al ritorno in Bonifacio. Testi Antonio di S. Matteo, Roglerio trumbator. Ut supra. CCLXV. — Iacoba moglie di Lenario di Castronuovo e figlia del fu Armano pellipario riceve da Gregorio de Bargono l’intero pagamento di soldi 100 lasciatile nel testamento dal padre. Agisce col consiglio di Antonio di S. Matteo e di Trebogna. Ut supra. — 8 Ô — c. h. CCI,XVI. — Astesano de Curia riceve da Pietro di S. Maria de Castro 1. 44 a mutui, gratis, da restituire entro un mese. Testi Guglielmo de curia, Oglerio Fornario. Nella casa di Armano ecc. 18 febbiaio, lunedì, fra nona e vespro. CCLXVII. Blancardo de Blancardo riceve a mutuo gratis da Guglielmo Scoi namontoni lire 6 che renderà entro 15 giorni dall'arrivo nel porto di Genova. lesti Tomaso di S. Matteo, Giovanni di Valdetaro. Nella casa che fu di Armano pellipario dove abita Tealdo, 15 febbraio, martedì. CCLXVIII. — Steva di Bonifacio riceve da Ingone Tornello figlio di Ottobono tornello tanto per 1. 5 sol. 11 da portare a negoziare a Platamone. Pagherà al ritorno in Bonifacio. In casa del fu Armano ecc., 10 febbraio, mercoledì. CCLXIX. — Ego Ugo Lercarius confìteor me habuisse et recepisse a te Ingone Tornello castellano Bonifacii dante et solvente tuo nomine et nomine Iohannis Stregie et Otonis de Murta sociorum tuorum de rebus quondam Nicolosi Fornarii infrascriptas res silicet: libras triginta septem et dimidiam Ian. in denariis numeratis et cupam unam argenti que est uncias novem et quartam in qua sunt leones duos (sic) et in medio illorum pinum unum, mussamutinum unum auri, anulos duos auri silicet unum sponsaticum etalium gematicum. sterlinos viginti octo, pisaninos duos grossos, miliarenses duos, toinenses viginti octo et instrumenta et laudes quinque. Ren. etc. quas les oranes et denarios promito tibi recipienti tuo nomine et predictorum sociorum tuorum dare et consignare ex parte vestra pro vobis et vestro nomine in vii tute et balia consulis civitatis Ianue vel consulis de iusticia nisi quanto ìenianseiif iusto dei impedimento maris et gencium. Alioquin penam dupli etc. rato etc. pro pena etc. Hoc sane intellecto quod diete res vadant ad risicum et fortunam ipsarum. Testes Gracianus tabernarius, Simon Saonensis, Ingo Tornellus filius Otonisboni Tornelli. Actum in Bonifacio ante domum Iacobi de Porcello, die VIIIJ februarii die mercurii circa terciam. M° ut supra. CCLXX. — Albertus de Incisa riceve da Ansuina moglie di Giovanni Stregia 1. 15 da portare a negoziare dove potrà, « habens potestatem mitendi ex his per mare et per terram quam partem voluero cum testibus ante me et post me et facere sicut ex aliis rebus quas porto cum quibus expendere debeo et lucravi per libram comuni ter. In redditu autem Ianue capitale et proficuum quod Deus in his dederit » consegnerà. Testi Pietro di Rapallo, Giovanni Rodo di Voltri. Jn Bonifacio, in casa del detto Giovanni Stregia, 15 febbraio, martedì, fra terza e nona. c. 4i v° CCLXXI. — Alberto de Incisa riceve in accomendazione da Ansuina moglie di Giovanni Stregia 1. 14 che sono di Ansuina sua nipote. Identico al precedente. CLXXII. — Izolino greco e Giovanni sardo ricevono da Ottone de Murta tanto per 1. 15 sol 7 den. 3 da portare sino a Taravo. Restituzione entro marzo. Testi Guglielmo pescatore, Mercaante di Bobbio. Bonifacio, sotto la loggia davanti la chiesa di S. Maria, 16 febbraio, mercoledì. Cassata il 7 maggio. CCLXXIII. — Guirardino barbiere da Iacopo Gallo riceve 1. 2 e sol. 18 che sono di quelle lire 5 e sol. 16 che Iacopo stesso e Yivaldo di Livellato gli dovevano. Testi Guglielmo pescatore, Izolino greco. Actum ut supra. CCLXXIV. — Giovanni sardo e Izolino greco ricevono da Gregorio de Bargono tanto per lire 13, sol. 4 e den. 9 da portare a Taravo. Pagamento al ritorno in Bonifacio. Testi Guirardino barbiere e Simone de Bargono. Actum ut supra. CCLXXV. — Bonvassallo Pegola e Matteo di Sampierdarena compromettono in Simone di Bargono sulle questioni e liti che hanno fra loro perchè Bonvassallo diede in accomendazione lire 40 a Matteo che doveva consegnare un pegno corrispondente prima di uscire dal porto di Bonifacio e Matteo negava di dover dare pegno « ideo quod non sunt adhuc in Ampulia implicate in frumento ». I due promettono di stare al lodo che Simone emetterà. Testi Ingone Tornello castellano, Gregorio de Bargono, Guglielmo Alfarda. Actum ut supra. - 81 — C. 42. CCLXXVr. — I castellani sotto la loggia della chiesa di S. Maria condannano Marco Scriba curatore dei beni del fu maestro lane tagliatore a pagare sui beni stessi lire 15 alla vedova di lane, Giovanna. Essa doveva avere questa somma per un’accomendazione di lire 21 fatta a Rubaldo de Ravecca, ancora prima d’esser moglie di detto maestro lane, e per commerciare in Bonifacio. Cedette poi tutti i suoi diritti al marito che ricevette la somma da Rubaldo ma morì intestato e non le diede nulla. I castellani accolgono la sua domanda e ordinano a Marco Scriba di pagare. Testi Guglielmo Alfarda, Gregorio de Bargono, Oberto di Chiavari, 8 febbraio, martedì, circa terza. CCLXXVII. — I castellani sotto la loggia della chiesa di S. Maria «laudaverunt quod Marcus Scriba teneat quieteque possideat iure proprietario et iure donacionis peciam unam terre vineate posite ubi dicitur ad lungonem cum domo superposita que fuit quondam magistri lanis taliatoris pro precio libr. triginta et dimidium Ian. (Confini la via pubblica, la terra di Giovanni de Sibilia, la terra di Calvi di Levanto). Quod ideo fecerunt quoniam cum dictus Marcus curator bonorum quondam dicti Magistri Ianis ad hoc specialiter datus et constitutus per dictos castellanos voluntate et mandato supradictorum castellanorum et in eorum presencia pubblicani caligam fecerit omnium rerum que fuerunt quondam dicti Magistri lanis pro solvendo debitores et creditores et legata ipsius Magistri lanis et etiam pro solvendo Iohane uxori sue raciones suas quas in dictis bonis habebat occasione suarum docium secundum quod consuetum est facere de rebus defunctorum mari-nium (?) in Bonifacio, dictus Marcus predictam terram et domum incantavit in lib. triginta et dimidia Ian. et ei fuit tradita et liberata pro supradicta quantitate demandato et voluntate dictorum castellanorum in eorum presencia per Iohanneni cintracum unde dictus Marcus accepto cornu a dicto cintraco more solito de rebus in calega pubblica venditis suplicavit iamdictis castellanis quod de dicta terra et domo ei laudem facerent ne de cetero ab aliqua persona posset conveniri vel molestari. Qui supradicti castellani amissa eius iusta suplicatione volentes unicuique de sua iusticia providere et quia non invenerunt quis tantum in dicta terra et domo dare vellet ipsi Marcho plus offerenti tradiderunt et liberari fecerunt. Testes Guilielmus Alfarda, Anfusus, Simon Piper, Iohannes de Bargono; 15 febbraio, martedì, circa terza, 1239, Ind. XI. — 88 - C. 42 CCLXXVIII. — I castellani di Bonifacio sentenziano che Nicoloso Borsa entri in possesso di due case poste in Bonifacio « in carrobio platee longe » che furono della quondam Giulia moglie di Oglerio Maniante, senza opposizione del marito stesso e di Marco Scriba tutore delle eredi, minorenni. Le case confinano ai lati con la casa di Iani de Baldo e con la casa del cappellano verso S. Nicoloso, davanti con la via pubblica, e dietro col muro del castello di Bonifacio. Le due case furono vendute all’asta da Oglerio e Marco col consenso dei castellani. (Documento analogo al precedente). Testi, luogo e giorno come sopra. CCLXXIX. — 1 castellani sentenziano che Feliona vedova di Iacopo di Varese entri in possesso di 85 capre, 71 pecora e un bue, a compenso di 1. 21 e s. 18, senza opposizione delle figlie, eredi del detto Iacopo. E ciò perchè essa aveva chiesto sui beni del marito lire 47, cioè 37 come patrimonio e 10 come antefatto, provando il suo diritto con documenti. Siccome il figlio Canavesio, anche a nome dei fratelli coeredi dei quali è tutore, non si oppose, furono posti all’incanto i beni del defunto per pagare la madre e i creditori e Streva genero di detta Feliona offrì a nome di lei la predetta somma, e gli furono rilasciate pecore capre e bue per quella sommar da Giovanni Cintraco « Qui Streva recepto cornu de dictis bestiis nomine dicte Fellone suplicavit iamdictis castellanis quod de dictis bestiis eidem Felione socri sue laudem facerent etc. ». Il resto come sopra. c. 43. CCLXXX. — Ego dominus Enricus de Cinercha promito et convenio tibi Galvano Stanconio recipienti nomine et vice Petri de Acaia quod reddam et restituam dicto Petro vel eius nuncio omnes terras et domus et res mobiles et immobiles et bestias que et quas ipsi Petro impedivi et abstuli vel impediri et abstuli (sic) feci vel alius prò me, et eas omnes in sua balia et potestate vel sui certi nuncii tradam et liberabo vel tradi et liberare faciam integre sine aliqua diminucione eo salvo quod diete res omnes sint in eodem statu quo erant die quo ei impedivi et abstuli. Alioquin si de predictis et in aliquo predictorum contrafecero vel contrafactum fuerit, penam lib. centum Ian. tibi recipienti nomine dicti Petri stipulanti spondeo. Rato manente pacto prò pena vero et supradictis omnibus attendendis et observandis uni- - 89 - Versa omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligo. Insuper iuro corporaliter ad sancta Dei evangelia omnia ut supra dictum est actendere et observare et in nullo contra venire. Testes Petrus sali neri us, Iohannes de Bargono, Thomas gener Nuloti, Guido Rubeus, Ugo de Carosa, Opiço de Taravo, Petrus de Aiara. Actum Bonifacio in domo dicti Galvani die XXIIII Februarii die iovis circa primam. MWXXXVIIII. Ind. XI. CCLXXXI. — Dominus Enricus de Cinercha ex una parte et Galva-nus Stanconus nomine domini Guillelmi Blanci soceri sui ex altera compromittunt in Iannerisam et Salcitrum Cordeleonem arbitros et arbitraires et lautas potestates ab eis electos de lite et discordia seu controversia que vertitur vel verti posset seu verti speratur inter dictum dominum Enricum ex una parte et predictum dominum Guillelmum Blancum ex altera occasione omnium racionum et iurium quas dicit dictus dominus Guilielmus Blancus quod Alia sua domina Agnexina habet et habere debet in domo predicti domini Enrici et aliorum dominorum de Cinercha occasione et nomine suarum docium et generaliter de omnibus aliis litibus et discordiis seu controversiis que inter eos verti possent aliqua occasione. Promittentes ad invicem ambe partes predicte silicet dominus Enricus per se et Galvanus nomine supradicti domini Guillelmi actendere et observare quidquid dicti arbitri dixerint pronuntiaverint et sentenciaverint inter dictas partes ratione vel acordio sententia seu sententiis seu transactione vel amicabili composicione vel motu proprie voluntatis semel vel pluries dicendo et pronunciando inter dictas partes die feriato et inferiate porrecto vel non porrecto libello presentibus partibus vel absentibus vel una parte presente et altera absente etsi forte dicti arbitri inter se concordare non poterant (sic) habeant licenciam eligendi duos homines quos voluerint cum quibus et eorum consilio predictas lites et discordias audire debeant et definire. Predicta omnia et singula et universa per stipulacionem actendere et observare promittunt silicet dominus Enricus per se et Galvanus nomine domini Guillelmi et facere et actendere et observare predicta omnia et contra non venire in pena et sub pena libr. centum Ian. invicem inter eos stipulata et promissa rata manente sentencia vel acordio. Pro pena vero et supradictis omnibus actendendis et observandis universa omnia sua bona habita et habenda sibi ad invicem pignori obligant. Insuper iuraverunt ambo corporaliter ad sancta Dei evangelia omnia ut supra dictum est actendere et observare et contra non venire et facere actendere observare dictus Galvanus predicto domino Guillelmo Bianco. Et de predictis i usserunt fleri duo instrumenta unius tenoris. Testes et locus ut supra. — 90 — CCLXXXII. — Ego Galvanus Stanconus promito et convenio tibi domino Enrico de Cinercha quod faciam et curabo sic quod dominus Guilielmus Blancus socer meus et Petrus de Acaia dirruent et dirmi faciant castrum quod vocatur Rixa quod de novo modo habent edificatimi et ordinatum in dicto loco sive podio qui vocatur Rixa et quod de cetero in eo non habitabunt neque habitationem facient vel fieri facient ipsi vel alii pro eis et hoc facient infra dies quatuor postquam tu dominus Enricus habueris restitutum et redditum ipsi Petro vel eius nuncio omnes terras et domos et possessiones et res et bestias quas hodie mihi recipienti nomine dicti Petri reddere et restituere promisisti secundum continetur in carta inde hodie facta manu mei Tealdi notarii. Alioquin penam libr. centum Ian. tibi stipulanti spondeo. Rato manente pacto, pro pena etc. Insuper iuro corporaliter ad sancta Dei evangelia omnia ut supra dictum est actendere et observare et facere actendere et observare predictis personis et contra non venire. Testes et locus ut supra. CCLXXXIII. - Giovanni Pomario maggiore riceve da Raimondo Peluco tanto per cui darà entro un mese 1. 4 e s. 18. Testi Guglielmo Alfarda, Guglielmo Manialupus; sotto la loggia avanti la chiesa di S. Maria, ultimo di febbraio, lunedì, circa terza. CCLXXXIY. - Simone de Bargono e Guido de Cagna compromettono in Giovanni Stregia come arbitro delle loro liti a causa di una sentenza di lire 50 per debito di Guido verso Simone. Testi Ottone de Murta castellano, Guglielmo Alfarda, Oglerio Capello juniore. Bonifacio, sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 20 febbraio, sabato. CCLXXXY. — Sentenza arbitrale pronunciata da Giovanni Stregia nella questione di cui all’atto precedente. Guido è condannato a pagare lire 24, metà entro il 1° di maggio prossimo e metà entro il 1° di maggio successivo. Testi Oglerio Capello juniore, Raimondo Peluco, Iacopo Grumio. Luogo e giorno come sopra. c. 44. CCLXXXVI. — Guido (v. n. precedente) si impegna al pagamento predetto entro i termini fìssati e Jane Botonus si costituisce garante. Testi come sopra; in casa del fu Armano pellipario ove abita Tealdo; 24 febbraio, sabato. - 91 - CCLXXXVII. — Faradus de Aleda di Cagliari promette a Guglielmo Malio di « stare et habitare tecum et filiis tuis et uxore usque ad annos octo completos et facere omnia tua servicia intus in domo et de foris bona fide prout melius potero secundum meum posse et salvare et custodire tu (sic) et filios tuos et omnes de domo tua et res tuas et non infraudare [parola illeggibile] de aliqua re ultra denarios duodecim me sciente ». Guglielmo a sua volta promette « tibi Farado predicto tenere te in domo mea usque ad dictum terminum et custodire te sanum et infirmum dare tibi victum et vestitum et calciamenta et sol. sex lan. annuatim prò tuo feudo ». Testi Ugo chierico, Giovanni de Bargono. In casa di Armano ecc., 20 gennaio, domenica, fra terza e nona. CCLXXXVIII. — Giovanni Monleone, Nicoloso de Campo ed Enrico di Finale ricevono da Ottone de Murta tanto per lire 8 gen.; « quas domino propicio in Gonario usque Civita negociandi causa portare debemus ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando ». Pagheranno al ritorno in Bonifacio. Testi Calvo de Levanto, Simone Pevere. Come sopra, a vespro. CCLXXXIX. — Giovanni Montanario, magister, riceve a mutuo gratis da Miloto Ferrario soldi 20 che restituirà entro il primo di agosto. Dà in pegno le tre lire che deve ricevere dal Comune di Genova per la custodia del castello di Bonifacio nel quale ha servito sei mesi oltre l’anno fissato; e lo autorizza a riscuotere per lui. Testi Rinaldo Capello, Marco Scriba. Nella casa che fu d’Armano, 21 febbraio, lunedì. a 44 v° CCXC. — Ugo de Celanexi, Simon Spaerius, Obertus de Yinguilia, Ar-manus Rumpitorius, Iohannes Scutarius. Guilielmus de Ceriana, Milotus Ferrarius, Thomas Fluberius, Iohannes Sardena, Opiço murator, Lanfrancus ca-pellarius, Nichola magister antelami, Guido magister antelami nominano procuratore Mercaante de Bobio nella causa « cum Yivaldo de Spaerio occasione solidorum undecim et den. quatuor quos unicuique nostrum dare debet et quos restat unicuique nostrum ad solvendum ex illis sol. trigintaseptem et den. quatuor quos pro quolibet nostrum habuit et recepit a Comune Ianue pro custodia castri Bonifacii anni preteriti in quo quilibet nostrum stetit et servivit per menses tres et dimidio ultra annum. Testes Vivaldus qd. Armani pelliparii, Ugolinus Leo. Actum ut supra. - 92 - CCXCI. — Rubaldino calegario riceve a mutuo gratis da Miloto terrario sol. 20 da restituire entro agosto. Identico al n. CLXXXIX. Testi Bartolomeo Montanea, Delomede Trebogna. In casa del fu Armano; 22 febbraio, martedì, fra nona e vespro. CCXCII. — Crescimbene de Fossato dichiara a Guglielmo Panecarne procuratore di Alda moglie di Baldizone di Baldizone (come da atto di procura del not. Arenbaldo) che Enrico di Baldizone figlio del detto Baldizone e figliastro di Alda gli diede a Tunisi bisanti miliaresi 349, dei quali 200 pagò a nomo suo a Pasquale de Castro per lire 40 genovesi che Crescimbene gli doveva; 125 a Filippo di Pinasca sempre a suo nome per 1. 2n genovesi e 29 ad altro non nominato. Promette di pagare a detta Alda o chi per essa lire 91, s. 12 e den. 3 in ragione di sol. 5 den, 3 a bisante entro un mese dall'arrivo nel porto di Genova della nave sua e dei suoi soci detta San Giovanni. Dà in pegno la nave con l’attrezzatura e precisamente i IO « luoghi » che egli vi possiede. Testi Iacopo di Malta, Mercaante de Bobio. Bonifacio in « domo qua ego scriba maneo », 25 febbraio, venerdì, fra terza e nona. C. 4» CCXCIII. — Guglielmo di Narbona riceve da Altadona Peluca tanto per cui darà 1. 7 e s. 9 entro l’ottava di Pasqua. Testi Anfuso, Giovanni de Bargono. In casa del fu Armano, 24 febbraio, giovedì. CCXCIV. — Enrico de Planixia e Dolomede Trebogna ricevono da Bartolomeo di Alessandria tanto per cui daranno 1. 4 e s. 14 entro un mese. Testi Fulco tornatore, Oberto de Castro. Bonifacio, nella casa dove abita Tealdo scriba,, penultimo di febbraio, domenica, circa vespro. CCXCV. — Nicolò Bursa riceve da Amico Clarella 1. 8 da portare a Piatamene a negoziare. Pagamento del capitale con metà del guadagno al ritorno in Bonifacio. Testi Ottone de Murfca castellano, Mercaante de Bobio. Bonifacio, sotto la loggia davanti alla chiesa di S. Maria, 23 febbraio, mercoledì, circa terza. Cassata il 12 maggio. - 93 — CCXCVI. — Benvenuto di Calignano riceve in accomendazione, da Amico Clarella 1. 5 da portare sino a Piatamene; al ritorno in Bonifacio pagherà il capitale con la metà del guadagno ma fino a 3 soldi per lira, anche se sarà maggiore. Testi e luogo come sopra. CCXCV1I. — Giovanni di Sibilia da Enrico Clarella riceve 1. 4. Identico in tutto al precedente. C. 45 v° CCXCVIII. — In Bonifacio, sotto la loggia della chiesa di S. Maria i castellani Giovanni Stregia, Ingone Tornello,Ottone de Murta assolvono Guantaio Zanca dalla richiesta di Giovanni Pes che gli chiede lire 7 e soldi 8 perchè esso Guantàio con Bartolomeo de Corso ebbe da Giovanni tanto per 1. 6 e s. 8 da pagare entro un termine già trascorso. Invece pagò solo sol. 30 e poi 1. 4 e s. 10; e ora Giovanni chiede il risarcimento con la pena del doppio. Visto che da documenti risulta che furono pagate lire 4*/2 e non restano a pagare che soldi 30 e visto il capitolo de debitis solutis che comincia : « Ego consul si aliquis pecierit in causa debitum aliquod de quo ipsemet solucionem recepisset vel alius prò eo sua voluntate et quod adversa pars probaverit sibi vel alteri eius voluntate solvisse condempnabo ipsum auctorem reo in rebus petitis quarum una medietas sit Comunis Janue et alia medietas ipsius cuius debitum seu res fuerint postulate »; visto che Giovanni Pes chiede lire 3 delle quali è stato pagato, assolvono Guantàio da ogni pena. Testi Guirardo barbiere, Giacomo Grumio, Marco Scriba; 24 gennaio, lunedì, fra nona e vespro, 1239, ind. XII (sic). C. 4(i bianca. C. 40 v° CCXCIX. — I castellani predetti assolvono Delfino di San Romolo dalla richiesta di Pietro di Bobbio il quale domanda 1. 5 s. 4 perchè « ei recomen-davit tot de suis rebus per 1. 8 in viatico Turris ». Al ritorno pagò soltanto 1. 5, s. 8; restano da pagare sol. 52 di capitale; chiede risarcimento perchè Delfino non osservò i patti. Visti gli atti della causa e l’atto proposto da Delfino « in quo continebatur quod Petrus Muratorius abstulit Iohannino corso socio dicti Delfìni quartos frumenti centum et libras tredecim in de- — 94 - nariis numeratis » come risalta da atto di Bartolomeo f. di Lamberto notaio di Federico imperatore romano re di Gerusalemme e Sicilia in data 1239, 19 novembre, « et quia dicte res erant ad fortunam dei et dicti Petri et socio ipsius Delfini ablate fuerunt, accepto sacramento a dicto Delfino quod res Petri erant in rebus predictis ablatis » lo assolvono dalla richiesta. Testi Àlfardo, Guirardus de Cremeno; 1° marzo, martedì, circa terza. CCC. — I castellani predetti stabiliscono che Feliona vedova di Iacopo di Varese possieda liberamente, a complemento del suo patrimonio e antefatto per il valore di 1. 25 e s. 7, senza opposizione dei figli Canavesio, Gaio-tino e Diotisalvi eredi di Iacopo «peciam unam terre orti positam ubi dicitur ad lungonem * da tre parti limitata dalla via, dalla quarta parte dalla terra di Rodolfo Finua, più « in loco ubi dicitur pastinus aliam peciam tene vineate, cui coheret ab uno latere terra Marchi Scribe, ab alio latere teira Simonis Tornelli, superius rocha inferius via ». Feliona doveva avere pei patrimonio suo 1. 37 e come antefatto 1. 10. Il figlio Canavesio tutoie dei fratelli minori dichiara di non opporsi. È stata fatta vendita all’asta pubblica dei beni di detto Iacopo per pagare Feliona, i creditori e i legatari « et cum ter esset preconiçatum per cintracum ipsas res venales esse, Comitanus de Porta gener predicte Felionis nomine ipsius Felionis et pro ipsa dictas terras in supradicta quantitate incantavit et ei fuerunt per Iohannem cintia-cum liberate et tradite ». Essa ora chiede le sia fatto atto legale dai castellani a legittimare il possesso. Testi Rubaldo Capello, Daniele di Bisagno, Sinione Borello, Bongiovanni Rispetto; ultimo di febbraio, lunedì, fra terza e nona. - c. 47. CCCI. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam sancte Marie Johannes Stie-gia, Jngo Tornellus, et Oto de Murta Bonifacii castellani laudaverunt statuerunt et affirmaverunt quod Orenga uxor quondam Armani pelliparii de ceteio haheat teneat quieteque possideat iure proprietatis et titulo pro soluto, domos in fraseri ptas in libris centum quadraginta Janue, pro suis dotibus et extrado-tibus, expensis extimatorum sine contradicione Richaflne filie quondam dicti Armani et viri sui Gregorii de Bargono et omnium personarum pro eis. In primis domum unam que est ante portam castri, cui coheret a tribus partibus via sive carrubi um. Item aliam domum que est continua cum predicta domo, cui coheret superius et inferius via, ab uno latere domus predicta, ab alio latere domus Altibilie. Item aliam domum que est prope dictam domum cui coheret superius domum Altibilie inferius via, ab uno latere domus Barto- — 95 — lomei de Montanea et Caracose iugalium, ab alio latere domus predicta. Item terciam partem alie domus pro indivisa cum dicto Gregorio que fuit Guirar-di Clarelle, cui toti coheret ante et retro via publica, ab uno latere canonica ecclesie Sancte Marie, ab alio latere domus Recuperi, que fuerunt ei dato et extimate in solutione dicte quantitatis precepto supradictorum castellanorum per Marinum de Calignano, Bartolomeum de Corso publicos extimato-res Bonifacii. Quod ideo factum est quum cum dicta Orenga veniret coram dictis castellanis postulans in bonis quondam dicti Armani viri sui predictam pecunie quantitatem, ostendens publica instrumenta ipsarum docium et ex-tradocium, vocatis predictis iugalibus, et Marcho scriba curatori dato ipsi Richafine, ibidem solempniter in iure confessi fuerunt se nolle contradicere peticioni ipsius Orengue, unde supradicti castellani habita eorum confessione miserunt predictos extimatores ad dictas domos extimandas, et in dominium et posesionem ex eis tradendas, qui extimatores volentes mandatum ipsorum castellanorum adimplere extimaverunt predictas domos in supradic-tam quantitatem, et dominium et posesionem ipsi Orengue ex eis tradiderunt sicut ipsis castellanis retulerunt. Idcirco supradicti castellani fecerunt iurare dictam Orenguam de mariti rerum manifestacione secundum formam capituli et amissa solempni confessione supradictorum iugalium et Marchi curatoris predicte Richafine, et visis ipsarum docium et extradocium instrumentis volentes ei de sua iusticia providere, laudaverunt, statuerunt et affirmaverunt ut supra. Testes Guilielmus Alfarda, Johanes de Bargono, Bonus Johanes Respectus, Aicardus de Monelia. Actum die prima marcij die martis circa terciam M°CC°XXXVIIIJ Indicione XI. CCCII. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam sancte Marie, Johanes Stregia, Jngo Tornellus, et Oto de Murta Bonifacii castellani, absolverunt et absolutos pronuntiarunt Richafinam filiam quondam Armani pelliparii et Gregoriani de Bargono a debito librarum centum quadraginta Janue, quas dare debebant Orengue uxori quondam dicti Armani pelliparii, occasione et nomine suarum docium et extradocium, prout continebatur in duobus instrumentis inde factis, unum quorum factum fuit manu Simonis Donati notarii, et aliud mana Pascalis sacri imperii notarii, quod ideo fecerunt quum cum dicta Orenga coram supradictis castellanis foret constituta confessa fuit dicta Orenga ad postulationem predictorum iugalium se recepisse et habuisse ab eis integram solutionem suarum docium et extradocium, suplicarunt dicti iugales predictis castellanis quatenus ipsos a dicto debito absolverent et absolutos pronuntiarent. Idcirco dicti castellani amissa solempni confessione dicte Orengue, et annuentes iuste suplicacioni dictorum iugalium volen- - 96 - tes eos de iusticia sua providere, absolverunt et pronunciarunt ut supra laudantes quod dicti iugales vel eorum heredes amodo non valeant a dicta Orenga seu ab aliqua persona pro ea de dictis libris centum quadraginta Ianue conveniri vel aliqua inquietudine molestari, sed penitus de dicto debito sint liberi et absoluti. Testes et locus et omnia ut in alia laude dicte Orengue. C. 47 v° CCCIII. — Galvano Stancone riceve a mutuo gratis da Marino de Cozanello lire 12 da restituire entro due mesi. Testi Marco Scriba, Simone barbiere. In casa del fu Armano, 1 marzo, martedì, avanti completorio. CCCIV. — Landolfo Rosso di Gallico riceve da Talia de Nano sua suocera lire 18'/2 per dote di Iacoba sua moglie. Eguale controdote con le solite clausole. Testi Faimo figlio d’Oglerio calegario, Lanfranco de Serra, Guglielmo Ferrario calafato. In casa del fu Armano, 2 marzo, mercoledì, fra prima e teiza. CCCY. — Gregorio de Bargono riceve da Daniele de Bisanne l’intero pagamento di tutto quanto doveva al fu Armano suo suocero salvo sol. 33 /2 che dovrà avere entro Pasqua e che sono scritti « in cartulario castellana um ». Testi Simone de Bargono, Antonio di S. Matteo, Aicardo di Moneglia. Sotto la loggia avanti alla chiesa di S. Maria; 2 marzo, mercoledì, fra terza e nona. CCCYI. — Maria vedova di Ferro di Sigestro riceve da Raimondo Peluco gratis et amore a mutuo lire 3 da restituire entro maggio. Dà in pegno i suoi beni, « specialiter ortum unum positum ad lungonem cui coheient superius terra Gandulfì Maniaferri, inferius via, ab uno latere terra Calvi de Levanto ab alio terra que fuit quondam magistri Janis, de quo possessionem nomine pignoris tibi tradidisse confìteor» Agisce col consiglio di Ogleiio Maniante e Dono calegario che nomina parenti e vicini. Testi i suddetti Oglerio e Dono. In Bonifacio, in casa di Ugua dove abita detta Maria; 3 marzo, giovedì, circa nona. C. 48. CCCYII. — Frater Panthaneus minister et rector ecclesie S.te Marie de Lebetis riceve da Iacobo de Madio magistro asie lib. 12 pro quibus vendo tibi medietatem de omnibus pecoris et capris quam habeo prò indiviso eum - 97 — Vegio de Sancta Amancia et Patriçolo Capa... Quos denarios confiteor me dedisse et solvisse et expendisse in proficuo et utilitate dicte Ecclesie silicet in faciendo caravellum unum quod mihi fecisti et in aliis rebus necessariis dicte ecclesie. Bonifacio, in casa del fu Armano, ove abita Tealdo, 3 marzo, giovedì, fra nona e vespro. CCCVIII. — Marino de Coçanello ed Elena coniugi vendono in allodio a Guantino Zanca una pezza di terra nel territorio di Bonifacio ove si dice « ad sinapam » fra il mare e le terre del fu Rubaldo Guardatore e di Oglerio Capello juniore per 1. 13. Elena agisce in presenza e col consenso del marito e di Guglielmo Mangialupi e Ugone chierico. Testi Veieta e i predetti Guglielmo e Ugone. Bonifacio, nella casa di Guglielmo Clarella dove abitano i detti coniugi; 4 marzo, venerdì, fra nona e vespro. CCCIX. — Guantino Zanca e la moglie Simona promettono a Marino de Cozanello 1. 13, metà all’arrivo dei nuovi castellani che verranno alla custodia del castello di Bonifacio, l’altra metà entro gennaio prossimo, prezzo della terra oggi acquistata « non nocente tibi quod de dicto precio tu cum uxore tua predicta vocasti te quietum et solutum ». La donna col consiglio di Guglielmo Mangialupi e Ugone chierico. Testi, luogo e tempo c. s. C. 4H vn CCCX. — Giovanni Baldo riceve da Raimondo Peluco tanto per cui darà 1. 6 entro il 1° agosto. Testi Astesano de Curia, Guglielmo Mangialupo. In casa del fu Armano ecc. 4 marzo, venerdì, prima di completorio. CCCXI. — Iacopo Nigro, Tommaso de Servo e Manuele de Servo ricevono da Guantino Zanca e Veieta lire 15 genovesi per cui vendettero una barca di 10 remi con l’attrezzatura relativa. Testi Crescimbene de Fossato, Simone Pevere, Iacopo de Porcello. Actum ut supra CCCXII. — Crescimbene de Fossato riceve a mutuo da Simone Pevere 1. 10 gen. per cui darà 1. lll/2 entro 15 giorni dacché la nave sua e dei suoi soci detta S. Francesco entrerà nel porto di Genova, esente da ogni 7 - 98 - peso ed avaria « specialiter a capitulo Ianue». Purché la nave aitivi sana con le sue cose o la maggior parte di esse. Dà in pegno « faxios duos carnium bovis que sunt vigintisex et saccos plenos frumenti sex de quibus possessionem nomine pignoris tibi tradidisse confìteor. Quas libras decem confiteor ego Crescembene expendisse et solvisse in ordinando et calcando quarterium dicti bacii navis que est et fuit Ansaldi Barbarelli quondam et Alamanni de Sexto ». Testi Ugo chierico, Pietro de Bobbio, Astesano de Curia. In casa del fu Armano, 5 marzo, sabato, fra nona e vespro. CCCXIII. — Giacomo Rosso, Guglielmo Gallo, Guglielmo de Curia ■ricevono da Nicola Peluco 1. 5 e sol. 10 per cui daranno 1. 5V2 entro Pasqua, purché arrivi salva nel porto di Bonifacio la nave di Marino de Calignano e soci che è a Torre e deve venire di là. Testi Oglerio Mangiante, Gutradino figlio di Tealdo scriba. Nella casa che fu di Armano, 6 marzo, domenica, circa vespro. c. 49. CCCXIV. - Lorenzo di San Lorenzo, Giovanni di Sanguinaria e Iacopo di Bontà ricevono da Ottone di Murta tanto per 1. 8 sol. 12 den. 9, che poitano a commerciare ad Orosei. Testi Lupo de Curia, Astesano de Curia, Raimondo di Noli. Nella casa del fu Armano, 6 marzo, domenica, tra vespro e completorio. CCCXV. — Gli stessi ricevono da Gregorio di Bargono tanto pei 1. 5 s. 5 den. 4, ad Orosei. Identico al precedente. CCCXVI. — Gregorio di Bargono f. del fu Guirardo Bargono e Ricafìna sua moglie f. del fu Armano pellipario, ciascuno in solido, vendono in allodio a titolo propietario a Orenga vedova di Armano una pezza di terra a vigna e orto posta nella località Lungone con la casa sovrapposta con una cameia ed un tinello, per lire 35. La terra e la casa confinano con la via pubblica e le terre di Oglerio calegario e di Presente e Fusia Sarda. Nello stesso prezzo è compresa e venduta un’altra pezza di terra detta pastino, fra la rocca e la via e le terre di Fusia e Presente sardo. Inoltre Ricafìna giura sul vangelo di osservare i patti contenuti e quanto è stabilito, in presenza e col consenso del marito e per consiglio di Giovanni Stregia e Marino di Calignano nominati parenti e vicini. Testi Marco Scriba, Giovanni de Bargono. Bonifacio, nella casa predetta, 7 marzo, lunedì, tra nona e vespro. - 99 — C. 4!) v° CCCXVII. — Orenga vedova di Armano pellipario vende a Gregorio de Bargono le infrascate case poste in Bonifacio che le furono attribuite per i diritti che aveva sui beni di Armano per dote ed estradote. Una casa davanti alla porta del castello confinante da tre parti con la via « sive carrubi um » e nella quarta parte cou la casa di essa Orenga. Un’altra pure contigua alla casa di Orenga e confinante davanti con la casa di Orenga, dietro con la via, da un lato con la casa di Orenga dall’altro con quelle di Bartolomeo di Montagna e Caracosa sua moglie. Inoltre la terza parte di un'altra casa indivisa con detto Gregorio che fu di Guirardo Clarella e confinante davanti e dietro con la via, da un lato con la canonica di S. Maria, dall’altro con la casa di Recupero. Prezzo complessivo della vendita 1. 185. Consiglieri della donna Giovanni Stregia e Marino di Calignano. Testi, luogo e data come sopra. CCCXVIII. — Orenga vedova di Armano pellipario ed erede per metà dei beni di lui si dichiara pienamente soddisfatta da Gregorio de Bargono suo genero di quanto doveva avere da quell’eredità. « Quam fìnem et refutacionem et dacionem e cessionem tibi facio pro lib. quadraginta Ian. quas proinde a te accepisse confiteor et de quibus me bene quietam et solutam a te voco». Consiglieri della donna Giovanni Stregia e Marino di Calignano. « Insuper do tibi Tealdo scribe meliorandi in hoc istrumento in laude unius iudicis de lege vel plurium ita quod melius stet et firmum sit ». Testes locus et omnia ut supra. C. 50. CCCXIX. — Gregorio de Bargono promette a Orenga sua suocera entro Pasqua il pagamento delle 65 lire che gli restano da pagare delle 135, prezzo delle case oggi a lui vendute con alto per mano del notaio Tealdo. E questo sebbene essa si sia dichiarata tacitata. Testi, luogo e data c. s. CCCXX. — Gregorio de Bargono promette a Orenga di conservarla illesa da ogni danno, spesa e gravame per qualunque ragione derivante dalla successione di Armano pellipario per la sua metà di eredità e «specialiter a Vivaldo (ilio olim dicti Armani occasione lib. centum Ian. quas in sua ultima voluntate ei iudicavit et dimisit, quam medietatem dicte cessionis 100 - et hereditatis confìteor te mihi dedisse et cessisse et finem et refutationem fecisse pro lib. 45 Ian. quas proinde tibi dedi et solvi secundum quod continetur in carta finis et refutacionis facta hodie manu mei Tealdi notarii Consilio Iohannis Stregie et Marini de Calignano quos meos propinquos et vicinos appello. Confiteor me esse maiorem annorum XXV. Testes, locus, omnia ut supra C. 50 v° CCCXXI. - Facio figlio del fu Ferro de Sigestro cede al fratello Obertino la sua schiava chiamata Hedida e la terza parte di 250 pecore che aveva indivise con Nicolò suo fratello. E questo per 1. 28 genovesi che ebbe dal suocero di Obertino, Guglielmo de Moncelato, del patrimonio « Talie filie dicti presbiteri Guillelmi uxoris tue ». Testi Otolino de Valdetario, Filippo Sartorio, Pietro di Pavia. — In Bonifacio, nella casa di Ugua dove abitano i detti fratelli; 7 marzo [errato per 8 marzo] martedì, fra nona e vespro. CCCXXII. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Johanes Stregia, Ingo Tornellus, et Oto de Murta Bonifacii castellani solverunt et absolutum pronunciarunt Jdonem Blancum de Pelio a peticione lamentatione in frasari p ta quam contra ipsum faciebant Guilielmus Scornamontonus et Bartholomeus Arduinus, et que talis est. Guilielmus Scornamontonus et Bartholomeus Arduinus agunt contra Jdonem Blancum de Pelio, et petunt ab eo nomine pene, sive prò interesse librarum XX Janue hoc ideo quia cum predicti naulizarent eorum res et cantarata in bucio dicti Jdonis et sociorum causa eundi in Januam in ilio presenti viatico et promiterent habere suum lignum munitum de marinariis ita quod bene et decenter possent navigare in dicto viatico, dictus Jdo movit de Bonifacio solummodo cum marinariis octo qui se possent adiuvare et prò eo quod non habuit marinarios sufficientes reversus est cum suo bucio in Bonifacio, et non presumit ire in dicto viatico sicut debebat dicunt predicti quod eorum res sunt deteriorate, et ipsi substinent tantum dampnum prò eo quod non ivit in Januam sicut promisit quantum supradictum est, eo quod tempus vendicionis rerum dictarum jam transiit, quare agunt et petunt ut supra. Ed cum diu super dicta lamentatione inter dictas partes foret agitatum tandem supradicti castellani, visa peticione visis positionibus confessi omnibus et responsionibus, et testibus ab utraque parte productis et racionibus utriusque partibus et diligenter inspectis et perlectis, habita super his diligenti deliberatione, et quia dicti Guilielmus, et Bartholomeus non legitime probarunt quod intendebant, - 101 — Jdeo absolverunt ipsum Jdonem a predicta peticione ut supra, laudantes quod dictus Jdo res et cantaratas predictorum Guilielmi et Bartholomei debeat deferre in dicto bucio pro ea quantitate quam antea eis promiserat. Testes Marcus Scriba, Guilielmus Alfarda, Galvanus Stanconus. Actum die VII marc i j intrantis die lune circa terciam. M0CC°XXXVIIIJ, indicione XI. CCCXXIII. — Galvano Stancone vende a Marino de Rosa una pezza di terra nel territorio di Bonifacio, località detta Inlueta, fra le terre di Alberto Ferrari di Castelletto, la via pubblica e la spiaggia del mare, per soldi 20. Testi Oglerio Ferario e... in casa del fu Armano, 7 marzo, lunedì, fra nona e vespro. C. 51. CCCXXIV. — Oglerio Papuco riceve da Calvo di Levanto tanto per cui darà soldi 40 entro aprile. Testi Bernardo di San Lorenzo e Giovanni ortolano. Bonifacio davanti alla casa dove abita Iacopo Rosso veneziano; 5 marzo, sabato, verso terza. CCCXXV. — Ottone Maniavacha riceve da Oberto Sopana « cannas septem et palmos duos panni vermili ex illis duobus peciis vermili quas mihi in Sardinea in accomendatione dedisti que fuerunt computate in lib. 21 et sol. 13 et den. 10 », secondo carta facta manu Bartholomeii Lamberti filii domini Frederici Dei gratia excellentissimi romanorum imperatoris notarii pridie nonas decembris MCCXXXVIIII, ind. XI. Testi Nicholosus cancelerius, Bonacursus de Isacurte, Sicardus ferrarius. In casa del fu Armano, 8 marzo, martedì, circa vespro. CCCXXVI. — Guatino Spano e Signorino ricevono da Ottone di Murta tanto per lire 4 e sol. 3‘/2 da portare usque Gonadum negociandi causa; pagamento al ritorno in Bonifacio. Testi Nicoloso de Campo, Giovanni Monleone. In casa del fu Armano 9 que est ante portam castri; 9 marzo, mercoledì, circa terza. CCCXXVII. — Antonio di San Matteo riceve da Ingone Tornello figlio di Ottobono Tornello tanto per 1. 8 s. 6 e den. 9 da portare a negoziare a Taravo. Restituzione a Bonifacio, al ritorno. Testi Guatino Spano, Delomede Buscarino. Sotto la loggia della chiesa di S. Maria; 9 marzo, mercoledì, fra prima e terza. — 102 — CCCXXVIII. — Lo stesso da Gregorio de Bargono riceve 1. 20.e s. 18: il resto come sopra. CCCXXIX. — Ribaldino Gallo, Giovanni suo fratello e Oberto Arca-torio ricevono da Ingone Tornello Aglio di Ottobono tanto per 1. 17'/„ da portare a Taravo a negoziare: pagamento al ritorno in Bonifacio. Testi Rubaldo Capello, Mercaante de Bobio. Actum ut supra. C. 51 v° CCCXXX. — Bartolomeo Bacheno riceve da Ingone Tornello figlio di Ottobono 1. IO1/, per cui darà 1. 9 di tornesi entro 15 giorni dall’arrivo nel porto di Genova della saettia sua e dei soci detta Argenteria « mundas et expeditas omnibus dacitis et avariis et capitulo Ianue, sana eunte ecc. Da in pegno totum naulum dicte sagittee. Testi Marino de Calignano, Actum {sic, per errore?) de Fignano. Actum ut supra. CCCXXXI. — Rubaldo Gallo, suo fratello Giovanni e Oberto Arcatorio ricevono da Ottone de Murta tanto per 1. 21 s. 14 e den. 9 da portare a Taravo a negoziare ad fortunam dei ecc. eundo reddeundo et stando. Restituzione entro Pasqua. Testi e luogo c. s. Cassata il 18 novembre. CCCXXXII. — Antonio da San Matteo riceve da Giovanni Rosso barbiere tanto per 1. 6 da portare a Taravo a negoziare « ad fortunam dictarum rerum, silicet libras quatuor ad fortunam tui Iohannis et solidos quadraginta ad fortunam mei Antonii. Quas confiteor dedisse etsolvis.se in naulo bucii et in pane et vino. Pagamento al ritorno in Bonifacio. Testi Guglielmo Alfarda, Giovanni Sardena. Fatto c. s. CCCXXXIII. — Lo stesso da Ottone di Murta 1.12 s. 11. Il resto c. s. CCCXXXIV. — Lupo de Curia e Giovanni di Valdetaro ricevono da Ottone di Murta tanto per lire 29 s. 18‘/2 « quas usque Cinercham portare debemus ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando ». Pagamento entro aprile. Testi Anfuso, Giovanni Monleone. In casa del fu Armano dove abita Tealdo; 9 marzo, mercoledì, fra nona e vespro. Cassata il 18 novembre. - 108 - C. 52. CCCXXXV. - I predetti ricevono da Raimondo Peluco tanto per 1. 17 s. 17 da portare a Cinerea. Il resto c. s. CCCXXXYI. — Gli stessi ricevono 1. 23 s. 9‘/a f^a Ingone Tornello f. di Ottobono Tornello, da portare a Cinerea ecc. Testi Streva e Iacopo Grunio. Luogo e giorno c. s. CCCXXXVII. — Gli stessi dallo stesso Ingone e da Nicoloso bara-terio 1. 16 s. 4 per Cinerea. Il resto, testi ecc. c. s. CCCXXXVT1I. — Gli stessi da Gregorio de Bargono 1. 19 s. 13; c. s. Testi Aicardo de Monelia, Iacopo di Malta. Il resto c. s. CCCXXXIX. — Gli stessi da Simone de Bargono 1. 17 s. 9, c. s. Simone è rappresentato da Obertino suo scriba che riceve la dichiarazione in nome di lui. Testi Gregorio de Bargono e Guglielmo Alfarda. Luogo e giorno c. s. CCCXL. — Ranfìcoto riceve 1. 7‘/t da Anchante « uxore Rufìni pelliparii dante et solvente nomine Guillelmi Arnaldi et pro ipso, quas eidem Guillelmo dare debebas et quas pro eo habueras et recipueras pro pensionibus domorum suarum quas habet in Bonifacio et de quibus me constituit loco sui ad petendum et recipiendum a te predictos denarios secundum quod continetur in quodam instrumento inde facto manu Thebaidi notarii ». Testes Oto de Murta castellanus, Bonusiohannes Respectus, Marinus de Calignano. Bonifacio, sub lobia ecclesie S. Marie; 9 (ma è 10) marzo, giovedì, circa terza. CCCXLI. — Bartolomeo Bacheno riceve da Ingone Tornello f. di Ottobono Tornello 1. 7 per cui darà 1. 6 tornesi entro 15 giorni dall’arrivo nel porto di Genova della galeota sua e dei suoi detta Argentera, libera di ogni pagamento, salva eunte ecc.; dà in pegno « specialiter totum naulum diete galiote de quo possessionem nomine pignoris tibi tradidisse confìteor». Testi Bonaccorso de Isacurte, Arzoco de Campo. In casa del fu Armano ecc. 11 marzo, venerdì. — i 04 CCCXLII. — Lo stesso da Arzoco de Campo riceve a mutuo lire 25 per cui darà 1. 28 e s. 15 entro 15 giorni dall’arrivo a Genova della galeota Argentera. In pegno i suoi beni « et specialiter porcos centum ex illis quos habeo in dicta galiota silicet illos quos eligere volueris, quod porcos confiteor esse emptos de predictis denariis dans tibi plenam licentiam illos porcos centum descarricandi et mitendi Januam in qua domo volueris quousque tibi fuerit satisfactum de dicto debito ». Testi Ingo Tornello f. di Ottobono Tornello, Bonaccorso de Isacurte. Luogo e giorno c. s. CCCXLI1I. — Marcus scriba curator filiorum quondam Johannis de Boiasco, Johanna uxor quondam dicti Johannis mater dictorum minorum confitemur tibi Johanni de Bargono quatenus dictus Johannes pater dictorum minorum tibi dare et solvere debebat tempore mortis sue sol. centum jan. quos eidem Johanni mutuasti ut dicimus. Ren. etc. pro quibus damus tibi et consignamus ad tenendum et pensionandum usque ad annos quinque completos domum unam que fuit dicti Johannis quondam positam in Bonifacio ante domum Bernardi de Narbona. Ita tamen quod tu possis dictam domum tenere et ad pensionem dandam (sic) et ex ea pensionem accipere usque ad predictos annos quinque et si forte in capite dictorum annorum integram solutionem de dictis sol. centum de pensione sive pro pensione dicte domus deficeret, promitimus tibi illos superfluum restituere, silicet id quod deficeret tibi de dicto debito in capite predictorum annorum in denariis ». La donna agisce col consenso di Guglielmo Gallo e Jacopo di Malta che designa parenti e consiglieri. « Et ego Johannes promito vobis recipientibus nomine dictorum minorum quod in capite predictorum annorum quinque reddam et restituam vobis nomine dictorum minorum vel ipsis minoribus predictam domum nihil inde in me retento ». Testes Guilielmus Brignonus, Guilielmus Piscator. Actum ut s. CCCXLIV. — Guglielmo Brignone riceve da Bonaccorso di Portove-nere 1. 6‘/2 per cui darà 1. 7 entro quattro giorni dall’arrivo nel porto di Torre della galea di Benvenuto di Portovenere. Dà in pegno i suoi beni e specialmente: « scia vos quinque de quibus possessionem nomine pignoris tibi tradidisse confìteor et si de dictis sclavis deficeret seu obierit nihilominus predictum debitum possis petere et habere et capere in omnibus bonis meis quibus volueris et inventi fuerint ». Testi Pagano Niso di Portovenere, Cuncibene di Portovenere; sotto la loggia davanti alla chiesa di Santa Maria, 12 marzo, sabato, fra nona e vespro. - 105 - c. r,3. CCCXLV. — Simone Savonese riceve da Matteo di Sampierdarena 1. 15 per cui darà 30 mine di frumento sardo buono e commerciabile condotto sulla riva o porto di Bonifacio e misurato a giusto quartino di Bonifacio, entro i prossimi otto giorni. Testi Raimondo Peluco, Giovanni Gallo molinario. In casa del fu Armano ecc, 12 marzo, sabato, fra vespro e completorio. CCCXLVI. — Lo stesso riceve dallo stesso Matteo 1. 19 per cui darà 22 mine di frumento e 15 mine di ceci entro 8 giorni, c. s. CCCXLVII. — Blancardo de Blancardo riceve da Piccamiglio di S. Ambrogio 20 bisanti di miliaresi e renderà 1. 6, s. 11 e den. 3 entro 15 giorni dall arrivo a Genova della nave sua e dei soci detta Crescimbene; dà in pegno « strapunctam unam, coxinum unum, cultram unam cendati virgati, pelles de viride cum petia de alfanetis, supracoctum de viride, bodam unam de medio çuncho et aliam de uno çuncho et duas trencas de ultra mare, caxeronos duos cendati; bragariolas duas, parum unum de retis, cultellum unum, supracoctum unum staminis fortis inforatum çendati vermili ». Guglielmo Panecarne si rende garante del pagamento. lesti Jacopo Gallo, Jacopo de Carbonaria. Luogo e giorno c. s. CCCXLVIII. — Matteo di Sampierdarena riceve da Guglielmo di Sampierdarena 1. 12 per cui darà mine [manca il numero] di frumento sardo entio tic giorni dall’arrivo in Genova della nave sua e dei soci, chiamata San Francesco. Testi Giovanni di Mongiardino, Antonio de Thomane. Actum ut supra. CCCXLIX. — Crescimbene de Fossato riceve a mutuo da Bernardo Mu-cuffa Carbono 1. 30, « inter quas sunt computata cantaria decem de cornibus porcinis ». Renderà 1. 33 entro 15 giorni dalParrivo della nave sua e dei soci detta San Giovanni nel porto di Genova, libera da ogni pagamento. In pegno «là « totum naulum dicti bucii navis ». Testi Bongiovanni Respetto, Iacopo Barbarello. Nella casa del fu Armano, 13 marzo, domenica, fra terza e nona. t - 106 - C. 53 v° CCCL. — Borcolus corsus a nome proprio e del figlio Iunello da un lato e Rolandino figlio del fu Jane de Cranio dall’altro promettono « interse ad invicem adcomunicare et ad comunitatem mittere omnes mobiles et immobiles que et qnos habent et deinceps adquisierint toto tempore vite eorum et stare insimul et non dividere unus ab altero et salvare et custodire unus alterum in rebus et personis et non infraudare unus alterum in aliqua re et ultra denarios duodecim per annum et totum quod habent et eis inventum fuerit debeant dividere inter se per terciam partem quando fuerit de eorum voluntate et si aliqua discordia fuerit inter eos promitunt inde stare in toto voluntate et ordinamento Johannis Grunii in toto eo quod inter eos dixerit et pronuntiaverit seu dicere et pronunciare voluerit. Testi Ottone de Murta castellano, Simone Borello, Guatino Marzolacio. Bonifacio, sotto la loggia avanti la chiesa di S. Maria, 13 marzo, domenica, fra terza e nona. CCCLI. — Simone Savonese riceve a mutuo gratis de Ottone di Murta 1. 6 che restituirà entro l’ottava di Pasqua. Testi Niloto Fermane, Giovanni scudaio, Marco Scriba. Fatto c. s. CCCLII. — Enrico di Multedo procuratore degti accomendatori del fu Michele di Camogli « ut apparet per litteras d.ni Egidii de Bornado Ian. civitatis consulis deversus burgum missas a dicto consule castellanis Bonifacii et que sigillate erant sigillo Comunis Janue », dichiara ricevuta a Guglielmo Calefato ferraro che paga a nome di Gandolfo pellipario suo avo delle infrascritte cose che detto Michele aveva in Bonifacio quando morì e che furono date in custodia e deposito a Gandolfo da Piodolfo Maniavaca, Balduino de Quarto e Bonvassallo di Camogli come da carta di Tealdo del 20 ottobre estratta dal cartolario del fu Guglielmo Merzarolo per ordine di Egidio de Bornado console del borgo, il 18 gennaio 1239. ind. XI: « Imprimis fardellum unum telarum lumbardesce que sunt pecie quadraginta tres, fardellum unum de fustaneis tinctis que est pecie viginti et dimidia, pecias septem et dimidiam de porpuretis, pecias quatuor de bambaxilis, pecias duas de fustaneis blancis de voliis quatuor fustaneorum alborum, palmos decem et septem biavi, cannas duas et palmum unum brunete nigre ». Testi Ingone Tornello, Ottone de Murta castellani di Bonifacio; Simone Savonese, Recupero, Daniele de Bisanne, Guglielmo Scornamontone. Come sopra, fra nona e vespro. - 107 - C. 54. CCCLIII. — Marco Scriba curatore di Obertino e Bartolomeo, Aidelina, Giovanneta e Fusieta figli del fa Giovanni di Bonasca vende a nome di essi minori a Yivaldo figlio del fa Marchisio muratore, che riceve anche per Marinetto e Nicolosio, una pezza di terra in Bonifacio in territorio «ad paleam ubi dicitur in palmentina » presso la terra detta Rondanina, fra le terre dei detti minori e quelle di mastro Guglielmo Vivaldi per soldi 14 gen. « Huic autem contractui et vendicioni interfuerunt Johannes Stregia, Ingo Tornellus, Oto de Murta Bonifacii castellani et suam auctoritatem et decretum interposuerunt cognoscentes dictam venditionem esse voluntate dictorum minorum cuin dicti minores gravarentur alieno here ut habent pro firmo dicti castellani et cum ter foret preconatum precepto supradictorum castellanorum dictam terram venalem esse, dicti castellani supradictam terram in pubblica calega vendi et incantari fecerunt et quia non aparuit coram dictis castellanis qui vellet in ipsa amplius dare, ideo dicti castellani plus offerenti tradiderunt laudantes quod bona dictorum minorum sint dictis emptoribus pro defensione predicte terre obligata ut supra. Testes Guirardus de Cremona, Guilielmus Gallus, Gruillelmus Coça-nellus. Actum Bonifacio sub lobia ecc. 15 marzo, martedì, fra terza e nona. CCCLIV. — Marco Scriba curatore come sopra vende a Bartolomeo di Alessandria « terram unam ubi dicitur ad furchas » confinante con le terre di Benenati Tignosie Faxiani e di Janes de Capa, per soldi 17. Intervento dei castellani, forinole, testi e data come nell’atto precedente. c. r>4 v" CCCLV. — Simone Savonese riceve da Bernardo de Sigestro e Miço de Zemulis « meçarolas vini centum decem octo » per cui darà 118 mine di frumento buono e mercantile «infra dies duodecim postquam cum bucio nostro qui vocatur Presbiter in fuce de Ampulia aplicueritis, mensuratum ad iustum quartinum Bonifacii et conductum in dicto bucio meis expensis ». Darà, prima che partano da Bonifacio, pegni corrispondenti al valore del frumento. Inoltre promette di prestare sino a 1. 29 per la metà delle quali darà in Ampulia tanto frumento in ragione di soldi 12 per mina, per l’altra metà tanto orzo, facendo carta separata di pagamento in Genova delle lire 29 e della metà del guadagno delle 118 mine. « Hoc sane intellecto quod diete libre eant usque in Januam ad fortunam et risicum mei Simonis ». Testi Oberto calafato, Guglielmo Ferro calafato, Enrico de Murtedo. Actum ut s. - 108 — CCCLVI. — Lanfranco de Costa riceve da Guglielmo Rosso di Porla di Vacca a mutuo 1. 18; darà 1. 19 s. 16 entro 15 giorni dall’arrivo a Genova del bucio di Idone Bianco di Pegli chiamato S. Francesco, esenti da pagamenti ecc. Sanum tamen ecc. Dà in pegno 24 mine di frumento di quelle che ha nella detta nave. Testi Raimondo Peluco, Amico di Quinto. In casa del fu Armano ecc., 15 marzo, martedì, fra nona e vespro. CCCLYII. — Comita Montone e Marino de Varrò ricevono da Giovanni Carbone tanto per 1. 16 da portare in Ampulia a negoziare e siano a rischio di Giovanni in mare e tornando sino a Bonifacio e per terra a rischio e fortuna loro. Pagheranno entro aprile. Testi Giovanni de Bargono, Pietro di Bobbio, Iacopo di Malta. Fatto c. s. ( \ ,')»>. CCCLVIII. — Gli stessi da Giovanni Bampigo ricevono 1. 15; « in terra sint ad nostram fortunam et risicum preter ab exercitu terre ». Pagamento in aprile. Testi Giovanni scudaio e Giovanni de Bargono. Sotto la loggia avanti la chiesa, 16 marzo, mercoledì. CCCLIX. — Comita Montone riceve da Ugo di Pontedecimo tanto per 1. 38 da portare in Ampulia « quarum medietas sit ad fortunam nostri co-munem, et alia medietas ad fortunam tui Ugonis eundo reddeundo et stando ». Pagamento in aprile. Testi Giovanni de Bargono e Giovanni Sardegna. C. s. CCCLX. — Giovanni Rosso barbiere riceve in accomendazione da Nicola Beccorosso 1. 57 da portare « per Sardineam et Corsicam habens potestatem mitendi ex eis in Corsicam et Sardineam et in Ianuam quam partem voluero cum testibus ante me et post me ». Al ritorno pagherà capitale e profitto avendo il quarto di lucro. Testi Streva e Guglielmo Dede. Fatto c. s. CCCLXI. — Ego Lanfrancus de Bisegeno promito tibi Simoni Borello quod de medietate omnium rerum quas acceperis a merchaantibus Bonifacii causa negotiandi pro adducendo in Bisegeno et in flumine Bisegeni quantum in isto presenti viatico quod ibi facere debes te inde indempnem et illesum servare promito et extrahere et liberare te ab omni dampno ad quod aliquo - 109 - modo pei venire posse# et ab i His merchantibus a quibus illas acceperis pro veniendo in illis partibus cum eis et omnia instrumenta et cartas securitatis quas proinde feceris ratas et firmas habebo et contra non veniam tanquam presens essem. Alioquin penam dupli etc. Testes Guilielmus Ferrarius calafatus, Benvenutus de Calignano, Ben-venutus quondam Durantis de Campo. Actum Bonifacio in domo que fuit quondam Armani pelliparii qua ego scriba maneo, die XVI marcii intrantis, die mercurii inter nonam et vesperas. M° ut supra. CCCLXII. — Crescimbene de Fossato riceve da Pietro di S. Tomaso 1. 10 per cui darà a Raimondo Picamiglio f. del fu Iacopo Picamiglio 1. 11V2 entro 20 giorni dall’arrivo del bucio di Crescimbene detto S. Giovanni nel porto di Genova, esenti da diritti ecc. Dà in pegno 10 dei 31 cantari di carne di porco che sono nella nave, un paio « de caligis ferri e cupam unam argenti ». Il denaro ricevuto è stato speso «in ordinando quarterium unum dicti bucii navis qui fuit quondam Ansaldi Barbarelli et Alamanni de Sexto ». ■lesti Matteo Piccamiglio e Guglielmo de Clavica. C. s. C. 1ì5 v° CCCLXIII. — Menabene di Portovenere procuratore di Berta vedova di Canevario di Portovenere come da atto di lane de Portovenere del 3 no-vembie 1238, riceve per lei da Vivaldo del fu Marchisio muratore soldi 100 che a nome di essa Berta Vivaldo ebbe da Linario di Castronovo, dovutile pei affitto di una casa in Bonifacio. Testi Crescimbene de Fossato e Guglielmo Panecarne. Fatto c. s. CCCLXIV. — Baldo de Caravaldo nomina il figlio Graziano procu-ìatoie a ricevere « flaxios quinque de cervinis qui sunt centum triginta tria pt spoi l as quatuor plenas de apinglis et porcos quinque et sacos duos plenos de coxibus », un sacco di frumento e uno di farinola, cose tutte che si tiovano nella barca di Giovanni provinciale. Testi Rufino Menatoi', Guglielmo Rossi di Porta di Vacca. Actum ut supra. CCCLXV. — Giacomo Gallo e Ansifredo asaccatore ricevono da Guglielmo de Domicella, Benvenuto Scriba e Oglerio Falcone « caprunas de causa confectandi et afactandi quas promitimus vobis afactare et conficele b°na fide ad melius quam poterimus » entro maggio. Ed essi « prò affa-ctatura et confecitura predicti pellaminis ad dictum terminum» promettono ■ e pagheranno anche prima se la consegna avverrà prima. — no Testi Gennaro balestriere, Giovanni scudaio. In Bonifacio, in casa di Iacopo de Porcello (cancellato e corretto; que fuit quondam Armani pelliparii qua ego scriba maneo): 17 marzo, giovedì circa vespro. CCCLXVI. - Beatrice Brunda riceve da Giovanni Quatuoruxores soldi IO che le furono lasciati in eredità da Valente drappiere in- testamento e soldi 6 che spese durante la malattia di lui. Agisce col consiglio di Oberto Arcatole e di Raimondo figlio di Calvo di Levanto, eletti suoi parenti e vicini. Testi, luogo e tempo c. s. CCCLXVII. — Balduino de Enrigozo e Giovanni Quatuoruxores e Bonavita e Balducio figli di Guglielmo de Enrigozo e Giovannino figlio di Rosso ricevono da Saonino 1. 72 per cui gli vendono « merçarolias vini cen-tumviginti quas habemus in domo filiorum quondam Iacobi de Vairexio ». Testi Vivaldo di Levanto, Bernardo de Sigestro. In casa di Iacopo Porcello, 18 marzo, venerdì. CCCLXVIII. — Simone Savonese riceve dai predetti 1. 72 per cui darà 102 mine di frumento sardo buono, mercantile, a misura di Bonifacio, libero da pagamenti e tasse e cantari 23 di formaggio sardo entro 8 giorni daH’arrivo « in fuce Ampulie » del loro bucio detto S. Nicoloso, « conductum dictum frumentum et caseum meis expensis ». Di più promette di portare sino a Genova 1. 29 metà in frumento a soldi 12 ia mina e il resto in orzo a soldi 9 la mina. Essi gli faranno carta di sicurtà per il pagamento, di dargli denari 18 genovesi per libra per la metà di quelle lire 29. Testi, giorno e luogo c. s. C. 5(ì. CCCLXIX. — Berardo Mutuffa carbonus riceve da Saonino tot per cui darà 1. 7 sol. 4 genovesi entro 15 giorni dal ritorno a Bonifacio da Genova dove sta per andare, purché ritorni sano e salvo con le cose che vi comprerà. Testi Simone Savonese e Crescimbene de Fossato, luogo e giorno c. s. CCCLXX. — Simone Savonese riceve da Gregorio de Bargono tanto per 1. 60 da portare in Ampulia a negoziare a rischio delle cose stesse tanto nell’andare che nel ritornare enei rimanervi. Pagherà entro maggio. Pegno « totum vinum quod habeo in domo que fuit Amici Clarelle et quod emi a Bernardo de Sigestro et Muso et denarios qui exiérint de dicto vino ». Testi Bernardo Mutuffa e Giovanni scudaio. Luogo e giorno c. s. — Ili — CCCLXXI. — Nicoloso Peluco, Andrea Nasone e Oberto Arcatorio ricevono da Giovanni Carbone tanto per 1. 8 sol. 10 e den. 9 che devono poitaie a torre a negoziare « ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo per mare et in terra sint ad nostrum risicum et fortunam ». Pagamento a metà aprile. Testi Marco Scriba e Giovanni di Siviglia. Luogo e tempo c. s. CCCLXXII. — Alberto de Presenda de Platealonga riceve da Giovanni Carbone tanto per 1. 8 sol. 5 da portare in Ampulia con le condizioni deU’atto precedente. Pagamento a metà aprile. Testi Marco Scriba e Picamilio di S. Ambrogio, Luogo e tempo c. s. CCCLXXII[. — Guglielmo Pulcardo figlio di Giovanni e sua moglie Flosdegrana vendono a maestro Ottone fisico di Piacenza un orto nel luogo detto ad lungonem, presso la terra di Oglerio Ficarelli e Malignano sardo, e presso la via pubblica, per 1. 23. Flosdegrana agisce col consenso e volontà del marito e di Marco Scriba suo patrigno e di Calvo di Levanto che essa nomina parenti e vicini e dichiara di avere più di 25 anni Testi Nicola Cevalato magister antelami e Guglielmo di Opizone muratore. In casa di Rubaldo Capello ove abita detto Marco; 17 marzo, mercoledì, tra nona e vespro. a sa V CCCLXX1V. — Maestro Ottone fisico di Piacenza promette ai predetti entro l’ottava di Pasqua 1. 8 che gli restano a dare, quantunque nell’atto precedente sia stato detto che aveva pagato interamente. Testi Nicola Cevolato, magister antelami, Calvo di Levanto, Guglielmo figlio di Opizone muratore. Luogo e tempo c. s. CCCLXXV. — Bartolomeo di Lodi figlio del fu Arnaldo de Aximo e Placicula figlia di Pasqua, coniugi, vendono a Raimondo Peluco una pezza di terra a orto nel luogo detto ad lungonem con una casa nello stesso luogo, presso la terra di Vivaldo de Vegia, Oglerio Ficarelli e via pubblica, per 1. 15. La donna agisce col consenso del marito e col consiglio di Calvo di Levanto e Simone Bargono ed è maggiore di 25 anni. Testi i predetti e Bartolomeo de Corso; in casa di Oglerio t icarelli dove abitano i det ti coniugi, 18 marzo, venerdì, fra nona e vespro. — 112 - C. 57. CCCLXXVL — Altadona vedova di Giovanni di Val di Scrivia, anche a nome delle figlie Simondina, Rairaondina e Mariella nomina procuratore Simone de Giardino di Castelletto a riscuotere i loro crediti in Genova, e suo procuratore generale. Agisce col consiglio di Ambrogio Peluco e Bartolomeo di Montagna. Testi Giacomo Barbarello, Ambrogio Peluco e Bartolomeo di Montagna. In casa di Altadonna, 18 marzo, venerdì, fra nona e vespro. CCCLXXVII. — Giovanni di Siviglia e Pereto di Ventimiglia ricevono da Nicoloso f. di Giovanni Beccorosso tanto per 1. 52 e s. 2 den. 10 da portare a Torre e per Romagna a negoziare a rischio delle cose stesse andando tornando e stando. Pagamento in maggio. Testi Gregorio di Bargono, Marino di Cozanello. In casa di Iacopo de Porcello, 18 marzo, venerdì, fra nona e vespro. CCCLXXV1II. — Giovanni Ieura e Beatrice sua moglie vendono a Ugo tabernario una pezza di terra a orto nel luogo detto ad lungonem presso la rocca e la via pubblica, confinante dall’altra parte con le terre di Ambrosia e di Pietro di Bobbio per 1. 8 '/2. Beatrice agisce col consenso del marito e col consiglio di Raimondo Peluco e di Anfusio ed è maggioie di 25 anni. Testi Yernacia e Marino de Cozanello, Giovanni scudaio. Luogo e e giorno c. s. C. 57 v° CCCLXXIX. - Marino de Cozanello e Yernacia e Bonaguro e Dolcebuono ricevono da Raimondo Peluco tanto per 1. 3 sol. 10 e den. 4 da portare a negoziare sino ad Agricastro. Pagamento entro 8 giorni dacché il bucio di Marino detto S. Francesco tornerà a Bonifacio. Testi Anfuso, Giovanni scudaio. Luogo e tempo c. s. CCCLXXX. — Ugo chierico e Caracosa sua moglie ricevono in accomendazione da Raimondo Peluco 1. 43 e s. 18 gen. in 90 mezaroli di vino e 8 mine di frumento. Restituiranno con metà del guadagno (non è indicato il tempo). La donna col consenso del marito, di Marino de Rosa e Guglielmo Mal io. Testi Calvo di Levanto, Iacopo di Malta. In casa di Carana moglie di Giovanni Grunio dove abitano detti coniugi; 18 marzo, venerdì, verso vespro. - 113 — CüOLXXXl. — Marino di Cozanello, Bonaguro Yernacia e Dolce-buono ricevono da Ottone di Murta tanto per 1. 13 es. 13 e den. 4 da portare a commerciare sino ad Agricastro. Pagamento al ritorno. Testi Simone savonese, Saonino suo nipote. Bonifacio, in casa di Iacopo de Porcello, 18 marzo, venerdì, prima di completorio. C. SS. CCCLXXXtl. — Gli stessi da Gregorio di Bargono 1. 7 e s. 17 den. 8 per Agricastro. Il resto c. s. CCOLXXXIII. — Marino di Cozanello da Ottone di Murta riceve tanto per cui renderà 1. 13 e s. 15 entro il primo di aprile. Testi, luogo e giorno c. s. CCCLXXXIY. — Simone savonese riceve da Saonino suo nipote tanto per 1. 17, e s. 12; pagherà « in redditu quem barcha quam tu Saoninus mites ad Yignolum de dicto viatico fecerit in Bonifacio ». Testi Ottone de Murta e Gregorio de Bargono. Luogo e giorno c. s. CCCLXXXV. — Simone de Bargono riceve da Simone savonese e da Saonino suo nipote il pagamento di tutti i crediti che vantava dichiarando nulle tutte le scritture fatte in proposito. Testi Bernardo de Sigestro, Muso de Sigestro. Luogo e giorno c. s. avanti completorio. CCCLXXXVI. — Simone savonese riceve da Simone de Bargono tanto per cui darà a lui o a Bernardo de Sigestro nominato suo rappresentante 1. 35 entro 10 giorni dacché Bernardo con la nave sua e dei suoi chiamata Presbiter entrerà nel porto di Ampulia. Testi: Saonino; Muso de Camolis di Sigestro. C. s. CCCXC__Guantino Zanca riceve da Saonino per 1. 6 e s. 16 da portar a negoziare a Taravo; pagamento al ritorno. Testi; Giovanni scudaio, Muso de Sigestro. In casa di Iacopo de Por-cello; 19 marzo, sabato, circa vespro. CCCXCI. — Saonino nomina Guglielmo Malio procuratore a riscuotere !• 12 e s. 11 da Fauio del fu Ferro di Sigestro e 1.10 e s. 6 da Landolfo de Gallico. Testi: Marino de Bonifacio, Nicoloso di Porta de Vacis; luogo e giorno c. s. 8 — 114 — CCCXCII. — Anfualdo de Quenza Iaparaco riceve da Gregorio de Bargono 1. 13 da pagare entro il 1 di maggio. Testi Crescimbene de Fossato e Nicoloso Baraterio. C. s. C. 58. v° CCCXCIIT. -- Nicoloso Baraterio e Bernardo de Sigestro e Muso de Sigestro ricevono da Ansaldo de Capice la somma di 1. 12 per cui daranno 1. 13 e s. 16 entro un mese dall'arrivo a Genova della nave di Ciescimbene de Fossato. Testi: Guglielmo Clarella e Giovanni scudaio. C. s. CCCXCIV. — Ranficoto riceve da Giovanni Stregia tanto per cui darà entro aprile lire 20. Testi Oglerio Capello maggiore, Iacopo Grunio. Bonifacio, in casa di Iacopo Porcello; 20 marzo, domenica, prima di terza. CCCXCV. - I castellani assegnano a Giovanna moglie del fu Giovanni di Bogliasco il possesso di una casa in Bonifacio tra la via pubblica, sive carrubium, la casa di Bartolomeo de Corso e la casa di Battolino del fu Salvo tintore senza opposizione di Obertino, Bartolomeo, Aidelina, Gio vanneta e Fusieta Agli ed eredi di detto Giovanni e del loro cuiatoie Maico Scriba, in pagamento di 1. 20 a titolo delle sue doti o patrimonio. Mai co Scriba curatore dichiarava di non opporsi. Messa all asta la casa essa Gio vanna se l’aggiudicò per la predetta somma e le fu lasciata dal cintiaco « que Iohanna recepto cornu a dicto cintraco suplicavit iamdictis castel lanis quatenus de dieta domo ei laudem facerent »; ciò che essi fanno e le dànno il possesso « per Rainerium eorum guardatorem ». Testi Guglielmo Alfarda,Guglielmo Gallo, Bartolomeo de Coiso; 21 maizo lunedì, verso terza. CCCXCV1. — Guglielmo Panecarne riceve da Enrico de Multedo tanto per cui darà a Guglielmo di Camogli suo nuncio 1. 6 e s. 12‘/2 entro 15 gioì -ni dacché la nave di Crescimbene e soci detta San Giovanni entrerà nel poito di Genova libera da pagamenti ecc. In pegno 13 mine di frumento che sono nella detta nave. Testi Giovanni Sartorio e Lanfranco suo fratello. In casa di Iacopo de Porcello, 20 marzo, fra terza e nona. - 115 — C. 59. OCüXGVll. — Calvo di Levanto riceve da Ingone Tornello figlio di Ottobono Tornello tanto per cui darà 1. 30 entro il 1 agosto. Testi Ingone Tornello e Ottone di Murta castellani. In casa di Iacopo Porcello, 21 marzo, lunedì, prima di completorio. CCCXCVIII. — Guglielmo Bocheta di Fossatello riceve in accomendazione da Ottone Maniavaca 1. 18 « in unciis septem et tercio auri taurinorum iusti ponderis et ultra sol. octo Ian. ad racionem sol. quadraginta octo uncia. .. quas deo propitio negotiandi causa usque Tunexim et deinde ubi deus melius administraverit ire negociandi causa portare debeo, habens potestatem mitendi tibi ex his in Ianuam quam partem voluero cum testibus ante me et post me. In redditu autem Ianue capitale et proficuum quod deus in his dederit mihi in tua vel tui certi nuncii potestate ponere et consignare promito et deducto capitali quartam lucri habere debeo... Testes Nicholosus baraterius, Iohannes scudarius. Actum Bonifacio in domo Iacobi de Porcello die xxm marcii die mercurii inter nonam et vesperas. M.° ut supra. C. 59. CCCXCIX. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, Iohanes Stregia, Ingo Tornellus, et Oto de Murta Bonifacii castellani absolverunt et absolutum pronuntiaverunt Crescenbonum de Fossato a dispendio, et debito infrascripto facto et soluto ab ipso Crescenbono de rebus quondam Caracoxie de Predi, laudantes quod dictus Crescenbonus vel alius pro eo de cetero non possit conveniri, neque molestari ab heredibus quondam Caracoxie, vel ab alio pro eis quod ideo fecerunt quum cum dicti castellani defuncto dicto Carachoxia ab intestato ad postulationem dicti Crescenboni cognoscerent dictum Crescenbonum habere navem unam insimul cum dicto Carachoxia in qua dictus Crescenbonus habebat medietatem et quondam dictus Carachoxia quartani partem in qua erat frumentum comunis Ianue, qui Crescenbonus suplicavit iamdictis castellanis quod de rebus dicti Carachoxie quondam facerent vendere et incantare tot unde posset facere dispendium quarterii dicte navis supradicti Caracoxie quondam silicet pro victualibus marinariorum et preparando et calchando dictam navem, et etiam pro solvendo debita dicti Carachoxie, unde supradicti castellani amissa suplicacione ipsius Crescenboni, de bonis dicti Caracoxie fecerunt in publica calega vendere et incantare de quibus fuit habitum et receptum libras viginti duas, et soldos novem, et denarios novem Ianue, quas eidem Crescenboni tradi et liberari feceiunt pro dispendio facto in dicto quarterio predicti Caracoxie quondam, videlicet libi as novem, soldos duodecim, et denarios quinque, quas solvit creditoiibus dicti Caracoxie, et soldos quadraginta octo, et denarios sex, quos solvit in expensis mari narior uni, et libras septem quas solvit in preparando et oidinando quai-terium dicte navis supradicti Carachoxie quondam, et quia cognoveiunt pei sacramentum ipsius Crescenboni ab eo prestito predictas expensas fecisse in quarterio dicte navis, pro dicto Caracoxia quondam, et ipsas expensas utiles et necessarias fuisse, et quod solvit pro predicto Caracoxia quondam libias novem et soldos duodecim et denarios quinque creditoribus suis, de quibus expensis omnibus suplicavit iamdictis castellanis ut ei laudem absolutionis facerent supradicti vero castellani annuentes iuste suplicacioni ipsius Ciescen-boni, visa eciam scriptura cartularii dicte navis, de predicto debito et dispendio facto ut dictum est superius, volentibus eidem Crescenboni de sua iusticia providere, laudaverunt statuerunt et ordinaverunt ut supia. Testes Carolus Bocacius, Blancardus de Blancbardo, Beraidus Mutuffa, Marcus Scriba, Actum die XVIIII marcii intrantis, die sabbato inter teiciam et nonam. MWXXXVIIII. indicione XI. C. 59. v° CCCC. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Iohanes Stregia. Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani laudaveiunt statuerunt et ordinaverunt quod Guilielmus Panecarne procuratoi Alde uxoris quondam Baldizonis de Baldizono nomine ipsius et pro ipso, habeat et percipiat et licenter capere possit et habere in bonis et de bonis quondam Carachoxie de Predi libras quindecim et soldos sexdecim, et dimidium Ianue, sine contradicione heredum dicti Carachoxie, omniumque personarum pio eis, quod ideo fecerunt quum cum dictus Guilielmus esset constitutus nuncius et procurator a dicta Alda ad petendum exigendum et recipiendum quoddam debitum, silicet bisancios quatuor centum miliarensium quos dictus Caia-coxia quondam dare debebat Enrico de Baldizono quondam occasione acco-mendacionis sive deposicionis vel mutui, et occasione mutui librarum quingentarum viginti duarum, quem fecerat predicta Alda, Enrico Baldizonis quondam, et quia cognoverunt predictam Aldam accomendasse libras quingentas viginti duas suprascripto Enrico Baldizonis ut apparet per instrumentum publicum, et quia cognoverunt supradictum Caracoxiam defunctum esse, et dare debere quondam Enrico Baldizonis bisancios miliarensium quatuor centum de denariis quos predicta Alda accomendaverat suprascripto Enrico Baldizonis, et quia cognoverunt per sacramentum ipsius Guilielmi ab eo prestito, quod dictas 117 — libras quindecim soldos sedecim et dimidium expendiderat et solverat in ipsa nave, et pro ipsa nave, de qua nave suprascriptus Guilielmus possessionem seu detemptacionem habebat pro quarta parte ipsius Caracoxie quondam, occasione dictorum bisanciorum, et ipsas expensas utiles esse et necessarias, et ipse Guilielmus suplicavit ipsis castellanis ut de dictis expensis ei laudem facerent, supradicti castellani annuentes i uste supplicacioni ipsius Guilielmi, et visa scriptura cartulari i dicte navis de dicto dispendio facto, et recepto sacramento ab eo ita verum esse ut dictum est superius, volentes eidem Guilielmo de sua i usticia providere, laudaverunt, pronuntiaverunt, et statuerunt ut supra. Testes et locus et omnia ut supra. CCCCI. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, Johanes Stregia, Jngo Tornellus, et Oto de Murta Bonifacii castellani, absolverunt et absolutum pronuntiaverunt Guilielmum Ferrarium calafatura procuratorem Gandulfì pelliparii avunculi sui et per ipsum dictum Gandulfum a rebus infrascripbis que fuerunt quondam Michaelis de Camulio, quas eidem Gan-dulfo date fuerunt iji deposito et accomendacione per Redulfum Maniava-cham, et per Balduinum de Quarto, et Bonumvassallinum de Camulio pro ut continetur in quodam instrumento extracto de cartulario quondam Thebaidi scribe manu Johanis notarii quondam Guilielmi merzarii filii. Res autem tales sunt. In primis fardellum unum telarum lumbardesce que sunt pecias quadraginta tres, et alium fardellum de fustaneis tinctis, qui est pecias viginti et dimidia, et pecias septem et dimidiam de purpuretis, et pecias quatuor de banbaxilis, et pecias duas de fustaneis blancis, et pecias quatuor de voliis fustaneorum alborum, et palmos septem biavi, et cannas duas, et unum palmum brunete nigre. Laundates quod dictus Gandulfus vel alius pro eo de cetero non possit conveniri neque molestari ab heredibus quondam Michae-lis de Camulio vel ab alia persona pro eo, nec ab eius accomendatariis de predictis rebus, vel earum occasione, quod ideo fecerunt, quum cum dominus Egydius de Bornado Janue consul, consul de iusticia deversus burgum per suas litteras sigillo comunis Janue munitas miteret, in quibus continebatur quod omnes res dicti Michaelis quondam, que penes dictum Gandulfum erant Enrico de Murtedo speciali nuncio constituto ab accomandatariis dicti Michaelis facerent dare et consignare, unde supradicti castellani viso tenore dictarum litterarum volentes mandatum dicti consulis adimplere supradic-tum Guilielmum Ferrarium nuncium et procuratorem dicti Gandulfì, coegerunt dare res predictas ipsi Enrico nomine accomendatariorum ipsius Michae-lis quondam et in eorum presencia confessus fuit idem Enricus dictas res ab ipso Guilielmo habuisse et recepisse, qui Guilielmus suplicavit iamdictis castellanis, quod de predictis rebus ipsum Gandulfum absolverent, et inde ei laudem absolucionis facerent ne de cetero posset dictus Gandulfus ab aliqua persona conveniri vel molestari. Jdcirco supradicti castellani admissa confessione dicti Enrici, et annuentes iuste suplicacioni dicti Guilielmi nuncii et procuratoris predicti Gandulfì. avunculi sui, volentes eidem Guilielmo nomine dicti Gandulfì de iusticia providere, absolverunt et laudaverunt ut supra. Testes Daniel de Bisanne, Marchus Scriba, Guilielmus Alfarda, die XV marcij, die martis circa terciam, M°CCUXXXVIIII, indicione XI. C. 60. CCCCII. — Nos Oglerius Capellus iunior, Marinus de Baldo, Bonus Johanes Respetus, Johanes Fornarius iunior nomine meo et nomine Crulli quondam, Ansaldus deSignago, Nicholosus de Ferro, Facius eius frater, Johanes Sardena, Segnorinus de Rocha, Petrus gener Ardizonis, Oliverius de Bonafilio, Ugo de Pontedecimo, Uguetus de Lavania, Simon Spaerius, Mari-gnanus Scaffa, Johanes Fornarius maior, Manuel Grecus, xMaolinus Fornarius, Johanes de Muntobio, Guilielmus de Sancto Petro Arene, Lanbertus de Me-lene, Guilielmus Macia, Ansaldus Macia, Johannes de Bargono, Dominus calegarius, Johanes de Vegia, Jacobus de Malta, Guilielmus Gallus, Guilielmus piscator, Johanes Boletus, Johanes corrigiarius, Rolandus deFinario. Guilielmus de Calignano, Johanes de Boiasco, Guilielmus Veieta, Jacobus de Finali, Conradus de Bisacia, Januarius Balisterius, Lupus de Curia, Simon Borellus, Obertinus de Sturla, Marinus de Rosa, Albertus Ferrarius, Rubaldus Capellus nomine meo et nomine Lanberti de Bornizono quondam cognati mei, Marcus Scriba, Guilielmus Puliardus, Guilielmus frater Plebani, Anfusus, Guilielmus Brundus, Johanes Montanarius, Johanes scutarius, Jacobus de Carbonaria, Porchetus macellator, Johanes de Valdetario, Guido magister, Guido textorius, Daniel de Bisanne, Nicholosus Pelucus, Guilielmus Ferrarius, Johanes Grunius, Ansaldus tinctor, Jacobus Frenerius, Guido calegarius, Lan-franchinus Capellanus, Enricus Bocheta, Bertolotus piscator, Obertus de Fontana maroxia, Andreas Vasorius, Lanfrancus Sartorius, Johanes Sartorius, Armanus Rumpitorius, Faxanus de Capite, Roglerius trumbator, Jacobus Grunius, Johanes de Camulio calegarius, Dulcebonus Afactatorius, Vivaldus de Pino, Guantinus Zancha, Johanes bocha de manzo, Johanes Ieroa, Streva, Raimundus Calvi de Levanto, Merchaante de Bobio, Jacobus Gallus, Rubal-dinus calegarius de Sancto Ambroxio, Enricus de Fossatello, Ugo Cichada, Bonus Johanes Clavonerius, Bartholomeus de Laudo, Gracianus tabernarius, Rufinus pelliparius nomine fratris mei quondam Saxii pelliparii, Ugo Clericus, Petrus de Laude, Milotus Ferrarius, Thomas Ruberius, Bernardus de Ner- - 119 - bona, Bartholomeus de Alexandria, Jacobus Veneticus, Johanes de Serixia, Thomas de Sancto Matheo, Jacobus Capa de capite, Guilielmus de Alexandria, Nichola magister antelami, Oglerius Papucius, Guilielmus de Ceriana, Petrus Salinerius, Berardus de Sancto Laurentio, Johanes cintracus, Vivaldus quondam Marchisii muratoris, Fulcus tornator nomine meo et nomine Jaco-pelli de Vultabio, Bonsegnorius de Vinguilia, Ruflnus venator nomine meo et nomine Guirardi de Vairexio, Pelegrinus calegarius, Johanes Ferrarius de Valdetario, Placentinus Ferrarius, Meninus, Oglerius calegarius, Canavexius nomine quondam Jacobi de Vairexio patris mei, Benvenuta nomine viri mei quondam Aimerici piscatoris, Beldies nomine viri mei Nacasci quondam, Si-fantus piscator, Johanes de Rivarolo, Guilielmus Bellagonella, Otobonus de Livellato, Jacobus argenterius, Vivaldus de Livellato, Guilielmus Pelucus, Guido Magister antelami, Ranficotus, Johanes Provincialis, Palacius, Gari-baldus, Buscarinus, Oaparonus, Obertus de Levanto, Gulielmus Cantalamissa, Gulielmus Calafatus ferrarius, Obertus Balisterius, Opizo murator, Vasallus de Sancto Donato, Jacobus de Curtemilia, Bartolomeus de Corso, Guilielmus Murrus, Enricus de Vinguilia, Marinus de Cozanello, Bartholomeus de Cozanello, Jacobinus de Cozanello, Guilielmus de Domicella, Benvenutus de Domi-cella, Obertus de Vinguilia, Jacobus Porcellus, Johana nomine magistri Janis quondam viri mei, Opizo murator, Nichola Portonarius, Oto de Finali, Johanes Bocha mangii, Nichola calafatus, Nichola de Bargono, Recuperus, Lan-francus de Portuvenere, Lifargia nomine Johanis de Armano quondam viri mei, Benvenutus de Calignano, Nicolosus Bursa, Jacobus Aguarius, Johanes Veneticus, Guilielmus Piscator, Gualandrus calegarius, Comitanus de Porta, Marinus de Calignano, Jacobinus de Calignano, Guilielmus Dede, Guilielmus Manualis, Guilielmus Montalupus, Stephanus Bergognonus, Obertus de Mon-leono, Gandulfus Maniaferrus, Amicus Clarella, Oglerius Capellus maior, Johannes Barberius, Segnorinus de Rocha, Johaninus Rubeus de Aravena, Jacobus faber, Magister Albertus Johanes de Guiberto, Simona nomine Gulielmi de Sturla quondam viri mei, Filipus Sartorius, Enricus Bonaventura, Vernacia, Johanes Romeus, Manfredus Bechus rubeus, Lambertus de sancto Laurentio, Viridis Rosa nomine Sorleonis cintraci quondam viri mei, Jacoba nomine viri mei quondam Jacobi Barberii, Vivenderia nomine quondam Ni-chosi mangii filii mei, Berta nomine quondam Danielis Martelli viri mei, Viridis nomine Guilielmi Tornelli quondam viri mei, Johana nomine Johanis de Bargono quondam viri mei. Imengarda nomine Audimerii spe-ciarii quondam viri mei, Viridis Rosa nomine Guilielmi Balisterii quondam viri mei, Guilielmus de Levanto, Flos de Rosa nomine Rolandi Guercii quondam viri mei, Oglerius de Sancto Thoma, Guirardus de Cremona, Petrus de Curia, Benvenuta nomine Enrici quondam viri mei, Oglerius Ficarellus no- — 12Ò - mine meo et nomine fratris mei Belliboni da Monelia quondam, facimus, constituimus, ordinamus atque creamus, te Calvum de Levanto presenterà, certum nuncium nostrum et procuratorem ad petendum, exigendum et recipiendum pro nobis et nostro nomine, libras tres Janue quas quilibet nostrum recipere debet et habere a comuni Janue, occasione custodie castri Bonifacii, in quo stetimus et servivimus per menses sex in anno proxime preterito, ultra annum unum completum. Promitentes quod quicquid inde feceris in agendo petendo et recipiendo, ratum et firmum habebimus, et contra non veniemus, sub ypoteca et obligatione bonorum nostrorum. Testes Johanes Stregia, Jngo Tornellus, et Oto de Murta Bonifacii castellani. Actum Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, die XXVII februarii die dominico circa nonam, M0CC°XXXV11II, indicione XL C. (>0 v° CCCCIII. — Bartolomeo de Cozanello riceve da Nicoloso f. di Giovanni Beccorosso tanto per 1. 9 s. 5 che deve portare a negoziare sino a Cedrone, a rischio delle cose stesse. Pagamento al ritorno. Testi Guglielmo Alfarda, Enrico Bocheta. Nella casa di Iacopo de Porcello; 29 marzo, martedì, fra prima e terza. CCCCIV. — Giovanni Provinciale riceve da Ranfìcoto suo patrigno tanto per 1. 21 sol. 12 da portare a Piatamene a rischio delle cose stesse. Pagamento entro maggio. Testi Guglielmo Clarella, Marco Scriba. Luogo e giorno c. s. CCCCV. — Ln stesso da Saonino tanto per 1. 18 s. 8 per Piata-mone. C. s. CCCCYI. — Lo stesso da Ingone Tornello f. di Ottobono riceve tanto per 1. 6 e s. 5 da portare « usque Cedronem et per Romagnam », a rischio delle cose stesse. Il resto come sopra. Testi Alberto de Levanto, Umario f. di Maria de Quenza, 30 marzo, mercoledì, verso prima. CCCCVII. — Bartolomeo de Cozanello riceve da Saonino tanto per 1. 51 s. 8 e den. 10 da portare sino a Cedrone e per Romagna; solite forinole. Pagamento al ritorno. Testi Marco Scriba, Guglielmo de Domicella. Luogo e giorno c. s. - 121 - C. 61. CCCCV III. — Simone de Bargono, ammarato, fa testamento. Indica la sua sepoltura presso il cimitero della chiesa di S. Nicola. Per la sepoltura assegna 1. 10; all’opera della chiesa di S. Maria sol. 40; a S. Giacomo sol. 40. Esecutori testamentari Guglielmo Malio e Balasio suo figlio. Legati ad altre chiese, S. Antonio e S. Amanzia. Al nipote Guglielmo lire 55, alla madre Belgiorno 1. 25, alla sorella Giovanna 1. 10; alle sorelle Aimelina e Anitema sol. 25; a ciascuna delle figlie della sorella Aimelina cento soldi al loro matrimonio. Al nipote Simoneto 1. 5, a Giovanna moglie di Giovanni de Bargono suo consanguineo sol. 100. Deve dare a Albertino suo scriba « prò suo feudo » 1. 4 e gli lascia 3 lire per l’anima sua; alla fantesca (servitiali) Vittoria sol. 20. Per messe lire 30 in due anni. Accenna a numerose acco-mendazioni per somme cospicue. Incarica Oberto di S. Tommaso di dare a ciascuno degli accomendatari quanto loro spetta dell’accomendazione «quam in isto presenti viatico de Ianua extraxi ». Tutto il guadagno deve esser dato alla moglie Giovanna. Ha ricevuto da Daniele de Bisanne l’intero pagamento delle lire 100 che gli doveva. Lascia al notaio Tealdo suo compare 1. 4 e al consanguineo Enrico de Bargono 1. 25. Simone Borello abbia la casa in cui abita. Rilascia molti crediti; ricorda i debiti a Ottone de Murta e Ingone de Tornello di Ottobono. Ha ricevuto da Aschane barberio de porta sol. 30 per affitto di una casa. A Matteo di Sampierdarena deve 1. 27 per altrettante mine di sale. « Ceterorum bonorum meorum omnium Johannam uxorem meam mihi heredem instituo et ordino si steterit sine viro vel si se reddiderit et monachaverit et si ipsa acceperit maritum volo et iubeo quod ipsa habeat omnes suas raciones » più lire 50. Esecutori Iacobino de Madio magistrum axie e Enrico de Bargono a riscuotere le accomendazioni che deve ricevere in Bonifacio, in Corsica e in Sardegna e si rimette per debiti e crediti a quanto è scritto nel suo cartolario. Testi Gregorio de Bargono, Raimondo Peluco, Dovino calegario, Giovanni scudario, Guglielmo venetico fabbro: Guglielmo de Domicella. In casa di Simone, 31 marzo, giovedì, fra nona e vespro. C. 61 v° CCCCIX. — Iacobina moglie di Guglielmo pescatore col consenso del marito rilascia ricevuta al padre Giovanni venetico calegario e alla matrigna Giulia di quanto doveva avere per la dote della madre Calta Balba in 1. 20 (come da atto del not. Bartolotto de lamnelivi, 26 Dicembre 1224). Ebbe la — 122 — somma alle sue nozze. Agisce col consenso del marito e con consiglio di Guglielmo de Domicella e Bartolomeo de Corso, designati pai enti e vicini. Si afferma maggiore di 18 anni. Testi Marco Scriba e Ottobono de Livellato. Bonifacio, nella casa dei detti coniugi, 31 marzo, giovedì, circa vespro. C. 02. CCCCX. — Guglielmo Pescatore riceve dalla moglie Jacopa figlia di Giovanni venetico callegaro 1. 20 come dote e le assegna 1. 20 di contiodote col nome di antefatto secondo il costume e consuetudine di Genova. Testi Marco Scriba e Guglielmo de Domicella, Bartolomeo de Corso. Luogo e tempo c. s. CCCCXI. — Nos Bonapars de Portuvenere et Oto de Finali confitemur habuisse et recepisse a te Saonino tot de tuis rebus que ascendunt libie vigintidue et sol. decem et septem et den. quatuor jan. Renuntiantes etc. quas deo propicio usque Turrim et per Romagnam negotiandi causa portare debemus ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando. In ìedditu autem Bonifacii tibi vel tuo certo nuncio per nos vel nostrum nuncium dare et solvere promitimus lib. viginti duas et sol. decem et septem et den. quatuor jan. Alioquin penam dupli etc. pro pena etc. quisque nosti um in solidum. Ren. iuri solidi et epistule divi Adriani et omni iuii. Testes Daniel de Bisanne, Ugo de Pontedecimo. Actum in domo Jacobi de Porcello, die secunda aprilis intrantis die sabato circa terciam. M° ut supra. (1). OCCCXII. — Jacopo di Malta e Oberto di Fontanamarosa ricevono da Saonino tanto per lire 31 s. 17'/2 da portare a commeiciaie pei Roma gna. Pagamento al ritorno. Testi Guglielmo Mangialupo e Ugo di Pontedecimo; c. s. CCCCXIII. — Gli stessi ricevono da Nicoloso figlio di Giovanni Beccorosso tanto per lire 33 da portare a Torre e per Romagna a negoziare. Pagamento al ritorno. Testi Guglielmo Mangialupo e Giovanni scudaio. (1) Pubblicato in Archivio Storico di Corsica, 1U29, pag. 143. _ - 123 - CCCCXIV. — Ranfìcoto riceve da Saonino tanto per 1. 8 e s. 11 den. 9, da portare lino a Gonaro. Pagamento entro maggio e anche prima se tornerà prima. Testi Marco Scriba, Signorino di Rocca. Actum ut supra circa vesperas. CCCCXV. — Lo stesso da Nicoloso Beccorosso riceve 1. 2 e s. 14 da portare a Gonaro. Il resto c. s. C. 02 v° CCCCXVI. — Jacopo di Malta e Oberto de Fontanamarosa ricevono da Raimondo Peluco « tot de tuis rebus silicet cannas septem et dimidiam panni vermili i que ascendunt lib. sex jan. quas deo propicio usque Turrim et per Romagna in negociandi causa portare debemus ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando ». Pagamento ai ritorno in Bonifacio. Testi Andrea vasaio, Guglielmo di Finale. In casa di Jacopo Porcello, 4 aprile entrante, lunedì, fra prima e terza. CCCCXVII. — Biancofiore figlia del fu Guglielmo Ferrario erede della fu Giulia sua ava moglie di Oglerio Mangiante con l’autorità del curatore Marco Scriba dichiara di aver ricevuto in 1. 3 e s. 14*/2 la parte che le spetta dell’eredità. Agisce col consiglio di Oglerio Falcone e di Ricupero designati parenti e vicini. Testi i sopraddetti; in casa di Jacopo Porcello, 5 aprile, martedì, fra terza e nona. CCCCXVIII. — Oglerio promette il pagamento delle 1. 3 e s. 141/* metà entro maggio e il resto per il primo di ottobre, nonostante che nel documento anteriore sia detto che ha pagato. Testi ecc. c. s. CCCCXIX. — Nicoloso Borsa promette a Oglerio Papuco di portarlo sino ad Arborea nella sua barca e di avere in questa due marinai e quindi ricondurlo a Bonifacio e di aspettarlo colà per otto giorni dall’arrivo. « Et ego Oglerius promito tibi Nicoloso predicto dare et solvere tibi vel tuo certo nnncio pro conducto et naulo lib. quatuor jan. infra dies octo postquam ibi aplicuerimus et si ultra dies octo me expectabis promito tibi dare et solvere lib. quatuor Jan. quolibet mense prò te et marinariis tuis et barcha et vianda. Testes Raimundus de Nauli, Aicardus de Monelia. Actum ut supra. 124 — CCCCXX. — In Dei nomine amen. Omnibus apareat evidenter per hanc publicam scripturam, quod Vivaldus de Vegia et Benvenutus quondam Durantis eorum nomine et nomine heredum quondam Lamberti de Bernizono, et in solidum dederunt cesserunt et concesserunt atque mandaverunt pure et libere et simpliciter inter vivos donaverunt Vigoroso de Plumbino recipienti pro Rainerio quondam Ravignani et Loteringo quondam Perfidelli, et Iacopo Becco et Verro quondam Talenti Verri et pro eorum heredibus stipulanti, omnia iura omnesque actiones et raciones utiles et directas, reales et personales contra Bronacianum habitantem de Aleria et burgensem de Plumbino, et Alegretum Balesterium quondam Pharagonis et adversus quemlibet eorum in solidum et eorum heredes sibi et cuique eorum competentia, et competentes et adversus omnem personam et locum habentem vel detinentem de eorum rebus et bonis predictorum Bronaciani et Alegreti, de libris vel pro libris viginti quatuor Ianue, minutorum capitalis, et de libris et pro libris viginti quatuor minutorum pro pena, et nomine pene, et de omnibus aliis eorum expensis in instrumento vel carta continetur quas ipsi vel aliquis eorum facere et dare suprascriptis et cuique tenentur ut in predicto instrumento vel carta, manu Thebaidi notarii quondam, rogata et facta continetur quatinus de hiis omnibus quisque eorum in solidum suo proprio nomine utili et directo in curia et extra possit et valeat agere et experiri adversus omnem personam et locum constituentes ipsum Vigorosum, et recipientem pro predictis et quolibet eorum in solidum procuratoribus et actoribus absentibus et unumquemque in solidum et in rem suam absentem suum procuratorem et actorem facientes quod vero suprascripti Vivaldus, et Benvenutus, suo nomine, et nomine heredum predicti Lamberti, et in solidum per se, et eorum heredes promiserunt et convenerunt pi edicto \igoioso recipienti pro suprascriptis omnibus, et eorum heredibus ad penam dupli suprascripte dacionis, concessionis, et donacionis stipulata promissa, obbligando se et eorum heredes et omnia eorum bona et in solidum habita et habenda predicto Vigoroso pro suprascriptis omnibus et eorum heredibus stipulanti quod erunt inde actores, et disbrigatores predictis et cui ipsi dederint de eoi um dato et facto per stipulationem sibi pro predictis promiserunt, Renunciantes omni excepcioni, omnique iuris et legis auxilio constitutionibus legum, et defensionibus, et legis caucioni quo vel quibus a suprascriptis vel infrascriptis vel ab aliquo suprascriptorum se tueri vel defendere possent et a solido et a. predicta pena, et sic predicti et in solidum posessionem suprascriptorum iurium et actionum sibi Vigoroso pro suprascriptis, et quolibet predictorum stipulanti ingredi preceperunt vel quasi, et constituerunt se pro eis eorum precario nomine, posidere vel quasi, pro qua suprascripta dacione concessione - 125 - et donaccione predicti Vivaldus et Benvenutus eorum nomine et heredum quondam dicti Lamberti fuerunt confessi in veritate a suprascripto Vigoroso dante et solvente libras triginta duas Ianue minutorum, et de quibus ab eo et prò predictis et in solidum vocaverunt se bene quietos et solutos et pagatos, et ipsum prò predictis, et quolibet eorum et eorum heredes bona liberaverunt, et liberos et quietos et libera et quieta fecerunt. Testes Andreas Vasorius, Iacobus de Malta, Guilielmus de Domicella, Gregorius de Bargono, Recuperus. Actum in domo Tacobi de Porcello, die sexto apri lis intrantis, die mercurii inter vesperas et complectorium, M° ut supra. C. (Hi v° CCCCXXI. — Orenga vedova di Armano pellipario riceve da Gregorio de Bargono suo genero l’intero pagamento delle lire 65 promesse per Pasqua secondo carta fatta per mano di Tealdino notaio. Detta carta sia ormai senza valore. Testi Antonio di S. Matteo e Recupero e Benvenuto di Carignano consiglieri della donna. In Bonifacio, davanti alla casa ove abita Guglielmo Gallo; 7 Aprile, giovedì, fra terza e nona. COCOXXII. _ Guido de Pavali riceve da Nicoloso figlio di Giovanni Beccorosso tanto per cui darà 1. 6 e den. 10 entro maggio. Pegno la casa in Bonifacio. Testi Recupero e Benvenuto di Carignano. In casa di Iacopo Porcello, 6 aprile, mercoledì circa vespro. CCCCXXIII. — Talia de Bono riceve da Gregorio de Bargono l’intero pagamento delle 1. 1 2 che gli spettavano dall’eredità di Armano pellipario suo suocero. Agisce col consenso di Raimondo Peluco e Ambrogio Peluco. Testi i sopraddetti e Iacopo balestriere. Sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 7 aprile, giovedì, fra mezzoggiorno e nona. CCCCXXIV. — Nicoloso Beccorosso f. di Giovanni riceve da Giovanni di Siviglia l'intero pagamento di 1. 14 e den. 10 che gli doveva con Pietro Fabro, secondo carta che s’intende annullata. Testi Guglielmo Alfarda e Amico Clarella, 8 aprile. — 126 - CCCCXXV. — Giovanni di Siviglia riceve da Nicoloso di Giovanni Beccorosso tanto di lui e del padre per 1. 71/, oltre quel che gli deve con Perego di Ventiiniglia da portare a Torre e per Romagna ad fortunam domini et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando. Testi e data c. s. e. <>4. CCCCXXVI. — Iacopo Peluco riceve a mutuo da Amico Clarella 1. 6 genovesi per cui darà 1. 6 e s. 18 entro 14 giorni dacché la saettia di Anseimo Barilario chiamata S. Marco entrerà nel porto di Genova « Sana tamen eunte dieta sagitea usque ad Lagustinam et deinde reddeunte in portum Janue vel maiori parte ipsius » Dà in pegno inoçarolias vini decem et novem che ha in casa di Giulia Setteorgogli. « Sub tali conditione quod tu Amicus in redditu quem faciam de Ampulia mihi dare debeas et consignare omnes denarios quos de dicto vino habueris et receperis dando et consignando tibi bonum pignus in dieta sagitea unde sis securus de dicto debito solvendo ». Testi Guglielmo Alfarda, Anfuso; data c. s. Annullata di comune consenso il 21 aprile. CCCCXXVII. - Federico f. del fu Enrico Bocone riceve da Martino de Rosa la parte che gli spettava di 3 lire gen. che il predetto Mai tino e Guglielmo Tornello e Manuele greco e Guglielmo Plumacio dovevano 'laie a Enrico suo padre secondo carta fatta da Marchisio scriba il 18 luglio 1229. Testi Marco Scriba, Guglielmo Cozanello; in casa di Iacopo Toi nello, 9 aprile, sabato, fra terza e nona. CCCCXXVIIf. — Balduino de Enrigozo, Balduino suo nipote, e Giovanni Quatuoruxores e Bonavita e Giovannino f. di Rosso ricevono a mutuo da Guglielmo Dede 1. 15 per cui daranno altrettanto entro 15 giorni dall at-rivo del bucio S. Nicoloso nel porto di Genova o dove approderà pei scaricare, monde ed esenti da ogni imposizione o gravame. « Sanas tamen euntes (•sic) tres omnes que sunt in dicto bucio vel maiori parte (sic) earum. Hoc sane intellecto quod si adveniret quod deus advertat quod prò fortuna maris vel aliqua alia de causa de rebus dicti bucii admiteretur sive perderetur quod deberent ipsas dividere comuniter per solidum et libram ... insuper restituere omnia damna ». Testi Nicoloso baraterio, Balasio, Giovanni cintraco. In casa di Iacopo Porcello, IO aprile, domenica, fra terza e nona. CCCCXXIX. — Giovanni Quatuoruxores di Sestri riceve a mutuo da Guglielmo Dede 1. 3 da restituire entro 15 giorni dall’arrivo a Genova, o dove approderà per scaricare, della nave S. Nicoloso. In pegno le cose contenute nella nave. Clausola come nel contratto precedente. Testi luogo e giorno c. s. CCCCXXX. — Balduino de Enrigozo e gli altri di cui al n. CCCCXXVIII dichiarano di aver comperato da Guglielmo Dede 65 mine di frumento sardo per cui daranno 1. 32'/2 o mine 65 di frumento, secondo che vorranno, entro 15 giorni daU’arrivo a Genova, o dove sbarcherà, della nave S. Nicoloso. Clausole, testi ecc. c. s. Ç. 64 v° CCCCXXXI. — Bonadeo de Sigestro e Muso acquistano da Guglielmo Dede 29 mine di frumento sardo; daranno 1. 18 e s. 17 entro 15 giorni dall’arrivo della nave Presbiter a Genova o dove approderà per scaricare, monde da ogni imposizione. Clausole, testi ecc. c. s. CCCCXXXII. — I predetti ricevono a mutuo da Vassallino f. di Oliviero Bocadanelli 1. 3 per cui daranno a Oliviero 1. 3 e s. 6 entro 4 giorni daU’arrivo a Genova della nave Presbiter. Testi Guglielmo Ferrario calafato; Belasio. Luogo e data c. s. CCCCXXX III. — Iacopo de Porcello nomina Oberto Fabbro assente procuratore a riscuotere dagli eredi del fu Iacopo Bogno di Arenzano « medietatem de centenariis quatuor et lib. 77 » che egli e Guglielmo Dede hanno dato a titolo di pegno per 1. 5 avute a mutuo da lui secondo strumento fatto dal not. Tealdo. Approva preventivamente i suoi atti in proposito. Testi Guglielmo Puliardo, Pietro Villano di Sassari. In casa di Iacopo de Porcello, Il aprile, lunedì, fra prima e terza. CCCCXXX1V. — Nos Bonapars de Portuvenere et Oto de Finali confitemur habuisse et recepisse a te Ramundo Pelucho tot de tuis rebus que ascendunt lib. tredecim sol. duodecim et dimidium jan. Ren. etc. quas domino propicio usque Turrim et per Romagnam negociandi causa portare debemus ad fortunam domini et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando. In redditu autem Bonifacium tibi vel tuo certo nuncio per nos vel nostrum nuncium dare et solvere promitimus lib. tredecim et dimidiam jan. Alioquin penam dupli etc. pro pena etc. quisque nostrum in solidum. Ren. iuri solidi et epistule divi Adriani et omni iuri. — 128 - Testes Guilielmus Dede, Vivaldus de Vegia. Actum in domo Iacobi de Porcello, die XII aprilis intrantis die martis inter terciam et nonam, M° ut supra. CCCCXXXV. — Nos Bonapars de Portuvenere et Oto de Finali confitemur habuisse et recepisse a te Nicholoso filio Iohannis Bechirubei tot de tuis rebus dicti patris tui que ascendunt libre trigintadue solidi decem et denarii duo januenses. Ren. etc. quas domino propicio usque Turrim et per Romagnam negociandi causa portare debemus ad fortunam domini et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando. In redditu autem Bonifacium tibi vel tuo certo nuncio per nos vel nostrum certum nuncium dare et solvere promitimus libras triginta duas et solidos decem et denarios duos jan. Alioquin penam dupli etc. pro pena etc. quisque nostrum in solidum. Ren. iuri solidi et epistule divi Adriani et omni iuri. Testes Andrea Vassorius, Guilielmus Piscator. Actum ut supra C. (io. CCCCXXXV! — Nos Bonapars de Portuvenere et Oto de Finali confiteor (sic) habuisse et recepisse a te Guilielmo Scornamontono tot de tuis rebus que ascendunt libre septem et sol. decernet septem jan. Ren. etc. Quas domino propicio usque Turrim et per Romagnam negociandi causa portare debemus ad fortunam domini et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando. In redditu autem Bonifacium tibi vel tuo certo nuncio per nos vel nostrum certum nuncium dare et solvere promitimus lib. septem et sol. decem et septem jan. Alioquin penam dupli etc. pro pena etc. quisque nostrum in solidum. Ren. iuri solidi et epistule divi Adriani et omni iuri. Testes Oto de Murta Bonifacii castellanus, Balduinus de Quarto. Actum ut supra. CCCCXXXVII. — Jacopo di Malta riceve da Ingone Tornello f. di Ottobono tanto per lire 4 da portare a Torre e per Romagna a negoziare. Al ritorno in Bonifacio pagherà lire 4. Testi Amico Clarella, Nicoloso Baraterio. In casa di Iacopo Porcello, 18 aprile, mercoledì, fra terza e nona. CCCCXXXVIII. — Ranfìcoto, Signorino di Rocca e Guantino Spano ricevono da Ottone di Murta tanto per 1. 4, s. 16 da portare a Gonaro. Pagamento entro maggio. Testi Giovanni di Siviglia, Amico Clarella. C. s., prius complectorium Cassato il 81 agosto. - 129 - CCCCXXXIX. — Societatem contraxerunt inter se Ranficotus et Segnonnus de Rocha et Guantinus Spanus in qua societate ponit dictus Ranficotus tot de suis rebus que ascendunt libre quadragintaseptem et sol. unus et denari sex jan. et dictus Segnorinus tot de suis rebus que ascendunt lib. sex et den. octo et dictus Guantinus tot de suis rebus que ascendunt lib. sex sol. septem jan. Quas res omnes portant et portare debent dicti Segnorinus et Guantinus causa merchandi usque Gonarum ad fortunam domini et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando ibi ad mercatum. Qui Segnorinus et Guantinus promitunt predicto Ranfìcoto dictas res omnes in dicto viatico deferre et cum eis bona Ade negociari et lucrari et eas salvare et custodire bona fide et non infraudare de aliqua re se sciente et in redditu Bonifacium dare et consignare eidem Ranfìcoto predictas libras quadra-gintaseptem et sol. unum et den. sex jan. et terciam partem totius lucri quod dominus in his dederit ad lucrandum. Alioquin penam dupli ei stipulanti promitunt. rato manente pacto, pro pena etc. quisque eorum in solidum. Ren. iuri solidi et epistule divi Adriani et omni iuri. Testes Amicus Clarella et Guilielmus Clarella, Anfusus. Actum in domo Jacobi de Porcello, die XIIII aprilis intrantis die iovis inter terciam et nonam. M° ut supra. Cassata voluntate partium die XV Julii. CCCCXL. — Giovanni Jcura ammalato fa testamento. Designa la sepoltura nella chiesa di S. Maria; per la sepoltura soldi 15. Deve a Marino di Calignano 1. 3‘/t per cui quegli ha in pegno un anello con diamante; a Marino de Rosa, che ha in pegno un anello d’oro, s. 2 den. 4; a Guirardo barberio s. 15, pegno una cintura d’argento. Deve a Oglerio Capello per fitto di casa s. 13. Guglielmo Alfarda per un paio di lenzuola gli deve sol. 4. Erede la moglie Beatrice. Testi Facio plebano della chiesa di S. Maria e Siletto canonico della stessa chiesa, Obertino Maiolacio, Guantino sardo, Giovanni ferraio. Nella casa dove abita detto Giovanni, 15 aprile, venerdì, circa terza. C. 6\> v° CCCCXLI. — In presencia testium qui inferius leguntur, Furadus Cutinus sardus sua spontanea voluntate sine aliqua forcia vel iniuria sibi facta dixit et confessus fuit quod est servus ecclesie S.te Marie de Livel-lono et sernper stetit et fuit servus dicte Ecclesie et ab hinc in antea vult esse servus dicte ecclesie et sua voluntate et consensu presbiter Gicumel 9 — 130 - minister dicte ecclesie dedit ipsum Furadum per servum nomine pignoiis Ranfìcoto de Bonifacio pro lib. quatuor jan. quas ab eo mutuavit. Testes Marcus Scriba, Amicus Clarella et Marinus de Coçanello. Actum Bonifacio in domo Jacobi de Porcello, die XYI aprilis intiantis, die sabato inter meridiem et nonam. M°CC°XXXVIIII, Ind. XL CCCCXLII. — Presbiter Gicumel de Sardinea minister ecclesie S.te Marie de Livellono riceve a mutuo da Ranfìcoto di Bonifacio lire quattro genovesi da restituire entro un anno. Dà in pegno il servo Furado e dichiara d’avere speso la somma per utilità della chiesa « videlicet in laborando et bonificando et seminando dictas terras dicte ecclesie ». Ranfìcoto promette, appena soddisfatto, di restituire il servo « nisi iusto domini impedimento morte remanserit ». Testi, luogo e data come sopra. CCCCXLIII. — Guglielmo capellario e Guglielmina sua moglie promettono a Guglielmo de Domicella lire tre « usque ad aventum castellanorum proxime venientibus (sic) ad custodiam castri Bonifacii ». La donna agisce col consenso di Giovanni Scudaio e Nicoloso da Campo che sono anche i testi. Luogo e giorno c. s. CCCCXLIV. — Àrzoco greco riceve da Saonino tanto per 1. 31 sol. 7 e den. 4- da portare a Taravo a negoziare. Restituzione della somma al ritorno in Bonifacio. Testi Obertino scriba figlio di Nicoloso balestriere, Guido magister antelami. Bonifacio, in casa de Jacopo de Porcello, 17 aprile, domenica, tra vespro e completorio. Cassata il 12 luglio. CCCCXLY. — Giovannino Rosso e sua moglie Jacoba ricevono da Saonino tanto per lire 33 sol. 18 e den. 4 che Giovannino deve portare a negoziare a Taravo; al ritorno pagamento della stessa somma. Jacoba agisce col consiglio di Giovanni Bianco e Gandolfo di Lavagna, che sono anche i testi. Bonifacio, in casa di Berta moglie dei fu Daniele Marcelli, 17 aprile, domenica, tra vespro e completorio. CCCCXLVI. — Arzoco greco riceve da Nicoloso Beccorosso tanto delle cose del padre di questo per lire 2 e soldi 14 da portar a negoziare a Taravo: pagamento entro maggio. Testi Oberto Belestriero scriba, Giovanni Monleone. In casa di Jacopo de Porcello; data come sopra. Cassata per volontà delle parti, senza data. - 131 - CCCCXLVII. — Naolino fornaro riceve a mutuo gratis da Nicoloso Peluco lire 2 e soldi 15 da restituire entro quindici giorni. Dà in pegno un cavallo che fu del qd. Jacopo di Varese. Testi Guiraldo di Cremona, Guglielmo Alfarda. In casa di Jacopo de Porcello, 18 aprile, lunedì, fra mezzogiorno e nona. CCCCXLVIII. — Vivaldo figlio del fu Armano pellipario nomina Marco Scriba e Vivaldo de Vegia procuratori nella causa di divorzio vertente « inter me ex una parte et Agnexinam neptam Tede ex altera sub examine domini Orlandi de Campania domini pape legati in Corsica et Sardinea ». Testi Gregorio de Bargono, Guglielmo Alfarda. Actum ut supra. Cassata per volontà delle parti. CCCCXLIX. — Prete Pietro de Varrò, ministro e rettore della chiesa di Ginçano, e Guantino Zanca ricevono da Saonino tanto per lire 27 s. 12 da portar a negoziare sino a Taravo. Pagamento entro maggio. Sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 18 aprile, lunedi, circa vespro. CCCCL. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Iohannes Stregia, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani condempnaverunt Iohannam uxorem Guillelmi de Valente in dote sua ipsi Guilielmo viro secundum formam capituli de mulieribus fugitivis loquentis, Laudantes quod dictus Guilielmus habeat et teneat quieteque possideat dotem et quidquid occasione dotis ipsius Tohane poterit invenire sine contradictione ipsius Iohanne omnium-que pro ea personarum. Quod ideo factum est quoniam cum dicta Iohanna recessisset de domo dicti viri sui et dictus Guilielmus eius vir veniret coram dictis castellanis dicens quod deberent rennunciare eidem Iohanne quatenus cun dicto viro suo reverti deberet et stare, dicti castellani ipsam amonuerunt pluries amore et demum peremptorie quod ipsa cum dicto viro suo reverti deberet quod ispa minime facere curavit. Tandem dictus Guilielmus coram prefatis Castellanis venit postulans ab eis quatenus eidem Guilielmo laudarent dotem dicte Iohanne velut speciali capitulo tenebantur dicti Castellani facere publice preconari per Bonifacium et ubi dicta Iohanna solita erat morari cum dicto Guilielmo viro suo quod si quis vellet defendere dictam Iohannam et bona sua quod se coram dictis Castellanis infra certum diem presentaret. Unde cum nemo pro ea accederet et dictus Guilielmus sue peticioni instaret dicti Castellani viso speciali capitulo inde loquente constituto procuratore Marcho Scriba ipsi Iohanne ad hanc causam condempnaverunt dictum procuratorem et per eum ipsam Iohannam condenpnatam laudantes et affirmantes ut supra. Testes Oglerius Capellus iunior, Rubaldus Capellus, Daniel de Bisanne. Actura die XVI aprilis intrantis die sabbato circa terciam M°CC°XXXVIIII Ind. XI. CCCCLI. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Iohannes Stregia, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani laudaverunt et statuerunt et affirmaverunt quod Iohanna uxor quondam magistri Janis taliatoris de cetero habeat et teneat et iure proprietatis et titulo pessoluto quiete possideat domum unam positam in Bonifacio que fuit quondam magistri Janis taliatoris, cui coheret ante via, retro domus Iacobi de Porcello, ab uno latere domus Iacobi Granii et ab alio latere domus heredum quondam Villani Ospirani in solutione librarum viginti Jan. pro suis dotibus et expensis extimatorum sine contradictione Marchi Scribe curatoris bonorum quondam dicti magistri Janis omniumque personarum pro eo. Quod ideo fecerunt quoniam cum dicta Iohana veniret coram dictis Castellanis postulans in bonis quondam dicti viri sui lib. viginti nomine sui patrimonii et totidem antifacti ostendens publicum instrumentum ipsarum docium, vocato predicto Marcho dato curatore ipsis bonis quondam dicti magistri Janis, coram predictis castellanis ibidem solempniter in iure confessus fuit ipse curator se nolle contradicere peticioni ipsius Johanne sed quia non erat in dictis bonis tantum mobile unde posset habere solucionem predictam, miserunt dicti castellani Marinum de Calignano et Bartholomeum de Corso publicos extimatores Bonifacii ad dictam domum extimandam in solucionem et pro pensione ex ea sibi danda et tradenda. Qui extimatores volentes mandatum ipsorum castellanorum adimplere extimaverunt predictam domum in supradictam quantitatem et dominium et possessionem ipsi Iohanne ex ea tradiderunt sicut ipsis castellanis retulerunt. Idcirco dicti castellani fecerunt iurare dictam Iohannam de mariti rerum manifestatone secundum formam capituli et admissa solempni confessione dicti Marchi curatoris et viso ipsarum docium instrumento volentes ei de sua iusticia providere, laudaverunt statuerunt et affirmaverunt ut supra. Testes Magister Oto fixicus, Daniel de Bisanne, Guilielmus Scor-niamontonus. Actum die XVI aprilis intrantis die sabato inter primam et terciam MWXXXVIIII, Ind. XI. C. 00 v° CCCCLII. — Guantino Zancha riceve da Marchisio de Predono tanto per cui renderà 1. 14 sol. 16 entro maggio. Testi Guglielmo Mangialupo, Pietro di S. Maria de Castro. In casa di Iacopo de Porcello. 19 aprile, martedì, fra terza e nona. CCCCLIII. — Enrico de Planuxia, Iacopo de Brentace e Dolomede Tribogna ricevono da Marchisio de Predono tanto per 1.9 s. 15 */2 che devono portare usque Coaxinum a negoziare. Pagamento nella stessa somma al ritorno in Bonifacio. Testi Giovanni de Bargono, Giovanni scudaio; giorno e luogo c. s. CCCCLIV. — Marino de Cozanello riceve da Ingone di Ottobono Tornello tanto per cui darà 1. 17 entro 15 giorni « et insuper restituere omnia dampna et expensas ». Testi Lorenzo di S. Lorenzo, Simone Savonese. In casa di Iacopo de Porcello, 20 aprile, mercoledì, fra terza e nona. CCCCLY. — Si mone Savonese nomina Marino Cozanello procuratore a esigere quanto ancora gli deve Bartolomeo Bachemo « silicet 1. 56, s. 8 et in alia parte 1.6 quas Obertus veneticus dimisit in custodia et deposito Iacobi Gati consulis pro comuni Janue in Cedrone promitens [breve spazio bianco]. Marino dichiara di aver avuto da Simone tutti i pegni che questi aveva da parte di detto Bartolomeo. Testi Nicoloso baraterio, Ingone Tornello f. di Ottobono, Marco Scriba; luogo e tempo c. s. CCCCLYI. — Yivaldino figlio del fu Armano pellipario riceve da Guglielmo de Bargono che paga a nome di Orenga vedova di Armano e di Ricafìna sua figlia, eredi di lui, lire 30 che esse gli devono secondo strumento fatto da Tealdo e secondo l’eredità lasciatagli dal padre. Testi Marco Scriba, Nicoloso baraterio; luogo e tempo c. s. C. 67. CCCCLVII. — Gregorio de Bargono riceve da Yivaldo de Vegia tanto per cui darà 1. 20 entro il primo di novembre. Testi, luogo e tempo c. s. Cassata. CCCCLVIII. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Iohannes Stregia, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani absolverunt et absolutos pronunciaverunt Gracianum tabernarium a rebus infra-scriptis que fuerunt quondam Michaelis de Camulio que eidem Gradano date fuerunt in deposito et accomendacione per Redulfum de Maniavachis et Balduinum de Quarto et Bonumvasallinum de Camulio prout continetur in quodam instrumento inde facto extracto ex cartulario quondam Thebaidi scribe manu Iohannis notarii quondam Guillelmi Merçarii filii. Res autem sunt - 184 - iste. Inprimis saccum unum lini quod est cantarium unum et rotuli quinquê cum volia. Saccum unum piperis quod est libras centum sexaginta tres cum voliis, quinque pecias cendati, quatuor centenaria et cannas vigintisex et dimidiam de canavaciis, clamidem foratum cendati et tunicam et supra coctum, duas pelles et quatuor manipulos et duo coopertoria. Laudantes quod dictus Gracianus vel alius prò eo de cetero non possit conveniri neque molestari ab heredibus quondam dicti Michaelis vel ab alio pio eo neque ab accomendatariis suis de predictis rebus vel earum occasione. Quod ideo fecerunt quoniam cum dominus Egydius de Bornado Jan. consul de iusticia adversus burgum per suas litteras sigillo Comunis Ianue munitas supradictis castellanis miserit in quibus continebatur quod omnes res dicti Michaelis quondam que penes dictum Gracianum erant Enrico de Murtedo speciali nuncio constituto ab accomendatariis dicti Michaelis facerent dare et consignare, Unde supradicti castellani viso tenore dictarum licterarum supradic-tum Gracianum coegerunt dare et consignare res predictas ipsi Enrico nomine accomendatariorum ipsius Michaelis quondam et in eorum presencia confessus fuit idem Enricus dictas res habuisse et recepisse a dicto Gradano qui Gracianus suplicavit iamdictis castellanis ut ipsum absolverent de predictis rebus unde ei laudem absolutionis facerent ne de cetero posset conveniri vel molestari. Idcirco dicti castellani admissa confessione dicti Enrici et annuentes iuste suplicationi ipsius Graciani volentes ei de j usticia providere absolverunt et laudaverunt ut supra. Testes Magister Oto fixicus, Streva de Bonifacio, Rainerius guardator, Iohanes de Bargono. Actum die XXI aprilis die mercurii circa terciam, MWXXXVIIII, Ind. XI. CCCCLIX. — Beltrame Rosso e Guglielmo Amico vendono a Guglielmo Elia sette botti piene di vino a lire 6 e denari 3 a mezarolo; lo porteranno a loro spese sino al porto di Torres sulla loro nave chiamata San Giovanni. Guglielmo Elia promette di pagare, entro nove giorni dacché arriveranno a Porto Torres con la nave, la somma pattuita. Hanno avuto « nomine arri dicti vini » soldi cento. Testi Pietro corregiaio, Puncio di Belmundo. In casa di Iacopo de Porcello, 21 aprile, giovedì, circa prima. CCCCLX. — Dolomede Trebogna e Enrico de Viola e Iacopo de Bun-tate ricevono da Saonino tanto per cui daranno 1. 43*/2 da portare usque Coaxinum. Restituzione al ritorno. Testi Obertino Balestriere scriba, Benvenuto tìglio di Tealdo scriba. C. s., prima di vespro. — 135 — C. 67 v° CCCCLXI. — Marino Cozanello riceve da Ingone Tornello f. di Ottobono tanto per cui gli darà 1. 14 entro 15 giorni, oltre le 1. 17 che gli deve secondo strumento fatto per mano di Tealdo. Testi Andrea Nasone, Gregorio Paparino. Sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 21 aprile, giovedì, fra prima e terza. CCCCLXII. — Benvenuta moglie del fu Enrico Bonanate vende a Pietro de Curia suo cognato metà di una casa indivisa in Bonifacio tra la casa di Oglerio Capello iuniore, la via o caruggio da due lati e la casa di Carlo Bocacio, al prezzo di 1. 9. Agisce col consiglio di Oliviero speziale e Giovanni scudaio nominati parenti e vicini. Testi Giovanni di Siviglia e i predetti: in casa di Iacopo Porcello. 21 aprile, giovedì, fra terza e nona. CCCCLXIII. — Pietro de Curia promette a Benvenuta sua cognata lire 6 gen. « in redditu quem feceris in Bonifacio de viatico Sancti Tacobi de Galicia quo modo in peregrinacionem itura es que restant tibi habende ex illis lib. novem quas tibi dare promisi pro precio unius medietatis domus quam hodie mihi vendidisti » sebbene si sia dichiarata interamente soddisfatta. « Item actum inter eos comuni voluntate eorum quod si dieta Benvenuta magis non reddierit de dicto viatico quod dictus Petrus non teneatur amplius dare pi edictos denarios alicui persone set sint ipsius Petri et suorum heredum pro remedio anime sue. Testes locus et omnia ut supra ». CCCCLXIV. — Ranfìcoto di Bonifacio riceve a mutuo gratis da Carlo Bocacio soldi 48 che renderà salvi in terra entro 8 giorni daU’arrivo di lui Bocacio a Genova, senza pagamenti e tasse. Testi Ambrogino Peluco, Pietro de Curia; Bonifacio, sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 21 aprile, giovedì, fra nona e vespro. C. 68. CCCCLXV. — Rubaldo Capello e sua moglie Galasia vendono a Raimondo Peluco una casa in Bonifacio che ha da due lati la casa di esso Raimondo, davanti la via pubblica e dietro la terra vacua che spetta alla detta casa, al prezzo di lire 8. Guglielmo Clarella e Oglerio Capello iuniore consiglieri di Galasia. Testi Guglielmo Alfarda, Amico Clarella, Recupero. In casa di Jacopo de Porcello, 21 aprile, giovedì, circa vespro. — 136 — CCCCLXVI. — Raimondo Peluco promette a Rubaldo Capello e Galasia sua moglie di restituire la casa oggi venduta al prezzo di 1. 8 entro tre anni dal 1° maggio, se in questo tempo gli restituiranno la somma di lire 8. Testi, luogo e giorno come sopra. CCCCLXA II. — Jacopo Peluco riceve da Amico Clarella 1. 7 che renderà entro 14 giorni dall’arrivo della saettia di Anseimo Barilario, chiamata S. Marco, nel porto di Genova, libera da pagamenti. Dà in pegno mine 13 di frumento che è nella stessa nave. Testi Guglielmo Clarella, Obertino Balestriere scriba. Luogo e c. s. CCCCLXVTII. — Delomede Trebogna, Jacopo de Buntate e Enrico de Planuxia ricevono da Nicoloso Barengo per 1. 5 che portano a Caxino per negoziare. Pagamento al ritorno in Bonifacio. Testi Gregorio Paparino, Obertino Balestriere. CCCCLXIX. — Marino greco riceve da Otone de Murta tanto per lire 2 e sol. 16 da portare a Vignolo a negoziare. Restituzione al ritorno della barca di Jacopo de Porcello dal viaggio di Vignolo dove sta per andare. In casa di Iacopo de Porcello, testi Nicoloso Baranzio, Rubaldo Capello; 22 aprile, venerdì, circa prima. Cassata il 7 luglio. C. 08 v° CCCCLXX. — Ego dominus Lambertus Dei gratia episcopus Aleriensis, per me et meos sucessores, do cedo et trado et te investo et investituram nomine recti et honorifici foudi facio tibi domino Odimundo Mascè tuisque heredibus masculis, de triginta stariis frumenti boni, quod frumentum promitto tibi dare et consignare tibi annuatim per me et meos sucessores tibi et heredibus tuis masculis apud Aleriam, meum bonum et optimum mundum et siccum sine aliquo impedimento, faciendum exinde quicquid volueris de cetero nomine recti et honorabilis feudi sine omni mea meorumque sucessorum et omnium personarum pro dicto episcopatu contradicione, quod feuduin promitto tibi decetero non impedire nec subtraere, set pocius ab omni persona loco et homine legitime defendere, et auctorizare et expedire per me meosque sucessores tibi tuisque heredibus masculis. Remissa denunciandi necessitate promitto, quod si defendere minime non potero seu quovis ingenio ego vel sucessores mei subtraere contrafieri mus tunc in duplum feudum hoc sicut valet vel prò tempore valuerit tibi stipulanti spondeo, - 137 - rato manente pacto prò pena vero et predictis omnibus actendendis et observandis omnia bona dicti episcopatus tibi pignori obligamus. Possessionem et dominium vel quasi inde tibi corporaliter nomine recti feudi tibi tradidisse confìteor. Insuper ego Odimundus confìteor iurasse vobis domino episcopo fidelitatem pro hoc feudo contra omnes personas, et promitto vobis esse verus et fidelis vasallus vestri et vestrorum sucessorum sicut verus et fidelis vasallus est et esse debet proprio domino. Testes Saracinus quondam Alborelli, Lambertus quondam Rustici, Bonus compagnus notarius. Actum Bonifacio in domo Care uxoris Johanis Rubei, qua habitat Bonapars de Portuvenere, die XXVI aprilis, die martis circa vesperas, M0CC°XXXYIIII, indicione XI. CCCCLXXI. — Ego Odimundus Masca promito vobis domino Lanberto dei gratia episcopo aleriensi quod reddam et restituam vobis statum feudum quod hodie mihi dedistis in feudum sive nomine feudi silicet staria triginta frumenti prout continetur in carta feudi facta manu mei Tealdi notarii quan-docunque mihi dederitis et consignaveritis cum licencia et voluntate domini archiepiscopi pisani nomine recti et honorifici feudi tantam terram apud Aleriam et in districtu Alerie que sufficiat ad laborandum ad unum par boum et si mihi dederis (sic) et dare promiseris bovem unum in perpetuum mihi et heredibus meis masculis faciendo vos mihi cum domino archiepiscopo pisano cartam recti et honorabilis feudi in laude viri sapientis de predicta terra et bove. Alioquin penam dupli etc. pro pena etc. Testes locus et nomina ut supra. CCCCLXXII. — Galvano Stancone riceve a mutuo gratis da Ottone de Murta sol. 100 che renderà entro la festa di S. Giovanni di giugno. Dà in pegno « equum unum bonum de quo possessionem nomine pignoris tibi tradidisse confiteor. Ita tamen quod dictum equum sit ad fortunam mei Galvani de omni periculo tandiu quod fueris solutus de dictis per totum. Ita actum... quod si tu dictus Oto in infradictum tempus alium equum emeris quod promito tibi solvere totum dispendium quod feceris in pascendo dictum equum ab ilio tempore quo illum emeris usque dum solutus fueris de dicto debito credendo tibi de expensis tuo solo verbo sine testibus et iuramento. Testes Marcus Scriba, Guilielmus Puliardus. In domo Iacobi de Por-cello, 21 aprile, venerdì fra terza e nona. CCCCLXXIII. — Flosdegrana moglie di Guglielmo Puliardo nomina maestro Ottone medico suo procuratore a far estrarre « quandam laudem ex cartulario quondam Marchi Thebaidi scribe de quadam extimatione unius - 138 — orti mihi facta per Rubaldum Capellum et Marinum de Calignano publicos extimatores Bonifacii occasione mearum docium contra dictum Guilielmum virum meum et ad deferendum mihi dictam laudem ». Agisce coi consenso di Oglerio Capello iuniore e di Marco Scriba. Testi i predetti e Giovanni scudaio; luogo e giorno come sopia. CCCCLXXIY. — Testamento di Giusta Candelaria che va in pellegrinaggio a S. Iacopo. Destina 20 soldi all’opera della chiesa di S. Malia ealtie chiese, S. Nicola, S. Antonio, S. Amancia, e sei lire alla chiesa di Monte-cristo per rimedio dell’anima sua e del figlio Giovanni che è colà. Lascia alcuni legati « Item omnibus filiociis meis quos habeo in Bonifacio sol. 20 »; alla comare Ugolina una strapunta, la più piccola di quelle che ha. A Giovan-netta pedissequa sua sol. tre e un fustagno nuovo che possiede e tutti gli indumenti che ha addosso. Esecutori testamentari Vivenderia e il figlio Giovanni. Testi Matteo di Sampierdarena, Giovanni scudaio, Benvenuto figlio di Tealdo scriba, Obertino Balestriere. Come sopra. c. 09. OCCCLXXV. — Lorenzo di S. Lorenzo, Guglielmo pescatore e Giovanni di Sanguinaria ricevono da Giovanni Carbano tanto da poitaie aGonaiio, per cui daranno 1. 7, s. 10 e den. 3 entro maggio e anche piima se tomeian no prima dal viaggio che stanno per intraprendere. Testi Giovanni scudaio, Oglerio Capello giuniore. Come sopia, fia nona e vespro. CCCCLXXVI. — Lorenzo di S. Lorenzo, Guglielmo pescatore e Giovanni di Sanguinaria ricevono da Ottone di Murta tanto per 1. 11 eden. 9 da portare a Gonario, con le solite clausole. Daranno altrettanto entio maggio. Testi, luogo e data come sopra. CCCCLXXVII. — Ingone Tornello f. di Ottobono Tornello riceve gratis et amore de Galvano Stancone lire 6 per cui darà 1. 6 salve in tena, libeie da pagamenti entro otto giorni daU'arrivo a Genova di lui Stancone. Testi Iacopo Grunio, Obertino Balestriere. In casa di Iacopo de Poi-cello, ‘23 aprile, sabato, circa prima. CCCCLXXVIII. — Dogordono canonico della chiesa turritana e ministro e rettore della chiesa di S. Michele di Cinerea riceve a mutuo gratis da Nicoloso Peluco 1. 4 e sol. 8. Renderà altrettanto entro il primo di agosto. Testi Rubaldo Capello, Ugolino tabernario; come sopra. - 189 - CCCCLXXIX. — Galasia moglie di Rubaldo di Pegli, volendo andare in pellegrinaggio a S. Iacopo di Galizia, temendo il giudizio di Dio, fa testamento. Per l’anima sua lascia lire 3 a disposizione del marito Rubaldo; alla nipote Adalasia « ad suum maritare centuram unam argenti silicet illam quam dedit pater meus Berniconus quondam si acceperit virum ». Ad Agnesia « baiula sua » una sopraveste. L’usufrutto dei beni al marito, poi ai figli Lambertino, Iardineta e Perino. Alla chiesa di S. Giacomo « meum sospitalem ». Eredi i figli e se non avranno figli si succedano l'un l’altro. Testi Galvano Stancone, Marco Scriba, Graziano tabernario, Ansaldo de Signago, Guglielmo Dede, Benvenuto de Durante. In casa di detto Rubaldo, 23 aprile, sabato, circa terza. C. 69 v° CCCCLXXX. — Ambrogio Peluco riceve da Altadona Peluca 1. 8 sol. 7 che porta a Genova a rischio e fortuna di lei e che deve mandare impiegate da Genova in Bonifacio. Testi Simone Savonese, Enrico Sardena. C. s. CCCCLXXXI. — Marco di Sampierdarena riceve da Guglielmo di Alessandria 1. 6y2 per cui gli vende una barca di sei remi. Testi Simone Savonese, Guglielmo Dede. C. s. a vespro. CCCCLXXXII. — Dolomede di Trebogna, Iacopo de Buntate, Enrico de Planuxia ricevono da Gregorio de Bargono tanto per lire 13 sol. 18 da portare a Coaxino a negoziare. Al ritorno in Bonifacio daranno 1. 13 e s. 18. Testi Giovanni scudaio, Giovannino de Borello. C. s. COCCLXXXIII. — Testamento di Maria, moglie di Fasano de Capite, che vuol andare a S. Giacomo. Lire 6y2 per l’anima, di cui s. 40 alla chiesa di S. Amancia. « Item pro animabus illorum quibus abstuli vel falsavi de rebus eorum sol. decem. Item pro missis canendis pro anima mea sol. 10 ». Alla figlia di Bernardo di S. Amancia sol. 20, alla nipote Golatella sol. 20, a Giusta di Giovanni Cada sol 10. Il resto al marito. Testi Giovanni Gallo, Bonsignore de Vingueglia, Aldebrando de Belia Oglerio calegario, Ugolino Cencha. Bonifacio, in casa di Iacopo de Porcello, 25 aprile, lunedi, circa prima. — 140 - CCCCLXXXIV. — Vivenderia uxor quondam Nicholosi magistri et Aidela eius filia vendunt cedunt et ad perpetuum tradunt in alodium Guantino sardo molinario de palea recipienti et ementi nomine Marignani filii sui territorium unum domus positum in Bonifacio cum medietate muri quod est inter dictum territorium et domum predictarum Vivenderie et Aidele et cum terra vacua silicet orto qui est subter dictum territorium versus murum castri cui territorio et orto coheret superius via publica, inferius murum comunis, ab uno latere domus et ortum predictarum Vivenderie et Aidele, ab alio latere terra vacua comunis precio lib. septem jan. Pro predicto precio vendunt ei recipienti nomine dicti Marignani filii sui predictum territorium et ortum plenum et vacuum in integrum cum introitu et exitu suo et cum omnibus super positis et omni iure et comodo ad faciendum exinde quidquid voluerit de cetero iure proprietario et titulo emptionis sine omni sua et heredum suorum et omnium pro eis contradictione... Et de precio se bene quietas et solutas inde ab eo se vocant. Ren. etc. Facientes bec omnia consilio Donni Calegarii et Iohannis scutarii quos suos propinquos et vicinos appello (sic), et confitetur dicta Aidela esse maiorem annis XXV. Testes Guido magister antelami, Bonus Iohannes ferrarius, Donnus calegarius et Iohannes scutarius. Actum Bonifacio in domo que fuit quondam Lamberti de Berniçono, die XXV aprilis die lune inter nonam et vesperas, M° ut supra. C. 70. CCCCLXXXV. — Guantino sardo molinario promette a Vivenderia e Aidelina (v. CCCCLXXXIV) di pagare 1. 7, un terzo al Natale di ciascuno dei tre anni successivi, prezzo del territorio comperato e che resta a dare non ostante la dichiarazione dell’atto precedente, Testi, luogo ecc. c. s. CCCCLXXXYI. — Bartolomeo de Faxolo riceve a mutuo gratis da Amico Clarella tot per cui darà 1. 5 sol. 12‘/2 entro 14 giorni dall’arrivo nel porto di Genova della saettia S. Marco di Anseimo barilario, libere da spese e tasse. In pegno dodici mine di frumento che ha nella detta nave. Testi Iacopo Peluco, Marchisio de Predono. In casa di Iacopo de Porcello, 26 aprile, martedì, circa prima. CCCCLXXXYII. — Ego Gregorius de Bargono promito tibi Lamberto de Plancungiis quod usque ad festum Natalis domini proximi adsociabo tibi et dabo ad socium pecoras centum ad custodiendum ponendo tu de tuis prò- - 141 — pviis alias centum et eas tibi dimitam usque ad annos decem completos. Et ego Lambertus promito tibi Gregorio predicto adsociare tecum pecoras centum cum aliis centum de tuis et eas custodire usque ad annos decem completos et tantum plus quantum fuerit de voluntate tui Gregorii dividendo inter nos dictas bestias tempore divisionis per mediumet inde cartam securitatis tibi faciam in laude tui sapientis ad dictum terminum pro predictis conventis et promito tibi quod aliam sociam ab aliqua persona non accipiam. Alioquin penam sol. centum Ian. tibi stipulanti spondeo. Rato etc. pro pena etc. Insuper iuro etc. Testes Marcus Scriba, Anfusus, Benvenutus de Durante. Actum Bonifacio in domo Iacobi de Porcello die XXYII aprilis die Mercurii inter nonam et vesperas MWXXXVIIII Ind. XI. c. 70 v° CCCCLXXXVIII. — Gregorio de Bargono riceve a nome degli eredi del fu Armano pellipario da Vivenderia moglie del fu Mando sol. 19 che restavano a pagare ad Armano delle 1. 20 che gli doveva secondo carta fatta in proposito; i quali 19 soldi « Armanus confessus fuit in sua ultima volutate quando obiit ». Testi Ranfìcoto Vernacia, Amico Clarella; in casa di Iacopo de Por-cello, 28 aprile, giovedì, fra nona e vespro. CCCCLXXXIX. — Dolomede Trebogna, Iacopo Bontà e Enrico de Pla-nuncia ricevono da Guglielmo de Domicella tanto per soldi 56 da portar a negoziale a Coaxino. Pagamento dei 56 soldi al ritorno in Bonifacio. Testi Vernacia, Marino qd. Baldi. C. S. CCCCXC. — Giusta corsa « volens ire in peregrinacionem Sanctum Iacobum de Galicia » fa testamento. Soldi 10 alla chiesa di S. Maria, s. 40 a S. Giacomo, uno a S. Nicola, uno a S. Amancia. Eredi il fratello Lupolino e i figli Lanfranchino, Contessina e Iacobina, succedendosi a vicenda se senza eredi. « Item constituo et dimito Iohanem veneticum calegarium dominum et receptorem de medietate rerum mearum pro dictis Lanfranchino et Contessina et Iacobina filiis suis quod sibi contigerit de bonis meis. Item constituo et dimito dictum Lupolinum fratrem meum dominum et guardatorem rerum mearum usque dum venerò et si magis non reddiero hec res meas (sic) omnes dividantur inter prodictos Lupolinum et Lanfranchinum et Contessinam et Iacobinam pro quarta parte sicut dictum est superius ». Da Aldasia moglie di Balduino Nigro deve avere soldi 6 per un quartino di frumento, somma che le lascia per l’anima sua e così ad Altabilia di Beroaldo, a Guido Corso 6l/2, a - 142 — lacobino balestriere egualmente e a Maria de Bono per una mina soldi 13. Espone le masserizie e vesti che ha in casa. Testi Pietro cultellerio, Oberto calafato, Nicoloso rumpitore. In casa di Giovanni rapallino dove essa Giusta abita; 24 aprile, domenica, fra terza e nona. CCCCXCI. — I castellani Stregia, Tornello, Da Murta attribuiscono a Benvenuta vedova di Aimerico pescatore di Portodelfino, senza opposizione di Guglielmo, Rubaldino, Noiasano, Giovannino eRiccadonna figli ed eredi di detto Aimerico e di Guglielmo Alfarda loro curatore, il possesso di una casa in pagamento di lire 16 per la sua dote. La casa è in Bonifacio tra quelle di Nicoloso Borsa, Enrico de Tiba, la via pubblica e la casa di Nardo di Narbona. Inoltre una pezza di terra di orto « ad lungonem » fra le terre di Vivenderia, di Albertino, del fu Enrico pellipario e la strada. Terra e casa le furono consegnate da Marino di Calignano e Bartolomeo de Corso pubblici estimatori, perchè messe all'asta. Testi Yivaldo de Vegia, Gregorio de Bargono, Anfuso, Giovanni de Bargono; 28 aprile, giovedì, fra prima e terza. C. 71. CCCCXCII. — Simone Saonese dichiara di dovere a Orlando de Campania legato della Sede Apostolica 1. 67 s. 6. che gli diede in accomendazione e custodia in Sardegna da portare a Bonifacio con l’obbligo di restituirle a ogni richiesta. Testi Giovanni Stregia, Ingo Tornello, Ottone de Murta castellani. In Bonifacio, nella canonica della Chiesa di S. Maria, 22 aprile, martedì, circa terza. CCCCXCIII. — Gregorio de Bargono f. del fu Guirardo de Bargono e Ricafìna sua moglie figlia del fu Armano pellipario vendono a Vivaldo figlio dello stesso Armano una casa appartenuta al padre in Bonifacio, tra la via pubblica « sive carrubium » dinanzi, dietro la casa di Altabilia, da un lato la casa di Orenga e dall’altro di Bartolomeo di Montagna e moglie, per lire 15. Ricafìna agisce col consenso di Marco Scriba e Guglielmo Mangialupi. Questi denari, dichiara Vivaldo, sono di quelle lire cento che il padre gli lasciò in testamento. Testi Gualterio di Messina sarto, Giovannino Borelli; in casa dei predetti coniugi, ultimo di aprile, sabato, fra nona e vespro. - 143 — C. 71 v° CCCCXCIY. — Yivaldo ecc. (v. sopra) si dichiara pienamente soddisfatto delle 100 lire che doveva avere dell’eredità paterna. Tutte le carte e gli atti fatti dal padre in vita e per atti di donazione devono ritenersi irrite e nulle. Testi, luogo e giorno c. s. CCCCXCV. — In presencia testium infrascriptorum, dominus Terona-rius episcopus bossanus et Magister Aprilis ex parte domini Orlandi de Campania sedis apostolice legati cuius vicem gerebant dixerunt et precipuerunt ac denunciaverunt Petro Villano de terra Sassari ut staret coram eis ad audiendam sentenciam inter ipsum ex una parte et Vivenderiam filiam Graciani tabernarii ex altera sub examine dicti domini legati quam sentenciam volebant dicere et pronunciare secundum quod abinde habebant in mandatis a domino legato. Qui Petrus noluit stare ad dictam sentenciam audiendam set ab eis se absentavit et fugivit unde dominus legatus precepit mihi Tealdo scribe ut inde publicum facerem instrumentum secundum quod eidem Petro fuit denunciatum. Testes Balduinus de Quarto, Guilielmus de Domicella, Sarracinus. Actum Bonifacio in canonica ecclesie S.te Marie, die penultima aprilis, die veneris inter nonam et vesperas M°CC°XXXVIIII Ind. XI. CCCCXCVI. — Oglerio Capello iuniore e Paolo spagnolo promettono a Ansaldo Traverio che tutte le spese che farà e farà fare « in recuperando et redimendo Anselminum filium qd. Petri Sagita et Guile uxoris qd. Alberti de Bonanata qui est in carceribus regis de Tunexim » gli saranno restituite entro un mese dal momento in cui detto Anselmino sarà restituito. Testi Ranfìcoto, Guglielmo Calefato ferrario, Limario, Nicoloso Peluco. In casa di Iacopo Porcello, 1 maggio, domenica, fra nona e vespro. CCCCXCVII. — Lorenzo di S. Lorenzo, Guglielmo pescatore e Giovanni di Sanguinaria ricevono da Oberto del fu Ferro tanto per 1. 8 e sol. 6 e den. 3 che porteranno insieme con lui a Gonaro a commerciare. Pagamento entro Maggio. Testi Signorino de Rocca, Enrico di Multedo. In casa di Iacopo de Porcello, 2 maggio, lunedì, circa terza. - 144 - CCCCXCVIII. — Obertinus qd. Ferri de Sigestro riceve da Lorenzo di S. Lorenzo, Guglielmo pescatore e Giovanni di Sanguinaria tanto per 1. 5 e sol. 15 da portare con loro a Gonaro. Pagamento in maggio. Testi, luogo e giorno c. s. CCCCXCIX. — Giovanni di Sanguinaria nomina procuratore Maestro Aprile « ad impetrandum pro me et meo nomine literas in curia romana a summo pontefice secundum quod in peticione mea tibi data in scriptis continetur ». Testi Giovanni Rapailino, Giovanni Sardo; luogo e giorno c. s. D. — Gregorio de Bargono riceve in accomendazione da Giovanni de [lacero] da restituire a richiesta. Testi Recupero, Benvenuto de Calignano, Giovanni de Pruno; c. s. DI. — Obertus Madonacus cursus riceve da Vegia de Landulfo de Gallo sua moglie nomine docium et patrimonii 1. 32 e altrettanto ne stabilisce sui propri beni di antefatto da farne ciò che vorrà secondo il costume e la consuetudine della città di Genova. Testi Gregorio de Bargono, Recupero, Porcheto macellatore, Dolomede Buscarino. Nella casa del fu Armano pellipario dove abitano i detti coniugi; 2 maggio, lunedì, fra nona e vespro. DII. — Ego Iohanes Stregia in adversa valetudine positus contempla-cione ultime voluntatis, meorum rerum talem facio disposicionem. In pi imis sepulturam meam eligo apud ecclesiam Sancti Jacobi. Item iudico opeii ecclesie Sancte Marie soldos centum, Item operi ecclesie Sancti Iacobi libras tres, Item operi ecclesie Sancti Nicholai soldos viginti, Item opeii ecclesie Sancti Antonii soldos decem, Item operi ecclesie Sancte Amancie soldos decem. Item pro mea sepultura in die funeris mei libras quatuoi, Janue, in disposicionem Oglerii Capelli iunioris. Item unicuique ecclesia!um db istis insulis pro anima mea soldos quinque. Item iudico uxori mee domine Ansuine ultra suas raciones libras centum Janue, et omnia indumenta et guarnimenta sua de suo dorso et lectum suum guarnitum, et totum masa-ricium de domo mea, et Margaritam ancellam meam, quam pro mercede et remedio anime sue et anime mee debeat manumitere. Item volo iubeo et statuo quod nemo possit compellere sive costringere dictam uxorem meam facere sacramentum de manifestacene rerum mearum et illud sacramentum ei remitto et parco set credatur ei solo suo verbo, de eo quod inde dicere voluerit. Item iudico Ansuine nepte mee libras centum Janue, et tres - 145 — vachas quas dicta uxor mea eius nomine et pro ea emit et totum fructum illarum. Item iudico Oglerio Capello iuniori, et Jardine eius uxori nepte mee unum territorium domus quam habeo prope domum Galvani Stanconi, et ab alio latere est domus Puncii Suzupili. Item volo et iubeo quod carta debiti quam habebam super Oglerium dictum sit irrita et cassa et nullius momenti et valoris. Item confiteor dictus Oglerius debet mihi reficere, fleri facere et edificare domos undecim quas in Bonifacio habeo, et levare de lignamine, et facere solarios illarum domorum de crostarne et eas debet fornire de omni re que in eis sit necessaria preter quod non debet ponere cla-vaturas in portis illarum, pro libris sexaginta quinque Janue, quarum habet libras triginta sex, et adhuc debet habere libras viginti novem, et similiter debeo ei dare omni die quod fecerit in eis laborare duos manuales ad meum dispendium, et omnes canterios et lapides que in eis sunt. Item volo iubeo statuo et ordino quod Comita Gorgonus, Johanes Nigrus, Arçochus Mazarius, Johaninus Cagnus, Johaninus Pia, Johanes Burgus, Jordanus Cagnolinus, Petrellus et Johaninus Niger servi mei, et eorum heredes masculi et femine pro mercede et remedio anime mee, de cetero ab hodie in antea sint liberi et franchi, cum omnibus terris et posessionibus et rebus eorum mobilibus et immobilibus que et quas habent, tenent et possident, et deinceps adqui-sierint, et ipsi et eorum heredes ab omni vinculo servitutis penitus libero et absolvo et inde sint liberi et absoluti cum omnibus terris et rebus eorum mobilibus et immobilibus, ita quod ipsi possint vendere donare et per animam iudicare omnes terras et res eorum mobiles et immobiles, et ex eis faciant quicquid facere voluerint sine mea omniumque pro me personarum, contradicione. Item manumitto pro mercede et remedio anime mee Mari-gnanum et Scafam servos meos et eorum heredes masculos et feminas cum omnibus terris posessionibus et rebus eorum mobilibus et immobilibus, que et quas habent tenent et possident et deinceps adquisieri 111, et ipsi et eorum heredes masculi et femine ab omni vinculo servitutis et ancillatus penitus libero et absolvo et inde sint liberi et absoluti ab hodie in antea, ita quod possint vendere donare et per animam iudicare omnes terras et posessiones, et res mobiles et immobiles que et quas hodie habent tenent et possident, et deinceps acquisierint, et ex eis faciant quicquid facere voluerint sine omni mea omniumque pro me personarum contradicione. Item manumitto Ange-lellam, Otolinam, Benvenutam, et Columbinam ancillas meas, et earum heredes masculos et feminas cum omnibus earum rebus mobilibus si quas habent et eas et earum heredes masculos et feminas pro mercede et remedio anime mee cum omnibus rebus eorum si quas habent ab omni vinculo servitutis et ancillatus penitus libero et absolvo, et inde sint libere et absolute pro mercede et remedio anime mee cum omnibus earum rebus mobilibus et 10 — 146 — immobilibus ab hodie in antea. Item confiteor quod debeo dare Johani Beco-rubeo libras novem, et si ipse dicere voluerit quod debeam ei plus dare volo et iubeo quod credatur ei solo suo verbo usque in libras decem tantum sine testibus et sacramento. Item Guirardo Barberio libras quatuor, Item Rubeo eius fratri soldos sexdecim, Item Gregorio Parmario pellipario quondam socero suo soldos viginti septem, Item Saonino pro brachia quatuor de viride soldos viginti novem, et denarios quatuor, et in alia parte soldos decem septem et denarios quatuor pro bruneta quam ab eo emi, Item Raimundo Peluco libras quatuor et soldos novem. Item Guilielmo Scornamontono libras duas et soldos duos, et denarios tres. Item iudico ecclesie Sancti Nicholai pro anima patris mei et matris mee soldos decem. Item debeo dare Nicholoso Peluco soldos sex et denarios duos, Item heredibus quondam Simonis de Bargono soldos viginti Janue, Item domino Ingoni Tornello soldos viginti quatuor et denarios duos, Item Marchisio de Predono, pro brachia quatuor biavi soldos viginti tres et denarios quatuor. Item debeo dare cuidam sardo de Sassari cuius nomen ignoro libras decem et dimidiam Janue, quas ei dedi in custodia et accomendacione. Ceterorum bonorum meorum omnium, Beldiem et Sicham et Reginam sorores meas et earum filios mihi heredes instituo et ordino, silicet unaqueque earum cum filiis suis pro tercia parte bonorum meorum. Item confiteor et dico quod dominus Enricus de Cinercha debet mihi dare pecoras centum, et in alia parte capras nonaginta, quas sui homines mihi abstulerunt quando ipse Enricus venit de Janua. Item dominus Guilielmus de Cinercha debet mihi capras centum quas sui homines mihi abstulerunt. Item prestavi dicto domino Enrico equum unum spanum quando venit de Janua in Bonifacio pro eundo domum suam quam postea mihi non reddidit, et qui valebat libras sex Janue. Item in alia parte debet mihi dictus Enricus boves duos quos Janonus de Serra mihi abstulit, Item debeo dare Recupero pro aspa una de molendino soldos quinque. Item Placiencie Ferrario et Johanni Ferrario soldos viginti novem et dimidium. Item confiteor quod habui de denariis quondam Canturii quos ego et socii mei habemus in custodia libras quindecim et dimidiam quas dedi et solvi in porcis quos cum dictis sociis mei emi. Item Johannes Por-narius debet mihi pro posessione domus mee et furni de quatuor annis proxime preteritis libras triginta quatuor Janue, quas iudico et dimito ei pro anima mea soldos centum. Item debeo dare heredibus quondam Bartholomei Arduini soldos octo et denarios octo, Item magistro Alberto soldos quinque. Item iudico et dimito Yivaldo de Sparverio pro anima mea totam pensionem domus mee qua manet et volo et iubeo quod nemo possit inde ei aliquid petere. Item iudico et dimito Guilielmo fratri meo annuatim usque dum vixerit pro suis indumentis soldos centum Janue, quos annuatim habeat et percipiat in bonis et de bonis meis usque dum vixerit — 147 — sine omni mea omniumque pro me contradicione. Ttem iudico et dimito Santulino et Lambertino et Faciolo fratribus tres partes castri mei de Cami-lia. Item volo et iubeo quod vendantur tot de meis bestiis unde possit solvere totum meum iudicatum superius nominatum. Item iudico et dimito dicte uxori mee libras decem Janue, cum quibus pro me ire debeat apud Sanctum Iacobum de Galicia si ire voluerit, sin autem ire voluerit volo quod dicte libre decem dentur et solvantur cuidam bono homini qui ibi pro me ire debeat. Item volo iubeo et ordino quod Guantinus sardus et heres suus transactis annis sedecim debeant tenere et habere terram de Carcerana quam per me hodie tenent, tantum quantum eam tenere voluerint, ab annis sedecim infra pro illis conventis pro quibus hodie tenent et secundum quod continetur in carta inde facta inter me et ipsum Guantinum. Item confiteor quod dedi eidem Guantino ad laborandum quandam aliam peciam terre in Carcerana, quam debet habere laboratam usque ad annos octo completos sine eo quod inde aliquid debeat mihi dare usque ad predictos annos octo completos, set ab octo annis antea debet mihi solvere annuatim pro pensione dicte terre soldos octo Janue, quam terram volo et iubeo et ordino quod ipse Guantinus et heredes sui tenere debeant tantum quantum voluerint, reddendo annuatim heredibus meis soldos octo Janue. Item dictus Guantinus debet mihi soldos decem. Item heredes quond. magistri Janis taliatoris libras tres et dimidiam, que scripte sunt in cartulario castellanorum anni preteriti. Item iudico et dimito Falzono magistro antelami et uxori territorium unum domus quam habeo prope domum Guidonis textoris, cui coheret a tribus partibus terra mei Johanis, a quarta parte via. Item iudico et di-mito Marcho Scribe alium territorium domus quod est prope dictum territorium quem dimito ipsi Falzono, silicet, de subtus illum territorium Dulzonis. Item iudico Gorgie soldos decem. Item iudico pro missis canendis per animam meam soldos centum Janue. Item confiteor quod debeo dare Oglerio Capello i uniori soldos duodecim Janue. Hec est mea ultima voluntas quam volo et iubeo firmam et ratam atque illibatam semper permanere. Et si quodvis legale ibi deest absencia cuius hoc instrumentum cassari possit, volo et iubeo ut saltem vi codicilli optineat firmitatem, et omnia alia testamenta, vel codicillum quod vel que olim feci vel fieri feci sint irrita et cassa, et nullius momenti et valoris esse volo et iubeo, et istud semper ratum et firmum in suo robore permaneat. Testes Ingo Tornellus filius Otoniboni Tornelli, Gregorius de Bargono, Recuperus, Guilielmus de Sancto Petro Arene, Stephanus Bergognonus, Johanes Fornarius maior, Johanes de Monto-bio. Actum Bonifacio in domo predicti Johanis, die V. madij intrantis, die iovis inter primam et terciam, M°CC°XXXVI[[I, indicione XI. Feci unum domine Ansuine, et alium domine Siclie, — 148 - C. 73 v° DIII. — Guilielmus Dei grafcia archiepiscopus Sagone riceve da Gregorio de Bargono « osbergum unum cum manicis et pancerias duas, corellum unum et barberiam cum quodam collario ». Promette di restituire entro un mese o di dare 1. 25 genovesi « pro extimacione dictarum rerum. Insuper ego Felici na uxor qd. Iacobi de Vairexio constituo me primam et principalem debitricem pagatricem et observatricem tibi Gregorio predicto ». Se il vescovo non pagherà, pagherà lei: e agisce col consiglio di Marchisio Scriba e Nicoloso Peluco. Testi Roglerius trumbator e i predetti consiglieri. Nella casa di Cara moglie di Giovanni Grunio dove abita Marino de Rosa; 4 maggio, mercoledì, fra nona e vespro. DIY. — Yivaldo f. del fu Armano pellipario riceve da Agnese sua moglie a titolo di dote e patrimonio 1. 25 e le dona sui propri beni per il valore di 1. 25 come controdote, secondo l’uso e costume della città di Genova. Testi Guglielmo Mangialupo, Dulcebono confectorius, Enrico Bocheta. In casa di Ranfìcoto, dove abita Guglielmo Mangialupo; 6 maggio, venerdì, circa terza. DY. — Testamento di Bartolomeo de Corso. Sepoltura presso la chiesa di S. Maria de Labetis; per i funerali 1. 25; alla chiesa di S. Maria s. 20. Si venda dei suoi beni per 1. 12 da dare a suo figlio Ideto se per l’anima dei genitori, Bartolomeo e la fu Iacopa, vorrà andare al Sepolcro; se no, si diano « cuidam legato et bono homini qui ire voluerit » Questo denaro lo abbia in custodia Laliana vedova di Giovanni di Bogliasco finché si trovi chi voglia andare. Alla figlia Caretta alle sue nozze 1. 64 comprese le 50 che le furono lasciate dalla madre. A. Giovannino del fu Corso calegario sol. 40; e altri piccoli legati. Eredi i figli Guglielmino, Ideto, Giovannino, Obertino, Ansaldino, Orriguino e Giacobina succedendosi in caso di morte senza eredi. Vuole che il muro che è fra la sua casa e quella del fu Giovanni di Bogliasco debba abbattersi se i figli vorranno; tutti i diritti che ha verso il lato della casa di detto qd. Giovanni siano nulli; vi rinuncia per l'anima sua. Deve dare a Marino Cozanello sol. 28 per cui ha in pegno « garlandam unam de pellis et unam pasturetam ». A Iacopo de Campo sardo sol. 7: ne ha in pegno coclearios tres argenti. Detta Laliana abbia le 1. 64 che lascia alla figlia Careta finché questa prenda marito. Yegio gli deve per affitto di casa sino ad agosto prossimo 1. 8. — 149 — Testi Marco Scriba, Rolando de Sinua, Bonvassallo f. di Oliverio Boca-dainelli. In casa del predetto Bartolomeo, 6 maggio, venerdì, fra vespro e completorio. C. 74. DVT. — Plaxivilis moglie di Giovanni Romeo promette a Ingone Toi' nello f. di Ottobono Tornello e a Nicoloso Baraterio, riceventi a nome di Ottone de Marta, che farà in modo che il marito paghi 1. 89, s. 3, den. 4 entro il 1° luglio, cioè a Ingone 1. 37 s. 17 den. 7 e a Nicoloso 1. 22, s. 7 e a Ottone de Murta 1. 28, s. 15 den. 8 somme che il marito ebbe da Ottone per andare « usque Açanum et Sanctum Paulum ad merchatum. Eo acto inter me et vos quod res quas dictus vir meus Iohanes habet ad Sanctum Paulum veniant ad vestrum risicum et fortunam secundum quod in instrumentis inde factis continetur et vos et dictum Ottonem indempnes et illesos servare promito veniendo dicte res in Bonifacio sicut dictum est superius » Agisce col consenso del marito e dei consiglieri Mercaante de Bobio suo cognato e Saonino. Testi i predetti consiglieri e Caparacio de Magistro. In casa dei detti coniugi; 7 maggio, sabato, circa nona. DVII. Ingone Tornello e Ottone de Murta castellani ricevono da Oliando de Campania legato della Sede Apostolica tanto per cui daranno 1. 20 entro 15 giorni. Testi prete Anseimo de Belia, Oglerio Falcone. Nella canonica della chiesa di S. Maria; 8 Maggio, domenica, fra terza e nona. DVIII. Marco Scriba vende a Giovanni di Siviglia una pezza di terra vineata nel luogo detto ad lungonem con casa sovrapposta, fra la casa del fu lane tagliatore, la via pubblica e la terra di Calvo di Levanto, per lire 35. Cede insieme tutti i diritti che può vantare sulla terra e sulla casa. Testi Marino di Calignano, Pietro di Bobio, Ansaldo de Signano, Daniele de Bisanne. In casa di Iacopo Porcello, 8 maggio, domenica, fra terza e nona. C. 74 v° DIX. — Giovanni di Siviglia promette a Marco Scriba 1. 28 entro la festa di S. Michele e 1. 3 per l’altro S. Michele, che restano a pagare delle 35 dell’atto precedente, sebbene Marco si sia dichiarato tacitato. Testi ecc. c. s. — ièo - DX. — Lorenzo di S. Lorenzo, Guglielmo pescatore, Giovanni di Sanguinaria e Obertino del fu Ferro ricevono da Enrico di Multedo tanto per 1. 6 sol. 6 den. 3 che portano a Caraso e Gonaro a negoziare. Pagamento al ritorno a Bonifacio. Testi Prefano Bergognono e Ugolino Citra; in casa di Jocopo de Porcello, 9 maggio, lunedì, fra nona e vespro. DXI. — Aldebrandino vescovo aiacense nomina suo procuratore maestro Aprile canonico della chiesa per ottenere per lui lettere di conferma nella curia romana, dal papa. Testi Ingoile Tornello castellano, Marco Scriba, Daniele de Bisanne. Bonifacio, in casa di Jacopo de Porcello, 10 maggio, martedì, fra nona e vespro. DXII. — Giovanni di Siviglia riceve da Marco Scriba tanto per cui darà 1. 7 entro un anno dalla festa di San Michele. Testi Giovanni di Montobbio, Lamberto de Melene. In casa di Jacopo de Porcello, 11 maggio, mercoledì, circa prima. c. 7o. DXIII. — Bartolomeo de Faxolo riceve da Amico Clarella 1. 8 s. 2 ‘/2 per cui darà altrettanto entro 14 giorni dall'arrivo nel porto di Genova della saettia di Anseimo Barilario, detta S. Andrea, libera da pagamenti ecc. Pegno 19 mine di frumento, acquistato con quella somma, che ha nella nave stessa. Testi Guglielmo Clarella, Ansaldo de Capite pagano; luogo ecc. c. s. DXIV. — Guglielmo Gallo e Orrega sua moglie ricevono in accomendazione da Raimondo Peluco 1. 25 in coriis pilosis et beccunis et caurunis, per cui daranno 1. 25 salve in terra con metà del lucro entro un anno, e al termine prestabilito daranno ragione di tutto il guadagno ricavato. Orrega agisce con volere e in presenza del marito e con consiglio di Rolando de Sinua e Oberto di Levanto. Testi i predetti consiglieri e Raimondo di Ventimiglia. Nella casa ove abita Dulcebonus confectarius, 11 maggio, mercoledì, fra mezzogiorno e nona. DXV. — Dulcebonus confectarius e Delicita sua moglie ricevono da Raimondo Peluco 1. 25 implicatas in coriis pilosis et bechunis et caurunis. (Identico al precedente). — lèi — DXVl. — Amico Clarella nomina Giovanni di Voltaggio e Enrico de Bargono procuratori ad esigere da Bartolomeo de Faxolo 1. 8 s. 2 '/2 e da Jacopo Peluco 1.7, che gli devono in Genova secondo atto per mano di Tealdo, che essi manderanno impiegate in Bonifacio senza loro danno. Testi Guglielmo de Domicella, Vassallo di S. Donato; sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 11 maggio, mercoledì, verso vespro. DXVII. — Roglerius trumbator riceve a mutuo da Jacopo Grunio tanto per cui darà soldi 37 entro il 1° di agosto. Testi Aicardo di Moneglia, Vassallo di S. Donato; in casa di Jacopo de Porcello, 12 maggio, giovedì, fra nona e vespro. C. 75 v° DXVIII. — Guglielmo Nocolacio f. del fu Barulfo de Norbo riceve dalla moglie Jacoba come dote 1. 6 e ne costituisce altrettante in controdote con le solite formule. Testi Anfuso de Varagine, e Giovanni de Alixorio. C. S. DXIX. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani absolverunt et obsolutos pronun-ciaverunt Guilielmum Scornamontonem a libris triginta duabus et sol. octo et den. decem et dimidio Jan. que sunt ex illis libris sexagintaquatuor et sol. decem et septem et den. novem Jan. quas dictus Guilielmus et Gracianus tabernarius confessi fuerunt habuisse et recepisse in deposito et custodia a Redulfo Maniavacha et Balduino de Quarto et Bonovasallino de Camulio que fuerunt quondam Michaelis de Camulio prout continetur in carta inde facta et extracta de cartulario quondam Thebaidi notarii manu Johannis notarii quondam Guillelmi Merçarii filii. Laudantes quod dictus Guilielmus vel alius pro eo de cetero non possit conveniri nulla demum inquietudine molestari ab heredibus quondam dicti Michaelis vel ab alio pro eo neque a suis accomendatariis de predictis libris triginta duabus et sol. octo et den. decem et dimidio vel earum occasione. Quod ideo fecerunt quoniam cum dominus Egidius de Bornado Januensis consul de iusticia adversus burgum per suas litteras sigillo Comunis Janue ipsis castellanis mitteret in quibus continebatur quod omnes denarii quondam dicti Michaelis qui penes dictum Guilielmum erant Enrico de Murtedo speciali nuncio constituto ab accomendatariis dicti Michaelis quondam facerent dare et consignare, unde supradicti castellani viso tenore dictarum literarum supradictum Guilielmum coegerunt dare ipsi et consignare et solvere predictos denarios ipsi Enrico nomine accomendata- — 152 — riorum ipsius Michaelis quondam et in eorum presencia confessus fuit idem Enricus predictos denarios habuisse et recepisse a dicto Guilielmo, qui Guilielmus suplicavit iamdictis castellanis ut ipsum de predictis denariis absolverent et absolutum pronunciarent et inde ei laudem absolutionis facerent ne de cetero in aliquo posset conveniri vel molestari. Idcirco admissa confessione dicti Enrici et annuentes iuste suplicationi ipsius Guillelmi volentes ei de sua iusticia providere absolverunt et laudaverunt ut supra. Testes Guilielmus Alfarda, Marchus Scriba, Anfusus de Varagine. Actum die XI Madii intrantis die mercurii circa terciam, M° ut supra. DXX. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani absolverunt et absolutum pro-nunciaverunt Balduinum de Quarto de libris decem octo et sol. sex et den. quinque jan. que fuerunt quondam Michaelis de Camulio quas dictus Bal-duinus penes se habebat in deposito et quas promisit dare et solvere Guilielmo de Camulio ad certum terminum in Bonifacio vel eius nuncio prout concinetur in carta inde facta manu Enrici de Pomario imperialis aule notarii in M°CC°XXXVTIII Ind. XI die VII februarii post terciam. Laudantes quod dictus Balduinus vel alius pro eo non possit conveniri nulla demum inquietudine molestari ab heredibus dicti Michaelis quondam vel ab alio pro eo. Quod ideo fecerunt quoniam cum Egidius de Bornado... [il resto è letteralmente identico al cloc. precedente con la sostituzione del nome Balduino a Guilielmo]. DXXI. — Comitano de Funtanella vende per 1. 30 a Jacopo de Co-çanello « falconos quindecim quos habeo in barca tui Jacopini ». Testi Guilelmo Macia, Marco Scriba, Jacopo de Porcello; in casa di Jacopo de Porcello, 15 maggio, domenica, circa terza. DXXII. — Bartolomeo de Coçanello e Jacopo suo fratello ricevono da Giovanni Grunio tanto per cui daranno a Simone Tornello suo nuncio 1. 12 entro un mese, salve in terra, senza spese ecc. Testi Iacopo Grunio, Graziano tabernario; c. s., fra terza e nona. DXXIII. — Jacopo Falcone magister antelami riceve da Ottone di Ottobono Tornello soldi 40 per cui darà entro il 10 di agosto sei mine di frumento corso secco e pulito. Opizone muratore garante per due mine, Giovanni coltellerio per due e Gregorio Paparicio per altre due. Testi Nicola Cevolato magister antelami, Balduino de Quarto. Luogo e giorno c. s. - 153 — DXXIV. — Marino de Coçanello e la moglie Elena promettono a Balaxio e Bonvassallino figli di Oliverio Bocadainelli di pagare in nome del loro padre entro un mese 1. 29 e s. 4 che Marino gli aveva promesso con carta del notaio Giovanni Capsiario il 24 giugno 1238. La donna in presenza e volontà del marito, col consiglio di Guglielmo Clarella e Amico Clarella. Testi Guglielmo Malio, Pagano de Enrigocio, Pumio di Belmunde. Sotto il portico della casa di Guglielmo Clarella dove abitano detti coniugi; 15 maggio, domenica, fra nona e vespro. C. 76 v° DXXV. — Bolaxio e Bonvassallo tìgli di Oliviero Bochadainelli promettono a Marino Cozanello e a Elena sua moglie che, pagate entro un mese le 1. 29 e s. 19 di cui nella carta fatta dal not. Tealdo « faciemus et curabimus quod dictus Oliverius pater noster nullam de cetero faciet vobis requisitionem vel querimoniam adversus vos vel heredes vestros vel adversus aliquam personam pro vobis de predictis denariis vel eorum occasione et quod stabit tacitus et contentus in predicta solutione. Facientes hec omnia consilio Guillelmi Malii avunculi nostri et Oglerii Fornarii notarii quos nostros propinquos et consiliatores vocamus ». Guglielmo Malio e Amico Clarella garanti. Testi ecc. c. s. DXXVI. — Pietro di Pavia riceve da Ugolino de Canavexio 1. 3 a mutuo da rendere entro due mesi. Dà in pegno « octavam partem unius barche et sartiarum eius quam habeo cum Guilielmo Dede, Gregorio de Bargono, Jacobo de Varagine e Guirardo Parterio ». Testi Andrea Vasorio, Nicoloso de Ferro. In casa di Jacopo de Por-cello, 19 maggio, giovedì, fra mezzogiorno e nona. DXXVII. — Rubaldino Simoneto di Noli nomina Raimondo di Noli procuratore a ricevere da Pietro Scriba « qui manet apud Cedronem » 1. 4 e s. 3 che gli deve perchè prestati a Genova. Testi Menino, Raimondo figlio di Oberto di Vingueglia; in casa di Jacobo de Porcello, 21 maggio, sabato, fra prima e terza. DXXVIII. — Guglielmo venetico riceve da Marchisio de Predono tanto per 1. 3 e s. 7 da portar a negoziare sino a Villalba; restituirà entro tre giorni dall’arrivo in Bonifacio della nave di Ugone di Pontedecimo « de viatico Vilalbe ubi modo ire debet ». Testi Guglielmo de Domicella, Jacopo Grunio; c. s. circa vespro. — 154 - DXXIX. — In presencia domini Orlandi de Campania sedis apostoliche legati et eius consensu et voluntate, coram populo ecclesie Sancte Marie de Bonifacio, Presbiter Facius plebanus diete ecclesie sua spontanea voluntate pro mercede et remedio anime sue dedit et donavit operi sive labori supradicte ecclesie Sancte Marie totam offerendam et oblacionem et totum interitum quod et quam fecerit et perceperit in dieta ecclesia in diebus dominicis et in diebus solemnibus silicet in festibus principalibus, preter in festivitate Sancte Marie usque ad annum completum, nihil inde in se retento. Testes Ingo Tornellus et Oto de Murta castellani, Dominus Gonarius episcopus bosanus. Actum in Bonifacio in predicta ecclesia, die VIII octubris intrantis die dominico inter primam et terciam. C. 77. DXXX. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, Ingo Tornellus et Octo de Murta Bonifacii castellani absolverunt et absolutum pronunciarunt Albertum Ferrarium de Castelieto a peticione sive lamenta-cione infrascripta quam contra eum faciunt Guilielmus de Domicella et Benvenutus fratres eorum nomine, et nomine Belmustini eorum fratris laudantes quod dictus Albertus dictam domum petitam de cetero habeat et teneat, et quiete posideat sine contradicione dictorum fratrum, et omnium personarum pro eis. Quod ideo fecerunt dicti castellani quum cum dicti fratres in prescripta forma agerent contra dictum Albertum, et super ipsa peticione dato ab utraque parte pignore bandi, lis esset legitime contestata, et diucius litigatum tandem supradicti castellani visis racionibus utriusque partis super ipsa lamentacione tulerunt sentenciam in hunc modum. Super questione que vertitur inter Guilielmum Domicellam, et Benvenutum, et Belmustinum fratres ex una parte. et Albertum Ferrarium de Castelleto ex altera, et que talis est: Guilielmus de Duranti et Benvenutus fratres pro se et eorum nomine, et nomine Belmustini eorum fratris, agunt contra Albertum Ferrarium, et petunt ab eo domum infrascriptam, vel extimacionem quam ponunt in libras viginti Janue, hoc ideo quia dicta domus fuit quondam de bonis quondam Enrici Discordie, avunculi Durantis patris eorum, et que bona dicti Enrici iure sucessionis perveniebant et pervenire debebant dicto Duranti eius nepoti de quibus bonis dictus Durans sua spontanea voluntate concessit ipsi Matilde amicte sue uxori dicti Enrici, et dimisit ad usufructandum medietatem in vita sua, quod' post suum decessum medietas illa dicto Duranti revertatur et reverti debeat sicut in convencione et pactis inde factis continetur, et quia dicta Matilda promisit et convenit dicto Duranti illam medietatem bonorum viri — 155 - sili Enrici predicti quam habere sibi concessit et dedit non vendere nec alienare et post suum decessum relinquere dicto Duranti et suis heredibus, et dicta domus de dicta medietate est, Ideo agit et petit ut supra et omni iure, ponit pro pignore bandi in libras viginti. Domus est in Bonifacio in castro, cui coheret ante via, retro rocha, ab uno latere domus Ambrosii quondam. Nos Johannes Stregia, Ingo Tornellus et Octo de Murta Bonifacii castellani, visa predicta lamentacione visis posicionibus confessionibus nega-cionibus et testibus ab utraque parte productis, et diligenter inspectis et perlectis, unde cum legitime sit probatum per testes a dicto Alberto productos quod dictus Durans ex una parte, et Johanes Stafera, et dicta Matilda ex altera compromiserunt in arbitris, silicet in Capellum et Vivaldum et Spa-gnolum de lite et discordia que inter eos vertebatur occasione dicte domus, et quod dicti arbitri pronundaverunt quod dicta Matilda et eius vir Johanes Stafera solverent et darent ipsi Duranti occasione dicte domus libras tres Janue, ut manifeste probatur per Pascalelum de sancta Amanda, et Ranficotum et Guilielmum Cozanellum, visis omnibus scripturis et actis illius cause, habita super diligenti deliberacione dictum Albertum a peticione dictorum fratrum absolvimus. Lata fuit hec sentencia sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie presentibus Guilielmo Alfarda, Simone Pipere, Bonoiohane Respecto, die XXIIII Januarii, die lune circa nonam, a qua sentencia dicti fratres apellarunt, unde omnia acta et scripturas dicte cause domino Guilielmo de Quinto causidico miserunt, cuius consilium tale est: Prudentibus et sapientibus viris castellanis portus Bonifacii, dominis et amicis carissimis, Guilielmus de Quinto eorum intimus amicus salutem et vere dilectionis amorem. Litteras vesfcre nobilitatis recepi, in quibus continebatur ut super causa coram vobis vertente meum vobis deberem prebere consilium, vestris igitur peticionibus annuens cum omni diligenda acta ipsius cause vidi et legi. Incipiens a lamentacione, sive peticione, et revolvens singula cum omni diligencia et cautela, et habita super ea deliberacione plenissima meum vobis consilium transmitere procuravi sub mei sigilli munimine, super questione que vertitur inter Guilielmum de Durante et Benvenutum fratres pro se et eorum nomine et nomine Belmustini eorum fratris, ex una parte, et Albertum Ferrarium ex altera et cuius questionis libellus porrectus est in hac forma: Guilielmus de Durante, et Benvenutus fratres pro se et eorum nomine et nomine Belmustini eorum fratris, agunt contra Albertum Ferrarium, et petunt ab eo domum infrascriptam, vel extimacionem quam ponunt in libras viginti Janue, hoc ideo quia dicta domus fuit quondam Enrici Discordie avunculi Durantis patris eorum, et que bona dicti Enrici iure sucessionis perveniebant et pervenire debebant Duranti eius nepoti, de quibus bonis dictus Durans sua spontanea voluntate concessit Matilde amite sue uxoii — 156 - I dicti Énrici, et dimisit ad usufructandum medietatem in vita sua, quod post suum decessum medietas illa dicto Duranti revertatur et reverti debeat sicut in convencione et in pactis factis continetur et quia dicta Matilda promisit et convenit dicto Duranti illam medietatem bonorum viri sui Enrici predicti quam habere sibi concessit et dedit non vendere nec alienare et post suum decessum relinquere dicto Duranti et suis heredibus, et dicta domus est de dicta medietate, Jdeo etc. que in ipsa peticione continetur visa ipsa peticione, excepcione et replicatone opositis, posicionibus et responsionibus titulis et dictis testium utriusque partis, instrumentis, racionibus et allega-cionibus et scripturis utriusque partis mihi transmissis, sub sigillo, et habita deliberacione plenissima, quia non invenio probatum fore quod Enricus Discordia predicte Matilde uxori sue aliquid legaverit ad usufructandum in vita sua, et si legavit non invenio fore probatum quod domus de qua agitur fuerit de medietate eorum que ei relinquerit ad usufructandum, dico et consulo predictum Albertum Ferrarium fore absolvendum a predicta peticione dictorum agencium. Lata fuit hec sentencia sub lobia ante ecclesiam sancte Marie, die XVIII madii die mercurii circa terciam presentibus Gradano tabernario, Gregorio de Bargono, Calvo de Levanto, quam secundam sentenciam Ingo Tornellus et Octo de Murta Bonifacii castellani gerentes vices quondam Johanis Stregie predicti eorum socii, loco dicti Guilielmi de Quinto eius consilio secuti recitarunt ut supra, quare dicti castellani volentes dicto Alberto de suo iure providere, absolverunt, et absolutum pronunciarunt ut supra Laudantes et pronunciantes quod dictus Albertus nequeat de dicta domo conveniri nulla demum inquietudine molestari a dictis fratribus vel ab aliqua persona pro eis. Testes Gracianus tabernarius, Gregorius de Bargono, Calvus de Levanto. Actum die XVIII madii intrantis, die mercurii circa terciam M°.CC°.XXXVIIIJ. indicione XIa. C. 77 v° DXXXI. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam sancte Marie. Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani gerentes vices quondam Iohanis Stregie eorum socii absolverunt et absolutum pronunciarunt Bonum Iohan-nem Respectum curatorem bonorum quondam Marsibilie Corse a peticione sive lamentacene infrascripta quam contra ipsum faciebat Marcus Scriba curator Brichelde, et Iohanete, et Iacobine filiarum Guirardi de Cremona, et que talis est. Marcus Scriba curator Brichelde, et Iohanete, et Iacobine filiarum Guirardi de Cremona auctoritate earum patris dicit et earum nomine agit contra curatorem bonorum dicte Marsibilie Corse et uxoris quondam Guidonis de Russa, et amite dictarum minorum, et petit ab eo dicto nomine — 157 — sucessionis bonorum dicte Marsibilie quondam, hoc ideo quia dicta Marsibilia quondam amita fuit dictarum minorum et quia dicta Marsibilia quondam obiit ab intestato et sine herede legitimo ex se nato, et dicte minores propinquiores sunt dicte Marsiblie quondam quam aliquis alius et pociores et preferende in dictis bonis, dicit dictus Marcus curator quod bona dicte Marsibilie quondam perveniunt et pervenire debent dictis minoribus iure sucessionis, quare agit et petit ut supra et omni iure et racione, et ponit pro pignore bandi in libras triginta Janue, salva racione de plure si plures invenirentur res dicte, quod ideo fecerunt quum cum dictus Marcus curator dictarum minorum nomine ipsarum in prescripta forma ageret, contra dictum Bonum Johanem curatorem bonorum dicte Marsibilie quondam, et super ipsa peticione dato ab utraque parte pignore bandi, et lis esset legitime contestata et diucius litigatum tandem supradicti castellani visis racionibus utriusque partis super ipsa lamentatone definitivam tulerunt sentenciam in hunc modum, super questione que vertitur inter Marcum Scribam curatorem Richelde, Johanete et Jacobine filiarum Guirardi da Cremona ex una parte et Bonum Johanem Respectum-curatorem bonorum quondam Marsibilie Corse amite dictarum minorum ex altera, que talis est. Marchus Scriba curator Richelde et Johanete et Jacobine filiarum Guirardi de Cremona auctoritate earum patris dicti, et eius nomine agit contra curatorem bonorum Marsibilie Corse quondam uxoris Guidonis de Russa et petit ab eo dicto nomine etc. Nos Johanes Stregia, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani, visa peticione, visis posicionibus, confessionibus, responsionibus, et dictis testium ab utraque parte productis et racionibus utriusque partis et diligenter inspectis et perlectis, habita super his diligenti deliberacione, dictum Bonum Johanem Respectum curatorem bonorum quondam dicte Marsibilie ab inepta peticione dicti Marchi curatoris dictarum minorum absolvimus. Lata fuit hec sentencia sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, die XVTIII februarij, presentibus Rubaldo Capello, Oglerio Capello iuniore, et Merchaante de Bobio, a qua sentencia dictus Marcus curator dictarum minorum nomine ipsarum appellavit, unde omnia acta et scripturas dicte cause per appellacionem delate Guilielmo de Quinto causidico miserunt, cuius con-' silium tale est. Prudentibus et sapientibus viris castellanis portus Bonifacii dominis et amicis carissimis, Guilielmus de Quinto eorum intimus salutem et vere dilectionis amorem. Litteras vestre nobilitatis recepi, in quibus continebatur ut supra causa coram vobis vertente meum vobis deberem prebere consilium, vestris igitur peticionibus annuens cum omni diligencia acta ipsius cause vidi et legi. Jncipiens a lamentatone sive peticione, et revolvens singula cum omni diligencia et cautela, et habita super eis deliberacione plenissima meum vobis consilium transmitere procuravi sub mei sigilli munimine. Super questione que vertitur inter March um Scribam agentem nomine Richelde, — 158 — Johanefce et Jacobine filiarum Guirardi de Cremona ex una parte, et Bonum Johanem Respectum curatorem bonorum quondam Marsibilie Corse ex altera, visa peticione ipsius Marchi, excepcione Boni Johanis Respecti, posicionibus, responsionibus utriusque partis titulis et dictis testium, omnibus scripturis mihi transmissis sub vestri sigilli munimine, dico et consulo ut predictum Bonum Johanem Respectum contra quem agitur absolvatis a peticione dicti Marchi Scribe agentis nomine predictarum filiarum Guirardi de Cremona cuius peti-cionis tenor talis est. Marchus scriba curator Richelde, Johanete, et Jacobine filiarum Guirardi de Cremona auctoritate earum patris dicti, et earum nomine agit contra curatorem bonorum Marsibile Corse quondam uxoris Guidonis de Russa, et amite dictarum minorum, et petit ab eo dicto nomine successionem bonorum dicte Marsibilie quondam, hoc ideo etc. que in dicta peticione continetur, et predicta vobis consulo quia videtur agere in dicta peticione hereditatis peticionem que actio datur contra eum qui possidet pro herede vel pro possessore. Ac dictus Bonus Johanes non probatur aliquid de hereditate Marsibilie possidere, quare ista racione, et multis aliis fieri debet absolucio. Salvo filiabus Guirardi supradictis omni iure contra possessorem hereditatis dicte Marsibilie si quid eis competit, ita quod per hanc sentenciam nullum fiat eis preiudicium. Quam secundam sentenciam supradicti castellani, loco dicti Guilielmi de Quinto, eius consilio secuto recitarunt ut supia, quare dicti castellani volentes dicto Bono Johani Respecto de suo iurepiovi-dere, absolverunt et absolutum pronunciarunt ut supra. Testes Gracianus tabernarius, Gregorius de Bargono, Calvus de Levanto. Actum die XVIII, madii intrantis die mercurij circa terciam, 1239, Jndicione XI. C. 78 v° D XXXII. — Guglielmo Clarella del fu Giovanni vende a Gregorio de Bargono « terciam partem unius molendini positi in capite pro indiviso cum Januario balestrerio et heredibus qd. Armani pelliparii precio lib. duodecim et sol. tredecim Janue plenum et vacuum cum omnibus introitibus suis.. Huic autem vendicioni et contractui interfuit Anna uxor dicti Guillelmi et consensit, consilio Ansaldi de Capite pagano et Lanfranchi fratrum » cedendo ogni suo diritto a Gregorio. Testi Marco Scriba, Bartolomeo de Montanea, Giovanni scudaio; in casa di detto Guglielmo, 22 maggio, domenica, verso vespro. DXXXIII. — Paonesa de Tureta levatrix riceve da Gregorio de Bargono tanto per cui darà 30 soldi entro luglio. Consiglieri Ansaldo tintore e Giovanni scudaio. — 159 — Testi i predetti consiglieri e Benvenuto da Calignano; in casa di Iacopo Porcello, 22 maggio, domenica, circa vespro. DXXXIY. — Presbiter Iohannes de S.to Cesario, f. qd. presbiteris Iohannis de Campo vende a Stregino Noadisco medietatem unius domus quam habere usus sum pro indiviso cum heredibus quondam Iohannis Stregie cui toti domi ante est via retro est terra vacua que fuit quondam Iohannis Stregie ab uno latere domus Guantini Zanche ab alio latere terra vacua que fuit qd. Iohannis Stregie precio libr. tredecim Janue. Testes Oglerius Capellus iunior, Marcus Scriba, Marinus de Curia, Lambertus de Melene. In domo Iacobi de Porcello, die XXIII madii die lune circa terciam. C. 70. DXXXV — Marino de Rosolana riceve da Marchisio de Predono tot per 1. lis. 12, che pagherà a Ambrogio di Lavagna suo procuratore, « libratas (sic) novem et sol. quindecim casei sardisci ad racionem sol. tredecim et dimidium cantarum et in alia parte soldatas (sic) quadraginta eiusdem casei sardisci ad racionem sol. tredecim cantarium infra tres ebdomadas postquam in portu Ampulie aplicuero conductum in ripa Ampulie meis expensis et ponderatum ad iustum cantarium Ampulie. Sane tamen euntes et reddeuntes res predicte ad risicum et fortunam tui Marchisii... Testes Enricus Presicia, Bonusvassallinus f. Oliverii Bochadainelli. Actum in domo Iacobi de Porcello die XXVII madii die veneris inter nonam et vesperas, M° ut supra. DXXXVT. — Battolino f. di Armano rumpitore riceve da Ottone di Murta tanto per cui darà 1. 3l/2 entro 15 giorni. Testi Marco Scriba e Giovanni scudaio; in casa di Iacopo Porcello 27 maggio, venerdì fra nona e vespro. DXXXVII. — Nichola Ardiçonus de Trano riceve da Guglielmo macellatore suo cognato come dote della moglie Giovanna, sorella di Guglielmo, 1. 20‘/j e ne assegna altrettante di controdote e antefatto secondo il costume di Genova. Testi Iacopo Grunio, Guirardo Clarella, Guglielmo di Domicella e Benvenuto suo fratello. In casa di Iacopo de Porcello, 28 maggio, sabato, fra mezzogiorno e nona. — 160 — DXXXVTII. — Guglielmo macellatore promette a Nicola Ardisone suo cognato 1. 4 entro Pasqua a compimento della somma di cui all’atto piecedente e non ostante che egli si sia dichiarato soddisfatto. Testi ecc. c. s. DXXXIX — In presencia Ingonis Tornelli et Otonis de Murta Bonifacii castellanorum et testium qui inferius leguntur, Guirardinus Pilalbus procurator Ansifredi afactatoris ut aparet per instrumentum factum manu Aliche-rini quondam Bonacursi imperialis aule notarii nomine ipsius Ansifredi dixit atque denunciavi Gregorio de Bargono ut det et solvat sibi nomine dicti Ansifredi lib. octo et sol. octo Ianue quas dictus Armanus quondam habebat in custodia et deposito a dicto Ansifredo et quod paratus erat dare et solvere ipsi Gregorio nomine dicti Ansifredi et pro ipso solidos triginta duos ex dictis lib. octo et sol. octo pro duabus minis grani et quod paratus erat iurare super animan ipsius Ansifredi quod ipse Ansifredus non debebat dai e ipsi Gregorio nisi predictos solidos triginta duos. Qui Gregorius dixit quod nolebat ab ipso Guirardino dictum sacramentum recipere quia dictus Ansifie-. dus debebat ei plus dare quam dictus Gregorius ipsi Ansifredo. Inde ioga vit me dictum Girardinum (sic) ut facerem publicum instrumentum. Testes Guilielmus de Domicella, Guilielmus Scornamontonus. Actum Bonifacio ante domum Jacobi de Porcello, die ultima madii, die lune, enea terciam. M°CC°XXXVI1II Ind. XI. C. 70 v° DXL. — Streginus noadiscus suo nomine et nomine Montanarii et Lanfranchi fratrum suorum et Guillielmi Alfachini et Oberti fratrum consanguineorum suorun heredes quondam Iohannis Stregie ex una parte et Vegius de Salamoçasca ex altera compromitunt in Rubaldum Capellum et Oglerium Capellum iuniorem et Marcum Scribam arbitros et arbitratores et largas potestates ab eis electos de lite et discordia seu controversia que inter eos vertitur vel verti speratur vel verti posset inter eos vel vertebatur inter dictum Iohannem quondam olim tempore vite suc et dictum Vegium occasione castri de Camulia et generaliter de omnibus et aliis litibus et discordiis querimoniis que inter eos verti possent aliqua occasione vel modo. Promitentes ad invicem actendere et observare quidquid predicti arbitri inde dixerint pronun-ciaverint statuerint et ordinaverint inter predictas partes racione vel acordio sentencia seu sentenciis vel transactione seu amicabili compositione vel motu proprio voluntate semel vel pluries dicendo pronunciando sentencia interlocutoria vel difinitiva. Dantes predicte partes plenam licendam et potestatem - 161 — predictis arbitris pronunciandi inter eos die feriato et non feriato porrecto vel non porrecto libello presentibus vel absentibus vel una parte presente et altera absente in scriptis et sine scriptis sedendo et stando una vice et pluries servato vel non servato ordine iudiciorum data vel non data dila-cione, omnia et singula et universa per stipulacionem actendere et observare promitunt et facere actendere predictis absentibus et esse coram dictis arbitris ad terminum et terminos quem et quos dicti arbitri eis statuerint et ordinaverint in pena et sub pena lib. quinquaginta Ian. invicem inter eos stipulata promissa. Rato manente pacto prò pena etc. Testes Ansaldus de Fignago, Gracianus tabernarius, Saculinus de Camu-lia. Actum ut supra. DXLI. — Ambrogio di Lavagna riceve da Marchisio de Predono tanto per 1. 18 e s. 7 da portar a negoziare in Ampulia ad fortunam dei et rerum ipsarum. Pagherà a Genova entro 15 giorni dal ritorno. Testi Benvenuto de Ravecha e Marco Scriba; c. s. DXLII. — Ambrogio di Lavagna e Guglielmo Sartore ricevono da Costantino de Minuta tanto per 1.17 e s. 15 da portare in Ampulia a negoziare. « Quas lib. 17 et s. 15 Jan. promitimus tibi mitere in illo ligno in quo iverimus implicatas in caseo sardisco ad racionem sol. 13 et dimidium cantarium ». Testi ecc. c. s. DXLIII. — Marino de Rosolana riceve da Nïcoloso f. di Giovanni Beccorosso tanto delle cose del padre per 1. 30 s. 1 den. 4, da portar a negoziare in Ampulia. Pagamento a metà di luglio. Testi Obertino balestriere, Guglielmo di Leonardo de Predono; in casa di Jacopo de Porcello, 31 maggio, lunedì, verso terza. c. SO. DXLIY. — Marino de Rosolana riceve da Guirardo barbiere tanto per 1. 53 e s. 11 den. 8 da portar a negoziare in Ampulia. Pagherà la stessa somma al ritorno in Bonifacio. Testi Pietro di S. Maria de Castro, Nicoloso Peluco; c. s. DXLY. — Lorenzo di S. Lorenzo, Guglielmo pescatore e Obertino del fu Ferro ricevono da Enrico de Murtedo tanto per 1. 3 s. 161/a da portare in Taraso e sino a Gonario. Pagamento, nella stessa somma, al ritorno. Testi Obertino balestriere, Anfuso de Varagine; c, s. il — 162 — DXLVI. -- Gli stessi dell’atto precedente ricevono da Vassallo Çopo tanto per 1. 4, s. 5. Il resto c. s. Testi Anfuso da Varagine, Pietro di Lodi; c. s. DXLVII. — Oglerio Papucio e Verde sua moglie ricevono da Giovanni Beccorosso tanto per cui daranno 1. 15 entro Natale prossimo. Veide agisce col consenso del marito e consiglio di Giovanni venetico e Meicaante de Bobio. « Quos denarios confitemur dedisse et solvisse Oglerio Capello maioii qui eos nobis prestavit tempo quo ego Viridis quandam domum emi a Gandulfo pellipario et que solute fuerunt in precio dicte domus. Et ego Johanes confìteor quod dicte lib. quindecim sunt ex ilia accomendacione quam habeo ab Orenga uxore Armani pelliparii quondam ». Testi Obertino balestriere, Daniele de Monleone. Bonifacio, in apotheca quam tenet Johanes dictus, 2 giugno, mercoledì, circa terza. DXLVIII. — Giovanni Beccorosso riceve da Orenga moglie del fu Armano pellipario in accomendazione lire 100 « implicatas in venubiis fustaneorum septem et in peciis Cremonensium septem minus tei cia quas deo propicio ego vel nuncius meus mitere debeo per Corsicam et Sardineam ad risicum et fortunam tui Orengue in mari et in terra euntes ìeddeuntes et stando ad mercha (sic)». Restituirà con tutto il guadagno entio un anno « nihil de profìcuo illarum in me retento. Sane tamen euntes et ìeddeuntes res predicte ». Testi Petrus de Rubeus, Recuperus, Marinus quondam Baldi calegarii. In casa di detta Orenga, 2 giugno, mercoledì, fra terza e nona. C. 80 v° DXLIX. — Orlando de Campania legato della Sede apostolica incarica Facio plebano della chiesa di S. Maria di Bonifacio a giudicare nella causa di matrimonio tra Guglielmo di Vernacia e Giovanna, a esaminare e profferire la sentenza. Testi Ranfìcoto, Antonio di S. Matteo, Lupo de Curia, Giovanni de Guiberto, Oberto Arcatorio. Bonifacio, nella canonica della chiesa di S. Maria, 2 giugno, mercoledì, fra nona e vespro. DL. — Dominus Antolinus Molinarius miles domini Phylipi Vicedomini civitatis Janue potestatis de voluntate et licentia Oberti Alfachini, Ingonis Tornelli et Otonis de Murta castellanorum Bonifacii et hominum — 163 - eiusdem loci et eorum precibus plenam fiduciam et licenciam dedit atque concessit Petro de Bersoiono veniendi ipse et homines sui in Bonifacio cum rebus eorum quandocumque eis placuerit et fuerit de eorum voluntate salvi et securi in rebus et personis eundo et reddeundo et stando in Bonifacio. Quam fiduciam et licenciam ipsi Petro dedit pro se et hominibus suis quia cognovit per dictos castellanos et per homines illius loci semper fidelem stetisse castro Bonifacii et hominibus illius loci et quod nunquam dampnum neque malum vel iniuriam fecit ipsi castro nec hominibus illius loci in rebus vel personis ipse nec homines sui. Et ipse Petrus pro se et hominibus suis promisit esse verus et fidelis vassallus castro Bonifacii et castellanis qui pro tempore fuerint in Bonifacio et hominibus eiusdem loci nullam offensionem aut malum vel dampnum aliquod facere vel fleri facere ipsi castro et hominibus illius loci. Testes Johanes Bechusrubeus, Guirardus barberi us et Gregorius de Bargono, Oglerius Capellus iunior. Actum Bonifacio iuxta domum Oliverii Bochadainelli die secunda [sic., v. docum. successivo] iunii intrantis die mercurii circa terciam. MWXXXVIIII Ind. XI. DLI. — Dominus Antolinus Molinarius miles domini Filipi Vicedomini civitatis Janue potestatis de voluntate et beneplacito Oberti Alfachini, Ingonis Tornelli et Otonis de Murta Bonifacii castellanorum et hominum Bonifacii silicet Oglerii Capellis maioris, Oglerii Capelli iunioris. Raimundi Peluchi, Johanis Bechirubei, Calvi de Levanto, Guillielmi Clarelle, Gregorii de Bargono, Guirardi de Cremona, Marini de Calignano, Guillelmi de Domicella, Ansaldi de Fignago, Guirardi barberii et aliorum quamplurium hominum de Bonifacio ad hoc vocati per dictum Antolinum dedit plenam licenciam et fiduciam atque bailiam omnibus corsis sive hominibus Corsice qui malum et dampnum fecerint et facere voluerint dominis et hominibus Corsice qui sunt inimici castri Bonifacii et hominum habitantium in dicto castro et specialiter Guidoni Rubeo et fratribus et eorum hominibus in rebus et personis veniendi ad habitandum in Bonifacio cum uxoribus et familia eorum et rebus eorum salvi et securi in rebus et personis et specialiter licenciam dedit et fiduciam atque bailiam Antifredo Resolacio et Burcello corsis [piccolo spazio bianco] veniendi ad habitandum in dicto castro cum uxoribus et familia et rebus eorum quoniam ostenderunt domino Otonibono Mallono socio dicti domini Antolini et nuncio comunis Janue et domino Ingono Tornello castellano quatenus iverunt cum hominibus Bonifacii et Janue voluntate dicti domini Antulini ad comburendo villam de Cincha que erat dicti Guidonis Rubei et fratrum inimicorum comunis Janue et hominum Bonifacii. Tali modo quod omnes supradicti possint de cetero in dicto castro habitare cum eorum uxoribus et familia et rebus eorum sicuti alii burgenses Bonifacii et precepit — 164 - supradictis castellanis ut inde eis laudem faciant et facere debeant specialiter predictis Antifredo Resolacio et Burcello. Testes dominus Otobonus Mallonus, Oglerius Fornarius scriba. Actum Bonifacio in domo Oliverii Bochadainelli die prima iunii die meicurii inlei primam et terciam, M° ut supra. C. 81. DLII. — ....(lacero., ma Armano) Guaagnabene nipote del fu Armano pellipario a nome della madre Agnese sorella del fu Armano, della quale è procuratore, dichiara a Gregorio de Bargono f. di Guirardo de Baigono, che riceve anche a nome degli altri eredi di Armano, rinuncia a ogni diritto e ragione sulla detta eredità salvo il caso che Ricafìna, figlia di Ai mano, dovesse morire senza eredi. Farà « eandem fìnem et refutacionem de omnibus supra dictis et singulis in laudem viri sapientis infra mensem unum postquam Januam aplicuero » e questo verso il pagamento che riceve di lire cinquanta. Testi Benvenuto de Ravecha, Guglielmo Piper, Marco Scriba. In casa di Jacopo de Porcello, 8 giugno, venerdì, circa terza. DLIII. — Enrico Presicia riceve 1. 20 come dote e patrimonio dalla moglie Adelasia f. di Jacopo Grunio e le assegna altrettanto come antefatto. Testi Facio pievano della chiesa di S. Maria, Canavesio canonico della stessa chiesa, Guglielmo de Ceriana, Guglielmo fratello di detto pievano. Nella casa dei detti coniugi, 3 giugno, venerdì, fra vespro e completorio. DLIV. — Giovanni Rosso de Aravena riceve da Nicoloso f. di Giovanni Beccorosso tanto delle cose del padre di lui per 1. 48 che porta a Taraso. Pagamento entro il 1° di agosto. Testi Nicoloso Baraterio, Arçoco de Campo. In casa di Jacopo de Porcello, 3 giugno, venerdì, circa completorio. c. 8i v° DLY. — Giovanni Sardo riceve da Nicoloso f. di Giovanni Beccorosso tanto delle cose del padre per 1. 31 s. 16 - Il resto c. s. DLVI. — Dubino Gatorio di Sassari e sua moglie Giovanna ricevono da Marchisio de Predono lire 50 per le quali vendono una schiava negra di nome Giovanna e promettono di dargli 1. 4 entro un mese dalla richiesta - 165 — che ne sia loro fatta. Benvenuto de Ravecha e Landolfo Collicuclo consiglieri di Giovanna. Testi i predetti; in casa di Giovanni de Predi dove abitano detti coniugi, 4 giugno, sabato, fra terza e nona. DLYII. — Ruggero trumbator riceve da Marchisio de Predono 1. 18 s. 18 da portar a negoziare sino a Vignolo; manderà la somma con la barca di Ugolino de Leo sulla quale s’imbarca, a rischio e fortuna di esso Marchisio. Testi Bartolomeo de Montanea, Enrico di Multedo; in casa di Jacopo de Porcello, 4 giugno, sabato, fra terza e nona. DLVIII. — Guantino Çancha riceve da Nicoloso f. di Giovanni Beccorosso tanto delle cose del padre di lui per 1. 10 s. 5 den. 10 da portar a negoziare a Taraso: pagamento entro luglio. Testi Guglielmo Piper, Guglielmo de Rubeo; in casa di Jacopo de Porcello; 7 giugno, mercoledì, verso prima. DLIX. — Raimondo Salinerio riceve da Gregorio de Bargono « tot de tuis rebus silicet frumentum et alias res » per cui darà 1. 16 « in tua voluntate et ordinamento ». Testi Raimondo Peluco, Calvo di Levanto; c. s. fra nona e vespro. DLX. — Armano Guaagnabene a nome della madre Agnese sorella del fu Armano pellipario, della quale è procuratore, riceve da Gregorio de Bargono a nome degli eredi di Armano l’intero pagamento delle 1. 50 che furono lasciate in eredità da Armano ad Agnese: e ciò quantunque avesse già dichiarato d’essere stato pagato. Testi Raimondo Peluco, Oberto de Fontanamarosa; c. s. c. H2. DLXI. — Iacopo di Malta e Oberto di Fontanamarosa ricevono da Guirardo barberio tanto per 1. 32 e s. 7’/2 da portare usque Cedronum et per Romagnam. Pagamento della predetta somma al ritorno. Testi Graziano tabernario, Guglielmo fratello del pievano; in casa di Iacopo de Porcello; 7 giugno, martedì, fra nona e vespro. — 166 — DLXII. — I predetti da Giovanni Rosso barbiere ricevono per 1. 37 e den. 8. Il resto come nell’atto precedente. DLXIII. — Ripetuto il n. DLX e poi cancellato: « Cassata quia superius erat abreviata ». DLXIV. — Armanus Guaagnabene riceve in accomendazione da Benvenuto de Ravecha 1. 11 s. 15 den. 7 «in pipere et in una pecia clamelloti » da portare a Cedrono. Pagamento a Genova o a Bonifacio. Testi Guglielmo Piper e Enrico di Multedo; c. s. DLXV. — Guglielmo Peluco riceve da Calvo di Levanto tanto per 1. 89 s. 11 che deve portare sino in Ampulia a rischio delle cose stesse andando tornando e stando. Pagamento al ritorno, nella stessa somma. Testi Maestro Alberto, Guglielmo Ferrari calafato; c. s. DLXVI. — Ego Guilielmus de Clarella facio constituo et ordino te Oglerium Capellum maiorem presentem certum nuncium meum et procuratorem et loco mei ad petendum et recipiendum pro me et meo nomine a domino Filipo Vicedomino civitatis Ianue potestate laudem de omnibus terris domibus et possessionibus quas habeo in Bonifacio et districtu et in pertinenciis Sancte Amancie et ad suplicandum dicto potestati ut mihi faciat laudem secundum quod continetur in capitulo castri Bonifacii promitens etc. Testes Guilielmus Alfarda, Marchus Scriba, Iohanes de Bargono. Actum Bonifacio in domo Iacobi de Porcello die octavo iunii intrantis die mercurii circa terciam MWXXXVIIII0 Ind. XI. a 82 v° DLXVII. — Pietro Fabro da Nicoloso f. di Giovanni Beccorosso riceve tanto per cui darà 1. 8 e s. 5, entro la metà di giugno. Testi Landolfo Colluscuchus, Guido magister antelami. In casa di Iacopo de Porcello, 9 giugno, giovedì, circa prima. DLXVII1. — Giovanna vedova di Maestro Jane tagliatore nomina procuratore Vitale di S. Donato scriba, assente, nella causa che le intenta Nicoloso Mignardo coram consulem foritanorum. Consiglieri Marco Scriba e Filippo tagliatore. Testi i consiglieri e Nicoloso da S. Lorenzo; c. s. — 167 — DLXIX. — Jacopo di Malta e Oberto di Fontanamarosa ricevono da Nicoloso f. di Giovanni Beccorosso tanto delle cose del padre per 1. 28 s. 2 da portare Cedronum et per Romagnam a negoziare. Pagamento entro il 1° di agosto. Testi Ugo di Pontedecimo e Jacopo Gallo; c. s., circa vespro. DLXX. — I predetti da Saonino tanto per 1. 181/2. Il resto c. s. DLXXI. — Oberto venetico riceve da Ranfìcoto tanto per 1. 4 s. 18 da portar a negoziare in Ampulia. Pagamento al ritorno. Testi Obertino balestriere, Benvenuto figlio di Tealdo notaio. In casa di Jacopo de Porcello, 13 giugno, lunedì, verso completorio. DLXX1I. — Lo stesso Oberto da Marchisio de Predono tanto per 1. 11, s. 4. Il resto c. s. Testi Guglielmo Gallo, Giovanni de Bargono, luogo c. s., 14 giugno, martedì, circa prima. C. 83. DLXXIII. — Daniele de Bisanne riceve da Gregorio de Bargono « tot de rebus Enrici de Bargono fratris tui » per 1. 281/, « quas deo propicio usque Turrim negociandi causa portare debeo ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando ». Pagamento al ritorno. Testi Nicola de Recho, Guglielmo de Corsaria. In casa di Jacopo de Porcello, martedì 14 giugno, circa vespro. DLXXIY. — Oberto venetico ha da Raimondo Peluco tanto per 1. 8 s. 12 da portar a negoziare in Ampulia. Pagamento entro 8 giorni dal ritorno in Bonifacio. Testi Nicoloso Peluco, Obertino balestriere; c. s., prima di completorio. DLXXY. — Oberto venetico da Nicoloso Peluco 1. 45; il resto c. s. Testi Raimondo Peluco, Obertino balestriere; c. s. DLXXVI. — Guglielmo de Corsaria e Guglielmo venetico ricevono da Jacopo Rosso venetico « tot de rebus Scurçalupi de linese » per 1. 5 s. 2 da portare in Ampulia « ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo usque in Ampuliam ». Pagamento nella stessa somma, al ritorno. Testi Oberto venetico, Giovanni di Sanguinaria. In casa di Jacopo de Porcello, 15 giugno, mercoledì circa prima. ' — 168 — DLXXVII. — Bartolomeo di Lodi, ammalato, fa testamento. Sepoltura presso il monastero di S. Maria; sol. 20 per le spese del funerale, sol. 5 alla chiesa di S. Maria, 3 a quella di S. Giacomo, 2 a S. Nicola. A Mabilia vedova di Giovanni Lunqui sol. 5. Alla moglie Plasibile sol. 100 oltre quanto le spetta di diritto. Erede generale la figlia Bonabella; in caso di morte senza eredi le succeda la madre Plasibile. Testi Ugo chierico, Vitale barilario, Bonaugurio di S. Romolo, Jacopo Calcagno, Delfino di S. Romolo. In casa di Oglerio Ficarelli e della moglie, 15 giugno, mercoledì, fra terza e nona. DLXXVIII. — « Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Obertus Alfachinus, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii Castellani laudaverunt statuerunt atque adfirmaverunt quod Berta uxor qd. Rufini pelliparii de cetero habeat et teneat iure proprietatis et titulo pro soluto quiete possideat sine contradictione Marchi curatoris bonorum dicti Rufini ad hoc datum et constitutum per dictos castellanos omniumque personarum pro dicto Rufino domum unam positam in Bonifacio que fuit dicti Rufini qd. in solutionem lib. viginti quatuor Janue pro suis dotibus cum expensis extimatorum » presso la casa di Guirardo di Cremona, dei figli di Marchisio muratore, davanti la via pubblica e dietro la casa di Carlo Bocacio. È la somma corrispondente all’antefatto di 1. 30 lasciatole nel testamento dal marito con atto di Simone Donato del 25 novembre 1225. Siccome nell’eredità non c’è questa somma liquida, i castellani hanno fatto stimare la casa e la assegnano alla predetta vedova senza opposizione di Marco scriba. Estimatori furono Marino di Calignano e Bartolomeo de Corso pubblici estimatori di Bonifacio. Testi Raimondo Peluco, Mercaante de Bobio, Bartolomeo de Montanea; 15 giugno, mercoledì, circa terza. C. 83 v° DLXXIX. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Obertus Alfachinus, Ingo Tornellus, et Oto de Murta Bonifacii castellani, condempnaverunt Petrum de Papia Raimundo de Nauli in soldos quadraginta Janue, laudantes quod dictus Raimundus habeat et licen'ter capere possit et habere in bonis et de bonis dicti Petri ubicumque inventi fuerint valentes supradictam quantitatem, sine contradicione dicti Petri omniumque personarum pro eo, quod ideo fecerunt quum cum dictus Raimundus deponeret querimoniam contra dictum Petrum in hunc modum. Raimundus de Nauli agit contra Petrum de Papia, et petit ab eo bucium unum vel — 169 — exfcimacionem quam ponit in libris tribus .Janue, hoc ideo quia dictus Petrus dictum bucium accepit de portu Bonifacii, et ipsum duxit sine licencia et voluntate dicti Raimundi, ideo agit et petit ut supra et omni iure, et cum diu super dieta lamentatone inter dictas partes foret agitatum et litigatum tandem supradicti castellani visa predicta peticione, visis posicionibus, confessionibus, responsionibus, negacionibus testium ab utraque parte productis, et racionibus utriusque partis et diligenter perlectis, et habita super his diligenti deliberacione, predictum Petrum, ipsi Raimundo in predictis soldis quadraginta condempnaverunt, laudantes et statuentes ut supra. De residuo vero, silicet de soldis viginti, a dicto Raimundo absolverunt. Testes Johannes Blancus, Guilielmus Alfarda, Bartholomeus de Montanea, die intrantis, XV, junij, die mercurii, circa vesperas, M'’CC0XXXVIIII, Indicione XI. DLXXX. — Sentenza dei castellani che condannano Gonario de Serra a pagare ad Armelina Pipule 1. 8 resto di una accomendazione. Testi Guglielmo Alfarda, Nicoloso Caratello, Nicoloso Borsa. Sotto la loggia della chiesa di S. Maria; 15 giugno, mercoledì, verso vespro. c. 84. DLXXXI. — Nos Gonarius dei gratia bossanus episcopus et successores nostros [sic] damus cedimus et tradimus investimus et investituram nomine recti et honorabilis feudi facimus tibi Bencio de Portuvenere tuisque heredibus nominatiti! de minis frumentis sex et de duabus ordei et casei cavalli triginta annuatim tibi solvendis apud Bossam in festivitate Sancti Michaelis vel heredibus tuis vel tuo certo nuncio per nos vel successores nostros faciendum exinde tu et heredes tui quidquid de cetero facere volueris tu et heredes tui nomine recti et honorabilis feudi sine omni nostra et successorum nostrorum omniumque personarum pro dicto episcopatu contradictione. Quod feudum promitimus tibi de cetero non impedire nec subtrahere sed pocius ab omni persona et homine legitime defendere et auctoritate et expedire expensis dicti episcopatus tibi et tuis heredibus per nos nostrosque heredes. Remissa necessitate denunciandi promictimus quod si defendere minime non potuerimus nisi quovis ingenio nos vel successores nostri subtrahere quesierimus tunc contra in duplum feudum hoc sicut valet vel pro tempore valuerit tibi tuisque heredibus per nos nostrosque successores restituere respondemus in consimili loco sub excomunicatione. Rato manente pacto pro dupla ecc. predictis omnibus actendendis et observandis universa bona dicti episcopatus tibi pignori obligamus possessionem vel dominium vel quasi dominium vel utile dominium predictarum rerum nomine recti et honorabilis feudi tibi corporaliter tradidisse confitemur. Insuper ego Bencius iuro vobis domino episcopo fidelitatem pro hoc feudo contra omnes personas de mundo et promito vobis esse verus et fidelis vassallus sicut verus et fidelis vassallus est et esse debet suo domino et venire in vestro servicio et dicti episcopatus si necesse fuerit expensis dicti episcopatus. Testes Facius plebanus ecclesie Sancte Marie de Bonifacio, Mena bene de Corsella de Portuvenere, Albertus Cingarellus et Picenellus Surellus de Portuvenere. Actum Bonifacio in canonica ecclesie Sancte Marie die XVIII Junii die/domenico intra terciam et nonam. M° ut supra. DLXXXII. — Berta moglie del fu Rufino macellaio vende in allodio a Giovanna moglie del fu Marchisio muratore, che compera anche a nome dei figli Vivaldo, Marino, Nicoloso e Faciolo, una casa in Bonifacio che le fu consegnata secondo le sue ragioni e che descrive [v. n. DLXXVIII], per 1. 28. Consiglieri Raimondo Peluco e Gregorio de Bargono. Testi Marco scriba, Jacopo Rosso venetico, Giovanni scudaio. In casa di Jacopo dePorcello, 21 giugno, martedì, fra terza e nona. DLXXXIII. — Gregorio de Bargono riceve a mutuo gratis et amore dei 1. 100 da Raimondo Peluco; restituirà « libras centum Janue vel totidem pro ipsis eiusdem monete, implicatas de Janua in Bonifacio ad meum risicum et fortunam maris et gentium ex illis rebus et mercibus quas volueris et mihi dixeris usque ad calendas decembris proximi ». Testi Marco Scriba, Iacopo Rosso venetico. Actum ut supra. DLXXXIV. — Rosso de Uraga, Bonavita de Sigestro e Balduino f. di Guglielmo de Enrigoso ricevono a mutuo da Bonvassallino f. di Oliviero Bochadainelli 1. 10: nè daranno 11 entro dodici giorni dall’arrivo a Genova della galeota di Milano di Portovenere e soci, sana tamen eunte etc. Testi Aicardo de Monelia, Delfino di S. Romolo; c. s. DLXXXY. — In presencia testium infrascriptorum, dominus Oto de Murta castellanus Bonifacii dixit denunciavit atque precepit Iohane uxori quondam magistri Ianis taliatoris quod ipsa usque ad dies quindecim proximos ante presenciam Iacobi Alberti civis Florentie januensis consulis civium et foritanorum debeat se representare Nicholoso Mignardo de iusticia responsura. Et si contra esse non poterit infra dies decem coram dicto consule debeat se representare et si ad dictum terminum esse non poterit infra alios dies decem post dictum terminum ante presenciam dicti consulis esse debeat — 171 — quem terminum peherentorie assignavit secundum quod in litteris dicti consulis sigillo comunis Janue munitis continebatur. Testes Guilielmus Alfarda, Anfusus de Varagine. Actum Bonifacio ante domum quam habitat Ansaldus de Fignago, die octavo iunii intrantis die mercurii circa terciam, M°. ut supra. DLXXXYI. — Ranfìcoto di Bonifacio riceve a mutuo gratis et amore da Raimondo Peluco lire 100 che manderà « implicatas de Ianua in Bonifacium ad meum risicum et fortunam maris et gencium ex illis rebus et mercibus quas volueris et mihi dixeris usque ad quatuor menses proximos ». Testi Marco Scriba, Giovanni di Siviglia, in casa di Iacopo de Porcello, 22 giugno, mercoledì, circa terza. C. 85. DLXXXVII. — Pietro di Pavia, Ugo di Bonifacio qd. Canavesio e Amasia promettono a Raimondo di Noli di pagare entro Natale le 28 lire che restano a pagare delle 40 « in quibus ego Petrus fui condempnatus ut in laude inde facta manu mei Tealdi notarii continetur » Consiglieri Giovanni Monleone e Nicoloso di Yoltri. Testi i predetti consiglieri e Gandolfo di Susiglia. In casa di Iacopo Porcello; 23 giugno, giovedì, circa prima. DLXXXVIII. — Giovanni Monleone, Pucio di Belmonte, Otolino di Valditaro e Micheletto di S. Matteo ricevono da Ottone di Murta 1. 10 « quas deo propicio usque Fiscanum negotiandi causa portare debemus. In reditu autem Bonifacio capitale et proficuum quod deus in his dederit consignare promito (sic) et deducto capitale quartum lucri habere debemus. Testi Giovanni Corito, Iacopo Rosso venetico; c. s. DLXXXIX. — Oglerio Papucio e Robanio ricevono da Nicoloso Peluco 1. 4 a mutuo; renderanno 1. 4 entro 15 giorni dal ritorno a Bonifacio dal viaggio di Bosa che stanno per intraprendere. « Sani tamen euntes et reddeun-tescum rebus quas de dictis denariis in Bonifacio adduxerint ». Testi Gandolfo Bocone, Enrico de Multedo. In casa di Iacopo de Por-cello, 24 giugno, venerdì, circa terza. DXC. — Pietro de Bisegeno riceve da Marino de Cozanello tanto per cui darà 1. 8 s. 13 entro il 1°. agosto. Guirardo barbiere garante. Testi Marco Scriba e Bonifacio de Bisegeno; in casa di Iacopo de Por-cello, 25 giugno, sabato, circa prima. DXCI. — Oglerio Papucio e Robanio ricevono da Guglielmo Mania-lupo tanto per cui daranno 1. 472 entro 15 giorni dal viaggio di Bosa, in Bonifacio. Nicola Peluco garante. Testi Guglielmo scriba, Iacopo Grunio; c. s. C. 85 v° DXCII. — Rubaldo Capello anche a nome della moglie Galasia da una parte e Marino de Calignano curatore di Bocherio figlio ed erede di Lambei to di Bernizone dall’altra, compromettono in Oglerio Capello iuniore, Guglielmo Clarella e Benvenuto di Ravecca come arbitri e amichevoli compositoii della lite che hanno per 70 lire che Galasia richiede sui beni di Bernizone padre suo e di Lamberto, che furono di Guglielmo Calderone suo marito e che essa doveva avere come suoi diritti e ragioni. Promettono di stare alla decisione sotto pena di 1. 50. Testi Iacopo de Porcello, Giovanni Grunio, Vassallo di S. Donato, Manuele greco; in casa di detto Rubaldo, 25 Giugno, sabato, circa terza [v. doc. DCXXXVII]. DXC1II. — Adelina moglie del fu Lamberto di Bernizone con l’autorità del suo curatore Guglielmo Alfarda da un lato e Marino di Calignano curatore ecc. (v. doc. precedente) compromettono negli stessi arbitri pei la questione delle 50 lire che Adelina richiede sui beni di detto Lamberto suo marito « nomine antefacti et occasione successionis qd. Iohanini filii sui et dicti Lamberti quondam quas dicit ad se pertinere ». Agisce col consenso del suo curatore e di Marco Scriba nominati propinqui e vicini. Testi Marino del fu Marchisio muratore, Giovannino figlio di Borello. Nella casa che fu di detto Lamberto, 25 giugno, sabato, circa terza, (nota: fu fatto un istrumento per Adelina). a sa. DXCIV. — Ego Guido de Cagna concedo tibi Gregorio de Bargono plenam licenciam atque bailiam deducendi vel faciendi ducere in tota terra mea et districtu meo causa pascendi et mitendi omnes bestias quas habes cum Guidone de Arana et postquam ibi fuerint promito tibi illas defendere et manutenere ab omni persona et homine preter ab hominibus de Colchano in toto meo districtu et si alique illarum tibi furate fuerint per vim a mon- - 173 — tibus de Asenago in subtus promito tibi illas restituere vel facere restituere illis personis que eas fucaverint. Alioquin penam dupli etc. pro pena etc. Testes Benvenutus de Ravecha, Conrandus de Porta. Actum in domo Jacobi de Porcello, die XXVI Junii die dominico, circa vesperas. M° ut supra. DXCV. — Balesio f. di Guglielmo Malio riceve in accomendazione da Nicoloso Barancio 1. 11'/2 genovesi « in pecia una panni de biavo quam peciam promito tibi vendere in Bonifacio ad melius quam potero et denarios illius implicare ». Al ritorno pagherà capitale e lucro, tenendosi un quarto del guadagno. Testi Nicola de Pontario, Ingo Tornello f. di Ottobono; in casa di Jacopo de Porcello, 27 giugno, lunedì, fra terza e nona. DXCVI. — Raimondo Salinerio riceve da Raimondo Peluco tanto per cui darà presso Santa Amancia « minas salis ducentum quinquaginta a festo Sancti Michaelis proximi inante quandocumque volueris et mihi pecieris in tua voluntate et ordinamento ad iustum quartinum mensuratas ». Pietro Salinerio garante con la consueta obbligazione dei beni. Testi Marco Scriba, Jacopo Grunio; c. s. fra nona e vespro. DXCVII. — Guglielmo Scornamontone riceve da Raimondo Peluco a nome di Boarello de Grimaldo 30 mine di orzo, delle 36 promesse da Raimondo a Boarello con atto del notaio Solimano del 23 ottobre 1236. Testi Ingo Tornello, Marco Scriba, Guglielmo Alfarda, sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 28 giugno, martedì, fra terza e nona. C. 80 v° DXCVIII. — Ranfìcoto di Bonifacio riceve da Altadona Peluca in accomendazione lire 61 da portare a Genova « ad quartum proficui habens potestatem mitendi ex eis in Bonifacio quam partem voluero cum testibus ante me et post me et facere sicut ex aliis cum quibus expendere debeo et luerari comuniter per solidum et libram ». Pagamento al ritorno in Bonifacio, dedotto il quarto del guadagno. Testi Calvo di Levanto, Guatino Spano, Signorino de Rocca. In casa di Altadona, 28 giugno, martedì, fra nona e vespro. DXCIX. — Ego Baronus sardus de Vilalba confiteor habuisse et recepisse a te Ranfìcoto de Bonifacio tot de tuis rebus que ascendunt vigintidue [manca: libre] Janue. Ren. etc. Quas deo propicio usque in Anpulia negociandi — 174 — causa portare debeo ad fortunam dei et rerum ipsarum eundo reddeundo et stando preter de sardis. Quas libras vigintiduas vel totidem pro ipsis tibi vel tuo certo nuncio per me vel meum nunciuìn dare et solvere promito usque ad mensem unum proximum et antea si antea venerit barcha Guillelmi de Corsaria de viatico Anpulie quo modo itura et in Bonifacio aplicuerint (sic). Alioquin penam dupli etc. Pro pena etc. Insuper nos Guilielmus de Corsaria et Guilielmus veneticus de predictis omnibus principaliter constituimus primos principales debitores pugatores et observatores tibi Ranficoto predicto Barono si non observaverit et solverit ut supra dictum est. Sub pena dupli et obli-gacione bonorum nostrorum quisque nostrum in solidum. Ren. iuri de principali et iuri solidi et epistule divi Adriani et omni iuri. TestesGuatinus Spanus, Segnorinus de Rocha. Actum Bonifacio in domo Jacobi de Porcello, die XXVIII Junii die martis circa vesperas. M° ut supra. DC. — Oberto Alfachino riceve da Ingone Tornello f. di Ottobono Tornello tanto per cui darà in Genova entro un mese 1. 20 libere da spese e tasse. Testi Jacopo Grunio, Vivaldo de Vegia, Vassallo di S. Donato. Davanti alla casa di Jacopo de Porcello, 28 (sic) giugno, mercoledì, circa nona. DCI. — Simona f. di Giulia Septemorgogiis nomina Bartolomeo de Faxolo, assente, procuratore a chiedere e ricuperare da Amica Isuline « que manet in guastato cultitram unam et unum coopertorium» che le diede in pegno per sol. 40, pagandole la somma. Consiglieri Oberto calafato e Guglielmo Ferrario calafato. Testi Beltrame Clavello e i predetti; in casa di Jacopo de Porcello, 29 giugno, mercoledì, verso vespro. DCII. — Oglerio Capello calegario e Vegia sua moglie ricevono da Giovanni rapallino tanto per cui daranno 1. 15 e s. 5 entro Pasqua. Vegia agisce col consenso del marito e consiglio di Giovanni di Siviglia e Iacopo de Porcello. Testi Iacopo Grunio e i predetti; in casa di Iacopo de Porcello, penultimo di giugno, giovedì, circa terza. C. 87. DCIII. — Ingone Tornello f. di Ottobono Tornello riceve da Ingone Tornello suo avo in accomendazione lire 52 y2 « que sunt communiter implicate cum mea implicata quas habeo in galea Iohannis Buchucii et sociorum et in galeota Bencii de Portuvenere et sociorum ». Promette di - 175 - pagare in nome di lui a Oberto Cafarino entro 15 giorni dal suo arrivo a Genova sana tamen eunte ecc. E Ingone Tornello dichiara che le lire 52 y2 sono dell’acco-mendazione che ebbe dal detto Oberto quando « de Ianua veni in Bonifacio ». Testi Antonio di S. Matteo, Santolino de Camulia; in casa di Jacopo Porcello, 30 giugno, giovedì, fra terza e nona. DCIV. — Guglielmo venetico e Alda sua moglie ricevono da Marco Scriba « tot de rebus Ugonis clerici silicet cannas duas et brachia duo de pannis de viride » per cui daranno 1. 3 e sol. 4 entro il 1° d’agosto. Alda col consenso del marito e consiglio di Giovanni provinciale e Giovanni Caparone. Testi i suddetti e Buscarino; in casa di Jacopo de Porcello. 1 luglio, venerdì, circa terza. DCV. — Ego Petrus Villanus de Sassari vendo et trado tibi Gregorio de Bargono Iohaninum sardum sclavum meum finito precio lib. quatuor Ianue quas proinde a te accepisse confìteor et de quibus me quietum et solutum a te voco. Ren. etc. Quem Johaninum servum meum promito tibi de cetero non impedire nec subtrahere sed pocius ab omni persona et loco et homine legitime defendere et exspedire meis impensis tibi tuisque heredibus et cui dederis vel habere permiseris per me meosque heredes remissa necessitate denunciandi. Alioquin penam dupli etc. rato etc. pro pena etc. possessionem et dominium vel quasi inde tibi tradidisse confìteor. Et ego Iohaninus confiteor tibi Gregorio quod servus eram dicti Petri Villani die quo me tibi vendidit et quod mea voluntate et consensu me tibi vendidit precio supradicto. Testes Simon Borellus, Antonius de Sancto Matheo, Iohanes de Valdetario. Actum Bonifacio in domo predicti Gregorii die V iulii intrantis die martis inter nonam et vesperas, M° ut supra. DOVI. — Guantino Zanca riceve da Balduino de Quarto equum unum saurum qui fuit qd. Iacobi de Vairexio, per cui darà sol. 100 entro ottobre. Testi Obertinus Scriba balisterius e Segnorinus de Rocha. In casa di Iacopo de Porcello, 8 luglio, venerdì, fra prima e terza. DCVII. — I castellani condannano Vegio de Salomoçasca a pagare 1. 64 a Giovanni Beccorosso che può rivalersi sui beni di quello sino alla predetta somma. Vegio e Giovanni Risa avevano avuto a mutuo dal Beccorosso tanto per 1. 67 da pagare entro un termine che è scaduto. Udito Vegio che non nega il suo debito, visti gli atti, i castellani emettono la sentenza, al solito sotto la loggia della chiesa di S. Maria, presenti i testi Graziano tabernario, Nicoloso baraterio, Bartolomeo di Alessandria; 28 giugno, martedì, circa terza. — 176 — C. 87 v° DCVIII. — Ego Oto de Murta confiteor me habuisse et recepisse a te Mcholoso baraterio ballam unam virmiliatis que est pecias tres et cannas quinque et ballam unam bambaxilli et sex cannas canapacii et pecias duas medielane et in alia parte ballam unam bambaxilli que est pecias triginta et in alia parte pecias quatuor medielane et tres cannas canapacii et in alia parte ballam unam bambaxilli que est pecias trigintaquinque et peciam unam de bruneta et in alia parte cannas duas canavaxii. Ren. etc. Quas omnes res promito tibi reddere et consignare vel tuo certo nuncio in Bonifacio per me vel meum nuncium quandocunque volueris et mihi denunciatum fuerit a te vel tuo nuncio in tua voluntate et ordinamento. Eo salvo quod predicte res stare debeant in apotheca mea ad risicum et fortunam tui Nicholosi. Alioquin penam dupli etc. Pro pena etc. Testes Bencius de Portuvenere, Vivaldus de Vegia. Actum Bonifacio ante domum Jacobi de Porcello die XXVIIII Iunii die mercurii circa vespe-ras M° ut supra. DCIX. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Obertus Alfachinus, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani, laudaverunt et pronunciaverunt quod Bartholomeus de Alexandria nomine Veidete et Johanete filiarum suarum de cetero habeat teneat et titulo pro soluto quieteque possideat sine contradicione Richafine filie olim Armani pelliparii et Gregor i i de Bargono viri sui et omnium personarum pro eis domum unam positam in Bonifacio que fuit quondam dicti Armani in solutum librarum sexaginta quinque Janue cum expensis extimatorum. Cui domui coheret ante et ab uno latere via sive carubium ab alio latere domus Johanis de Sibilia, a retro est domus Galvani Stanconi et fratrum, que domus fuit ei data et extimata per Marinum de Calignano et Bartholomeum de Corso publicos extimatores Bonifacii. Quod ideo fecerunt quum cum dictus Bartholomeus veniret coram dictis castellanis postulans in bonis quondam dicti Armani avunculi predictarum Verdete et Johanete filiarum suarum libras sexaginta •Janue quas dictus Armanus quondam in sua ultima voluntate quando obiit iudicavit et dimisit predictis Verdete et Johanete neptibus suis et filiis predicti Bartholomei, silicet Verdete quinquaginta, et Johanete* libras decem, secundum quod in sua ultima voluntate continebatur, vocatis predicta Rica-fina et Gregorio eius viro, ibidem solempniter in iure confessi fuerunt se nolle contradicere peticioni predicti Bartholomei, set quia non erat in ipsis bonis mobile unde posset habere predictam solucionem miserunt predictos extimatores ad dictam domum extimandam et in solutum et possessionem — 177 — ex ea sibi tradendam, qui extimatores volentes mandatum dictorum castellanorum adimplere predictam domum extimaverunt, et in solutum predicte quantitatis et dominium et possessionem ipsi Bartholomeo nomine dictarum Aliarum suarum ex ea tradiderunt sicut ipsis castellanis retulerunt, quare supradicti castellani admissa confessione dictorum iugalium volentes ipsi Bartholomeo, et ipsis filiabus suis de eorum iusticia providere laudaverunt statuerunt et affirmaverunt ut supra. Testes Guilielmus Alfarda, Marchus Scriba, Guilielmus Piper, Ansaldus de Fignago. Actum nono die Julii intrantis, die sabbato inter primam et terciam, M.° ut supra. C. 88. DCX. — I castellani condannano Balasio f. di Guglielmo Malio a pagare 1. 8 e s. 4‘/2 a Giovanni Rosso barbiere fratello di Guirardo barbiere, resto di un’accomendazione di 1. 22 e sol. 2 che esso Belasio ebbe e di cui pagò 1. 14 meno 2 soldi e ‘/2 e restano quindi ad aversi 1. 8 sol. 4‘/2. Esaminati gli atti, udita la causa, sentenziano. Testi Graziano tabernario, Guglielmo de Domicella, Ansaldo de Fignago, Aicardo de Monelia; 9 luglio, sabato, fra prima e terza. DCXI. — I castellani assolvono Graziano tabernario dal pagamento di 1. 32 sol. 8 den. 10 */8 delle 1. 64 s. 17 den. 9 che esso Graziano e Guglielmo Scornamontone ebbero in deposito da Aredulfo Maniavacha e Balduino de Quarto e Bonvassallo de Camulio e che furono già di Michele de Camulio e ciò perchè « dominus Egidius de Bornado Ianuensis consul de iusticia adversus burgum » con lettere sigillate del Comune aveva scritto ai castellani che tutti i denari del detto Michele che erano presso Graziano fossero consegnati a Enrico de Murtedo speciale nuncio costituito dagli accomen-datarii di esso Michele, e perciò i castellani costrinsero Graziano a dare ad Enrico; avendo questi dichiarato d’essere stato soddisfatto, i castellani rendono immune Graziano da ogni noia e richiesta. Testi Guglielmo Alfarda, Anfuso de Varagine, Marco Scriba; 27 giugno, lunedì, circa terza. C. 88 v° DCXII. — Guglielmo Piper riceve da Arzoco greco l’intero pagamento di quanto gli doveva e dichiara nulli tutti i suoi atti di credito. Testi Saonino, Giovannino di Levanto; in casa di Iacopo de Porcello, 9 luglio, sabato, circa nona-18 — — 178 — DCXIII. — Arzoco greco riceve da Saonino tante cose di Guglielmo Piper per cui darà allo stesso Guglielmo sol. 30 entro Natale. Testi Oglerio ferrario, Giovannino di Levanto; c. s. DCXI V. — Andrea Russo di S. A mancia e sua moglie Toaxia figlia qd. presbiteri Guidonis de S. Amancia vendono a Pietro Russo fratello di Andrea e a sua moglie 50 pecore per 1. 5. s. 11. La donna col consenso del marito e consiglio di Ansaldo de Fignago e Comitano de Porta. Testi Barbato di Castelletto, Marignano corso, Giovanni cognato di Pietro de Curia. In casa di Ansaldo de Fignago, 11 luglio, lunedì, circa nona. DCXV\ — Oglerio Calegario rinnova carta che dichiara di avere smarrita contenente l’obbligo di restituzione di 1. 10 come dote alla moglie Richelda e afferma che sono passati più di 25 anni dacché ebbe la somma. Testi Angelino de Camilla, Giovanni Rango cintraco; 12 luglio, martedì', prima di completorio. DCXYI. — I Castellani liberano Simone Spaerio delle cose che egli aveva in custodia appartenenti a Michele de Camulio morto a Bonifacio perchè secondo l’ordine del console Egidio de Bornado lo costrinsero a consegnare tutto allo speciale nuncio Enrico di Multedo. Si tratta di una cassa, due sopra usberghi, un arco con saette, alcune vesti [L’inventario è interrotto e il documento incompiuto]. C. 89. DCXVII. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, Obertus Alfachinus Ingo Tornellus, et Oto de Murta Bonifacii castellani, laudaverunt statuerunt atque affirmaverunt quod Jacoba uxor quondam Guilielmi Trulli de cetero habeat teneat et iure proprietatis et titulo pro soluto quiete possideat, sine contradicione Marchi Scribe curatoris Nicholosi filii quond. dicti Guilielmi Trulli et dicti minoris omniunque personarum pro eo, domum et res infrascriptas que fuerunt dicti Guilielmi quondam in solutum librarum triginta Janue, pro suis dotibus, que domus et res fuerunt ei date et liberate in publica calega per dictos castellanos. Quod ideo fecerunt quum cum dicta Jacoba coram supradictis castellanis veniret postulans in bonis quondam dicti Guilielmi viri sui, nomine sui patrimonii et antifacti libras sexaginta Janue, silicet libras triginta nomine sui patrimonii, et totidem - 179 — antifacti, ostendens publicum instrumentum ipsarum docium, vocato predicto Marco curatore predicti minoris, ibidem solempniter confessus fuit in iure se nolle contradicere peticioni dicte Jacobe, unde supradicti castellani admissa solemni confessione dicti Marchi curatoris, res infrascriptas et domos in publica calega vendi et incantari fecerunt pro solvendo ipsi Jacobe suas raciones, et eciam cum ter foret preconizatum per cintracum more solito ipsas res et domum venales esse, dicta Jacoba ipsas res et domum in su-pradicta quantitate incantavit, et ei tradite et liberate fuerunt mandato supradictorum castellanorum per Johannem cintracum, que Jacoba receptis dictis rebus et domo in publica calega suplicavit iamdictis castellanis ut inde ei laudem facerent ne de cetero posset conveniri vel molestari a dicto minore vel ab alio pro eo. Jdcirco supradicti castellani amissa eius iusta suplicacione volentes ei de sua iusticia providere fecerunt iurare dictam Jacobam de mariti rerum manifestacione secundum formam capituli, et quia non invenerunt qui tantum in dictis rebus et domo dare vellet ipsi Jacobe plus offerenti, tradiderunt et liberari fecerunt pro supradicta quantitate, et inde ei possessionem tradi fecerunt per Rainerium executorem eorum, laudantes statuentes et affirmantes ut supra. Res autem sunt iste. In primis domus una posita in Bonifacio cui coheret superius domus Guidonis de Rubea, inferius via sive carubium, ab uno latere domus heredum Guilielmi Alberici, ab alio domus Rapailini et heredum Rubaldi Mo-linarii quondam. Item strapuncta et coxinum, et in alia parte alia stra-puncta et coxinum. Item alia strapuncta, super coctum unum, farsetum unum, mantellum unum, palucellum unum, capsia una, annuii duo auri, coralium unum, pomelli duo, braceria una, oralem unum, buxullam unam, linteamini tres, sacconem unum, cortinam unam, cultram unam, infulam unam, sartaginem unam, caldariam unam, catenam unam, grataroliam unam, seacium unum, penacium unum, brendalem unum, lucernam unam, concham unam, axiam unam, sapas duas, mastram unam cum una grata-rolia, maracium unum, buffetum unum, lebetes duos, concham unam, pestellum unum, et mortalem, spetum unum, sportas duas, paraxides et tephaniam, discum unum, sacum unum de lana, orcham unam, sospitalem unum, bodam unam, mastram unam, bancham unam, scranam unam. tabulas et trispeos de lecto, corilem unam. Item terciam partem unius barche. Que res omnes fuerunt vendite ipsi Jacobe in publica calega in predicta quantitate lib. triginta Janue. Testes Gracianus tabernarius, Nicholosus. . . , Bartholomeus de Alexandria die XXVIII Julii intrantis circa terciam, M°CC°XXXVIlir, indicione XP> — 180 — C. v° DGXVIII. — Comitano de Porta e la moglie Riguardata ricevono da Marino de Cozanello tanto per cui promettono 1. 9 sino a mezzo agosto. Com-pagnano de Erigozo e Pagano scudaio consiglieri. Testi i consiglieri e Jacopino di Calignano; in casa di detti coniugi, 12 luglio, martedì, fra terza e nona. DCXIX. — Rubaldo de Funia riceve da Raimondo Peluco « tot silicet verrubium unum fustaneorum » per 1. 14 da portare «in Ampuliam ad fortunam dei et tui Raimundi eundo in mare usque in Ampuliam et in terra et in mari veniendo de Ampulia in Bonifacio ad fortunam mei Rubaldi». Pagamento entro otto giorni dall’arrivo in Bonifacio. Testi Ugo di Pontedecimo, Fasano de Capite. In casa di Jacopo de Porcello, 12 luglio, mercoledì, fra nona e vespro. DCXX.— Marco Scriba curatore di Arnaldino, Biancofiore, Giovannino e Duncia figli del fu Guglielmo Ferrario e in nome loro vende a Guglielmo de Domicella una pezza di terra nel luogo detto « ad funtem de logiis ventosis » fra le terre di Landolfo Spano, di Graziano de Capite o il bosco del comune per sol. 34. Intervengono alla vendita i castellani « cognoscentes dictam venditionem esse utilitatem dictorum minorum »; fecero mettere all’asta la terra e non trovando chi offrisse di più la aggiudicarono a Guglielmo de Domicella. Testi Guglielmo Clarella, Oglerio Capello iuniore, Vivaldo de Vegia, Ansaldo de Fignago. Sotto la Loggia avanti alla chiesa di S. Maria, 13 luglio, mercoledì, verso terza. DCXXI. — Jacobus Rubeus veneticus e Constantinus de Minuta ricevono in accomendazione da Ottone de Murta e Marchisio de Predono 1. 22‘/s di cui Vjt da Ottone e 15 da Marchisio, da portare in Sardegna. (Atto molto guasto, si parla di crastonos e di una barca - caraca - in cui devono essere caricati e delle spese di ornamento di questa). Detratta la condotta e stipendio dei marinai, il noleggio della barca e le spese relative, e tolto il capitale, avranno il quarto del guadagno. Testi Balduino de Quarto, Oglerio calegario. Avanti alla casa di Jacopo de Porcello, 13 luglio, mercoledì, circa completorio. - 181 — C. 00. DCXXII. — Marchisio de Predono a nome anche di Guglielmo speziano riceve da Yivaldo de Vegia, che paga per Giovanni coltellerio e Pietro de Curia esecutori testamentari dì Guglielmo fisico, soldi 20 lasciatigli in eredità. Testi Jacopo Grunio, Marco Scriba, Comitano de Porta. In casa di Jacopo de Porcello, 14 luglio, giovedì, fra terza e nona. DCXXIII. — Felonia moglie del fu Jacopo di Varese riceve a mutuo gratis dal fratello Ansaldo lire 5 da restituire in agosto. Pegno « ortum meum de lungono ». Consiglieri Giovanni scudaio e Comitano de Porta suo genero. Testi Berardo di S. Lorenzo e i predetti consiglieri. Nella casa ove abitano detti coniugi; 14 luglio, giovedì fra nona e vespro. DCXXIV. — Contratto di accomendazione [La carta molto rósa non permette di leggere i nomi dei contraenti nè i particolari dell’atto]. Testi Segnorino de Rocha, Guglielmo Mangialupo. In casa di Jacopo de Porcello, 15 luglio, venerdì, circa terza. DCXXV. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Obertus Alfachinus, Ingo Tornellus, et Oto de Murta Bonifacii castellani, laudaverunt et pronunciaverunt quod Manuel Grecus habeat, percipiat, et licenter capere possit et habere de rebus hominum de Plumbino ubicunque inventis, usque in quantitatem librarum trium et soldorum duorum Janue, sine contradictione dictorum hominum de Plumbino, et cuiuslibet alterius pro eis persone. Quod ideo fecerunt quum cum dictus Manuel esset in portu Aiacii cum Jacobo Grunio per suum marinarium in quodam ligno qui vocatur Sancta Crux, venerunt ibi Bonacursus, et Sarracinellus, et Lanzarotus de Plumbino et quidam alii eiusdem loci de Plumbino in quodam bucio armato, qui per vim abstulerunt ipsi Manueli de sui rebus propriis agnellinas sexaginta, cavrunas quatuor, bechunas duas, tunicam unam, braceriam, spatam, carchaxium cum sagiteis, barilem unam, virgas sardescas quatuor, saccos duos, libras cere septem, infulas duas, que res valebant libras tres et soldos duos Janue pro ut iurat, ipse Manuel accessit ad dictos castellanos suplicans quatenus per eorum litteras commonerent et commonere deberent consules sive rectores dicti loci ut dicto Manueli supradictas res reddere facerent, vel saltem eidem Manueli plenam iusticiam darent, dicti castellani volentes sequi ordinem i uris, ipsos consules sive rectores per eorum litteras pluries citatorie et demum peremptorie cum — 182 - monuerunt, quatenus dicto Manueli plenam iusticiam facerent qui id facere neglexerunt nec inde dictis castellanis responsionem aliquam dederunt unde cum dictus Manuel coram ipsis castellanis accederet dicens quod darent ei licenciam capiendi de rebus ipsorum hominum, ..... peticioni ....... dicti castellani admissa infrascripta postulacione dict.i Manuelis volentes ei de iusticia providere, laudaverunt, decreverunt et pronunciaverunt ut supra. Testes Anfusus de Varagine. Marcus scriba, Facius plebanus ecclesie Sancte Marie de Bonifacio. Actum die XVI, iulij intrantis, die sabato circa terciam. MWXXXVIIII, indicione XI. C. 90 v° DCXXVI. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Obertus Alfachinus, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani laudaverunt et pronunciaverunt quod Guilielmus Piper procurator accoman-datariorum quondam Simonis de Bargono nomine dictorum accomandatario-rum et per ipsos habeat et percipiat, et licenter capere possit et habere de rebus hominum de Plumbino ubicunque inventis usque in quantitatem librarum octuaginta duarum Janue, sortis, et librarum undecim et soldorum tresdecim pro expensis in dictis libris octuaginta duarum exigendis et consequendis sine contradicione dictorum hominum de Plumbino, et cuiuslibet alterius pro eis persone. Quod ideo factum est quum cum Jacobus Grunius et Obertus Archatorius essent in portu Aiacii cum rebus ipsius Simonis quondam, et que erant accomandatariorum suorum in quodam ligno qui vocatur Sancta Crux venerunt ibi Bonacursus, et Sarracinellus et Lanza-rotus de Plumbino, et quidam alii in quodam ligno armato, qui per vim, et iniuste et sine causa abstulerunt et subripuerunt de rebus dicti Simonis quondam, que erant ipsius dicti Simonis valens supradictam quantitatem librarum octuaginta duarum, ipse Simon ante quam obiret accessit ad dictos castellanos, suplicans quatenus per eorum litteras commonerent et commonere deberent consules sive rectores dicti loci, ut dicto Simoni quondam dictas res reddere facerent, vel saltem eidem Simoni plenam iusticiam darent, dicti castellani volentes sequi ordinem iuris, ipsos consules sive rectores per litteras eorum citatorie, et demum peremptorie commonuerunt, quatenus dicto Simoni plenam iusticiam facerent, qui id facere neglexerunt nec inde dictis castellanis responsionem aliquam dederunt unde cum dictus Guilielmus Piper post mortem ipsius Simonis nomine suorum accomandatariorum quorum procurator erat coram ipsis castellanis accederet, dicens quod darent ei licenciam nomine accomandatariorum ipsius - 188 — Simonis quondam, capiendi..............Gulielmi procuratoris, volentes ei de sua iusticia providere, laudaverunt, decreverunt et pronunciaverunt ut supra. Testes Anfusus de Yaragine, Marcus Scriba, Facius plebanus ecclesie Sancte Marie de Bonifacio. Actum die XXVI iulij intrantis, die martis, circa terciam, M°CC°XXXVIIII, indicione XI. DCXXVII. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Obertus Alfachinus, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani, laudaverunt et pronunciaverunt quod Guilielmus Scornamontonus, et Guilielmus de Valente habeant et percipiant et licenter capere possint et habere de rebus hominum de Plumbino ubicunque inventis usque in quantitatem librarum septein, et solidorum septem Janue, sortis, sine contradicione dictorum hominum de Plumbino, et cuiuslibet alterius pro eis persone. Quod ideo factum est quum cum Jacobus Grunius et Obertus Archatorius essent in portu Aiacii, ad merchatum, in quodam bucio dictorum Guilielmi Scor-namontonis et Guilielmi de Valente qui vocatur Sancta Crux, venerunt ibi Bonacursus et Sarracinellus, et Lanzarotus de Plumbino, et quidam alii in quodam ligno armato, qui per vim iniuste et sine causa abstulerunt et subripuerunt de rebus eorum que erant in dicto bucio, vellum unum novum, calderonum unum, margium unum, verrubium unum, remulum unum, spatam ferri unam, balestrami unam de duobus fustibus, quarello.s sexaginta et crocum, superosbergum unum, scutum et elmum, coxeronos duos, verru-gatum unum, lencias duas, et lanciam unam, que res fuerunt omnes extimate et arbitrate iuramento dictorum Guilielmi Scornamontonis et Guilielmi de Valente in supradicta quantitate librarum septem et soldorum septem Janue, ipsi anbo accesserunt ad dictos castellanos, suplicantes quatenus per eorum litteras commonerent et commonere deberent consules sive rectores dicti loci, ut dictis Guilielmo Scornamontono et Guilielmo de Valente dictas res reddere facerent, vel saltem eisdem plenam iusticiam darent, dicti castellani volentes sequi ordinem iuris, ipsos consules sive rectores per litteras eorum citatorie, et demum peremptorie commonuerunt quatenus dictis Guilielmo Scornamontono et Guilielmo de Valente plenam iusticiam facerent qui id facere neglexerunt nec inde dictis castellanis responsionem aliquam dederunt unde cum dicti Guilielmus Scornamontonus et Guilielmus de Valente coram ipsis castellanis accederent dicentes quod darent eis licenciam capiendi de rebus ipsorum hominum et eorum peticioni instarent, dicti castellani admissa iusta suplicacione dictorum Guilielmi Scornamontonis et Guilielmi de Valente volentes eis de eorum iusticia providere, laudaverunt decreverunt et pronunciaverunt ut supra. — 184 — Testes Anfusus de Yaragine, Marchus Scriba, Facius plebanus ecclesie Sancte Marie de Bonifacio. Actum die XYI iulij intrantis die sabbato circa terciam M°CC°XXXYIIII, indicione XI. C. 91. DCXXVIII. — Ego Obertus Alfachinus nomine Beldiei matris mee et Siche et Stregine sororum et heredum quondam Johanis Stregie avunculi mei, et pro ipsis, facio tibi Enrico de Cinercha tuisque heredibus filio olim Enrici de Cinercha finem et refutacionem et omnimodam remissionem et pactum de non petendo et datum ad proprium, de omni iure racione et actione, reali et personali utili vel directa quod vel quam dictus Johanes quondam avunculus meus et frater dictarum Beldiei et Siche et Stregine tempore vite sue sive ad obitum mortis sue habebat et consuetus est habere, in castro de Camulia et in eius territorio et pertinenciis seu districtu, et dicte mulieres habent vel habere possent, et eis competit vel competere posset occasione dicte sucessionis et hereditatis quondam dicti Johanis fratris eorum vel aliqua alia occasione, vel sucessione, promitens tibi nomine dictarum mulierum et pro ipsis predictam finem et refutacionem perpetuo ratam et firmam habere et tenere, et contra non venire et facere adtendere et observare predictis mulieribus, et insuper quod faciam et curabo sic quod dicte mulieres predictam finem et refutacionem perpetuo ratam et firmam habebunt et contra non venient et quod de cetero ipse vel alius pro eis nullam de cetero magis facient requisicionem vel querimoniam seu litem movebunt adversus te vel heredes tuos vel de predicto castro et territorio seu pertinenciis vel eius occasione, et quod cartam inde vobis facient vel vestro nuncio quando eis denunciatum fuerit a te vel tuo nuncio in laude tui sapientis. Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero vel contrafactum fuerit penam librarum ducentarum tibi stipulanti spondeo, que pena tociens commitatur quociens contrafactum fuerit rata semper manente predicta fine et ìefutacione. Pro pena etc. possessionem et dominium vel quasi inde tibi tradidisse et dimisisse confiteor. Insuper iuro corporaliter ad sancta Dei evan-gelia omnia ut supra dictum est adtendere servare et in nullo contravenire, et facere adimplere a dictis mulieribus. Quam finem et refutacionem tibi facio pio Lbris septuaginta Janue, quas pro inde a te accepisse confiteor, silicet unum destrerium pro libris quadraginta et libras triginta in denariis numeratis, et de quibus me bene quietum et solutum nomine dictarum mulierum a te voco. Renuncians ect. Insuper volo et iubeo quod ommia instrumenta et cartas que et quas dictus Johannes quondam avunculus meus hahebat de predicto castro sint irrita et cassata et evacuata et nullius momenti 1Ô5 — et valoris, et per non facta habeantur. Et predicta omnia feci et facio in presencia et voluntate et consilio Oglerii Capelli iunioris procuratoris predictarum mulierum ut continetur in duobus instrumentis inde factis. Testes Aldebrandus Aiacensis episcopus, Jacobus Grunius, Guido de Cagna, Yegius de Camulia, Marcus Scriba, Vivaldus de Vegia, Salucrus de Cagna. Actum Bonifacio in ecclesia Sancte Marie, die XVIII. iulii. die lune circa vesperas. MWXXXVIIII, indicione XI. DCXXIX. — Ego Enricus de Cinercha promito tibi Oberto Alfachino solvere et dare et consignare tibi in Bonifacio vel tuo certo nuncio per me vel meum nuncium destrerium unum quem habui a comuni Janue tempore quo factus fui miles a dicto comune bene sanum sine omni vicio et magagna, usque ad dominicam proximam, et libras triginta Janue, per terminos infrascriptos silicet medietatem a calendis augusti proximi usque ad annum unum, et aliam medietatem ab ilio termino usque alias calendas augusti proximi venientis. Quem destrerium et denarios tibi dare debeo prò fine et refutacione quam hodie mihi fecisti nomine Beldiei matris tue et Siche et Stregine amictarum tuarum, sororum et heredum quondam Johanis Stregie avunculi tui, secundum quod continetur in carta inde facta manu mei Tealdi notarii, non nocente tibi quod de dicto equo et de dictis libris triginta vocasti te quietum et solutum in carta finis et refutacionis, et quod renuncio exceptioni non numerate et non accepte pecunie vel non traditi equi, cum predicti denarii et equus integre restent tibi ad habendum et solvendum. Alioquin penam dupli etc. rato etc. et insuper restituere omnia dampna et expensas, etc. pro pena vero etc. Insuper iuro etc. nisi iusto Dei impedimento etc. Testes Aldebrandus episcopus Aiacensis, Jacobus Grunius, Guido de Cagna, Marcus Scriba. Actum Bonifacio in ecclesia Sancte Marie, die XVIII iulii, die lune, circa vesperas. MWXXXVIIII, indicione XI. C. 91 v° DCXXX. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie Obertus Alfachinus, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii Castellani, condem-pnaverunt Marinum de Cozanello et Elenam iugales Amico Clare in libris duodecim, et soldis decem octo Janue, laudantes quod dictus Amicus habeat et percipiat et licenter capere possit et habere in bonis et de bonis predictorum iugalium ubicunque inventis valens supradictam quantitatem librarum duodecim et soldorum decem octo Janue, sine contradicione dictorum iuga- — — 186 - lìum, et omnium personarum pro eis. Quod ideo fecerunt quum cum dictus Amicus ageret contra dictos iugales in hunc modum: Amicus Claiella agit contra Marinum Cozanellum, et Elenam iugales et petit ab eis libias duodecim et soldos decem octo Janue nomine pene sive pro pena dupli, hoc ideo quia dicti iugales confessi fuerunt se recepisse et habuisse mutuo a dicto Amico libras sex et soldos novem Janue, unde et pro quibus ipsi Amico vel eius certo misso libras sex et soldos novem dare et solvere promiserunt infra dies octo postquam dictus Marinus de viatico Eris seu Pia-tamonis quo iturus erat cum bucio suo qui vocatur Sanctus Fianciscus in portu Bonifacii aplicuerit, sub pena dupli et obligacione bonorum suorum quisque in solidum obligaverunt, ita quod uno solvente alter liberetur, et quia dictus Marinus de dicto viatico reversus est cum dicto bucio et non solvit ut promisit et convenit, et terminus solvendi transactus est, et pena commissa etc. et in penam inciderunt dicti iugales, ideo agit et petit ut supra omni iure, salvis sibi omnibus racionibus, que contra dictos iugales petere vellet occasione alicuius obligacionis, et cum diu super dicta lamen-tacione inter dictas partes foret litigatum, tandem supradicti castellani, visa peticione, visis posicionibus, confessionibus et responsionibus et testibus ab utraque parte productis, viso eciam instrumento predicti debiti et racionibus utriusque partis diligenter inspectis et perlectis, habita super his diligenti deliberacione, dictos iugales in predicta peticione condem- pnaverunt, laudantes et affirmantes ut supra. Testes Marcus Scriba Guilielmus Alfarda, Anfusus de Varagine, Ugo Clericus. Actum die XXVI iulii intrantis post terciam. MWXXXVIIII, indicione XI. DCXXXI. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie, Obertus Alfachinus, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani condempa-verunt Jacobum de Malta Aicardo de Monelia in libris sex et soldis decem octo et denariis quatuor Ianue, laudantes quod dictus Aicardus habeat et percipiat et licenter capere possit et habere in bonis et de bonis predicti Jacobi ubicunque inventis valens predictam quantitatem librarum sex et soldorum decem et octo, et denariorum quatuor Janue, sine contradicione dicti Jacobi et omnium pro eo personarum. Quod ideo fecerunt quum cum dictus Aicardus ageret contra dictum Jacobum in forma prescripta, Aicardus de Monelia agit contra Jacobum de Malta, et petit ab eo nomine pene libras tres et soldos novem et denarios duos Janue et libras tres et soldos novem et denarios duos nomine sortis, que restant ei ad habendum de libi is triginta quinque et denarios viginti, hoc ideo quia dictus Iacobus confessus fuit habuisse et recepisse a dicto Aicardo tantum de suis rebus que adscen- — 187 — dunfc libras triginta quinque et denarios viginti, ad certam terminum, ut apparet per instrumentum factum manu Thebaidi notarii, et dictus Jacobus non solvit ut promisit et convenit, et terminus transactus est, et pena commissa est, et in penam incidit dictus Jacobus et contradicit et non vult facere ut promisit et convenit, ideo agit et petit ut supra, et omni iure. Et cum diu super dicta lamentacione inter dictas partes foret litigatum, tandem supiadicti castellani visa peticione, visis posicionibus, confessionibus, responsionibus et testibus a dicto Jacobo productis, viso eciam instrumento debiti et racionibus utriusque partis diligenter inspectis et perlectis, habita super his diligenti deliberacione, dictum Jacobum in predicta peticione ipsi Aicardo condempnaverunt, laudantes et affirmantes ut supra. Testes et locus et omnia ut supra. DCXXXII. — Bonifacio sub lobia ante ecclesiam Sancte Marie. Obertus Alfachinus, Ingo Tornellus et Oto de Murta Bonifacii castellani de voluntate et mandato domini Antolini Molinarii militis domini Filipi Vicedomini Janue civitatis potestatis, laudaverunt et pronunciaverunt quod Borulus corsus, et eius heredes de cetero habitent et habitare possint in Bonifacio, pei buigenses, et tam sicuti alii burgenses qui modo sunt et pro tempore fuerint in Bonifacio, sine contradicione castellanorum vel potestatis qui erunt in Bonifacio, et hominum habitancium in dicto loco omniunque personarum pro eis. Quod ideo fecerunt quum cum dictus dominus Antolinus veniret in Bonifacio, cum Otone Bono Mallono pro negociis comunis Janue, et miteret dictum Otonem Bonum Mallonum, et Jngonem Tornellum dictum in quadam galea armata comunis Janue, et in aliis lignis armatis ad inquirendum duos lignospiratorum qui dicebantur esse in Buxinariis, et similiter ad comburendum et devastandum villam de Cuncha que erat Guidonis Rubei et fratrum inimicoi um comunis Janue, et hominum Bonifacii, et cum ipsi fuerint in Buxinariis in quadam insula que vocatur... et non haberent aliquem cum eis qui sciret viam de Cuncha invenerunt in dicta insula dictum Borulum et Ansi fi edum Tesolacium custodientes bestias in dicta insula quibus promiserunt et concesserunt et eciam licenciam dederunt veniendi de cetero ad habitandum in Bonifacio cum uxoribus et filiis et rebus eorum sicuti alii burgenses eiusdem loci et quod in redditu eorum eis laudem fieri facerent ipsis castellanis, si vellent eis ostendere viam pro qua melius et plus securiter possent ire ad comburendum et devastandum dictam villam de Cuncha, qui cum eis iverunt et viam ostenderunt, unde cum reddierunt de dicta villa suplicavit dictus Borulus iam dictis castellanis ut de dicta promisione ei facta a predictis dominis ei laudem facerent et sue peticioni instarent, dicti castellani admissa iusta suplicacione dicti Borali, et habito inde man- — 188 - dato a dicto domino Antolino, volentes ei de sua iusticia providere laudaveiunt decreverant et pronunciaverunt ut supra. Testes Marcus scriba, Jacobus Grunius, Bonus Johanes Ferrarius, Guilielmus Alfarda. Actum ut supia. C. 92. DCXXXIII. — Nos Aldebrandus Aiacensis episcopus et Enricus de Cinercha promitimus et convenimus vobis Oberto Alfachino, Jngoni Tornello et Otoni de Murta Bonifacii castellanis recipientibus nomine et vice comunis Janue, et hominum Bonifacii, quod faciemus et curabimus sic, quod Guido Rubeus et fratres eius a dominica proxima, usque ad dies quindecim, venient in Bonifacio ad faciendam pacem et concordiam vobiscuni nomine comunis Janae et hominum Bonifacii si cum eis concordare poteritis, et facietis.....(1) concordaveritis........... Bonifacii totum id quod......... hominibus Bonifacii, vel alicui eorum per dictos Guidonem Rubeum et fratres homines eorum. et insupei promitimus vobis nomine comunis Janue, et hominum Bonifacii, quod si pax et concordia fuerit inter vos et ipsos faciemus et curabimus sic quod dictus Guido et fratres et homines eorum de cetero offensionem aliquam non facient hominibus comunis Janue, et Bonifacii, vel alicuius eorum in rebus et personis, et si forte dicti domini vel eorum homines vel aliquis eorum dampnum vel malum aut offensionem aliquam facient vel fleri facient alicui homini Bonifacii vel Janue in rebus vel personis quod illud dampnum et offensionem emendabimus et restituemus illi persone cui factum fuerit in voluntate castellanorum qui pro tempore fuerint in Bonifacio aut reddent et restituent malefactores in balia castellanorum qui pro tempore fuerint in Bonifacio vel illius cui dampnum vel malum aut offensio factum vel facta fuerit. Insupei promitimus vobis nomine et vice comunis Janue quod faciemus et curabimus sic, quod usque ad dictum terminum dierum XV, predicti domini vel eorum homines nullam offensionem vel malum aut dampnum facient vel fleri facient hominibus Bonifacii, vel alicui eorum in rebus vel personis. Si vero contrafactum fuerit promitimus vobis nomine comunis Janue, illud totum restituere et emendare de nostro proprio illi persone cui factum fuerit in vestra voluntate et ordinamento. Insuper promitimus vobis nomine vice comunis Janue, quod si dictus Guido dictam pacem et concordiam facere recussaverint (sic) et eam facere noluerint, et ipsi offensionem aliquam facient vel fleri facient ipsi vel eorum homines hominibus Bonifacii vel alicui eorum, quod nos cum tota racione Corsice adiuvabimus vos et manutenebimus vos et homines Bonifacii, contra predictos fratres et eorum homines et va-sallos, et eis guerram vivam faciemus in vestra voluntate, et successorum (1) Guasto per umidità. - 189 - vestrorum et hominum Bonifacii, et insuper quod ego episcopus ipsum Gui-donem et fratres excomunicabo, et excomunicatos denunciabo. Alioquin si in aliquo predictorum contrafecerimus vel çontrafactum fuerit penam mar-charum centum argenti vobis nomine comunis Janue stipulantibus spondemus rato manente pacto, pro pena, etc. quisque nostrum in solidum. Renuncian-tes etc. iuri solidi et epistule divi Adriani, et omni iuri. Versa vice nos predicti castellani promitimus et convenimus vobis domino episcopo et Enrico de Cinercha quod dictam pacem et concordiam faciemus predictis Guidoni et fratribus ut voluerint, et quod faciemus reddere et restituere dicto Guidoni et fratribus et eorum hominibus totum id quod....... eorum ablatum est per homines Bonifacii vel quendam illorum si dicta pax et concordia fuerit. Jtem promitimus et convenimus vobis quod faciemus et curabimus sic quod homines Bonifacii vel aliquis illorum nullam decetero facient vel faciet offensionem aliquam vel malum neque dampnum aliquod predicto Guidoni et fratribus et eorum hominibus in rebus vel personis, et si forte aliquis dictorum offensionem vel dampnum malum faciet vel fieri faciet predicto Guidoni et fratribus et eorum vel alicui eorum faciemus et curabimus quod dicti homines Bonifacii illud emendabunt et restituent illi cui factum fuerit in voluntate et ordinamento predicti Guidonis et fratrum, aut quod reddent et tradent et in eorum virtute et balia malefactores in eorum voluntate et ordinamento. Jtem promitimus vobis quod faciemus et curabimus quod homines Bonifacii, vel aliquis illorum usque ad dictum terminum dierum XV, nullam offensionem vel dampnum facient vel fleri facient predicto Guidoni et fratribus vel eorum hominibus in rebus vel personis, et si aliquis dictorum hominum Bonifacii contrafaceret vel contrafactum fuerit ab aliquo illorum illud totum integre promitimus restituere et emendare et facere restituere et emendare predictis hominibus vel illi qui offensionem fecerit, illi persone cui facta fuerit. Alioquin si in aliquo predictorum contrafecerimus vel contrafactum fuerit penam marcharum centum argenti stipulanti spondemus, rato manente pacto, pro pena vero etc. Testes Guilielmus Blancus, Guido de Cagna, Barulfus de Coltano, Calvus de Levanto, Oglerius Capellus iunior, Marcus scriba, Salacrus de Cagna, Gracianus tabernarius. Actum in ecclesia sancte Marie de Bonifacio, die XVIIII Iulii, die martis, parum post terciam M°CC°XXXVIIII indicione XI. C. 92 v° DCXXXIV — Ego Enricus de Cinercha promito et convenio vobis Oberto Alfachino, Ingoili Tornello et Otoni de Murta Bonifacii castellanis recipientibus nomine et vice comunis Ianue, quod usque ad festum sancti Michaelis proximi veniam in Bonifacio et sub vestro examine plenam iusti- — 190 — ciam et racionem faciam omnibus hominibus Bonifacii volentibus de me querimoniam et peticionem sive lamentacionem..........in Bonifacio plenam solucionem faciam vel fidem aliis personis quibus coniunctus fuero, de toto eo quod eonvinctus fuero sub vestro examine vel successorum vestrorum in vestra voluntate et ordinamento. Item promito vobis nomine et vice comunis Janue et hominum Bonifacii quod usque ad dictum terminum reddam et restituam et emendabo omnibus hominibus Bonifacii totum id quod eis vel alicui eorum ablatum fuerit sive furatum per me vel homines et vasallos meos, in voluntate et ordinamento illius vel illorum cui vel quibus de iure restituere et emendare debuero. Insuper promito vobis quod faciam et curabo sic bona fide si potero pro posse meo quod Guilielmus et Guiducius fratres mei ad dictum terminum mecum venient, et quod predicta omnia observabunt et adtendent, si eis dicta concordia placuerit et facere voluerint per omnia sicut dictum est superius. Alioquin si in aliquo predictorum contrafecero vel contrafactum fuerit penam marcharum centum argenti vobis recipientibus nomine comunis Janue et hominum Bonifacii stipulantibus spondeo, que pena tociens commi-tatur quociens contrafactum fuerit, rato manente pacto, pro pena etc. Insuper ego Aldebrandus aiacensis episcopus de predictis omnibus et singulis principaliter me constituo proprium et principalem debitorem pagatorem et observatorem vobis castellanis recipientibus nomine et vice comunis Janue et hominum Bonifacii pro predicto Enrico et fratribus si non observaverint et adtenderint ut supra dictum est, promitens vobis me facturum et curaturum sic quod dictus Enricus et fratres predicta et singula attendent et observabunt et contra non venient. Alioquin penam marcharum centum argenti vobis stipulantibus spondeo, que pena tociens commitatur quociens contrafactum fuerit, rato manente pacto, pro pena etc. Insuper renuncio iuri de principali, et omni iuri, et insuper illos excomunicabo et per excomunicatos denunciabo, et vos et homines Bonifacii pro posse meo adiuvabo et manutenebo et defendam a dictis fratribus et ab omni persona pro eis sub fide et ordine meo. Versa vice nos castellani nomine et vice comunis Janue et hominum Bonifacii promitimus tibi Enrico de Cinercha recipienti tuo nomine et dictorum fratrum tuorum si predicta omnia observare voluerint quod faciemus et curabimus sic quod homines Bonifacii restituent et emendabunt usque ad dictum terminum tibi et fratribus tuis si predicta observaverint et hominibus tuis et dictorum fratrum tuorum, totum id quod tibi et fratribus tuis et hominibus dictorum fratrum tuorum (1).....vel fuerit.....marcharum ..... argenti tibi stipulanti spondemus que pena tociens commitatur quociens contrafactum fuerit, pro pena etc. Testes locus et omnia ut supra. (1) Guasto di umidità per qualche riga. - 191 C. 93. DCXXXV. — Santulinus et Lambert,inus et Faciolus fratres filii qd. Landulfi Monleone per nos et heredes nostros facimus tibi Oberto Alfachino tuisque heredibus finem et refutacionem omnimodam et pactum de non petendo datum ad pactum nomine generalis transactionis de tribus partibus castri de Cavulca et pertinendis et districtu seu territorii sui quos Dominus Iohanes Stregia quondam avunculus tuus in sua ultima voluntate quando obiit nobis iudicavit et dimisit et specialiter de omni iure acione et racione reali et speciali utili vel diversa que et quam habemus et visi sumus habere et nobis competit seu competere posset in dictis tribus partibus dicti castri et territorii sui et pertinendis occasione dicti iudicatus vel aliqua alia occasione vel successione. Promitentes tibi predictam finem et refutacionem perpetuo ratam et firmam habere et tenere et contra non venire et nullam magis de cetero facere requisicionem vel querimoniam seu acionem movebimus adversus te vel heredes tuos vel adversus aliquam personam pro te et per nos vel heredes nostros aliquo iure vel modo. Alioquin si de predictis in aliquo contrafecerimus vel contrafactum fuerit penam dupli de quanto requisicio vel empcio facta fuerit tibi stipulanti spondemus. Rato manente pacto, pro pena vero etc. quisque nostrum in solidum. Renunciantes iuri solidi et epistule divi Adriani et nove constitucioni et omni iuri. Facientes hec omnia nos Lambertinus et Faciolus consilio Marchi Scribe et Guillelmi de Calignano quos nostros propinquos et vicinos appellamus et confiteor ego Lambertinus esse maiorem annis XX et ego Faciolus annis XVIII. Quam finem et refutacionem tibi facimus pro libris quinquaginta jan. quas proinde a te accepisse confitemur et de quibus nos bene quietos et solutos a te vocamus. Renunciantes etc. Testes Armanus Rumpi tori us, Iacobus Galcagnus. Actum Bonifacio in domo Iacobi de Porcello die XVIIII Iulii die martis inter nonam et vesperas. M° ut supra. DCXXXVI. — Ego.. [il nome è scomparso, tutto l’atto è roso e macchiato] promette a Guglielmo Piper 1. 10, resto di un’accomendazione a un Simone, entro Pasqua ventura. L’accomendazione di 1. 259 den. 7 era ricevuta dal contraente e da Oberto Arcatorio da portare al fu Simone « in viatico Aiaci » secondo atto di Tebaldo del 15 settembre 1238. « Extractis de dictis lib. 259 den. 7, libris octuagintaduabus quas homines de Plumbino mihi et dicto Oberto per me abstulerunt et subripuerunt de quibus nullam habuit solucionem a me neque a dicto Oberto ». Testi Giovanni scudaio, Raimondo di Vingueglia, Andrea Vasone. In casa di Iacopo de Porcello, 22 luglio, venerdì, fra terza e nona. — 192 — DCXXXVII. — Gregorio Paparino delega Guglielmo Piper ad esigere dal Comune di Genova lire 6 che Simone de Bargono ebbe pei lui e a suo nome da Detesalve de Susilia, scriba, « quando venit Bonifacium pio Comune Janue pro solvendis solidis mihi et aliis servientibus Bonifacii- Quas lib. sex dominus Antolinus Molinarius miles domini Filipi Yicedomini Ian. civitatis potestatis habuit et recepit a Guilielmo Pipere procuratore in Bonifacio ac-comendariorum ipsius Simonis de rebus suis quando venit in Bonifacio pio negociis Comunis Ianue ». Testi Giovanni Corvo e Giovanni Sardo; 22 luglio, venerdì; in casa di Iacopo de Porcello. C. 03 v° DCXXXVIII. — Lodo Arbitrale di Oglerio Capello iuniore, Guglielmo Clarella, Saonino e Benvenuto di Ravecca sulla lite e controversia tra Rubaldo Capello a nome dèlia moglie Galasia e Marino di Calignano curatore di Bache-rio figlio ed erede di Bartolomeo di Bernizone figlio del fu Bernizone padre di Galasia, intorno a 1. 70 che essa Galasia afferma esseie del fu suo marito Gu glielmo Calderone come dote di lui. Gli arbitri condannano Marino cuiatoie di Bacherïo a pagare 1. 28 allo stesso Rubaldo e lo assolvono dalle a Iti e 1. 42. Testi Marco Scriba, Mercaante di Bobio, Facio pievano della Chiesa S. Maria di Bonifacio, Iacopo Grunio, Graziano tabernario. Sotto la loggia della chiesa di S. Maria, 26 luglio, martedì, circa terza (v. doc. DXCII). DCXXXIX. — Sulla lite e discordia tra Aidelina moglie del fu Lamberto di Bernizone e Manno di Calignano intorno a 1. 50 che essa chiedeva come diritti di successione ed eredità di suo figlio Giovannino, pieniorto, gli ai bitri stabiliscono che le spettino L. 40 che Marino dovi à pagaie (v. doc. DXCIII e DCXXXVIII). DCXL. — Giovanni Testagrossa e Guglielmo de Mulis, Raimondo de Simpunti, Beltrame Oglerius ricevono da Raimondo Cuxaido di S. Satur nino tanto per cui daranno 1. 49 sol. 2 entro 8 giorni « postquam Januam aplicuerimus cum barchis quatuor provincialescis honeratis coialli in quibus ire debemus, mundas et expeditas omnibus dacitis et avaiiis et capitulo Janue. Sane tamen euntes dicte barche vel maior pars earum ». In pegno tutto il corallo che è nelle barche. Testi Oberto Calafato, Petrus Orichus de Massilia, Giovanni Sartore e suo fratello Lanfranco. In casa di Iacopo de Porcello, 23 luglio, sabato, fi a nona e vespro. 193 — C. 94. DCXLI. — Testamento (manca il principio dell’atto perchè il foglio è mutilo). Restituisce (manca il nome) 1. 10 s. 4 « quas expendidi in domo mea cum filiis meis in bibendo et comedendo ». Alla nipote Sibelina totum lectum meum guarnitum. Alla figlia Aimelina « Cuncharellum servum meum ad faciendum ex eo de cetero quidquid facere voluerit sine omni mea omniumque pro me contradictione ». Dichiara di aver avuto dai figli Bartolomeo e Jacopino dei soldi che ebbero dal Comune per la custodia del castello di Bonifacio lire 30 che devono avere prima che sia fatta tra i figli la divisione dei beni. Da Guglielmo Clarella deve avere 1. 4 sol. 18 per le quali ha in pegno « grotam suam de mare qua modo iaceo et quarum scripte sunt in cartulario Guaranchi de S.to Laurencio et sociorum tum temporis castellanorum Bonifacii lib. quatuor et dimidia ». Deve a domina Alda de Janua sol. 44 che per lei ricevette da Beatrice Brunda per affitto della sua casa; Guglielmo di Milano e Guisla gaitana gli devono sol. 28 den. 10 per l'affitto della sua casa che scade il 1° dicembre prossimo. (L’atto rimane interrotto). Testi Guglielmo Alfarda, Berardo di S. Lorenzo, Vivaldo del fu Armano, Caparono, Guglielmo di Finale, Guglielmo di Calignano, Pagano di Enrigozo. Actum in ripa portus Bonifacii in dieta grota, die XXV Julii die lune circa nonam, M° ut supra. DCXLII. — Streva di Bonifacio e sua moglie Beldies, ciascuno in solido, vendono a Marignano de Curia, che riceve a nome di Oberto Alfachino « peciam unam terre positam ubi dicitur ad carpenam » tra le terre di Randolfo Maniaferri, Raimondo Peluco, Bartolomeo de Corso, e le terre degli eredi del fu Giovanni Stregia; e un’altra tra le terre di Calvo di Levanto, di Marignano predetto, e Raimondo Peluco; e una terza circondata da tre lati da terre di Giovanni Fornari e dalla quarta da terra di Raimondo Peluco, per lire quattro. Beldies agisce col consenso del marito e consiglio di Oberto Arcatore e Pellegrino calegario. Testi i predetti consiglieri e Iacopo fabbro. In casa di Vivenderia de Turcho dove abitano detti coniugi; 25 luglio, lunedì, fra nona e vespro. C. 94 v° DCXLIII. — Ugolino de Roglerio di Santa Igia riceve gratis et amore da Ciprario Trencherio di S. Igia sol. 33 gen. che restituirà alla festa di S. Michele. « Quos denarios confiteor me dedisse et solvisse in redempeione mihi facta a castellanis Bonifacii pro tribus equis qui capti et ablati fue- 13 — 19Ì — runt Guilielmo de Alexandria et Iani de Pruno de quadam insula que vocatur insula de caballis per me et socios meos. Aut debeo amitere sive perdere pedem si eos non solverem ». Testi Nicoloso Peluco e Valente fratello di Calvo di Levanto. In casa di Jacopo de Porcello, 25 luglio, lunedì, fra nona e vespro. DCXLIV. — Atto di vendita di terra, mutilo per corrosione del foglio. Testi Marignano de Curia, Scasa Comita Gorgonus. Nella casa che fu di Giovanni Stregia, 25 luglio, lunedì, circa vespro. DCXLV. — Giovanni de Guiberto riceve in accomendazione da Oberto Alfachino 1. IO da portare in Ampulia a metà del guadagno, implicate in frumento e orzo. Al ritorno in Bonifacio dovrà dare metà del guadagno. Testi Giovanni di Bargono, Raimondo f. di Calvo di Levanto. Actum ut supra. 4 > NOTAIO BARTOLOMEO DE FORNAR1 (REGISTRO DI PALODINO DE SEXTO) 28 DICEMBRE (A NATIVITATE) - 25 FEBBRAIO 1245 ! : ' . ■ C. 114. I. — Guglielmo di Cisterna e la moglie Iacoba ricevono a mutuo gratis da Bartolomeo Montagna lire 4 e soldi 15 genovesi. Restituiranno per la festa di Pentecoste. Consiglieri della donna Giberto piacentino e Armano pellipario. In Bonifacio, nella casa ove abitano i detti coniugi; die eadem [28 dicembre, come appare dal doc. III\ dopo nona. Testi i detti consiglieri e Giovanni di Gaeta. II. — Jacopo Picafabene di Marsiglia riceve da Garino de Bertociis a mutuo 1. 2 che restituirà otto giorni dopo l’arrivo in Maritima con la nave S. Jumetus e promette « dare tibi prò tuo conductu sol. sexaginta et minas quatuor pro portata ». Bonifacio, in casa di Gregorio de Bargono, lo stesso giorno e ora. Testi Enrico Ferrando e Amico di Alessandria. III. — Enrico Calafato de Predi riceve a mutuo da Ainicio di Santo Stefano 1. 2‘/j che pagherà entro 8 giorni dall’arrivo in Bonifacio da Marsiglia con la sua barca. Sana tamen ecc. Nel medesimo luogo, 29 dicembre, avanti terza. Testi Enrico de Bargono e Roberto Gallo. IV. — Enrico de Bargono a nome di Giovanni de Bargono dichiara ricevuta a Giovanni Rocinello di tutti i crediti spettantigli per qualunque ragione. Stesso luogo, giorno e ora. Testi Rubaldo Gallo e Faciolo de Plebe. V. - Faciolo de Plebe nomina Balasio Bucadanelli procuratore a riscuotere qualunque somma e a compiere qualunque atto. Stesso luogo, giorno e ora. Testi Aracosio de Campo e Oglerio Fornari notari. — Ì98 - VI. — Ego Scarlatinus de Naulo facio et constituto te Octobonum de Naulo présentera meum certum nuncium et procuratorem ad petendum et recipiendum partes meas de rebus captis Pisanorum per navem que dicitur Castellana per me et alios qui in ipsa nave erant et ad partem petendam contingentem de dictis rebus Oberto Nigro quam ab eo emi et ad omnia mea negotia facienda et tibi promito firmum etc. Eodem loco et die inter terciam et nonam. Testes Petrus Mallus Bocatius et Medosus de Sancto Donato. VII. — Rolando di S. Tomaso riceve a mutuo gratis da Dulce de Finali 1. 16. Promette 1. 32 « in reditu quem fecero cum sagitea mea qua eundo rediero ad consuetudinem curse ». Eodem loco die et hora. Testi Guglielmo Giorgio e Giovanni Epitaria. C. IU v° VIII. — Iacopo Picafabene di Marsiglia riceve da Nicoloso tagliatore tanto delle sue cose per le quali renderà in Maritima lire 2 e soldi 5 pisani o soldi 32 in Genova, quando ci sarà con la barca S.tus Jumetus. Stesso giorno e luogo e ora. Testi Lamberto de mulino e Aymico sarto. IX. — Iosberto Pedicula nomina la moglie Caracosa, assente, procuratrice ad affittare le sue case e a compiere qualunque negozio, specialmente a ricevere il possesso di una casa che fu di suo cognato Garofalo, defunto, e a venderla. Ultimo di dicembre, avanti terza. Testi Yivaldo di Noli, Vassallo Arcanto e Ottobono Tornello. X. — Nos Rollandus de S.to Thoma et Faciolus de Plebe quisque nostrum in solidum confitemur recepisse mutuo in panatica a te Ogerio Fornario lib. viginti septem Ian. pro quibus tibi dare et solvere promitto (sic) lib. quinquaginta quatuor Ian. de primo lucru quem fecerimus cum sagitea que dicitur Rondana ubicumque campum fecerimus. Sana tamen redeunte dicta sagitea vel maiore parte ipsius. Et si nihil lucri fecerimus capitale in reditu dicte sagitee etc. Alioquin penam dupli etc. Rato manente pacto etc. Inde omnia etc. et specialiter dictam sagiteam cuius possessionem tibi nomine pignoris confitemur tradidisse. Dantes tibi licenciam capiendi de rebus m - quas miserimus usque ad integram satisfacionem tui debiti et promitimus venire ad faciendum campum in Bonifacio, et quisque nostrum in solidum. Ren. etc. Actum eodem loco et die inter terciam et nonam. Testes Ugo de Recho, Iohanes Fata et Balaxinus Bucadanelli. XI. — Gli stessi ricevono da Pietro di Bobbio in panatica 1. 71/* per cui daranno 1. 15 al ritorno con la saettia Rondana. Il resto c. s. XII. — Gli stessi da Ugo di Recco ricevono 1. 26 in panatica; ne renderanno 52 ecc. c. s. Testi Balasio Bocadanelli, Bonaventura de Verona e Aymo di Bobbio. XIII. — Rolando di S. Tomaso riceve a mutuo gratis da Ugo di Recco lire 5. Restituirà la stessa somma « in rebus quas fecero cum sagitea mea que dicitur Rondana ». Luogo, ora, testi come sopra. XIV. — Rotondo e Faciolo ricevono da Aymo de Bobbio in panatica 1. 8 con le solite condizioni. Testi ecc. c. s. / C. 115. XV. — Gli stessi da Bonaventura di Verona a nome di Baldo Dioti-salvi l. 20 e s. 11; daranno I. 41 e s. 2 ecc. c. s. Testi Bartolomeo Arzqco de Campo, Balasio Bocadanelli e Ugo di Recco. XVI. — E da Giovanni Gata 1. 4; c. s. XVII. — Rolando di S. Tomaso riceve da Cariuccio di mercato vecchio lire 5 « quas vel totidem » renderà al ritorno « de hoc presenti armamento seu cursu quo iturus sum ». Testi ecc. c. s. XVIII. — XXL — Rolando e Faciolo ricevono alle solite condizioni da Arzoco de Campo 1. 1, da Guglielmo Bellobruno soldi 50, da Guglielmo Giorgio 1. 2, da Pietro di Voltaggio a nome di Pietro Bini di Camogli 1. 3. Testi ecc. c. s. C. 115 v° XXII. — Rolando e Faciolo de Plebe ricevono alle solite condizioni da Ugone Bavoso 1. LO. Testi Balasio Bocadanelli, Ugo di Recco, Amico Parone. Luogo e giorno c. s. XXIli. — Gli stessi da Balasio Bocadanelli ricevono alle solite condizioni 1. 69. Testi Ugo Bavoso, Ugo di Recco, Amico Parone; c. s. — 200 — XXIV. — I predetti nominano Balasio Bocadanelli procuratore « ad recipiendum et petendum omnes res quas miserimus et ad eas retinendum et vendendum ad reditum nostrum et ad omnia negotia facienda ». Testi, luogo ed ora come sopra. XXV. — Ego Lambertus Remolanius confìteor tibi Manentino Manenti quod meis precibus et mandato et voluntate te et tua principaliter obligasti Avantesse uxori Manialupi de redeundo cum sagitea Rolandi de Sancto Thoma qua iturus sum in cursum ad presens in Bonifacio aliter de solvendo eis libras tres Ianue. Unde et pro quibus te et tua promito indempnem servare etc. Alioquin omnia etc. Actum Bonifacio in domo Gregorii de Bargono die ultima decembris post nonam. Testes Vivaldus speciarus, Dudus de Finali. XXVI. — Iacopo Peluco riceve da Antonio de Thoma tanto per cui darà 1. 5 al ritorno da Ampulia ad fortunam rerum. Della somma, 30 soldi appartengono a Pietro di S. Tomaso. Testi Oberto Macia e Piper tagliatore. Cassata per volontà delle parti. XXVII. — Rolando di S. Tomaso riceve a mutuo in panatica da Busti-gnano di S. Donato 1. 16 per cui darà 1. 32 al ritorno ecc. Testi Balasino Bocadanelli e Giovanni Borrello. C. s. C. J10. XXVIII. — XXIX. — Lo stesso Rolando ha da Guidone de Palma 1. 4 e s. 17, e da Enrico Manente 1. 40'/2 alle solite condizioni. Testi Arzoco de Campo e Giovanni de Platea. C. s. XXX. — Ricobono de Cucurno e Rainaldo Rosso ricevono da Iacopo Grunio tanto per cui daranno 1. 5 « sana tamen eunte nave Ianuam in reditu quem faciemus de Talavo ad fortunam ipsarum rerum eundo stando et reddeundo ». Testi Amico di Santo Stefano, Amico Medico; 9 gennaio, fra terza e nona; eodem loco. XXXI. — Balasino Bucadanelli riceve da Rolando di S. Tomaso, Faciolo de Plebe e Ugo di Recco lire 26 di quelle 69 lire genovesi di capitale che diede loro a mutuo in panatica come si contiene nella carta di mutuo fatta per mano di Bartolomeo Fornari notaio [v. doc. xxm]. Stesso luogo, 4 gennaio, fra terza e nona. Testi Ottobono Tornello, Rustignino di S. Donato, Ugo Bavoso. — âôi — XXXII. — Nos Rollandus de Sancto Donato, Faciolus de Plebe, et Ugo de Recho quisque nostram pro tercia parte confitemur recepisse in acco-mendacione a vobis Ottobono Tornello et Balaxino Bucadanelli medietatem unius sagitee que dicitur Rondana. Renunc. etc. Quam ducere debemus in cursum super inimicos comunis Janue et ipsam promitimus vobis reducere et consignare in portu Bonifacii cum parte lucri contingente dicte sagitee sine iusto dei impedimento et non transire ultra confines secundum tenorem tractatus inde facti. Alioquin penam dupli de quanto fuerit contrafactum vobis stipulantibus promitimus et inde omnia bona nostra habita et habenda vobis pignori objigamus. Actum eodem loco et die et hora. Teste Ugo Bavossus, Rustigninus de Sancto Donato et Johanes de Borrello, XXXIII. — I predetti ricevono 1. 12 a mutuo in panatica da Manuele Tornello; ne daranno 24 alle solite condizioni. Testi ecc. c. s. C\ 110 v° XXXIV. — Gli stessi nominano Ottobono Tornello, Balasino e Arzoco de Campo procuratori a ricevere ciò che manderanno a vendere, derivato dai loro andare in corsa, sino all’Avvento. Testi Guglielmo de Vernacia, Marino de Vernacia e Manuele Tornello. XXXV. — Guglielmo Gallo riceve in accomendazione da Enrico de Bargono tanto per cui darà 1. 18 s. 4 den. 4 al ritorno da Talavo. Stesso luogo e giorno. Testi Amico Clarella, Amico batifolio e Marino Marchisio. XXXVI. — Detesalve di Detesalve riceve da Pagano de Rodulfo procuratore di Nolasco de Silva e di Bonsignorino figlio di detto Nolasco a nome di lui lire 79 e sol. 4 genovesi « pro quibus nomine cambii uncias triginta sex auri tarinorum ad unciam Janue mundas et expeditas ab omnibus dacitis et avaiiis ad ìationem de sol. 44 per unciam » pagherà entro 20 giorni dall’arrivo a Genova del suo bucio nave detto S. Giacomo. « Sano eunte et maiore parte rerum ad fortunam maris et gentium excepto de ictu maris ». Stesso luogo e giorno, fra nona e vespro. Testi Petrus Mallus Bocacius, Mateus Rubeus, Ambroxinus Pelucus. — âôâ - XXXVII. — Pagano de Rodolfo procuratore di Nolasco de Silva secondo carta fatta da Andrea de Porto il 23 ottobre 1244, concede a Giovanni Beccorosso una grotta posseduta da Nolasco, per un anno dalla festa di S. Lenencio per soldi 40‘/2 e metà di un mulino nuovo da vento per 1. 100. Ü pagamento dovrà esser fatto per Pasqua e anche prima se la nave di Detesalve e soci giungerà prima a Genova. Stesso giorno e luogo. Testi Pietro Mallo Bocacio, Ambrogio Peluco, Saratiello di Noli. XXXVIII. — Pagano di Rodolfo a nome di Nolasco de Silva affitta a Ambrogio Peluco metà di un mulino nuovo da vento dalla festa di S. Andrea per un anno, per lire 100. Gli darà la metà dell’introito fino a quel momento « ex dono pro expensis factis in dicto molendino reficiendo ». Stesso luogo giorno e ora. Testi Pietro Mallo Bocacio, Giovanni Beccorosso, Saratiello di Noli. C. 117. XXXIX. — Ricobonus de Cureno e Rainaldus Rubeus ricevono da Giorgio de Castellino tanto per cui daranno 1. 3 e s. 1172 ritorno da Talavo, a rischio delle cose stesse. Testi Guglielmo Fontanegio e Iacopo Picafabene.Stesso luogo, giornoeora. XL. — Iacopo Picafabene riceve a mutuo da Giovanino de Maiorica 1. 3 gen. per cui darà 1. 5V2 pisane entro 8 giorni dall’approdo in Marittima con la barca S.us Aimetus. Sana eunte etc. C. s. Testi Giorgio da Castello, Guglielmo Fontanegio e Ricobono de Cureno. XLI. — Guglielmo Gallo riceve da Amico de Granaria tanto per cui renderà 1. 16 sol. 17 al ritorno da Talavo, a rischio delle cose stesse. C. s. Testi Garino de Bergoçiis e Obertino de Mugessa. XLII. — Guglielmo Gallo riceve da Geminino de Bargono tanto denaro di Gregorio de Bargono per cui darà 1. 38 s. 10 den. 6 al ritorno da Talavo, ad fortunam rerum etc. C. s. Testi Amico de Granaria e Rubaldo Gallo. XLIII. — Rolando di S. Toma e Faciolo de Plebe ricevono da Antonio Landò in panatica 1. 3 s. 12; renderanno 1. 7 s. 4 al ritorno con la saettia Rondana « ubicumque campum fecerit ». Stesso luogo e giorno, avanti terza. ■ Testi Balasino Bucadanelli e Vivaldo tagliatore. — 203 - El V. — Gli stessi hanno da Balasino lire 10 oltre la somma fissata con precedente strumento; ne daranno 20 «de primo lucru quem fecerimus cum sagitea nostra que dicitur Rondana ubicumque campum fecerit. Sana eunte etc.».Stesso giorno luogo e ora. Testi Ogerio Fornario notaio,Guglielmo Ferario. XLV. — Dulcisbonus di Rapallo riceve da Amico de Granaria tanto per cui darà 1. 14 */2 s*n0 a mezza quaresima « ad fortunam rerum de Talavo eundo stando et reddeundo». C. s. Testi Guglielmo Gallo e Antonio Landò. C. 117 v° XLYI. — Acalto di Siena anche a nome di Martinuccio suo socio dichiara a Pietro Bocacio Malli d’aver ricevuto da Vermilio di Noli e Vassallo Amanto e Maciola Macia « faxos 12 becunorum que sunt becunie de insolutum (?) coriis 235 boum de quibus tu dictus Petrus emisti et habuisti ab ipsis Vermilio et Vassallo corie XIII et que invente fuerunt scripte in navi pisa-norum in cartulario ipsius navis. Ut supra inter terciam et nonam». Testi Marco scriba, Balduino Deutesalve e Albertino de Stefano executor. XLVII. — Ricobono de Cureno riceve da Enrico de Bargono tanto per cui darà 1. 5 */* den. 8 in reditu de Talavo, ad fortunam rerum. C. s. Testi Pietro Arduino e Marino Marchisii. XLYIII. — Benvenuto de Cavagno riceve da Enrico de Bargono tanto per cui darà 1. 24 al ritorno da Ampulia, ad fortunam rerum. C. s. dopo nona. Testi Petrus Malli Bocacius et Bonapars de Portuvenere. XLIX. — Lo stesso da Maçono Manente tanto per 1. 137, U resto c. s. Testi Guglielmo Ricius de Porta S. Andree e Giovanni Boiardo. L. — Guido, de Recho riceve da Basilio de Cipris tanto per cui darà 1. 235 genovesi in Genova entro 15 giorni dall’arrivo con la nave di Lanfranco Busca. Sana eunte etc, coll’impegno di rifondere le eventuali spese per ricupero del debito. Dà in pegno «sacos XXXVII de cotono honeratos in dieta navi et faxos XXXI becunarum et sacos XXI cimini et faxos quinque et sportam unam de canella et lig. XXXII de caseis XV de ciceribus quorum possessionem tibi nomine pignoris confiteor de predictis denariis emisse. Actum eodem loco die VI Januarii inter terciam et nonam. Testes Wilelmus Ferrarius et Obertus de Palodi et Fulco Rairia. - âo4 — Lì. — Basilio de Cipris dichiara a Guido de Recho « quid illi sachi XXXVII de cotono et facii XXXI becunarum et sachi XXI cimini ecc. (v. doc. L) qui sunt scripti in cartulario navis Lanfranchi Busche supra me et meo nomine honerati sunt tui Guidonis et eos tibi in Januam dare promito si mihi dederis et solveris lib. ducentas trigintaquinque Jan. nisi iusto dei impedimento remanserit sub pena dupli et obligacione bonorum meorum. Actum eodem loco die et bora et presentibus supradictis. C. UH. LII. — Nicolosus de Bononia riceve da Basilio de Cipris tanto per cui darà 1. 5 s. 18 entro 15 giorni dall’arrivo a Genova della nave di Lanfranco Busca; sana tamen etc. C. s. Testi Nicolò Peluco e Guglielmo Ferrario. LIII. — Guglielmo Ferrario riceve da Oberto di S. Toma in accomendazione 1. 6 sol. 5 « implicatas in pipere cum quibus debeo luerari et negotiare habens potestatem mitendi per Corsicam et Sardineam et expendendi vel mitendi per libram sicut ex aliis rebus ». Deve avere la quarta parte del guadagno. Stesso giorno e luogo, dopo nona; Guglielmo di Pegli scriba e Guglielmo di S. Stefano testi. LIV. — Peire calafato riceve a mutuo da Jacopo Dentesossi 1. 11 e sol. 5 che renderà entro 15 giorni daH’arrivo a Marsiglia « vel ubi causa hone-randi cum barca mea de Sicilia aplicuero ». Sana tarnen etc. Giorno e luogo c. s., dopo vespro. Testi Guglielmo Bellobruno e Guido de Palma. LV. — Guglielmo di Santo Stefano si dichiara soddisfatto di tutti i crediti che vantava per qualunque ragione da Vintamiglia. Giorno e luogo c. s. Testi Ansaldo de Signatico e Nicola di S. Donato. LVI. — Passanante e Semeiante e Gualterato e Albicello ciascuno in solido ricevono da Bonacorso de Isacurte tanto per cui daranno 1. 9 s. 18 « in reditu de Turri vel Sardinea ad fortunam nostram et rerum in terra sicut alie res nostre et in mari. De quibus sunt Rolandi de Curte lib. XVII ». Stesso luogo, 7 gennaio, avanti terza. Testi Ogerio Fornario notaio e Nicolò di S. Donato. LVII. — Gli stessi da Ogerio Fornario notaio tanto per 1. 7 s. 16 in reditu de Turri vel Sardinea ecc. come nel precedente. Testi Bonacorso de Isacurte, Rolando de Curte e Nicolò di S. Donato. — 205 - C. ItH v° LVTII. — Gli stessi da Guglielmo Ferrario calafato tanto per 1. 13 s. 10 den. 6 ecc. c. s. Testi Ogerio Fornario notaio, Benvenuto de Cavagno e Nicola di S. Donato. LIX. — Benvenuto de Cavagno riceve da Guglielmo Ferrario calafato tanto per cui darà 1. 17 « de quibus lib. tres sunt ad mei fortunam et alie ad fortunam rerum eundo stando et reddeundo ». Stesso luogo, giorno e ora. Testi Amico de Granaria e Nicola di S. Donato. LX. — Passanante, Semeiante e Gualteroto ricevono da Guglielmo Bellando di Siena tanto per cui daranno 1. 11 « in reditu de Turri vel Sardinea ad fortunam meam in terra et mari sicut alie res nostre ». C. s. Testi Jacopo Morello e Nicola di S, Donato. LXl. — Gli stessi ricevono da Ambrogio de Molino per 1. 5, s. 4. Tutto il resto c. s. LXII. — Jacopo Guaraco procuratore di Jacopo e Nicola Dragni a loro nome riceve da Raimondo scudaio un barile d’olio, una tavola per il pane e denari 20 e li dichiara tacitati. C. s. Testi Enrico Manente e Guglielmo Ferrario calafato. LXIII. — Girardo piacentino riceve a mutuo in panatica da Arzoco genovese lire 3, ne renderà 41/, « de primo cursu quem fecero cum barcha mea que dicitur Lupeta ubicumque campum fecero. Sana tamen redeunte dieta barcha vel maiore parte rerum ipsius ». Stesso luogo e giorno, fra terza e nona. Testi Giovanni di S. Pier d’Arena e Giovanni di Gaeta. LXIV. — Ranutino de Fante de Montaldo anche a nome dei soci riceve da Girardo piacentino e Rainaldo de Clavaro 18 mine di grano « quas tu et dictus Rainaldus habuistis de honere sagitee capte cum barcha Michaelis de Rapallo e cum barcha Wilielmi de Vernaccia ». I mercanti di detta saettia non molesteranno e saranno soddisfatti. Rinunciano al privilegio del foro. Bonifacio, sotto il portico della casa di Guglielmo Clarella, lo stesso giorno dopo nona. Testi Enrico Manente, Filippo Embriaco e Lanfranco Busca. — 206 — C. 119. LXY. — Lo stesso riceve da Ugo tabernario per conto di Donato veneziano otto mine e mezzo di grano. Il resto tutto c. s. Testi Guglielmo de Mandolesio, Filippo Embraico e Enrico Manente. LXVI. — Girardo piacentino riceve a mutuo in panatica da Arzoco genovese 1. 4'/2; ne darà 6 e s. 15 della prima corsa che farà con la barca Lupeta. E se non farà alcun guadagno al ritorno pagherà il capitale. Bonifacio, in casa di Gregorio de Bargono, stesso giorno ed ora. Testi Guglielmo Barisolio, Giovanni Fata e Pevere tagliatore. LXVII. — Lo stesso da Pevere tagliatore in panatica a mutuo 1. 13; ne renderà 18 ecc.; tutto c. s. LXVIII. — Ranucino de Fante de Montaldo anche a nome dei soci riceve da Bonincontro di Lavagna 10 mine di grano e anche a nome degli altri mercanti della saettia presa ai pisani con la barca di Guglielmo di Vernaccia e Michele di Rapallo promette che non faranno ulteriori richieste ma si considereranno tacitati. Stesso giorno, luogo ed ora. Testi Raimondo scudaio Giovanni rapallino e Girardo piacentino. LXIX. — In egual modo lo stesso riceve da Guglielmo de Vernaccia mine 27 di grano. C. s. Testi Ogerio Fornario e Bonadio di Portovenere. LXX. — In egual modo lo stesso da Bonadio di Portovenere 20 mine di grano. C. s. Testi Guglielmo de Vernaccia e Lanfranco cappellano. C. 119 v° LXX1. — Bonadeus de Portuvenere dichiara di dovere a Ranucino de Fante de Montaldo s. 40 « qui restabant tibi solvendi pro restitucione mina-rum viginti grani quas habui prò parte mea de grano quem cepi et abstuli cum barca Michaelis de Rapallo et Vilielmi de Vernacia et sociorum a pisa-nis ». Pagherà entro agosto. Ranucino però gli deve restituire 7 mine di grano che ha tenuto presso di sè; altrimenti non sarà tenuto a pagare. Stesso luogo, giorno e ora. Testi Gregorio de Bargono, Benvenuto de Cavagno e Guglielmo de Vernacia. - 207 - LXXII. Benvenuto de Cavagna riceve da Gregorio de Bargono tanto per cui darà 1. 10 sol. 13 al ritorno da Ampulia a rischio delle cose stesse andando stando e tornando. In casa di detto Gregorio, stesso giorno, dopo vespro. Testi Lipalino, Yegio Maiardo e Giovanni Pantaracio. LXXIII. — Albicello molinario e sua moglie Enrica ricevono da Gregorio de Bargono tanto per cui daranno 1. 5 al prossimo carnevale. Lipalino de Ricomano e Vegio Maiardo consiglieri della donna. Luogo, giorno e ora c. s. Testi i consiglieri e Giovanni Pantaracio. LXXIV.— Guglielmo de Cisterna e la moglie Iacopa ricevono da Enrico de Bargono tanto per cui daranno 1. 5 s. 14 a carnevale. Amico Clarella e Bartolomeo di Alessandria consiglieri della donna. In casa di Enrico, stesso giorno e ora; testi i consiglieri e Oberto e Nicola balestrieri. LXXV. — Pietro Vegeta ha da Ansaldo di S. Stefano tanto per 1. 9 e s. 2 che darà al ritorno da Talavo, ad fortunam rerum. In casa di Gregorio di Bargono, stesso giorno e ora. Testi Guglielmo Murro, Giovanni Costa e Guglielmo de Bisanne. LXXVI. — Fidancia fili as Brachii fortis de Çigiis riceve da Contessina f. del fu Guglielmo Balbi e sua futura sposa 1. 25 promettendone altrettante come donazione per nozze o antefatto, da farne quel che vorrà secondo l’uso e la consuetudine della città di Genova. Nella casa dove abita Ugolino de Vignola, 8 gennaio, tra nona e vespro. Testi Saonino, Vivaldo de Vegia, Guglielmo di Alessandria e Giovanni di Alessandria. c. 120. LXXVII. — Ugolino de Vignola dichiara di dovere a Fidancia figlio di Braccioforte de Çigiis 1. 25 che restano a pagare non ostante quanto è detto nell’atto precedente. Pagherà entro carnevale. Luogo, giorno, testi c. s. LXXVIII. - Giovanni coltellerio riceve da Benvenuta f. di Giovanni Martinacio, sua moglie, 1. 25 e stabilisce l’eguale controdote. Nella casa dove abita detto Giovanni, stesso giorno ed ora. Testi Pevere tagliatore, Rubaldo Gallo e maestro Alberto. LXXIX. — Lodo arbitrale di Diotisalvi di Diotisalvi e Bonifacio Streiaporco, arbitri nelle questioni tra Guglielmo di Quarto da un lato e Gu- - 208 — glielmino Squilante e Corrado Casiccio dall’altra, secondo che fu convenuto con atto per mano del notaio Ogerio Fornati. Guglielmo di Quaito paghi a Guglielmino Squilante per le lire 40 che gli prestò in bisanti, computati i bisanti a soldi 4:l/s, lire 49 sol. 17 e den. 9 compreso l’utile fino a giovedì prossimo. Nella somma sia computata la lana che ebbe a ragione di soldi 06 pei cantaro; il resto paghi in denaro o lana sucida, entro il termine indicato. Anche deve pagare detto Guglielmo lire 50 che ebbe in bisanti, in denaio 0 in lana. Alle stesse condizioni deve bisanti 756 a Corrado Casiccio, detia-endo però il valore della lana che Corrado ebbe, computata a soldi 56 per cantaro; il resto lo pagherà in lana o in denaro computando i bisanti a soldi 4*/2. Bonifacio, in casa di Gregorio de Bargono, lo stesso giorno, di sera; Testi Lanfranco Busca e Bartolomeo de Aldino. LXXX. — Guglielmo de Mari vende a Idone del fu Rubaldo Lercari « bucium unum navem qui appellatur S.us Nicholosus cum sarcia et aparatu ipsius precio libi*, quinquaginta januinorum » che dichiara di ricevere. Bonifacio, sulla riva del porto, lo stesso giorno, fra terza e nona. Testi Oberto Sardena, Musso Cicala, Lanfranco Beagna e Nicoloso de Damiata. c. 120 v° LXXXI. — Guglielmo di Cisterna e la moglie Iacopa dichiarano di ricevere da Guglielmo de Fontanegio tanto per cui daranno lire 3 in questo modo: soldi 20 entro 8 giorni e 40 entro mezza quaresima. Consiglieri della donna Giorgio di Castelletto e Oberto Sapane. Nella casa ove abita Guglielmo di S.'° Stefano, 9 gennaio, a sera. Testi 1 predetti e Guglielmo Ferrario. LXXXII. — Guglielmo di S. Stefano nomina Guglielmo de Fontanegio procuratore a riscuotere ogni suo credito e « ad omnia negotia mea facienda ». Testi ecc. c. s. LXXXIII. — Guido da Recco riceve da Basilio di Cipro tanto per cui darà lire 235 entro 15 giorni dal suo arrivo a Genova con la nave di Lanfranco Busca, sana tamen ecc. Garantisce le spese eventuali per ricupero del credito e dà in pegno i suoi beni « et specialiter sacos triginta unum becunarum, sacos viginti cimini, faxos quinque de coriis, sportam unam de canella et — 209 — lag. triginta duos casei et sacos quindecim de ciceribus » di cui gli ha dato possesso, merci acquistate con quel denaro, (v. n. L e LI). In casa di Gregorio de Bargono, 11 gennaio, avanti terza. Testi Benanato Basilio, Iacopo Morello, Guglielmo Ferrario. LXXXIV. — Guantino Zanca riceve da Balasino Bocadanelli tanto per cui darà 1. 16 sol. 4*/2 al ritorno da Ampulia « et de quibus sunt ad meam fortunam 1. due et alie ad fortunam ipsarum rerum eundo stando et redeundo ». Stesso luogo, 11 gennaio, avanti terza. Testi Benvenuto figlio di Tealdo notaio e Giovanni de Baitello. LXXXV. — Pietro Calafato riceve da Amico Granaria tanto per cui restituirà 1. 3’/2 entro Pasqua e anche prima se tornerà prima dal presente viaggio. Stesso luogo, giorno e ora. Testi Marchisio de Pagano, Amico batifoglio di S. Ambrogio, Piper tagliatore. LXXXY1. — Oberto di Parodi riceve in accomendazione da Guglielmo Ferrario 1. 3 sol. 15 « implicatas in canonos XVIIII auri filati quas portare debeo Tunesim vel quocumque mihi Deus melius ministraverit causa negotiandi habens potestatem mitendi tibi ex his Ianuam quam partem voluero cum testibus et faciendi sicut ex aliis rebus quas porto cum quibus communiter expendere debeo et lucrari per libram ». Al ritorno, restituito il capitale, avrà la quarta parte del guadagno. Della somma, due lire sono di Omodeo Osbergero. Stesso luogo giorno e ora. Testi Piper tagliatore e Enrico pellipario. LXXXVII. — Pietro Calafato vende a Marchisio de Pagano la terza parte di una barca con sartia e apparato, di nome S. Giovanni, per 1. 8. Stesso giorno e luogo, circa terza. Testi Amico di S.to Stefano, Giovanni Gallo e Nicoloso di Damiata. LXXXVIII. — Lo stesso Pietro riceve in accomendazione dal medesimo Marchisio lire 14 « implicatas in becuniis et toaiollis » da portare a negoziare quocumque etc. Al ritorno in Bonifacio, restituito il capitale, avrà il quarto del guadagno. Giorno, ora e luogo come sopra; testi Oberto de Muçeffa, Guglielmo Ferrario Longo e Bongiovanni Ferrario. 14 — 210 — LXXXIX. — Lo stesso Pietro riceve da Simone di Savignone « tot vegetes» per cui darà sol. 20 entro Pasqua e anche prima se tornerà prima dal viaggio che sta per intraprendere. Luogo ecc. c. s.; testi Guglielmo Ferrario e Arnolfo callegario. XC. — Nicoloso de Ferro compra da Iacobo corso tanto per cui darà 1. 11 e sol. 17, entro quattro mesi. Luogo ecc, c. s.; testi Oberto di Salonicco, Marino de Baldo, Antonio Landò. XCI. — Gandus de Yulpagia riceve da Antonio Landò « tot de tuis rebus de tua comuni racione » per cui darà 1. 4 gen. entro carnevale. Bona-manus afactator si costituisce garante. C. s.; testi Simone de Malio e Iacopo Porcello. XCII. — Benvenuto di Cavagna riceve da Guglielmo Curica tanto delle cose di Enrico Mancario suo avo per cui pagherà a Enrico o a un suo delegato 1. 11 es. 15 al ritorno da Ampulia « ad fortunam rerum eundo stando at redeundo ». Di quella somma 40 soldi sono di Guglielmo. C. s.; testi Iacopo Merello e Nicoloso da S. Donato. Cassata per volontà delle parti. C. 121 v° XCIII. — Benvenuto di Cavagna riceve da Iacopo Merello tanto per cui darà 1. 3 e s. 13 al ritorno da Ampulia, c. s. Testi Guglielmo Curica e Nicoloso da S. Donato. XCIY. — Pietro Bono di Camogli nomina Albicello procuratore a esigere 1. 6‘/2 genovesi dovutegli da Corrado Bederesse. C. s.; testi Guglielmo Bellobruno e Iacopo Merello. XCY. — Iofredo Salmio riceve a mutuo gratis et amore da Bertramo Clover 1. 3 e s. 15 che restituirà « in reditu quem fecero de Provincia in hoc presenti viagio quo iturus sum ». C. s.; testi Guglielmo Bellobruno e Marchisio Postonario. XCVI. — Iacopo de Porcello nomina Stefano de Modulo, assente, procuratore a ricevere e vendere 1'ottava parte della sua saettia che ha accomen-dato a Bonoandrea di Portovenere ed ha indivisa con detto Bonoandrea e soci, chiamata « Leonus » e a fare tutto ciò che in proposito occorra. Stesso giorno, luogo ed ora; testi Daniele Burullo e Oberto calafato - 211 — XCVTI. — Daniele Burullo riceve da Nicoloso di Marta tanto per cui (Lua 1. 3, s. 3 al ritorno del secondo viaggio che farà in Ampulia (solita formula). Stesso giorno ecc. Testi Piper taiator, Guglielmo Curica e Oberto Calafato. XCYIII. — Gando de Vulpagia e Bonamanus afactator ricevono da Pietrobono di Camulio tanto per cui daranno lire 61/* gen. entro carnevale prossimo « ad fortunam rerum in mari et in terra ad manus de Prionino ». Stesso luogo, 12 gennaio, fra terza e nona. Testi Nicoloso da S. Donato e Guglielmo Miuro. Cassata per volere delle parti. XCIX. Iacopo Barbiere e Giovanni Barbiere ricevono a mutuo, in solido, gratis, da Iacopo Dentesossi lire 5 che renderanno entro due mesi. Ruffo pellipario garante. Stesso giorno, luogo ed ora, fra nona e vespro. Testi Antonio Landò e Giovanni Capano. c. 122. Giovanni Fornario riceve da Iacopo Corso tanto per cui darà 1. 14 s. 18 entio maggio. «Dictas res deferam in Sardineam et tunc in ipso viagio sint et esse debeant dicte res ad fortunam rerum eundo stando et redeundo ab ipso viagio in antea ad meam fortunam esse debeant ». Stesso gioì no e luogo e ora. Testi Iaferio di Arenzano, Gioannetto Corso, e Bonaccorso di Isacurte. CI. — Comitano de Porta riceve da Antonio Landò tanto per cui darà 1. 2 e s. 1 gen. entro 8 giorni dal ritorno da Ampulia. C. s.; testi Bartolomeo di Montagna, Iaferio di Arenzano. CII. — Yivaldo de Ambroxa riceve da Gregorio de Bargono tanto per cui darà 1. Il s. 14 gen. al ritorno da Bessugino, « ad fortunam rerum ecc. » Stesso luogo, 13 gennaio, fra terza e nona. Testi Guglielmo de Vernacia, Martino Peloso di Sigestro, Marino de Vernacia. CHI. — Nos Iohanes Becusrubeus, Bartolomeus de Montanea, Saoni-nus et Wilelmus Clarella quilibet nostrum prò quarta parte lib. LXX Ian. pro extimatione sagitee que dicitur Draconus promitimus et convenimus tibi Baraterio de Vertat dare et solvere tibi quilibet nostrum ut supra si continget quod absit quod dieta sagitea que in servicio Comunis Ianue et « — 212 — Bonifacii itura est amiteretur et capta esset per înmncos comu^ Sub pena dupli et obligatione bonorum nostrorum. Actum eot em post nonam. Testes G ualandus afactator, Ambrosi nus Pelucus et V lemis CIY. — Oberto Cancelliere riceve a mutuo da Oberto Sai dena 1.12 gen. per cui darà « bissancios triginta sex et dimidium saracenos Syrie mun os et expeditos ab omnibus dacitis et avariis infra dies XII pos quam c c Acconem aplicuero cum navi mea et sociorum que dicitur Contessa, bana tamen eunte etc. et si dicta navis mutaret viagium eos m tua volunt dare promito. Et quos confiteor ego Obertus Sardena foie en e tabio. Alioquin penam dupli etc. » Tomaso di Castello garante. Stesso giorno, luogo ed ora. Testi Ambrosino Peluco, Pietio de tabio e Nicoloso Gallo. CY. - Rainerio figlio di Marino Greco riceve in accomendazione da Giovanni Gallo de Sauro tanto per cui darà 1. 5 e s. 11 gen. al ritorno da Ampulia. C. s.; testi Iacopo Merello, Rainerio Sardo e Nicoloso di S. Donato. C. 122 v° CVI. — Diotisalvi di Diotisalvi riceve a mutuo da Oberto di Lavagna 1. 11 e s. 15 gen. che restituirà entro 12 giorni dall’arrivo a Genova della nave sua e dei suoi soci detta S. Iacopo. Pegno i suoi beni e specialmente « coria quadraginta bobum » che gli ha consegnato. Stesso luogo, 11 gennaio, avanti terza. Testi Ricobono Georgii, geno Fornario notaio. CVII. — Ansaldo Fallamonica promette a Lanfranco Busca di pagaie e restituire ciò che Pulpelino Busca suo fratello pagherà del cavallo « quem meo nomine emit apud Tunexim » e tutte le spese che avià nel poi Lai lo da Tunisi oltremare; e starà sulla sua parola su giuramento. Stesso luogo e giorno, dopo nona. Testi Giovanni di Brassana, Nicoloso Beccaro. CVIIL — Lanfranco figlio di Enrico Racherio riceve da Bertolino f. di Armano rompitore per dote di Gorata sua cognata f. del fu Albe)to Ferrario di Castelletto sua futura sposa 1. 22, e altrettante ne costituisce in donazione per nozze o antefatto. « Quas dotes et antefactum volo esse salvas in òmnibus bonis meis habitis et habendis.. ». - 218 — In Bonifacio, nella casa che fu di detto Alberto, lo stesso giorno, dopo vespro. Testi Giovanni Coltellerio de Porta, Albicello de Bracello e Iacopo Scorbarato. CIX. — Bertolino di Armano rompitore tutore di Gorata del fu Alberto Ferrario di Castelletto assegna a Lanfranco suo cognato per 1. 12 della dote di detta Gorata sua sposa e futura moglie, la terza parte di una casa, posta in Bonifacio in Castelletto, indivisa con Enrica moglie di Alberto molinario e Gioannino suo cognato, con dinanzi la via, dietro la rocca di Bonifacio, ai lati la casa di Guglielmo plebano e di Simone di Castelletto; e la terza parte di tutte le terre che furono del detto Alberto nel territorio di Bonifacio, indivise coi sopradetti, per soldi 40. Giorno, ora, luogo e testi c. s. CX. — Riccardo di Lavagna e sua moglie Rossa, in solido, dichiarano di ricevere e acquistare da Ugone chierico tanto vino per cui daranno 1. 4 e s. 8 entro carnevale. La donna agisce col consiglio di Diotisalvi di Diotisalvi e Manuele Macia. In casa di Gregorio de Bargono, 16 gennaio, prima di terza. Testi i predetti e Vassallo Arcanto. C. 123. CXI. — Benvenuto de Cavagna riceve da Guglielmo Ferrario tanto per 1. 8 s. 7 den. 4 che pagherà al ritorno da Ampulia. Di questa somma 50 soldi sono di Guglielmo di Cravana. Stesso luogo e giorno, circa vespro. Testi Giovanni Gallo e Guido de Palma. CXII. — Bonaventura di Verona e Lanfranco Musceto di Portovenere devono a Giovanni Barberio « pro precio unius guarnitami ferri et duorum guantorum ferri » 1. 3y2 che pagheranno entro due mesi. Lanfranco afferma che sono per lui. Stesso luogo, 17 gennaio, dopo nona. Testi Daniele Burullo e Giovanni Ferrario. CXIII. — Ranuccio di Montaldo a nome suo e dei suoi dichiara di ricevere da Iacopo Barberio sette mine e mezza di grano provenienti dal carico della saettia tolta ai Pisani con la barca di Michele di Rapallo e soci (Solita forma di questi atti con accenno ai mercanti tacitati). Stesso luogo, 18 gennaio, fra terza e nona. Testi Gregorio de Bargono, Amico Clarella, Russo Pellipario. — 214 — CXIV. — Testamento di Tuia moglie di Graziano Tabernario. La sepoltura nella chiesa di S. Maria de budello « si tempus erit et si tempus non erit apud ecclesiam S. Marie de Bonifacio ». Per le spese 1. 3; alla chiesa di S. Maria di Bonifacio sol. 10; e così ad altre chiese, S. Giacomo, S. Antonio. Alla figlia Giovanna 1. 10 e « sopratotum et pelles meas virides cum penna cunicolorum ». Alla figlia Barbarina sol. 40; al nipote Vivaldino f. di Guglielmo di Domicella sol. 20; a Ugua per i servizi resile, tunicam meam brunete et camixiam unam »; a Placabile (non è detto chi sia) « prò anima mea corale unum meum lini et sete ». Degli altri beni erede il marito Graziano. Bonifacio, nella casa in cui abita detto Graziano; stesso giorno ed ora. Testi Roberto Gallo, Gando de Podio di Rapallo, Belmustino de Domicella, Domenico chierico e Giovanni di Cambio callegario. CXY. — Jacobo Corso riceve da Rolando Corso de Curia e Bonaccorso di Isacurte una balla di fustagno che Guido Corso de Susti 1 suo nonno consegnò loro perchè gliela portassero, come da regolare strumento. In casa di Gregorio di Bargono, stesso giorno, a vespro. Testi Oberto Sappana e Giovanni Corso. C. 123 v° CXVI. — Guantino Spano e Giovanni Sardo ricevono da Iacopo Corso tanto per cui promettono 1. 10 e sol. 13y2 entro aprile prossimo « ita quod dictas res teneamur deferre nobiscum in Gunariam inde Talavo in hoc primo viagio et tunc sint ad fortunam ipsarum rerum et ab isto viagio in antea ad nostram fortunam ». Stesso luogo, giorno e ora. Testi Rolando Corso de Curia, Bonaccorso de Isacurte e Giovanni Corso. CXYII. — Iacopo Ocello vende a Guglielmo Fornario calafato una schiava bianca di nome Agnesina per 1. 7 e sol. 16 gen. « ad faciendum de cetero quidquid volueris tu et heredes tui aut cui dederis vel habere statueris iure proprietatis et titulo emptionis ». Stesso luogo, giorno e ora. Testi Giovanni Gallo e Jacopo de burello. CXVIII. — Maconus manens di Marchisio Portonario vende a Guglielmo Bellobruno la terza parte dell’apparato e sartie e altre cose appartenenti a un bucio che fu di Uguccione pisano e che egli comperò con Balasino Boccadanelli da Buonfiglio e Buonandrea di Portovenere in pubblica asta — 215 — Come da carta per mano di Oberto Pomario, per 1. IO e sol. 15. Promette difenderloe tutelarlo da ogni opposizione e richiesta ab amicis comunis Janue. Stesso luogo ecc. Testi Ambrogio da Molino e Tomaso di Castelletto. CXIX. — Marchisio Portonario dichiara a Guglielmo Bellobruno che per sua volontà e comando gli vende il « bucio » che fu di Uguccione pisano nel quale aveva la terza parte indivisa con lui e coi soci Guglielmo de Raybaldo di Marsiglia, Saragone de Yaragine, Marcano manente e Balasino. Lo dichiara esente da ogni danno. C. s. luogo, tempo e testi. CXX. — Ogerio Brullacio di Noli riceve a mutuo da Tomaso di Castelletto lire 18 gen. e darà « bisancios tres saracinos Syrie pro qualibet libra mundos et expeditos ab omnibus dacitis et avariis infra dies octo postquam Syriam aplicuero cum navi mea et sociorum que dicitur Contessa ». Stesso luogo, giorno e ora; testi Gregorio de Bargono e Ambrogio de Molina. C. 124. CXXt. — Oberto Cunto corso riceve da Gregorio de Bargono a mutuo gratis l. 4 gen.; renderà 60 soldi a carnevale e 40 a Pasqua. C. s.; testi Tomaso di Castelletto e Ambrogio de Molino. CXXII. — Basilio di Cipro riceve a mutuo da Pietro de Camara l. 4. s. 12 gen. che renderà entro 20 giorni daU’arrivo a Genova della nave di Nicoloso Bocari e soci; sana eunte ecc. C. s.; testi Nicoloso di S. Donato e Simone Fontana. CXXIII. — Ugo chierico riceve in società da Gregorio de Bargono 1. 28 sol. 13 « cum quibus debeo luerari in emendo et revendendo vinum ad medium proficui usque ad carnisprivium proximum ». Al detto termine consegnerà capitale e metà del guadagno. Stesso luogo e giorno, dopo vespro. Testi Rufino pellipario e Giovanni barberio. CXXIV. — Guglielmo de Costa di Marsiglia riceve a mutuo da Peire calafato 1. 4 e sol. 15 che renderà entro 15 giorni dall'arrivo a Marsiglia sano e salvo, a lui o al suo rappresentante Iacopo Rosso. Stesso luogo, 19 gennaio, avanti terza. Testi Giovanni provenzale, Guglielmo Ermelio di Nizza e Palazzo. — 2L6 — CXXV. — Pellegrino di Poggiobonizo riceve da Ranucino de Muraldo «tot lanuinos nomine carabii pro quibus tibi vel tuo certo misso pei me vel meum missum dare et solvere promito bisancios quadraginta sex milia rensium boni et iusti ponderis mundos et expeditos ab omnibus dacitis 11 a variis infra dies octo postquam Ianue fuero ad risicum etfoitnnam milia rensium quos penes te portaveris. Alioquin penam dupli etc. Actum eodem loco die et bora. Testes Ambroxius Pelucus, Baldetus de Bobio et Iacobus barberius ». CXXVI. — Baldetus de Bobio callegarius riceve a mutuo gratis da Ambrogio Peluco sol. 40 che restituerà entro un mese. Stesso giorno, luogo e ora; testi Iacobo Console e Amico de Gianaiia. CXXVII. — Nicoloso de Damiata speziano dichiata di aver ricevuto e comperato da Nicolò di Rivarolo tanti panni di lana per cui dai à 1. 31 gen., in ragione di bisanti 4 1/2 per lira, entro 15 giorni dall’arrivo a Tunisi. E inoltre 50 bisanti di miliarensi che sono di Oberto di Parodi con la nave di Idone Lercari detta S. Nicola; sana eunte ecc. Pegno la nave stessa. Giorno ecc., c. s.; testi Idone Lercari, Bonanato Basilio e Marchisio Portonario. C. 124 v° CXXVIII. — Jacopo Barberio e il fratello Giovanni ricevono da Armano rumpitore a mutuo in panatica 1. 2 e sol. 26 per cui « dai e et solvere promitimus de duobus tria de primo cursu quem faciemus cum barca nostra que vocatur Barberia. Sana tamen redeunte dieta baica vel maiore parte rerum ipsius. Et si nihil lucrati erimus capitale in ìeditu nostro tibi dare promitimus ». Eodem loco et die inter terciam et nonani. Oglerius Falconus et Ansaldus tinctor. CXXIX. — I predetti ricevono da Maçono manente la terza parte di una barca con remi, sartie, apparato « que dicitur Barberia quam ducere debemus in cursum super inimicos comunis Janue ad lucrandum. In reditu quem fecerimus dictam terciam partem dicte barche cum tercia parte lucri qui pervenerit dicte barche » consegneranno. E promettono di venire a Bonifacio « ad faciendum campum, sine iusto dei impedimento ». Stesso luogo, giorno e ora. Testi Filippe Gato, Nicolò da Rivarolo. CXXX. — I predetti ricevono da Maçono 1. 2 in panatica; daranno 1. 4 ecc. c. s. - 217 — CXXXI. — Bartolìno f. rii Armano rumpitore riceve da Enrico de Bargono tanto per cui darà 1. 18 gen. al ritorno da Priano. C. s.; testi Amico Clarella e Ogerio Fornario notaio. CXXXII. — Pietro Bono di Camogli nomina Belmustino de Domicella suo procuratore a ricevere da Corrado Bederesse 1. 61/2 che gli prestò e che Belmustino recherà a Bonifacio a rischio delle cose stesse. Stesso giorno e luogo, dopo nona. Testi Pietro de Camara e Rolando di San Matteo. CXXXIII. — Bonadies di Portovenere anche a nome di Guglielmo de Vernacia riceve da Oglerio Fornario notaio il prezzo di IO mine di grano che comperò « et que fuerunt de honere sagitee capte et ablate Pisanis per barcam Wilelmi de Vernacia et barcham Mathei de Rapallo et sociorum ». Stesso luogo ecc. Testi Guglielmo Ferrario calafato, Giovanni Gallo de Sauro e Dulcis de Finale. CXXXIY. — Guantino Spano e Giovanni Sardo ricevono da Guglielmo Ferrario calafato tanto per cui renderanno 1. 26 e sol. 7 entro metà aprile e promettono « deferre dictas res in hoc primo viagio in Talavo usque Gonarum ad fortunam rerum et si inde cum dictis rebus venerimus dare tibi per solidum et libram ». Di questa somma 1. 31 e sol. 8 sono di Giovanni Gallo di Sori. Stesso luogo, giorno e ora. Testi Bonaccorso Isacurte e Guglielmo di Santo Stefano. CXXXV. — I predetti ricevono da Bonaccorso di Isacurte tanto per cui daranno 1. 10 e sol. 6 ecc. c. s. Testi Guglielmo di S. Stefano e Giovanni Gallo. CXXXYI — E da Rolando Corso de Curia tanto per 1. 9V2 da restituire a mezzo aprile. Testi ecc. c. s. CXXXVII. - EgoMaciola Macii confiteor me recepisse a Gregorio de Bargono mutuo libras trecentum sexaginta jan. Ren. etc. pro quibus do et consigno tibi nomine pignoris faxos vigintitres boldronorum et sacos decem et octo lane sucide et sacos duos lane de matalaso quos a mense uno ultra c. 125. — 218 - postquam navis Symonis de Savignono et Johanis Bechirubei et sociorum et honerata in dicta navi Januam aplicuerint. Sana tamen eunte dicta navi vel maiore parte rerum ipsius tua auctoritate sine decreto consulum et magistratus vendere possis et proficuum in te retinere et integram solucio-nem dicti debiti mundas et expeditas ab omnibus dacitis et avari is et a comuni Janue. Sub pena dupli et obligatione bonorum meorum. Actum eodem loco et die post vesperas. Testes Yalens de Levanto et Enricus Ferrandus et Johanes Satha. CXXXVIIL — Enritanus Pisanus de Marsilia riceve da Fulione Torna e Ugone de Signa tanto in genovini nomine cambii per nui darà 1.11 « denariorum regalium coronatorum de Marsilia » entro 8 giorni dal suo arrivo a Marsiglia. Stesso luogo, 21 gennaio, fra terza e nona. Testi Guglielmo Bellobruno, Guglielmo de Costa e Iofredo Salinio. CXXXIX. — Iacopo Peluco riceve da Enrico de Bargono tanto per cui darà 1. 191/2 « eundo in isto primo viagio in barchis que iverint. Ampuliam et in reditu quem fecero cum ipsis barchis ». C. s., dopo nona. Testi Marino de Bisanne e Oberto Sappana. C. 125 v° CXL. — Marchisio Portonario riceve da Dolcebono di Rapallo 1. 12’/, e den. 2, che gli doveva con altri due, verso i quali cede il proprio credito. C. s.; Oberto Sappana e Ansaldo Peluco. CXLI. — Guantino Spano e Giovanni Sardo ricevono da Arçoco de Campo tanto per cui gli daranno 50 lire gen. entro metà aprile e debbono portare nel primo viaggio a Talavo e fino a Gonario. C. s., dopo vespro. Testi Guglielmo Ferrario calafato. lane de Pruno e Guantino Delcla. CXLII. — Gli stessi da Guantino Delcla ricevono 1. 5; il resto c. s. Testi Arçoco de Campo e Guglielmo Ferrario calafato. CXLIIL — Delfino Bono e Guglielmo Gallo ricevono da Pietro Bono di Camogli tanto per cui daranno 1. 26 s. 15 « usque ad ramos palmarum de Priano vel Talavo, ad fortunam rerum eundo stando et redeundo ». Stesso luogo, 12 gennaio, avanti terza. Testi Giovanni Gallo, Guglielmo di Santo Stefano. - 219 — CXLIY. Guantino Opito di Talavo riceve da Marchisio Portonarìo e Iacopo do Porcello tanto per cui darà 1. 7 e s. 12 al ritorno da Talavo; a rischio delle cose stesse nel viaggio, a rischio di lui in terra e pagherà al nuncio che sarà mandato. Stesso luogo e giorno, dopo nona; testi Giovanni di S. Pier d’arena, Landolfo Caluscucus. CXLY. — Arçoco de Campo riceve da Basilio di Cipro tanto per cui dara 1. 58 e s. 15 entro 20 giorni dall’arrivo a Genova della nave di Nicoloso Bocari e soci. In pegno « faxos XIIII coriorum bovum et faxos VII becuno-rum et caprarum et faxum unum agnolinarum et lig. VIII de lana ». Stesso giorno, luogo e ora. Testi Guglielmo di Pegli scriba e Guglielmo Ferrario. C. 120. CXLYI. Maciola filius Rubei Macie dico confìteor et protestor vobis Philipo Embriaco et Enrico Manenti et Baldo Deutesalve castellanis Bonifacii et Ogerio Fornario notario scribe Bonifacii quod vobis nec alicui vestium sive alicui persone pro vobis vel alteri vestrum seu occasione alicuius vestrum non dedi aliquod servicium nec dare spero nec dabo per me vel alium nullo modo nec vos seu aliquis vestrum vel aliqua persona pio vobis seu prò altero vestrum seu occasione alicuius vestrum a me nec ab altera persona prò me seu occasione mei non habuistis nec recepisti seu habere vel recipere sperastis neque habebitis aliquod donum vel servicium pio aliqua ìe seu facto. Et ut supra iuro tactis sanctis evangeliis vera esse. Actum Bonifacio eodem loco et die post vesperas. Testes Balaxinus Bucadanelli et Maçonus Manens. CXLYII. — Nicola di Murta procuratore degli eredi di Ugone de Volta da una parte e Gregorio de Bargono dall’altra eleggono Obertino Sardena e Sagonino di Bonifacio arbitri della questione per cui detto Nicola chiede a Giegoiio 1 affitto duna casa dei detti minori in Bonifacio tra il vicolo, le case di Ogerio Capello e di Simone de Bulgaro. C. s.; testi Corrado di S. Stefano e Ogerio di S. Tomaso. CXLVIII. — Bertolino di Armano rumpitore riceve da Guglielmo Penai io calafato tanto pei cui dara 1. 14 s. 11 e den. 10 al ritorno da liiano, ad foitunam rerum ecc. Della somma, 34 soldi appartengono a Giovanni Gallo. Stesso luogo, 23 gennaio, avanti terza. Giovanni Gallo de Sauro, Enrico chierico. — 220 — CXLIX. — Guido di Guincesse riceve da Gaidetto Corso tanto per cui darà 1. 6, s. 12 den. 6 al ritorno da Ampulia, di cui lire 4 « ad meam fortunam in terra et ad meam in mari et alie ad fortunam rerum eundo stando et redeundo ». C. s., dopo nona. Testi Iacopo Grumo, Ruffino Pellipario. CL. — Albicello molinario riceve da Guidone de Palma tanto per cui darà 1. 4, s. 12 den. 4 al ritorno da Sassari « ad fortunam meam de omni causa ». C. s.; testi Ugo Cicala e Giovanni de Borrello. CLI. — Ranuncino de Montaldo anche a nome dei soci riceve da Enrico Manente mine 26 di grano « que fuerunt de honere sigitee capte et ablate a Pisanis per barcham Michaelis de Rapallo et Wilielmi de Vernacia et quam habuisti a Raymundo Peluco voluntate dicti Michaelis et Wilielmi de Vernacia ». C. s.; testi Gregorio de Bargono, Michele di Rapallo. C. 12fi v° CLII. — Bertolino di Armano riceve da Gregorio de Bargono tanto per cui darà 1. 33 e s. 18 al ritorno da Priàno, ad fortunam rerum. C. s.; testi Michele di Rapallo e Iacopo Guarato. CLIII. — Guglielmo de Cisterna ha da Gregorio de Bargono tanto per cui darà 1. 6 e s. 12, al ritorno da Priàno, c. s. C. s.; Iacopo Guarano e Bertolino di Armano rumpitore testi. CLIV. Peire calafato ha da Iacopo Fornario tanto per cui darà 1. 7 e s. 7 al ritorno da Torre a Bonifacio ad fortunam rerum etc. Della somma, s. 25 appartengono ad Ansaldo di S. Stefano e 50 a Pietrobono. C. s.; testi Bonsignore di Portovenere e Marchisio di Pagano. CLV. — Lo stesso Peire da Marchisio di Pagano ha tanto per cui darà 1. 12 « terciam partem unius barche Sicilie in reditu quem fecero de Turri Bonifacio ». C. s.; Pietrobono de Camulio; Bonsignore di Portovenere. CIjVI. — Guantino Carpeto di Mela di Talavo riceve da Iacopo Gru-nio tanto per cui darà 1. 7 entro i primi otto giorni di marzo e prima se tornerà prima a Bonifacio. C. s.; Guglielmo di S. Stefano e Daniele Borullo. - 221 - CLYII. - Accolto di Siena da Balasio Boccadanelli e Maçono Manente lia 1. 102 genovesi per cui vende « cantaria sex becunarum de Sicilia ad faciendam de cetero quidquid volueritis » etc. Stesso luogo, 29 gennaio, avanti terza; testi Oglerio Fornario e Guglielmo di S. Stefano. CLVIII. — Benvenuto de Cavagna ha da Balasino Boccadanelli tanto per cui darà 1. 18 e s. 18 al ritorno da Ampulia « ad fortunam dei eundo redeundo et stando et si aliquid misero tibi cum testibus mittam ». Stesso luogo e giorno, dopo nona; Nicolò Ferrario e Oberto da Levanto testi. Cassata per volontà delle parti. C. 127. CLIX. — Guglielmo Bellobruno dichiara ad Ansaldo Signaigo che per sua volontà esso Ansaldo doveva chiedere e riscuotere da Poncio de Bei-monte 1. 14 e s. 15 al suo ritorno da Talavo e da Ugone tornitore 1. 8 e s. 15 egualmente al ritorno da Talavo e così da Guiduccio de Guincesse e Mariano de Baldo e Giovanni Fornario 1. 10y2 al ritorno da Ampulia e da Rolando di S Tomaso 1. 2% di capitale più il guadagno al ritorno « de cursu quo ivit », da Oberto de Sena 1. 42 al ritorno de Ampulia secondo risulta da atti anteriori; e tutto questo «ad meam fortunam et risicum et predictas quantitates volo quod habeas et habere possis infra solutionem lib. triginta jan. quas tibi debeo et promito tibi si predicti omnes dictam solutionem lib. triginta non complent eas tibi dare et complere promito in tua voluntate et superfluum quod erit et habueris mihi debeas Ianuam distinai e per Wilielmum Ferrarium ». Stesso luogo, 30 gennaio, fra teriia e nona. Testi Oglerio de Susilia e Raimondo Scudaio. CLX. — Bonaventura di Verona e Lanfranco Museto di Portovenere ricevono in panatica da Oberto Sappana di Porto e Oglerio Fornari notaio 1. 8 gen. per cui daranno a Oglerio o suo rappresentante 1. 16 « de primo lucro quem fecero ego Lanfrancus cum sagitea que dicitur Santa Crux ubicumque campum fecerit et promitimus venire Bonifacio ad faciendum campum cum lucro quem fecerimus cum dicta sagitea. Sana tamen redeunte dicta sagitea vel maiore parte rerum ipsius. Et si nihil lucrati erimus capitale in reditu dicte sagitee tibi dare promitimus ». C. s.; testi Nicola di Benencha, Bartolomeo di Montagna, Peire Salinerio. — 222 — CLXI. — Ego Lanfrancus Muxetus promito tibi Oberto Sappane nomine Bartholomei Fornarii notarii dare et solvere dicto Bartolomeo vel Oglerio Fornario fratri suo lib. tres jan. de primo ciirsu et lucro quem fecero cum sagitea que dicitur Santa Crux in reditu quem fecero cum dicta sagitea occasione mutui quem dictus Bartholomeus sive Oglerius mihi fecit in alio viagio et de quo est carta. Sub pena dupli, firmis manentibus supradictis in Omnia bona mea habita et habenda tibi recipienti nomine dicti Bartholomei pignori obligo. Actum eo loco die et hora et presentibus supradictis. CLXII. — Guglielmo de Mari riceve da Giovanni de Brassono « tot prò quibus bisancios centum viginti miliarensium boni et iusti ponderis mundos et expeditos ab omnibus dacitis et avariis et dugana infra mensem postquam Tunexim aplicuero cum bucio navi Iddonis Lercarii qui vocatur Sanctus Nicolaus tibi vel tuo certo misso vel Nicoloso de Damiata prò te dare et solvere promito. Sano tamen ecc. Actum Bonifacio intus grotam Enrici de Bargono die penultima Ianua-rii inter terciam et nonam. Testes Iddo Lercarius quondam Rubaldi Lercarii et Lanfrancus Beacqua et Guiçardus de Mari. CLXIII. — Ranuncius de Fonte de Montaldo a nome anche dei suoi soci riceve da Giovanni Yenetico per Antonio Yenetico mine 9y2 di grano provenienti dal carico della saettia pisana catturata da Guglielmo di Ver-nazza, Michele di Rapallo e soci. « Actum in domo sua » 31 gennaio, fra terza e nona. Testi Marino de Bisanne e Nicoloso Fornario. C. 12 7 V CLXIY. '— Lo stesso da Marino de Bisanne anche per Vivaldino Callegario riceve mine 12. C. sv Testi Nicoloso Fornario e Giovanni Venetico. CLXV. — Lo stesso da Alasia moglie di Ottone di S. Romolo e a nome di questo 1. 12. C. s., testi Marino de Bisanne e Nicoloso Fornario. CLXVI. — Lo stesso da Bonanata a nome di Giovanni Remolario mine 12‘/2. C. s., testi Ugo Cicala e Giovanni de Borrello. - 223 - CLXVII. _ Guglielmo Do Mari compera da Nicoloso da Rivarolo tanto grano per cui darà bisanti 672 di miliaresi entro un mese dall’arrivo a Tunisi della nave di Idone Lercari qd. Rubaldo, chiamata S. Nicola. Stesso luogo, giorno e ora. Nicoloso di Damiata, Ottobono Tornello e Lanfranco Beacqua. CLXVIII. — Guglielmo de Mari riceve da Luchetto di Martino Tornello tanto oro per cui promette 420 bisanti di miliaresi; dei quali 140 sono di Ottobono Tornello e gli altri di Luchetto, entro un mese dall’arrivo a Tunisi; ecc. c. s. Stesso luogo, giorno ed ora. Testi Nicoloso di Rivarolo, Lanfranco Beacqua e Ido Tornello. CLXIX. — Luchetto di Martino Tornello riceve da Ottobono Tornello bisanti 140 di miliaresi che Guglielmo De Mari promise per lui « secundum cartam modo factam » e 1. 10 e s. 1 « in pannis et falçoriis ». Deve portare a negoziare a Tunisi con diritto di mandare quanto vorrà con testimoni e di fare come delle altre cose che porta « et luerari per libram ». Stesso luogo ecc. Testi Lanfranco Beacqua e Nicoloso Fornario. C. 128. CLXX. — Ranuncio de Fante de Montaldo a nome proprio e dei soci riceve da Rubaldo de Congio 10 mine di grano che furono della nave tolta ai Pisani (v. CLXXII). Stesso luogo e giorno, dopo nona; Guiduccio de Guincesse, e Rufino Pellipario testi. CLXXI. — Macia f. di Rubaldo Macia riceve a mutuo da Iacopo Odizone 1. 46 che renderà entro un mese dalParrivo del bucio di Diotisalvi, chiamato S. Giacomo, a Genova. « Sano tamen eunte etc. » Iacobus confitetur habere pignus honeratum in dicto bucio navi ». Stesso luogo, giorno e ora. Testi Nicoloso de Benenca, Guglielmo Amanto. CLXXII. — Pietro Yegio riceve a mutuo da Nicolò Rosso di Canneto soldi 40; pagherà al ritorno della saettia di Raimondo Peluco « de cursu quo ire debeo ». C. s.; testi Faciolo di Monleone e Guglielmo di Vernazza. — 224 — CLXXIII. — Bertolino Traverso riceve in accomendazione da Guglielmo di S. Stefano 1. 11 « implicatas in peciis duobus humiliatorum et cannis octo et dimidio canabis quas Tunexim et inde ultramare et inde Ia nuam nullo mutato itinere causa negotiandi portare debeo, habens potestatem etc. » Stesso luogo e giorno, dopo vespro. Testi Ugo Tabernario, Nicolo^ di Damiata, Guglielmo Rido. CLXXIV. — Guidoloto di Siena riceve a mutuo da Guglielmo Rosso di Portovenere 1. 36 che renderà entro 15 giorni dall’arrivo a Genova della galeota di Ogerio di Soziglia detta « Guadagnabene ». Dà in pegno « specialiter faxos sex becunarum honeratos in dieta galeota et confìteor dictas becunas fore recuperatas a corsariis ». C. s.; Ogerio di Soziglia, Ruggero de Pelio e Martino de Sigestro testi. CLXXV. — Lo stesso riceve da Gando di Ruggero de Pelio e da Bonaventura de Rollaria a mutuo, contribuendo ciascuno per metà, 1. 204 da restituire come sopra. Pegno « faxos quadraginta becunarum » etc. c. s. Stesso luogo, giorno e ora-; testi Ogerio Fornario notaio, Guglielmo Rosso e Guglielmo di Savignone. C. 128 v° CLXXVI. — Lo stesso riceve a mutuo da Guglielmo Rosso l. 35 gen. che renderà entro 15 giorni dall’arrivo a Genova della galeota Guadagna bene di Ogerio di Soziglia e soci. Pegno « faxos sex becunarum » che dà in possesso (manca qui l’accenno ai corsari dei doc. precedenti). Stesso luogo, giorno e ora; testi Gandolfo de Pelio, Bonaventuia de Rollaria e Guido di Savignone. CLXXVII. — Nicoloso de Damiata speciarius riceve in accomendazione da Giovanni de Brossano 1. 57 sol. 7, comprese 1. 24 che Giovanni deve avere per lui da Guglielmo De Mari « implicatas in sportis centum lìcuum et minis vigintiquinque nucum et duobus ressenis papiri cum naulo quas Tunexim et inde Ianuam nullo mutato itinere causa negotiandi portalo debeo. Habens potestatem etc. Quartum lucri habere debeo ». Stesso luogo, 1 febbraio, prima di terza. Ambrogio de Molino e Oberto Sappana testi. CLXXYIII. — Giovanni de Brossano nomina Jacopo de Brossano procuratore generale. C. s. - 225 - CLXXIX — Guidone de Vindergio riceve in accomendazione da Guglielmo di S. to Stefano 1. 7 « separatim implicatas in elmis tribus et co-raça una et quatuor toagiis quas ultramare et inde quo dominus melius mihi dominus (sic) administraverit causa negociandi portare debeo. Habens potestatem etc. Eodem loco et die post nonam. Testes Oglerius Fornarius notarius et Rollandus de Simia. Cassata voluntate partium presentibus Ogerio de Albario et Pipere Pelavicino, V marcii ». CLXXX. — Basilio di Cipro riceve in accomendazione da Giovanni Gallo de Sauro 1. 10 « communiter implicatas in meas quas Januam et inde Bonifacium negociandi causa portare debeo », col quarto del guadagno. Stesso luogo, giorno e ora; Guglielmo di S.to Stefano e Capellino Capello testi. CLXXXI. — Baraterio di Ventimiglia nomina procuratore Nicola di Damiata speziano a esigere da Guglielmo De Mari 20 bisanti di miliaresi dovutigli. C. s; testi Guglielmo di S.to Stefano e Balasino Boccadanelli. C. 129. CLXXXI1. — Stefano di Siria e Bonaventura di Verona ricevono da Guido de Palma tanto di tela di canapa per cui daranno l. 8 e s. 5 entro Pasqua e anche prima, da mezza quaresima in poi, se arriverà prima a Genova « vel sagitea que dicitur Santa Crux Bonifaciam redierit de hoc presenti cursu ». C. s.; testi Rolando de Rapallo, Simone Dondedei di San Siro. CLXXXIII. — Jacopo Lombardo tagliatore riceve a mutuo in panatica da Guido de Palma l. 2 sol. 15 per cui darà 1. 57<>« de primo cursu quem fecero cum sagitea mea et sociorum que dicitur Santa Crux. Sana tamen etc ». C. s. CLXXXIV — Ego Girardus placentinus facio et constituo Marinum filatorem cognatum meum absentem meum certum nuncium ad petendum et recipiendum a comuni Janue vel ab alia persona pro comuni id quod habere et recipere debeo de hominibus undecim sagit[ee quos c]epi cum barca mea que dicitur Lupea et qui sunt in Bonifacio in vetere castello et ad faciendum scribere supra se in comuni Janue pro se ad .... et recipere de- 15 — 226 — beo et generaliter omnia mea negotia facienda et promito firmum et ratum habere et tenere quidquid ipse faciat et non contravenire sub obligatione bonorum meorum. Actum eoden loco die et hora. Testes Ogerius Falconus et Obertus de Baurello. CLXXXV. — Willielmus Raymundus de Marsilia ex delegatione Ray-mundi Carolini presentis et volentis cuius debitor sum confiteor me debere dare tibi Gregorio de Bargono libras triginta unam et sol. quinque et den. septem jan. ex illis lib. triginta duobus quos dare tenebar dicto Raymun-do » secondo carta 8 dicembre 1244. Pagherà entro un mese. Luogo e giorno c. s., dopo vespro. Testi Arcoco de Campo, Jacopo de Bonitate. CLXXXYI. — Filippo Ripano scriba riceve da Simona moglie del qd. Pietro scriba e figlia di Giulio Septemorgogii, tanti panni per cui darà 1. 100 in 4 anni a 1. 25 all’anno. In casa di detta Simona, stesso giorno, in sero. Testi Vivaldo de Vegio e Lanfranco de Musceto de Portovenere. CLXXXVII. — In presencia Guidonis de Recho, Ranucini De Fante de Montaldo et Alberti executoris potestatis Janue, Palegrinus de Podio boniço den uncia vit ex parte potestatis Janue Baldo Deutesalve Enrico Manenti et Philipo Embriaco castellanis Bonifacii quod ipsi recipere debeant securitatem bonam et ydoneam a Vermilio de Wilielmo de Quarto et Vassallo Arcunto et Maciola Macia de rebus ipsius quas habuerunt et habent et que capte fuerunt in nave pisanorum capta per castellanos et bucium navem Virmilii et Vassalli et Arconti et de quibus rebus et mercibus produxit dictus Pelegrinus plures testes. Actum Bonifacio ante domum Gregorii de Bargono die secunda februarii post vesperas. C. 129 v° CLXXXVIII. — Guglielmo Rosso dichiara a Ottobono de Prédis e Jacopo de Valdetario che delle 1. 53 di capitale mutuate da Guidolo de Siena, 1. 30 sono di Guglielmo Aerno e Guglielmo Armerio di Nizza, 13 di Ottobono e 7 e s. 5 di Jacopo, le altre sue. Stesso luogo, 4 febbraio. Testi Guglielmo di S.to Stefano e Nicoloso Ferrario. -- 227 — CLXXXIX. — In presencia Ottoboni Tornelli et Oberti Sardene et Lacheti filii Martini Tornelli et Guillelmi Bogarini, dominus Wilielmus de Mari ad excusationem sui et marinariorum navis sue dixit et protestatus fuit et denunciavit Guilielmo cursario de Bonifacio quod paratus est descendere de navi sua in terra cum omnibus hominibus et marinariis navis sue si vull et ille cum illis quos voluerit remaneat in dicta navi et inquirant diligenter dictam navem ad eorum voluntatem pisanum qui aufugit a dicto Wilielmo cursario si est in dicta navi. Actum in portu Bonifacii in dicta navi. Die secunda februarii post nonam. CXC. — Marchisio Portonario riceve da Ottobono Tornello tanto per cui darà 1. 20 entro Pasqua. Gli cede in pegno i suoi crediti: sol. 20 che deve avere da Ugo tornatore al ritorno da Talavo, s. 9 e den. 5 da Ugo de Lombardo e Guglielmo de Abitayna al ritorno da Ampulia; 1. 5 s. 18 da Poncio de Belinante al ritorno da Talavo; 1. 3 s. 1 da Comitano de Porta e Marco Pellipario al ritorno da Ampulia, 1. 8 s. 4 da Oberto de Ferro al ritorno da Ampulia, 1. 4 s. 11 e den. 10 da Nicoloso de Campo e Ugo balestriere al ritorno da Cinerea, con diritto a riscuotere sino a 1. 20. Stesso giorno, dopo nona. Testi Bartolomeo de Montagna, Guglielmo Bellobruno, Antonio Landò. CXCI. — Lo stesso nomina Nicoloso de Bevenca e Antonio Landò a riscuotere per lui le predette somme e a pagare Ottobono Tornello e a fare qualunque altro atto in suo nome. CXCII. — Salvo Rainaldo di Noli riceve da Marchisio Portonario a mutuo 1. 7 s. 4 che pagherà entro 8 giorni dall'arrivo di Marchisio a Genova. Jacopo calderario garante. C. s.; dopo vespro, testi Guido di Recco, Sagonino di Bonifacio. C. 130. CXCI1I. — Gando de Rogerio de Podio riceve a mutuo da Giovanni Zavata di Porto Delfino 1. 7 che restituirà entro otto giorni dacché la galeotta di Ogerio di Soziglia detta Guadagnabene, approderà salva a Genova. Stesso luogo, 6 febbraio, dopo nona. Baraterio di Ventimiglia, Papere tagliatore e Bonaventura de Roilaria testi. — 228 — CXCIV. — Baraterie) di Yentimiglia riceve da Gando de Rogeiio e Bonaventura de Rollaria 1. 9 in panatica, metà per ciascuno. Ne ìestituiià LS del primo guadagno fatto con la saettia Falcone dovunque fai à campo. .Se non guadagnerà nulla restituirà il capitale. C. s.; testi Pepere Tagliatore, Giovanni Zavata e Coronello di Poi-todelfino. CXCV. — Gando de Rogerio, Bonaventura de Rollaria e Ogerio de Soziglia nominano Graziano Tabernario procuratore a riscuotere da Baiaterio di Yentimiglia tutto ciò che loro deve, al ritorno dalla presente coi sa « quo iturus est occasione mutuorum que ei fecimus secundum quod continetui in curta facta manu Bartholomei Fornarii notarii ». E promettono di staie a quanto farà. Stesso luogo, giorno e testi. CXCVI. — Baraterio di Yentimiglia riceve da Ogerio di Soziglia a mutuo in panatica 1. 9; ne darà 18 del guadagno della saettia balcone ecc., c. s. in tutto. CXCYII. — Pietro di San Tomaso riceve da Enrico Cabella delle somme da lui mandate da Genova per andare oltremare 1. 96 e s. 6 di cm 1. 82 sol. 7 den. 4 « in canonis ducentis quinquaginta uno auri et bevens triginta et duabus capsiis et guarnixanis tribus et toagiis octo et alie in debitoribus separatim. Quas ultramare et inde Januam deferre vel mitteie [debeo] etsi non invenero lignum in quo secure mittere possenti habeam licenciam ipsa mecum deferre causa negotiandi ad quartum proficui »; pagamento a Genova o dovunque lo trovi. Bonifacio, nella casa ove abita Adelasia, stesso giorno ed ora. Testi Pietrobono di Camogli, Lanfranco de Capitepagano e Marcello de Sanieto. c. ìso v° CXCYIII. — Simone Mersono nomina procuratore Amico de Granaria a riscuotere da Simone Arcapani e Vassallo Arcanto suo garante 1. 20 dovutegli da Simone al ritorno dalla corsa. E possa mandare o portare la somma a Genova a rischio delle cose stesse. In casa di Gregorio de Bargono, lo stesso giorno, a sera. Testi Guglielmo di Santo Stefano e Ugo Bavosso. - 229 — CXCIX. — Ambrogio de Mallino nomina Guglielmo di Santo Stefano procuratore a riscuotere da Presavante de Semeiantee Gualterotto de Albicel- lo 1. 5 sol. 4 dovutegli. Stesso luogo, 7 febbraio, fra terza e nona; testi Arzoco e Ugo Bavosso. CC. — Gregorio de Bargono nomina procuratore Giovannino caldera-rio a richiedere da Ansaldo Traverso e Bartolomeo de Bachinis e Giovanni Guaraco 1. 50 più il guadagno in ragione di un terzo che gli devono secondo strumento fatto da Tealdo il 23 maggio 1244. C. s.; testi Nicoloso Peluco, Daniele de Bisanne e Marco Scriba. CCI. — Rubaldo Capello, Iacopo de Porcello e Marco Scriba arbitri eletti da Giovanna moglie del fu Giovanni de Bargono da un lato e Bonanata moglie di Giovanni Remolario dall’altro, viste le liti, stabiliscono che Giovanna dia a Bonanata delle 1. 24 che aveva dei beni del padre suo, Soldano, come estradote della fu Porcela madre di lei e moglie di detto Soldano e sulla successione di detta Porcela sua madre, soldi 40 « hodie per totam diem » e l’assolvono da ogni altro pagamento. In casa di Gregorio de Bargono, 8 febbraio, fra terza e nona. Testi Gregorio de Bargono, Gualandro confector, Graziano tabernario, Nicola Branca. CCII. — Salvus Raynaldus de Naulo riceve a mutuo da Gregorio de Bargono 1. 13 sol. 4 che pagherà entro 15 giorni « postquam per te vel tuum nuncium deniiciatum fuerit Ugoni Raynaldo patri meo ». Giovannino calderario garante. C. s., dopo vespro; Manello di Canneto e Gando Maniaferro testi. a i:u. CCIII. — Giovanni Pomario riceve da Guglielmo del Pozzo di Noli l’intero pagamento di 1. 75 che gli deve secondo istrumento di Bonvassallo di Noli del 26 gennaio e 21 settembre 1240, atti ora dichiarati di nessun valore. In casa di Gregorio de Bargono, 8 febbraio, dopo nona. Bertolino de Montagna, Belengio Mareno e Vassallo Arcanto testi. CCIV. — Luigia moglie del qd. Bonavia Nanfo e tutrice della figlia Simonetta, secondo atto di Simone Bonaventura giudice e assessore del Comune di Noli, dichiara a Vermilio Mastorgio di Noli a nome di Simoneta che riceve da lui 108 iperperi d’oro a peso di Negroponte che Bonavia Nanfo morendo gli consegnò in Negroponte. Agisce col consenso di Guglielmo del Pozzo e Bartolomeo di Montagna. C. s.; testi i predetti consiglieri, Vassallo Arcanto e Sarattiello di Noli. - 230 — CCY. — Yermilio Mastorgio di Noli riceve da Giovanni Fornario tanto per cui, salvi in terra, darà 44 iperperi d’oro a peso di Negroponte entro 15 giorni dall’arrivo a Negroponte. Vassallo Arcanto e Sarattiello di Noli garanti pagheranno per lui nel termine indicato in caso che egli manchi. C. s. luogo, tempo e testi. CCYI. — Lo stesso dichiara di dovere a Luigia 44 iperperi dei 108 che doveva, non ostante quanto è detto nell’atto precedente (n. CCIV). Pagherà entro 15 giorni dall’arrivo a Negroponte. Garanti; luogo, testi c. s. C. LSI v° CCVII. — Luigia anche a nome di Simonetta, istituisce Giovanni Fornario procuratore a riscuotore i 44 iperperi, senza suo danno, secondo quanto si contiene nella carta precedente fatta per mano di Bartolomeo de Fornari. C. s. CCVIII. — Baraterio di Yentimiglia riceve a mutuo in panatica da Guglielmo de Bobio 1. 20. Ne darà 40 del primo guadagno della saettia chiamata Draconus dovunque farà campo, sana tamen redeunte ecc. E se non guadagnerà, restituirà il capitale. C. s., testi Guglielmo de Pozzo, Iacopo Scriba e Nicolò Fornario. CCIX. — Guglielmo del Pozzo di Noli riceve da Luigia vedova di Bona-via Nanfo a nome della figlia Simonetta tanto per cui darà 1. 18 entro due anni dalla festa di Pasqua e anche prima se tornerà prima dal viaggio a cui si mette. C. s.; Ottobono Cavolerio di Noli, Guido di Recco, Nicolò Fornario. OCX. — Ego Thealdus notarius facio et constituo te Faciolum de Ara-vena presentem meum certum nuncium et procuratorem ad petendum et recipiendum pro me et meo nomine in iudicio et extra a domina Adalascia regina turritana lib. quinquaginta unam et sol. octo jan. quas mihi debet et de quibus solvi prò ea Iacobo de Portuvenere qui portavit fratrem Donatum ad Romam libras decem et servientibus qui iverunt in sérvicio lib. quindecim et in Acutis et cavis pro trabuco uno lib. septem et sol. octo et in uno equo pro G-ando lib. decem et pro Bonifacio servitore suo lib. sex pro eius manumissione. Et ad omnia que in predictis et circa ipsa expedierit facere promitto firmum et ratum habere et tenere quid inde feceris et non contravenire. Sub obligatione bonorum meorum. Actum eodem loco die VIIIP februarij inter terciam et nonam. Testes Balduinus de Quarto, Iohanes Ferrarius de Porta et Bartholomeus de Montagna. — 231 — CCXI. — Nos Raimundus Pelucus, Bartholomeus de Montanea, Theal-dus notarius et Baldus de Quarto facimus et constituimus te Facioium de Aravena presentem nostrum certum nuncium et procuratorem ad petendum et recipiendum pro nobis et nostro nomine a domina Adalaxia Illustrissima Regina turritana pro nobis Bartholomeo et Thealdo lib. quinquaginta quinque quas nos mutuavimus pro dicta Regina Barissono de Navita eius procuratori et pro me Raymundo lib. triginta quas ego mutuavi dicto Barissono procuratori dicte Regine et eius nomine de quibus solvi lib. quinque de proficuo ipsarum Gregorio de Bargono et pro me Baldo lib. quinque quas ego eidem Barissono mutuavi nomine dicte Regine et de quibus omnibus quantitatibus facta sunt instrumenta et lib. XXV pro expensis factis in obsidibus in iudicio et extra et ad omnia que in predictis et circa ipsa expedierit facere et que merita causa postulant et postulabunt promitimus firmum et ratum habere et tenere quidquid inde feceris et non contravenire sub obligatione bonorum nostrorum. Actum eodem loco die et hora. Testes Iohannes Cultellerius de Porta et Valentinus de Levanto. C. 132. CGXII. — Lunbertino de Miline promette a Giovanni Trebogne di non molestarlo più per le 1. Il e sol. 4 che portò in Ampulia « in viatico quo captus fuisti cum rebus per sagiteam saonensium et de qua est carta ». C. s., dopo vespro; testi Giovanni Grunio e Oberto Sardena. CCXIII. — Rubaldo Gallo e Giovanni di Camogli si dichiarano debitori in solido di 1.20 verso Raimondo di Bonifacio per dote di Richeta sorella di Vigolosa e di Carlino e sua futura sposa. Pagheranno entro il mese venturo. C. s., testi Enrico de Bargono, Giovanni de Capa e Gando Maniaferro. CCXIV. — Girardo Piacentino riceve a mutuo in panatica de Arzoco 1. 8 « pro quibus si ivero in Principatum tibi vel tuo certo misso promito de duobus tria et si in Barbariam de uno alterum cum sagitea mea que dicitur Meliorata de primo lucro quem fecero ubicumque campum fecero. Sana tamen redeunte ecc. Et si nihil lucratus fuero ecc. C. s., testi Guglielmo di Vernazza e Marino de Marchisio. CCXY. — Bonaventura di Verona e Lanfranco Museto ricevono in solido in panatica da Nicoloso de Murta 1. 8 e sol. 14: daranno 1. 17 e sol. 8 dal primo lucro della saettia Santa Croce. C. s-, dopo vespro; testi Bono de Quinto e Jacopo Ramato. - 232 — CCXVI. — Ricobono de Curono riceve da Gregorio de Bargono tanto per cui darà 1. 9 e sol. 8 entro Pasqua al ritorno da Talavo ad fortunam rerum ipsarum eundo stando et redeundo. Stesso luogo, 10 febbraio, dopo nona. Testi Ansaldo di Santo Stefano e Giovanni de Guiberto. CCXVII. — Giovanni de Guiberto ha da Ansaldo di Santo Stefano tanto per 1. 7 e sol. 6; di detta somma 46 soldi sono di Bonaccurso di Isacurte recati da Barisone di Gonario. Pagamento al ritorno da Gonario ad fortunam rerum eundo stando et redeundo. (Mancano le indicazioni Anali). C. 132 v° CCXYIII. — Lanfranco Museto e Iacopo tagliatore ricevono a mutuo in panatica da Ugone Bavosso 1. 5 sol. 3; daranno 1. 10 e sol. 6 dal primo guadagno della saettia S. Croce ecc. Stesso luogo, 11 febbraio avanti terza; testi Simonetto de Mari, Bonaventura di Verona e Stefano di Siria. CCXIX. — Gli stessi da Guglielmo Bellando 1. 3 s. 4 ecc. C. s. Testi Bonaventura di Verona, Ogerio Fornario notaio, Filippo Embriaco. CCXX. — Nos Lanfrancus Muxetub et .ìacobus taiator quisque nostrum pro medietate confitemur recipere a vobis Bonaventura de Verona et Stephano de Syria a quolibet vestrum pro medietate Sagiteam unam remo-rum viginti cum sarcio et aparatu ipsius que dicitur Sancta Crux furni-tam de panatica et armamento. Quam ducere debemus in cursum causa lucrandi super inimicos comunis Ianue et ipsam vobis cum lucro quem cum ipsa faciemus reducere et consignare vobis in portu Bonifacii et venire ad faciendum campum in portu Bonifacii nisi iusto dei impedimento remanserit. Alioquin penam dupli etc. Et nos dicti Bonaventura et Stephanus damus et concedimus vobis predictis plenam licenciam et potestatem pignorandi et mutuo accipiendi a qualibet persona arma et res que erunt in dicta sagitea pro utilitate dicte sagitee et cursu ipsius. Actum eodem loco die et hora. Testes Dominicus Baroerius, Ricardus de Lavania et Willelmus Bellandus. CCXXI. — Abraxaben magister axie e Willelmus Claver ciascuno in solido ricevono a mutuo in panatica da Vivaldo de Vegia 1. 5; ne daranno 10 del primo lucro della barca Castellana, con le solite condizioni. C. s., Girardo Piacentino e Guglielmo di Monaco testi. — 233 — CCXXII. — Ego Girard us Placentinus confiteor me recipere a te Guilielmo de Monaco mutuo in panatica lib. sex jan. Ren. exceptioni non numeiate pecunie, pro quibus tibi vel tuo certo misso per me vel meum missum dare et solvere promitto si in Principatum vel Siciliam ivero de duobus tria et si in Barbariam ivero de uno alterum de lucro quem fecero cum sagitea que dicitur Meliorata ubicumque campum fecero. Sana tamen redeuntedicta sagitea vel maiore parte rerum ipsius. Etsi nihil lucratus fuero capitale in reditu meo tibi dare promitto. Alioquin penam dupli tibi stipulanti promitto et inde omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Actum eodem loco die et hora. Testes Ogerius Falconus et Guadagli us Ricius. C. 133. CCXXIII. - Rubaldo Bullo riceve a mutuo gratis da Ogerio Fornario soldi 30 da restituire entro due mesi. C. s., Lanfranco Museto e Bonaventura da Verona. CCXXIV — Nicoloso de Ferro riceve da Ogerio Fornario notaio tanto per cui darà 1. 7 e sol. 8 al ritorno da Ampulia, a rischio delle cose stesse andando stando e tornando. Stesso luogo, 9 febbraio avanti terza. Nicola Bursa e Ogerio Falcone testi. CCXXV. — Guido de Broca riceve da Ogerio Fornario notaio tanto per cui gli darà l. 6 sol. 18 den. 4, oltre le altre che gli deve, entro metà quaresima. Pagamento a semplice richiesta e senza giuramenti. C. s., testi Guidolfo Margarito e Vivaldo Spaciano di Noli. CCXXVT. — Yivaldo Spaciano di Noli nomina Danisia moglie di Aitameli o sua procuratrice « ad locandum et dislocandum omnes terras et possessiones meas et pensiones recipiendas », a esigere e compiere ogni altro atto. C. s., Fornarello scriba e Guglielmo Mero di Ventimiglia testi. CCXXVII. — Ogerio di Soziglia vende a Giovanni de Brossono « tres quarterios unius barchie quam ante vendidisti cum sarda etaparatu ipsius et que vocatur Bonumguadagnum » al prezzo di 1 b2l/t che dichiara di aver ricevuto. Stesso luogo, 11 febbraio, fra terza e nona. Testi Bonaventura de Rollarla, Yivaldo Margarito e Guisulfo Margarito. - 284 — CCXXVÏII. — Abraxaben magister axie riceve a mutuo in panatica da Guglielmo Dabonda 1. 5, ne renderà dieci del primo guadagno fatto con la barca Castellana. Solite clausole. C. s., dopo nona. Testi Ottobono Cavallino di Noli, Guisulfo Margarito e Bonifacio di S. Giorgio. C. 133 v° CCXXTX. — Lo stesso da Guglielmo Clarella riceve l. 18 e ne darà 36 ecc. c. s. Stesso luogo, 12 febbraio, avanti terza. Nicolò Fornario e Giovanni di S. Tomaso. CCXXX. — Lo stesso da Giovanni di S. Tomaso sol. 36 e darà 1. 3, s. 12 c. s. C. s., testi Guglielmo Clarella e Nicolò Fornario. CCXXXI. — Raimondo Peluco riceve a mutuo in panatica da Ogerio Fornario notaio 1. 38 sol. 9, den. 8; darà « de primo cursu quem fecero cum sagitea que dicitur Vergata ubicumque campum fecero » 1. 76, s. 9 den. 4. Se non guadagnerà niente verrà a far campo a Bonifacio e pagherà il capitale. C. s.. testi Iacopo Peluco, Lamberto de Miline e Peire Salinerio. CCXXXII. — Girardo Piacentino, Nicolò Peluco e Guglielmo di Vernazza in solido ricevono da Pietro di Bobio a mutuo in panatica 1. 10 « pro quibus tibi dare et solvere promitto (sic) tibi vel tuo certo misso per nos vel nostrum missum si in Siciliam ivero cum sagitea mea que dicitur Meliorata de duobus tria et si in Barbariam ivero de uno alterum de primo cursu quem fecerimus sana tamen redeunte ecc. Stesso luogo, 13 febbraio, avanti terza. Enrico de Monaco e Martino de Monaco testi. CCXXXIII. — Bonaventura di Verona e Stefano di Siria nominano Ottone di Pavia e Festano di Milano, in solido, procuratori « ad omnia negotia facienda et que expediverint facere de sagitea nostra que dicitur Santa Crux et de rebus per ipsam captis et capiendis et ad partes nostras pro dicta sagitea recuperandas ». C. s., Guglielmo de Raficaro e Oberto de Ferro testi. _-L - 235 - CCXXXIV. — Giovanna e sua madre Benencia cedono a Ogerio Pignolo tutti i diritti sui beni e l’eredità di Raimondo de Ranfìcoto, che aveva lasciato 1. 20 a Giovanna e 1. 7 a Benenca. Giovannino Barberio e Pietro Arduino consiglieri. Stesso giorno, fra terza e nona. Testi i predetti consiglieri e Gregorio de Bargono e Mercadante de Bobio. C. 134. CCXXXV. — Lanfranco Capellano e Adalasia sua moglie ricevono a mutuo gratis et amore da Caracosa moglie di Bartolomeo di Montagna l. 6 e sol. 17; restituzione a mezza quaresima compensando anche le spese che occorressero a ricuperare il debito. La donna agisce col consenso del marito e dei consiglieri Ogerio Maniante e Girardo Clarella. In casa di detto Bartolomeo, stesso giorno e ora, testi i consiglieri e Guglielmo Curica. CCXXXVI. — Marchisio di Morenzasca di Rapallo riceve a mutuo da Enrico de Crispa 1. 4; renderà « de duobus tria de lucro quem fecero cum sagitea que dicitur Virgata ubicumque campum fecero. Sana tamen redeunte etc. Et si nihil lucratus fuero ecc ». Dà in pegno i suoi beni « et specialiter corelum unum cum manicis et duas rigatas de banili et capsiam unam cum indumento bisse virgate et cendatum virmilium cum tunica et supracoro biavi cum panellis quatuor de arubra et cum nacharis et argento que sunt penes Iohanem Gallum. Stesso luogo, giorno e ora. Nicolò de Benenca e Giovanni Gallo di Sori testi. CCXXXYII. — Ogerio Fornario scriba concede ad Antonio Landò tutti i suoi diritti contro Poncio Giramanno e Oberto di Levanto per 1. 21 che hanno ricevuto da lui « prout continetur in carta facta manu Thealdi notarii MCCXLIII die X sept. ». Bonifacio, sotto il portico della casa di Guglielmo Clarella, stesso giorno e ora. Testi Nicolò Peluco, Iacopo de Ilice e Marco scriba. CCXXXVIII. — Girardo Piacentino riceve a mutuo in panatica da Rolando di S. Matteo 1. 4. (C’è tutta la solita formula ma manca l’indicazione della somma da restituire). La nave si chiama Meliorata. In casa di Gregorio de Bargono, stesso giorno e ora. Guglielmo di S'° Stefano e Federico Tonno testi. — 236 - C. 134 v° CCXXXIX. — Nicolò-di Portodelfìno riceve da Ogerio Pignolo sol. 33 che questi doveva al qd. Cicala fratello di Nicolò, per mutuo. La relativa carta di mutuo è annullata. C. s., testi Bonaventura di Verona, Oberto de Borello e Guglielmo Ferrario calafato. CCXL. — Ranucino de Fante di Montaldo a nome proprio e dei soci riceve da Guglielmo cognato di Lanfranco Capellano mine 7 di grano « que fuerunt de honere sagitee capte et ablate pisanis per barcham Guilielmi de Vernacia et Michaelis de Rapallo et sociorum ». Si dichiarano soddisfatti, lui e soci. C. s, dopo vespro. Lanfranco Capellano e Pietro Mallo Bocacio, testi. CCXLI. — Ego Girardus Placentinus confìteor me recipere mutuo in panatica a te Bonaparte de Portuvenere libras sex jan. Ren. exceptioni non numerate pecunie pro quibus tibi vel tuo certo misso per me vel meum missum dare et solvere promito si ivero in Siciliam vel Principatum de duobus tria et in Barbariam de uno alterum de primo lucru quem feceio cum sagitea que dicitur Meliorata ubicumque campum fecero. Sana tamen redeunte dicta sagitea vel maiore parte rerum ipsius. Et si nihil fueio lucratus capitale in reditu meo tibi dare promito. Alioquin penam dupli tibi stipulanti promito. Et inde omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Actum eodem loco die XIIII februarii ante terciam. Testes Balaxius Bucadanelli, Nicolosus Pelucus et Piper taiator. (Lateralmente cassata). CCXLII. — Ugo Bavosso riceve da Guglielmo di Bobio tanti panni per cui darà 1. 14 e sol. 16 entro 15 giorni. C. s., Filippo Embriaco, Iacopo de Porcello e Giovanni de Varagine testi. CCXLII1. — Guglielmo Matteo e Guglielmo Raimondo di Marsiglia ricevono a mutuo da Guglielmo di Bobio 1. 29 che restituiranno « vel totidem eius monete ». Danno in pegno « barcham unam Sicilie cum sartia et a paratu eius que fuit Iohanis de Brossono » e gliene danno possesso. C. s., fra terza e nona. Testi Gandolfo de Rogerio, Raimondo Catolino di Nizza e Pepere tagliatore. - 287 — C. 135. CCXLIV. — De voluntate Marchisii de Pagano, Petriboni de Camulio, Saonini, Bonacursi de Isacurte, Rollandi Corsi de Curte, Wilielmi de Sancto Stephano, Iani de Pruno, Arçochi de Campo, Guidonis de Palma et Ogerii Fornarii notarii et Castellanorum pro se et aliis mercatoribus qui habebant aliquid in barcha illorum de Çigiis et in barca Petri Calafati quod (?) de illis rebus que erant in predictis barchis per lignum Girardi Placentini vel per aliam barcham recuperabitur aliquid ex ipsis rebus captis per pisanos habeant medietatem de toto eo quod habuerint et recuperaverint et abstulerint inimicis. Actum Bonifacio sub porticu domus Wilielmi Clarelle die XY februarii ante terciam. Testes Lanfrancus Busca, Raymundus Pelucus et Benvenutus de Domicella. CCXLV. — Petrus Marinus riceve da Corrado Traversano di Ventimi-glia a mutuo gratis et amore 1. 5 che renderà « salvis in terra usque ad festum Pasce resurrectionis domini proxime in Nicia vel alio loco securo ». In casa di Gregorio de Bargono, stesso giorno e ora. Testi Gando di Ventimiglia, Oberto Caffaro, Guglielmo de Dultetiis. CCXLVI. — Raymundus Pelucus riceve a mutuo da Guglielmo Matheo in panatica 1. 5; ne darà 10 del primo guadagno fatto in corsa con la saettia Virgata Solite clausole. « Et prò persona tua quia raecum venire debes in reditu quem fecero cum dieta sagitea ultra supradictas libras decem jan. libras quinque jan. et sunt omnes lib. quindecim jan. si cursum fecero et lucrum aliter tibi solummodo dare tenear et si aliud advenerit de persona dicti Wilielmi Mathei quod absit eas Petro Bono de Camulio dare promito. C. s., fra terza e nona; testi Buscarino e Pasquale de Porta. CCXLVII. — Giovanni de Brussono riceve a mutuo in panatica da Nicolò f. di Ogerio Fornari notaio 1. 5 sol. 12; darà 1. 11 s. 4 della prima corsa con la saettia Pantera ecc. Stesso luogo, 16 febbraio, dopo nona. Testi Aimerico di S.to Stefano e Guglielmo de Abitayna. C. 135 v° CCXLVIII. — Giovanni de Brossono e Filippo Natto ricevono a mutuo in panatica da Guglielmo Mano di Ventimiglia 1. 19; ne renderanno 38 della prima corsa con la saettia Pantera ecc. C. s., Balduino de Quarto e Iacopo Morello testi. — 238 - CCXLIX. — Baraterio di Yentimiglia riceve a mutuo in panatica da Benvenuto nipote di Mercatante di Bobio 1. 10; ne renderà 20 al ìitoino con la saettia Dragone dovunque farà campo, sana tamen redeunte ecc. Stesso luogo, 17 febbraio, avanti terza; Nicolò Fornario e Manuele de Albingana testi. COL. — Guglielmo di Yernazza riceve a mutuo in panatica da Daniele Burallo 1. 2 sol. 18 gen. Se andrà in Principato o in Sicilia rendei à tie pei due e se in Barberia « de uno alterum ad consuetudinem cursi de pi imo cursu quem fecero cum sagitea que dicitur Meliorata» ecc; solite clausole. Stesso giorno e luogo, dopo vespro. Testi Bonamano e Guidoiano. COLI. — Enrico de Bargono a nome di Guglielmo de Vivaldo vende a Giovanni de Brossono e lacobo Peluco, ciascuno acquistante pei metà, « domum unam cum terra superposita positam in castro Bonifacii cum medie-tate muri prò indiviso cum Girardo Clarella et cum medietate muri qui est deversus domum Bartholomei de Montanea quam emit a Nicoloso de Multa secundum quod tectus dicti Bartholomei erat tempore emptoris alto, a ìecto silicet totum domus murum et cum terra vacua que est recto dictam domum et que pertinet ipsi domo cui domo cohaeret ante via retro terra vacua dicte domus, a latere domus Girardi Clarelle et ab alio domus dicti Bartholomei et quam emit a Nicoloso de Murta, precio libr. sexaginta jan. quas proinde a vobis confiteor recepisse et de quibus me bene quietum et solutum voco. Confi-t.ens me potestatem habere a dicto Wilielmo de Vivaldo vendendi dictam domum ». Se farà altro strumento di vendita, sia nullo. Bonifacio, nella casa predetta, 18 febbraio, fra terza e nona. Testi Nicolò de Murta, Paganello Vallerani de Portovenere e Nicolò Fornario. C. 136. CCLII. — Giovanni de Brossono dichiara di dovere a Enrico de Bargono 1. 2772 che restano da pagare del prezzo della casa che gli vendette «prout continetur in carta venditionis mihi facta manu Bartholomei For-narii notarii » non ostante che si sia dichiarato pienamente tacitato. Luogo, tempo, testi c. s. CCLIIL — Iacopo Peluco e Iacopa sua moglie, ciascuno in solido, dichiarano di dovere a Enrico de Bargono 1. 33'/.. che restano del pagamento di metà della casa oggi venduta, come da carta di Bartolomeo Fornat i - 239 — notaio, non ostante che egli si sia dichiarato soddisfatto. Il pagamento sarà compiuto entro giugno. La donna agisce col consenso del marito e col consiglio di 1 agano Vallerani di Portovenere e Giovanni de Brossono. Stesso luogo, giorno e ora. Testi i consiglieri, Nicolò Fornari e Nicolò de Murta. CCLIY. Giovanni Beccorosso vende a Caracosa moglie di Bartolomeo de Montagna « domum unam cum terra super quam est posita in Bonifacio cum medietate muri inferius pro indiviso mecum». Confini: dinanzi la via, dietro la casa di Ogerio Capello, a lato la casa di Giovanni e dall’altro lato la casa di Bartolomeo di Montagna. Prezzo 1. 40 di cui si dichiara soddisfatto. Solite ampie formule dei contratti di vendita di case. Bonifacio, in casa del detto Bartolomeo, 20 febbraio, avanti terza. Testi Iacopo de Porcello, Mercadante de Bobio, Oberto Calafato e Peire salinerio. c. vm v° CCLV. — Bartolomeo di Montagna dichiara di dovere a Giovanni Beccorosso 1. 20 che restano da pagare del prezzo della casa acquistata da Caracosa sua moglie, non ostante che Giovanni si sia dichiarato soddisfatto. Il pagamento avverrà entro maggio. Luogo ecc. c. s. COL VI. — Bartolomeo e Caracosa dichiarano a Giovanni Beccorosso che in seguito alla vendita predetta si è pattuito «quod si contingeret aliquo tempore nos levare dictam domum et murum qui est comunis inter nos et te quod in refectione et levatione dicti muri aliquid a te non petemus nec in expensis factis seu faciendis in refectione vel levatione dicti muri ». E cosi chiunque possa possedere la casa. Caracosa agisce col consenso del marito e col consiglio di Peire salinerio e Iacopo de Porcello. Stesso giorno ed ora. Testi i predetti Mercadante de Bobio e Oberto Calafato. CCLVII. — Giovanni de Guiberto, Bonaccorso de Isacurte e Bocaci-no Sorleone, ciascuno in solido, ricevono da Guglielmo Ferrario tanto per cui daranno 1. 20 sol. 10 « in reditu. Cinire ad fortunam rerum eundo stando et redeundo » Della somma, 1. li sono di Guglielmo de Campo e 1. 8 di Jacopo Musso de Facio. In casa di Gregorio de Bargono, stesso giorno, dopo nona. Testi Nicolò di S. Donato e Basilio di Cipro. — 240 CCLVIII. - ali stessi da Saonino tanto per cui daranno 1. V* sol. 4 al ritorno da Cinira. C. s.; testi Nicolò Fornari e Ansaldo di Santo Stefano. C. 137. CCL1X. — Gli stessi da Ansaldo di S. Stefano tanto per cui daranno 1. 16 s. 2 ecc. C. s., testi Nicolò Fornari e Saonino. CCLX. — Gli stessi da Ansaldo di Santo Stefano tanto del denaro di Pietro Mallo Bocacio per cui daranno 1. 20 e den. 6 al ritorno da Ciniia. CCLXI. — Raimondo Peluco riceve da Saonino di Bonifacio tanto pei cui darà 1. 36 e sol. 13 entro maggio e anche prima «si rediero cum sagitea que dicitur Vergata de hoc presenti cursu quo iturus sum »• Stesso luogo, giorno e ora; testi Giovanni Beccorosso, Guglielmo i Opizzone e Ogerio Fornari notaio. CCLXII. — Lo stesso da Giovanni Beccorosso tanto pei L entio maggio e anche prima ecc. c. s. Luogo ecc. c. s. Testi Saonino, Guglielmo di Opizone e Ogeiio Foi nari notaio. CCLXIII. — Giovanni di Guiberto, Bonaccorso di Isacurte e Bocacino di Sorleone, ciascuno in solido, ricevono da Ogerio Fornari tanto pei cui daranno 1. 8 sol. 9 al ritorno da Cinira: con la solita condizione. C. s.; Testi Raimondo Peluco, Saonino e Guglielmo di Opizone. C. 237 v° CCLXIV. — Gli stessi da Giovanni Gallo di Sori tanto peri. 15 sol. 6 da pagare al ritorno da Cinira. C. s. testi Raimondo de Predi e Ogerio Fornari notaio. CCLXV. — Girardo Piacentino e Guglielmo di Vernazza, ciascuno in solido, ricevono a mutuo in panatica da Nicolò f. di Ogerio Fornari notaio 1. 6 sol. 7; daranno 1. 12 sol. 14 del primo corso della saettia Meliorata ecc., con le solite clausole. Stesso luogo e giorno, dopo vespro. Pietro Mallo e Giovanni Rosso di S. Giorgio testi. — 241 — CCLXVI. — Giovanni di Guiberto, Bonaccorso di Isacurte e Bocacino di Sorleone ricevono da Rolando de Symia tanto per cui daranno (manca la cifra) al ritorno da Cinira, ecc. Testi Ogerio Pomari notaio, Giovanni Rosso di S. Giorgio. CCLXVTI. — Testamento di Richelda vedova di Balasio f. di Guglielmo Malio. Sepoltura nella chiesa di S. Giacomo di Bonifacio; spese per la sepoltura sol. 30. Legati: all'opera di S. Giacomo sol. 4; a S. Maria 3, a S. Nicolò 3. Lega sol. 30 alla sorella Giovanna perchè faccia dir messe; ai poveri di S. Lazzaro di Bonifacio sol. 3; alla nipote Giacomina f. della sorella Giovanna « anulos quinque auri de quibus sunt quatuor cum gemmis et alius sine gemma et bisancium unum auri quem habet Marcus Scriba in pignore cum uno ex dictis anulis pro sol. 14 et mantelum stanfortis albi infaratum de cendato vermilio et in denariis sol. quadraginta. » A Guisla madre del cognato Giovanni sartore una coltre bianca; alla sorella Giacomina « centuram unam argenti et sol. viginti quam centuram habet Bartholomeus de Montagna in pignore pro sol. 40 » Degli altri beni eredi in parti eguali i figli Bonifacio e Agnesina, succedendosi se senza eredi. Se dovessero morire prima dei 12 anni subentrino le sorelle Giulia e Giacomina alle quali lascia come curatore il cognato Giovanni sartore che deve anche riscuotere da Giovanni Malia suo suocero e dalla moglie di lui Druda 1. 25 della sua dote e antefatto. Deve dare a Marco Scriba sol. 14 e a Bartolomeo de Montagna sol. 30 di cui è sopra menzione. Nella casa del cognato ci sono di suo: « stra-ponte due, saconus unus, cuscinus unus, cultra una alba, cohopertorium unum, capsia una, tabule tres, duo tripodes, linteamina duo, mantellum stanfortis albi cum cendato vermilio et quatuor anuli auri et vestes quas in dorso habeo et bialdus unus ». Bonifacio in domo Iohanis Sartoris predicti, die XXI februarii post nonam. Testes Marcus Scriba, Balduinus Niger, Benvenutus Thealdi, Lanfrancus Coltellerius, Iohanes de Funtanella et Guidaranus. C. 1X8. CCLXVIIL — Guglielmo de Abirayna riceve da Giovanni Gallo tanto per cui darà 1. 3 sol. 12 al ritorno da Ampulia ad fortunam rerum ecc. Iti casa di Gregorio de Bargono, 22 febbraio, avanti terza. Testi Guidoto Corso e Ogerio di Soziglia. CCLXIX. — Giovanni de Guiberto, Bonaccorso di Isacurte e Bocacino di Sorleone, in solido, ricevono da Rolando corso di Corte tanto per cui daranno 16 1. 6 sol. IO den. 7 « in reditu Cinire, ad fortunam rerum eundo stando et redeundo ». Stesso luogo e giorno, fra terza e nona. Nicolò Fornari e Faravello Scriba. C. 138 vn CCLXX. — Giovanni de Guiberto e Bocacino de Solleone ricevono in solido da Bonaccorso de Isacurte tanto per cui daranno 1. 11 sol. 12 al ritorno da Cinira ecc. C. s.; testi Faravello Scriba e Rolando corso di Corte. CCLXXI. — Ugo di Figari da Giacomo di Maidarene riceve a mutuo 1. 6 sol. 18 che restituirà entro 4 giorni dall’arrivo a Genova con la nave di Lanfranco Busche e soci, sana tamen ecc. C. s.; testi Giovanni de Guiberto, Faravello Scriba e Bonaccorso. CCLXXII. — Ansaldo di S. Stefano procuratore di Pietro Bocacio Mal-Ione tutore di Iddeto e Lanfranco suoi nipoti e fratelli di Ingone Mallone a nome loro e di Pietro e di Ingone dichiara di ricevere « a te Iohanne baiuolo dicti Petri 1. 17 sol. 17. que processerunt ex precio de merçaroliis viginti octo vini et de quarterio unius galie et sarcie et aparatus ipsius quam habuerant pro indiviso cum Cambuxio et Ogerio Fornario notario et Falcone pelipario deductis expensis factis in predictis et occasione predictorum » promettendo di non chiedere altro. Stesso luogo e giorno, dopo vespro. Testi Lanfranco de Serra e Amico Clarella. CCLXXIII. — Amico de Granaria riceve a mutuo da Jacopo Morello 1. 16 sol. 16 che pagherà entro 15 giorni dacché la nave di Lanfranco Busche e soci arriverà a Genova. Pegno 1. 47 affidate a Ugo de Figari per essere portate a Genova in detta nave. C. s.; testi Pietro de Arduino, Simone de Mari, Bartolomeo de Montagna. c. 139. CCLXXIY. — Girardo Piacentino riceve a mutuo in panatica da Andrea de Serra 1. 10 sol. 12; darà 1. 21 sol. 4 al ritorno della saelt.ia Meliorata dal primo corso ecc. Stesso luogo, 23 febbraio, avanti terza. Testi Daniele Bumello, Guadagno Riccio, - 243 — CCLXXV. — Guglielmo Bellobruno riceve in accomendazione da Balasino Bocadanelli 1. 18 « implicatas in carnibus sicis et seta Quas lanuam et inde Bonifacio reverti causa negotiandi portare debeo ad quartum pro-licui et debeo expendere et luerari per libram cum aliis rebus quas porto. In reditu autem Bonifacii capitale et proficuum quem inde luerari potero in tua potestate vel tui certi missi ponere debeo » tolto un quarto del guadagno. Stesso luogo e giorno, dopo nona. Testi Marchisio Portonario, Ansaldo di S. Stefano, Benvenuto di Tealdo notaio. CCLXXVI. — Guglielmo di Ranfìcoto dichiara a Gennino barberio di ricevere l’intero pagamento di quanto era dovuto a lui e al suo fratello, il qd. Raimondo. Cassati i relativi documenti di credito del fratello. Stesso luogo e giorno, dopo vespro. Testi Nicolò di Portodelfino, Nicolò Fornari. CCLXXV1I. — Raimondo Peluco riceve a mutuo in panatica da Maçono manente 1. 14 sol. 16 gen. Darà 1. 29 e sol. 12 al ritorno della saettia detta Vergata, dal primo guadagno ecc. Stesso luogo, 24 febbraio, dopo nona. Testi Marino Manente, Michele di Rapallo e Enrico Ferrando. C. 130 v° CCLXXVIII. — Raimondo Peluco promette a Michele di Rapallo di dargli al ritorno della saettia Vergata dovunque farà campo « prò compera barche quam ducere debes cum dieta sagitea pro partibus octo et prò persona tua et pro partibus tribus... » ma non dice la somma. Egualmente dichiara di ricevere l. 7 in panatica e di restituirne 14 al ritorno. Stesso luogo, giorno e ora. Testi Filippo Embriaco, Balduino Diotisalvi. CCLXXIX. — Lo stesso da Bonsignore di Portovenere ha 1. 6 a mutuo in panatica; ne darà 12 ecc. C. s.; Vivaldo Spaciarino di Noli e Guglielmo di Opizone. CCLXXX. — Ego Guido de Recho confiteor vobis Philipo Embriaco et Enrico Manenti castellanis Bonifacii prò vobis et Balduino Deutesalve socio vestro et Ogerio Fornario notario scriba vestro quod vobis nec alteri vestrum nec dicto Ogerio neque alteri persone prò vobis vel alteri vestrum nec dedi nec promisi neque dabo nec dare spero ullo modo per me vel al- — 244 - terum per me seu occasione mei seu alicuius vestrum servicium aliquod nec donum pro rebus et mercibus quas recuperavi et liabui de navi capta pisano rum per navem que dicitur Castellana Maciole Macie et Wilielmi de Quarto et per bucium navem Vassalli Arcanti et Virmilii de Naulo et que res et merces erant in dicta nave pisanorum nec dare seu promitere pei me vel alteram personam spero vobis vel alicui vestrum seu alteii peisone pro vobis vel alteri vestrum et ut supra predicta vera esse i uro ad sancta dei evangelia. Actum Bonifacio in domo Guillelmi Clarelle die XXV Febiuaiii ante terciam. Testes Marinus Manens et Guisulfus Margaritus. CCLXXXI. — Girardo Piacentino riceve a mutuo in panatica da Ogerio Fornari 1. 5; ne darà 10 del primo corso che farà con la nave Meliorata ecc. In casa di Gregorio di Bargono, stesso giorno, fra terza e nona, lesti Giovanni Rosso di S. Giorgio, Guglielmo di Vernazza e V ivaldo de Castello. ATTI DEL NOTAIO AZONE DE CLAVICA 17 APRILE 1257 • 26 OTTOBRE 1261 In nomine domini amen. Inventarii et laudes facti per manum Açonis de Clavica notarii in Bonifacio. In MGCLVIL C. 1. I. — Bonusvassallus Boiachensis et Montanarius Fornarius castellani di Bonifacio deliberano che Pietrino fratello di Maria de Marello burgense di Bonifacio possa avere certi beni da un Lupaleone. [Documento molto guasto] 1257, 17 aprile. C. 1 v° II. — Sentenza di Bonifacio de Rodoano, sedens pro tribunali. Prete Rubro di Montelato aveva avuto da Enrico de Bargono lire 10 da restituire entro certo tempo. Non avendolo fatto, Enrico chiede di avere, oltre il capitale, sol. 20 per il bando fatto per chiedere la restituzione e altri soldi 20 per spese di scrittura. Bonifacio, udito il consiglio degli altri castellani, condanna il Prete contumace a 1. 10 nomine pene e 1. 10 nomine sortis, Enrico possa rivalersi sui beni di lui. Testi Bartolomeo Montagna, Bonaventura di Verona e Graziano di Alessandria; 1257, 9 Maggio, avanti terza, indiz. XIV. IH. — Bonifacio sub logia ubi tenetur curia. Bonifacius Rodoanus, Montanarius Fornarius et Bonusvassallus Boiachensis castellani Bonifacii sedentes pro tribunali condempnaverunt et condempnatos pronunciarunt dominos de Corcano silicet Berulfum Branchacium Obertum et Medium vi lanum et universos homines de eorum districtu et omnes pertinentes de iurisdic-tione dominorum de Corcano, Nicolao Tornello in lamentacione infrascripta. Nicolaus Tornellus agit contra dominos de Corcano silicet contra Berulfum Branchacium Obertum et Mediumvilanum et, contra omnes homines habitatores in eorum districtu et petit ab eis quisque insolidum tanquam malefactores iibras sex et solidos quatuordecim et denarios sex januinorum ideo quia in terra dictorum dominorum de Corcano fuit captus Ianellus Claparellus Mancus et expoliatus de quantitate una mercium in qua quantitate dictus Nicolaus habebat lib. sex sol. XIIII den. VI quapropter dictus Nicolaus agit et petit ut supra et omni iure. Item petit pro pignore bandi sol. VI den. VIII de quo petit de plano. Item pro expensis factis in nunciis et scripturis sol. VI den. V. Laudantes dicto Nicolao quod habeat plenam licenciam et potestatem in bonis et accipiendi ex bonis dominorum de Corcano et hominum de Corcano spectandum ad eorum iurisdictionem ubicumque de ipsorum bonis et rebus atque personis invenerit et capere et cambium facere possit usque in dictas pecunie quantitates et pro expensis in tanta quantitate. Quod ideo factum est cum predicti castellani misserunt licteris suis semel bis et ter perhemptorie dictis dominis Berulfo Oberto Brancacio et Mediovillano quod predictum dampnum emendare facerent vel imperarent comuniter in solidum pro racione facienda dicto Nicolao et venire contempserint. Unde viso diligenter tenore capituli et visis dictis peticionibus et posicionibus dicti Nicolai et citacionibus legitime factis et viso instrumento debiti et absencia dictorum dominorum de Corcano dictos Berulfum Obertum Brancacium et Mediumvillanum et universos homines de eorum districtu et ad eorum spectandam et eorum bona contumaces tanquam présentes dicto Nicolao in supradictis quantitatibus et peticionibus condempnaverunt statuerunt et laudaverunt ut supra, dicto Nicolao iurante de calumpnia quod ita-verum est prout in suis peticionibus continetur que ut supra iuravit presentibus testibus convocatis Santolinus de Melino, Iohannes Gregus de Tecedo, Anfussus de Signatico. MCCLVII die XIIII madii ante terciam, lnd. XIIII. C. 2. IV. — I castellani sopradetti condannano Giovanni giudice di Gallura e gli uomini della sua terra e giudicato, contumaci, a pagare 1. 17 e sol. 19 a Nicola Tornello che aveva mandato « sicut mercatores faciunt et consuetum est » a negoziare la predetta somma per mezzo di Giovannino Bianchetto burgense di Bonifacio nella terra di Giovanni giudice que dicitur Villa Maieri; e fu spogliato. Chiede ora danni e spese, presenti Ugone clerico, Tabernario Albicello, Vivaldino Vignando, Belducello cognato di Leonetto di Diancio. 27 agosto 1257. - 249 - C. 2 v° V. In nomine Domini amen. In Bonifacio in domo quondam Canta-Ixillo domini Bonifacius de Rodoano et Montanarius Fornarius castellani Bonifacii ìeceperunt Andream de Leone in verum iustum burgensem castri Bonifacii et comunis Bonifacii et laudaverunt quod dictus Andreas amodo ha-beatui et teneatur in quibuscumque locis fuerit ab omni persona verus buigensis Bonifacii et tractatus sicut Bonifacii burgensis et amator castri Bonifacii ad honorem comodum et bonum statum Comunis Ianue. Quod autem ideo factum est quoniam cum dictus Andreas diueius ivisset et stetisset in castro Bonifacii et plures possessiones in Bonifacio et districtu silicet domos et terras emisset suplicavit eisdem castellanis ut ipsum in burgensem verum et fidelem amatorem castri Bonifacii et comunis Ianue reciperent et haberent. Quapropter dicti castellani cognito quod eius burgensia eiat fi uctuosa et utilis comuni Ianue et ipsi castro et quod semper fuit fidelis amator comunis Ianue et ipsius castri et bone fame et oppinionis inter homines et burgenses Bonifacii habetur, cognito eciam quod plures possessiones tenet et possidet in ipso castro, volentes inde utilitatibus ipsius casti i intendeie et eius utilitatem augere, ipsum Andream in verum burgensem castri Bonifacii et fidelem comunis Ianue receperunt et recepto ab eo iuramento burgensie ut atenderet ut in breve ipsius castri continetur, ut supra laudaverunt statuentes, presentibü& testibus Amico Clarella, Iohanni de Camulio habitatore Bonifacii et Iohanni de Clavica calegario, MCC quinquagesimo septimo die XVIII octubris ante nonam, ind. XV. C. S. VI. — Bonifacio de Rodoano castellano sedente pro tribunali condanna giudice Giovannino de Galucio a risarcire Giovanni Fabro che per mezzo di Giovanni Bianchetto mandò certa quantità di merce nella terra del detto Giudice e ne fu spogliato. Testi Cigalino Cigala, Marino de Bisanne, Milarino de Tedio e Vivaldo de Coniami; 1257, 3 settembre prima di vespro, ind. XIV. % VII. — Lo stesso condanna Carolino de Olmeto a pagare a Marino de Tedio « nomine dupli » sol. 30 e den. 4 per somme avute per commerciare in Corsica e non restituite. Testi Iacopo de Bargono, Lamberto Capello, Belmustino de Copiano - 15 settembre 1257 verso terza. Cassata per volontà delle parti, 10 maggio 1258. - 2oO — C. 3 YIII. — Montanario Fornari castellano col consiglio dei suoi soci Bonifacio e Bonvassallo condanna Bartolomeo Montagna curatole dei beni del fu Oglerino qd. Simone Caligario e di Ricaldina vedova di Ogleiino. Ricaldina rivendica contro gli eredi di Simone ed eventualmente contio il curatore dei loro beni 1. 32 a titolo di dote e antefatto che Simone dichiarò aver avuto da lei e che non le furono restituite dopo la morte di Oglerino. Il castellano ordina la restituzione. Testi Bonaventura de Tealdo, Amico Clarella, Giovanni Bianchetto; 7 ottobre 1257, dopo nona, ind. XIII. IX. — Bonifacio de Rodoano, Montanario Fornari e Bonvassallo Boia-chense assolvono Bartolomeo Montagna curatore ecc. (v. atto pi ecedcnte) dal pagare personalmente. Testi Guglielmo Scornamontone, Guglielmo Spinola, Ugone de Lombardo; 1257, 27 novembre avanti terza. X. — Bonifacio de Redoano castellano condanna i signori di Cauro e di Aiaccio e gli uomini del loro distretto a pagare e risarcirei danni recati per merci predate nelle loro terre. Testi Marco Scriba, Bartolomeo Montagna, Aicolfo drapeiio. C. 4. XI. — Sentenza del castellano Montanario Fornari. Enrico de Bai-gono ricorre contro Rolandino Santangia e domina Sibelina e uomini della sua terra e abitatori della terra di Sibelina « nomine filiorum Henrici de Cinercha » per 1. 33 e sol. 12 e den. 2 nomine pene et totidem nomine soitis. Se essa paga sia assolto Rolandino e viceversa e se qualcuno paga per Rolandino possa rivalersi contro di lui per diritto di cessione da Enrico. Rolandino infatti dichiara di aver avuto da Enrico tante mercanzie per cui promise la predetta somma sotto pena del doppio in caso di inadempienza « et quod domine Sibeline denunciatum fuit per castellanos Bonifacii ut dictas libras XXXIII sol. II den. II restituire et tradere faceret a eodem Rolandino eius habitatore infra dies XV dicto Enrico creditori dicti Rolandini » ma senza risultato. Sibelina quindi a nome proprio e dei figli del qd. Enrico de Cinerea e gli uomini del suo distretto devono essere ritenuti responsabili. Il castellano sentenzia che Enrico de Bargono possa rivalersi della somma sui beni di Rolandino, di Sibelina e degli abitanti della sua terra. 1257, 2 settembre, ind. XIII, circa terza; testi Ottone Tornello, Iacopo Corvo, Giovanni Barberio giudice. - 2oi — (J. 4 v° XII. — I tre castellani condannano Bonaventura di Verona curatore dei beni del defunto Girardino Negro a pagare a Iacoba Peluca 1. IO che ancora le spettano come sorella ed erede di Simonetta moglie di Girardino sulle 25 lire della sua dote e patrimonio. Testi Ottone Tornello, Nicola Beccorosso, Giovanni Bono notaio, Guglielmo Scornamontone; 22 gennaio 1258, prima di terza ind. XV. XIII. — I tre castellani condannano Bartolomeo Montagna curatore dei beni del fu Leonetto de Diano a pagare sull’eredità di lui 1. 16 che Baldinello Corso gli aveva prestate e non erano state restituite. Testi Maestro Lorenzo, Nicola de Muso, Oberto corso; 1258,22 gennaio, ind. XY, prima di vespro. c. s. XIV. — I castellani assolvono Bartolomeo Montagna dall’obbligo di pagare personalmente, dimostrando egli d’aver pagato sui beni dell’eredità. Testi Giovanni Fabro, Amico Clarella, Giovanni Bono notaio; 1258, 4 febbraio, ind. XV, avanti terza. XV. — Ottone Tornello aveva mandato de suis rebus per 1. 30 sol. 8 in Corsica nella terra di Guido di Cinerea; ma gli uomini di Guido lo derubarono. Invitato dai castellani, Guido non riuscì a far restituire le cose derubate. I tre castellani autorizzano Ottone a rivalersi sino alla predetta somma sui beni di Guido e degli uomini del suo distretto. Testi Bartolomeo Montagna, Guglielmo Scornamontone, Marco Scriba; 1258, 21 febbraio, a terza, ind. XV. C. n v° XVI. — Inventario dei beni di Donicella vedova di Oberto di Borrello tutrice dei loro figli. L’inventario riguarda l’eredità di detti minori. Nella casa di Oberto nella quale abita detta Donicella; testi Marino Marchio, Guglielmo de Vexenia, Iacopo Corso, Nicola di Barisone, Giovanni Scriba, Leonardo de Campo e Guantino de Sella; 1257, 26 giugno, avanti vespro, ind. XIV. - — 26‘i — C. 7. XVII. — Enrica moglie di Ugo di Pontedecimo, tutrice testamentaria dei Agli del fratello Oberto de Borrello, prima di assumere l'amministrazione fa redigere inventario dei beni e dell’eredità. Nella casa di Ugo di Pontedecimo, dinanzi a Giovanni Blancheto, Ugo Cigala, Raimondo di Lingueglia, Ansaldo Peluco, Leonardo de Campo, Nicola Usodimare, Lamberto Capello, testi; 1257, 7 giugno dopo terza, ind. XIV. a s. XVIII. -- Saonino di Bonifacio tutore, per decreto dei castellani e per testamento della sorella moglie di Iofredo Salinerio, di Raimondino figlio di detto Iofredo, prima di assumere l’amministrazione redige l’inventario. L’atto resta incompiuto. C. 8 v° XIX. — Iacobina figlia ed erede di Vivaldo di Livellato e Arnaldo Calegario fidecommissario dei beni di detto Vivaldo, prima di assumeie l’amministrazione della eredità fanno l’inventario. In casa di Vivaldo, dove abita Iacobina. Testi Raimondo Peluco, Rufino de Bargono, Capelino Capello, Bartolomeo Montagna, Ansaldo di Sugnanco, Lamberto de Marene, Lamberto Capello e Giovanni de Curia, 1257, 7 agosto, dopo terza, ind. XIV. a .9 v° XX. — Il castellano Bonifacio de Redoano, a richiesta di Maria vedova di Pietro de Curia e tutrice dei figli minori, condanna Guido di Cinerea a risarcirla di 1. 17 l/2 perchè gli uomini di Guido e dei cinerchesi rapirono dal territorio di Bonifacio sette buoi dei detti eredi per la somma predetta. Siccome Guido e i cinerchesi richiesti di pagamento e di restituzione entro 15 giorni, a norma dei capitoli, non l’hanno fatto, Maria è auto* rizzata a rivalersi sui beni suoi e dei suoi uomini e della terra di Corcano. Testi Amico Clarella, Ansaldo di Sugnanco, Guglielmo de Bargono; 28 febbraio 1258, dopo terza indiz. XV. XXI. — I tre castellani condannano Ricumereto di Portovenere a 1. 6 di sorte e sei di pena per altrettante avute da Marino de Bisanne e non restituite. Testi Giovanni Fabro, Marino Merchitano, Bartolomeo Montagna, 1258, 12 marzo, dopo terza, ind. XV. - 253 — C. 10. XXII. — Sentenza dei castellani. Muso de Pellio pagò a Riccomanico tabernaiio 1. 4 sol. 3 den. 4 per conto di Pietro de Villa che doveva restituirgli la somma e non pagò nel tempo fissato. Lo stesso Muso vantava su Pietro un altro credito di soldi 53. A. richiesta di Muso i castellani condannano Pietro de Villa a risarcire il creditore il quale potrà rivalersi sui beni di lui. Testi Gioanino Fabro, Ugone clerico, Pietro de Narbona; 1258, 8 aprile, avanti terza, ind. XV. XXIII. — Lo stesso Pietro de Villa contumace è condannato a pagare 1. 5 « hoc ideo quia cum dictus Bartholomeus de Montanea haberet in Bonifacio sive in portu Bonifacii medietatem unius barche pro indiviso cum Enrico clerico de Macello, dictus Petrus cum suis sociis dictam barcham de portu Bonifacii extraxit et duxit sine voluntate et consensu dicti Bartholomei et contradicendo ei ex parte castellanorum ut ipsam barcham extrahere non deberet de portu predicto unde et quia dictus Petrus dictam barcham extraxit et duxit de dicto portu tali modo quod dictus Bartholomeus dictam barcham postea non habuit nec habere potuit et preceptum adnonciatum fuit dicto Petro de Villa ex parte castellanorum quod non exiret de Bonifacio quin faceret rationem dicto Bartholomeo... » non avendo obbedito è condannato in 1. 5 sol. 12 den. -4 dei quali Bartolomeo potrà rivalersi sui beni di lui. Testi Milano de Rebeo, Enrico clerico de Macello, Nigrone lanuino prete; 1258, 15 aprile avanti terza, ind. XV. c. io v° XXIV. — I castellani condannano Ugone Gigala e Giovanni di Camogli amministratori e fidecommissari dei beni del fu Rubaldo Gallo a pagare al prete Gonario rettore e ministro della chiesa di S. Nicola di Bonifacio in nome e luogo del fu prete Giovanni della chiesa di S. Amancia 1. 14, di cui 7 nomine sortis e 7 nomine pene che Rubaldo doveva a prete Gonario per prete Giovanni come da istrumento del notaio Tealdo del IO febbraio 1248; somma della quale erano state pagate soltanto 3 lire. Testi Saonino di Bonifacio, Bartolomeo Montagna. Enrico clerico de Macello; 1258, 23 maggio, avanti terza, ind. 15, - 254 — XXV. — Il castellano Bonifacio de Redoano condanna Guido Bianco e i suoi uomini a pagare a Bartolomeo Montagna 1. 25 perchè Landolfino Zivalollo che al servizio di Bartolomeo custodiva 250 capre e più di Bartolomeo è fuggito nella terra di Guido dove abitano lo stesso Guido e suo padre che sono tenuti a restituire agli uomini .di Bonifacio le cose e le persone fuggite da Bonifacio, ma invitato dai castellani a restituire entro congruo termine Guido non ha voluto farlo e perciò Bartolomeo possa rivalersi sopra di lui. Testi Maestro Ianuino, Ugo Clerico tabernario, Rufino pellipai io, 1258, 28 maggio, ind. XV, avanti vespro. C. 11. XXVI. — I castellani condannano Cigalino Cigala e Giovanni di Camogli tutori degli eredi di Rubaldo Gallo e gli eredi stessi, a ìichiesta di Raimondo Peluco tutore e curatore degli eredi di Gregorio di Baigono, a dare a questo il possesso di una casa posta in castelletto, venduta da Rubaldo Gallo a Gregorio per 1. 14 e sol. 12. Testi Prete Gonario, Giovanni Fabro, Guglielmo de Bargono; 1258, 24 maggio, avanti terza, ind. XV. C. 52. XXVII. — Riccardo Guercio, Guido Longo e Ido de Savignone, castellani, confermano una sentenza dei castellani precedenti che, a ìichiesta di Oberto Corso curatore di Guglielmo figlio di Verde Vinea e suuceio di Giovanni Ruvinaci avevano condannato Giovanni a pagare 1. 12 e sol. JO per la quarta parte di una casa. Giovanni appellò contro la sentenza ma poi « ipsum appellum sequi noluit secundum formam capituli et eciam per dictos castellanos datus fuit terminus Bertolino rumpitori piocuiatoii Iohanis predicti quod salarium dicte sentencie dare deberet et dare noluit ad terminum ei statutum ». Perciò a richiesta di Oberto i castellani confei- mano la sentenza. Testi Magistro Ianuino, Milano de Rebeo, Guglielmo Giorgio, 1258, 27 giugno, dopo nona, ind. XV. - 255 - XXVIII. — I castellani Riccardo Guercio, Guido Longo e Ido de Sa-vignone condannano Ugo Cigala e Giovanni di Camogli tutori degli eredi di Rubaldo Gallo a pagare per conto dei loro pupilli a Raimondo Peluco tutoie e cuiatore degli eredi di Gregorio de Bargono lire 7 e soldi 4 « nomine pensionis cuiusdam domus quam dictus Gregorius quondam locavit ad pensionem dicto Rubaldo » al prezzo di sol. 24 all'anno, casa che Rubaldo vendette a Gregorio per cui Rubaldo promise di pagargli quella somma annuale e tanto la tenne senza pagare che restano a pagare 1. 7 sol. 4. Spetta perciò agli eredi di soddisfare quel debito. Testi Maestro Ianuino, Prete Gonario, Bartolomeo Montagna; 1258, 10 giugno, ind. XV, dopo nona. C. 52. v° XXIX. — Amico Clarella curatore per sentenza dei castellani dei beni di Nicola Tornello, come da scrittura di Azone de Clavica del 15 aprile 1258, « ut sacrarum constitucionum clarissimi principis Iustiniani tenorem observet et sine fraude locus relinquatur » alla presenza di Saonino di Bonifacio, Guglielmo di Opizone, Cigalino Cigala, Ansaldo de Fogiatico, Benvenuto Tealdi, Ugo de Lombardo e Ugo Clerico rappresentanti dei creditori abitanti e possessori in Bonifacio, e dei notai maestro Ianuino fisico e Giovannino Bono fa inventario dei beni di Nicola: in denaro 1. 75, poi i crediti; inventario di casa e bottega. Sono creditori Enrico de Bargono, Raimondo Peluco, Bonaventura de Nigro, Pasquale Sauro ecc. In casa di lìustigino, 18 aprile 1258, avanti terza, indiz. XV. C. 5,3. XXX. — I castellani condannano Amico Clarella come curatore dei beni del fu Nicola Tornello a pagare 1. 850 a Benvenuto Tealdi curatore di Agnese vedova di Nicola « nomine dotis seu patrimonii » e 1. 100 come antefatto che essa ebbe « ex alio viro suo Gregorio de Bargono quondam » e che Nicola dichiarò d'aver avuto. Testi Bonifacio de Redoano, Montanario Fornari, Bartolomeo Montagna; 30 giugno 1258, dopo terza, ind. XV. C. 53 v° XXXI. — I castellani condannano Biancofiore vedova di Ottone Tornello tutrice e curatrice dei beni di lui a pagare ad Agnese vedova di Nicola Tornello 1. 100 che le restano ad avere della sua dote « propter fraternitatem et fradescum quem insimul habebant hoc ideo quia predicti qd. — 256 - Otto et Nicolaus fratres erant et fraternitatem insimul habebant sine aliqua divisione inter eos facta de aliqua fraternitate, unde quia predichi fiati es mortui sunt et dictus Nicolaus maritus erat dicte Àgnetis » e aveva avuto 1.450, come egli dichiarò, delle quali non può avere la vedova integio pagamento sui beni di lui, chiede le 1. 100 che rimangono agli eredi del fiatello, e i castellani sentenziano in conformità. Testi Maestro Ianuino, Maestro Lorenzo, Guarino de Leila, Ugo Ciga-la; 1258, 20 luglio, avanti terza, indiz. XV. C. 54 v° XXXII. — In nomine domini amen. Bonifacio in ecclesia sancte Marie. Ad honorem dei et omnium sanctorum. Nos Brancatius de Cortano et Gui-ducius filius quondam Oberti de Cortano et Landulfus de Astanova nomine nostro et heredum nostrorum et hominun nostrorum de terra et iuiisditione nostra promitimus et convenimus vobis dominis Ottobono de Cruce, Iohanni Guaraco et Villano Cibo castellanis castri Bonifacii recipientibus nomine et vice comunis Ianue et castri Bonifacii et hominum dicti loci et disti ictus habere et tenere optimam et firmam pacem et concordiam vobis et sucesso-ribus vestris et comuni civitatis Ianue et predicto castro Bonifacii ab hodieina die usque in perpetuum per nos et heredes nostros et homines nostii disti ictus, promitimus eciam et convenimus vobis dicto nomine omnes Ianuenses et districtus et homines Bonifacii et districtus et eos qui cum eis eiunt salvare custodire et manutenere in terra nostri districtus bona fide et sine fraude nostro posse in mari et terra cum rebus et mercimoniis eorum eundo et stando et redeundo sanos et naufragos contra omnes personas comuni et diviso que vobis seu predictis offendere vellent. Item promitimus et convenimus vobis dicto nomine facere pacem et vivam guerrfpa quibuscumque fuerint ad voluntatem comunis Ianue et castellanorum Bonifacii qui pio tempore fuerint. Item promitimus et convenimus vobis dicto nomine quod si contigerit aliquo tempore quod homines Ianue vel Bonifacii venire vellent in Corsica contra aliquem de Corsica dabimus vobis seu successoribus vestris hostasium unum seu duos de melioribus si volueritis et qui vobis placuerint tamen teneamini nobis denunciare antea per octo dies quando ipsos velletis. Item promitimus et convenimus vobis dicto nomine quod de rebus et animalibus omnibus qui et que homines Bonifacii nobis seu hominibus districtus et abitatoribus nostris et districtus abstulerunt seu per ipsos ablate fuerunt ab hinc retro nullam de cetero faciemus requisitionem seu actionem movebimus per nos vel heredes nostros seu homines de nostro districtu et homines eorum. Silicet de ipsis rebus et animalibus et finem et refutacionem - 257 - et omnimodam remissionem et pactum de non petendo vobis recipientibus nomine predicto et illorum qui res seu animalia habuerunt facimus et remittimus. Item promitimus et convenimus vobis dicto nomine venire in Bonifacio quandocumque preceperitis seu sucessores cum litteris vestris et suces-soium vestrorum qui prò tempore fuerint ad vestra et eorum mandata facienda et ad juiandum sacramentum burgensie Bonifacii. Promitimus eciam et convenimus vobis et dicto nomine salvare custodire et manutenere omnia iura et raciones comunis Ianue et castri Bonifacii que pro tempore fuerint et venire quociens poterimus et faciemus. Item promitimus vobis dicto nomine nullum devetum facere hominibus Bonifacii seu Ianue et districtus in terra nostra et de districtu de aliqua re. Predicta omnia actendere et observare promitimus et observare facere nec contra in aliquo venire. Alioquin si in aliquo contrafecerimus seu fuerit contrafactum vel non observatum Marchas ducentas boni argenti in quolibet casu et promissione promissa et stipulata vobis nomine dicti comunis Ianue et castri Bonifacii ratis semper manentibus supradictis dare promitimus et proinde et ad sic observandum universa bona nostra et hominum terre et districtus nostri habita et habenda vobis dicto nomine pignore obligamus. Iuramus de his tactis sacrosanctis Dei evangeliis omnia attendere et compiere et observare et in aliquo non contra venire. Versavice nos Ottobonus de Cruce lohanes Guaracus et Yillanus Cibo castellani castri Bonifacii de mandato dominorum Macii de Maciis et Oberti de Yedereto nuuciorum comunis Ianue et domini capitanei Ianue super hoc transmissorum ut inferius plenius continetur et de consilio infra scriptorum burgensium Bonifacii super hoc ellectorum et de eorum voluntate Saoninus qui de dictis consiliariis fuit et inferius scriptus est dixit quod in infrascripta et predicta ad mandamentum domini capitanei Ianue flere deberent, promitimus et convenimus nomine et vice comunis Ianue et hominum castri Bonifacii et districtus vobis Brancatio de Cortano, Guiducio filio quondam Oberti de Cor-tano et Landulfo de Astanova nomine vestro et hominum vestrorum de terra et districtu vestro et heredum vestrorum et dictorum hominum habere et tenere optimam et firmam pacem ab hodierna die usque in perpetuum per nos et successores nostros qui pro tempore fuerint. Promitimus eciam et convenimus vobis dicto nomine vos et bona vestra et heredum vestrorum et hominum terre vestre et districtus et eorum bona salvare custodire et manutenere bona fide et sine fraude et nostro posse et castro Bonifacii et districtu sanos et naufragos eundo stando et redeundo in mari et terra cum rebus et mercimoniis vestris et ipsorum contra omnes personas comune et divisso que vobis seu predictis oftendere vellent excepto contra amicos comunis la-nue et vos tenere et habere et heredes vestri et homines de districtu vestro et predictorum pro burgensibus castri Bonifacii et tanquam burgenses libe- 17 — 258 - ros et absolutos ab omni dacito et erbatico sicut burgenses Bonifacii sunt. Item promitimus et convenimus vobis dicto nomine seu dictis nominibus quod de rebus et animalibus omnibus que vos et homines vestri et de terra vestra et coadiutores vestri abstulistis seu ablate fuerunt ab hinc retro hominibus Bonifacii et districtus nullam de cetero requisicionem aliquam faciemus seu facta fuerit seu actio mota erit per nos vel sucessores nostros seu per homines Bonifacii et districtus eius silicet de ipsis rebus omnibus et animalibus finem et refutacionem et omnimodam remissionem et pactum de non petendo vobis recipientibus nomine vestro et illorum qui res seu animalia habuerunt et qui vobiscum fuerunt facimus et remitimus. Item promitimus vobis dicto nomine nullum devetum facere vobis seu hominibus vestris de aliqua re excepto de victualibus de quibus eciam volumus quod habeatis secundum qualitatem et quantitatem castri Bonifacii quantum pro vobis et familia vestra. Predicta omnia vobis attendere et observare promitimus et observari facere et non in aliquo contravenire. Alioquin si in aliquo contra fecerimus seu fuerit contrafactum vel non observatum Marchas ducentas boni argenti in quolibet casu et promissione promissa et stipulata vobis dicto nomine dare promittimus. Ratis semper manentibus supradictis et proinde omnia bona dicti castri habita et habenda et hominum Bonifacii vobis pignore obligamus. Actum Bonifacio in ecclesia sancte Marie. Testes Castellanus executor, Nicolaus de Sancto Donato seu de Bargono, Iohannes de Curia, Arençanus de Arençano, Faciolus de Diano, Gui-ducius Longus et Rogerius piscator. MCCLX°die prima novembris post nonam, Indictione IIP Et duo instrumenta unius tenoris fieri rogaverunt. Nomina vero consiliariorum sunt hec Marinus Marchisii, Willelmus de Alexandria, Benvenutus Tealdi, Iohannes Faber, Raymundus Pelucus, Nicolaus Becusru-beus et Saoninus. C. 57. XXXIII. — In Bonifacio sub logia ubi regitur curia domini Nicolaus Merlonus de Castro et Wilielmus Boiachensis castellani Bonifacii condannano Nicola Beccorosso procuratore dei beni del fratello Pietro a pagare a Giovanni Pantaracio procuratore di Iacobina sorella dei predetti 1. 25 che Pietro le lasciò in eredità nel testamento. Sorta contestazione sulla somma, Maestro lanuino e Marino Marchisio nominati arbitri tra Nicola da una parte e Giovanni dall’altra, per conto di Mainerò marito di Iacobina, hanno fissato quella somma. Testi Guglielmo di Cigalino, Guglielmo Stancone, Ugo de Lombardo; 1261, 20 settembre, fra terza e nona, indi/;. III. - 259 — C. 57 v° XXXIV. i castellani Nicola Merione e Guglielmo Boiachense condannano Bartolomeo Montagna curatore dei beni degli eredi di Pagano maesfcio d ascia di Sigestro a pagare alla vedova di lui Iacoba, 1. 40 di dote che egli aveva avuto « et fecerat eidem donacionem propter nuptias sive nomine antefacti tantum in bonis suis habitis et habendis que bene valerent lib. XXXX Ian. ad habendum et tenendum et quidquid vellet faciendum secundum morem et consuetudinem Civitatis Ianue et ipsas restituere piomixit adveniente condicione restituende dotis ». Morto lui, è venuto il tempo della restituzione e i castellani sentenziano in conformità. Nella casa degli eredi di Gregorio.de Bargono dove abitano i detti castellani; 1261, 30 settembre, fra nona e vespro, indiz. XIV. — lesti Guglielmo di Cigalino, Oberto Sartorio « porterio castri Bonifacii » e Ricomano de Sigestro tabernario. XXXY. — Nicola Merlone, Guglielmo Boiachense [et Willielmus Manens, cancellato] castellani di Bonifacio sentenziano che Giovanna vedova di Arnaldo Calegario possieda senza contrasto degli eredi « ortum unum cum domo super ipso posita » per 1. 80 che le restano ad avere per suo patrimonio e che gli eredi non le vollero dare. I castellani fecero mettere all asta orto e casa che furono aggiudicati a lei per quella somma, come maggiore offerente. Testi Iacopo Nintaro, Bartolomeo Montagna, Vassallo esecutore; 1261, 20 settembre, avanti terza, indiz. III. C. 58. XXXVI. - « In Bonifacio sub logia ubi curia regitur domini Nicolaus Merlonus de castro et Willielmus Boiachensis castellani Bonifacii regentes castellaniam prò se et quondam Nicolao Silvagno mortuo in Bonifacio » assolvono Giovanna vedova di Arnaldo Calegario da ogni obbligo sui beni del marito, e questo perchè Iacopo Porcello e Nicola Calegario de Porta, lasciati da Arnaldo come curatori dei beni del tiglio, hanno dichiarato davanti ai castellani di aver avuto da lei intero pagamento di quanto doveva sull’eredità del marito. Testi Maestro Ianuino fisico, notaio Benvenuto di Tealdo e Bartolomeo Montagna; 1261, 13 agosto, fra terza e nona indiz. III. — '260 - XXXVII. — Nella chiesa di S. Maria i castellani Nicola Merlone e Guglielmo Boiachense esercitanti l'ufficio anche per il loro compagno Nicola Silvagno morto in Bonifacio, assolvono Verde vedova di Guglielmo di Ranflcoto dalla tutela dei figli Leonardino e Benvenuta in modo che non possa essere molestata dai figli. I castellani chiamano Bartolomeo di Alessandria avo di detti minori egli chiedono se voglia essere tutore ed egli « dixit sic ». Testi Giovanni Guarato, Giovanni Fabro, Saonino di Bonifacio; 1261, 5 settembre, fra prima e terza, india. III. C. 58 v° XXXVIII. — I castellani Nicola Merlone e Guglielmo Boiachense anche per Nicola. Silvagno defunto condannano Bartolomeo di Alessandria curatore dei figli minori di Guglielmo di Ranflcoto a pagare a maestro Lorenzo fisico, procuratore di Verde vedova di Guglielmo, 1. 70 « nomine dotis quas dicta Viridis habere et recuperare debet in Bonifacio dicti quondam Guillelmi et alias libras septuaginta nomine antefacti quas eodem modo recuperare debet » poiché Guglielmo dichiarò di aver avuto da Bartolomeo di Alessandria padre di detta Verde e per lei, 1. 70 e le fece donazione per nozze o antifatto di altre 1. 70 secondo uso e consuetudine della città di Genova come da istrumento per mano di Tealdo del 24 luglio 1243, indiz. XV: somme che poi Guglielmo non restituì. Testi Maestro Ianuino fisico, Guglielmo di Cigalino e Castellino esecutore; 1261, 6 settembre, tra nona e vespro, indiz. III. a 59. XXXIX. — In Bonifacio sub logia qua curia regitur domini Nicolaus Merlonus de Castro, Wilhelmus Manens loco quondam Nicolai Silvagni et Willelmus Boiachensis castellani castri Bonifacii laudaverunt statuerunt et pronunciaverunt quod Viridis uxor quandam Wilielmi de Ranflcoto habeat teneat et de cetero quiete possideat sine contradictione heredum quondam dicti Wilielmi seu Bartolomei de Alexandria curatoris dictorum heredum ac omnium personarum pro ipsis heredibus domum unam que fuit quondam dicti Wilielmi pro libris viginti Ianue que restant eidem pro suo patrimonio et pro lib. XXXV Ian. in solucione antefacti seu de antefacto. Item in alia domo contigua cum predicta pro lib. XXXV Ian. que restant eidem de antefacto suo prout plenius continetur in scriptura publicorum exti-matorum Bonifacii cuius tenor talis est. MCCLXI die XXII octobris Nos Magister Ianuinus et Rolandus Symia extimatores Bonifacii extimavimus de mandato castellanorum Bonifacii Viridi uxori quondam Wilielmi de Ranflcoto in domo una quondam dicti Wilielmi pro libris XX que restant sibi — 26Ì — de suo pati imonio eb pro libris LXX antefacti, cui domui coheret ab una parte domus Raymundi Peluchi ab alia domus heredum dicti Willelmi, retro domus quondam Montanarii de Oliva, ante via publica, quam domum exti-mavimus in lib. LY in qua damus eidem lib. XX que restant ex patrimonio et lib. XXXV pro antefacto. Item extimavimus eidem in alia domo que est iuxta predictam cui coheret duabus partibus via publica quam extimavimus in lib. LXX Ian. in qua domo damus eidem lib. XXXV prò residuo antefacti sui. Et sunt iste due domus tabula una et quarta et tercia decima tabule. Quod aucem ideo factum est quod cum dicta Viridis seu magister Laurencius procurator suus consecutus esset laudem in Bonifacio dicti qd. Willelmi de lib. LXX patrimonii et de lib. LXX antefacti scriptam hoc anno manu Açonis de Clavica notarii die VI septembris et peteret dictam laudem exeeutioni mandari quantum pro lib. XX que restabant eidem ad habendum de patrimonio suo et pro lib. LXX antefacti. Castellani predicti viso capitulo laudibus exeeutioni mandandis, vocato Bartolomeo de Alexandria curatore dictorum heredum si contradicere volebat dicte exeeutioni qui curator contradicere noluit dederunt in preceptis dictis extimatoribus ut exti-marent in Bonifacio dicti qd. Willelmi seu heredum ipsius dictas quantitates. Qui extimatores extimarunt ut supra legitur. Quare castellani visa scriptura dicti extimi et capitulo de extimis firmis habendis ipsam extimacionem firmarunt statuerunt et laudaverunt et pronunciaverunt ut supra. Presentibus testibus Saonino de Bonifacio, Nicolao Becorubeo et Castellino exeeutori. MCCLXI die XXIII octobris, indit. IIII inter terciam et nonam. c. r><> v° XL. — I castellani Nicola Merione, Guglielmo Manente, Guglielmo Boiachen.se condannano maestro Lorenzo fisico curatore dei beni degli eredi di Pietro de Curia a pagare alla vedova di lui 1. 60 di patrimonio e 1. 40 di antefatto che egli con atto di Rubaldo di Predono del 25 aprile 1249 indiz. VI, aveva promesso di restituire e non restituì prima della morte. Testi Santoline di Merena, Amico Clarella, Oberto Cancellario, 1261, indiz. IV, 24 ottobre, fra prima e terza. XLI. — Gli stessi esimono Maria vedova di Pietro de Curia dalla tutela e da ogni obbligo verso gli eredi perchè Lorenzo cognato di detti eredi e loro curatore ha dichiarato d’aver avuto da lei e per loro conto tutto quanto essa doveva. Testi Giovanni Pantaracio, Benvenuto di Tealdo, Oglerio di Savignone; 1261, 14 ottobre, fra prima e terza, ind. IV. — 262 — C. 60. XLII. — I tre castellani condannano Bartolomeo Montagna curatore dei beni del qd. Tomaso Rozani di Savona a risarcire Enrico Spinola. Questi chiede sette oncie d'oro e grani due « ad pondus regni Sicilie vel prò esti-macione ipsarum lib. XXI et den. duos » somma da lui spesa per Tomaso « in tarida et expensis dicte taride que dicitur Sanctus Nicolaus in qua dictus Thomas habebat medietatem. Inde expense facte fuerunt de auro dicti Enrici per Jacobum de Bonaventuta de Saona scribam dicte taride sicut patet per cartularium dicte taride et de quibus etiam proprie dictus Enricus prestavit dicto Thome. Item petit eidem medietatem expensarum quas fecit dictus Enricus in dicta tarida in Bonifacio in vita dicti Thome silicet in nolis sartia cibo et potu et aliis necessariis in dicta tarida silicet pro parte dicti Thome lib. vigiliti sol. XYII et den. XI; sicut dictum est in cartulario dicte taride ». E non fu pagato. Testi Maestro Lorenzo fisico, Ugo Clerico cintraco, Maestro Ianuino fisico; 1262, 11 febbraio, indiz. IY, fra terza e nona. C. 61. XLIII. — I castellani stabiliscono che Leonardo de Campo possieda senza contrasto di Ugo Clerico, di sua moglie Carese e dei loro figli, metà di una casa stimata dagli estimatori (dei quali si riferisce l'atto) in lire 14 e sol. IO « que domus est tres partes unius tabule minus unam sexagesimam secundum quod totum extimavimus in lib. XXXXIII1 et eidem Leonardo extimavimus in dicta domo de duabus tertia secundum formam capituli lib. XXI sol. XIV. Item pro spensario extimavimus sol. V unde pro predictis lib. XXII damus eidem Leonardo medietatem dicte domus et possessionem ». E questo per un credito inesatto. Testi Ugo Alfardo, Simone Fabro, Nicolò de Bargono; 1261, 21 novembre, avanti terza, indiz. IV. C. 61 v° XLIV. — I castellani Nicolò Merlone de Castro e Guglielmo Boiachense anche in nome di Nicola Silvagni defunto, sentenziano che Giovanna vedova di Arnaldo Calegario abbia sui beni dai figli, dei loro tutori Nicolò de Porta e Jacopo de Porcello, 1. 53 per antefatto, in terre così stimate dagli estimatori, Maestro Ianuino e Rolando Simia cioè « pecias duas terre que sunt in loco ubi dicitar Saragonense que sunt seminative de minis quatuor pro lib. - 26È — quatuoi Ian. et peciam unam terre in loco ubi dicitur Parniga que est seminativa di mine 3'/2 per lire 3. e una seminativa di mine 7 per 1. 6. Testi Nicolò Beccorosso, Jacopo de Livellato, Belmustino de Domicella; 1261, 10 ottobre, avanti terza. c. 02. XLV. — Nicola Merlone e Guglielmo Boiachense anche per Nicola Silvagni defunto condannano Bartolomeo Montagna curatore dei beni del fu prete Jacopo di Olmeto a pagare a Rubaldo Scornamontone figlio ed erede di Guglielmo Scornamontone 1. 13. prezzo di una casa che Guglielmo vendette al detto prete Jacopo de Olmeto per quella somma. Testi Maestro Januino fìsico, Benvenuto di Tealdo, Giovanni Fabro, 1261, 26 ottobre, fra nona e vespro, indiz. IV. XI/VI. — I castellani c. s. sentenziano che Rubaldo Scornamontone abbia e possieda 22 delle 28 parti di una tabula posta in una casa di Bonifacio come appare dalla stima fatta dagli estimatori pubblici per 1. 14 e sol. 10. Del valore di 1. 21 e sol. 15 della casa gli dànno quella somma, più soldi 7 per le spese, « que domus est tota partes viginti duo ex viginti octo partibus .unius tabule » ed è posta presso la chiesa di S. Jacopo e presso le case di Rubaldo e di Cigolino de Capite. Testi Maestro Lorenzo, Jacopo curatore e Vassallo esecutore; 1261, 27 ottobre, avanti terza, indiz. IV. C. 02 vn XLVII. — I castellani c. s. condannano Obertino Quasqualone di Corneto e gli eredi di Enrico di Cinerea e gli uomini della sua terra a pagare a Rizzardo Guercio cittadino genovese lire 8 nomine sortis che egli ebbe e non pagò. Testi Bartolomeo Montagna, Ugo di Chiavari, Maestro Lorenzo fisico; 1261, 1 luglio, dopo vespro, indiz. III. C. 03. XLVIII. — Inventario di Bartolomeo di Alessandria tutore di Leonardino figlio di Guglielmo di Ranfìcoto alla presenza di persone pubbliche cioè Maestro Januino notaio e Benvenuto di Tealdo notaio. (L’atto è appena intestato; dopo uno spazio bianco per stendere l’inventario, la chiusa). Testi Ansaldo di Signarico, Milano de Rebio, Amico Clarella, Giovanni Fornari, Giovanni de Colla, Giovanni Fabro; 1261, 6 settembre, fra prima e terza, ind. III. — 264 - C. 03 v° XLIX. — Come sopra, di Maestro Lorenzo fisico tutore dei figli ed eredi di Pietro de Curia. Testi Giovanni Fabro, Amico Clarella, Pietro de Bobio, Giovanni de Curia, Reinaldo de Linguelia; 1261, 19 ottobre, avanti terza, indiz. IV. a «4. L. — Come sopra, di Santolino de Merene tutore dei figli del fu Lamberto de Merene suo fratello. Testi Bartolomeo Montagna, Saonino di Bonifacio, Raimondo Peluco, Amico Clarella, Giovanni Fabro, 1261, 26 ottobre, dopo nona, indiz. III. (Anche qui, come nei precedenti, c’è soltanto l’intestazione e la chiusa; in mezzo, ampio spazio bianco). ATTI NOTAIO EMANUELE NICOLA DE PORTA 15 APRILE 1286 - 16 DICEMBRE 1291 nel registro « diversorum notariorum a. 1271-1291 », carte 77-148 a 77. I. — Aycolus de Vultabio nomina procuratore il fratello Surasso de Vultabio a vendere le sue terre « in Palodi in loco ubi dicitur Tramontana » e a trattare i suoi affari. Actum in Bonifacio sub lobia Comunis anno dominice nativitatis MOTLXXXVI» ind. XIII die XV aprilis circa vesperas. Testes Guilielmus Mastracus de Vultabio et Pagus Dessus de Vultabio. II. Zanca nomina procuratori Giovanni Bonomo notaio e Pago di San Matteo calegario a riscuotere soldi 19 genovesi da Franceschino Brasono. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 15 Aprile 1286, circa vespro. Testi Enrico Bavecchia di S. Ambrogio e Guglielmo de Montaldo. III. — Belino di Valenza, Sebastiano di Valenza, Bernardino di Novara e Rufino di Novara nominano Ginolo Vacca procuratore « ad petendum exigendum et recipiendum pro nobis et nostris nominibus pagam et solidos pio nobis a Comuni Ianue si dominis Capitaneis placuerit nobis ipsam mitere ». C. s., 16 aprile, circa terza. Testi Belcandino di Diano e Bertolino di Novara. <7. 7; v" IV. — Opicino di Piacenza, Pietro Madio, Belcando di Diano, Rufino de Rocha, Tacopo de Garterio e Marchesino de Montaldo nominano lo stesso Ginolo a riscuotere dai Capitani « pagani et soldos nostros ». C. s.; testi Bertolino di Novara e Belino di Valenza. V. — Magister Laurencius e Iacoba sua moglie vendono a Nicola Bechorubeo al prezzo di lire 40 una casa in Bonifacio « in cavo cum medietate terre vacue » che essi possiedono indivisa con gli eredi di Pietro de Cuna e posta tra l’orto di Branca Polichi, la casa in parte degli eredi di Comita Spene — 268 — e in parte degli eredi di Pietro de Cuna e dall’altro lato verso la strada. La donna agisce « voluntate viri mei et consilio testium infrasciiptoium quos in liac causa meos propinquos et consiliarios eligo et appello ». Bonifacio, sub porticu domus Otoboni deSaona, anno 1286, 17 apiilis, circa vesperas. Testes Iohanes de Strupa calegarius e lohanes Ratus. C. 78. VI. — Raimondino salinerio e Simone salinerio vendono a Buon-signore Cafaraino acquirente a nome di Benedetto Zanca e Manuele mine tremila di sale a misura di Genova a soldi uno per mina da consegnate « in Rivam Speroni seu apud Rivam Sancte Amancie ad marinam a kalendis Iullij usque kalendas augusti proxime venturas. Actum in Bonifacio sub lobia Comunis ubi regitur comune », 1286, 1 maggio, circa terza. Testi Michele Aurie e Rollando de Biasia. C. 78 v° VII. — Bonsignore Cafaraino promette a Raimondino e Simone piedetti le 100 lire che restano a pagarsi del sale acquistato come da strumento del notaio infrascritto. Ne darà 25 al 1° luglio e il resto appena gli sai à consegnato tutto il sale. Luogo, data e testi c. s. Vili. — Origuina vedova di Giovanni di Tranno, tutrice del figlio Burga-rino, nomina anche per detto minore Barosio Fabro procuratore a riscuotere e ricuperare quanto possa derivarle dall’eredità del marito. Col consiglio di Guglielmo Capello e Daniele suoi consiglieri e « in presencia domini Rollandi de Biasia iudicis et assessoris domini Benedicti Spinule potestatis Bonifacii ». Bonifacio, 10 aprile, circa terza; nel portico della casa degli eredi di detto Giovanni. Testi i predetti consiglieri e Milano di Asti. IX. — Giovannino figlio del qd. Maestro Ianuino riceve da Antonio de Quarto in accomendazione lire 6 genovesi « cum quibus negociare debeo usque castrum Ianue et inde quo mihi melius videbitur usque Ianuam et de Ianua redire usque Bonifacium vel Sardineam secundum quod deus mihi melius administraverit habens potestatem mitendi ante me quam partem voluero ». Avrà il quarto del guadagno. Bonifacio, c. s., 20 maggio, circa nona. Testi Rolando de Biasia notaio e Giovanni de Sigestro. - 269 C. 79. X. — In nomine domini Amen. Veniens dona Anna Corsa ante presenciam domini Rollandi de Biasia iudicis et assessoris domini Benedicti Spinale potestatis Ianue in Bonifacio proposuit cum ipsa haberet filium nuper ex Nicolao Fabro de Bonifacio et peteret quod sibi daretur et faceret ipsum alere idem Nicolaus erat absens et sic Alamana mater dicti Nicolai volens se opponere pro dicto filio dixit quod si dicta dona Anna vellet iurare ipsum parvulum fore conceptum a dicto Nicolao quod erat parata facere ipsum alere. Ideo dicta dona Anna in presencia domini Iudicis iuravit ad sancta dei evangelia dictum parvulum esse conceptum ex dicto Nicolao. Et deinde predictus Iudex precepit eidem Alamane quod ipsum parvulum acciperet tanquam nepotem et ipsum faceret alere sub pena lib. viginti quinque. Actum in Bonifacio, anno dominice nativitatis M°CC°LXXXVI ind. XIII die ultimo aprilis circa nonam. Testes Ambroxinus de Nupciis deCremona, Daniel de Novis et Iohanes de Monleone. XI. — Daniele di Colocucho e Maria sua figlia dichiarano a Nicola Candalingi d'aver avuto a mutuo da lui gratis et amore lire 14 gen. Renderanno 1. 8 entro il 1° luglio prossimo e il resto entro il 1° di agosto dell’anno venturo. Maria, superiore ai quindici anni, agisce col consiglio dei testi Giovanni Lombardo e Nicola Lolo. C. s., 10 giugno. C. 79 v° XII. — Iacopo di Livellato, presentatosi dinanzi a Rolando de Biasia giudice e assessore di Benedetto Spinola podestà di Bonifacio, dichiara di voler emancipare i figli Manuele e Francesco dalla sua patria podestà. Manuele, interrogato, acconsente; Iacopo li emancipa in modo che possano comperare vendere fare istrumenti. C. s., 12 giugno; Nicola Lolo, Vivaldo di Camogli e Ugeto di Pavia testi. XIII. — Marino de Quarto riceve da Francesco Porcello una « balla tellarum de rista que est 115 » apprezzata lire gen. 19, da portare « in Sardiniam et inde Ianuam aliquo itinere non mutato ad risicum et fortunam maris » Avrà quarta parte del guadagno. C. s., 17 giugno. Manuel de Livellato e Nicola Beccorosso testi. - 270 — XIV. — Giovanni de Ravegio riceve da Bertolino Castrono rappresentante di Oberto de Castello partecipe della nave S. Nicolai. 10, s. 6 eden. 2 che gli erano dovati secondo atto di Giovanni de Castro del 1286, 15 luglio, e si dichiara soddisfatto. C. s., 18 luglio; Bonifacio de Rizo, Ambrogino de Nupciis testi. XV. — Benvenuto di S. Ambrogio procuratore di Amundo de Quinto dichiara a Gianneta Ganzone moglie di Pietro Sciavi di ricevere per conto di detto marito 1. 5 e s. 10 che gli restavano ad avere da credito precedente. C. s., 18 luglio; Guglielmo de Fornari e Oberto de Bargono testi. C. 80. XVI. — Cristiano figlio del fu Ricolmino de Sigestro dichiara a Fardina f. qd. Andrea Calegario sua promessa sposa e futura moglie d’aver avuto per sua dote e patrinomio 1. 70; le fa donazione propter nuptias seu nomine antefacti in 1. 70 dei propri beni in ciò che vorrà, secondo costume e consuetudine di Genova « Quas vero dotes et antefactum tibi reddere et restituere promitto adveniente contradictione dictarum docium et antefacti ». Bonifacio in casa di Ioanino maestro d’ascia, 1286, 14 giugno, circa nona. Testes Iohanes de Asentatis de Sigestro frater Blandius et Nicolaus Corvus. XVII. — Iohanninus magister axie figlio di maestro Enrico e sua moglie Margherita dichiarano a Cristiano f. di Ricomano da Sigestro di dovergli 1. 25, residuo delle doti e patrimonio della sua futura moglie Iardina. C. s., Cassata per volontà di Cristiano, il 4 agosto; testi Mauro Calzane e Manano fabro. XVIII. — Nicolino Zanca fratello di Benedetto e Manuele dichiara a Benedetto Spinola d’averne avuto a mutuo gratis 1. 50 che renderà entro otto giorni « postquam Ianuam aplicueris ». Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 1286, 24 luglio circa 8°. Giovanni de Rovegno e Iacopo Spinola vicario di Bonifacio. C. 80 v° XIX. — Nicola di Gaeta noleggia a Enrico de Nigro la barca S. Nicola che è nel porto di Bonifacio per andare ad Algeri e poi tornare a Bonifacio a caricare. [Resta interrotto e riprende con l’indicazione] Actum Bonifacii sub portichu domus filiorum Luche Bechirubei; 1286, 14 indiz., 2 agosto. Testi Catelano Aceto notaio e Patrino de Benadiis. - 271 XX. Cristiano f. di Ricomano da Sigestro riceve da Ioannino e Magherita le 25 lire di cui al n. XVII. In casa dei detti coniugi, 4 agosto 1286; testi Marino calegario e Manano fabro. a si. XXI. — Pasquale speziano, erede della moglie Giovanna a sua volta eiede del padre Nicola de Porta, volendo render a Bartolomeo Montagna la promessa fatta di restituirgli una casa venduta da esso Bartolomeo a Nicola con atto di Nicola Beccorosso dell’8 agosto 1281, con la condizione che gli sarebbe stata restituita verso il pagamento di lire 50 entro Pasqua, vende e consegna la casa stessa a Bartolomeo per la somma di lire 50 che dichiara di ricevere. Bonifacio, nella predetta casa di Bartolomeo, 1286, 8 aprile circa nona. Testi Nicola Candelupi e Nicola Beccorosso notaio. XXIr. — Bartolomeo Montagna e Ioannina sua moglie vendono a Nicola Candelupi due case contigue in Bonifacio, confinanti con la via pubblica, col muro del castello, e con le case di Iacopo Fornari e degli eredi di Giovanni Ravicia, per lire 85. Sotto il portico della casa di detto Bartolomeo, Ü aprile. Testi Pasquale speziano, Simone de Campo, Nicola Beccorosso. C. SI v° XXIII. — Nicola Candelupi e Iacobina sua moglie ricevono a mutuo da Pasqualino speziano lire 50 che pagheranno entro il lu del prossimo mese e anche prima se Nicola approderà prima da Genova. 0. s., testi Simone de Campo e Nicola Beccorosso. (Un successivo atto contenente un’obbligazione di Nicola e Iacobina a Bartolomeo Montagna resta interrotto dopo le prime parole). XXIV. — Gabriele Stancone nomina il fratello Iacopo suo procuratore generale. Sotto la loggia del Comune, 1286, 10 aprile, circa terza. Iacopo Spinola vicario di Bonifacio e Carancio Aceto notaio. XXV. — Benedetto Spinola dichiara a Giovanni di Rovegno di ricevere l’intero pagamento delle 50 lire che dominus Nicolaus gli doveva secondo l’atto del 24 luglio. Manca indicazione di luogo e di giorno. Testi Iacopo Spinola e Giovanni de Sentato de Sigestro. — 272 — C. 82. XXVI. — Procura di Iacopo Stancone al fratello Gabriele a ricevere « omne id quidquid habere et recipere debeo et debebo a quacumque persona corporatione collegio seu universitate cum carta vel sine calta ». 0. s., v. n. XXIV. XXVIT. — Biasio Lercaro nomina Andrea Lercaro procuratore a riscuotere da Gando de Tricoma una volta suo servo soldi 30 che aveva avuto «et pro quibus debebat mecum stare et me seiviie ad ìationem lib. 3 et sol. 10 in anno et non servivit nisi dies trigintatres ». Sotto la loggia del Comune, 1286, 13 aprile. Barasio Fabro e Obertino de Porta de barii testi. C. 82 v° XXVIII. — Bonifacio de Platealonga nomina Alamanno de Valletis notaio, assente, suo procuratore a riscuotere da Segnoiino Donzelli capitale e profitto di un’accomendazione di 1. 33 sol. 13 den. 7. che ebbe da con atto di Leonardo Negrini de Castro del 1285, 4 maizo, e a stipu aie atto di transazione e di pace in proposito. Sotto la loggia del Comune, 14 aprile 1286, a vespro. Leonino a o di Castro e Gabriele Stancone testimoni. XIX. — Iacopo Spinola vicario di Bonifacio nomina Girollo Vacca suo procuratore a ricevere da Nicola di Gaeta lire 13. (interrotto) In casa del detto Iacopo, 15 aprile 1286; testi Galiano de [spazio bianco] e Guglielmo de Umiano. C. 83. XXX. — Iardina figlia del fu Andrea calegario, in presenza e col consenso del marito Cristiano de Sigestro dichiara a Giovannino maestio d’ascia d’aver ricevuto il pagamento di tutto quanto dei beni dei suoi ge nitori era venuto in possesso di lui. Nella casa di Gioannino, 4 agosto 1286, circa terza. Manino calegario e Maliano fabro, testi. XXXII. — Di tutte le controversie fra Leonardo Sata e Manno de Zilio procuratore di Girolamo di Pontremoli a cagione del noleggio di una nave sulla quale Girolamo aveva promesso portare detto Leonardo e per causa di accomendazioni, le due parti eleggono arbitri Petrino di Gaeta e Giegono Brancosola di Gaeta, che poi emettono la sentenza. C. s., 9 agosto. Gabriele Usodimare e Moreno di Albenga, testi. - 273 — C. SS v° XXXIII. Nicola de Castello qd. Pietro tagliatore e procuratore di Lanfranco Nigro qd. Falconis, riceve da Pietro Fabro lire 5 che gli restano da avere da Lanfranco di un credito di cui inatti di Pietro Fabro notaio del ‘27 settembre 1286. Bonifacio, (senza indicazione di luogo) 9 ottobre 1286, ind. 14, circa nona. Lanfranco Contardo e Vivaldo de Camulio. C. 84. XXXIV. — Ogerino de Nevi de Egidio vende a Guglielmo de Fornari metà di una sua nave chiamata Sparviere che si trova nel porto di Bonifacio, con ogni sartia e apparato, per lire 35. Si stabilisce che con questo legno Ogerino possa andare usque Alexandriam tantum. Bonifacio, sotto il portico della casa dei Agli di Nicola Beccorosso, 15 ottobre 1286, presso terza: Gregorio di Pavia « habitator Alogerii », Cavalino Capello notaio e Nigrone di Levanto. XXXV. Guglielmo de Fornari si dichiara debitore di Ogerino predetto per lire 35 che pagherà entro 8 giorni. C. s. C. 84 v° XXXVI. — Caliseto Peluco e Bonaventura sua madre ricevono da Bavasco fabro tanto « de Luis rebus » per cui gli daranno 1. 26 entro il 1° maggio p. v. Bonaventura agisce col consenso dei testimoni. Nella casa degli eredi del qd. Marchesano; 1286, 2 novembre, circa completorio. Testi Siinone de Morasco e Pasquale Crispino. XXXVII. — Iacobina moglie di Enrico de Mari riceve da Faso de G ua lia no per conto e in nome di Daniele de Mari lire 25 da restituire entro 15 giorni. Nella casa degli eredi di Uberto fabro, 1286, 3 novembre; testi Ginara de Mari, Raffo de Gualterio e Michele di Spotorno. XXXVIII. — La stessa riceve da Ottobono de Nigro podestà di Bonifacio per conto di Daniele de Mari 1. 32 e s. 10 che darà a detto Daniele entro quattro giorni dal suo arrivo. C. ìs XXXIX. — Tobia de Albizola riceve da Raffaele Selvatico tanto per cui darà lire 7 entro tre mesi e anche prima « si antea paga venerit de comuni » (Atto incompiuto). XL. — Iacopo di Pontedecimo e Àgnesina sua moglie ricevono da Nicola Galero notaio tanto per cui daranno 1. 14 entro un anno. Nella casa di essi coniugi, 1286, 10 novembre, circa terza. Giovanni fabro e Melo suo figlio testi. XLI. — In nomine Domini amen. Nos Iacobus Paveta Spinula et Benedictus Spinula olim vicharius et potestas Bonifacii quisque nostrum in solidum confitemur tibi Raffo de Gualterio nos tibi dare et solvere debere pro naulo personarum nostrarum et servientum comunis quas portas Ianu-am in galea tua armata libras triginta quinque Ianue, renunciantes excepcio-ni non debite peccunie et omni alii iuri quas tibi vel tuo certo misso per nos vel nostros certos missos dare et solvere promittimus ad voluntatem tuam. Alioquin penam dupli dicte quantitatis cum restitucione expensarum tibi stipulanti promittimus ratis manentibus predictis et pro inde omnia bona nostra habita et habenda tibi pignori obligamus. Renunciantes iuri solidi et omni alii iuri. Actum Bonifacii sub logia comunis anno Dominice nativitatis MWLXXXVI indicione XIIII die Va novembris circa completorium. Testes Nicolaus magister medicus cirurgie et Attolinus de Nigro Petri. XLII. — In nomine Domini amen. Ego Ottolinus de Nigro confiteor tibi Raffo de Gualterio me tibi dare et solvere debere pro naulo Rainerii de Cinercha et servientum suorum quos portas in Calvi in tua gallea armata libras quadraginta Ianue renuncians excepcioni non debite peccunie et omni alii iuri, quas tibi vel tuo certo misso per me vel meum certum missum dare et solvere promitto ad voluntatem tuam. Alioquin penam dupli cum restitucione expensarum factarum pro dicto debito exigendo transacto termino tibi stipulanti promito rato manente pacto et pro inde omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Actum in Bonifacio sub logia comunis anno Dominice nativitatis M°CC°LXXXYI indicione XIIII0 die V" Novembris. Testes Benedictus Spinulla et magister Nicolaus medicus cirurgie circa completorium. - 275 - C. 85 v« a r JLnió ~~ Alamanno di Chiavari Aglio di Martino de franti riceve da Raffaele Selvatico tanto per cui darà 1. 7 entro tre mesi e anche prima « si antea paga veniet a comuni ». In Casa cle* ^ Lucheto Beccorosso, 12 novembre 1286; Giovanni Beccorosso e Falco Pariano di Yentimiglia, testi. XLIV- ~ Iac°P° sPinola vicario di Bonifacio dichiara a Raffaele Se vati co quod totam illam pecunie quantitatem quam solves seu mittes Oberano de Valencia (rimane interrotto). XLV. — Bressanino f. di Manesardo dichiara a Barasio fabro notaio già suo curatore d’essere pienamente soddisfatto delle 1.18 e s. 15... (interrotto,]. C. 86. XLVI. — Donnus Barisonus Murge nomine meo proprio et nomine Comite fìlii mei mera pura et irrevocabili donatione inter vivos vendo et dono tibi Iohanni deSigestro illas libras duodecim et omne id et totum quod mihi et dicto filio meo restat ad habendum de libris centun quas mihi et dicto Comite daie tenebatur Nicolaus faber ut continebatur in instrumento scripto manu Nicholai Bechirubei notarii anno MCCLXXXV die XXVIII novembris et alio scripto manu dicti notarii MCCLXXXV die XVI decembris, ad faciendum de cetero de ipsis quidquid volueris. In Bonifacio sub logia comunis anno MCCLXXXVI, die VIII decembris circa terciam. Testes Thomas de Bononia et lacobinus Parentus de Aquila. XLVII. - Giovanni de Sigestro promette a donno Barisone Murge «quod totum id quod habere et recipere potero a Nicholao fabro de eo quod tibi ìestat ad habendum ab eo occasione libr. centum quas a te habuit et a lilio tuo in accomendationem et a quacumque alia persona potero pro te et tuo nomine recipere tibi dabo et restituam in pecunia numerata ad voluntatem tuam. C. s. XLVIII. — Stabile di Domoculta, Iacopo Purpura e Simone Cauli ricevono a mutuo gratis da Ponceto Guaracho di Porta S. Andrea lire 3 da pagare entro un mese e anche prima «si antea Ianuam aplicueris ». Sotto la loggia del Comune, 12 dicembre 1286; Ottolino de Nigro e Carano Caveto notaio testi, — 276 — c. sa v° XLIX. — Nicola de Ligono napoletano riceve da Oberto Ismaele a mutuo gratis lire 5 e s. 1 da pagare entro 15 giorni e anche piima « si antea lanuam aplicueris ». Sotto la loggia del comune, 14 dicembre, Giovanni da Corvara serviens e Enrico Falabanda abitatore di Bonifacio. L. — Obertino Zucheta di porta S. Andrea riceve a mutuo gratis et amore da Pometo Guaracho soldi 27 da pagare entro un mese. In casa di Nicola Manuele Beccorosso, 18 dicembre. Testi Pietio de Cruce e Giovanni di porta S. Andrea figlio di Girardo piacentino. LI. — Manuel Petrella notaio riceve da Iacopo Ugone 1. 50 in accomendazione « cum quibus domino dante luerari et negociare debeo in Bonifacio et in Sardinea et ubicumque voluero ad risicum et fortunam maiis et gentium usque ad voluntatem tuam » Restituirà capitale e profitto tenendo per sè il quarto del guadagno. In casa di detto Iacopo, 14 dicembre, circa prima. Testi Mai ino Pantaracio e Iacopo Pantaracio. C. 87. LII. — Simone Buga di Arenzano, Vincenzo Naso di Sigestro, Stabile de Domoculta, Enrico Corso di Sagona ricevono da Oberto Ismaele e Andii- olo de Baino notaio, gratis et amore a mutuo soldi 8 e den. 10. « Piomiti-mus et convenimus vobis quod si de dieta pecunie quantitate non placuerit dominis Capitanei nobis facere gratiam» ciascuno restituirà la pai te che gli spetta. Bonifacio nella chiesa della Beata Vergine Maria, 18 dicembie 1286, circa nona. Testi Barasio fabro e Pasquale speziano. C. 87 v° LUI. — Bando Corrisio abitante di Amalfi e Mazzeo Glorioso pure di Amalfi ricevono a mutuo gratis et amore 1. 38 da Barasio fabbro; restituii anno entro due mesi e anche prima se arriveranno prima a Genova. In casa di Barosio speziarlo, 23 dicembre, circa terza. Giovannino Beecorosso e Brama Peluco, testi. LIV. — Barasio fabbro nomina procuratori Giovanni Daimata notaio e Alamanno de Varesio ciascuno in solido a riscuotere dai predetti di Amalfi le 38 lire dovutegli. C. s. - 277 - C. 88. LV. — Barasio fabbro cede a Oberto Ismaele e Andrea de Baino tutti i dii itti contro Bando Corrisio e Mazzeo Glorioso abitatoli di Amalfi, per 1. 38 che dichiara di ricevere. ^VI. — Andrea e Oberto accettano la cessione del credito. In casa di Barasio fabbro, 24 dicembre. Testi Rubaldo Capello, Compagnone barilario e Oberto Scoco. C. 88 v° LVII. — Grifo Soldanerio fiorentino e Martello [interrotto]. LVIII. — Andrea de Yso dichiara a maestro Opicino medico di ricevere a mutuo gratis soldi 42 [resta interrotto]. c. so. LIX. — Filippina f. di Simone de Campo dichiara al padre d’aver avuto quanto le spettava sui beni materni. Consiglieri i testi. In casa di Simone, 2 gennaio 1287 circa vespro. Marino Pantaracio e Leonardo de Campo testi. LX. — Carlino clerico di Pavia cede per lire 14 a Giovanni fabbro tutti i suoi diritti contro Taddeo de Cogollo e Marinetta sua moglie che gli dovevano 1. 14 come da strumento di Giovanni Beccorosso del 3 settembre 1286. Sotto la loggia del Comune, 4 dicembre 1286 circa terza. Liseto de Moro, Nicolò di Stefano de Moro, Rubaldo Capello testi. LXI. — Virginia moglie di Liseto de Moro cede allo stesso Giovanni i suoi crediti contro i predetti, per 1. 10. Nella casa di Virginia, 4 dicembre, circa terza; testi Domenico Falcone e Consorti no di Le vanto. C. i)1. LXII. — In nomine Domini amen. Ego Jacobina filia Vitalis de Ciiano Corsice promitto et convenio tibi Francisco Porcello me stare debere tecum et stare promitto in Janua prò tua famula et serviciali usque ad annos decem proxime venturos incipiendo termino a die qua Januam aplicuero et facere tibi omnia servicia tua in domo et extra tam in villa quam in civitate a te nec a servieijs tuis non recedam usque ad dictum terminum bona tua et res omnes / — 278 - domus tue salvabo et custodiam bona fide et sine fraude née in eis furtum vel diminucionem aliquam faciam nec committam te michi dante annuatim prò mercede mea soldos triginta Janue supradicta omnia tibi promitto attendere compiere et observare tactis sacrosancta Dei evangelia (sic), alioquin penam librarum decem Janue tibi dare et solvere promitto ratis semper nichi-lominus manentibus supradictis et prò inde omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Insuper ego Gabissa Ruvinaccia pro dicta Jacobineta solem-pnìter fideiubeo et intercedo versus dictum Franciscum promittens me facturam et acturam ita et taliter quod dieta Jacobineta tibi atendet omnia et singula supradicta sub dieta pena et obligacione omnium bonorum meorum. Versa vice ego dictus Franciscus Porcellus promitto et convenio tibi dicte Jacobine te tenere in Janua in domo mea pro mea famula et serviciale usque ad dictum terminum et custodire vel custodire facere sanam et infirmam et dare tibi prò remuneratone tua cibum et potum et soldos triginta annuatim usque dictum tempus. Alioquin penam librarum decem Janue nomine pene et interesse tibi stipulanti dare et solvere promitto ratis manentibus supradictis et pro inde omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Actum in Bonifacio ante domum qua habitat Gabissa Ruvinacia anno dominice nativitatis MWLXXXVII indicione XIIII die XV aprilis circa terciam. Testes Cavalinus Capellus, Issetus de Moro et Enrichus de Prementorio. LXIII. — Francesco Porcello procuratore di Benedetto e Manuele Zanca, come consta da procura in atti della curia di Bonifacio, dichiara a Enrico Bancherio di S. Ambrogio di ricevere 1. 5, sol. 7, den. 3 « quas tu tamquam procurator constitutus per Castelinum Aucundi de Quinto nomine dictorum dominorum Benedicti et Manuelis seu nomine Antonii et Benedicti Ususmaris habuisti et recepisti a Iohaneta uxore Petri Sciavi galioti fugitivi dictorum dominorum ». Si dichiara soddisfatto a nome di quelli. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 18 aprile 1287, circa vespro; Giovannello cintraco e Catalano Aceto. C. 91 v° LXIV. — Giovannetta moglie di Pietro Schiavo nomina frate Andrea da Levanto procuratore a esigere da Castellino Aucundi di Quinto procuratore di Antonio e Benedetto Usodimare o Benedetto e Manuele Zanca le 1. 5 che detto Castellino ebbe da Pietro suo marito e a pagarle ai predetti Usodimare o Zanca in conto delle 1. 10 e s. 10 che detto Pietro « restituere tenebatur pro eo quod non sequutus fuerat viagium pro quo a dictis dominis receperat dictam pecunie quantitatem ». C. s., 28 aprile, circa nona. Testi Catalano Aceto e Pasquale Speciario. - 279 — LXV. — Leonardo Ceba e Bulgaro Maiolo di Noli ricevono a mutuo gratis da Francesco Porcello lire 3 che restituiranno entro un mese. Nella casa degli eredi di Marchesano, 28 aprile 1287, circa nona. Germano Fiancigenus e Tomaso di Malagnano testi. LXVI. — Lo stesso dallo stesso gratis soldi 26, pagamento entro 1 mese. C. s. 5 maggio; Catalano Aceto notaio e Pietro de furno testi. c. 92. LXVII. — ...... de Goano dichiara a Bartolomeo Castrano di ricevere 1 inteio pagamento di 40 botti di vino che Bartolomeo ebbe in accomendazione da Oberto de Castello. Sotto la loggia del Comune, 8 maggio 1287; Girardo Vacca e Carlo di Pontedecimo testi. LXVIII. — Diviziano corso di Ciana promette a Jacopo di S. Ambrogio speziano che sua figlia Giovaninella starà con lui come sua famula e servente pei venti anni per fare tutti i servizi suoi e di casa in città e in villa, avendo pei mercede vitto e vestito conveniente. Jacopo s’impegna di darle come sopra e custodirla. Sotto la loggia del Comune, 7 maggio 1287. Enrico Bancherio di S. Ambrogio e Riccobono fabbro di S. Lorenzo, C. 92 v° LXIX. — In nomine domini amen. In ecclesia Beate Marie Virginis de Bonyfacio. Barixonus filius quondam Comite Pene cuius tunc pubertas finita est auctoritate Petri de Yultabio burgensis Bonyfacii eius curatoris ad hoc specialiter ei dati impresencia domini Conradi Panzani potestatis Bonifacii et domini Ricoboni de Albingana iudicis et assessoris dicti domini potestatis Boniffacii confessus fuit sibi plenam et integram racionem redita m esse a Richafina matre sua, et uxore quondam dicti Comite de tutella et administracione bonorum ipsius Barixoni quam tutellam et bona ipsius minoris ipsa Richafina gessit et administravit et gerere et administrare debuit et de obmisis et negletis in qua racione inventum est expensum fuisse pro dicto minore et eius occasione plus quam habitum et perceptum fuit per dictam Richafinam de peccunia et introitibus dicti minoris libras centum sexaginta quatuor Ianue abrenuncians excepcioni non habite et non recepte racionis doli in factum excepcioni et omni iuri. Dictus dominus potestas et iudex admissa confessione dicti minoris aucthoritate curatoris sui absolverunt — 280 — et, absolutam pronunciaverunt dictam Richafinam ab omni eo quod occasione dicte tutelle dicti Barisonus et administrator in bonis ipsius minoris peti posset, statuentes, laudantes et pronunciantes quod quantum est prò predictis seu predictorum occasione ipsa Richaflna vel alius prò ea, aut bona ipsius in perpetuo convenire seu molestare non possit seu ab aliquo impendere qui Barixonus aseruit se maiorem esse annorum XIII et iuravit corporaliter ad sancta Dei evangelia supradicta omnia et singula atendere compiere et observare et in aliquo non contrafacere vel venire aliqua racione vel causa de iure vel de facto presentibus testibus ad hec vocatis Nicolao Bechorubeo notario, Francisco Porcello et Oberto de Bargono. Actum in eclesia Sancte Marie de Boniffacio, anno dominice nativitatis M0CC°LXXXVII° indicione XIIIP die Vili madii circa primam. LXX. — Jn nomine Domini amen. Nos Nerus florentinus fìlius Ugu-zonis Fiorentini, Pacinus filius Maineti pistorensis, Bernardus de Rizio et Ban-ducius de Sancto Miniato de nostra propria voluntate et non coati impresencia domini Ricoboni de Albingana iudicis domini potestatis Boniffacii et testium infrascriptorum ad hec specialiter vocatorum et rogatorum quisque nostrum in solidum con&temur tibi Iacopo Surrache de Boniffacio coinito gallee armate vocate Dragonus recipienti hanc confessionem et omnia et singula infrascripta nomine tuo proprio et nomine et vice sociorum tuorum et omnium vogeriorum et marinariorum diete gallee quod tota tercia pars mercium et rerum hone-ratarum in navi vocata Sanctus Rafael que nunc est in portu Boniffacii salvo illud quod in ea habent mercatores Neapolitani Veneti et Bernardus de Pontremullo cuius navis sunt participes Bonguastello et Africhello de Troia veneti, et totum dictum argentum pro te et hominibus dicte gallee in ipsa inventum et que navis honerata..... Bonifacio et Arestano et inventa parte cum dicta tua gallea in mari de porto Su Telami de mense madii proxime preteriti quod tota dicta tercia pars omnium dictarum mercium et totum dictum argentum in ipsa inventum sunt et fuerunt Pissanorum innimicorum comunis Ianue, et tota dicta tercia pars dictarum mercium rerum et totum dictum argentum vobis damus et remitimus pro here innimicorum vestrorum Pissanorum. Quare promitimus tibi dicto Surrache quilibet nostrum in solidum quod in dicta tercia parte dictarum mercium rerum nec argentum nulla imperpetuum facta erit requisicio molestia seu peticio in totum vel in parte per nos vel aliquam aliam personam contra te nec socios tuos seu alicuius marinarii nec vogerii dicte gallee et liceat tibi semper quandocunque volueris habere et accipere dictam terciam partem dictarum mercium rerum et totum dictum argentum honeratum in dicta navi ad voluntatem tanquam de here innimicorum vestrorum Pissanorum que - 281 — omnia et singula supradicta tibi recipienti nomine tuo proprio et nomine quo supia perpetuo rata et firma habere et tenere promitimus et in aliquo non contiafacere vel venire aliqua racione vel causa, alioquin penam libra-rum mille Ianue tibi stipulanti quisque nostrum in solirlum dare et solvere promitimus ratis nichilominns semper manentibus omnibus et singulis supra-dictis et prò inde universa bona nostra habita et habenda tibi pignori obligamus renunciantes iuri solidi et omni alii iuri. Actum in partibus Bonif-facii extra castrum in ripa maris anno dominice nativitatis M°CC0LXXXVII° indicione XIII Ia die VIIII Iunii circa vesperas. Testes Blaxius Venetus scriba dicte navis, Enricus de Pontedecimo, Nicolaus Becusrubeus notarius, Bertolus de Monte notarius, Pardus de Lucha et Stephanus Ravignanus de Neapoli mercator dicte navis. C. 03. LXXI. — In nomine Domini amen. Ego Jacobus Surrachus de Bonif-facio comitus gallee armate vocate Dragonus nomine meo proprio et nomine omnium sociorum meorum sive marinariorum et vogeriorum diete gallee que ii une est in portu Boniffacii ad honorem Dominorum Capitaneorum comunis et populi Ianue do et concedo vobis Neri Florentino filio Ugozoni Fiorentini et Pacino filio Maineti pistoriensi et omnibus aliis qui sunt in dieta navi plenam fiduciam quod libere possitis ire Ianuam cum navi Boni-guastaldi et Africhelli de Troia venetorum que modo est in portu Boniffacii vel quo voluerint salvo in terris innimicorum comunis Ianue, cum omnibus rebus et mercibus vestris quando dicta navis estraebitur de portu Boniffacii quantum per me et socios meos et quancunque aliam personam per me et socios meos quare promitto vobis et cuilibet vestrum quantum pro isto viatico nec in isto viatico vos non impedire nec impedire faciam aliqua racione vel causa cum vere cognoscam res et bona que sunt in dicta navi quas movebo et portabo de Boniffacio super dicta navi sunt vestre et amicorum comunis Ianue. Que quidem omnia et singula supradicta vobis atendere, complere et observare promitto et in aliquo non contrafacere vel venire alioquin penam librarum mille Ianue vobis stipulantibus dare et solvere promitto ratis manentibus predictis et pro inde omnia bona mea habita et habenda vobis pignori obligo. Iusuper nos Guilielmus de Fauzono et Iacobus Pantaracius. quilibet nostrum in solidum pro dicto Surracho fideiubemus et intercedimus, renunciantes iuri de principali et omni alii iuri. Actum in partibus Boniffacii extra castrum in ripa maris anno dominice nativitatis M0CC°LXXXVII0 indicione XIIIP die VIIII Iunii testes Bertholus de Monte, Nicolaus Bechusrubeus notarius, Enrichus de Pontedecimo et Pardus de Lucha. - 28â — C. 9.3 v° LXXII. — Giovanni Grasso tutore di Bartolomeo figlio ed erede del qd. Comita dichiara a Pietro di Voltaggio di aver ricevuto tutto quanto gli spettava e lo scioglie da ogni obbligo per la precedente tutela da lui avuta di quel minore. Presente Riccobono de Arasio giudice e assessore di Corrado Panzano podestà di Bonifacio che scioglie il detto Pietro da ogni obbligo. In casa di Bartolomeo, 10 giugno 1287; testi Simone de Norasco, Nicola Beccorosso notaio e Enrico di Piacenza. C. 94. LXXIII. — In nomine Domini amen. Ego Guidotus de Clavaro facio constituo et ordino meum certum nuncium procuratorem et loco mei Guillel-mum de Montaneaad exigendum pagam seu solidos quos habere debeo a comuni Ianue pro tempore quo servivi in potestate domini Ottoboni de Nigro olim potestatis Bonifacii ut apparet per apodixiam seu scriptum publicum scriptum manu Manuelis Nicolai de Porta notarii civitatis Bonifacii dans et ordinans dicto procuratori meo liberam potestatem et generale mandatum promitens etc. (in bianco). Actum in Bonifacio sub logia Comunis Ianue ubi regitur curia, Anno dominice nativitatis MCCLXXXVI1 ind. XIIII die XI Iunii circa terciam. Testes Iohanes cintrachus et Ricobonus de Albingana iudex. LXXIV. — Guglielmo de Falucha nomina Percivalle Spinola procuratore ad.esigere 1. 5 da Matteo de Maiono notaio. C. s., 11 giugno circa nona. Testi Jacopo Pantaracio e Lanfranco Contardo. LXXV. — Lanfranco Contardo nomina Gerolamo de platea procuratore a riscuotere ed esigere dal Comune di Genova il compenso per il tempo che stette a servire nel castello di Bonifacio, come risulta per atto dell'infrascritto notaio Manuele. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 11 giugno, verso vespro. Carano Aceto notaio e Ricobono de Arosio giudice testi. LXX VI. — Nicolò Vacca nomina Francesco Vacca come sopra C. s. - 283 — C. D5. LXXVII. . Giovanni Grasso tutore di Bartolomeo figlio ed erede del fu Comita « quia paratus sum ire ad longum iter silicet Ianuam », lascia il suo ufficio a Oberto de Bargono. Sotto la loggia del Comune, 13 giugno, circa terza; testi Jacopo Panta-racio e Jacopo de Vultabio. Ç. 05 v° LXXV1IT. _ in nomine Domini amen. Constitutus impresencia vestra domini Conradi Panzani potestatis Boniffacii Enricus de Goano procu-ìatoi facobi Suuachi ipso procuratorio nomine dicit et protestatus est quod cum dictus Iacobus Surrachus armaverit in Ianua in detrimentum Pissanoi uni quandam galleam remorum centum et ibi dedit securitatem de non offendendo amicos comunis Ianue et cum dictus Iacobus esset cum dieta gallea in partibus Peire inquirendo innimicos comunis Ianue, ibi invenit quandam navem veneticorum que navis fuerat honerata in Sardinea loco ubi dicitur Arestanum, unde dictus Iacobus Surrachus ex parte domi-noi um Capitaneoi um denuntiavit homines dicte navis ut deberent calare et timeie non deberent de personis neque rebus si essent amici comunis Ianue qui homines dicte navis calare noluerunt set armaverunt se unde dictus Iacobus Surrachus cum dieta gallea dictam navim ex vi cepit sic quod pei homines dicte navis plures homines dicte gallee fuerunt vulnerati, et cum ipsa gallea et navis Boniffacium aplicuerunt gratia Altissimi Crea-toiis una cum dicto Iacobo Surracho stando in portu Boniffacii cum dieta gallea et navi, orane id et totum quod homines de Pontremulo Neapolitani et Venetici qui in dieta navi erant dicere voluerunt suo solo verbo de eoium ìebus esse iti dieta navi sine aliqua diminucione fuit eis dimissum sive sclaxatum et est verum quod duo mercatores de lingua tuscia quierant in dicta navi confessi fuerunt coram pluribus personis in portu Bonifacii circa litus maris quod ipsi in eorum comuni racione habebant de rebus innimicorum nostrorum pissanorum que res sicut ipsi solo verbo dicere voluerunt dederunt et consignaverunt dicto Iacobo Surracho sicut per publicum instrumentum dictus Enricus de Goano nomine dicti Iacobi Surrachi paratus est ostendere et facere plenam fidem unde cum dictus Iacobus habuisset dictas res cum aliis suis rebus in quadam grotaque est in portu Boniffacii et vobis domino potestati placuerit vestra aucthoritate claves dicte grate acipere et de possessione et virtute dicti Iacobi Surrachi levare ideo dictus Enricus nomine dicti Iacobi cuius procurator est denunciat vobis -- 284 — dicto domino potestati ex parte dominorum Capitaneorum et Comunis Ianue ut claves dicte grote et res que in ea sunt vobis placeat relaxare dicto lacobo Surracho vel dicto Enrico procuratori dicti Iacobi cum paratus sit respondere de iuribus omnibus personis coram vobis prò dicto lacobo. Et mihi notario pro comuni Ianue in Boniffacio denunciavit ex parte domino-rum Capitaneorum quod de omnibus supradictis sibi faciam publicum instrumentum nomine dicti Iacobi Surrachi. Ad que dictus ConradusPan-zanus potestas Boniffacii respondit quod cum Nerus Filius Uguzoni fiorentini mercator dicte navis denunciat dicto domino potestati quod raubam et merces per dictum Surrachum exhoneratas de dieta navi sì ve quas dictus Surrachus vel alius pro eo exhonerare fecit acipere et tenere debeat in suis manibus et virtute cum dictus Nerus dicat res et merces quas habuit ab eo dictus Surrachus esse ipsius Neri et atnicorum comunis Ianue quod ipsas dicto Enrico nec Surracho redet nec restituet ymmo ipsas tenebit usque ad mandatum dominorum Capitaneorum comunis et populi Ianue. Actum sub logia comunis ubi regitur curia anno dominice nativitatis M°CC0LXXXVII° indicione XIIII die XVII [unii circa nonam, testes Cata-neus Acetus notarius, Nicolaus Bechusrubeus notarius, Simon Faber et Fulcho de Yentimilio. C. 90 v3 LXXIX. — Iohanina figlia del fu maestro Ianuino fisico e di Agnese sua moglie e sposa di Antonino di Quarto, presente e consenziente il marito, dichiara all’ava paterna Beldies e aBarisone e Andriola figli ed eredi del fu Margarito Peluco e di sua moglie Agnese di ricevere a loro nome tutto quanto poteva competerle a titolo dotale « de rebus legatis dicte Agneti per dictum qd. magistrum Ianuinum patrem meum in sua ultima voluntate ». Bonifacio in casa di Antonino de Quarto, 1287, 14 agosto. Testi e consiglieri della donna Yivaldo de Domicella, Guglielmo Capello, Nicola Beccorosso notaio. c. 97. LX.XX. — Beldies moglie di Raimondo Peluco tutore di Barisone e Andriola figli ed eredi di Margherito Peluco e di Agnese dichiara di dovere a Giovannina figlia di Agnese e del fu maestro Ianuino 1. 40 che il fu Margarito ebbe da Agnese sua moglie. C. s. - 285 - LXXXr. in nomine domini Amen. Ego Iacobus filius quondam Iohanis Grandoni curator datus hodie per curiam Bartolomeo filio qd. Iohanis ut patet per scripturam publicam scriptam in actis curie Bonifacii anno presenti et die, volens me immittere in bona dictorum minorum cum beneficio inventarii timens vero sacratissimas penas domini Iustiniani statutas tutoribus et curatoribus inventarium non condentes, premisso venerabili signo Crucis, antequam aliquid de dictis bonis attingam, in presencia domini Conradi Panzani potestatis Bonifacii ad hoc suam auctoritatem interponentis et publicarum personarum videlicet Manuelis Nicolai de Porta notarii, Catanei Aceti et Nicolai Bechirubei notarii et testium infrascnptorum inventarium seu repertorium de dictis bonis facere incipio. Inprimis namque inveni in dictis bonis barcam unam [interrotto, segue spazio bianco]. Spacium vero superius relictum est ut si quid de dictis bonis memorie occurrat hic pariter scribatur. Actum in Bonifacio sub logia Comunis Ianue ubi regitur curia Anno dominice nativitatis M°CC°LXXXVI (àie [spazio bianco] augusti. Testes Bara-sius faber, Marinus Pantaracius et Iohanes Cintracus. C. 07 v° LXXXII. — Jn nomine Domini amen. Nos Conradus Panzanus potestas Bonifacii nomine universitatis Bonifacii. et nos infrascripti Antiani et Consiliatores nomine nostro et nomine dicte universitatis et authoritate dicti potestatis videlicet Leonardus de Campo, Antonius de Quarto, Ottobono Sao-ni et Obertus de Porta, Nicolaus Becusrubeus, Bartholomeus faber, Iohanes Tornellus, Guilielmus faber, Thomas Panzella, Rubaldus de Campo. Johanes de Goterio, Portizollus Mairanchus, Rubaldus Capellus,' Johanes de Bargono, Grigus marzo tus, Simon de Norasca, Ogerius Grogtio, Nicolaus Dorgotorus, Johanes de Strupa, Johanes de Porta, Martinus de Porta. Pasqualis Spiurus facimus, constituimus et ordinamus Andream de Levanto Burgensem Bonifacii presentein et recipientem nostrum et dicte universitatis sindicum actorem et procuratoren ad petendum exigendum et recipiendum pro dicta universitate a comuni Janue sive a quacunque persona pro dicto comuni pagam serventarie Burgensium Bonifacii quam recepturi sumus a dicto comuni per annum proximum venturum et qui incipit de mense octubris proxime venturi et ipsam pagam in Bonifacio aponendam eo modo et forma sicut consuetum est in predictis et circa predicta. Dante et concedente dicto procuratori plenam potestatem et generale mandatum, promitentes tibi notario infrascripto stipulanti et recipienti nomine cuius vel quorum interest vel intererit ratum et firmum — 286 — habere et tenere quicquid per dictam sindicum actorem et procuratorem nostrum et dicte universitatis factum fuerit, sub ypoteca et obligacione bonorum dicte universitatis. Actum in Bonifacio in ecclesia Beate Marie Virginis anno dominice nativitatis M°CC°LXXXVII indicione XIIII3 die 26 augusti circa terciam. Testes Bonusdies executor, Vassallus executor et Daniel de Novis executor. C. 98. LXXXIII. — Iohanino de Benivenga a nome proprio e di Giovanni e Orango consoci vende a Giovanni de Sigestro 2/3 di una barca che ha per indiviso con Aflosseno e detto Giovanni, per 1. 10 sol. 13 den. 8. Bonifacio; sotto la loggia del Comune, 17 agosto 1287, circa nona. Testi Ricobono de Albingana giudice e Antonino de Quarto. LXXXTV. — Giovanni de Sigestro dichiara di dovere a Johanino Benivenga 1. 10 sol. 13 den. 8 che restano a pagare quantunque Johanino si sia dichiarato soddisfatto. C. s. C. 98 v° LXXXV. — Margherita ancella di Nicolò di Portamaggiore vende a Bartolomeo Fabro una casa che le fu lasciata in eredità dal detto Nicolò, per lire 25. In casa di Pasquale speziano 1287,... ottobre, circa sonum campane. Testi Ricobono Fabro, Andriolo Beraldi e Lanfranchino. LXXXVI. — Arduino de Villa Alnaudo cittadino di Marsiglia vende a Bertello f. di Maestro Alberto una barca di remi lf che è nel porto di Bonifacio, per 1. 13 [interrotto]. Bonifacio, sotto la loggia del comune, 18 ottobre 1287 circa terza. Testi .Jacobino Pinello, Enrico di Pontedecimo e Nicola Marchesi. C. 99. LXXXVII. — Arduino di Piacenza figlio del fu Pietro de Campo di Piacenza sponte et non coactus dichiara a Enrico de Villa Alnaudo e Giovanni Bianco padroni e armatori della galea armata Santa Caterina, che ora è nel porto di Bonifacio, « me extraxisse de portu Calari de onere pissanorum et hominum Callaris in accoinendationem quantitates pecuniarum infrascriptas - 287 — in grano et cimino et oneratas in navi Urselli veneti et sociorum. Primo Ugolino de Pansono pisano 1. 100; Bindo Porteimi 1. 100, Neno de Mino 1. 100, Gadio socio splendenti de frato 100, Conrado de Paulo 100, Cristiano pisano 100, cum quibus pro eis et eorum nomine negotiandi causa iturus sum in Barbariam ad risicum et fortunam eorum iurans ut supra tactis corporaliter sanctis dei evangeliis omnia vera esse ». A richiesta dei testi il notaio redige l'atto, cioè Ottobono Sacini, Simone salinerio, Pietro Fabro, Guglielmo Capello, Nigrone de Veiera e Manfredi pellipario. Bonifacio, presso la marina, in casa di Simone Fabro; 1287, 21 ottobre circa vespro. c. oo v° LXXXVIII. — Biancafiore Boninsegna dichiara a Matilde madre del fu Simone di ricevere l’intero pagamento di 1. 12 genovesi che detto Simone le lasciò in testamento. In casa di Biancafiore, 23 ottobre; Marino de Porta e Bando Notaio testi. LXXXIX. — Margherita e Jardineta figlie di Boninsegna dichiarano alla stessa Matilde di aver ricevuto 1. 8, c. s. XC. — Testamento di Corrado Paule di Piacenza figlio ed erede di Guglielmo Paule cittadino di Piacenza. Vuole la sepoltura nella chiesa di S. Jacopo, se muoia a Bonifacio, spendendo soldi 40 per le esequie. Agli ospedali di Bonifacio s. 10; alla chiesa della Trinità s. 10. 'Deve 1. 100 al cognato Giovanni Manchesole di Piacenza; lascia alla sorella Mabilia 1. 150 ad suum maritare; alla madre donna Bina 1. 10. Lascia a Arduino esecutore testamentario 1. 50 da distribuire come crede. « Item confiteor et protesto quod illas libras quadringentas quas habuit in accomendatione Arduinus predictus in Calari et quas lib. 400 dictus Arduinus implicavit communiter cum sua implicata in grano et oneravit in nave Afachelli Ursi Carachi et Jacobi Yenetici et que navis cum toto dicto grano capta fuit per Enricum Villa Alnaudum civem Massilie et Johannem Blancum et eorum sequaces apud Calarim et ducta in Bonifacium et quas 1. 400 dictus Arduinus confessus fuit in instrumento quem fecit dictis Enrico et Johanni Blancho in Bonifacio manu notarii infrascripti quod diete lib. 400 sunt de mea propria racione et volo et iubeo atque lego quod dictus Arduinus eas petere possit a predictis et ab heredibus eorum..... et possit de dictis lib. CCCC solvere ut superius ordinavi. Et volo quod dictus Arduinus - 288 — pro me et meo nomine cura predictis possit transigere et pacisci ». Il di più sia suo e sia fideiussore pagatore distributore per lui dinanzi a singole persone collegi e università senza suo danno. Testi Ugo de Lumbardo, Pasquale Spino, Guglielmo de Bustignino, Nuvelono de Castelletto e Bartolomeo Fabro. Nella casa ove abita Nino de Platea, 1287. 20 ottobre, a completorio. C. 100 v° XCI. — Iacopo Perecino de Cloia patrono di metà della nave chiamata S. Raffaele che ora è nel porto di Bonifacio, fidecommissario e procuratore di Eugletina moglie del fu Bongastaldo di Cloia e suo socio, promette e Guglielmo de Castromaris che quando vorrà gli noleggerà la nave sua e del suo socio Ofachello per andare da Bonifacio a Napoli con sale e tornare da Napoli con carico di vino e se esso Guglielmo non potrà mantenere ciò che è stabilito nel contratto di noleggio, sin d’ora lo libera da ogni obbligo e impegno. In casa di Marino de Sauro, 10 novembre 1287, 15 ind; testi Adamo barberio, Guglielmo Giorgio abitante di Bonifacio e Pietro Gervasio veneziano. XCII. — In nomine Domini Amen. In presencia domini Conradi de Panzano et testium infrascriptorum in Ecclesia Beate Marie de Bonifacio in consilio ibi more solito congregato infrascripti anciani et consiliarii protestati fuerunt quod Iohanes de (spazio bianco) peliparius in Bonifacio in tribus annis elapsis et ultra habitavit et stetit in Bonifacio et uxorem accepit et ibidem continuam fecit residentiam et nunc facit, et omnes collectas avarias et expensas sicuti alii burgenses Bonifacii semper fecit et facit et de predictis ipsi consiliarii cum ipso Iohanne una cum eodem domino potestate rogaverunt me notarium infrascriptum ut exinde componerem publicum instrumentum. Nomina vero consiliariorum sunt hec (interrotto). C. 102. XCIII. — Marchisio Bertramo di Venezia dichiara a Marino de ladra di ricevere a mutuo gratis et amore once 2y2 d’oro buono che renderà « salvas in terra in primo loco seu terra ubi portum faciemus cum navi seu tarida vocata Su Maria que nunc est in portu Bonifacii infra dies octo postquam ibi aplicuerimus ». Bonifacio, sub lobia comunis, 1287, 22 novembre ind. 15, circa nona; testi Simone Fabro e Guglielmo Fabro. - 289 — XCIY. _ Marco Bertramo veneziano padrone della nave S. Maria ora nel porto di Bonifacio dichiara a Muzio Guelfo di Pistoia, che riceve a nome di Martino di Pantaleone della società Amenatorum, d’aver ricevuto da detto Martino in accomendazione e custodia 20 botti di buon vino e d’aver venduto vino e botti a Bonifacio; pagherà detto vino entro 4 giorni dal suo arrivo a Napoli (la somma non è indicata). Bonifacio, nella chiesa della Beata Maria Vergine, 24 novembre 1287, circa vespro. Testi Guglielmo Bartolomei di Castellammare e Stefano Bono veneziano. C. 102 v° XCV. — Guglielmo di Priaro come procuratore di Guglielmo di Laza-ro riceve da Simone de Campo 1. 15 infra solutionem floreninorum 38 che a nome di Lazaro ricevette da (nome in bianco). Avanti la casa di Belmusto di Domicella, 24 novembre 1287, circa terza. Enrico di Pontedecimo e Ioannino Agnoline. XCVI. — Antonino de Quarto vende a Guglielmo Bartolomei di Castellammare « quandam ancillam meatn vocatam Fatima precio lib. 16 ». Sotto la loggia del Comune ubi regitur curia, 25 novembre 1287. Nicola Pantaracio e lacobino Pinello testi. a io:ì. XCVII. — Iacopo Perecino de Cloia procuratore di Angletina moglie di Giovanni Bongastaldo e Martino suo socio, come da atto di Riffano Grosso del 13 luglio 1287, vende a Guglielmo Bartolomei di Castellammare e a Stefano Bono veneziano metà di una nave detta S. Raffaele con metà del sale ivi contenuto e con sartia e apparato relativo per 1. 350 di cui si dichiara soddisfatto. La nave è nel porto di Bonifacio; la consegnerà col sale in Castellammare o a Napoli o dove approderà per scaricare. In casa di Marino de Sauro, 2 dicembre 1287, circa terza. Testi Azo Scharon de Cloia, Ionanino de riva de ladra, Guberti veneziano, Bernicino Bonihominis di Cloia. XCVIII. — Giovanni Fabro e suo figlio Saonino dichiarano ad Argentina figlia di Aceto di Chiavica notaio, moglie di Saonino, di ricevere 1. 100 come dote e patrimonio; e Saonino col consenso del padre le fa donazione per nozze o antefatto di lire 100 sui propri beni secondo uso e 19 290 — consuetudine di Genova. Saonino promette inoltre ad Argentina di farle sempre salva la somma sui propri beni, col consenso del padre. Nella casa di Bartolomeo Fabro, 29 novembre 1287, a vespro. Testi Nicola Zanca, Bartolomeo Fabro e Guglielmo figlio di Giovanni Sanone. c. io3 v° XCIX. — Ego Iohaneta Oliveti promito et convenio tibi Marco Ben-trame veneto me stare debere tecum prò tua serviciali et amaxia usque ad annos sex proximos venturos et venire tecum in omni loco et terra quo iveris et me tecum ducere volueris pro ùlcere tibi omnia tua servicia persone tue et domus tue te et res tuas salvare et custodire bona fide et sine fraude a te nec a servitio tuo non discedere usque ad dictum terminum sine tua licentia et mandato te mihi dante prò mercede mea victum et vestitum convenientem et in fine dictorum annorum sex si me dimittere volueris dabis mihi pro remuneracione et mercede mea libras decem jan. Versa vice ego dictus Marchus promito et convenio tibi dicte Iohanete tenere te pro mea serviciali et amaxia usque dictum terminum et ducere te mecum in quacumque parte seu terra ivero et dare tibi victum et vestitum convenientem et tenere et custodire te.sanam et infirmam usque ad dictum terminum et in fine dictorum annorum sex si ab inde in antea noles mecum remanere dare tibi pro mercede tua lib. decem jan. ad tuam voluntatem. [Pena a vicenda di 1. 10 alia parte mancante]. Actum in Bonifacio in domo qua habitat dicta Iohaneta. Testes Ioha-ninus de Predono, Martinus filius Cresi de ladra, Ianinus de Avia de ladra, MCCLXXXVII, ind. XV, die VIII decembris circa nonam. C. 104. C. — Ianinus de Avia de ladra dichiara a Marco Bentrame veneziano di ricevere a mutuo gratis tari 20 da restituire nel primo luogo dove approderà la nave di Marco, detta Santa Maria. lanino s’impegna di andare in detta nave con lui finché non abbia pagato, « sine aliquo conductu nisi solummodo victu ». Bonifacio, in casa della predetta Ioanneta, 8 dicembre. Testi Martino figlio di Cresi di ladra, Giovannino de Predono. CI. — Marco Bentrame cittadino veneziano dichiara a Ioanneta Oli-veti di ricevere da lei tanto per cui le darà lire 14 a sua richiesta. In casa di Ioanneta, testi Ioannino de Predono, Pietro Gervasio vene-ziano, 1287, 9 dicembre. - 291 - CU. A.fìochello Caracho veneziano riceve a mutuo gratis da Marco Bentiame cinque fiorini d’oro da restituire nel primo luogo ove la sua nave approderà per scaricare. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 9 dicembre 1287; testi Carano Aceto e Franceschino di Sarzana. a 104 v° CHI. — Iacopo Perecino de Cloia dichiara a Marco Bentrame veneto di licevere a mutuo gratis 8 once d’oro che pagherà entro 8 giorni. Sotto la loggia ubi regitur curia, 1287, 12 dicembre. Carano Aceto notaio, Riccobono di Albenga giudice e Stefano Bono di Venezia. CIV — Manuele di Livelato figlio emancipato di Iacopo di Livelato dichiara a Giovanni Fabro di ricevere come dote della figlia di lui Giovan-nina, sua futura moglie, lire 90 genovesi e di fargli, per lei, donazione o antefatto propter nuptias dei propri beni per egual valore. In casa di Giovanni Fabro, 1287, 12 dicembre, circa nona. Testi Nicola Galleto, Guglielmo Fabro e Nicola Caudalupi. CV. — Giovanni Fabro dichiara di dovere a Manuele di Livelato ancora 8 lire per la dote di cui all’atto precedente sebbene Manuele si sia dichiarato soddisfatto. C. s. C. 105. evi. — Giovanni Tornello vende a Nicola Caudalupi una casa posta « in cavo », tra la via pubblica e le case del fu Gennaro e di Marzoto e terreno vacuo dal quarto lato, per lire 14. Nella chiesa di S. Maria, 18 dicembre 1287, circa terza. Andreolo Beraldi, Nicola Vacca e Albizono di Albizola testi. CVII. — Iacopo Petrino de Cloia padrone di metà della nave S. Raffaele che ora è nel porto di Bonifacio dichiara a Marco Bentrame veneto di ricevere a mutuo gratis once 8 di buon oro da rendere entro 15 giorni dacché partirà dal porto di Bonifacio. Fachello Carnolo e Stefano Bono veneto « de contrata S.ti Martini » garanti. Bonifacio, sotto la loggia del comune, 1287,18 dicembre circa vespro; Carano Aceto, Bartolomeo Bonomini veneto, Andrea Albertino testi. — 292 — C. 105 v° CYIII. -- Stefano Bono veneto de contratti S.ti Martini dichiara di dovere a Marco Ben trame once 5 [resta interrotto]. CIX. — Andrea Albertino veneto dichiara a Marino de ladra di ricevere a mutuo gratis mezza oncia di buon oro che renderà a nome di lui a Iani Miliaio de Usola entro 15 giorni dacché la nave di Marco Bentiame detta Santa Maria che ora è nel porto di Bonifacio approderà ubi portuin fecerit per scaricare. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 1287, 22 dicembre; Martino de ladra, Ioannino de Avia, Angelo Salaco testi. C. 106. CX. — Marco di Calderana nomina Francesco Zinfo procuratore a riscuotere 4 iperpen da [nome illeggibile]. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 1287, ind. XIV, ultimo di maizo. Testi dominus Contardo Panzano e Carano Aceto notaio. C. 107 v° CXI. — Bonifacii in ecclesia Beate Marie Virginis. Dominus Guilielmus de Merlo de Castro impresencia testium infrascriptorum presentavit litteras infrascriptas sigillatas sigillo comunis Janue domino Conrado Panzano potestati Bonifacii ex parte dominorum capitaneorum tenor quarum talis est: Enrichus Brusamanticha civis Papié Ianue civitatis potestas, Obertus Spi-nulla et Conradus Auria Capitanei Comunis et populi Ianuensis viro nobili potestati Bonifacii Consilio et Comuni dicti loci, dillectis suis salutem et omne bonum. Confidentes de sciencia et nobilitate nobilis viri Guilielmi Merloni de Castro ipsum in vestrum Potestatem et Rectorem pro anno presenti duximus transmitendum qui gerens inibi vices nostras vos in statu pacif-fico et cultu iusticie regat, protegat et gubernet Quare vobis tenore presen-cium districte precipiendo mandamus sub iuramento et pena indignacionis nostre quam maiorem pena peccuniaria reputamus, quod dictum Guilielmum in vestrum Potestatem et Rectorem habentes ipsum pro ut convenit honoretis et eidem obediatis in omnibus tanquam nobis cognoscentes quod banna, condemnaciones et processus omnes quos racionabiliter duxerit faciendos in aliquos vel contra aliquos delinquentes firmos habebimus hac si per nos proprios forent facti. Et dictus dominus Conradus Panzanus iusta mandatum dictai um li tteiarum consignavit dicto domino Guilielmo Merlono de Castrò potestaiiam dicti loci et claves dicti Castri et sigillum et omnem iurisdicionem quam habebat in dicta potestaria et res infrascriptas. Et de predictis rogavit me notarium infrascriptum ut exinde componerem publicum istrumentum. Actum in ecclesia Beate Marie Virginis anno dominice nativitatis M°CC LXXXVIIJ indicione XV" die XXVIIIJ Junij circa terciam. Testes Enri-chus de Pontedecimo, Bartholomeus faber, Obertus de Bargono et Nicolaus Pantaricius. Res autem sunt liec: primitus Balistre de turno grosse tres, Balistre de turno parve tres, Balistre de duobus pedibus sex, Balistre de duobus fustis imberzate quinque, Balistre ligni de turno una, Balistre ligni de duobus pedibus octo, Balistre ligni triginta una. Crochi XXX, scuta croxata viginti, capsie cum quadrellis XV, turni quinque. a ios vn CXII. — In nomine Domini amen. Nos servientes Castri Bonifacii constituti et ordinati pro comuni Ianue ad custodiam dicti loci, quilibet nostrum in solidum facimus, constituimus et ordinamus nostros certos nuncios et procuratores et loco nostri Iohanem Grassum de Vultabio et Guilielmum de Monte présentes et recipientes ipsos et quemlibet eorum in solidum ad petendum, exigendum et recipiendum pro nobis et nostro nomine a dominis Capitaneis et a comune Ianue sive a dominis clavigeris comunis Ianue pagam nostram de mensibus octo quam servivimus et servire debemus pro dicto comuni circa custodiam dicti castri et ad ipsam nobis conducendam in Bonifacio ad risicum et fortunam sicut consuetum est et demum ad omnia et singula faciendum que in predictis et circa fuerint necesaria facienda. Dantes et concedentes dictis procuratoribus et cuilibet eorum liberam potestatem et generale mandatum promitentes tibi notario infrascripto' stipulanti et recipienti nomine cuius vel quorum interest vel intererit nos ratum et firmum habituros quicquid per dictos procuratores nostros vel aliquem eorum actum fuerit seu gestum impredictis et circa sub pena dupli et obligacione omnium bonorum nostrorum. Actum in Bonifacio in ecclesia Beate gloriose virginis Marie anno dominice nativitatis M° CC° LXXXYIII0 indicione XVa dieV* iuli j. Testes dictus Guilielmus de Merlo de Castro, Lanfrancus de Vauro Andree, et Vassallus executor. Nomina vero sevientium sunt hec: Tobia de Albizola, Egidius Vacha, Paga bos, Laurentius de Clavaro, Petrus Aspertus, Nicolaus Surdus de Vultabio, Francischus de Fabricha, Simon de Brignali, Nicolaus de Cazana, Obertus de Ganducio, Rufinus de Capriata, Opicinus de Montando. Amicetus Guasteje, Lanfrancus Guasteje, — 294 — ìolianes de Capriata, Bastardus de Berlingerio, Rodulfus Guiachus, Guilielmus de Capriata, Girardus de Parma, Laurentius de Aquilla, Octo de Albizolla, Iohaninus Surdus, Dente de Albingana, Nicolaus Garancius, Guilielmus de Monte, Bertolus Crastonus, Obertus de Palodi, Enricus de Tana, Iacobus de Raynerio, Guilielmus de Porta, Rodulfus Percivalis de Vultabio, Guidetus murator, Manfredus de Monelia, Obertus Scotus, Lanfrancus de Prédis, Maniverto de Parma, Ansermo Ruota, Pasqualis Pomellus, Manfredus Guasteje, Johaninus de Predono, Rollandus de Corvaria, Opicinus Majnaidi, Marcuade Gavio, Obertinus filius Nicolai, Guilielminus de Clavaro, Bernardus de Bustarino, Bergaminus de Bergamo, Iohaninus de Saliceto, Petrus de Capriata, Iacobinus de Vultabio, Rufrescatus de Capriata, Tiravacha eius filius, Iacobus de Silvano, Opicinus de Silvano, Graciolus de Ovada, Faciolus de Onelia, Octolinus de Novizano, Obertinus de Mondevio, Durante de Alba, Cavaius de Silvano, Percivalis de Vultabio, Enricus de Saliceto, Niger de Vultabio, Iacobus de Curtimilio, Iohaninus de Cairascho, Simon Blanchus, Iulianus Robinus, Bonuscontro Guainerius, Rogerius acimator, Banducus de Novis, Odonus de Mileje, Ricardus Osbergerius, Nicolaus de Rapallo, Guilielmus de Albizola, Petrus lohanes Brutus, Enricus Zarlo de Albizola, Albizus de Albizis, Fulcho de Vintimilio, magister Enrichus de Cassalli, Robinus Gazanus, Iohaninus Cristianus de Albizola, Andreas de Clavaro, Tomas Sartor, Bastardus Pataraldi, Occellus de Capriata, Almano calegarius, Obei-tus Bonaventura de Diano, Iacobus Paterius de Aquilla, Iohaninus de Corvaria, Bonus segnor faber, Sardus Curtelerius, Nicolaus Vacha, lohanes Grassus, Francischus de Vintimilio, Guilielmus de l0 che le spettavano per terza parte dell’eredità della madre Rossa sulle 150 che il padre ebbe da lei in dote (atto di Bonaventura di Tealdo, 1266) e di tutto si dichiara tacitata, affermando di essere superiore ai 16 anni, e giura sui Vangeli di osservare quanto è detto nell’atto. In presenza del marito e del curatore. In casa di Giovanni Fabro, 1289, ind. IL 12 novembre. Testi Baito-lomeo de Montanea, Guglielmo Capello e... de Norasco. C. 115. CXXXVI. — Galiosa figlia del fu Cagnolo de Rici fu mi promette a Petrino figlio di Ricobono Milomini, che riceve anche a nome del padre, di stare col padre di lui per «famula et serviciale » per sei anni a fare i servizi in casa e fuori. Deve avere vitto e vestito conveniente e nei primi tre anni sei soldi all’anno, nei successivi, 8. A sua volta Petrino si impegna a pagarla e custodirla sana e inferma e mantenere i sopradetti patti. La donna si dichiara sopra i 16 anni. Bonifacio, in casa di maestro Ianuino. Testi Nicola Dago Spinola, Bonvassallo de Cuncha e Ardigoto de Prédis; 21 novembre 1289, a vespro. CXXXVII. — I fratelli maestro Lorenzo fisico e maestro Adamo barbiere abitanti di Bonifacio compongono le questioni che avevano fra loro e si dichiarano soddisfatti. Testi Giovanni Laparella, Bartolomeo de Montanea, Giovanni de Stiupa e Ugo Carmas. Bonifacio, nel portico della casa in cui abita l’infrascritto notaio, 23 novembre 1289, a vespro. C. 115 v CXXXVIII. — Maestro Adamo fa pura e irrevocabile donazione fra vivi al fratello Lorenzo di una casa in castro Bonifacii (resta interrotto). CXXXIX. — In nomine Domini amen. Nos Iacobus Faveta Spinulla et Ugetus Cartaienia masarii comunis Ianue voluntate et consensu domini Lucheti Aurie Vicarii Generalis in insula Corsice nomine et vice dicti comunis vendimus, cedimus et tradimus tibi Andree de Levanto, habitatori Bonifacii 301 quandam Galleam dicti comunis que nunc est in portu Bonifacii cum arboribus antennis finito precio librarum viginti Ianue de quibus nos a te nomino dicti comunis quietos et solutos esse vocamus, renunciantes excepcioni non habite et non recepte seu non numerate peccunie et omni iuri et si ultia valet dicto precio sciens eius veram estimacionem id plus tibi donamus atque i emittimus mera pura et inrevocabili donacione inter vivos, renunciantes legi qua subvenitur deceptis ultra dimidiam iusti precii. Possessionem quoque et dominium dicte Gallee tibi confitemur corporaliter tradidisse constituentes nos pio te et tuo nomine precario possidere quousque ex ipsa aceperis coipoiallem possessionem quam possessionem tibi liceat acipere tua autori-tate sine alicuius magistratus decreto. Quam galleam promitimus tibi de ceteio non impedire nec subtraere set ipsam pocius nomine dicti comunis defendere et disbrigare a quacumque persona corpore collegio et universitate i em issa tibi necessitate denunciandi, sub pena dupli et obligacione omnium bonorum nostrorum et dicti comunis. Insuper quoque pro iamdicto precio tibi vendimus, cedimus et tradimus omnia iura, raciones et actiones que et quas habemus nomine dicti comunis in dicta gallea ita ut ipsis iuri-bus uti possis agere, experiri, transsigere et pacisci et demum omnia et singula facere que nosmet nomine dicti comunis facere possemus vel posset dictum comune constituentes te procuratorem ut rem tuam. Actum in Bonifacio in ecclesia Beate Marie Virginis anno dominice nativitatis M° CC° LXXXVIIIJ indicione secunda die XX novembris circa nonam. Testes Barisonus Auria, Leonardus de Campo et Barasius Faber notarius. C. Ilii. CXL. — Iacobi no figlio del fu Ugo Fabro dichiara di ricevere dal fratello Guglielmo come terza parte dell’eredità lire 50, più l’intero pagamento « tercie partis stalli seu mansionis domus quam dictus qd. pater meus mihi legavit in dicto suo testamento ». Bonifacio in casa di Barasio Fabro notaio, 1290 [1289], 28 dicembre ind. 2a, circa terza. Testi Barasio Fabro notaio e Galvanico de Curia. c. iia v° CXLI. — Guglielmo Fabro riceve dal fratello Iacobino a mutuo gratis et amore 1. 30 da pagare entro un anno. C. s.; cassata il 6 marzo 1290. — 302 - CXLII. — Enrico di S. Antonio notaio nomina Ginolo Vacca procuratore a riscuotere da maestro Enrico de Casalli medico soldi 22 che gli ha dato in Bonifacio per pagare una condanna inflittagli dal podestà di Bonifacio, impegno che risulta da atto del not. Giovannino Amico del 23 dicembre 1288 (Mancano i testimoni e la chiusa dell'atto). C. 117. CXLIII. — Valeto f. del fu Grimaldo laniere di Monleone riceve dal notaio Giovanni Amico 1. 24 che gli doveva per mutuo di 1. 300 « quas tibi mutuavi in officio scribanie Pulcifere prò anno uno » delle quali 1. ^4 è menzione in atto del not. Vatacio del 1289 in marzo o aprile. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 27 giugno 1290; testi Cai lino di Pavia, Enrico Costantino e Manuele Guastavino. CXLIV. — Il predetto Valeto cede al notaio Giovanni Amico tutti i diritti che ha « contra Comune Ianue sive contra clavigeros dicti Comunis pio ipso Comuni occasione page quam recipere debeo et in futurum debebo a die-to Comuni pro servientia Castri Bonifacii a IIII die augusti proximi citi a. C. s. c. ii7 v° CXLV. — Manuel Guastavinus riceve da Iacopo Semencia di Albin-gana qd. Ottone « equum unum ferratum roatum signatum in cossa dextra pro tali qualis est silicet cum omnibus viciis et magagnis » pei 32 liie da pagare entro due mesi. Dà in pegno « specialiter pagam meam sive soldum quam et quod recipere debeo a Comuni Ianue pro equitatura mea Coisice ». Actum in Bonifacio in fenestra domus Rubaldi de Campo, anno dominice nativitatis MCCLXXXX, ind. II, die XV Iulii circa vesperas. Testes Carli-nus de Papia, Enricus de Pontedecimo, Givolinus Longus. Lanfrancus de Nigio. C. UH. CXLVI. — In nomine Domini amen. Dominus Nicolaus Bucanigra presentavit litteras infrascriptas domino Octolino de Nigro potestati Bonifacii et ei denunciavit quod in suis manibus et virtute det et restituat pote-stariam et viebariam dicti loci, et quod ei attendat sicut in dictis li I.tei is continetur tenor quarum talis est: Rogerius de Pandulfis Iudex et Vicha-riiis domini Iohannis de Lucino potestatis Ianue et Conradus Auria Capi-taneus comunis et populi Ianuensis gerens vices suas et domini Oberti Spi- - 303 - naie Capitanei consocii sui, Anciani consilium et comune civitatis eiusdem universis Potestatibus Castelanis et Rectoribus pro comuni Ianue ubilibet constitutis atque universis et singulis Ianuensibus et qui pro lanuensibus se reputant vel appellant nec non ceterisque personis présentes litteras inspecturis gaudium et salutem. Cum nobilem et egregium virum Nicolaum Bucanigram pro vicario et Capitaneo in loco nostro in jnsula Corsice ad ipsam dante Domino conquistandam cum felici exercitu presencialiter in Christi nomine transmitamus tenore presencium vobis universis et singulis districte precipiendo mandamus sub debito iuramenti et pena personarum et heris quatenus mandatis, preceptis et ordinacionibus atque statutis ipsius in omnibus obediatis tanquam nostris et ea in omnibus observetis ut a nobis proprie essent facta cui omnem iurisdicionem et merum et mixtum jmperium concessimus super omnes, scientes quod penas, banna, foresta-ciones et condempnaciones per ipsum factas habebimus ratas et firmas ac si a nobis forent facte et ex nunc ipsas in omnibus confirmamus. Et dictus dominus Octolinus sequutus denunciationem dicti domini Nicolai et mandatum dominorum Potestatis et Capitanei Ianue dicto domino Nicolao Bucha-nigre dedit, tradidit atque consignavit potestariam et vichariam dicti castri et loci, claves et sigillum dicti castri et omnem iurisdicionem quam habebat in ipsa potestaria, et de predictis rogavit me notarium infrascriptum ut exinde componerem publicum instrumentum. — Actum in Bonifacio in ecclesia Beate Marie Virginis anno dominice nativitatis M°CC°LXXXX indicione secunda die XXII Iullii circa terciam presentibus testibus Iohanes Amicus notarius, Iohanes Alardus, Nicolaus Dugus, Nicolaus de Petracio et Leonardus de Campo et Guilielmus faber. Item confessus fuit dictus dominus Nicolaus dicto Octolino se ab eo nomine comunis habuisse in custodia res infrascriptas; Balistre de turno V. Balistre de stambechis VI. Balistre de turno ligni fracta J. Balistre ligni de duobus pedibus VIII. Balistre inberzate V. Balistre ligni de leva 1. Balistre ligni de streva XV, torerii de turno 11, crochi telle XVIII, sachi cum filiis de balistra carateli XX, turni V, fananum 1, scure XXIIII, capsie cum quadrellis XIII. Présentes testes Iacobus Semencia, Galletus et Obertinus Ceba. C. IIS v° CXLVII. - In nomine Domini amen. Ego Nicolaus Dogo Spinulla olim masarius in Corsicha pro comuni Ianue nomine et vice dicti comunis confiteor vobis Domino Nicolao Bucanigre Vichario in insula Corsice pro comuni Ianue me a te habuisse et recepisse libras trescentas nonaginta — 304 - novem et soldos decem Ianue ex illis quingentis quas tu dictus Nicolaus Bucanigra habuisti et recepisti a comuni Ianue sive a Clavigeiis dicti comunis pro ipsis dandis et distribuendis inter equitatoies et pedites qui steterunt in servicio comunis in insula Corsice renuncians excepcioni non habite et non recepte seu numerate peccunie et omni alu iuri et quas confiteor dedisse et solvisse et distribuisse • inter equitatores et seivientes predictos ut continetur per ordinem in quodam papiro sive manuali scripto manu Nicolai de Porta notarii quare promitto et convenio tibi me facturum et curaturum ita et sic quod de predicta quantitate peccunie nec alicuius partis earum nullam in perpetuum contra te nec heredes tuos seu bona fiet requisicio molestia nec requisicio (sic) in totum nec in parte pei comune Ianue sive Clavigeros dicti comunis nec per aliquam aliam personam pro dicto comuni sub pena dupli eius de quo fieret peticio et obligacione omnium bonoium meorum et dicti comunis ratis manentibus predictis et proinde ad sic observandum universa bona mea et dicti comunis habita et habenda tibi pignoli obligo. Actum in Boniffacio in ecclesia Beate Marie Virginis anno dominice nativitatis M°CC°LXXXX iudicione II die XIIII Iullij circa nonam. Testes Bartolomeus faber, Ingetus Auria et lohanes Embronus. C. 118 v° CXLVIII. — Brochus qd. Platese familiaris et procurator domini Comitis Guelfi dichiara a Rubeo Vicecomite di ricevere tanti cavalli per cui darà 1. 310 genovesi entro (bianco). Bonifacio, in casa di Guglielmo Fabro, 24 luglio 1290, circa terza. Testi Iacopo Semencia, Nicola Galletto, Obertino Roba abitante in Bonifacio. CXLIX. — Socino Pevere dichiara a Chereghino Docia chierico di ricevere tanto per cui darà 1. 37 entro un mese. Per ogni giorno di ritardo un soldo « tanto tempore quantum tares ultra mensem predictum ad recuperandam pecuniam supra dictam ». Bonifacio sotto la loggia del comune, 1290, 24 luglio, verso nona. Testi Andrea Bartolomei, Benvenuto untore e Iacopo speziano. a ili). CL. — Francesco de Bavana riceve da Rubeo Vicecomite gratis et amore a mutuo 1. 8; restituirà entro 15 giorni. Bonifacio, in casa di Ottobono di Saono, 24 luglio 1230, circa terza. Testi Giovanni Turco e Pietro di Cortemiglia. - 805 — CLI. — Faciolus de Vulpiliono f. qd. Girardi de Vulpiliono dichiara a Opicino f. di Saladino di Trebiano di ricevere « tantum de tuis rebus et equis » per cui darà 1. 50 « videlicet ex illis denariis quos habere et recipere debeo a Comuni Ianue occasione cavalarie mee sive equitature quam servivi pro predicto Comuni in insula Corsice et prò predictis lib. quinquaginta tibi pignori obligo predictam pagam meam quam habere debeo et recipere a dicto Comuni tantum » e fino alla detta somma di 1. 50 gli cede tutti i suoi diritti, nominandolo suo procuratore. Bonifacio, nella loggia del Comune, 1290, 25 luglio, 2a ind., verso vespro. Ingetus Aurie, Iohanes Marchio de Gavio et Andreas Embriacus. [Il documento è ripetuto una seconda volta a c. 119 v° ]. a no v° CLII. — Iohaninus de Predono serviens Castri Bonifacii nomina Nicola Fabro notaio suo procuratore a riscuotere quanto deve avere dal Comune di Genova per il suo servizio. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 1290, 2a ind., 26 luglio, circa nona. Testi Simone Fabro e Giovannino maestro d’ascia. c. 120. CLIII. — Manuele Guastavino nomina Ansaldo Doria e Ingeto Doria suoi procuratori a riscuotere dal Comune ciò che deve avere « occasione cavallarie sive medicarie » in cui servì in Corsica. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 1290, 27 luglio, circa nona. Manuele Doria e Nicola de Petracio testi. CLIV. — Aiegra vedova di Francesco de Bergognoni abitante in Bonifacio nomina Jacopo de Aquilla procuratore a riscuotere da Giovanni Provinciale calegario lire 50 che al detto Francesco spettavano « occasione serviente quam fecit in insula Corsice pro comuni » e secondo sentenza di Antonio Corvo giudice di Ottolino de Nigro podestà di Bonifacio, come appare da scrittura di Giovanni Amico già scrivano della curia, dei 20 maggio 1290. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 27 luglio 1290, circa terza. Testi Andrea Embriaco e Ingeto Doria, 20 — 306 — C. 120 v° CLV. — Anselmo Alecioso di Pavia nomina Anselmo Becariano di Pavia procuratore a esigere la paga dovutagli dal Comune di Genova per servizio nel castello di Bonifacio. Bonifacio, sotto la loggia del comune, 1290, 28 luglio, circa terza. Nicola di Petracio, Enrico Menitor e Bonsignore Fabro testi. CLVI. Iacobino Bainerio di Vultabio nomina Iacopo Fabro suo procuratóre generale. Bonir'acio, sotto la loggia del Comune, 2S luglio 1290; Andrea Bartolomei e Nicola di Nervi, testi. CLVII. Nova de Bonifacio nomina Obertino de Clavaro maestro d’ascia suo procuratore generale. C. s., testi Giovanni Àlardo e Andriolo Bartolomei. C. 121. CLVIII. — Bonaventura Grossa razionale nomina Obertino de Clavaro c. s. GLIX. Egualmente Ricadona vedova di Barone. C. 122. CLX. In nomine Domini amen. Nos Ayenellus filius Larii Blancoracii in piesencia, consensu et voluntate Larii patris mei, Larius et Marcbus Blancoiacii fratres promittimus et convenimus vobis Leoni Bucanigre et Nicolao de Sancto Remulo, recipientibus hanc confessionem et omnia et sin-singula infrascripta nomine et vice comunis Ianue quod ego adpresens iturus ero in Corsicham apud Caprinam recepturus unum ex filiis Guilielmi Taiavache et ipsum conduci faciam in presentia domini Iacobi Batalie potestatis Bo-nifacii et totum bestiamen et here dictorum patris et avunculi tui Marchi... et quod faciam vivam gueram cum omnibus meis hominibus Iudeci de Ci-neioha et omnibus illis personis quibus per Comune Ianue seu suos nuncios mihi preeipietur et tantum tempus quantum eis placet meo posse bona fide et sine fraude iürans corporaliter tactis evangelijs omnia et singula supradicta atendere, compiere et observare, confiteor me maiorem esse annis XX. linqper nos Laeius Blancoracius et Marcus fratres confitemur et volumus - 307 - et de nostia voluntate est quod dictus Ayenelus omnia et singula supradic-ta faciat et prò ipso de omnibus et singulis supradictis intercedimus pro-prios et principales debitores fideiussores promittentes quilibet nostrum in solidum facere et curare ita et sic quod dictus Ayenelus in omnibus et per omnia attendet, faciet et complebit omnia et singula supradicta que in dicto instrumento continentur. Alioquin ex nunc volumus quod dominus Vicharius de nostris propriis personis faciat illam iustitiam que ei videbitur ad suam propriam personam in here et personas et ego dictus Ayenelus promitto et convenio vobis dictis Leoni et Nicolao recipientibus nomine dicti comunis quod si contingerit quod predicta non possem effectuare, emancipatus rediam in virtute et voluntate dicti potestatis usque dies decem proxime venturos sub pena de libris ducentum Ianue solempniter stipulata et promissa ratis etc. Insuper ego Symon Stanconus pro dicto Ayenello de piedictis omnibus et singulis versus dictos Nicolaum et Leonem nomine dicti comunis Ianue pro dicto Ayenello intercedo proprium et principalem debitorem, pagatorem et observatorem renuncians iuri de principali et omni iuri. Actum in Boniffacio sub volta domus Enrici de Pontedecimo anno dominice nativitatis M°CCnLXXXX indicione XIa die 3a octubris circa terciam. Testes Obertinus de Domoculta filius Iohanis corajsarii et Guilielmus Acha de Vintimilio. CLXI. — In nomine Domini amen. Noverint universi hoc presens insti ument,um inspecturi quod Iohanes de Bonacha miles sive equitator in Corsicha pro comuni Ianue habebat equum unum brunum cum galletis in omnibus cruribus. Item equum unum bavum brunum quos equum et ron-cinum dictus Iohanes de Bonacha amisit venire de Istria in Bonifacium, die martis octo octubris preliando cum Iudice de Cinercha et suis sequacibus, et dicti equus et roncinus esistentes cum dicto domino Vichario in sua societate sicut de piedictis notum est dicto Vichario per se ipsum qui presens erat et vidit predicta, et Leonus de Qualia, Balbus de Gavio, Iacobus de burgo Sandonino milites in Corsicha pro comuni Ianue qui présentes eiant et predicta viderunt et testificati fuerunt coram me notario infrascripto unde dictus Iohanes de Bonacha suplicavit dicto domino Vichario ut sibi placeat secundum formam i uris quod tenetur et debet providere impredictis et eum de eius indempnitate de dictis equis conservare, qui Vicharius audita eius suplicacione et visis et auditis ea que superius dicta sunt et visis dictis equis et îoncino mortuis dicto Iohani autoritate sua Vicharius voluit et laudavit sentenciavit et pronunciavi quod dictus equus et roncinus dicto Iohani per comune Ianue et de here comunis Ianue debeant emendari pro ut eidem per estimatores comunis Ianue electos ad dictos equos esti- — 308 - mandos faerunt, estimati et ut de predictis ubique possit fleri plena fides inde preceperunt fleri publicum instrumentum. Testes Andreas Embriacus et Nicolaus de Sancto Remulo anno dominice nativitatis M°CC°LXNXX0 indicione 111 die... octubris circa terciam. C. 122 v° CLXII. — Martinus Pertinenus habitator Corani nomina Giovannino maniscalco procuratore a esigere sol. 8 den. 2 dovutigli da Nigrobono de Furlino. C. s., 29 luglio, verso vespro. Testi Pietro Fornario e Cammel- lo de For. CLXIII. — Lanfranco de Marco di Finale anche a nome del fratello Raniero compera da Nicola Corso Pantaracio tanto per cui gli promette 1. 8-4 sol. 10 entro Natale venturo. Dà in pegno il grano che lui e il fratello hanno in Bonifacio e tutti i loro beni. Battista Fabro e Enrico di Pontedecimo suoi procuratori sono autorizzati a pagare sul grano di Lanfranco e Raniero. Bonifacio, « in angulo ecclesie Beate Marie Virginis »1290, 23 ottobre, circa vespro. Testi Nicolaus Bechusrubeus et Rollandus de Bonaparte. C. 123. CLXIV. — Guglielmo di Narbona f. di Gualtiero di Narbona riceve a mutuo gratis et amore 1. 20 genovesi da Carlino chierico di Pavia. Pagamento entro un mese, compreso eventualmente l’interesse e risarcimento della spesa per ricuperare il credito. Bonifacio, nella chiesa della B\ Vergine, 25 ottobre 1290, a vespro. Guglielmo Capello e Giovannino de Carubiolo, testi, CLXV. — Rufino di Vercelli figlio del fu Rufino di Vercelli ferraio riceve dalla futura sposa Marineta lire 40 genovesi come dote e patrimonio e le assegna altrettanto come donazione per nozze o antefatto da farne l’uso che crede secondo l’uso e consuetudine di Genova. Bonifacio, nella casa dove abita detta Marineta, 6 novembre 1290, circa nona. Testi Saladinus de mela pardo, Ugo cantator e Notho filius qd. Grifonis de Quincia. - 809 - C. 124. CLXYI. _ Spanus Murus riceve 1. 30 in dote dalla futura moglie Agnesina ecc. c. s. C. s., 4 novembre, circa prima; testi Marignanus Sala, Iohaninus magister axie, Costantinus Piromani e Gantellus calegarius. CLXVII. — Nicola di S. Romolo nomina procuratore Ottobono Bocca- negra a esigere [interrotto]. CLXVIII. — Giovanni de Porta pellipario abitante a Bonifacio dichiara a Guglielmo de Servo di ricevere tanto per cui gli darà lire 16 e sol. 8 entro Pasqua di resurrezione. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 14 nov. 1290, circa nona. Testi Lanfranco Bianco di S. Agnese e Consortino di Chiavari. CLXIX. — Testamento di Giovanni marchese di Gavi. Se muore in Bonifacio, sepoltura presso la chiesa di S. Domenico; per spese di sepoltura 1. 5. Ai frati predicatori di Genova 1. 26. Lega per l’anima sua e dei figli per restituzione de malo ablato 1. 25 a disposizione del priore di S. Domenico. A questa chiesa e alle altre di Bonifacio 1. 3 delle sue e di quelle che deve avere da Rainaldo de Cinerea. Agli infermi di S. Lazzaro soldi 5, agli altri ospedali soldi 5 ciascuno. Deve ad Ansaldo Bolleto 1.10 e lascia altre somme per piccoli debiti. « Boierotus et Odonusde Rocha credantur suo verbo de eo quod dicere voluerint se recipere debere a me et quod solvantur per cartam ». Deve avere in Levanto da Ugone Bennati lire 6 e da Enrico de Montanario lire 47. Ricevute queste lire 47 dai suoi eredi, siano da loro restituite a detto Montanario per feudo e vassallatico entro due mesi. Le terre che ha in Corvaria e nel territorio e che furono raccomandate « per Zanagnum hominem de Corvaria » sono infeudate da Bartolomeo Doria. Deve avere da Raniero di Cinerea 1. 73 come da istrumento. Alla figlia Giovanna lascia i beni che le spettano dalla madre e 1. 300 dei propri. « Reliquorum vero bonorum meorum mobilium et immobilium mihi heredem instituo Francischam filiam meam. Salva tamen et sana intellecta Segnoria Conti et iurisdictione Roche quam vollo habere tenere et possidere per Manfridum et Andriollum et Gavinum ». Actum in Bonifacio in domo Leonardi de Campo quam conducit dictus dominus lohanes. Anno dominice nativitatis MCC°LXXXX, ind. II, die ultimo novembris circa campanam. Testes vocati et rogati Guilielmus de Servo, Ianotus de Clavari, Leonardus de Bonaparte, Martinus Aurie, Nicolaus de Campo, Thomas de Asce et Simon Faber filius Simonis. — 310 c. i >r*. CLXX. — Iacobina figlia di Ruggero pescatore in presenza e con la volontà del padre dichiara a Guglielmo Capello tutore di Pasqualino f. di Vivaldino di Domiceìla già suo marito e a Benedetto di Domicella erede del fu Vivaldino di ricevere da loro 1. 40 e si dichiara soddisfatta. Agisce col consenso del padre e dei testi. Bonifacio, nella casa del fu Vivaldino, 1 dicembre 1290 circa campanam. Testi Nicola Beccorosso notaio, Simone de Campo e Simone de Domicella. C. 125 v° CLXXI. Guglielmo de Servo procuratore del fratello Raimondo riceve da Lambeito de Tincho abitante in Bonifacio l’intero pagamento delle 20 lire che gli doveva per istrumento del not. Ambrogio de Brolio del 28 novembre 1280. Bonifacio sotto la loggia del Comune, 4 dicembre, circa nona. Testi Nicola Galleto e Guglielmo Cervo. CLXXII. Lo stesso e nella stessa qualità cede a Guglielmo de Montando tutti i diritti che gli possono competere contro Enrico di Gavi pei 1. 5 s. 3, secondo atto del not. Guglielmo Cavalli, 24 giugno 1280. C. s ; Testi Giovanni Porcheto, Nicola Corso Pantaracio. a 120. CLXXIII. Iacobina vedova di Bonincontro Guantini dichiara a Guglielmo de Servo di dovergli, come tutore del fratello, 1. 13 che gli spettano di ogni suo credito verso Bonincontro. Bonifacio, in casa di Iacobina, 13 dicembre 1290, a vespro. Iacopo Pateno di Aquilla e Sirfione Bianco calegario testi. La donna agisce col consenso di detti testi. CLXXI V. — Francota moglie di Ferrario dichiara a Guglielmo drape-rio di ricevere tanto per cui darà soldi 15 entro 6 mesi e prima se verrà prima a Bonifacio il marito. Col consiglio dei testi. In casa di lei, 16 dicembre 1290, circa nona. Ambrogio Caudalupi e Alegreto afaitator. CLXXV. Guglielmo do tabristo già serviènte del castello di Bonifacio «constitutus per dominum Nicolaum Buccanigram olim vicarium Bonifacii in Corsica prò Comuni Ianue» nomina Andrea de Livano a riscuotere per lui dai clavigeri lo stipendio di quattro mesi per quel periodo che servì sotto Nicola Boccanegra. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 16 dicembre 1290, circa vespro. Iseto de Moro e Andrea Bartolomei testi, C. 12(i v» C LXX VI. In nomine Domini amen. Balbus de Mantoa et Lanternus de Florenzona ex servientibus constitutis ad custodiam Lerie per nobilem virum quondam Luchinum Auriam nominibus eorum proprijs et nomine Boche capitanei et ceterorum aliorum servientium pro comuni Ianue in Leria commorantium dicunt et denuntiant dominis lacobo Cigale vichario in Corsicha pro dicto comuni et domino Nicolao Bucanigre olim vichario dicte Insule quod cum ipsi tunc nomine comunis Ianue custodierint et defenderint Leriam a euntis innimicis comunis Ianue parati sunt adhuc stare ad defensionem et custodiam loci piedicti dum modo per predictum vicharium subveniatur omnibus servientibus predictis de soldis, victualiis, armis et aliis necessariis pro custodia dicti loci et si hoc facere volunt parati sunt dictam terram custodire et salvare eorum posse sicut usque nunc fecerint sin autem procurent consiliandi tenam predictam quia modo servientes predicti in dicta terra stare nequeunt et de predictis rogaverunt me notarium infrascriptum ut exinde eis componam publicum instrumentum. Presentibus testibus Simone de Campo, Nicolao de Petracio, Bartholomeo fabro, sub logia ubi regitur curia anno dominice nativitatis M°CC°LXXXX indicione III8 die X decembris circa nonam. t C. 127. CLXXVII. — Nicola Candelino tutore del Pietrino f. dei qd. Pietrino de Ambrosio vende a Jacoba vedova di Pietrino, come maggiore offerente all’asta, metà di una casa in castro Bonifacii in castelletto che Pietrino possedeva prò indiviso con Marino de Ambrosio suo fratello, per 1. 25, che riceve. Bonifacio, avanti la casa che fu del detto Pietrino, 11 dicembre 1290, ind. 3", circa vespro. Nicola Beccorosso, Nicola Corso Pantaracio e Nicola Borezella testi. — aia — t. 7?? v° CLXXYIII. — Jacobina vedova di Pietrine (v. sopra) dichiara al predetto Nicola d’aver avuto 1. 50 che le spettavano sull’eredità del marito, come sua dote. Agisce in presenza e col consiglio dei testi, c. s. CLXXIX. — Faciolo de Forestano dichiara a Guglielmo de Servo di ricevere tanto per cui darà 1. 7 entro Pasqua p. v. Sotto la loggia del Comune, 12 dicembre 1290, circa vespro. Bonavia Landò e Bando di Portovenere testi. CLXXX. — Enrico Esente tutore di Bono del fu Giovannino Zucca vende a Giovanni di Ornano metà di una barca con corredo e apparato clic1 detto Giovannino aveva indivisa col fratello Bianchetto, per 1. 2 sol. 4 e den. 6 che riceve. Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 13 dicembre 1290, circa terza. Giovanni Tornello, Nicola Beccorosso notaio, Giovanni Esente. C. 128. CLXXXI. — Giovannello Vitaracio corso dichiara a Giacomo Maraboto di stare « prò tuo famulo et servitore in terra tua Cogelli pro faciendo omnia servicia pertinentia et necessaria diete terre » per i lavori agresti e ogni altro servizio per sei anni verso vitto e vestito competente « prò mercede mea ». Il Maraboto assume impegno analogo. In ecclesia Beate Marie Virginis, 1290, 13 dicembre, circa nona. Bonusvassallus Caravunchus, Jacobus Cigalla, Maimonus Vignolus, Robertus Ususmaris testes ». C. 128 v° CLXXXII. — Janinella figlia del fu Landolfo de Gracia promette a Giovannino Musso de Diano di stare per sua famula e serva per 6 anni e « facere servicia omnia in domo et extra et custodire res tuas sine fraude nec furto > verso mercede del vitto e vestito. Consiglieri i testi. Bonifacio, sotto il portico della casa di Manuele Petrella, 13 dicembre 1290, circa vespro. Testi Pietro f. di Oberto di Recco, Francesco Alunno, Daniele Musso di Diano. - .113 C. 129. CLXXXIII. — Guglielmo de Servo tutore di Bergunzone riceve da Nicol,i di V( ntimiglia abitante di Bonifacio le 4 lire di cui era creditore. Sotto la loggia del Comune, 18 dicembre 1290, circa vespro. Testi Simone Fabro e Guglielmo Capello. CLXXX1Y. _ Guglielmo de Campagnono e Nicola de Linguelia, Ugo Borrocio, Segnorino de Bucella, Tommaso de Costa e Mastato de Mazono, ciascuno in solido, dichiarano di ricevere da Lambertino de Cinercha 1. 7 sol 1 « computatas pro una media parte, renunciantes etc., cum quibus ire debemus negociandi causa apud castrum Janue ad risicum et fortunam maiis et gencium eundo stando et redeundo ». Al ritorno consegneranno il capitale col guadagno. Sotto la loggia del Comune, 1290, ind. 3a, 18 dicembre, circa vespro. Nicola de Camulio e Guglielmo Servo testi. C. 120 v° CLXXXV. — In nomine Domini amen. Constitutus in presencia venerabilis domini Jacobi de Bartolis Judicis gerentis vices Nobilis viri domini Iacobi Cigalle potestatis Bonifacii frater Enricus quondam Ansermi de ordine sancti Benedicti de monasterio sancte Marie de Insula de Budellis suplicat vobis ex parte Dei omnipotentis et Beatorum Petri et Pauli Apostolorum et Domini Pape sub cuius ipse est et fratres dicti monasterii sunt protep-cione nec non ex parte Dominorum Capitaneorum comunis et populi Ianuensis ut de dicta proteptione patet per publicum privilegium concessum per Sanctissimum Pontificem IIIIor Innocencium quod privilegium habet penes se in castro Bonifacii frater Johanes Blanchus dicti ordinis et monasterii quod privilegium viderunt et legerunt quatuor fratres predicatore! boni et sapientes qui sunt in castro Bonifacij quorum nomina sunt hec frater Simon, frater Rollandus, frater Johaninus et frater Galvanus et quidam nomine Cataneus Acetus notarius qui ipsum vidit et legit, quatenus vobis placeat pro vestro bono regimine scire sicut melius potestis ad testificandum totam veritatem a predictis fratribus predicatoribus et a dicto Cataneo quo modo et qualiter dictus frater Enricus et fratres dicti monasterii est et sunt sub proteptione domini pape. Tamen cum dictus frater Enricus habeat coram vobis quandam litem cum Spreciossa uxore quondam Johanini dicti quondam Ansermi qui oppossuit coram vobis quod ipse frater Enricus est excomunicatus per dominum presbiterum Lanbertum qui se dicit vicarius domini patriarche qui gerit — 814 — vices Archiepiscopatus Janue cum ipse fniter Enricus sit sine eo quod possit ostendere dictum privilegium coram vobis quia ipsum non habet penes se et de predictis dictus frater Enricus rogat vobis Manueli scribe ut exinde faciatis publicum instrumentum. Actum in Bonifacio sub logia comunis ubi regitur Curia anno dominice nativitatis M.CC.LXXXX indicione III die XXI decembris circa primam. Testes Nicolaus Bechusrubens, Bartolomeus Faber et Nicolaus Pantaracius. CLXXXVT. — Guglielmo de Servo procuratore di Rainero de Servo dichiara di ricevere da Giovanni de Petro pellipario 1. 12 e sol. 18 in conto di 1. 17 e sol. 8 dovuti da Giovanni a Rainero. Sotto la loggia del Comune, 1290, 22 dicembre, circa terza; testi Giovanni Tornello e Nicola Beccorosso testi. C. 130. CLXXXVII. — Benvenuto tabernario nomina Andrea di Levanto procuratore a riscuotere da Nicola Stancone sol. 70 « qui depositi sunt penes dictum dominum Nicolaum de pecunia servientium quondam domini Lucheti Aurie (interrotto). Bonifacio, sotto la loggia ecc. 1290, 28 dicembre, fra terza e nona. Testi Bartolomeo Fabro e Enrico Esente. CLXXXYIII. — Guglielmo Blancheto nomina Andrea da Levanto procuratore a esigere dai clavigeri del Comune * pagam meam duarum mensium quam habere et recipere debeo a Comuni Ianue occasione servitii castri Bonifacii ». C. s., 27 dicembre. C. 130 v° CLXXXIX. — Guglielmo Tenno abitante a Bonifacio riceve da Guglielmo de Servo tanto per cui gli darà 1. 8 e sol. 8 entro Pasqua. Sotto la loggia ecc. 1290, 27 dicembre, circa vespro; Nicola di S. Remolo e Nicola Porchetto macellaio testi. CXC. — Agnese moglie di Francesco di S. Lorenzo figlio del fu Ottone di S. Lorenzo nomina Marino Pantanario procuratore a esigere dagli eredi del fu domino Francesco sui beni di lui le lire 110 che egli dichiara di aver avuto come dote, secondo atto di Guglielmo di Camogli del 28 dicembre 1270. In casa di detta Agnese, 1290, 27 dicembre; Lorenzo di Alessandria e... pescatore, testi. - 315 - C. Vìi. Servo tanto or- '"’te d' Bonlfacio r‘ceve fla Guglielmo de • ■ - Cm daia 1. 14 e sol 18 entro il r ili Settembre. boao 1,1 l0«»la «lei Comune, 1290, 27 dicembre, circa vespro Nicola Galletto e Giovannino de Prerlono testi. Mantellfd!1*^ * A"d0ra figli0 del fu Giovannino Mantello di Andora da una parte e Giordano di Spotorno e Giovanni di Spato, no dall altra si liberano da ogni offesa, rimettendosi ogni reclamo Z ÏTd' I4™’ "eIla “* °™ aWta 9ÌOra”etta • 1290,’ ind. 3, 23 dicembre, c.rca vespro. Testi Pietro di S. Tommaso scriba, Gio-vann.no de berv.o, Nicola Gagliardi, Bongiovanni Rebecco, Camero di Lepanto. c. un v° CXCIII. - Pietro Scanasorza e Servio f. del fn Rinaldo Servio ricevono da Bartolomeo Marmino notaio tanto per cni promettono 18 carlini a Napoli entro 20 giorni dacché vi approderanno. Sotto la loggia del Comune, 1291, 1 gennaio, a vespro. Testi Nicola Beccorosso, Ambrogio Caudaligni. * „ r™ r, ?» ! d‘ 0avi fa u" codicm° al testamento iv. n.CLXIX). Le lire 12 che doveva avere da Micbelina vedovarli Federico devono esser date a »rino Ceffaraino per i servigi che gli ha reso In casa di Marino, 1291, ind. 3-, 8 gennaio, a vespro. Iacopo di Bar-' gono, Ugo cantatore, Lamberto Zorol, Guilino De Nigro e Tommaso Bocono. CXCV. - Vivaldo Roba tutore di Bono del fu Lorenzo Imetde ven-de a Gollata moglie di Pietro Imelde metà di una casa in Bonifacio in Ca-stelletto, che fu di Lorenzo, per lire 5. Sotto la loggia, 1291, 3« ind., 24 gennaio. Nicola Beccorosso, Bartolomeo Fabro e Nicola Galletto. C. 132. CXCVI. - Lo stesso vende a Iacopa moglie di Lorenzo un orto in valle di S. Amancia in Bonifacio per lire 6. C. s. — 316 — C. i:ì‘ì v° CXCVII. — Iacobus Marabotus civis Ianue naulizo vobis infrascriptis mercatoribus taridam meam vocatam Santus [bianco] que nunc est in portu Bonifacii », per portare mercanzie a Genova « pro naulo de sol. 11 den. VI pro quolibet cantario ». Confertino da Levanto per cantara 100, Guglielmo Ren- ilo 50, Nicolò Castelletto da 70 a 100, Pietro Afaitanti cant. 40, Iacopo Paderni 25, Rolando de Bonaparte 30, Tommaso Panzello 50. Concede la nave con tutto l'arredamento e la ciurma, e la terrà pronta per carnevale prossimo, pena 200 lire. I mercanti s’impegnano reciprocamente. Bonifacio, nella chiesa di S. Maria Vergine, 1291, ind. 3a, 23 gennaio circa prima. Testi Iacopo Agalno, Nicola Galletto e Pietro di S. Tommaso scriba di detta nave. c. iss. CXCVIII. — In nomine domini Amen. Suplicat vobis dominis vichariis lohanes Paternus conestabulus balistariorum Comunis Ianue existens ad custodiam castri Bonifacii tam nomine suo quam eciam nomine Nicolai Raci conestabuli dictorum balistariorum qualiter coram vobis denunciavit quod magister Amichus cuius sunt fideiussores in ipso presente ligno suo et sociorum existente in portu Bonifacii Camere comunis Ianue » diede altri garanti ed essi psrciò chiedono di essere esonerati dalla fideiussione. 1 febbraio 1291, circa nona; Iacopo Marabotto e Bonvassallo Cavarunco. CXCIX. — Guglielmo Capello curatore di Pasquale de Domicella erede per metà del fu Vivaldino de Domicella e Giovanni cintraco tutore di Benedetto de Domicella per l'altra metà, come da atti nella curia di Bonifacio, dichiarano ciascuno per la sua parte d'aver ricevuto da Enrico f. di Ruggero pescatore 1. 75 delle 100 che egli con suo fratello doveva a Vivaldino per dote della sorella Iacopa moglie di detto Vivaldo. In casa di Enrico, 1291, 10 febbraio, a vespro. Testi Nicola Beccorosso e Bartolomeo Fabro. C. 133 v° CC. — Jacoba figlia di Ruggero pescatore moglie del fu Vivaldino dichiara ricevuta ai predetti della somma indicata. C. s. 317 - a 134. CCI. « Iohaninus qui dicitar Nocharellus f. Iohannis de Ornano » prorae e a ittio Buycaiino di S. Tommaso distare con lui per famulo e ser- ^ ^ 11011 pai tire prima; compenso vitto e vestito, « et pro- mito quod uxorem non accipiam usque ad dictum terminum ». Pietro a sua vo ta si impegna a dargli vitto e vestito e a curarlo sano e malato. Nicola de uncho e Landolfinello de Panzano garanti sotto pena di 1. 75 che Giovannino starà ai patti. Bonifacio, in casa di detto Manuele [il notaioJ 1291, 18 febbraio, circa nona. Nicola Bontella, Michele Ferro. Giovannino giura di essere maggiore di anni [illeggibile]. CCII. — Guglielmo di Camulio promette a Giovannetta sua moglie « teneie te et tractare pro uxore mea legitima et consignare et dare tibi dimidium domus in qua habito et rerum mearum et non facere tibi malum aliquod nec proicere tibi in hodio aliquem hominem » a pena di 1. 25. Garante Mai ino de Porta. A sua volta Ioanneta promette « tenere te prò marito meo legitimo et facere tibi utilitatem et honorem mariti et non facere tibi villaniam aliquam sub pena lib. 25 ». Convenuto fra le parti che se Guglielmo mancherà possa detta Ioanneta stare in casa separata da lui per un anno, con obbligo al marito di passarle gli alimenti. Nella chiesa della Beata Maria Vergine, 1291, 27 marzo, a vespro; Iacopo Maraboto, Guglielmo Capello e Iano di Chiavari. C. 131 v" CCI1I. — Obertino de Valle fa testamento. Sepoltura nella chiesa di S. Maria; per le esequie la spesa che parrà alla madre. Deve soldi 30 a Guaiardo e ad altri e ricorda alcuni crediti: da Ambrogio tornatore di Genova « agostarios quinque». Per l’anima sua fa legati per agostari 5, e lascia al piete Lamberto di Bonifacio sol. 26. « Residuum dictorum agostarioruin » sia dato al suo socio Martino e così i beni mobili e immobili. In casa di Lamberto de Aquilla, 1291, 10 marzo, a terza; testi Grassetto LJgeto prete, lacobo Coda, Giovanni Ferrato di Sigestro. CCIV. — Lamberto de Vallo de Cinlor (?) burgense del castello di Bonifacio nomina procuratore Cieo Congio abitante di Sassari a ricevere da Guanano Canega fabbro 1. 40 genovesi che gli deve per atto di Guantino Ro- — 318 - manino dal 1° ottobre 1291 e da Giovanni Pili albi qd. Girlandini Pili albi, 1. 24 secondo altro atto. Sotto la loggia, 1291, 16 marzo, a terza. Testi Isseto de Platea e Alamanino de Clavari. C. 135. CCV. — Giovanni de Cicano corso e Perazalio fratelli e figli di Giovanni in presenza e col consenso del padre promettono a Iacopo Cicala che riceve per conto di Angelo Anfungio di stare con lui per servitori per due anni e fare ogni servizio in mare e in terra in villa e in città. Avranno ogni anno vitto e vestito. Sotto la loggia, 1291, 16 marzo, a nona. Nicolò de Campi, Iacopo Maraboto. CCVI. — Marino Tafarano riceve mutuo gratis da Cossa figlio di Bono di S. Agnese 1. 4 e s. 10 da rendere entro un mese. Garanti Lanfranco Bianco di S. Agnese e Tommaso Cardalino. Sotto la loggia, 1291, 16 marzo, circa 3a; Iacopo Cicala e Ambrogio Caudalupi testi. C. 135 v° CCVTI. — In nomine Domini amen. Cum de mandato Dominorum Potestatis et Capitaneorum Ianue, ut patet de ipso mandato per literas scriptas et datas Ianue die XVII novembris et presentatas domino Nicolao Bucanigre olim vichario generali in insula Corsice pro Comuni Ianue, et universitati hominum Bonifacii die XXIII novembris, quod omnes calzerati corsi et obsides qui erant in Bonifacio et omnes alii corsi qui erant in Bonifacio deberent exire permitere cum eorum rebus ad eorum voluntatem pro scambio et redimendo nostros calzeratos videlicet Ianuenseset omnes de Bonifacio ceterosque alios qui capti fuerunt in territorio comunis Ianue per Judicem de Cinercha inimicum comunis cum suis sequacibus et eciam si aliter dicti nostri calzerati non possent haberi nec liberari castrum Ornani quem tenet Enrigus de Cinercha prò comuni dicto ludici redere et restituere deberent ad hoc ut dicti nostri calzerati melius possent liberari et de predictis factum fuit consilium per dictum dominum Vicharium et consiliarios Bonifacii et decretum in dicto consilio nemine discrepante quod predicta fieri deberent ut patet de ipso consilio inactis Curie Bonifacij scripto in M°CC°LXXXX die XXIIII novembris et per alium consilium dicta die celebratum quatenus dicti calzerati et ■ 319 — calmato,™ et alioru^T 7 ^ ^ “>S0'l"n ^ Ia"aensium fuerunt concessi m , ■ ' “ptl pr0 corauni Pr0 'Psorum scambio L cui ~ 0mm“S 01>ert"sde Bargono habitator et burgensis Boni- captus fuit et in ttorTm diI*" ^ ^ mino Ugoni Cnrn V "ctas et post moduœ dal.us et concessus doli» domini Guiliel p e‘US Per iPS"m scambium P™ Ugolino Cataneo Zito pro 1 . 8UÌ diC“ d°mìni Ug°niS qui est obses filium sunm Kr 7°‘ “ * qUi °bertas pro ipsius deliberacione dedit rirrrrrdomino °’8oni carna6°et eius m° et ipse Ianue èr den ne t ® Vichario Bonifacii et in insola Corsine pro comuni Ianuensis *& eX Pait6 dominorum Capitaneorum comunis et populi nom ta,r,r “ Parte u"iversi“is "omin™ Bonifacii quatenus domi-nüema Z ® qUi inc™ratas B»“ifacii P>° comuni nec ali- nec restituere nec *?* “ ‘lliS ,ui ”* in B°nifaclo «tare eciam modo aliquo scanbiare per aliquem nec per ahquos Z!riTat0S BOnifaCii n“ alii capti fuerint4;: mnes istos pro illis omnibus lanuensibus et de Bonifacio qui “ 1“ «“«tres nobiles lanuenses qui Ui. diebus capti , Pa,tlb® Portus veneris possent liberari et quod si aliter factum d ml„r c! t SMt in PeriC"'° m0rtis et h0C Sit de ”a"dat° * volanti domino, ora Capitaneorum et Sapientnm Ianue et eciam si forte alitar fieri P esmneret esset contra voluntatem dominorum Capitaneorum et comuni t sme scent,a et volunUte consilii Bonifacii et de predictis dictus 0“ scribam cÛ.Tk T- “nirersitatis Bonifacii *°gavit vos Mannelem c c Bonifacii qnod de predictis faciatis publicnm instrumentum Actum in Bonifacio ante domum domini Pauli Aurie anno dominice Ma,filo A 00'LX™ in'Jiciol’e «I* <#• «IUm. marcij circa nonam. Testes t.,,-i„ r, “"r “S Ayraeius’ OcfWmus de Nigro et Nicolaus Bechus no-s. Item d,età bora et die et loco decrevit dictus Vicharius quod omnes ■ tara ostaigui quam calzerati qui sunt in Bonifacio taliter faciant cu-s ni quod aliquis non possit exire nisi secundum mandatum dominorum capitaneorum comunis et populi Ianuensis pro aliquo modo seu ingenio et qaoi ,,) , is qui eos acipiant detur caupcionem et dictus Vicharius dicit poneie guardias duas pro ipsis custodiendis. c. Via. CCV1II. - Marmo Doria dichiara a Iacopo Cicala vicario in Bonifacio per H Comune .li Genova e stipulante a nome di Nicola Boccanegra e fratelli che secondo quanto è stato pattuito tra loro in occasione della liberazione — 320 — di Nicola Boccanegra gli deve 200 lire gen. entro un mese dacché Leonardo de Campo sarà arrivato nel castello di Bonifacio « et hoc ad voluntatem d.ni Nicolai et fratrum et aliorum amicorum suorum ». Simone Stancone e Nicolino de Campo f. di Leone garantiscono, ciascuno in solido. Bonifacio, nella chiesa della Beata Maria Vergine, 1291, 21 marzo, circa terza. Guglielmo Capello e Nicolino di S. Romolo, testi. CC1X. - Riccadonna moglie di Giovannino Pulpuri, riceve da Enrico Esente tutore dei minori di detto Giovannino 1. 91, s. 11, den. 4 in paga mento delle 1. 72 che egli aveva avuto da lei come dote. Consiglieri i testi. Bonifacio, nella chiesa della B. Maria Vergine, 1291, 4 aprile; Bartolomeo Fabro, Iacopo de Gergona e Tealdino de Tealdo testi. C. 130 v" CCX. — Simone Stancone dichiara a Presasco Ienero Bojanm ricevuta di quanto gli doveva a transazione di tutti i loro debiti e ci editi. Sub logia, 1291, 11 aprile circa vespro. Testi Caritello de Forestano, Guglielmo Fabro e Guglielmo Capello. c. 137. CCXI. — Gli infrascritti servientes posti dai Capitani del Comune di Genova alla custodia del castello di Bonifacio nominano Giovanni Paieno e Almanino de Clavaro a esigere dai capitani e clavigeri del Comune la paga di sei mesi « quam recepturi erimus de tempore quod serviemus et stabimus pro dicto Comuni ad dictam custodiam ». Giovannino di Recco, Simone di Rivarolo, Oberto Soldano, Pagano Faiso, Iacopo di Albaro, Guglielmo di Fabrica, Anseimo Calegario, Giachino De Nigro, Vassallo De Pine, Palodo de Langasco, Obertino di Pontedecimo, Enrico di Pontedecimo, GL’clamo Barilario, Nicola de Merlone, Giovanni Manno di Portomaurizio, Nicola Rato, Lanfranco Bianco, Bernardino Arimatore, Tomaso de Taliane, Obertino Viale, Federico de Grimaldo, Guglielmo Clapur, Perni de Acquaviva, Ansaldo Casa-inavali, Daniele Musso, Guglielmo de Campo, Giovanni Traverso, Francheto Villano, Cresimo di Soziglia, Bonvillano de Montanaro, Ascolo di Voltaggio, Conte di Parodi, Giorgio Calvo, Andrea de Bancha, Lorenzo de Voltri macellaro, Guglielmo Guaraco, Samuele Arcanto, Ughetto di Isola, Iacopo di Aquila, Pateno Savascheno tagliatore, Giacomoto olim serviator, Giovanni Alara, Filippo Pareno, Giovannino di Corvara, Montanino tagliatore, Bartolomeo de - 321 - Merlune, Gaetano Negro di Gavi, Iacopo Raineri di Voltaggio e Nicolò Surdo di Voltaggio. Bonifacio, nella chiesa della B. Maria Vergine, 1291, 21 aprile, ind. 3, circa terza. Testi Guglielmo Fabro e Pietro di Voltaggio. C. 137 v° 00X11. — Mandino Anselmacio promette a Iacopo Spinola stipulante a nome di Ogerio Pallavicini che farà in modo che la propria figlia stia con lui « pro famula et servicia li » per sei anni, con le solite condizioni. Sub logia, 1291. 21 aprile, circa vespro; Enrico Fabro e Guglielmo Capello testi. OOXIII. — Iacopo Cicala vicario in Bonifacio per il Comune di Genova dichiara a Iacopo Spinola stipulante a nome di Gabriele Spinola, Lanfranco De Nigro e Andrea Fabro, di ricevere da loro tanto per cui darà 1. 100 entro il primo luglio p. v. Bonifacio, in ripa maris, 1291, 23 aprile, circa terza. Raimondo Salinerio, Manuele Stancone e Guglielmo Capello testi. c. m. CCXIV. — Rolandino qd. Ugolino de Zunza promette a Iacopo Spinola di stare con lui come servo per sei anni. Rolando Anselmacio garante, solite condizioni. Bonifacio, in casa di Ugone Fabro, 1291, 23 aprile, circa nona. Iacopo Cicala, Simone Stancone e Pietro di Voltaggio testi. CCXV. — Bongiorno adulatore, curatore dei beni di Guglielmo de Fornari vende a Giovannina moglie di Guglielmo come maggiore offerente a pubblica asta metà di una casa (l’altra metà di Giovanni de Porta) posta nel castello di Bonifacio in contrada della porta, tra la via pubblica, la casa di Benvenuto di Tealdo e quella di Egidio Vacca, per 1. 55 genovesi. Egualmente un orto o pezzo di terra arborata posto in quartalaria, limitato da due parti dalla strada, e dalle altre dall’orto di Marignano Sardo e di Ugo Cantatore, per 1. 21. Così pure due parti di una barca e relativo sartiame per 1. 6, sol. 13 den. 4; due terzi di un mulino a vento posti in cavo Castri Bonifacii presso il mulino di Marino Calegario e circondato da tre parti da terra vacua per 1. 34. Inoltre metà di una casa indivisa con Placibella madre di detta Giovannina, con da un lato la casa dei frati di S. Maria de budellis, 21 — 322 — dall’altra Alasia de Macello, dietro la casa di Giovanni Rati per 1. 45: in tutto 1. 162, s. 3, den. 4 di cui si dichiara soddisfatto. Iacopo Bancherio giudice e gerente le veci del podestà di Bonifacio autorizza e legittima la vendita. t. Bonifacio, nella chiesa di S. Maria, 1291, 19 aprile, circa terza. Nicolo Galletto, Barosio Fabro e Daniele di Novi esecutore della curia, testi. C. 138 v° CCXVI. — Giovannina moglie di Guglielmo dichiara a Bongiorno (v. s.) di ricevere come dote ed extradote 1. 162, s. 3 e den. 4 sui beni immobili venduti da detto Bongiorno e inoltre 1. 17 e s. 10 che restano sui beni mobili di detto Guglielmo venduti all’asta dallo stesso Bongiorno. C. s. a 139. CCXVII. — Simone Stancone riceve da Ligorio Vinato di Napoli tanto vino per il quale darà 1. 205 entro il 1° di agosto. Sub logia, 1291, 29 maggio, circa terza; testi Bando di Portovenere e Bernardo de Buscarino. CCXVIII. — Giorgio Anivino cittadino genovese dichiara di ricevere da Ansaldino Usodimare once 130 e tari 17 d’oro buono impiegato in vino che deve portare a- negoziare in Sardegna e dove potrà «ad risicum et foi tu- li am maris et gentium ». Bonifacio, sub logia, 1291, 1 giugno, circa terza. Iacopo Cicala e Bernardino di Rovegno testi. C. 130 v° CCXIX. — In nomine Domini amen. Nos Iacobus Cigalla vicharius in Bonifacio prò Comuni Ianue de voluntate Antianorum et consiliaiioi um infrascriptorum et nos infrascripti Antiani et consiliaiii dicti casti i auctoritate et voluntate dicti vicharij videlicet Raimundus Salinerius, Symon de Campo, Barasius Faber, Andreas de Levanto, Iohanes Tornei us. Iohanes labei, Guilielmus Capellus, Nicolaus Marcbesanus, Iohanes de Porta, Iacobus Spanus, Nicolaus Galletus, Iacobus de Pontedecimo, Bresaninus Manejardi, Guilielmus de Clavaro, Guilielminus draperius, Filipinus de Montanea, Ricobonus Faber, Iacobus de Vultabio, Nicolaus Corvus, Lanbertucius de Tincho, Martinus de Porta, Iohanes Barbatus, Gregorius Marzoracius, Iohanes Ratus, Capellinus - 323 - Capellus, Canicellus de Forestano, Guilielmus Faber et Guilielmus Cerinus quilibet nostrum in solidum nominibus nostris proprijs et nomine et vice totius univeisitatis hominum dicti castri facimus, constituimus et ordinamus nostrum et dicte universitatis sindicum et procuratorem Symonem Fabrum piesentem et ìecipientem ad petendum, requirendum, exigendum et recipiendum pio nobis et nostro nomine et nomine dicte universitatis a dominis Capitaneis et clavigeris dicti comunis secundam pagam Burgorum quam homines un i veisitatis Castri predicti habere et recipere debent a comuni Ianue pio eoium secunda paga et ad ipsam conducendam in Bonifacio ad lissicum et fortunam pro ut consuetum est et ad vocandum se quietum et solutum de dicta paga quam pro nobis et nostro nomine et demum ad omnia et singula faciendum que in predictis et circa predicta fuerint necessaria facere et que merita causarum postulant et requirunt. Dantes et concedentes dicto sindico et procuratori liberam et generalem administrationem. Item ad petendum, exigendum et recipiendum pro nobis et dicta universitate a dicto comuni restauracionem et mendeam et logerium roncinorum et asinorum qui perditi fuerunt in exercitu quondam domini Luchini Aurie tunc vicharij in Corsicha pro comuni in servicio comunis Ianue de quibus asinis et roncinis fit mencio in scripturis publicis factis et autenticatis per consilium Bonifacii secundum quod estimati fuerunt et demum ad omnia et singula faciendum que in predictis et circa fuerint necesaria facere. Dantes et concedentes dicto sindico nostro liberam potestatem et generalem admini-stracionem. Promitentes tibi notario infrascripto stipulanti et recipienti nomine cuius vel quorum interest vel intererit ratum et firmum habere et tenere quicquid per dictum sindicum et procuratorem eorum factum fuerit in predictis et circa sub pena dupli et obligacione omnium bonorum nostrorum. Actum in Bonifacio in ecclesia Beate Marie Virginis anno dominice nativitatis M°CC°LXXXXI, indicione III, die Va Iunij circa vesperas. Testes Iacobus Bartolomei Andree, Guilielmus de Nigro et Daniel exeeutor curie. C. 140. CCXX. — Giovannino di Multedo, Fresereno de Clavica cede a Faciolo de Fornari il credito a sua volta cedutogli da Iacopo Cicala, per 1. 15 e s. 10, contro Leonardo Ranficoto e Omodeo Clavone. Qualora il credito sia inesigibile la somma sarà restituita. In casa del notaio, 1291, 10 giugno, a vespro; Lambertino de Cincho e Giovanni di Struppa, testi. — 324 CCXXI. — Faciolo de Fornari riceve da Giovannino iieseieno de Clavica tanto per cui darà entro 2 mesi 1. 35. In casa del notaio, c. s. C. 140 v. CCXXLI. — Lambertino de Cincho dichiara a Giovannino Fieseieno de Clavica di ricevere tanto per cui gli darà l. 15 entro la festa di S. io e e. C. s., 1291, 10 giugno, circa vespro. Faciolo de Porta, Giovanni di Struppa testi. CCXX1II. — Faciolo de Porta riceve da Giovannino iieseieno de Clavica tanto per cui gli darà 1. 15 entro S. Michele. C. s. testi Giovanni di Struppa e Lambertino de Cincho. CCXXIV._ Lambertino de Cincho da Giovannino Fieseieno de Clavica riceve tanto per cui darà 1. 15 entro la festa di S. Michele. C. s., testi Faciolo de Fornari e Giovanni di Struppa. CCXXV. — Faciolo de Fornari riceve da Giovanni Fresereno de Clavica tanto per cui darà 1. 15 entro San Michele. C. s., testi Giovanni di Struppa e Lambertino de Cincho. CCXXYI. — Enrico di S. Ambrogio scriba, Manfredo di Moneglia pellipario nominano Opicino pellipario di Sarzana e Ascheto tagliatore di Castelieto loro procuratori a riscuotere ogni loro credito. Sub logia, 1291, 16 giugno, circa nona. Giberto de Parma, Rufino e Domoculta merzario, testi. C. 141. CCXXVII. _ In nomine Domini amen. Nos Iacobus Cigalla vicharius in Bonifacio prò comuni Ianue nomine et vice universitatis Castri et, loci predicti et nos infrascripti Anciani et Consiliarii dicti loci auctoritate dicti Vicharii nominibus nostris propriis et nomine et vice universitatis hominum Boiiifacij videlicet Leonardus de Campo. Raimundus Salinerius, Baiasius Faber, Obertus de Bargono, Guilielmus Capellus, Johanes Tornellus, Nicolaus Galletus, Nicolaus Marchesanus, Guilielmus de Clavaro, Guilielmus labei, .Jacobus de Vultabio, Petrus de Vultabio, Enrichus de Pontedecimo, Symon (le Campo, Iohanes de Laria, Nicolaus Corvus, lacobiiiusde Pontedecimo, Ricobonus Faber, lohanes de Porta, Obertinus Barisoni, Fortis Maranconus, Martin as de Porta, Lanbertucius de Tinco, lohanes Meninus, et lohanes Barbatus quisque nostrum in solidum facimus, constituimus et ordinamus nostrum sindicum, noncium et procuratorem et dicte universitatis Andream de Levanto presentem et recipientem ad petendum, requirendum et exigendum nomine dicte universitatis a comuni Ianue et a dominis Capitaneis rest.au-racionem et mendeam asinorum et runcinorum qui prestati fuerunt pro bono dicti loci quondam domino Luchino Aurie olim vichario in Corsicha pro comuni Ianue et qui asini et runcini perditi fuerunt in dicto exercitu in honore et servicio dicti comunis. Item ad petendum et requii'endum dictis dominis et comuni illam quantitatem peccunie quam homines dicti Castri prestaverunt dicto quondam domino Luchino Aurie et que soluta fuit pro proficuo de libris CCCC que prestate fuerunt dicto domino Luchino. Item ad requirendum emendacionem dampni quod homines Bonifacii habuerunt et substinuerunt in exercitu apud Saragiam in servicio comunis Ianue et recatum quod homines dicti loci solverunt occasione eorum deliberacionis. Item ad petendum et requirendum dictis Dominis Capitaneis et Comuni quod pro Deo et Maria placeat eis confirmare treguam quam fecimus cum corsis per illud tempus quod eam fecimus, semper ad eorum voluntatem pro ut ordinatum est et ad peccuniam quam pro nobis et dictis nominibus receperit nobis conducendam vel mitendum ante se ad rissicum et fortunam nostram. Et ad vocandum se quietum et solutum de eo quod pro nobis et nostro nomine receperit et instrumentum finis et remisionis faciendum. Et generaliter ad omnia et singula requirendum a dicto comuni et a Dominis Capitaneis que sint necesaria et pro bono statu et utilitate nostra et hominum dicti loci, et demum ad omnia et singula facienda que in predictis et circa predicta fuerint necesaria faciendum et que merita causarum postulant et requirunt et que nosmet facere possemus si présentes essemus. Constituentes ipsum procuratorem ut in rem suam. Dantes et concedentes dicto sindico et procuratori liberam et generallem administracionem. Promitentes tibi notario infrascripto stipulanti et recipienti nomine cuius vel quorum interest vel intererit nos ratum et firmum perpetuo habituros quicquid për dictum procuratorem nostrum factum fuerit in predictis et circa sub pena dupli et obligacione omnium bonorum nostrorum. Actum in Bonifacio in ecclesia Beate Marie Virginis anno dominice nativitatis M°CC°LXXXXI indicione III* die XXIII Iunii circa terciam. Testes Iacobus Bartolomei et lohanes cintracus executor et Daniel executor. — 326 — C. 141 v CCXXYIT1. — I « servientes » alla custodia del castello di Bonifacio nominano Princivalle e Bentramino Cicala procuratori a riscuotere dai capitani e clavigeri del Comune la paga loro di quattro o sei mesi « vel eo tanto temporis quantum placuerit dominis Capitaneis et clavigeris et eam nobis mittere » per il loro servizio. Sono: Giovannino di Recco, Anserò cale-gario, Girardo de Parma, G-irardo Bancherio, Giovanni Marino di Porto-maurizio, Nicolò Rato de Cervo, Tomaso tagliatore, Bernabò balestriere, Bonvillano de Montauro, Giorgio Carunce, Nicola Sardo, Enrico di S. Ambrogio, Garvano di Voltaggio, Giovannino di Busalla, Ageno di Voltaggio, Giovannino de Bargono, Poncio di Castelletto, Manfredo Musso, Giovannino di Chiavari, Martino di Caprara, Bonagiunta di Chiavari, Ruzineto de Clama, Palamede di Modena, Lorenzino pellipario, Marino de Banchi, Obertino de Ganducio, Berrone de Nigro, Ambrogio spedano, Nicolò Monelli, Folco di Gavi, Antonio de magistro, Gabriele di Gavi, Manfredo di Moneglia, Durante di Alba, Guglielmo Bianchetto, Opertino de Ponte, Alberico di Chiavari, Manfredo Guasteno, Antonio Boca, Domenico Gennabo, Pagano di Voltaggio, Januino di Chiavari, Giovannino di Corvara, Enrico de Monte di Lerici, Guglielmo ligatore, Manuele Tuvo di Parodi. Bonifacio, nella chiesa della B. Vergine Maria, 1291, 4 luglio, circa vespro. Testi Robello Usodimare, Rolando di Sestri e Giovannino pisano. a 142. CCXXIX. — Atto analogo al precedente da parte di Pietro Aspetto, Folco di Ventimiglia, Francesco di Fabbrica, Giovannino de Predono, Anseimo Alenoso, Simone Bianco, Bonsignore Fabro, Nicolò di Casana, Maimone Vigno-lacio, Giovannino di Cherasco. C. s. 3 (sic) luglio, testi Nicolò Rato e Obertino di Pontedecimo. C. 142 v° CCXXX. — Omodeo Clavone, Nicolò di Struppa, Guglielmo Grassen: Tomaso Bocuto, Simone Fabro ricevono da Simone Salis tanto per cui daranno 1. 14 entro il 1 ottobre. Nella chiesa della B. V. Maria, 1291, 26 luglio, circa terza. Nicola Galletto e Giovannino balestriere testi. - 32? — CCXXXI. — Il predetto Omodeo da Nicola f. di [nome in bianco] riceve tanto per cui darà 1. 3 al ritorno col suo legno armato chiamato [in bianco] « causa disarmandi aut campum faciendi. Sano tamen eundo et. redeundo dicto ligno ». Nella chiesa della B. V. Maria, 1291, 26 luglio, circa terza; Guglielmo Grassen e Nicola Corso Pantaracio. CCXXXII. — Omodeo Clavone, Guglielmo Grassen, Patri no Porcheto, Tomaso Bocario e Simonino Fabro ricevono da Nicola Corso Pantaracio tanto per cui daranno 1. 15 entro il 1° ottobre e anche prima « si antea veniemus in Bonifacio cum lucro». In Bonifacio, nella fusta di Ottone Turchi calafato, 1291, 3 luglio, verso vespro. Nicola Galletto e Faciolo de Forestano, testi. C. 143. CCXXXIII. — Ricafìna vedova di Comite Pene nomina il loro figlio Barisone procuratore a vendere le terre che il detto Comite aveva in Bosa e nel territorio e a farne carta di vendita e ogni atto in suo nome. Bonifacio, nella casa che fu del detto Comite; 1291, ind 3a , 4 settembre verso terza. Testi Negro di Voltaggio e Guglielmo di Bobbio fresereno. CCXXXIV. — Beniviene di Trabuco e Tomaso Clarella ricevono da Verdina moglie di Giniolo Vacca 1. 7 e s. 10 in società; che devono portare a negoziare sino a Santa Selerega (?) e di qui dove potranno « ad risi-cum et fortunam maris et gentium eundo stando et redeundo ». Al ritorno daranno 1. 7 e s. 10 con metà del guadagno.' Davanti alla casa di detta Verdina, 1291, 26 agosto, verso nona. Testi Ambrogio Caudalupi e Giovanni Rato. CCXXXV. — Nigrino de Veieta, Beniviene e Tomaso Clarella ricevono da Lambertino de Cincho 1. 15 da portare c. s. Testi Simone Stancone e Raimondo salinerio. a 144. CCXXXVI. — Guglielmo Capello tutore di Pasqualino figlio ed erede per metà di Belmusto di Domicella, e Benedetto di Domicella altro erede vendono e consegnano (interrotto). — 328 — CCXXXVII. — Benedetto di Domicella, figlio ed erede di Belmusto di Domicella, per metà con beneficio d’inventario, e Pasqualino di Domicella figlio ed erede c. s., per autorità di Guglielmo Capello tutore di Pasqualino, nonché lo stesso Guglielmo nella sua qualità di tutore vendono ad Ansuina moglie del detto Belmusto come maggiore offerente all’asta, la terza parte di una casa nel castello di Bonifacio che Belmusto aveva indivisa con le sorelle, per 1. 62. Sotto la loggia, 1291, 15 settembre. Testi Barasio fabro, Giovanni balestriere e Tomaso sarto. CCXXXVIII. — Ansuina dichiara di ricevere 1. 99, sol. 17, den. 10 dai predetti, comprese 1. 16 sol. 13 e den. 4 in denaro, di quanto le spettava per le sue doti e sotto diversi titoli sui beni di Belmusto. Sotto la loggia, 15 settembre 1291. Testi come sopra. C. 145. CCXXXIX. — In nomine Domini amen. Ego Manuel Nicolaus de Porta notarius facio constituo et ordino meum certum nuncium procuratorem et loco mei Iohanem de Fossato notarium absentem tanquam presentem ad petendum exigendum et recipiendum pro me et meo nomine a comuni Ianue salarium meum quem habere et recipere debeo a dicto comuni occasione seri-banie castri Bonifacij quam exerceo et servivi a M° CC° LXXXX die XXI Iullii usque in M° CC° LXXXXI die.... septembris et ad vocandum se quietum et solutum a dicto comuni sive a dominis clavigeris dicti comunis et demum ad omnia et singula faciendum que in predictis et circa predicta fuerint necessaria faciendum dans et concedens dicto procuratori meo liberam potestatem et generalle mandatum promitens me ratum et firmum habere et tenere quicquid per dictum procuratorem meum factum fuerit in predictis sub pena dupli et obligatione omnium bonorum meorum. Actum in Boniffacio in domo mei notarii infrascripti anno dominice nativitatis MCCLXXXXI indictione III die XX111“ septembris circa nonam. Testes Daniel executor et Antonius executor. CCXL. — Sibelina moglie del fu Pietro afaitator, tutore di Cresilia, Bartolomeo e Piacentina figli di Pietro Pericoli, nomina il proprio genero Bo-rella di maestro Alberto procuratore a portar merci di quei minori e impiegarle in Bonifacio e a fare ogni atto relativo mercantile e legale; Iacopo Cicala vicario di Bonifacio dà l’approvazione a questo atto. Bonifacio, sotto la loggia, 1291, 24 settembre, circa terza. Testi Carano Aceto notaio, Bandeto di Portovenere e Giovannino Pancia. - 329 — C. 145 v" OCX LI. __ h notaio di Iacopo Cicala vicario e podestà per il Comune di Genova nel castello di Bonifacio in presenza e cognizione di Leonardo de Campo e Beniamino del fu Manicardo de Busia parenti di Stefanino del fu Manzaido, visti l'età e i costumi e la capacità del detto Stefanino e uditi i testi prodotti, risultando che è superiore ai 18 anni, dà allo stesso Stefanino « veniam statutorum » e lo autorizza a stare in giudizio e fuori e a riattare i propri affari e ad agire come se fosse superiore ai 25 anni. Sub logia, 1291, 24 settembre, circa nona. Testi Leonardo de Campo, Cai lino chierico di Pavia, Beniamino Manzardi. CCXLII. — Folco di Yentimiglia nomina procuratore Bonsignore Fabro a riscuotere la paga che gli spetta per il tempo che stette a servizio e custodia del castello di Bonifacio. Sotto la loggia, 1291, 25 settembre, circa terza. Bartolomeo Fabro, Benvenuto untore testi. C. 14(i. CCXLIII. — Stefanino del fu Manzardo di Busia etatis veniam consecutus dichiara a Carlino chierico di Pavia di aver ricevuto l’intero pagamento di quanto esso Carlino aveva avuto in custodia e gli doveva dare per qualunque motivo sull’eredità che gli spettava per la successione di Corso suo fratello. Sotto la loggia, 1291, 25 settembre circa vespro. Simone Stancone e Giovannino Beccorosso testi. C. I4(i v° CCXLIV. — Donesella vedova di Giovanni de Beni venga anche in nome delle figlie nomina Berna macellaro procuratore a riscuotere ed agire pei lei. Iacopo Cicala vicario di Bonifacio autorizza. Nella chiesa della B. V. Maria, 1291, 28 ottobre, circa terza. Banchero Saca, Martino de Porta, Bartolomeo Fabro notaio testi. CCXLV. - Saluco di Capocorso nomina la moglie Gioannina procu-latiice a riscuotere 1. 10 da Omodeodi Chiavari secondo un diritto cedutogli da Iacopello di Alessandria. Bonifacio, sotto la loggia, 1291, 18 ottobre circa nona. Enrico di S. Ambrogio scriba e Giulino de Nigro testi. — 380 — C. 147. CCXLYI. — Liceno figlio del qd. Enrico muratore, curatore dei beni del fu Nicola figlio del qd. Bartolomeo Znca e tutore di Margherita f. dello stesso Bartolomeo ed erede per un terzo di Alamanina moglie di Baitolomeo e di Filippina altra figlia di Bartolomeo erede per due terzi come sopia, vende a nome dei vari eredi a Giovannino Lapatella maggior oileiente all’asta pubblica una casa del detto Bartolomeo per l. 40 e un orto « in valle confinacia » per l. 8 e sol. 10. Il vicario Iacopo Cicala sapendo che dai beni mobili dei detti eredi non si ricavava tanto da pagare i debiti, autorizza la vendita. Nella chiesa della B. V. Maria, 1291, 15 novembre, circa nona. Barasio Fabro, Ianni no sartore e Guglielmo Capello testi. C. 144 vn CCXLYII- — Liceto c. s. vende a Iacopo Spano due parti della quarta parte « unius afaitane » in Bonifacio nel luogo detto confinacia, che è pro indiviso con Guglielmo di Camogli, per sol. 28 den. 4. Il vicario Cicala approva. C. s.; testi lanino de Cincho, Giovanni Fabro, Barasio Fabro. c. 148. CCXLVIII. — Bongiorno exente curatore dei beni del fu Bon vache vende a Iacopo speziarlo, maggior offerente all’asta, una casa nel castello di Bonifacio « in contrata darsane » che fu degli eredi di Bonvache ed è indivisa con la vedova di lui Angiuna, per l. 32 e sol. IO. Il vicario Cicala approva. Sub logia comunis ubi regitur curia, 1291, indiz. 4*, 29 novembre. Testi Barasio Fabro, Guglielmo Fabro, Carano Aceto notaio. C. 148 v° CCXLIX. — Flanenga figlia del fu Bosso comite de Ganza fa testamento. Sepoltura presso la chiesa di S. Maria; sol. 20 per le spese. Al prete Nicola di S. Maria per messe sol. 5. Degli altri beni erede Vassallino suo figlio, se è vivo; e perciò tutti i suoi beni dopo la sua morte siano affidati a Bernardo e Pasquale de Domicella che li custodiscano per detto figlio, se vive, sino al suo arrivo, detraendo le spese. E se il figlio morisse senza eredi, gli succedano i frati di S. Amancia. - 331 - Bonifacio, nella casa in cui abita Gavino de Pace, 1291, ultimo di novembre, circa sonura campane. Testi Prete Nicola prete di S. Amancia, Corso Pantaracio, Filippo di Quenza, Girolamo Bianco, Nicola di Landolfo. COL. — Iacopo Saliceto f. del fa Guglielmo Saliceto dichiara a Giovannino da Levanto f. del fa Oaparone di ricevere a mutuo gratis et amore sol. 22 da rendere entro due mesi e anche prima, se approderà prima a Genova. Bonifacio, sub logia comunis ubi regitur cuna, 1291, ind. 4a, 16 dicembre, circa nona. Testi Lanfranco di Mignanego e Beniamino de Fossa rello. ATTI NOTAIO EMANUELE NICOLA DE PORTA 9 MAGGIO 1297 - 4 MAGGIO 1298 nel registro intestato a De Donato Facio ed altri, carte 170-193 C. 170. I. — Guglielmo (lacero) riceve da Montanino balestriere « tantum de tuis rebus mihi necessariis in cibo et potu et aliis mihi necessariis pro sustentatione vite mee in (castro?) Bonifacii » per cui darà l. 16 entro sei mesi... Actum Ianue {sic) sub logia ubi regitur curia, anno dominice nativitatis MCCLXXXXVII ind. VIIII die VIIII madii post terciam. Testes dominus Petrus canonicus Ianue, Carlinus de Pavano et Nicolaus de Camulio notarius. II. — Raimundus salinerius comunis Bonifacii vende e cede a Enrico ili Alessandria tutte le ragioni e i diritti che ha e possono competergli contro gli uomini della villa di Brando sulle 1. 14 genovesi che Enrico aveva nel legno armato di Raimondo, chiamato S. Giorgio, e sulle 1. 50 che lo stesso Raimondo deve avere dagli uomini di Brando. Documento poco leggibile: vi è inserito altro atto del 9 gennaio 1297 dal quale appare che Enrico di Alessandria fu derubato dagli uomini della villa di Brando i quali depredarono il legno di Raimondo danneggiandoli tutti due. In Bonifacio nella casa in cui abita Macio Petrella notaio. Testi Crestolino Crestono a Guglielmo Cantatore; 1297, 12 maggio, indiz. 9°, all’ora di vespro. C. 170 v° III. — In nomine Domini Amen. Nos Raimundus salinerius et Pre-ciossa iugales quisque nostrum in solidum vendimus cedimus et tradimus tibi Johani Bechorubeo notario procuratori domini Marini Aurie et ementi eius nomine pecias terrarum infra. Primiter peciam unam terre positam in Aragnino cui coheret a levante via publica a ponente vallis sinapi pro parte el prò parte terra presbiteri Lamberti, a tramontana terra Adamis barberii - 836 et a merìdie Rocha longonis. Jtem peciam unam terre positam loco ubi dicitur arenella cui coheret a levante terra Leonis de Campo a ponente terra Mussi de Macello, a tramontana terra Ugonis de Lumbardo a meridie ripa maris. Item aliam peciam terre positam loco ubi dicitur Linguella cui coheret a levante terra prò parte Ugonis de Lumbardo et prò parte terra Mussi de Macella et a ponente terra Riva maris, a tramontana Rocha et a meridie terra dicti Mussi. Item aliam peciam terre positam loco ubi dicitur Linguella cui coheret a levante terra Mussi sive Rollandì Gore, a ponente terra Ugonis de Lumbardo, a tramontana terra Mussi et a meridie terra Comite de Viridis. Item peciam unam terre in Cazalis sive in rivis de Georgio cui coheret a levante terra selvatica que fuit Guideti de Varisio, a ponente terra Gambegrosse, a tramontana terra Gabrielis Ususmaris et a meridie via pubblica et omnes alii confines si qui sunt. Item omnes alias terras domesticas et salvaticas quas dicti iugales habent in territorio Bonifacii citra ipsas salinas finito precio lib. centum jan. de quibus me (sic) a te bene quietum et solutum voco. Seguono le solite formule legali. Preciosa agisce « in presencia iussu et voluntate dicti viri mei et consilio testium infrascriptorum quos in hoc casu meos consi -liares eligo et appello ». Actum Bonifacio in ecclesia Beate Marie Virginis anno dominice nativitatis M.CC.LXXXXVII ind. VIIII die XXI madii hora completorii. Testes Enricus de Pontedecimo, dominus Petrus Cani et Capelinus Capellus. c. in v° IV. — Giovanni Beccorosso notaio, procuratore del nobile uomo Marino Doria Vicario in Bonifacio ed in Corsica e podestà di Bonifacio per il Comune di Genova — come de procura in atti della curia di Bonifacio dello stesso giorno 21 maggio — promette che se i coniugi (v. atto precedente) pagheranno entro Natale le L. 244, s. 16 che Raimondo deve a Marino..... resta interrotto. C. 172. V. — In nomine Domini amen. Nos Raimundus salinerius et Pre-ciossa iugales quisque nostrum in solidum confitemur tibi Johani Bechorubeo notario procuratori domini Marini Aurie ut de procura constat per publicum instrumentum scriptum in cartis publicis curie Bonifacii hoc anno et die nos tibi et solvere debemus et dare et solvere promitimus integram solucionem illarum librarum CCXXXXIIII et sol. XVI quas dicto domino Marino dare teneor ego dictus Raymundus ex tenore quatuor instrumentorum tofum sale quod procedet et percipietur in anno presentis sive precium quod procedet - 337 — ex ipso sale videlicet de nostris salinis quas habemus in territorio Bonifacii loco ubi dicitur ad Speronum et promitimus et convenimus vobis dicto Johani recipienti dicto nomine dictas salinas facere laborare et ordinare prout consueti sumus renunciantes exceptioni bene legaliter et bona fide sub pena lib. centum jan. solempniter stipulata et promissa et obbligatone omnium bonorum nostrorum. Versa vice ego dictus Johanes dicto procuratorio nomine promito et convenio vobis dictis iugalibus quod totum sale seu precium quod ex ipso percipietur quem mihi dederitis et solveritis.......integram solucionem quantitatum dictarum lib. CCXXXXIIII sol. XVI et completa solucione predicta integram dictam pecunie quantitatem tibi reddere et restare cassam et irritam et nullius valoris sub pena dupli et obligacione omnium bonorum dicti domini Marini. Actum Bonifacio in ecclesia Beate Marie Virginis anno dominice nativitatis M.CC.LXXXXVII ind. VIIII die XXI Madii hora completorii. Testes Enricus de Pontedecimo, Capelinus Capellus et Castelinus de Campo et dominus Petrus Canis iudex. VI. — Enrico maestro d’ascia e Giovanni suo figlio eredi testamentari di Marano de Porta vendono a Giovanni de Barbaro metà di una grotta, che (u del detto Marano e che hanno indivisa con Oberto Maniaferro, sulla riva del mare presso il lido del mare e confinante con Enrico di Pontedecimo e Leone de Campo, per 1. 10 e sol. 10. Pietro Cane giudice e assessore di Marino Doria vicario in Bonifacio e Corsica e podestà di Bonifacio autorizza e conferma la vendita avvenuta « in pubblica calega. ». Bonifacio, sotto la loggia del Comune, 26 maggio, dopo terza. Testi Giovanni Menino, Giovanni Lombardo e Giorgio de Norasco. C. 172 v° VII. — I predetti vendono a Giacomo Speciario metà di una casa avuta in eredità dallo stesso Marano che hanno indivisa con Agnesina figlia di Enrico e vedova di Nicola di Ventimiglia, nel castello di Bonifacio fra la via pubblica, la casa di Giovanni di Struppa da un lato e dall’altro di Oberto de Porta, per 1. 30 e sol. 10 che ricevono. Pietro Cane giudice ecc, approva. Luogo e giorno c. s.; testi Giovanni Menino, Simone de Domicella e Alcontcro Gincha. 22 338 - C. 173. Vili. — Olivello di Tortona figlio del fa Opizino di Milano riceve da Marino Doria vicario in Corsica e castellano di Bonifacio tanto per cui gli darà 1. 4 a sua richiesta. Actum Janue {sic) sub logia comunis, anno 1297, ultimo giorno di maggio, circa terza. Testi Guglielmo Capello e Giovanni Cintraco. C. 173 v° IX. — Calasela figlia del fu Jacopo Fornario e vedova di Oberto caiegario di Camogli esecutrice testamentaria del marito, a nome dei figli vende a Coceto di Voltaggio un orto in territorio di Bonifacio in valle Longoni, come al maggior offerente « in publica calega », per 1. 17 sol. 1, che dichiara di ricevere. Pietro Cane giudice e assessore di Marino Doria ratifica. Bonifacio, in camara dicti domini iudicis, 1297, 7 luglio dopo nona. Testi Facio Fornario, Egerio Fornario e Guglielmo de Maddalena. X. — Giovannino di Caudena qd. Guglielmo Danna di Andora riceve da Simone del fa Guglielmo drappiere « tantum de tuis rebus et in cibo et in potu » per cui darà 1. 12 entro due mesi ed anche prima se sarà pagato per il tempo in cui fu serviente nel castello di Bonifacio. Nella curia di Bonifacio, 18 giugno, dopo terza: testi Faciolo de Fores la no e Girardo barilario. C. 174 v° XI. — Aceto di Voltaggio nomina Girardo barilario procuratore a riscuotere cinque mesi di paga come custode del castello di Bonifacio, al tempo di Facino de Vivaldo. Nella loggia del comune, 20 giugno, dopo nona. Testi Badino Bollette e Giovanni de Molteno. XII. — Antonio di Quarto nomina Girardo barilario procuratore a riscuotere « a clavigeris comunis Ianue » le somme scritte nel cartolario negli atti della curia. In Bonifacio sub lobia comunis ubi regitur curia, 1297, 22 giugno, dopo nona. Giovanni Mento e Bongiorno Mento testi. XIII. — Rolandino Malgilfo riceve da Enrico di Alessandria tanto per cui darà 1. 14 entro il 1° febbraio p. v. Nicola Rosso di Castelletto garante. Sotto la loggia del comune, 29 giugno, dopo vespro. Giovanni de curia e Nicola di Levanto testi. c. trn. XIV. — Pasquale Speziano riceve da Alcisia moglie del fu Oberto di Camogli quanto gli era dovuto secondo atto di Giovanni Beccorosso notaio, dal 18 settembre 1292. Bonifacio, presso la casa di maestro Alberto, 1297, 24 giugno, dopo nona, Testi Guglielmo Novi di Chiavari e (bianco). XV. — In nomine Domini amen. Nos Marinus Aurie potestas Bonifacii consensu et voluntate cancellerii et consiliariorum infrascriptorum et nos infrascripti cancellerius et consiliarii auctoritate et presentia domini potestatis, videlicet Guilielmus Faber, Carlinus de Pavia, Anthoninus de Quarto, Barasius Faber, Guilielmus Capellus, Enricus de Pontedecimo,Simon de Campo, Simon de Norasco, Iocobus Crispinus, Bernardus Manciardi, lohanes Bechus-rubeus notarius, Nicolaus Marchesanus, Ugo Cantator, Guilielmus Rennus, Philipus de Montanea, Enricus de Alcandua, Faciolus de Forestanno, Candius de Levanto, Candicelus Marzoracius, lohanes de Golteno, Obertus Taliator, Lambertus de Rincho, Enricus de Bertorena, Faciolus de Forestanno (ripetuto) lohanes Meninus quilibet nostrum in solidum seu nominibus nostris propriis et dicti comunis facimus creamus constituimus et ordinamus nostri et dicti comunis certum sindicum et procuratorem Carlinum Claverium de Pavia présentera et recipientem ad petendum exigendum et recipiendum pro nobis et nostro nomine a dictis capitaneis sive clavigeris Comunis Ianue per illas duas pagas quas habere et recipere debent et consueti sunt (sic) a dicto comuni et ad vocandum se quietum et solutum instrumentum finis et quie-tacionis pro nobis et nostro nomine dicto comuni faciendum et ad dictam pagam pro nobis et nostro nomine et dicti comunis in Bonifacium conducendam ad risicura et fortunam prout moris est et demum ad omnia et singula facienda que in predictis et circa predicta fuerint necessaria faciendum. Actum Bonifacio in ecclesia Beate Marie Virginis anno dominice nativitatis M'CC°LXXXXVII Ind. VIIII die XXI Iunii circa terciam. Testes Daniel de Novis, Bonusdies executor curie Bonifacii et lohanes cintrachus dicti comunis. — 340 — c. ira. XVI. — Enrico maestro d’ascia abitante di Bonifacio, maiito della fu Otolina e figlio ed erede della fu Carmine sorella della Io Agnese, come amministratóre di Giacomino figlio di detta Oboiina in nomo proprio e del figlio nomina procuratore (in bianco) a riscuotere e ricevere e afteimare i diritti spettanti sui beni di detta Agnese. Garante Andrea Mazzorano, con intervento e approvazione di Pietro Cane assessore del podestà. Nella casa di detto Enrico, 29 giugno, dopo vespro. Testi Antonio speziano e Guido de guardia. C. 17d v° XVII. — Bongiorno, tutore di Giovannino di Cogoleto, Manneta moglie di detto Giovannino vendono a Enrico di Pontedecimo, come maggior offerente all’asta, una bottega e casa per 1. 65. Consiglieri della donna Carano Carta notaio e Nicola Gallo. Pietro Cane cittadino milanese giudice e assessore di Marino Doria, considerato che la vendita era necessaria per pagare i creditori, approva. Nella chiesa della B. V. Maria; testi i predetti consiglieri e Enrico di Alessandria, Giovanni cintraco e Bartolomeo de curia: 1297; 4 luglio, dopo terza. C. 17H. XVIII. — Giacomina vedova di Vivaldo Barvaldano, tutrice dei figli con beneficio d’inventario, vende a Benvenuto de Barbaro due buoi rossi vivi per 1. 5. Pietro Cane giudice approva. Testi prete Lamberto canonico di S. Maria di Bonifacio e Giovanni Beccorosso notaio; 2 agosto, dopo terza. XIX. — Nicola figlio emancipato di Landolfo Bocacio e Benedetta figlia di Guglielmo Fantolli moglie di Nicola, col consenso del marito, dichiarano a Landolfo d’aver avuto le lire 50 che egli e Nicola avevano dichiarato d’aver ricevuto da Benedetta come dote e patrimonio. Giovanni Beccorosso e Capellino Capello consiglieri della donna. Approvazione del giudice Pietro Cane. Nella curia, 12 agosto, dopo terza. Bongiorno esecutore e prete Lamberto testi. - m C. 17 H v « XX. — Manacio Fabbro che acquistò una casa in Bonifacio da Verde-rossa vedova di Transasco Marnilo e figlia di Guido Claperano e da Nicola Vacca dichiara che è pronto a restituire la casa contro pagamento di 1. 42 entro la giornata odierna, essendo trascorso il termine fissato; passato oggi, dichiara che non renderà più. Nella curia, 1297, 3 agosto, dopo terza. Giovanni Beccorosso notaio e Nicola de Margarita. a mi XXL — Giovannino Bocacio f. emancipato di Landolfo e Giovannina f. del fu Giovannino di Laigueglia e moglie del Bocacio, presente e consenziente il marito, dichiarano di ricevere da Landolfo le l. 50 delle quali egli e Giovannino avevano accusato ricevuta come dote con atto di Giovanni Beccorosso dell’8 febbraio 1294. Bartolomeo Fabbro e Giovanni Beccorosso consiglieri della donna. C. 179 v° XXII. — Enrico f. di Agnesina e del fu Graziano dichiara alla madre di aver ricevuto da lei tanto per cui le darà 1. 20 entro un anno. Nella casa in cui abita « notarius infrascriptus », 1297, 20 agosto, dopo nona. Leonardo de Baniona e Bertolino Iachan de Bonifacio, testi. XXIII. — Testamento di Acelino qd. Ugone de Mulfino. Sepoltura presso la chiesa di S. Domenico; 1. 5 per la sepoltura; sol. 5 a ciascuna delle chiese; altri legati religiosi. I beni in Bonifacio avuti dalla moglie le siano restituiti; il resto sia venduto da Barasio Fabro per l’anima sua. Erede la moglie; legato alla madre, esecutrice. Testi Filippo de Montanea, Bonifacio maniscalco, Giovanni di Montobio, Benedetto Bonapicio di Albenga, Guglielmo de Boia. In casa di Pietro di Leo, 20 agosto, dopo nona. C. 180 v° XXIV. — « lohaninus de Sancto Spiritu Gurlerose terra regis Franciae confiteor tibi Iohani Navone Pareno de Ripa me habuisse et recepisse prò dotibus et patrimonio Iacobe filie tue et sponsse et uxoris mee summam librarum vigintiquinque januinorum, renuncians etc. » e ne darà altrettante come donazione propter nuptias o antefatto. — â4â — Bonifacio nella chiesa di S. Maria Vergine, 1297, 27 agosto circa vespro. Testi Andrea de Levanto, Mereguito de Levanto e Marano de Corsio calegario. XXV. — Promessa dì Giovanni Navone Pareno di Ripa di pagare la predetta somma a 1. 6 all’anno, non ostante la forinola dell’atto precedente. Luogo, data, testi c. s. C. 181. XXVI. — Manacio Fabbro cui fu venduta una casa nel castello di Bonifacio da Verderossa moglie del fu Transasco Marello e figlia del fu Guido Claperano e da Nicola Vacca con la promessa della restituzione entro un anno al prezzo di 1. 42, come da atto del notaio Carano Carta del 31 agosto 1296, dichiara che è pronto a renderla sino al giorno seguente « et quod a die crastino in antea non tenetur dictam domum restituere nec reddere dictam domum Rosse nec alicui prò ea nec dicto Nicolao nec alicui pro eo » e chiede che della dichiarazione sia fatto pubblico istrumento. Bonifacio, in casa di Marano, 1297, 1 settembre, dopo nona. Giovanni cintraco e Guglielmo de Burneto burgensis Bonifacii testi. c. i8i v° XXVII. — Enricus magister e suo figlio Giovannino esecutori testamentarii di Marano de Porta (atto di Carano de Carta, 1296, [il giorno in bianco] vendono a Roberto Foni « maranchono », come maggior offerente all'asta, la casa del fu Marano per 1. 90, a nome dei minori eredi di Marano. Con l’approvazione del giudice Pietro Cane. Bonifacio, sotto la loggia del comune, 1298, 28 gennaio, dopo vespro. Pardo di Lucca, Giovanni Beccorosso, Giovanni de Clavenariis e Ancheto calafato testi. c. 182. XXVIII. — Tomasinoe Bonifacio Pantaracio notaio, curatori dei figli ed eredi di Nicola Pantaracio cedono a Carabella moglie di Giovanni di Golteno un credito che Nicola aveva su Amedeo di Cremona e da lui ceduto a Giovanni di Camogli, secondo atto di Nicola Beccorosso del 25 febbraio 1278. Sotto la loggia del comune, 1298, 31 gennaio; Enrico de Prerantono esecutore, Giovanni Beccorosso notaio e Marino de Campo testi. - 343 — C. 1X2 if XXIX. ~ Durante di Alba, servente del comune di Genova per la custodia del castello di Bonifacio, nomina Oltolino de Nigro procuratore a ricevere quanto gli è dovuto per il servizio del castello di Bonifacio, secondo istrumento e scrittura dei clavigeri del 4 dicembre 1296, presente il podestà di Bonifacio Marino Doria, dal 28 dicembre 1297. Bonifacio, sotto la loggia del comune, 1298, ind. X, 13 febbraio, circa prima. Testi Leonardo de Strupa e Pietro Cane giudice. XXX. — Balduino Marocello dichiara a Vivaldo di Camogli ricevuta di 1. 50 avute dal padre di lui e lo scioglie da ogni obbligo. Sotto la loggia del comune, 1298, ind. X, 13 febbraio, dopo nona. Testi Raimondo de Levanto e [bianco]. c. m. XXXI. — Bonusdies executor, nominato dalla curia curatore dei beni della defunta Iacoba moglie del qd. Sardo Baroaldacio, come consta da carte pubbliche dal 1297, e in presenza di Carlino chierico di Pavia e di Manuela moglie di Giovannino di Cogoleto e di Tomaso Pantaracio tutore e curatore dei figli ed eredi del fu Nicola Pantaracio, e di lor comune volontà e consenso, vende a Agnesina moglie del qd. Lamberto di Alessandria una casa del fu Iacopo in Bonifacio in contrada Piazzalunga fra le case degli eredi di Vivaldo de Sardo e di Viviano Rempano, per 1. 42 e sol. 16, come maggior offerente in pubblica asta. Bonifacio, sotto la loggia, ecc., 1298, 7 febbraio, dopo nona. Testi Marino de Campo, Bonfiglio maniscalco, Guglielmo de Capello e Enrico di Alessandria. C. 184. XXXII. — Giovannino Sabastano riceve da Montano balestriere l. 5 in acconto delle 15 che gli deve e per cui gli vendette una parte della sua casa. Sotto la loggia, 1298, 17 febbraio, dopo nona. Testi Graziano Salinerio e Giovanni Beccorosso. 314 C. 184 v* XXXTTI. — Simone Macia nomina procuratori Matteo de Platiis e Saonino Fabro di Bonifacio ad ogni atto e specialmente a noleggiare e a flit-tare una sua galea chiamata [bianco] che è nel porto di Bonifacio. Sotto la loggia, 1298, 23 febbraio, circa prima. Testi Bermano Mane-gando di Bonifacio, Guglielmo di Recco e Guglielmo di Gamalio scriba. XXXIY. — Raimondo salinerio di Bonifacio vende a Simone Macia genovese duemila mine di sale che ha nelle saline nel luogo detto ad speronum in ragione di 8 denari per mina, in tutto 1. 83 sol. 6 den. 8. Sotto la loggia, 1298, 22 febbraio, a terza. Testi Guglielmo di Recco, Saonino Fabro, Bermanino Manegandi. Il 24 febbraio l'atto è cassato per volontà delle parti. c. 185. XXXV. — Simone Macia e Saonino Fabro ricevono da Marino Dò-ria podestà e vicario di Bonifacio tantum de rebus universitatis per cui gli daranno 1. 83, s. 6 e den. 8 entro 15 giorni e prima se approderanno prima a Sassari. Sotto la loggia, 1298, 22 febbraio, dopo terza. Testi Guglielmo di Recco, Raimondo salinerio, Bermano Manegandi. XXX\ I. Marino Doria qd. Barisone Doria nomina procuratore Leone de Campo a esigere da Simone Macia e Saonino Fabro 1. 83, s. 6, den. 8 che gli devono rinunciando aU’istrumento redatto « manu Manuelis Nicolai de Porta » del 1298, 22 febbraio. Sotto la loggia ecc., 1298, 22 febbraio dopo vespro. Simone Bianco e Pietro Casperino testi. C. 185. v° XXXVII. — Benvenuta f. di Nicola de Merena e moglie di Bonifacio Pantaracio col consenso del marito dichiara a Iacoba moglie di Nicola e sua madre di ricevere quanto le spettava dell’eredità paterna a norma del testamento. Approvazione di Pietro Cane assessore del vicario. In casa di Iacoba, 1298, 1 marzo. Testi Bartolomeo Fabro notaio, Simone de Campo e Giovanni Beccorosso. - 345 - a im. XXXVIII. — Tomaso Pantaracio curatore dei figli di Nicola Pantaracio, dovendo andare a Genova, nomina Bonifacio Pantaracio tutore e curatore in luogo suo perchè i beni di quei minori non abbiano danno, dandogli procura e generale mandato. Con approvazione di Pietro Cane. Sotto la loggia ecc., 1298, 8 marzo, dopo nona. Testi Nicola de Ca-zana, Giovanni Navone. C. ISO V" XXXIX. — Bonifacio Pantaracio a sua volta (vedi doc. prec.) nomina Iomaso Pantaracio procuratore per esigere stare in giudizio e compiere ogni atto nell’interesse dei minori. Approvazione dell’assessore Pietro Cane. C. s., testi Francesco Marangone e Nicola Boticella. C. hSì. XL. — In nomine Domini amen. Ego Raimundus Salinerius habitator Bonifacii habens iura cessa a domino Tedisio Auria tanquam creditore Luci Lumbardi contra Furardum Porchum sardum et contra quancumque personam contra quam aliquod ius haberet quantum pro libris centum quinquaginta Ianue pro quibus coactus fui in curia Ianue et ad postula-cionem dicti Tedisii et per ipsum Tedisium et quas solvi dicto Tedisio tanquam fideiussori Furardi sardi Porchi versus Iohannem de Levanto tunc scribam trium galearum que erant in portu Bonifacii de quibus erant domini et pationi Petrus Embriacus de Naulo, Gabriel Molazanna de Volta et Manuel Civole de Albingana et Marchus de Marcho de Pinario sive versus alium scribam dictarum gallearum recipientem nomine creditorum Luci Lumbardi et omnium personarum que petere possent quosdam fardellos et quasdam ballas positas in ipsis galleis et scriptas super dictum Luci et nomine ipsius de restitutione dictorum fardellorum et ballarum vel de solucione usque in quantitatem librarum CL Ianue, pro ut de ipsa obligacioue ego dictus Raimundus dico constare in cartulariis et scripturis dictarum gallearum et qui fardelli et balle traditi fuerunt dicto Furardo sive alii pro eo pi ostila dicta fideiussione, confìteor tibi Andriolo Marzoracio tanquam intercessori et proprio et principali debitori et pagatori constituto versus me pro Dorgotone Fabro cui dicitur Nicolaus et Bonavita frater Nuvoloni et pro quolibet eorum in solidum de rebus infrascriptis videlicet ballis quatuor fustoneorum pirossorum quarum est una fustaneorum jalvorum et virmi-liorum, fardellis VII quarum quatuor fuerunt coopertarum pro equis et fardellum — 346 - «te scutis et, alium fardellum de frenis quas ballas omnes et fardellos preti icti Dorgonotus et Bonavita receperunt et habuisse et recepisse confessi sunt a me et a Nicolao Galleto qui inde manlevaverunt Furardum Porchum scribam dictarum gallearum et quas ballas et fardellos mihi dicto Raimundo et Nicolao predicti Dorgonotus et Bonavita et quilibet eorum in solidum restituere promiserunt si oporteret nos eas restituere et nos et bona nostra et cuiuslibet nostrum indempnes et indemonia reservare a dicto quondam Luci Lumbardi et ab omni alia persona de dictis ballis et far-dellis vel pro eorum estimacione libras CL Ianue ut patet de predictis per instrumentum publicum scriptum manu Catanei Aceti notarii M0CC°LXXXXIIII indicione VI die XI novembris inter nonam et vesperas, et quas libras CL coacti et compulsi fuistis per dominum Marinum Auriam vicharium in Corsicha et potestatem Bonifacii mihi dandas et solvendas ex forma litterarum dictorum potestatis capitanei et abbatis comunis et populi Ianue, tenor quarum litterarum et mandati talis est. Surleonus Turelus potestas comunis Conradus Spinula et Lamba Auria Capitanei comunis et populi Ianue et Guilielmus de Montaldo abbas eiusdem populi viro nobili Marino Aurie , vichario in insula Corsice et potestati Bonifacii gaudium et salutem. Cum Raimundus Salinerius et Nicolaus Galletus de Bonifacio fideiusserint pro Furardo Porcho sardo versus Iohannem de Levanto tunc scribam trium gallearum sive aliquem alium scribam ipsarum gallearum recipientem nomine et vice creditorum Luci Lumbardi et omnium personarum que petere possent quosdam fardellos et quasdam ballas positas in ipsis galleis et scriptas supra dictum Luci et nomine ipsius de restituendo dictos fardellos et ballas vel de solvendo usque in quantitatem librarum centumquinquaginta Ianue et subsequenter Nicolaus Dorgonotus sive Faber et Bonavita frater Nuvoloni fideiusserint versus dictos Rajmundum et Nicolaum Galletum de servando ipsos et quenlibet eorum indempnem a dicta fideiussione quam dicti Raj-mundus et Nicolaus fecerant pro dicto Furardo ut supra et de qua promissione et fideiussione dictus Rajmundus dicit esse publicum instrumentum scriptum manu Catanei Aceti notarii et dictus Rajmundus compulsus fuerit solvere occasione dicte fldeiusionis domino Tedisio Aurie tanquam creditori Luci de Lumbar-do libras CL Ianue, Mandamus vobis tenore presentium iniungendo districte sub iuramento et pena ad voluntatem nostram quatenus predictos Nicolaum et Bo-navitam compellatis ad dandum et solvendum dicto Rajmundo dictas libras CL iusta promissionem per ipsos factam predictis Rajmundo et Nicolao et de qua promissione vobis ostendet publicum instrumentum vel scripturam publicam vos in predictis taliter habeatis ut inde commendari possitis et ne dictus Rajmundus materiam habeat coram nobis amplius conquerendi. Datum Ianue dei VI februarii presentatum dicto vichario per dictum Rajmundum die prima - 34? - Marcij. Et dictus dominus Marinus Auria vicharius iandietus volens observate mandatum et litteras supradictas sibi presentatas per dictum Rajmundum pre-cepit et compulsit Nicolaum Dorgonotum ad dandum et solvendum et restituendum dictas libras CL Ianue ad presens et antequam recedat de logia Bonifacii ubi regitur curia dicto Rajmundo Salinero... me a te habuisse et recepisse libras centumquinquaginta Ianue pro estimacione dictarum ballarum et fardellorum renuncians exceptioni non habite et non numerate peccunie seu non recepte et solutioni non facte et omni alij iuri unde et pro quibus omnibus tibi vendo cedo et trado omnia iura raciones et actiones utiles et directas reales personales mixtas et rei persequutorias que et quas habeo et michi competunt seu competere possunt contra dictum Nicolaum Dorgonotum et contra heredes et bona quondam Bonavite et etiam quemlibet eorum in solidum. Et contra dictum Furardum Porchum et eius bona et contra omnes alias personas contra quas dicta de causa aliquod ius haberet quantum pro dictis libris CL Ianue ita ut ipsis iuribus uti possis agere experiri transigere et pacisci et demum omnia et singula facere queegomet dicto nomine facere possum vel unquam melius potui promitens tibi insuper ex causa predicta quod nulla tibi de cetero occasione predicta lis questio peticio seu actio movebitur vel controversia inferetur pro me vel aliquam aliam personam pro me et facere et curare ita et taliter quod occasione predicta nulla de cetero lis questio peticio seu actio movebitur contra te vel bona tua, quam cessionem et vendicionem tibi promitto ratam et firmato, habere et tenere perpetuo et non contrafacere vel venire alioquin penam dupli de quanto et quociens fuerit contrafactum et non observabitur tibi stipulanti promitto que pena tociens commitatur quociens contrafactum fuerit, ratis semper manentibus omnibus et singulis supra dictis. Et pro inde et ad sic observandum omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Salvo quod tibi non tenear dicta iura facere efficacia nisi talia qualia sunt et quantum pro me et facto meo et dicti domini Tedisij tantum set talia qualia ipsa habeo dictis de causis ea tibi cedo et mando contra dictum Nicolaum Dorgonotum et bona et heredes quondam Bonavite et contra quemlibet eorum in solidum et contra omnes alias personas contra quas dictis de causis aliquod ius haberem. Insuper nos Marinus Auria vicharius in Corsicha et Bonifacii potestas prediete cessioni et omnibus et singulis supradictis nostram auctoritatem interponimus et decretum sive laudem et pronunciati! predictam vendicionem et cessionem et omnia et singula predicta fore esse et obtinere debere perpetuam firmitatem. Actum in Bonifacio sub logia comunis ubi agitur curia anno dominice nativitatis M°CC°LXXXXVrlII Indicione X die XII Marcij post completorium, testes Petrus Canis ludex, Catanius Acetus notarius, Barasius Faber et Iohannes Bechusrubeus notarius. — 348 - C. ISS V" XLI. — In nomine Domini amen. Ego Marinus Auria quondam Baritoni ventio cedo et trado tibi Raimundo Salinerio omnia iura raciones et actiones utiles et directas reales et personales mixtas et rei persequutorias que et quas habeo et mihi competunt seu competere possunt in terris et possessionibus per te venditis Iohanni Bechorubeo notario procuratori meo et ementi et recipienti nomine meo, primitus in pecia una terre posita in Aragnino cui coheret a levante via publica, a ponente valis sinapi pro parte et pro parte terra presbiteri Lamberti, a tramontana terra Adamis barberii, a meridie Rocha longonis. Item peciam unam terre positam loco ubi dicitur arenella cui coheret a levante terra Leonis de Campo, a ponente terra Mussi de macello, a tramontana terra Ugonis de lunbardo, a meridie ripa maris. Item aliam peciam terre positam loco ubi dicitur Linguella cui coheret a levante terra pro parte Ugonis de lunbardo et pro parte Mussi de macello, a ponente terra Riva maris, a tramontana Rocha a meridie terra dicti Mussi. Item aliam peciam terre positam loco ubi dicitur Linguella cui coheret a levante terra Mussi sive Rollandi Gore a ponente terra Ugonis de lumbardo a tramontana terra iam dicti Mussi a meridie terra Comite de Viridis. Item peciam unam terre in Cazlis sive in Rivis de Georgio cui coheret a levante terra selvatica que fuit Guidonis de Varisio a ponente terra Gambegrosse a tramontana terra Gabrielis Ususmaris et a meridie via publica et omnes alii confines si qui sunt. Item in omnibus aliis terris domesticis et selvaticis et quas omnes supradictas terras et possessiones tu dictus Raimundus una cum uxore tua Spreciossa mihi sive dicto Iohanni ementi procuratorio nomine meo ut patet per instrumentum publicum scriptum manu Manuelis Nicolai de Porta infrascripti M°CC°LXXXXVII die XXI Madii et quas terras omnes Iohannes Bechusrubeus dicto procuratorio nomine promisit mihi restituere ut patet per instrumentum scriptum manu notarii infrascripti dicto M° et die ita ut ipsis iuribus racionibus et acionibus uti possis agere experiri transigere et pacisci et demun omnia et singula facere que egomet facere possum vel unquam melius potui co-stituens te procuratorem ut in rem tuam. Quam cessionem et venditionem tibi promitto ratam et firmam habere et tenere et in aliquo non contrafa-cere vel venire sub pena dupli et obligatione omnium bonorum■ meorum et confiteor post hanc cessionem me a te esse integraliter satisfactum de dictis libris C Ianue renuncians exceptioni etc. et sunt ille libre C que processerunt de toto salle tuo quem habebas apud salinerium de sperono et quod venditum fuit per me et Iohannem Bechumrubeum notarium olim procuratorem meum. Acto quod dicta iura tibi non tenear facere efficacia nisi talia - 349 - qualia habeo et pro facto meo tantum. Actum in Bonifacio sub logia anno dominice nativitatis M°OC°LXXXXVTII indictione X* die XII[ Marcii post nonam. Testes presbiter Iacobus rector ecclesie Sancti Nicolai, Enricus de Pontedecimo, Franciscus maranconus et Saoninus faber. XLII. — Mandiantus qd. Bani riceve da Raimondo salinerio 1. 200 e sol. 16 che doveva avere da Nicola di Camogli, e altri crediti. Sotto la loggia del comune, 1298, 14 marzo a completorio; testi Ramberto prete di S. Nicola e Enrico di Pontedecimo. c. 180 v ° XLIII. — « Manfredus guastensis de Palodi, Nicolaus guercius vacha, Guilielmus de ponali de Clavaro et Ioffredus filius Opitelli de pena et Petrus de Sancto Biasio servientes constituti ad custodiam castri Bonifacii.... » nominano Enrico Boiano procuratore a riscuotere lo stipendio del loro servizio dai clavigeri del comune di Genova. Sotto la loggia, 15 maggio 1298. Testi Francesco Bonaventura di S. Romolo e Bartolomeo di Milano. C. 100. XLIY. — Atto c. s. di Leo de Cumis magister antelami. Testi Enrico de Premontorio executor e Lambertino executor. XLY. — Atto analoge, in presenza e col consenso di Marino Doria da parte di 66 custodi. 19 maggio, dopo terza; testi Bonfiglio Manascano e Capellino Capello. C. 101. XLVI. — Bucha de gano de busca nomina Pietro di S. Biagio procuratore a riscuotere da Guglielmo Pareno un credito cedutogli da Bartolomeo Fabro notaio di 1. S s. 3. Sotto la loggia, 29 maggio, a terza; testi Baldo di Milano e Manuele di Garibaldo. 350 XLVII. — In nomine Domini amen. Ego Marinus Auria qd. Barisoni confiteor tibi Saonino Fabro de Bonifacio recipienti hanc confessionem nomine tuo proprio et nomine et vice Simonis Macie socij tui me a te habuisse et recepisse libras LY soldos XV denarios Vili ex illis libris LXXXIII solidis VI denariis VIII quas michi una cum dicto Simone eodem dare et solvere tenebaris ex forma publici instrumenti scripti manu Manuelis Nicolai de Porta notarij M°CC°LXXXXVIII die XXII februarij. renuncians exceptioni non habite et non recepte seu non numerate peccunie et omni alii iuri unde et pro quibus promitto et convenio tibi recipienti nomine tuo proprio et nomine et vice dicti Simonis quod de predictis libris LXXXIII solidis VI denariis Vili nec alicuius partis ipsarum nullam in perpetuum contra te vel dictum Simonem nec contra heredes vel bona tua vel bona dicti Simonis socii tui peticio lis questio vel acio movebitur per me vel heredes meos in totum nec in parte modo aliquo qui dici vel excogitari posset. Alioquin penam dupli tibi stipulanti promitto ratis manentibus et proinde et ad sic observandum universa bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Et instrumentum dicti debiti dictarum librarum LXXXIII solidorum VI denariorum Vili volo et iubeo esse cassum et irritum et nullius valoris. Et confiteor ipsum tibi tradidisse ad mandatum. Actum in Bonifacio ante domum Bartolomei Fabri notarii anno dominice nativitatis M°CC°LXXXXVIII indictione X“ die XVIII Marcii post completorium. Testes Bresanus Manesardi et Guilielmus de Bargalio de porta sancti Andree. C. 191 v° XLVIII. — Giovannina « olim famula quondam Panis barberij » dichiara a Pietro Caseo procuratore di Bergono fratello ed erede del fu Pane di ricevere in compenso del servizio di sei anni « vegetes tres, parolinum unum, copertonam unam, frascatam unam » e altri oggetti. In casa di detta Giovannina, testi Simone de Rango, Baldus di Milano e Raineri executor; 28 maggio, dopo terza. C. 192. XLIX. — Bongiorno procuratore dei beni di Pane barbiere morto ab intestato, vende a Pietro Caseo una casa che quegli aveva acquistato da Nicola Caudalupi e Iacopa sua moglie, per 1. 16 come maggior offerente « in publica calega ». Approvazione di Pietro Cane, assessore del vicario. Sotto la loggia del comune, 21 aprile; testi Nicola Idiço giudice in Bonifacio e Baldo di Milano. - 351 - C. 192 v° L. — Iacopo de Gorgona e sua moglie (nome in bianco) vendono a Bonaventura de Coso, corso, una casa nel castello di Bonifacio, per 1. 70. Solite clausole e consenso; la casa appartenne al padre della donna. Nella chiesa della B. V. Maria, 14 aprile, dopo terza; testi Guglielmo Capello, Giovanni Lumbardo, Faciolo Forestani e Guglielmo Renino. c. 193. LI. — Simone f. di Bugano balestriere nomina Montagna balestriere procuratore a esigere la paga del servizio di custodia del castello di Bonifacio. Sotto la loggia del comune, 5 maggio, dopo terza. Testi Enrico de calciis e Ranieri executor. LI1. — Alinorso de Petrona di Gaeta riceve a mutuo gratis 1. 28 den. 6 da Enrico de Barbaro di Bonifacio: restituirà a richiesta. Sotto la loggia, 7 maggio, dopo vespro. Testi Gunarello Claparano, Enrico de calciis. C. 193 v° LUI. — Opicino di Noiero riceve l. 4 da Giovanni Pando calegario. 4 maggio, dopo vespro; testi Baldo di Milano e Guglielmo Capello. LIY. — In nomine Domini amen. Gotarella baiula Rajmondini fabri in iure coram domino Marino Auria vichario in Corsicha et potestate Bonifacii constituta dixit et protestata fuit et iuravit tactis scripturis (spazio bianco) est fìlius Rollandini de Barisono et ipsum sustulit ex dicto Rollandino et ipsum sibi tanquam filium suum et ex se conceptum tradidit et dedit atque deliberavit et dictus dominus vicharius admissa confessione dicte Gotarelle precepit et voluil dictum (spazio bianco) filium esse dicti Rollandini et pro eius Alio teneri et reputari et dari debere Oberto de Barisono patri dicti Rollandini penes quem ali debeat. Actum in Bonifacio sub logia comunis ubi regitur curia anno dominice nativitatis (l’atto non continua . . ■ -, _ _ INDICE DEI NOMI . I nomi sono tutti nella forma latina, anche per i documenti in regesto. Quando nel testo appaiono in modi diversi, l’indice dà il più comune o il più esatto. I numeri indicano i documenti: se non sono preceduti da lettera appartengono ai documenti del notaio Tealdo; la lettera B rimanda agli atti di Bartolomeo Fornari; la k a quelli di Azone de Clavica. Le due serie degli atti di Emanuele Nicola de Porta -sino indicate rispettivamente da E e N. Abraxaben magister axiae, B 221, 228 a 230. Acaltus de Sena, B 46. Acelìnus qd. Ugonis de Multino, N 28. Acetus de Clavica, E 98. Acetus de Vultabio, N 11. Acoli na f. Amantesae, E 58. Acursus de Belia, presbiter, 6. Adalasia f. Iacobi Granii, 553. Adalasia Gentina, 52. Adalasia, nepos Galasiae, 479. Adalasia, regina Turritana, B 210, 211. Adalasia, uxor Balduini de Nigro, 490. Adalasia, uxor Iacobi Frenerii, 253. Adalasia, uxor Lanfranci Capellani, B 235. Adamus barberi us, E 91; N 3, 41. Adamus magister, E 137, 138. Adelina, uxor Lamberti de Berniçono, 593, 639. Afachellus Ursi Carachi, E 90, 102. Africbellus de Troia, venetus, E 70,71. Agenus de Vultabio, E 228. Aglerius Bade, 24. Agnesia, baiula Galciae, 479. Agnesia, f. Amantesae, 58. Agnesia, soror Armani pelliparii, 30, 552, 560. Agnesia, uxor Francisci de S.to Laurentio, E 190. Agnesia, uxor Ferreti de Bonifacio, 172. Agnesia, uxor Margariti Peluchi, E 79, 80. Agnesia, uxor Vivaldi f. Armani pel-liparii, E 504. Agnesia, vidua Nicolosi Tornelli, A 30, 31. Agnes ina, ancilla, B 117. Agnesina, f. Guillelmi Blanci, 448. Agnesina, fìlia Enrici de Pontedecimo, N 7. Agnesina, f. Iacobi de Pontedecimo, N 40. Agnesina, f. Richeldae, B 267. — 856 Agnesina, nepos E urici Maroci, 9. Agnesina, nepta Teclae, 479. Agnesina, vidua Lamberti de Alexandria, N 31. Aicardus de Monelia, 21, 59, 60, 66, 170, 201, 221, 239, 301, 305, 338, 419, 517, 584, 6L0, 631. Aicolfus draperius, A 10. Aidalia, f. Yivenderiae, 484, 485. Aidelina, f. lohannisdé Boiasco, 353, 395. Aimarus de Castronovo, 252. Aimelina, soror Simonis de Bargono, 408. Aimericus de Laude, 245. Aimericus de S.to Stefano, B 3, 247. Aimericus piscator, 491. Alamanina, uxor Bartolomei Zuchae, E 246 . Alamaninus de Clavaro, E 43, 204, 211. Alamaninus de Vairesio, E 54. Alamanna mater Nicolai Fabri, E 10. Alamannus de Sexto, 262, 362. Alamannus de Valletis, E 28. Alasia de Macello, E 215. Alasia, uxor Otonis de S.to Romulo, B 165. Albergus plebanus, 6. Albericus de Clavaro, E 228. Albertinus de Stefano, B 46. Albertinus, scriba Simonis de Bargono, 408. Albertus de Boldano, 95. Albertus de Cingarella, 581. Albertus de Ganducio, E 114. Albertus de Incusa, 236, 270, 271. Albertus de Levanto, 406. Albertus de Notario, 251. Albertus de Presenda, 372. Albertus executor, B 187. Albertus Ferrarius de Castelleto, 45, 324, 402, 529; B 108, 109. Albertus Fixia, 117. Albertus Iohannes de Guiberto, magister, 402. Albertus magister, 502, 565; B 78. Albertus magister, E 240; N 14. Albertus Saliarius, 145. Albicellus moli narius, B 56, 73, 94, 108, 150. Albizolus de Albizola, E 106, 115, 116. Albizus de Albizis, E 112. Alcisia, vidua Alberti de Camulio, N 14. Alconterus Gincha, N 7. Alda de Guasco, 122. Alda de Saona, 641. Alda, uxor Baldizonis, 292, 400. Alda, uxor Guillelmi Venetici, 604. Aldebrandus de Belia, 483. Aldebrandus, episcopus aiacensis, 6r 12, 34, 35, 41, 122, 511, 628. 629, 633, 634. Aiegra, uxor Francisci de Bergognone, E 154. Alegretus afaitator, E 174. Alegretus baiesterius, 420. Aiegri na, nepos Lanfranci, 95. Alexander, serviens Ansaldi Maniava-chae, 27. Alexandrina, mater Alexandrini de Alexandria, E 135. Alexandrinus de Alexandria, E 135. Alicherinus qd. Bonacursi, notarius, 539. Alinorsus de Petrona de Gaieta, N 52. Aliotus de Ligio, 25. Allegrancina f. Guillelmi Yenetici, 123. Almanus calegarius, E 112. Aloisia, vidua Bonaviae Nanfi, B 204, 207, 209. Altabilia Beroaldi, 490. Altadona Peluca, 22, 36, 160, 293, 480, 598. Altadona, uxor Ugonis de Promontorio^ 143. Altadona, vidua Iohannis Vallis Scrivile, 476. Altibilia, 301, 493. Amasia, 587. Ambrosius Bonaventura, 160. Ambrosius Caudalupi, scriba, 90; E 174, 206, 235. Ambrosius Caudaligni, E 193. Ambrosius de Brolio, E 171. Ambrosius de Lavania, 535, 541,542. Ambrosius de Molino, B 61, 118,121, 177, 199. Ambrosius de Nupciis, E 10, 15. Ambrosius Pelucus, 376, 423, 480; B 36, 37, 38, 103, 104, 125, 126. Ambrosius speciatius, E 228. Ambrosius tornator, E 203. Amedeus de Cremona, N 28. Adendola, soror Guillelmi de Pelio, 188. Amica Insuline, 601. Amicetus Guasteje, E 112. Amicus batifolius, B 35, 85. Amicus Clarella, 2, 13, 47, 62, 133, 173, 174, 175, 234, 261, 295, 296, 370, 402, 424, 426, 437 a 439, 441, 486, 488, 513, 516, 525, 526, 580;’ B 3-5, 74, 112, 131, 272; A 5,8, 14, 20, 30, 40, 48, 50. Anchetus calafatus, N 27. Amicus de Alexandria, B 2. Amicus de Granaria, B 41, 42, 45, 59, 85, 126, L98, 273. Amicus de Quinto, 356. Amicus de Sancto Stefano, B 30, 87. Amicus magister, E 198. Amicus Medicus, B 30. Amicus Paronus, B 22, 23. Amicus Sartus, B 8. Anchiantis uxor Rufini Pelliparii, 340. Andreas Albertinus, E 107, 109. Andreas Bartolomei, E 149, 156, 157, 175. Andreas Calegarius, E 16, 31. Andreas (Andriolus) de Baino, E 52, 55, 56. Andreas de Boncha, E 211. Andreas de Clavaro, E 112. Andreas de Leone, A 5. Andreas de Levanto, E 64, 82, 139, 175, 187, 188, 214; N 24. Andreas de Serra, B 274. Andreas de Yso, E 58. Andreas Embriacus, E 151, 154, 161. Andreas Faber, E 214. Andreas Lercarius, E 26, 27. Andreas (Andriolus) Marzoracius, N 16, 40. Andreas Vasorius, 23, 30, 67, 73, 127, 273, 281, 402, 416, 420, 435, 526, 636. Andriola, f. Margariti Peluchi, E 79, 80. Andriolus Beraldi, E 85, 106. Andriolus de Rocha, E 169. Anfualdus de Quenza, 392. Anfusus de Signatico, A 3. Anfusus de Varagine, 11, 132, 209, 225, 226, 245, 253, 277, 293, 336, 378, 402, 426, 439, 487, 491, 518, 519, 545, 546, 585, 611, 625, 626, 627, 630. Angelella, ancilla Iohannis Stregiae, 502. Angelinus de Camilla, 615. Angelus Anfunsius, E 205. Angelus Salacus, E 109. Angiuna, vidua Bonvachae, E 248. Angletina, uxor Iohannis Bonigastaldi, E 97. Anna corsa, E 10. Ansaldinus f. Bartholomei de Corso, 505. Ansaldinus Ususmaris, E 167. Ansaldus Auria, E 153. Ansaldus Barbarellus, 216, 312,. 362. Ansaldus Bolletus, E 169. - 358 - Ansaldus Casamavali, E 161. Ansaldus Coresius, 38, 42. Ansaldus de Baldano, 95. Ansaldus de Capite pagano, 393, 513, 532. Ansaldus de Fignago, 124, 141, 142, 191, 402, 479, 508, 540, 585, 609, 610, 614, 620. Ansaldus de Fogiatico, A 29. Ansaldus de Fossarello, 246. Ansaldus de Rocha de Valle, 6. Ansaldus de Sancto Stefano, B 75, 154, 216, 258 a 260, 272, 275. Ansaldus de Signatico, B 55; A 19, 20, 4-8. Ansaldus Fallamonica, B 107. Ansaldus frater Felionae, 623. Ansaldus Macia, 402. Ansaldus Maniavacha, 27. Ansaldus Pelucus, B 140; A 17. Ansaldus Signaigus, B 159. Ansaldus tinctor, 14, 51, 176, 218, 237, 402, 532; B 128. Ansaldus Traversus, 496; B 200. Anselminus f. Petri Sagiteae, 496. Anselmus Aleciosus, E 112, 155, 229. Anselmus Barilarius, 426, 513. Anselmus Becurianus, E 155. Anselmus Calegarius, E 211, 228. Anselmus de Belia, 507. Anselmus Fornarius, 45. Anselmus Mora, E 123. Anselmus Ruota, E 112. Anselmus, socius Canturii, 30. Ansifredus affaitator, 539. Ansifredus assaccator, 365. Ansifredus corsus, confectorius, 30. Ansifredus Resolaci us corsus, 551,632. Ansuina, nepos Iohannis Stregiae, 502. Ansuina, uxor Belmusti de Domicella, E 237, 238. Ansuina, uxor Iohannis Stregiae, 270, 271, 502. a Antolinus Molinarius, 550, 551, 632, 637. Antoninus de Quarto. E 9, 79, 82, 83, 96, 120; N 12, 15. Antonius Bocha, E 228. Antonius Corvus, E 154:. Antonius de Magistro, E 228. Antonius de Thoma, 348; B 26. Antonius de Sancto Matteo, 172, 24f, 264, 265, 305, 327, 328, 332, 333, 421, 549, 603, 604. Antonius executor, E 239. Antonius Franba, E 127 a 130. Antonius Landus, B 43, 45, 90, 91, 99, 101, 190, 191, 237. Antonius Speciarius, N 16. Antonius Ususmaris, E 63, 64. Antonius veneticus, B 164. Aprilis canonicus, 6, 32, 41, 445, 499, 511. Arçocus de Campo, 131, 254, 341, 342, 554; B 5, 18, 29, 34, 141, 142, 145, 185, 199, 214, 244. Arçocus, frater Petri Villani, 28. Arçocus genuensis, B 63, 66. Arçocus grecus, 444, 446, 612, 613. Arçocus Masarius, servus Iohannis Stregiae, 502. Ardigotus de Prédis, E 136. Arduinus de Placentia, E 187. Arduinus de Villa Arnaudo, E 86,90. Aredulfus Maniavacha, 611. Argentina, uxor Aceti de Clavica, E 98. Arembaldus notarius, 292. Arenzanus de Arenzano, A 32. Armaninus Guaagnabene, nepos Armani Pelliparii, 30, 92, 160, 293, 357, 560, 564; B 1. Armanus ferrarius, 171. Armanus Pelliparius, 17, 30, 49, 62, 67, 76, 80, 84, 87, 107, 112, 121, 127, 147, 156, 160, 163 a 168, 178, 199, 230 a 232, 236, 257, 265, 301, — 359 - 302, 305, 316, 361, 365, 423, 488, 501, 539, 54-7, 548, 552, 609. Armanus Rumparatus, 82. Armanus riempitori us, 195, 290, 402, 635; B 128. Armarius de Plano Sabbatino, 2. Arnaldinus f. Guillelmi Ferrarii, 620. Arnaldi nus, nepos Iuliae, 252. Arnaldus calegarius, A 19, 35, 36, 44. Arnulfus calegarius, B 89. Aschane barberius, 408. Aschetus taliator, E 227. Astesanus de Curia, 259, 266, 310, 312, 314. Augustus de Palodio, 95. Aunelina f. Lanfranci, 95. Avantesa, uxor Guillelmi Manialupi, 172, B 25. Aventabilis, uxor Guidonis de Arena, 88. Aycolus de Vultabio, E 1, 211. Aynellus, f. Larii Brancolacii, E 160. Aymus de Bobio, B 12, 14. Azo de Clavica, notarius, A 29, 39. Azo Scharon de Cloia, E 97. Bacherius f. Bartholomei de Bernizone, 638. Badin us Bolletus, N 11. Baialardus de Rapallo, 2. Balasius f. Guillelmi Malii, 30, 116, 117> 123, 127, 408, 429, 432, 595, 610; B 277. Balaxinus f. Oliverii Bocadanelli, 524, 525; B 5, 10, 12, 15, 22, 23, 24, 27, 31, 32, 34, 43, 44, 84, 118, 119, 146, 157, 158, 181, 241, 275. Balbus de Gavio, E 161. Balbus de Mantoa, E 176. Baldetus de Bobio, B 125, 126. Baldiçonus de Baldiçono, 292. Baldiçonus, frater Iacobini de Vignolio, 95. Baldiçonus Iapachacia, 160. Balducius f. Guillelmi de Enrigoço, 367. Balduinus de Celsa, 160. Balduinus de Enrigoço, 367, 428, 430, 584. Balduinus de Quarto, 101, 352, 401, 436, 458, 495, 519, 520, 524, 606, 611, 621; B 210, 211, 248. Balduinus de Rapallo, 38, 43. Balduinus de Sigetro, 67, 87. Balduinus f. Dalfini Scati, 1, 146. Balduinus, nepos Balduini de Enrigoço, 428. Balduinus Marocellus, N 30. Balduinus Niger 80, 102, 128; B 267. Bal dus calegarius, 52, 63, 77. Baldus de Caravaldo, 364. Baldus de Detesalve, castellanus, B 15, 146, 187, 279, 280. Baldus de Mediolano, N 46, 48, 49, 53. Bancherus Sacha, E 244. Bandetus (Bandus) de Portuveneie, E 179, 217, 240. Bandus Corrisius, E 53, 55. Bandus notarius, E 88. Banducius de Novis, E 112. Banducius de S.to Miniato, E 70. Baptista Faber, E 163. Barasius Faber, E 8, 27, 45, 52 a 56, 81, 139, 140, 215, 219, 227, 246 a 248; N 15, 21, 23, 37, 40. Baraterius de Vertat, B 103. Baraterius de Vintimilio, B 181, 193 a 196, 208, 241. Barbarina, filia Tulae, B 114. Barbatus de Castelletto, 614. Barcolus Sardus, 123. Barisonus Auria, E 139; N 36. Barisonus de Gonario, B 217. Barisonus de Navita, B 211 Barisonus filius Comitae Pene, E 69, 233. - 360 - Barisonus f. Margariti Peluchi, E 79, 130. Barisonus Marge, E 45, 46. Baroaldus de Baroaldis, 239. Baronus sardus de Vilalba, 599. Bartolinus f. Armani rumpi toris, 77, J 07, 195, 196, 198, 201, 536; B 131. Bartolinus qd. Salvi, 395. Bartholomeus Arduinus 39, 90, 160, 323, 502. Bartholomeus Auria, E 169. Batholomeus Bancherius, 243, 254, 255, 330, 311, 342, 455. Bartholomeus Bonomini, E 107. Bartholomeus Castranus, E 67. Bartholomeus de Alexandria, 30, 87, 107, 147, 149, 163, 164, 167, 294, 354, 402, 607, 609, 617; B 74; A 37 a 39, 48. Bartholomeus de Aldino, B 79. Bartholomeus de Bachinis, B 200. Bartholomeus de Corso, 34, 298, 301, 375, 395, 402, 409, 410, 451, 491, 505, 578, 609. Bartholomeus de Coçanello, 30, 154, 187, 352, 403, 407, 522. Bartholomeus de Curia, N 17. Bartholomeus de Fossato, 95. Bartholomeus de Faxolo, 486, 513, 516, 601. Bartholomeus de Laude, 375, 402, 577, 592. Bartholomeus de Mediolano, N 43. Bartholomeus de Merlune, E 211. Bartholomeus de Montanea, 80, 291, 301, 317, 376, 493, 582, 557, 578, 579; B 1, 101, 103, 160, 190, 204, 210, 211, 235, 251, 254 a 256, 267, 273; A 2, 8 a 15, 19, 21, 23 a 25, 28, 30, 34 a 36, 42, 45, 47, 50. Bartholomeus Dentutus, E 199. Bartholomeus Faber notarius, E 32, 90, 98, 111, 147, 176, 185, 187,194, 199, 209, 242, 244; N 47. Bartholomeus filius Comitae, E 72, 77. Bartholomeus f. Iohannis, E 81. Bartholomeus f. Iohannis de Boiasco, 353, 395. Bartholomeus f. Lamberti notarii, 299, 325. Bartholomeus Furnarius, B 31, 161, 195, 207, 252, 253. Bartholomeus filius Petri Periculi, E 240. Bartholomeus Marminus, E 193. Bartholomeus; Montanea, E 21, A 23, 135, 137. Barulfus de Coltano, 30, 633. Basilius de Cipris, B 50, 51, 52, 83. 122, 145, 180, 257. Bastardus de Berlingerio, E 112. Bastardus Pataraldi, E 112. Bavaseus faber, E 36. Beatrix Branda, 18, 366, 641. Beatrix, uxor Iohannis Ieure, 378, 440. Belcandus de Diano, E 3, 4. Beldies, mater Simonis de Bargono, 408. Beldies, soror Iohannis Stregiae, 502, 628, 629. Beldies, uxor Bartolomei Dentuti, E 228. Beldies, uxor Raimundi Peluchi, E 79, 80. Beldies, uxor Strevae de Bonifacio, 642. Beldies, vidua Nacasii, 402. Belducellus cognatus Leoneti de Dian-cio, A 4. Belengius Marenus, B 203. Belinus de Dairago, E 112. Belinus de Valentia, E 3, 4. Bellusbonus de Monelia, 402. Bellusbonus,frater Rufini Pelliparii, 29. Belmustinus de Copiano, A 7. Belmustinus de Domicella, B 114, 132; A 43. - 361 — Beimustinus, frater Guillelmi de Durante, 630. Belmustus de Domicella, E 95, 236 a 238. Beltrames Clavellus, 601. Beltrames Oglerius, 640. Beltrames Rubeus, 459. Benanatus Basilius, B 83. Bencius de Portuvenere, 581, 603, 608. Benedicta, uxor Guillelmi Fantolli, N 19. Benedictus Bonapicius de Albingana, N 23. Benedictus de Domicella, E 170, 199, 236, 237. Benedictus Spinula, potestas, E 8, 10, 12, 18, 25, 41, 42. Benedictus Ususmaris, E 64. Benedictus Zanca, E 6, 18, 63, 64. Benenatus Tignosie, 354. Benencia mater Iohannae, B 234. Beniaminus de Fossatello, E 250. Beniaminus, f. qd. Manicardi de Busia, E 212. Benincasa Ranga, 141, 252. Beniviene de Trabucco, E 234, 235. Bentraminus Cicala, E 228. Bentramus de Ussio, E 112. Benvenuta, 30. Benvenuta, ancilla Iohannis Stregiae, 502. Benvenuta, filia Guillelmi Ranfìcoti, A 37. Benvenuta, f. Iohannis Martinacii, B 78. Benvenuta, f. Nicolai de Morena, N 37. Benvenuta, f. Thebaidi notarii, 162. Benvenuta, soror Simoneti Cavaturtae, E 118, 119. Benvenuta, uxor Laurentini, 161. Benvenuta, uxor Mercantis, 134, 135. Benvenuta, uxor Nicolosi Peluci, 56,57. Benvenuta, vidua Aimerici piscatoris, 402, 491. Benvenuta, vidua Enrici, 402. Benvenutus de Barbaro, N 18. Benvenutus de Calignano, 296, 361, 402, 421, 432. Benvenutus de Cavagna, B 48, 49, 59, 71, 72, 92, 93, IH, 158. Benvenutus de Domicella, frater Gu.l lelmi, 48, 52, 176, 194, 225, 228, 402, 530, 537; B 244. Benvenutus de Ravecha, 541, 552, 55b, 564,592,594,638. Benvenutus de S.to Ambrosio, E 15. Benvenutus de Scentado, 112. Benvenutus de Tealdo, E 215^ Benvenutus Durantis, 227, , ' > 479, 487. Benvenutus f. Mariae Sclavae;J°L Benvenutus f. Tealdi scnbae 460 5<1; B 84, 177, 275; A 29, 30, 32, 36, 41, 45‘ • ia7 • Benvenutus, gener Cavanei, - • Benvenutus, nepos Mereadantis de Bobio, B 249. Benvenutus scriba, 365. Benvenutus tabernarius, E 187. Benvenutus untor, E 149, 242. Berardus Mutussa, 152, 205, 206, 34 , 369, 370, 399. Bergaminus de Bergamo, E 1*2. Bermanus Menegandi, N 34, 35. Bernabos balesterius, E 238. Bernardinus acimator, E 211. Bernardinus de Novaria, E 3. Bernardinus de Rovegno, E 218. Bernardus de Buscarino, E 112, 217. Bernardus de Domicella, E 249. Bernardus de Monelia, 21. Bernardus de Narbona, 17, 51, 58, 147, 149, 343, 402. Bernardus de Pontremulo, E 70. Bernardus de Rizio, E 70. — 362 — Bernardus de Sancto Laarencio, 324, 402, 513, 541, Bernardus de Sigestro, 355, 367, 370, 385, 386, 393. Bernardus Manciardi, N 4. Bernicinus Bonihominis, E 98. Berronus de Nigro, lì 228. Berta, vidua Canevarii, 363. Berta, vidua Danielis Martelli, 187, 402, 445. Berta, vidua Rufini pelliparii, 578, 581. Bertolinus Castronus, E 14. Bertolinus de Montanea. B ‘203. Bertolinus de Novaria, E 3, 4. Bertolinus f. Armani rumpitoris, B 108, 109, 148, 152,153. Bertolinus Iachon de Bonifacio, N 22. Bertolinus Tra versus, B 173. Bertolotus Garibaldus, 9. Bertolotus piscator, 402. Bertolus Crastonus, E 112. Bertolus de Monte, E 70, 71. Bertramus Clover, B 95. Berulfus de Corcano, A 3. Bestrocius Cru vi da, 24. Bina, mater Corradi Paule, E 90. Bindus Porteioni, E 86. Blancaflos Boninsegnae, E 88, 89. Blancaflos f. Guillelmi Ferrarii, 416, 530. Blancaflos, nepos luliae, 252. Blancaflos, uxor Iohannis de Bargono, 128, 129. Blancaflos, vidua Otonis Tornelli, A 31. Blancardus de Blancardo, 216, 217, 267, 347, 349. Blanchetus Zucchae, E 170. Blancus de Lavania, 246. Blancus frater, E 16. Blasius Donatus, E 130. Blasius Lercari us, E 27. Blasius Venetus, E 20. Blaxetus Rubeus de Messana, 95. Boarellus de Grimaldo, 597. Bocacinus Sorleonus, B 257 a. 260, 263, 264, 266, 269, 270. Bocheronus f. Lamberti de Berniçono, 126, 191, 592. Boierotus de Rocha, E 169. Bonabella f. Bartholini de Laude, 577. Bonaccursus de Isacurte, 255, 325, 341, 342; B 56, 57, 100, 114, 116, 134, 135, 217, 244, 257 a 260, 263, 264. 266, 269 a 271. Bonaccursus de Portuvenere, 344. Bonacorsus de Plumbino, 11, 625, 626, 627. Bonadeus de Portuvenere, B 69, 70, 71. 132. Bonadeus de Sigestro, 431, 432. Bonagurus Vernacia, 371. 372, 378, 379. Bonaiunta de Clavaro, E 228. Bonamanus afactator, B 91, 98, 127. Bonanata, uxor Iohannis Remolacii, B 165, 201. Bonanatus Basilius, B 127. Bonapars de Portuvenere, 80, 84, 85, 86,118, 119, 214, 411, 434, 435, 436; B 48, 241. Bonaugurius de Sancto Romulo, 577. Bonaventura de Coso, N 50. Bonaventura de Nigro, A 29. Bonaventura de Rollaria, B 175, 176, 193 a 195, 227. Bonaventura de Verona, B 12, 15, 112, 160, 172, 218 a 220, 223, 239; A 2, 11. Bonaventura, filius Tealdi notarii, A 8; E 135. Bonaventura, frater Blanci de Lavania, 246. Bonaventura Grossa, E 158. Bonaventura, mater Caliseti Peluchi, E 36. Bonavia Landus, E 179. Bonavia Nanfus, B 204. — 363 — Bonavita de Roberto de liblola, 24. Bonavita de Sigestro, IO, 13, 108, 110, 111, 116, 428, 584. Bonavita, fllius Guillelmi de Enrigoço. 367. Bonavita, frater Nuvoloni, N 40. Bonfilius manescalcus, E 120; N 31, 45. Bongastaldus de Cloia, E 91. Bonifacius Comes, E 132. Bonifacius de Bisegeno, 540. Bonifacius de Platealonga, E 28. Bonifacius de Rizo, E 14. Bonifacius de Rodoano, castellanus, Al, 3 a 7, 9, 10, 12 a 15, 20 a 26, 30. Bonifacius de S.to Georgio, B 228. Bonifacius, fllius Richeldae, B 267. Bonifacius, frater predicator, 32, 51. Bonifacius maniscalcus, N 23. Bonifacius Pantaracius, N 28, 37 a 39. Bonifacius, servus reginae Adalasiae, B 160. Bonifacius Streiaporcus, 79. Bonincontrus Amazaporcos, 33. Bonincontrus de Lavania, B 68. Bonincontrus Guantini, E 173. Boninsegna de Sigestro, 110, 111. Bonsegnorius de Portuvenere, 1, 157; B 154, 155, 279. Bonsegnorius de Vinguelia, 143, 483. Bonsegnorius Faber, E 112, 155,239, 242. Bonsegnorius f. Nolasci de Silva, B 36.. Bonusandreas de Portuvenere, 159; B 96, 118. Bonus Balbus, E 128. Bonus de Quinto, B 215. Bonuscontro Guainerius, E 112. Bonusdies Acimator, E 215, 216. Bonusdies executor, E 82, 248; N 15, 17, 19, 31, 49. Bonusdies Mentus, N 11. Bonusfilius de Portuvenere, B 118. Bonus, filius Laurentii lmelde, E 194. Bonusiohannes Clavonerius, 76, 402. Bonusiohannes Ferrarius, 133, 484,632; B 88. Bonusiohannes Rebeccus, E 192. Bonusiohannes Respectus, 11, 23, 40, 65, 81, 99, 100, 121, 124, 162, 205, 209, 219, 239, 300, 301, 340, 349, 402, 530, 531. Bonus qd. Iohannini Zuchae, E 180. Bonussenior Cafarainus, E 6, 7. Bonusvassallus Boiachensis, castellanus, A 1, 3, 4, 9, 12 a 15, 21 a 24, 26. Bonusvassallus Cavaruncus, E 181,198. Bonusvassallus de Camulio, 26, 98, 114, 352, 401, 458, 519, 611. Bonusvassallus de Naulo, B 203. Bonusvassallus f. Oliverii Bocadanelli, 505, 525, 526, 535, 584. Bonusvassallus Pegola, 120, 275. Bonusvillanus de Montanario, E 211, 228. Bonvillanus de Portuvenere, 159. Borcolus Corsus, 350. Bordinus Grillus, 151. Borella, filius magistri Alberti, E 2^0. Borellus, 150. 682. Borgnus de Arenzano, 350. Bossus comes de Ganza, E 249. Branca Polichi, E 5, 53. Brancacius de Cortano, A 3, 32. Bressaninus fllius Manesardi, E45, 219; N 47. Brichelda f. Guirardi de Cremona, 531. Brocus qd. Piatese, E 148. Bronacianus de Aleria, 420. Bruneta, nepos Landulfl, 106, Bucha de Gano de Buscha, N 47. Bulgarus Maiolus, E 65. Burcellus corsus, 551. - 364 - Burgarinus f. Origuine et Iohannis de Tranno, E 8. Buscarinus Astexanus de Curia, 163, 402, 604; B 245. Cagnolus de Ricifunni, E 136. Calascia, Alia Iacobi Furnarii, N 9. Calisetus Pelucus, E 36. Calvus de Levanto, 30, 35, 84, 116, 123, 136, 146, 160, 187, 253, 277, 288, 306, 324, 374, 375, 380, 402, 508, 530, 531, 551, 559, 565, 598, 633, 642. Calcerari us index, 132. Caraerus de Levanto, E 192. Caminellus de For. E 162. Cambusius, B 272. Canavesius, canonicusS.tae Mariae, 553. Canavesius f. Tacobi de Vairesio, 91, 105, 145, 203, 212, 279, 300, 402. Candicelus Marzoracius, N 15. Candi us de Levanto, N 11. Cantabella, A 5. Canturius, 30, 81, 83, 502. Ca paraci us de Magistro, 506. Caparonus, 402, 641. Capellarius, 146. Capellinus Capellus, B 180; A 19; E 35, 62, 219; N 3, 5, 19, 45. Cara, f. Iani taliatoris, uxor magistri Simonis et postea Iohannis Grunii, 213, 503. Cara, uxor Iohannis Quatuoruxores, 24. Carabella, uxor Iacobi Falconis, 178. Carabella, uxor Iohannis de Golteno, N 28. Caracosa, f. Iohannis Greci, 80. Caracosa, soror Bonivassalli de Camu- lio, 98. Caracosa, soror Margaritae, 89. Caracosa, uxor Bartholomei de Montanea, 301, 317; B 235, 254 a 256. Caracosa, uxor Iosberti Pedicule, B 9. Caracosa, uxor Ugonis clerici, 380; A 43. Caracosia de Predi, 120, 124, 245, 250, 349, 400. Caranus Carta, N 17, 26, 27. Caretta, f. Bartholomei de Corso, 505. Caritellus de Forestano, E 210, 219. Carlinus clericus de Papia, E 60, 143, 145, 164, 241, 243; N 15, 31. Carlinus de Pavano, N 1. Carolinns de Olmeto, A 7. Carolus Bocacius, 30, 101, 104, 112, 123, 126, 189, 239, 399, 578. Carolus de Pontedecimo, E 67. Carlucius de mercato vechio. B 17. Cavaneus, 66. Castellani Bonifacii 213, 245, 250, 252, 276, 277, 278, 279, 299, 300, 357, 395, 580, 607, 616; A 1 a 50. et v. Iohannes Stregia, Ingo Tornellus, Oto de Murta, Enricus Manens, Bonifacius de Rodoano, Bonvassaìius Boiachensis, Montanarius Furnarius, Guido Longus, Guilelmus Boiachensis, Guilielmus Manens, Ido de Savi-gnone, Iohannes Guaracus, Montanarius Furnarius, Nicolaus Merlonus de Castro, Nicolaus Silvagni, Otobonus de Cruce, Riccardus Guercius, Villanus Cibo. Castellanus executor, A 32, 38, 39. Castellinus Aucundi, E 63, 64. Castellinus de campo, N 5. Cataneus (Caranus, Catalanus,) Acetus notarius, E 19, 24, 48, 63, 64, 66, 75,78,81, 102, 103, 107, 110, 124, 185, 240, 248; N 40. Cavabus de Silvano, E 112. Chereghinus Docia, E 149. Cicala, frater Nicolosi de Portudelfìno, B 239. Cicus Congius, E 204. Cilius (Zilius) canonicus de Aleria, 34, 248. 365 — Citierellus de Ligio, 25. Ciprianus Trencherius, 643. Cocetus de Yaltabio, N 9. Colaria Pancocule, 246. Columbina, ancilla Iohannis Sfcregiae, 502. Comes de Palodio, E 211. Comes de Viridis, N 3, 41. Comita, fllius Barisonis Mu-rge, E 46. Comita Gorgonus, servus Iohannis Stre-giae, 502. Comita Montonus, 207, 208, 357, 358, 359. Comita Pene, E 5, 233. Comitanus de Funtanella, 521. Comitanus de Porta, 94, 98, 141, 142, 153, 206, 2L9, 221, 224, 235, 237, 300,402,614,618, 622,623; B 101, 190. Compagnanus de Enrigoço, 618. Compagnon us barilari us, E 56. Conçanus Murconus, 92. Confertinus de Levanto, 197. Con rad us Auria, E 111, 134, 146. Conradus Bederesse, B 94, 132. Conradus Casiccia, B 79. Conradus de Bisancio, 402. Conradus de Paulo, E 87, 90. Conradus de Porta, 594. Conradus de S.to Stefano, B 147. Conradus Traversanus, B 245. Conradus Panzanus, potestas Bonifacii, E 69, 72, 78, 8!, 82, 91, 110, 111. Conradus Spinula, N 40. Consortinus de Clavaro, E 168. Consortinus de Levanto, E 62. Contessa, pedissecha Guillelmi Medici, 112. Contessa, uxor Thebaidi notarii, 162. Contessina, f. Guillelmi Baldi, B 76. Contessina, f. Iustae corsae 490. Coronellus de Portudeltìno, B 194. Corrucarius de Porto, 91. 105, Cossa fllius Boni de S.ta Agnese, E 206. Costantinus de Minuta, 592, 621. Costantinus Piromani, E 216. Crescembene de Fossato, 124, 138,140, 154, 214, 216, 217, 246, 250, 254, 292, 311, 312, 349, 362, 363, 369, 392, 393, 399. Cresilia, Alia Petri Periculi, E 240. Cresimus de Sozilia, E 211. Crestolinus Crestonus, N 2. Cristianus, fllius Ricomani de Sigestro, E 16, 17, 20, 31. Cristianus pisanus. E 87. Cuncibene de Portuvenere, 344. Daniel Burullus, B 96, 97, 113, 156, 250,274. Daniel de Bisanne, 25, 26, 34, 41, 50, 154, 191, 248, 250, 300, 305, 352, 401, 402, 408, 411, 450, 451, 508, 511, 573; B 200. Daniel de Colocucho, E 11. Daniel de Mari, E 37, 38. Daniel de Monleone, 201, 547. Daniel de Novis, E 10, 82, 124, 215; N 15. Daniel executor, E 216, 227, 239. Daniel Mussus, E 182, 211. Daniel qd. Milontii, 12. Danisia, uxor Altameni, 226. Dativus de Bisantio, 7. Delfinus, 151, 262. Delfinus Bonus, B 143. Delfinus de Sancto Romulo, 299, 577, 584. Delicia, uxor Blanci de Lavania, 246. Delicia, uxorDulceboni confectorii, 515. Dente de Albingana, E 112. Deustesalve de Deustesalve, B 26, 79, 106, 110. Deustesalve de Sozilia, 96, 637. Deustesalve f. Iacobi de Vairesio, 91, 300. — 366 — Deusteguarde de Portuvenere, 159. Divitianus corsus, E 68. Dolomedes Buscarinus, 327, 501. Dolomedes Trebogna, 291, 294, 453, 460, 482, 489. Domicella, vidua Oberti de Barrello, A 16. Dominicus Baroerius, B 220. Dominicus clericus, B 114. Dominicus Falconus, E 62. Dominicus Gennabo, E 228. Dominicus macellator, 58. Domitius callegarius, 29, 402. Domitius Cozolarius, 147, 149. Donadeus de Istria, 172. Donatus frater, B 210. Donatus veneticus, B 65. Donasella, vidua Iohannis de Benci-venga, E 244. Donnus calegarius, 306, 484. Dorbinus sellarius, 120. Dorgonotus Faber cui dicitur Nicolaus, N 40. Dovinus callegarius, 408. Druda, mater Simonae uxoris Iacobi de Malta, 87. Druda, uxor Iohannis Malii, B 267. Drudeta, uxor Iohannis Alexandraci, 92. Drudus de Rapallo, 124. Dubinus Gatorius, 556. Dudus de Finali, B 25. Dulcis de Finali, B 7, 133. Dulcisbonus affactafcorius, 162, 381, 382, 402. Dulcisbonus confectori us, 132,203, 378, 504, 515. Dulcisbonus de Rapallo, 45; B 140. Duncia f. Guillelmi Ferrarii, 620. Durans de Alba, E 112, 123, 228; N 29. Durans de Sancto Donato, 127. Durans, pater Guillelmi Benvenuti, f. Belmustini, 530. Durbechus de Sancto Romulo, 128. Egerius Furnarius, N 9. Egidius de Bornado, 352, 401, 458, 519, 510, 611, 616. Egidius Vacha, E 112, 215. Elena, uxor Marini de Cozanello, 34, 308, 525, 526, 630. Enrica, uxor Albicelli molinarii, B 78, 109. Enrica, uxor Ugonis de Pontedecimo, A 17. Enricus Archerius, 112. Enricus Bancherius de S.to Ambrosio, E 63, 68. Enricus Bavechia, E 2, 225, 228. Enricus Bocheta, 402, 403, 504. Enricus Bonaventura, 402. Enricus Brusamanticha, potestas Ia-nuae, E 111. Enricus Cabella, B 147. Enricus calafatus, B 3. Enricus Carusius de Albizola, E 115. Enricus Claparacius, E 131. Enricus Clarella, 297. Enricus Clericus de Macello, B 148, A 23, 24. Enricus Corsus de Sagona, E 52. Enricus Costantinus, E 143. Enricus de Alcandua, N 15. Enricus de Alexandria, N 3, 5, 17. Enricus de Auria, 41. Enricus de Baldizono, 250, 292, 400. Enricus de Bargono, 13, 152, 252, 408, 516,573; B 3, 4, 35, 47, 48, 74, 131, 139, 162, 213, 251, 252, 253; A 2, 11, 29. Enricus de Bertorena, N 15. Enricus de Calciis, N 52. Enricus de Cassalli, magister, E 112, 142. Enricus de Cedrali de Rapallo, 26. Enricus de Cinerea, 280, 281, 282, 502, 628, 629, 633, 634; A 11; E 207. Enricus de Cogoleto, 246. — 367 Enricus de Crispa, B 236. Enricus de Domoculta, 80. Enricus de Finale, 288. Enricus de Fossatello, 402. Enricus de Gavio, E 172. Enricus de Goano, E 78. Enricus de Guiberto, 160. Enricus de Monaco, B 233. Enricus de Montanario, E 169. Enricus de Monte de Ilice, E 228. Enricus de Multedo, 352, 355,396, 401, 458, 497, 510, 519, 545, 557, 564, 589, 611, 617. Enricus de Nigro, E 19. Enricus de Placentia, E 72. Enricus de Planixia, 294, 453, -182, 489. Enricus de Pomario, 520. Enricus de Pontedecimo, E 70, 71, 86, 9', 111, 145, 160, 163, 211, 227; N 3, 5, 6, 7, 17. Enricus de Premontorio, E 62; N 44. Enricus de Prerantonio, N ‘28. Enricus de Saliceto, E 112. Enricus de S.to Ambrosio, E 245 Enricus de S.to Antonio, E 142. Enricus de Tana, E 112. Enricus de Villa Alnaudo, E 87, 90. Enricus de Vinguelia, 402. Enricus de Viola, 460. Enricus de Zino, 7. Enricus Discordia, 530. Enricus Esens, E 180, 187, 209. Enricus Faber, E 212. Enricus Falabanda, E 49. Enricus Ferrandus, B 2, 137, 277. Enricus, fllius Agnesinae et Gratiani, N 22. Enricus, fllius Rogerii piscatoris, E 199. Enricus francigena, 145. Enricus, frater ordinis S ti Benedicti, E 185. Enricus, magister axiae, N 6, 61, 27. Enricus Mancarius, B 92. Enricus Manens, castellanus, B 19, 62, 64, 65, 146, 151, 187, 280. Enricus Monitor, E 155. Enricus Murator, E 246. Enricus Murocus, 8. Enricus, nepos Fulconis de Pelio, 14. Enricus pelliparius, B 86. Enricus Presieda, 36, 535, 553. Enricus Sardena, 98, 480. Enricus Spinula, A 42. Enricus Zarlo de Albizola, E 112, 115, 116. Enritanus Pisanus, B 138. Eugletina, uxor Bonigastaldi de Cloia, E 91. Fachellus Carnolus, E 107. Facinus de Vivaldo, N 11. Faciolus de Ara vena, B 210, 211. Faciolus de Donato, A 32. Faciolus de Forestano, E 124, 179, 232; N 10, 15, 50. Faciolus de Furnariis, E 220, 221, 225; N 9. Faciolus de Monleone, B 173. Faciolus de Onelia, E 112. Faciolus de Plebe, B 4, 5, 10, 14, 15, 16, 22, 23, 24, 32, 33, 34, 43, 44. Faciolus de Porta, E 222, 223. Faciolus de Vulpiliono, E 151. Faciolos, fllius Landulfi de Monleono, 179, 180, 635. Faciolus, fllius Marchisii muratoris,581. Faciolus, frater Johannis Stregiæ, 52. Facius de S to Donato, 3. Faci us frater, plebanus S.tae Mariae de Bonifacio, 32, 41, 158, 340; 529, 549, 553, 581, 626, 627, 628. Facius, frater Nicolosi Ferri, 33, 402. Facius qd. Ferri de Sigestro, 321, 391. Facius qd. Otonis Bonimagistri, 82. Fai mus f. Oglerii ca legarii, 304. - 368 - Falconus pelliparius, B '272. Falcus Parianus, E 44. Falzonus Magister, 502. Faradus de Aleda, 287. Fara vellus scriba, B 226, 259 a 271. Fardina, filia Andreae Calegarii, E 16. Fatima ancilla, E 96. Fasus de Gualiano, E 37. Faxanus de Capite, 402, 483, 619. Federicus de Grimaldo, E 211. Federicus f. Enrici Boconi, 427. Federicus Tomnus, B 238. Feliona, uxor Jacobi de Vairesio, 91, 94, 105, 279, 300, 503, 623. Ferretus de Bonifacio, 172. Festanus de Milano, B 233. Fidancia, f. Brachifortis de Çigiis, B 76, 77. Filippina, f. Bartolomei Zuchae, E 246. Filippina, f. Simonis deCampo, E 59. Filippinus de Montanea, E 219; N 15, 23. Filippus de Pinasca, 292. Filippus de Quenza, E 250. Filippus Embriacus, castellanus, B 64, 65, 146, 187, 219, 242, 278, 280. Filippus Gatus, B 129. Filippus Nattus, B 248. Filippus Parenus E 211. Filippus Ripanus, B 186. Filippus sartorius, 321, 402. Filippus taliator, 251, 568. FilippusVicedominus, Potestas Januae, 551, 552, 566, 632, 637. Flanenga, f. Bossi comitis de Ganza, E 249. Flosdegrana, uxor Guillelmi Puliardi, 187, 373. Flosdegrana, vidua Rolandi Guercii, 402. Fortis Maranconus, E 227. Fortisleo de Lercaro, 41. Franceschinus Brasonus, E 2. Franceschinus de Sarzana, E 102. Franchetus Villanus, E 211. Francisca, f. Johannis de Gavio, E 169. Franciscus alunnus, E 182. Franciscus Bonaventura de S.to Romulo, N 43. Franciscus de Bavana, E 150. Franciscus de Bergognoni, E 154. Franciscus de Fabrica, E 112, 219. Franciscus de S.to Laurencio, E 190. Franciscus de Vintimilio, E 112. Franciscus, f. Iacobi de Livellato, E12. Franciscus Marangonus, N 39, 4L Franciscus Porcellus, E 62. 63, 65, 69. Franciscus Vacca, E 76. Franciscus Zinfus, E 110. Francota uxor Ferrarii, E 174. Freserenus de Clavica, E 220. Fulchus de Gavio, E 178. Fulchus de Vintimilio, E 78, 112,169, 242. Fulcus Blancus, 124, 250. Fulcus de Pelio, 14, 19, 85, 86, 98, 181, 182, 192. Fulcus murator, 244. Fulcus tornator, 27, 294, 402. Fulcus Raina, B 50. Fulionus Thoma, B 138. Furadus Cutinus sardus, 341, 342. Furardus Por chus, N 40. Fusia Sarda, 316. Fusieta, f. Iohannis de Boiasco, 353, 395. Gabissa Ruvinaccia, E 62. Gabriel de Gavio, E 228. -Gabriel de Molazanna, N 40. Gabriel Spinula, E 214. Gabriel Stanconus, E 24, 26, 28. Gabriel Ususmaris, E 32; N 3, 41. Gadius, socius Splendentis de Frato, E 87. Gaetanus Niger de Gavio, E 211, — 869 — Galasia, uxor Rubaldi Capelli, 592, 638. Galasia, uxor Rubaldi de Pelio, 479. Galiosa, f. Cagnoli de Ricifumi, E 136. Galotinus f. Iacobi de Yairesio, 300. Gal va n us frater, E 185. Galvanus de Pelio, 182. Galvanus Stanconus, 96, 100, 104, 126, 154, 191, 200, 245, 252, 280, 281, 283, 303, 322, 323, 479, 502, 609. Gandulfus Boconus, 72, 589. Gandulfus de Galico, 8. Gandulfus de Lavania, 246, 445. Gandulfus de Rogerio de Pelio, B 175, 176, 193 a 195, 243. Gandulfus de Susilia, 587. Gandulfus Maniaferrus, 49, 252, 253, 306, 402; B 202, 213. Gandulfus Pelliparius, 22, 30, 49, 87, 103, 107, 125, 131, 152, 154, 155, 156, 160, 162 a 169, 204, 241, 242, 352, 401, 547. Gandulfus Taliaferri, 107. Gandus de Tricoma, E 27. Gandus de Podio, B 114. Gandus de Yintimilio, B 245. Gandus de Vulpagia, B91, 98. Gantellus calegarius, E 166. Garaldus Biamons, E 126. Garibaldus, 171, 402. Garinus de Bartociis, B 2, 41. Garofolus, cognatus Ioberti Pedicule, B 9. Garvanicus de Curia, E 140. Garvanus de Yultabio, E 228. Gastaldus, 200. Gavinus de Rocha, E 169. Gavinus Sana, E 191. Gemininus de Bargono, B 42. Genninus barberius, B 276. Georgius Anivinus, E 217. Georgius Calvus, E 211. Georgius Carunce, E 228. Georgius de Castellino, B 39, 40, 81. Georgius de Norasco, N 6. Gerardinus, frater Tealdi Scribae, 186. Germanus francigenus, E 65. Gherardus de Cremona, 123. Gibertus de Parma, E 226. Gibertus Placentinus, B 1. Gicumel, minister ecclesiae S. Mariae de Livellono, 341, 342. Ginara de Mari, E 37. Ginata Cavar uncus, 30. Ginolus Yacca, E 3, 235. Girardinus, f. Tealdi Notarii, 69, 117, 140, 258, 313. Girardinus Niger, A 12. Girard us Bancherius, E 228. Girardus (Guirardus) Barberius, 16, 24, 103, 135, 160, 162, 185, 190, 197, 209, 210, 218, 219, 250, 273, 274, 298, 340, 502, 544, 550, 551, 561, 590, 610. Girardus Barilarius, N 10, U, 12. Girardus Clarella, B 235, 251. Girardus de Parma, E 112. Girardus de Yalle, E 118. Girardus de Yulpiliono, E 151. Girardus Pilalbus, 34, 9:3, 130, 207. Girardus placentinus, B 184, 214, 221, 222, 232, 238, 241, 244, 265, 275, 281; E 50. Girardus Yacca, E 29, 67, 142. Girasolmus corsus, 30. Giulinus de Nigro, E 245. Givolinus Longus, E 145. Golatella, 483. Gonarius, diaconus S.ti Nicolai, 41, 88, 158. Gonarius, episcopus de Bossa, 158, 159, 495, 529, 580. Gonarius presbiter, A 24, 26, 28. Gonarius, servus Armani Pelliparii, 30. 24 370 - Gorata f. Alberti Ferrarii, B 108, 109. Gotarella, baiala Raimundini Fabri, N 54. Gracianus de Capite, 620. Gracianus f. Baldi de Caravaldo, 364. Gracianus tabernarius, 1, 4, 28, 32, 41, 47, 48, 79, 124, 152, 168, 191, 211, 226, 250, 269, 402, 458, 479, 519, 522, 530, 531, 540, 541, 607, 610, 611, 617, 633, 638; B 114, 195, 201. Gratianus de Alexandria, A 2. Gratianus Salinerius, N 32. Graciolus de Ovada, E 112. Gregorius Bruncosola de Gaieta, E 32. Gregorius de Bargono, gener Armani Pelliparii, 30, 49, 127, 132, 138, 139, 141, 142, 146, 147, 148, 150, 160, 161, 163, 167, 168, 177, 186, 193, 198, 199, 224, 225. 244, 249, 250, 256, 257, 264, 265, 274, 275, 276, 301, 302, 305, 315, 316 a 320, 328, 338, 339, 370, 377, 382, 384, 392, 408, 420, 421, 423, 448, 456, 457, 482, 487, 491, 493, 500, 501, 502, 503, 526, 530, 531, 532, 533, 539, 550, 551, 552, 559, 560, 573, 581, 583, 594, 604, 609; B 2, 25, 42, 66, 71 a 75, 79, 83, 102, 110, 113, 114, 115 a 121, 123, 135, 147, 151 a 153, 185, 187, 198, 200 a ‘203, ‘215, 216, 234, 238, 245, 257, 268, 281; A 26, 28, 30, 34. Gregorius Marzolacius, E 219. Gregorius Paparicius, 524, 637. Gregorius Palmarius, 502. Griforius de Sarzana, 174. Grifus Soldanerius Florentinus, E 57. Grigus Marzotus, E 82. Grimaldus lanerius, E 143. Gudagnabene, nepos Armani Pelliparii, 552. Guadagnus Ricius, B 222, 274. GualancLrus afaitator, B 103, Gualandrus calegarius, 402. Gualandrus confector, B 201. Gualcius Sartor de Messana, 244. Gualterius de Narbona, E 164. Gualterius taliator de Messana, 249, 493. Gualterotus de Albicello, B 56, 60, 61, 199. Guananus Caliga, E 154. Guantinus Carpeto, B 156. Guantinus Delcla, B 141, 142. Guantinus de Lella, A 16. Guantinus Marzolacius, 350. Guantinus Massara, 158. Guantinus Opito, B 146. Guantinus Romaninus, E 204. Guantinus sardus molinarius, 484, 485. Guantinus Spanus, 326, 327, 338, 598, 593; B 116, 134 a 136, 141, 142. Guantinus Zanca, 132, 237, 298, 309, 311, 390, 402, 439, 449, 452, 534, 558, 606; B 84. Guaranchus de S.to Laurencio, 41, 641. Guaranus, servus Armani Pelliparii, 30. Guarinus de Sella, A 31. Guasus saonensis, -151. Guatinus Cerpio sardus, 136, 147, 340, 502. Gubertus veneticus, E 97. Guiçiardus de Mari, B 162. Guidarius Serracinellus, 106. Guidetus de Gavio, E 130. Guidetus de Varisio, N 3. Guidetus murator, E 112. Guido Blancus, A 25. Guido centorius, 402, 502. Guido Claperanus, N 26. Guido (Guidotus) corsus, 490; B 149, 247. Guido corsus de Sustil, B 115. Guido de Arena, 88, 594. Guido de Broca, B 225, — 371 — Guido de Cagna, 284, 285, 286, 594, 628, 629, 633. Guido de Cinerea, A 15, 20. Guido de Favali, 146, 422. Guido de Guardia, N 16. Guido de Guincesse, B 149, 159, 170. Guido de Lumbardo de Sigestro, 24. Guido de Luca, 165. Guido (Guidonus) de Palma, B 28, 54. Ili, 150, 182, 183, 249. Guido de Recho, B50, 51, 83,187, 192, 209, 280. Guido de S.ta Amancia, 614. Guido de Savignone, B 176. 'Guido (Guidotus) de Sena, B 174 a 176, 188. Guido Longus, castellanus, A 27 a 31. Guido, magister antelami, 31, 402, 444, 484, 567. Guido Rubeus, 280, 531, 551, 617, 632, 633, 634. Guidolfus Margaritus, B 225, 280. Guidolinus Longus, E 129. Guidonu.s de Vindercio, B 179. Guidoranus, B 267. Guidotus de Clavaro, E 73. Guiducius de Ulmeto, 177, 183, 185. Guiducius fllius Oberti de Cortano, A 32. Guiducius frater Enrici de Cinercha, 634. Guiducius Longus, A 32. Guilelmina uxor Guilelmi Capellarii, 343. Guilia, uxor Alberti de Bonanata, 496. G u il in us de Nigro, E 194. Guilielmus Aernus, B 188. Guilielmus Alberici, 617. Guilielmus Alfachinus, 540. Guilielmus Alfarda, 11, 41, 100, 123, 126, 189, 199, 223, 239, 245, 252, 253, 275, 276, 277, 283, 299, 301, 322, 332, 339, 395, 401, 403, 424, 426, 440, 447, 448, 491, 519, 530, 566, 579, 580, 585, 593, 597, 611, 630, 632, 641. Guilielmus Acha de Vintimilio, E 160. Guilielmus Amantus, B 171. Guilielmus Amicus, 409. Guilielmus Armerius, B 188. Guilielmus Arnaldus, 340. Guilielmus Archiepiscopus Sagonae, 503. Guilielmus Bargaginus, 85. Guilielmus Bartolomei de Castromaris, E 91, 94, 96, 97. Guilielmus Bellagonella, 402. Guilielmus Bellandus, B 60, 169, 220. Guilielmus Bellusbrunus, B 18, 54, 94, 95, 118, 119, 138, 159, 190, 274. Guilielmus Blanchetus, E 188, 228. Guilielmus Blancus, 280, 282, 633. Guilielmus Bocherius, 236. Guilielmus Bocheta, 398. Guilielmus Bogarini, B 189. Guilielmus Boiachensis, castellanus, A 33 a 47. Guilielmus Brignonus, 343, 344. Guilielmus Brundus f. Armani Pelli-parii, 30, 402. Guilielmus calafatus, 352, 402, 496. Guilielmus Calderonus, 592, 638. Guilielmus cancelarius, 5. Guilielmus Cantalamissa, 402. Guilielmus Cantator, N 2. Guilielmus Capellarius, 61, 343. Guilielmus Capellus, E 8, 79, 87, 135, 162, 170, 183, 199, 202, 208, 210, 212, 214, 219, 227, 236, 237, 246; N 7, 15, 31, 50, 53. Guilielmus Carnagus, E 207. Guilielmus Catalanus, 59, 62, 230. Guilielmus Cavallus, E 172. Guilielmus Cerinus, E 219. Guilielmus Cigalini, A 33. Guilielmus Cervus, E 171. Guilielmus Clarella, 30, 47, 63, 81, 97, 133, 393, 404, 439, 513, 526, 532, 551, 564, 592, 620, 638, 641; B 64, 103, 229, 230, 237, 244, 275. Guilielmus Clapur, E 211. Guilielmus Claver, B 220. Guilielmus Clericus, 160, 199. Guilielmus, cognatus Lanfranci Capellani, B 240. Guilielmus Corsus, 124, 250. Guilielmus Cozanellus, 5, 45, 115, 132, 353, 427, 530. Guilielmus Curica, B 93, 97, 235. Guilielmus cursarius, B 189. Guilielmus Dabonda, B 228. Guilielmus Danna de Andora, N 10. Guilielmus de Abitayna, B 190, 247, 248. Guilielmus de Albizola, E 122. Guilielmus de Alexandria, 35, 402, 481, 643; B 71; A 33, E 113. Guilielmus de Bargalio, N 47. Guilielmus de Bargono, A 20, 26. Guilielmus de Barisolio, B 66. Guilielmus de Bisanne, B 75. Guilielmus de Bobio, B 208, 242, 243; E 233. Guilielmus de Bola, N 23. Guilielmus de Braida, E 113. Guilielmus de Bruneto, N 26. Guilielmus de Bustignino, E 90. Guilielmus de Calignano, 61, 118, 119. 126, 123, 173, 202, 402, 635, 641. Guilielmus de Campagnono, E 184. Guilielmus de Campo, B 257; E 211. Guilielmus de Camulio, 390, 520; E 190, 201, 247. Guilielmus de Capriata, E 112. Guilielmus de Casubtana, 181. Guilielmus de Ceriana, 290, 402, 553. Guilielmus de Clavaro, E 112, 219, 227. Guilielmus de Clavica, 362. Guilielmus de Cinercha, 502. Guilielmus de Cisterna, B 1, 10, 74, 153. Guilielmus de Costa, B 124, 138. Guilielmus de Corsaria, 161, 162, 573, 576, 599. Guilielmus de Cravana, B IH- Guilielmus de Curia, 266, 313. Guilielmus Dede, 80, 139, 140, 210, 360, 402, 428 a 434, 479, 481, 526. Guilielmus de Domicella, 48, 50, 84, 91,92, 94, 113, 132, 153, 157, 176, 194, 200, 208, 210, 211, 225, 227, 228, 229, 239, 365, 407, 408, 409, 410, 420, 443, 495, 516, 528, 530, 537, 539, 551, 610, 620. Guilielmus de Dultetiis, B 245. Guilielmus de Fabrica, E 112, 211. Guilielmus de Fabrisfco, E 175, Guilielmus de Faluca, E 74. Guilielmus de Fanzono, E 71. Guilielmus de Finali, 234, 416, 641. Guilielmus de Furnariis, E 15, 24, 35, 215, 216. Guilielmus de Gamalio, scriba, N 33. Guilielmus de Lazaro, F 95. Guilielmus de Levanto, 402. Guilielmus de Maddalena, N 9. Guilielmus de Mandolesio, B 65. Guilielmus de Mari, B 80, 162, 168, 169, 177, 181, 189. Guilielmus de Mediolano, 170, 611. Guilielmus de Merlo (Merlonus) de Castro, E 98, 111, 121, 124. Guilielmus de Monaco, B 220, 221. Guilielmus de Moncelato, 321. Guilielmus de Montaldo, E 2, 113,115, 116, 121 a 123, 172; N 40. Guilielmus de Montanea, E 73, 114. Guilielmus de Monte, E 112. Guilielmus de Mulis, 640. Guilielmus de Narbona, 21, 52, 55, 56, 59, 60, 66, 79, 293; E 174. Guilielmus de Nigro, 124; E 207, 218. — 373 Guilielmus de Opigone, 373; B 261 a 272, ‘279. Guilielmus de Pelio, 188; B 53, 244. Guilielmus de Ponali de Clavaro, N 43. Guilielmus de Porta, 160; E 112. Guilielmus de Priario, E 95. Guilielmus de Puteo de Naulo, B 203, 204, 208, 209. Guilielmus de Quarto, B 79, 280. Guilielmus de Quinto, 530, 531. Guilielmus de Raficaro, B 233. Guilielmus de Ranflcoto, B 276. Guilielmus de Rapallo, 202. Guilielmus de Recco, N 33, 34, 35. Guilielmus de S.to Ciriaco, 21. Guilielmus de S.to Petro arenae, 118, 348, 402, 502. Guilielmus de S.to Sefano, B 53, 54, 81, 82, 134, 135, 143, 156, 157, 174, 179, 180, 181, 188, 198, 199, 238, 244. ..Guilielmus de S.to Syro, 160. Guilielmus de Savignone, B 175. Guilielmus de Servo, E 168, 169, 171 a 173, 179, 183, 184, 186, 188, 189, 191. Guilielmus de Umiano, E 29. Guilielmus de Valente, 450, 628. Guilielmus de Varagine, 236. Guilielmus de Veieta, 402. Guilielmus de Vernacia, 11, 549; B 34, 64, 68, 69, 70, 72; 102, 133, 151, 164, 173, 215, 232, 240, 245, 281. Guilielmus de Vexenia, A 16. Guilielmus de Vineis, 42. Guilielmus de Vintimilio, 92, 136. Guilielmus de Vivaldis, 353; B 251. Guilielmus draperius, E 174, 219. Guilielmus Elia, 9, 28, 141, 170, 176, 202, 459. Guilielmus Ermelius, B 124. Guilielmus Faber, E 82, 93, 104, 140, 141, 146, 148, 210, 211, 219, 227, 248; N 15. Guilielmus Ferrarius, 26, 30, 77, 78, 154, 171, 304, 355, 361, 401, 402, 432, 565, 601, 620; B 44, 50, 53, 58, 59, 62, 81, 83, 86, 89, 103, 111, 133, 134, 141, 142, 145, 148, 159, 239, 257. Guilielmus Ferrarius Longus, B 88. Guilielmus, filiaster Petri de Bobio, 16, 176. Guilielmus, f. Aimerici piscatoris, 491. Guilielmus, f. Iohannis Sanonis, E 98. Guilielmus, f. Leonardi de Predono, 543. Guilielmus, f. Lombardi, 230. Guilielmus, f. Malii Raxeti, 110, 111. Guilielmus, f. Ugonis Fabri, E 135, 140. Guilielmus, f. Viridis Vineae, A 27. Guilielmus ftsicus, 622. Guilielmus Fontanegius, B 39, 40, 81, 82. Guilielmus Fornarius, 7; B 117. Guilielmus, frater Enrici de Cinercha, 634. Guilielmus, frater Facii plebani, 27, 53, 402, 553, 561. Guilielmus, frater Iohannis Stregiae, 502. Guilielmus, frater Simonae, 37. Guilielmus Gallus, 67, 69, 71, 74, 75; 136, 313, 343, 353, 395, 402, 421, 514, 572; B 35, 41, 143. Guilielmus Georgius, B 7, 18; A 27; E 90. Guilielmus Grassen, E 230 a 232. Guilielmus Guaracus, E 211. Guilielmus Ligator, E 228. Guilielmus Macalusus, 3. Guilielmus Macellator, 537, 538. Guilielmus Macia, 402, 521. Guilielmus magister medicus, 112. - 374 - Guilielmus Malius, 30, 117, 234, 287, 380, 391, 408, 525, 526, 610. Guilielmus Mallonus, 172. Guilielmus Manens, castellanus, A 39 a 42. Guilielmus Maniabusus, 252. Guilielmus Manialupus, 172, 273, 309, 310, 402, 413, 452, 493, 504, 591, 624; B 25. Guilielmus Maniamontonus, 40. Guilielmus Manus, B 248. Guilielmus Maonelis, 51. Guilielmus Marnalis, 21, 402. Guilielmus Mastracus de Vultabio, E 1. Guilielmus Matteus, B 243, 246. Guilielmus Merus de Vintimilio, B 226. Guillelmns Merzarius, 458, 519. Guilielmus Merzarolus, 352. Guilielmus Murrus, 402; B 75, 98. Guilielmus Mussator, 113. Guilielmus Mussus, E 118. Guilielmus, nepos Simonis de Bargono, 408. Guilielmus Nocolacius, 518. Guilielmus Novi de Clavaro, N 14. Guilielmus Opizonis, A 29. Guilielmus Papalasanie, 30, 107. Guilielmus Parenus, N 46. Guilielmus Paule, E 90. Guilielmus Pelucus, 30, 99, 127, 218, 402, 565. Guilielmus Plebanus, B 119. Guilielmus Plumacius, 427. Guilielmus Piper, 552, 558, 564, 609, 612, 613, 626, 636, 637. Guilielmus Piscator, 249, 272, 273, 343, 402, 409, 410, 435, 497, 498, 510, 545. Guilielmus Puliardus, 22, 187, 374, 402, 433. Guilielmus Raimundus, B i85, 243. Guilielmus Ranficoti, A 37 a 39. Guilielmus Ricius. B 49, 173. Guilielmus Rennus, N 15, 50. Guilielmus Rubeus, 160, 356, 364, 608; B 174 a 176, 188. Guilielmus Salicetus, E 250. Guilielmus sardus, 5, 121. Guilielmus sartor, 542. Guilielmus Scornamontonus, 90, 103, 113, 131, 255, 259, 260, 267, 323, 352, 436, 451, 502, 519, 539, 597, 611, 628; A 9, U, 15, 44. Guilielmus scriba, 591. Guilielmus Speciarius, 112, 622. Guilielmus Spinula, A 9. Guilielmus Squillans, B 79. Guilielmus Taiavacha, E 160. Guilielmus Tennus, E 189. Guilielmus Terrini. E 118. Guilielmus Veneticus, 51. Guilielmus Zocolarius, 30. Guinicellus de Bavaldacio, 211. Guiotus, puer Guillelmi medici, 112. Guirardus Barberius (v. Girardus). Guirardus Archesius, 160. Guirardus Clarella, 301, 317, 537. Guirardus de Bargono, 316, 493. Guirardus de Cremeno, 299. Guirardus de Cremona, 104, 353, 402, 447, 531, 551, 578. Guirardus Parterius, 526. Guirardus Pilalbus, 539. Guisla gaitana, 641. Guisla, mater Iohannis sartoris, B 267. Guisulf'us Margaritus, B 227, 228. Gunarellus Claparanus, N 52. lachinus de Nigro, E 211. Iacoba, fllia Rogerii piscatoris, E 199, 200. Iacoba, uxor Boniiohannis Cravonerii, 76. Iacoba, uxor Caroli Bocacii, 104. — 375 - Iacoba, uxor Guillelmi de Cisterna, B 1, 74, 81. Iacoba, uxor Guillelmi Nocolacii, 518. Iacoba, uxor Iacobi Peluchi, B 252; A 12. Iacoba, uxor Iohannini Rubei, 494. Iacoba, uxor Laurentii magistri, E 5. Iacoba, uxor Landulfì Rubei, 304. Iacoba, uxor Laurentii Imelde, E 196. Iacoba, uxor Nicolai Cantalupi, N 49. Iacoba, uxor Nicolai de Merena, N 41. Iacoba, uxor Lercarii de Castronovo, 265. Iacoba, uxor Sardi Bovoaldacii, E 116; N 31. Iacoba, vidua Guillelmi Trulli, 617. Iacoba, vidua Iacobi barberii, 402. Iacoba, vidua Pagani magistri asciae, A 34. Iacoba, vidua Petrini de Ambrosio, E 177,178. Iacobina, f. Bartholomei de Corso, 505. Iacobina, f. Borelli, 30. Iacobina, f. Guirardi de Cremona, 531. Iacobina, f. Iustae corsae, 490. Iacobina, f. Ugonis Fabri, E 131. Iacobina, f. Vivaldi de Livellato, A 19. Iacobina, f. Vitalis de Ciiano, E 62. Iacobina, nepos Richeldae, B 267. Iacobina, soror Guillelmi et Petri Be-cliirubei, A 33. Iacobina, soror Richeldae, B 267. Iacobina, uxor Enrici de Mari, E 37, 38. Iacobina, uxor Guillelmi piscatoris, 409, 410. Iacobina, uxor Nicolai Caudelupi, E 22. Iacobina, vidua Bonincontri Guantini, E 173. Iacobina, vidua Vivaldi Barvaldani, N 19. Iacobinus baiesterius, 490. Iacobinus de Calignano, 402, 618. Iacobinus de Riparolio, 45. Iacobinus, f. Guillelmi Cozanelli, 5, 402. Iacobinus, f. Ingonis barberii, 31. Iacobinus, f. Otolinae, N 16. Iacobinus, f. Ugonis Fabri, E 140, 141. Iacobinus, frater Vivaldi de Livellato, 136. Iacobinus Muxius, 95. Iacobinus, nepos Falconis de Pelio, 14. Iacobinus Paretus de Aquila, E 46, 113, 115, 173. Iacobinus Pinellus, E 86, 96, 127. Iacobinus (Iacobus) Rainerius de Vultabio, E 156, 211. Iacobus Agalnus, E 197. Iacobus Aguarius, 45, 115, 402. Iacobus Alberti de Florentia, 585. Iacobus Argenterius, 402. Iacobus Bancherius, E 215. Iacobus Barberius, B 99, 113, 126, 128 a 130. Iacobus Bartolomei Andreae, E 218, 227. Iacobus Batalia, E 160-Iacobus Beccus, 420. Iacobus Calcagnus, 262, 577, 585. Iacobns Calderarius, B 192. Iacobus Capa, 143, 402. Iacobus Cauda (Coda), E 131, 203. Iacobus Clericus, 6. Iacobus Cicala, E 176, 181, 185, 205, 206, 207, 213, 217, 218, 219, 227, 240, 241, 244, 246, 247. Iacobus Consul, B 126. Iacobus Corsus, B 90, 100, 114, 116; A 16. Iacobus Corvus, A 11. Iacobus Crispinus, N 15. Iacobus Curator, A 45. Iacobus de Albario, E 211. - 376 — Iacobus de Aquila, E 211. Iacobus de Barbarello, 124, 214, 216, 217, 240, 250, 349, 376. Iacobus de Bargalio, 42. Iacobus de Bargono, E 194. Iacobus de Bartolis, E 185. Iacobus de Bonaventura, A 42. Iacobus de Brossano, B 178. Iacobus de Buntate, 237, 314, 315, 453, 460, 482, 489; B 185. Iacobus de Burello, B 117. Iacobus de Burgo Sandonino, E 161. Iacobus de Campo, 505. Iacobus de Carbonaria, 33, 98, 347, 402. Iacobus de Coçanello, 521, 522. Iacobus de Curtimilio, E 112, 121. Iacobus de Finali, 52, 53, 62, 402. Iacobus de Garterio, E 4. Iacobus de Gergona, E 209; N 50. Iacobus de Ilice, B 237. Iacobus de lulmeto, 6. Iacobus de Laria, E 227. Iacobus de Livellato, A 44; E 12, 104. Iacobus de Madio, 64, 258, 307, 408. Iacobus de Maidarene, B 271. Iacobus de Malta, 37, 292, 343, 357, 380, 402, 412, 413, 416, 420, 437, 561, 569, 570, 631. Iacobus de Nintariis, A 35. Iacobus Dentesossi, B 54, 99. Iacobus de Olmeto, A 44. Iacobus de Pontedecimo, E 40, 219, 227. Iacobus de Porcello, 269, 311, 365, 367, 381, 390, 394, 396, 397, 398, 402, 411, 416, 417, 429, 433, 434, 441, 447, 451, 487, 496, 511, 517, 521, 534 a 552, 561, 566, 581 a 586, 592, 594, 595, 596, 599 a 604, 607, 608, 619, 622, 624, 637, 640; B 91, 96, 144, 201, 243, 254, 256; A 36, 44. Iacobus de Portuvenere, B 210. Iacobus de Predi, 58. Iacobus de Prucio, 30. Iacobus de Raynerio, E 112. Iacobus de Reco, 119. Iacobus de Santo Ambrosio, FI 68. Iacobus de Silvano, E 90. Iacobus de Yairesio, 14, 61, 91, 94, 105, 112, 132, 153, 172, 279, 300, 447, 606. Iacobus de Valdetario, B 187. Iacobus de Varagine, 526. Iacobus de Vignolo, 95. Iacobus de Vultabio, 27, 402; E 77, 112, 219, 227. Iacobus Dragoni, B 62. Iacobus Faber, 23, 402, 642; E 156. Iacobus Falconus, 177, 179, 180, 523. Iacobus Faveta Spinula, E 18, 24, 25, 29, 40, 44, 133, 134, 139. Iacobus, fllius qd. Iohannis Grandoni, E 81. Iacobus Fornarius, (Furnarius), B 154; E 22; N 19. Iacobus, frater Gabrielis Stanconi, E 22, 26. Iacobus Frenerius, 128, 253, 402. Iacobus Gallus, 30, 71, 161, 206, 252, 273, 347, 365, 402, 569. Iacobus Gatus, 103, 455. Iacobus Gricius, 79. Iacobus Grunius, 11, 30, 46, 92, 191, 283, 29S, 394, 402, 451, 517, 522, 528, 537, 591, 596, 600, 602, 622, 625, 626,628, 629, 632, 638; B 30, 149, 156. Iacobus Guaracus, B 62, 152, 153. Iacobus Lumbardus, B 183, Iacobus Mansuinus, 251. Iacobus Marabotus, E 181, 197, 198, 202, 205. Iacobus Margaionus, 38, 44. Iacobus Merellus, B 60, 83, 97, 98, 104, 105, 248, 273. Iacobus Niger, 311. - 377 — Iacobus Occellus, B 117. Iacobus Odiçonus, B 171. Iacobus Padernus, E 197. Iacobus Pantaracius, E 61, 71, 74, 77. Iacobus Paterinus de Aquila, E 112 154. Iacobus Pelucus, 99, 118, 207, 426, 436; B 26, 139, 231, 251, 253. Iacobus Perecinua de Cloia, E 91, 97 103, 107. Iacobus Picafabene, B 2, 8, 39, 40. Iacobus, presbiter Sancti Nicolai, N 41. Iacobus Purpura, E 48. Iacobus Ramatus, B 209. Iacobus Rapaliinus, 490. Iacobus Richerius, 246. Iacobus Rubeus veneticus, 67, 68, 69, 74, 123, 172, 313, 324, 402, 571, 582, 583, 588, 621; B 124. Iacobus Salicetus, E 250. Iacobus scriba, B 208. Iacobus Semencia, E 146, 148. Iacobus Spanus, E 219, 247. Iacobus Speciali us, E 149; N 7. Iacobus Spina, E 127. Iacobus Spinula, E 212 a 214. Iacobus Surrachus, 70, 71, 78. Iacobus taliator, B 218 a 220. Iacobus Ugonis, E 51. Iacobus veneticus, E 90. lacomotus olim serviator, E 211. Iacopellus de Alexandria, E 245. Iacopellus de Vultabio, 27, 402. Iaferius de Arenzano, B 100, 101. lane Botonus, 286. lane de Baldo, 278. lane de Capa, 354. lane de Crano, 350. lane de Portuvenere, 363. lane de Pruno, 643; B 141, 244. Ianellus Caçullus, 211. Ianellus Claparellus Mancus, A 3. Ianellus f. Borcoli corsi, 350. Ioffredusf. Raimundi salinerii, 113,116; A 18. Ioffredus Salmius, B 92, 138. Iohanna de Predi, 120. Iohanna, f. Araantesae, 58. Iohanna, f. Iohannis de Gavio, E 169. Iohanna, f. Tulae, B 112. Iohanna, mater Margaritae uxoris Lanfranchi scutarii, 89. Iohanna, sciava nigra Dublini Gatorii, 556. Iohanna, soror Bonivassalli de Camu- lio, 98. Iohanna, soror Guillelmi macellatoris, 537. Iohanna, soror Richeldae, B 267. Iohanna, soror Simonis de Bargono, 408. lane, magister taliator, 189, 213, 276, 277, 306, 451. Ianes Milianus de Usola, E 109. Ianinus de Avia, E 99, 100. Ianinus de Cincho, E 247. Ian nella f. Landulfi de Gracia, E 182. Ianonus de Serra, 502. Ianuarius balisterius, 365, 402. Ianuinus fisicus, E 79, 80, 136. Ianuinus, magister, A 25, 28, 29, 31, 33, 36, 38, 39, 42, 44, 45, 48; E 9. Ianuinus Pymeline, E 124. Ianuinus sartor, E 246. Ianus Aymelius, E 207. Ianus (Ianotus) de Clavaro, E 169, 202, 228. lardina, nepos Iohannis Stregiae, uxor Oglerii Capelli iunioris, 502. Iardineta, f. Boninsegnae, E 88, 89. Iardineta, f. Galasiae, 479. Ichinus de Burgaro, 120. Içoconus Tediche, servus Iohannis pelliparii, 92. Idetus, f. Bartholomei de Corso, 505. Idetus, nepos Petri Malii. B 272. — 378 — Ido Blancus de Pelio, 19, 85, 86, 95, 98, 105, 108, 153, 181, 182, 188, 192, 323, 356. Ido de Savignone, castellanus, A 27 a 31. Ido de Clavaro, 38. Ido Lercarius, B 127, 162. Ido Tornellus, B 169. Ido qd. Rubaldi Lercarii, B 80. Ieronimus bari lari us, E 211. Ieronimus Blancus, E 249. Ieronimus de Platea, E 75. Ieronimus de Pontedecimo, E 32. Imengarda, vidua Andimerii Speciarii, 402. Ingetus Auria, E 147, 151, 153, 154. Ingo Barberius, 31. Ingo Hallonus, B 272. Ingo Tornellus, castellanus Bonifacii, 3, 11, 41, 50, 75, 81, 83, 121, 124, 126, 189, 199, 204, 2LI, 239, 279, 285, 298, 301, 302, 322, 352, 353, 367, 399 a 402, 450, 451, 458,491, 492, 502, 507, 511, 519, 520, 529, 530, 531, 539, 550, 551, 553, 578, 579, 597, 609, 617, 625, 626 a 634. Ingo Tornellus, lilius Ottoniboni Tornelli, 69, 97, 169, 224, 226, 233, 238, 242, 268, 269, 317, 329, 330, 336, 337, 341, 342, 397, 406, 408, 437, 454, 455, 502, 506, 595, 600, 603. Inguetus, fllius Thebaidi notarii, 162. Ioffredus, fllius Opitelli de Pena, N 43. Iohanna, uxor Augusti de Palodio, 95. Iohanna, uxor Dublini Gatorii, 556. Iohanna, uxor Enrici Archerii, 112. Iohanna, uxor Guillelmi de Valente, 450. Iohanna, uxor Guillelmi de Vernacia, 549. Iohanna, uxor Iacobi Calcagni, 262. Iohanna, uxor Ianis taliatoiis, 251, ‘276, 402, 451, 568, 585. Iohanna, uxor Iohannis de Boiasco, 343, 395. Iohanna, uxor Paschalis, speciarii, E 21. Iohanna, uxor Simonis de Baigono, 408. Iohanna, uxor Valentis Draperii de Canneto, 20, 24. Iohanna, vidua Arnaldi Calegarii, A 35, 36, 44. Iohanna, vidua Iohannis de Bargono, 402, 408; B 201. Iohanna, vidua Marchisii muratoris, 581. Iohannellus (lohanninus) Cintracus, E 63, 73, 81, 199, 227; N 8, 15, 17. Iohannellus Rovinacius, 172. Iohannellus Vitaracius, E 181. Iohannes Alara, E 211. Iohannes Alardus, E 146, 157. Iohannes Alexandracius, 92. Iohannes Amicus, notarius, E 142, 143, 144, 146, 154. Iohannes, baiulus Petri Malii, B 272. Iohannes Balbus, 73, 74, 116, 310. Iohannes balesterius, E 230, 237. Iohannes Bampigus, 358. Iohannes Baraldacius, 239. Iohannes Barbatus, E ‘219, 227. Iohannes Barberius de Porta, 112, 1‘23. 169, 402; B 99, 112, 123, 128 a 130. Iohannes Barberius iudex, A 11. Iohannes (lohanninus) Bechusrubeus, notarius, E 43, 53, 110, 243; N 3 a 5, 14, 15, 18, 19, 21, 22, 27, 32, 37, 40, 41. Iohannes Bechusrubeus, 24, 53, 156, 502, 547, 548, 550, 551, 607; B 37, 38, 103, 137, 254 a 256, 261, ‘242. Iohannes (lohanninus) Blanchetus, A 4, 6, 8, 17. — 379 - Iohannes Blancus, ‘23, 445, 579; E 87, 90, 185. Iohannes bocha de manzo, 402. Iohannes Bocacius, N ‘21. Iohannes Boletus, 402. Iohannes Bonomi, E 2. Iohannes (Iohanninus) Bonus, notarius, A 12, 14, 29. Iohannes Bonusgastaldus, E 97. Iohannes Borrellus, B 27, 32. Iohannes Brassonus, B 161, 227. Iohannes Buchucius, 603. Iohannes Burgus, 502. Iohannes Cacia, 483. Iohannes Capanus, B 99. Iohannes'Caparacius, 604. Iohannes Capsarius, 525. Iohannes Carbonus, 357, 371, 372. Iohannes Casarinus, 224. Iohannes Castanea, 38, 43. Iohannes Cintracus, 29, 45, 61, 279, 402, 429, 617. Iohannes Cithada de Rapallo, 20. Iohannes, cognatus Petri de Curia, 614. Iohannes Coraisarius, E 160. lahannes Coritus, 588. Iohannes corrigiarius, 402. Iohannes corsus, B 115, 116. Iohannes Corvus, 637. Iohannes Costa, B 75. Iohannes Cultellerius, 49, 112, 524; B 78, 108, ‘211. Iohannes Cunracius veneticus, calegarius, 89. Iohannes Daimati, E 54. Iohannes de Alexandria, B 76. Iohannes de Alinano, 518. Iohannes de Archatore, 30. Iohannes de Asentatis, E 16. Iohannes de Avia, E 109. Iohannes de Baicali, 250. Iohannes de Baitello, B 84. Iohannes de Barbaro, N 6. Iohannes d3 Bargono, 97, 128, 129, 280, 287, 293, 301, 316, 343, 357, 359, 453, 458, 491, 566, 572, 645; B 55; A 7; E 82. Iohannes de Bavari, 124. Iohannes de Bechisa, 30. Iohannes de Bergomo, 162, 277. Iohannes de Boiardo. B 49. Iohannes de Bonacha, E 161. Iohannes de Boiasco, 343, 353, 395, 402, 505. Iohannes de Borello, B 150, 166. Iohannes de Brossano, B 108, 177, 178, 243, 247, 248, 251 a 253. Iohannes de Cambio, B 213. Iohannes de Campo, presbiter, 534. Iohannes de Camulio, 29, 161, 215, 402; B 222; A 5, 24, 26, 28, 48; N 28. Iohannes de Capa, B 213. Iohannes de Capriata, E 112. Iohannes de Cicano, E 205. Iohannes de Clavenariis, N 27. Iohannes de Clavica, A 5. Iohannes de Colla, A 48. Iohannes de Corvara, E 49. Iohannes de Curia, A 19, 33, 49; N 14. Iohannes de Fossato, E 139. Iohannes de Funtanella, B 267. Iohannes de Gaeta, B 1, 63. Iohannes de Galucio, A 6. Iohannes de Goteno, E 131; N 15, 28. Iohannes de Guiberto, 549, 645; B 216, 217, 257 a 260, 263, 264, 266, 279 a 281. Iohannes de Ieura, 80, 378, 4G2, 440. Iohannes de Levanto, N 40. Iohannes de Lucino, E 146. Iohannes de Molteno, N 11. Iohannes de Mongiardino, 348. Iohannes de Monleone, E 10. Iohannes de Montasio, 58. Iohannes de Montobio, N 23. Iohannes de Muntobio, 402, 512. — 380 — Iohannes de Ornano, E 180. Iohannes de Petro, E 186. Iohannes de Platea, B 29. Iohannes de Porta, E 82, 127, 168, 215, 219. Iohannes de Porta Sancti Andreae, E 50. Iohannes de Predi, 556. Iohannes de Ravegno, E 14, 18, 25. Iohannes de Riparolio, 28, 402. Iohannes de Sancto Cesario, presbiter, 534. Iohannes de Sancto Petro Arenae, B 63, 144. Iohannes de Sancto Thoma, B 229, 230. Iohannes de Sanguinaria, 314, 315. 497 a 499, 510, 576. Iohannes de Sibilia, 48, 80, 277, 297, 371, 377, 424, 425, 438, 508, 512, 586, 602, 609. Iohannes de Sigestro, E 9, 25, 46, 47, 83, 84, 120. Iohannes de Spotorno, E 191. Iohannes de Strixia, 402. Iohannes de Struppa, E 5, 82, 137, 220 a 225; N 7. Iohannes de Tono, 105. Iohannes de Trano, E 124. Iohannes de Trapena, 33. Iohannes de Yaldetario, 92, 98, 26l, 267, 334 a 339, 402, 605. Iohannes de Varagine, B 242. Iohannes de Vegia, 402. Iohannes de Vultabio, 516. Iohannes de Vulture, 181. Iohannes Embronus, E 147. Iohannes Epitaria, B 7. Iohannes Esens, E 180. Iohannes Faber, A 6, 14, 21, 22, 26, 32, 37, 44, 48 a 50; E 40, 60, 61, 98, 104, 105, 219, 247. Iohannes Fata, B 10, 66. Iohannes Ferrarius de Valdetario, 112, 114, 171, 402, 440, 502. Iohannes Ferratus de Sigestro, E 203. Iohannes, fllius Armani pelliparii, 30, 92. Iohannes, fllius Balduini de Sigestro, 67, 84. Iohannes, fllius Enrici magistri asciae, N 6, 7. Iohannes, filius Iuliae, 252. Iohannes, filius Ugonis Fabri, E 135. Iohannes, frater ospitalis domini de Corbo, 20, 34, 41, 246. Iohannes, frater ospitalis S. Iohannis, 31, 41, 80. Iohannes, frater Rubaldi Calli, 329, 331. Iohannes Furnarius iunior, 22, 30, 52, 62, 77, 78, 200, 402; B 100, 112, 159, 203, 205, 206, 210. Iohannes Furnarius maior, 143, 283, 402, 502. 642. Iohannes Gallus, 12, 57, 345, 483; B 105, 111, 117, 133 a 135, 143, 148, 180, 236, 264, 268. Iohannes Gata, B 16. Iohannes Grassus de Vultabio, E 72, 77, 112, 121 a 123. Iohannes Grecus, 80; A 3. Iohannes Grunius, ] 18, 119, 209, 211, 213, 263, 350, 380, 402, 503, 522, 592; B 212. Iohannes Guaracus, B 200; A 37. Iohannes iudex Gallurae, A 4. Iohannes Laparella, E 137. Iohannes Lumbardus, E 11; N 6, 50. Iohannes Malius, B 267. Iohannes Manchesoli, E 90. Iohannes Maricius, 115. Iohannes Marchio de Gavio, E 151, 169, 194. Iohannes Marinus de Portumauritio, E 212, 228. Iohannes Mazolarius, 1. — 381 — Iohannes Meninus, E 227; N 6, 7. Iohannes Mentas, N 12. Iohannes Monleonus, 163, 176, 288, 326, 334, 336, 446, 587, 588. Iohannes Navonus Parenus de Ripa, N 24, 25, 38. Iohannes Nigrus, 502. Iohannes notarius, 458, 519. Iohannes ortolan us, 324. Iohannes Pandus calegarius, N 53. Iohannes Pantaracius, B 72, 73; A 33, 41. Iohannes Parenus, E 211. Iohannes Paternus, E 198. Iohannes pelliparius, E 92. Iohannes Penna, 158. Iohannes Pes, 298. Iohannes Pignatarius, 160. Iohannes Pilialbi, E 204. Iohannes Piper, E 120. Iohannes Porchetus, E 172. Iohannes Pornarius, 502. Iohannes, presbiter S.tae Amanciae, A 24. Iohannes Provincialis, 364, 402, 404, 405, 406, 604; B 124; E 154. Iohannes Quatuoruxores, 6, 10, 13, 20, 24, 39, 108, 110, 111, 326, 367, 428, 429. Iohannes Rangus cintracus, 1, 9, 71, 80, 116, 615. Iohannes Rapallinus, 48, 100, 102, 221, 222, 499; B 68. Iohannes Ratus, E 5, 215, 219. Iohannes Ravicia, 102, 114; E 22. Iohannes Ravinellus, 184, 186; B 4. Iohannes Remolacius, B 166. Iohannes Risa, 607. Iohannes Rodius, 270. Iohannes Roldus, 188. Iohannes Rorneus, 23, 34, 46, 9(1, 102, 134, 402, 506. Iohannes Rubeus, 11, 29, 41, 218, 332, 333, 360, 554, 562, 610; B 265, 266, 281. Iohannes Ruvinaci, A 27. Iohannes Saonensis, 56. Iohannes Sardena, 290, 332, 359, 402. Iohannes Sardus, 272, 274, 499, 555, 637; B 116, 134 a 136, 141, 142. Iohannes Sartorius, 88, 396, 402, 640; B 267. Iohannes Satha, B 136. Iohannes Scriba, A 16. Iohannes scutarius, 214, 290, 351, 358, 365, 370, 378, 379, 390, 392, 398, 402, 408, 413, 443, 453, 482, 483, 532, 533, 536, 581, 623, 636. Iohannes Stafera, 530. Iohannes Stanconus, 45. Iohannes Stregia, 3, 11, 50, 82, 115, 121, 124, 126, 143, 169, 189, 199, 200, 211, 239, 318, 320, 322, 353, 394, 399 a 402, 450, 451, 458, 491, 497, 502, 530, 531, 534, 540, 628, 635, 644. Iohannes Testagrossa, 640. Iohannes tinctor, 76. Iohannes Tornellus, E 82, 180, 186, 219, 227. Iohannes Traversus, E 211. Iohannes Tribogne, B 212. Iohannes Tureus, E 150. Iohannes Veneticus, 29, 89, 402, 409, 410, 490, 547; B 163, 164. Iohannes Zavata de Portudelfino, B 193,194. Iohanneta de Ganzone, E 15. Iohanneta, filia Bartholomei de Alexandria, 30, 147, 609. Iohanneta, f. Guirardi de Cremona, 531. Iohanneta, f. Iohannis de Boiasco, 353, 395. Iohanneta, f. Thebaidi notarii, 162. — 382 - Iohanneta, nepos Landulfi de Gallo, 106. Iohanneta Oliveti, E 99, 101. Iohanneta, pedissecha Armani Pelli-parii, 30. Iohanneta, uxor Petri sciavi, E 63, 64. Iohanneta, uxor Guillelmi de Camulio, E 202. Iohannetus Corsus, B 100. Iohannina, famula Panis barberii, N 48. Iohannina, filia Ianuini fisici, E 79, 80. Iohannina, filia Iohannis Fabri, E 104. Iohannina, uxor Bartolomei de Montanea, E 22. Iohaunina, uxor Guillelmi de Furnariis, E 215, 216. Iohannina, uxor Iohannis Bocacii,N 21. Iohannina, uxor Saluci de Capocorso, E 245. Iohanninella, f. Divitiani corsi, E 68. lohanninus Agnolini, E 95. lohanninus Barberius, B 284. lohanninus Borellus, 229, 482, 493, 593. lohanninus Cagnus, servus Iohannis Stregiae, 502. lohanninus calderarius, B 200, 203. lohanninus Cristianus de Albizola, E 112. lohanninus de Benivenga, E 83, 84, 244. lohanninus de Busalla, E 228. lohanninus de Cairano, E 112. lohanninus de Carubiolo, E 164. lohanninus de Caudena, N 10. lohanninus de Cherasco, 229. lohanninus de Clavaro, E 228. lohanninus de Cogoleto, N 17. lohanninus de Corvaria, E 112, 211 228. lohanninus de Fonzano, E 232. lohanninus de Levanto, E 250. lohanninus de Maiolica, B 40. lohanninus de Multedo, E 220. lohanninus de Predono, E 99 a 101, 152, 161, 218, 219. lohanninus de Recho, E 211. lohanninus de Riva de ladra, E 97. lohanninus de Saliceto, E 112. lohanninus de Sancto Spiritu G urie-rose, N 24. lohanninus de Servio, E 191. lohanninus, filius Aidelinae, 639. lohanninus, filius Aimerici piscatoris, 491. lohanninus, f. Bartholomei de Corso, 505. lohanninus, f. Enrici magistri asciae, N 27. lohanninus, f. Guillelmi Ferrarii, 620. lohanninus, f. magistri Ianuini, E 9. lohanninus, f. Rubli de Urtiga, 111, 367. lohanninus frater, E 185. lohanninus, frater Blanci de Lavania, 246. lohanninus Frenesenus de Clavica, E 220 a 225. lohanninus Gallus, 100. lohanninus Lapatella, E 246. lohanninus, magister asciae, E 12, 17, 30, 152, 166. lohanninus Niger, servus Iohannis Stregiae, 502. lohanninus maniscalcus, E 162. lohanninus Mantellus de Andora, E192. lohanninus, nepos Iuliae, 252. lohanninus Nocharellus, E 201. lohanninus Pancia, E 240. lohanninus Pia, servus Iohannis Stregiae, 502. , lohanninus Pisanus, E 228. lohanninus Pulpuri, E 209. lohanninus qd. Corsi callegarii, 505. — 383 - [ohanninus Rubeus, 190, 193, 194, 402, 428, 445. Iohanninus Sabastanus, N 32. Iohanninus sardus scia vus, 605. [ohanninus servus, 251. Iohanninus Surdus, E 112. Iohannutius de Levanto, 186, 612, 613 Iohannutius de Trapena, 113. Iordan us de Spotorno, E 191. losbertus Pedicula, B 9. Isolinus Grecus, 272, 273. Issetus de Moro, E 63, 124, 175. Issetus de Platea, E 204. Index de Cinercha, E 160, 161, 207. lulia, matrigna Iacobinae, 409. Iulia, soror Richeldae, 267. lulia, uxor Oglerii Maniantis, 252, 278, 416. Iulia Septemorgogiis, 80, 181, 238, 426, B 236. Iulianus Robinus, E 112. Iusta corsa, 490. Iusta, filia Iohannis Caciae, 483. Iustinus, f. Iacobi de Vairesio, 91. Lacius Brancolacius, E 160, 207. Laliana, vidua Iohannis de Boliasco, 505. Lamba Auria, N 40. Lambertinus de Cinercha, E 184. Lambertinus de Milene, B 212, 231. Lambertinus executor, N 44. Lambertinus, filius Gelasiae, 479. Lambertinus, f. Landulfi de Monleone, 635. Lambertinus, frater Iohannis Stregiae, 502. Lambertucius de Cincho, E 171, 180, 220, 2‘22 a 225, 227, 235. Lambertus, canonicus Sanctae Mariae de Bonifacio, N 18, 19, Lambertus Capellus, A 7, 17, 19. Lambertus de Aquilla, E 203. Lambertus de Berniçono, 123, 191, 402, 420, 484, 592,’ 593, 639. Lambertus de Bonifacio, E 203. Lambertus de Melene, 402; A 19, 50. Lambertus de Minene, 133, 512, 534. Lambertus de Monleono, 28. Lambertus de Mulino, B 8. Lambertus de Plancungiis, 487. Lambertus de Rincho, N 15. Lambertus de Valle de Cintor, E 204. Lambertus de Zanca, E 124. Lambertus, frater Stregini Noalischi, 540. Lambertus presbiter, E 185; N 3, 41. Lambertus Remolacius, B 25. Lambertus Zorol, E 194. Landolfinellus de Fanzano, E 201. Landulfinus de Petralata, 211. Landulfinus Zivalollus, A 25. Landulfus Bocacius, N 19, 21. Landulfus Colluscusus, 556, 567; B 144. Landulfus de Astanova, A 32. Landulfus de Gallico, 391. Landulfus de Gallo, 56. Landulfus de Gracia, E 182. Landulfus de Monleono, 179, 635. Landulfus Rubeus, 304. Landulfus Spanus, 620. Lanfranchinus capellanus, 402. Lanfranchinus, filius capellani, 11. Lanfranchinus, filius Iustae corsae, 490. Lanfranchinus, frater Recuperi, 136. Lanfrancus Beaqua, B 75, 162, 167 a 169. Lanfrancus Blancus de S. Agnese, E 156, 168, 211. Lanfrancus Busca, B 50, 51, 52, 59, 79, 83, 107, 249, 271, 273. Lanfrancus capellanus, B 70, 235, 240. Lanfrancus Capellarius, 290. Lanfrancus Contardus, E 33, 74, 75. Lanfrancus cultellerius, B 267. — 384 - Lanfrancus de Bisegeno, 361. Lanfrancus de Calignano, 57. Lanfrancus de Capitepagano, B 197. Ijanfrancus de Costa, 356. Lanfrancus de Marco, E 163. Lanfrancus de Mauro, E 125. Lanfrancus de Mignanego, E 250. Lanfrancus de Nigro, E 145, 213. Lanfrancus de Pelio, 181, 192. Lanfrancus de Portuvenere, 402. Lanfrancus de Prédis, E 112. Lanfrancus de Sancto Andrea, E 112. Lanfrancus de Sancto Brancacio, 95. Lanfrancus de Serra, 140, 304; B 272. Lanfrancus, filius Enrici Racherii, B 108, 109. Lanfrancus, frater Ansaldi de Capite-pagano, 532. Lanfrancus, frater Iohannis sartorii, 88, 396, 640. Lanfrancus Guasteie, E 112. Lanfrancus Muscetus, B 113, 160, 161, 165, 218 a 220. Lanfrancus, nepos Petri Malii, B 272. Lanfrancus Niger qd. Fulconis, E 33. Lanfrancus Sartori us, 402. Lanfrancus scutarius, 89. Lanternus de Florenzona, E 176. Lanzarotus de Plumbino, 11, 625 a 627. Laurentinus, fllius Guillelmi de Alexandria, 161. Laurentinus pelliparius, E 218. Laurentius de Alexandria, 74,178, 215, 230; E 190. Laurentius de Aquila, E 112. Laurentius de Sancto Laurentio, 238, 314, 315, 402, 452, 497, 498, 510, 545. Laurentius de Vulture, E 211. Laurentius Imelde, E 195. Laurentius, magister fisicus, A 13, 31, 38, 40 a 42, 46, 47, 49; E 5, 137, 138. Laurentius taliator de Clavaro, E 113 a 116. j Lenarius de Castronovo, 2!o5. Leo de Campo, N 3, 6, 41. Leo de Cumis, N 44. Leonardinus, f Guillelmi Ranflcoti, A 37, 48. Léonard us Ceba, E 65, 66. Leonardus de Baniona, N 22. Leonardus de Bonaparte, E 169. Leonardus de Campo, A 16, 17, 43, E 59, 82, 131, 139, 146, 208,227, 241. Leonardus de Luca, 93. Leonardus de Roglerio de Messapa, 38. Leonardus de Strupa, N Leonardus Negl'ini de Casino, E 28. Leonardus Ranficotus, E 220. Leonardus Sata, E 32. Leonetus de Diano, A 13. Leonetus, frater Enrici Muroci, 9. Leoninus Balbus, E 28. Leonus Bucanigra, E 160. Leonus de Fossato, 95. Leonus de Qualia, E 161. Licenus, f. Enrici muratoris, E 246, 247. Liforgia, uxor Iohannis f. Armani Pelli-parii, 92, 402. Ligorius Vinatus de Neapoli, E 217. Linarius de Castronovo, 49, 363, 496. Lipalinus de Ricomano, B 72, 73. Lisetus de Moro, E 60, 61. Logodorius Padeus, 16. Loteringus Perfidelli, 420. Luca (Lucbetus) Bechusrubeus, E19,43. Luca de Ancona, 97. Luchetus Auria, E 133, 134,139,187, 218, 227, Luchetus, f. Martini Tornelli, B 168, 169, 189. Lucia, nepos Iuliae, 252. Lucius Lumbardus, N 40. Lumbardus de Monleone, 201. Lupa, 200. — 385 Lupaleonus, A 1. Lupolinus,|frater Iustae corsae, 490. Lupus de Curia, 66, 73, 77, 78, 101, 103, 314, 334 a 339, 402, 549. Mabelina, uxor Benincasae, 141, 156, 239. Mabilia, soror Corrae de Paule, E 90. Mabilia, vWuTi Ingonis Barberii, 31. Mabilia, vidua Iohannis Lungui, 577. Macia de Maciis. A 32, 33. Éacia,. f. Rubaldi Maciae, B 171. Maciola Macii, B 46, 135, 146. 187, 280. Macius Petrella, N 2. Maçonus Manens, B 49, 118, 129, 130, 146, 157, 177. Malius Razetus, 110. Maimon sclavus, 115. Maimonus Vignolus o Vignolacius, E 181, 229. Mainerus, maritus Iacobinae Bechi-rubei, A 33. Maiolinus Fornarius. 402. Manacius Faber, E 17, 20, 31; N 20, 26. Mandiantus qd. Bani, N 42. Manegandus de Bonifacio, N 33 Manellus de Canneto, B 202. Manentinus Manens, B 25. Manfredus Bechusrubeus, 402. Manfredus de Monelia, E 112, 226, 228. Manfredus Guasteje (Guastensis), E 112, 218; N 43. Manfredus Mussus, E 228. Manfredus Pelliparius, E 82. Manivertus de Parma, E 112. Mannus de Zilio, E 32. Manuel Auria, E 153. Manuel Civole de Albingana, N 40. Manuel de Albingana, B 249. Manuel de Garibaldo, N 46. Manuel de Servo, 311. Manuel, filius Iacobi de Livellato, E 12, 13, 104, 105. Manuel Grecus, U, 70,‘219 a 222, 233, 402, 427, 592, 625. Manuel Guastavinus, E 130, 143, 144, 154. Manuel Macia, B 110. Manuel Nicolaus de Porta, notarius, E 73, 75, 81, 185, 201, 207, 239;’N 36, 41, 47. Manuel Petrella, E 51, 132, 182. Manuel Spanellus, 89, 207. Manuel Stanconus, E 213. Manuel Tuvus de Palodio, E 228. Manuel Tornellus, B 33, 34. Manuel Zanca, E 6, 18, 63, 64. Manuela, uxor Iohannini de Cogoleto, N 31. Maranus de Corsio, N 24. Maranus de Porta, N 6, 7, 27. Marcanus manens, B 119. Marcellus de Sai neto, B 197. Marchesinus, filius Iacobi de Malta, 37. Marchesinus de Montaldo, E 4 Marchisi us (Marcus) Bertramus veneticus, E 93, 94, 99 a 103, 109. Marchisius murator, 32, 353, 578. Marchisius de Marchisio, B 211. Marchisius de Morenzasca, B 236. Marchisius de Pagano, B 85, 87, 88, .154, 155, 244. Marchisius de Predono, 452, 453, 486, 502, 528, 535, 541, 556, 557, 572, 621, 622. Marcus pelliparius, B 190. Marchisius Portonarius, B 105, 118, 119, 127, 140, 144, 190, 191, 192, 275. Marchisius scriba, 4‘27. Marcus Blancoracius, E 160. Marcus de Calderana, E 110. Marcus de Gavio, E 112. Marcus de Marco de Finario, N 40. 25 - 386 — Marcus de Sancto Petro Arenae, 481. Marcus Scriba, 2, 4, 9, 11, 16, 20, 23, 30, 49, 50, 58, 62, 72, 87, 89, 99, 100, 107, 122, 124, 148, 151, 152, 154, 160, 163 a 168, 171, 178, 179, 187, 189, 192, 199, 213. 215, 230, 244, 245, 250, 251, 252, 276, 277, 279, 289, 298, 300, 301, 303, 316, 322, 343, 351, 353, 354, 371 a 373, 395, 399, 401, 402, 404, 407, 409, 410, 414, 416, 427, 441, 448. 450, 451, 455, 456, 479, 487, 493, 502, 503, 505, 508, 509, 511, 512, 519, 521, 531, 534, 536, 540, 541, 552, 566. 568, 578, 582, 583, 586, 590, 593, 596, 597, 604, 609, 611, 617, 620, 622, 625, 626, 627 a 635, 638, B 41, 200, 201, 237, 267; A 10, 16. Marcus Vassonus , 127. Margarita, ancilla Iohannis Stregiae, 502. Margarita, ancilla Nicolai dePortamaio-re, E 85. Margarita, filia Aldebrandi spechiarii, 89. Margarita, filia Boninsegnae, E 88, 89. Margarita, filia Bartolomei Zuchae, E 247. Margarita, uxor Iohannini magistri asciae, E 17, 20. Maria, amita Petri de Bobio, 176. Maria de Marello, A 1. Maria, filia Danielis de Colucucho, Eli. Maria nigra, sciava Armani Pelliparii, 30. Maria, uxor Fasani de Capite, 483. Maria, vidua Ferri de Sigestro, 306. Maria, vidua Petri de Curia, A 20, 41. Marianus de Baldo, B 159. Marianus de Macaris, 296. Mariella, filia Altadonae, 376. Marieta, uxor Ugonis Broiardi, 17. Marignanus de Curia, 642. Marignanus, filius Guantini Sardi, 484. Marignanus Sala, E 166. Marignanus sardus, 374; E 215. Marignanus Scaffa, 402. Marignanus, servus Iohannis Stregiae, 502. Marinetta, sponsa Rufini de Vercello, E 165. Marinetta, uxor Taddei deCogollo, E 60. Marinetus, 353. Marinetus, nepos Armani Pelliparii, 30 92. Marinus Auria, E 207, 208; N 3, 4,5, 8, 15, 34, 35, 36, 40, 41, 45, 47, 54. Marinus calegarius, E 20, 31, 165. Marinus Ceffarainus, E 194. Marinus de Ambrosio, E 177. Marinus de Banchis, E 228. Marinus de Bisanne, 139, 163 a 165; A 6, 21. Marinus de Bonifacio, 391. Marinus de Calignano, 6, 71, 172, 173, 263, 301, 313, 316, 317, 320, 330, 340, 402, 440, 451, 491. 508, 551, 578, 592, 593; 609, 637, 639. Marinus de Campo, N 28, 31. Marinus de Camulio, 161. Marinus de Canturio, 229. Marinus de Cozanello, 13, 35, 63, 158, 233, 234, 235, 247, 303, 308, 309, 377 a 383, 402, 441, 454, 455, 505, 522, 525, 590, 618, 630. Marinus de Curia, 534, 644. Marinus de ladra, E 109. Marinus de Porta, E 88. Marinus de Quarto, E 13. Marinus de Rosolana, 535, 542, 543. Marinus de Sauro, E 97. Marinus de Tedio, A 6, 7. Marinus de Vernacia, B 34, 102. Marinus filator, B 184. Marinus, filius Marchisii muratoris, 581, 593; B 35, 47; E 127, 128. - 887 — Marinus Furnus, E 127 a 130. Marinus Grecus, 99, 207. Marinus Manens, B 177, 180. Marinus Marchisii, A. 16, 33. Marinus Merchitanus, A 21. Marinus qd. Baldi calegarii, 52, 62, 64, 65, 78, 402, 489, 548; B 90. Marinus Pantaracius, E 51, 59, 81, 190. Marinus qd. Marchiani, 51. Marinus Tafaranus, E 206. Marsibilia corsa, 531. Martinellus de Barvaldacio, 211. Martinus Auria, E 169. Martinus Cresi de ladra, E 93, 99, 100, 106. Martinus de Caprara, E 228. Martinus de Monaco, B 232. Martinus de Pantaleone, E 94. Martinus de Porta, E 82, 202, 227, 244. Martinus de Rosa, 108, 263, 324, 380, 402, 427, 503. Martinus de Varro, 357, 358, 440. Martinns Pelosus de Sigestro, B 102, 174. Martinus Perlinenus, E 162. Martinus, socius Iohannis Bonigastaldi, E 97. Martinus Tornellus, B 169, 189. Martinucius, socius Aeanti de Sena, B 46. Mastetus de Mazono, E 184. Matildis, mater Simonis, E 87, 89. Matildis, uxor Enrici Discordiae, 530. Matteus de Maiono, E 74. Matteus de Planis, N 33. Matteus de Rapallo, B 133. Matteus de Sancto Petro Arenae, 9, 19, 36, 82, 120, 124, 143, 144, 204^ 210, 214, 240, 241, 275, 345, 346, 348, 408. Matteus Picamilius, 362. Matteus Rubeus, B 36. Z5o Maurus Calzane, E 17. Mazzeus Gloriosus de Amalfi, E 53, 55. Mediusvillanus de Corcano, A 3. Medotus de Sancto Donato, B 6. Melanus de Portuvenere, 160, 584. Meiorata, pediseca Petri de Bobio, 176. Meioratus de Sardinia, 92. Melanus de Asti, E 8. Melus, f. Iacobi de Pontedecimo, E 40. Menabene de Corsella, 581. Menabene de Portuvenere, 363. Meninus 71, 402, 527. Mercaante taliator, frater Petri de Bobio, 21, 27, 108, 134, 135, 176, 262, 290, 292, 295, 329, 402, 506, 531, 547, 578, 638; B 234, 254, 256. Mereguitus de Levanto, N 24. Merutius de Bonifacio, 20. Michael de Auria, E 5. Michael de Camulio, 352, 401, 458, 519, 520, 616. Michael de Rapallo, B 64, 68, 71, 113, 151, 152, 164, 240, 277, 278. Michael de Sigestro, E 124. Michael de Spotorno, E 38. Michael Ferrus, E 201. Micheletus de Sancto Matheo, 588. Micbelina, vidua Federici Pinelli, E 194. Mico de Zemulis, 355. Milan us de Rebeo, A 23, 27, 48. Milotus Ferrarius, 256, 289, 290, 291, 402. Montanarius de Oliva, A 39. Montanarius draperius, 160. Montanarius Furnarius, castellanus, A 1,3, 4, 5, 8, 10 a 15, 21 a 24, 26, 30. Montanarius, frater Stregini Noalischi, 540. Montaninus balesterius, N 1, 32, 51. Montaninus taliator, E 211. Muscetus de Portuvenere, B 185. 388 — Morenus de Albingana, E 32. Musus Cicala, B 80. Musus de Pelio, A 22. Musus de Sigestro, 385, 390, 393, 431, 432. Mussus de Macello, N 3, 41. Mutius Guelfus, E 94. Naolinus, fllius Iohannis Furnarii, 200, 447. Nardus de Narbona, 491. Nemus de Mino, E 87. Nerus florentinus, E 70, 71, 78. Nicolaus Ardiconus, 537, 538. Nicolaus balesterius, B 74. Nicolaus Bechusrubeus, E 5, 13. 21 a 23, 34, 46, 50, 69 a 72, 77, 79, 81, 82, 125, 133, 163, 170, 175, 185, 186, 193, 195, 199, 207. Nicolaus Bontella, E 201. Nicolaus Borezella, E 177. Nicolaus Botticella, N 39. Nicolaus Branca, B 201. Nicolaus Bucanigra, E 146, 147, 175, 176, 207, 208. Nicolaus Busca, B 224. Nicolaus Calefatus, 402. Nicolaus Calegarius, A 36. Nicolaus Candalingi, E 11; N 49. Nicolaus Candelinus, E 177, 178. Nicolaus Castelletus, E 97. Nicolaus Corsus Pantaracius, E 96, 111, 163, 172, 185, 231, 249. Nicolaus Corvus, E 16, 214. Nicolaus Caudalupi, E 21 a 23,104,106. Nicolaus Dago Spinula, E 136, 146, 147. Nicolaus de Bargono, 128, 129, 402; A 42; E 133, 134. Nicolaus de Barisone, A 16. Nicolaus de Campo, E 169, 205, 208. Nicolaus de Camulio, E 184; N 1, 42. Nicolaus de Castro, E 33. Nicolaus de Cazana, E 112, 219; N 20, 23. Nicolaus de Gaeta, E 19, 29. Nicolaus de Landulfo, E 249. Nicolaus de Levanto, N 13. Nicolaus de Ligono, E 49. Nicolaus de Linguelia, E 184. Nicolaus de Maso, A 13. Nicolaus de Margarita, N 20. Nicolaus de Merena, N 37. Nicolaus de Merlone, E 211. Nicolaus de Nervio, E 156. Nicolaus de Petracio, E 146, 153, 155, 176. Nicolaus de Porta, A 44; E 21. Nicolaus de Rapallo, E 112. Nicolaus de Rato, E 211. Nicolaus de Recho, 573. Nicolaus de Sancto Romulo, E 160, 161, 167, 189, 208. Nicolaus de Struppa, E 230. Nicolaus de Vintimilio, E 183; N 7. Nicolaus de Zuncho, E 201. Nicolaus Dorigotus, E 82. Nicolaus Faber, E 10, 46, 47, 152. Nicolaus, fllius Landulfi Bocacii, N 19. Nicolaus, fllius qd. Bartolomei Zuchae, E 246. Nicolaus Galiardus, N J 91. Nicolaus Galletus, E 104, 148, 171, 191, 195, 197, 219, 227, 230, 233; N 40. Nicolaus Gallus, N 17. Nicolaus Garancius, E 92. Nicolaus Guercius Vacha, N 43. Nicolaus Idicus, N 49. Nicolaus Zolus, E 11, 12. Nicolaus magister, E 41, 42. Nicolaus, magister antelami, 14, 87, 290. Nicolaus Marchesanus, E 219, 227; N 15. Nicolaus Marchisius, E 86. Nicoiaus Merlonus de Castro, castellanus, A 33 a 47. Nicolaus Monellus, E 228. Nicolaus Pantaracius, N 18, 31. Nicolaus, presbiter de S.ta Amancia, E 249. Nicolaus Porchetus, E 190. Nicolaus Portonarius, 402, 595. Nicolaus Raci, E 198. Nicolaus Ratus de Cervo, E 228, 229. Nicolaus Rubeus de Castelleto, N 13. Nicolaus Sardus, E 228. Nicolaus Silvagni, castellanus, A 36 a 39, 45 a 47. Nicolaus Stanconus, E 187. Nicolaus Stefanus de Stefano de Moro, E 60. Nicolaus Surdus de Vultabio, E ‘211. Nicolaus Tornellus, A 3, 4, 29 a 31. Nicolaus Ususmaris, A 17. Nicolaus Vacca, E 75, 106, 116; N 20, 26. Nicolosus Aurie iunior, 20. Nicolosus balesterius, 349. Nicolosus Barancius, 595. Nicolosus Baraterius, 10, 194 a 196, 228, 337, 392, 393, 398, 429, 437, 455, 456, 506, 554, 580, 607, 608. Nicolosus Beccarius, B 108. Nicolosus Bechusrubeus, 24, 53, 67, 68, 72, 103, 160, 199, 360, 377, 403, 413, 415, 422, 424, 425, 435, 446, 543, 554, 555, 558, 567, 569; A 12, 32, 33, 39, 44. Nicolosus Bocari, B 145. Nicolosus Bursa, 188, 295, 402, 419, 491, 580. Nicolosus cancelerius, 325. Nicolosus Cevolatus, 122, 178, 373, 374, 524. Nicolosus Coianus, 95. Nicolosus de Benenca, B 160, 171, 191, 236. Nicolosus de Bononia, B 52. Nicolosus de Campo, 288, 326, 343; B 190. Nicolosus de Damiata, B 80, 87, 127, 162, 167, 173, 177. Nicolosus de Ferro, B 224. Nicolosus de Mucella, 250. Nicolosus de Murta, 97; B 147, 165, 201, 251, 253. Nicolosus de Pelio, 188. Nicolosus de Porta de Vacis, 391. Nicolosus de Portudelfino, B 239, 277. Nicolosus de Riparolio, B 127, 129, 167, 168. Nicolosus de Sancto Ambroxio, 188, 197, 201, 246. Nicolosus de Sancto Donato, B 55 a 60, 92, 93, 98, 105, 122, 257; A 32. Nicolosus de Sancto Laurencio, 568. Nicolosus de Vulture, 587. Nicolosus Dragni, B 62. Nicolosus Fermane, 351. Nicolosus Ferrarius, B 158, 188. Nicolosus Ferrus, 33, 402, 526; B 90. Nicolosus, filius Caroli Bocacii, 104. Nicolosus, filius Guillelmi Trulli, 617. Nicolosus, filius Marchisii muratoris, 581. Nicolosus Fornarius, 30, 132, 269; B 163 a 165, 169, 208, 209, 229, 230, 248, 249, 251, 253. 268, 269, 277. Nicolosus, frater Ugonis Laureili, 188. Nicolosus, frater Vivaldi de Livellato, 136. Nicolosus Gallus, B 104. Nicolosus Mignardus, 568, 585. Nicolosus Pelucus, 23. 56, 65, 70, 71, 75 , 183, 224, 235, 236, 271, 402, 447, 496, 502, 503, 544, 574, 575, 589, 591, 643; B 52, 199, 232, 237, 241. Nicolosus Rubeus de Canneto, B 173. Nicolosus Rumpitor, 490. — 390 — Nicolaus sartori us, 130. Nicolosus taliator, B 8. Niger de Vultabio, E 233. Nigrinus de Veieta, E 235. Nigronus Ianuinus, A 23. Nigrobonus de Furlino, E 162. Nigronus de Veiera, E 87. Ninus de Platea, E 90. Nolasanus, fllius Aimerici Piscatoris, 491. Nolascus de Silva, B 36 a 38. Noigangus de Rapallo, 26. Notus, f. Grifonis de Quincia, E 165. Nova de Bonifacio, E 157. Nuvelonus de Castelleto, E 90. Obertinus Balesterius, 460, 543, 545, 547, 571, 574, 575; B 74. Obertinus Ceba, E 146. Obertinus de Clavaro, E 157, 158, 170. Obertinus de Dairago, E 112. Obertinus de Ganducio, E 228. Obertinus de Monderio, E 112. Obertinus de Mugessa, B 41. Obertinus de Pontedecimo, E 211, 228, 229. Obertiuus de Porta, E 27, 82. Obertinus de Sturla, 405. Obertinus de Valencia, E 44. Obertinus de Valle, E 203. Obertinus, fllius Bartholomei de Corso, 505. Obertinus, filius Borelli, 249. Obertinus, filius Iohannis de Boiasco, 353, 395. Obertinus, filius Nicolai, E 112. Obertinus, frater Faici de Sigestro, 321. Obertinus Maiolacius, 340, 501. Obertinus Quasqualone, A 47. Obertinus qd. Ferri de Sigestro, 497, 498, 510, 545. Obertinus Scriba, 183, 252, 339, 344, 606. Obertinus Zuclieta, E 50. Obertus Alfachinus, castellanus, 550, 551, 578, 579, 600, 609, 617, 625 a 630, 635, 642, 645. Obertus Archatorius, 11, 39, 67, 72, 329, 331, 549, 626, 627, 636, 642. Obertus Balbus, .160. Obertus balesterius, 133, 402, 446. Obertus Bisso de Marco, E 112. Obertus Bonaventura de Diano, E 112. Obertus Cafarinus, 603; B 245. Obertus calafatus, 35, 345, 490, 601, 640; B 96, 97, 254, 256. Obertus calegarius, 161, 186; N 9. Obertus cancelerius, B 104; A 40. Obertus Corsus, A 13, 27. Obertus Cunto, B 121. Obertus de Bargono, E 15, 69, 77, 111, 133, 134, 202, 227. Obertus de Barisono, N 54. Obertus de Borello, 125; B 184,239; A 16, 17. Obertus de Camulio, N 14. Obertus de Castro, 294; E 14, 67. Obertus de Clavaro, 276. Obertus de Cortano, A 3, 32. Obertus de Ferro, B 190, 233. Obertus de Fontanamarosa, 66, 73, 77, 78, 402, 412, 413, 41.6, 560, 565, 569, 570. Obertus de Lavania, B 106. Obertus de Levanto, 30, 402, 514; B 158, 237. Obertus de Mucelfa, B 88. Obertus de Palodio, B 50, 86, 127; E 112. Obertus de Pelio, 181. Obertus de Porta, N 7. Obertus de Salonicco, B 90. Obertus de Sancto Thoma, 245, 408; B 53. Obertus de Sena, B 159. Obertus de Vedereto, A 32. Obertus de Vinguilia, 27, 290, 402. Obertus de Vultabio, B 104. Obertus faber, 433. Obertus fornari us, B 118. Obertus, frater Guillelmi Alfachini, 540. Obertus Frexonus, 11. Obertus Ismaelis, E 49, 52, 55. Obertus medicus de Pontremulo, 158. Obertus Maniaferrus, N 6. Obertus Monleonus, 17, 29, 402. Obertus Paulus de Sancto Nicholao, 259, 260. Obertus Pullitius, 151. Obertus Sardena, B 80, 104, 147, 189, 212. Obertus Sartori us, A 34. Obertus Sappana, 325; B 81, 115, 139, 140, 160, 161, 177. Obertus Scotus, E 112. Obertus Soldanus, E 211. Obertus Spinula, E 111, 134, 146. Obertus taliator, E 148; N 15. Obertus tuscanus, 214. Obertus Viale, E 211. Obertus veneticus, 264, 455, 571, 572, 574 a 576. Occellus de Capriata, E 112. Octolinus de Domoculta, E 160. Octolinus de Novizano, E 112. Odonus de Mileje, E 112. Odonus de Rocha, E 112. Ogerius (v. Oglerius). Ogerius Brullacius, B 120. Ogerius de Albario, B 179. Ogerius de Nevi de Egidio, E 34, 35. Ogerius Grogno, E 82. Ogerius Pallavicinus, E 212. Ogerius Pignolus, B 234, 239. Oglerinus de Savignono, A 40. Ogierinus qd. Simonis Calegarii, A 8. Oglerius calegarius, ‘200, 316, 402, 483, 615, 621. Oglerius Capellus iunior, 30, 49, 87, 90, 91, 94, 107, 121, 145, 150, 153, 163 a 168, 178, 179, 191, 204, 284, 285, 308, 394, 402, 440, 450, 496, 502, 520, 534, 550, 551, 592, 60‘2, 620, 628, 633, 638. Oglerius Cupellus maior, 90, 91, 131, 191, 402, 547, 551, 566; B 147. Oglerius de Predi, 160. Oglerius de Sancto Thoma, 23, 31, 130, 402; B 147. Oglerius de Susilia, B 159, 174, 176, 193, 195, 196, 227, 268. Oglerius draperius, 160. Oglerius Falconus, 34, 224, 225, 227 a 229, 252, 365, 416, 507, 511; B 128, 184, 222, 224. Oglerius Ferrarius, 323, 613; B 79. Oglerius Ficarellus, 29, 375, 402, 578. Oglerius, filius Lanfranchi scutarii, 89. Oglerius Furnarius, notarius, 266, 525, 551; B 5, 10, 44, 56 a 58, 69, 106 131, 133, 146, 157, 160, 161, 175, 179, 219, 223 a 225, 231, 237, 244, 261 a 266, 272, 280, 281. Oglerius Maniacarne, 49. Oglerius Manians, 128, 238, 252, 279, 306, 313, 316, 417; B 235. Oglerius Papucius, 131, 133, 156, 157, 261, 262, 324, 402, 419, 547, 589, 591. Oglerius Trumbator, 259. Oliverius Bocadainelli, 525, 526, 550, 551. Oliverius de Bonotilio, 23, 402. Oliverius de Tortona, N 8. Oliverius Specularius, 67. Omodeus Clavonus, E 230 a 232. Omodeus de Clavaro, E 265. Omodeus Osbergerus, B 86. Opicinus de Montando, E 112. Opicinus de Noiero, N 53. Opicinus de Placentia, E 4. — 392 — Opicinus de Silvano, E 112. Opicinus Mainardi, E 112. Opicinus medicus, E 58, 126. Opicinus pelliparius, E 225. Opicinus Surdellus, E 126. Opicinus murator, 93, 187, 290, 402, 523. Opiço, electus episcopus Aleriae, 248. Opiço de Talavo, 280. Opizinus de Mediolano, N 8. Orbogna, 108. Orengua, uxor Armani Pelliparii, 30, 49, 87, 107, 123, 160, 163 a 165, 230 a 232, 244, 301, 302, 316, 320, 321, 456, 493, 547, 548. Orenguina, filia Borelli, 30. Orenguinus, filius Bartholomei de Corso, 505. Origuina, vidua Iohannis de Tranno, E 8. Orlandus de Campania, apostolicae sedis legatus, 6, 41, 159, 448, 492, 495. 507, 529, 549. Oria, filia Petri de Bobio, 176. Oria, filia Sufiae et Lanfranci de Calignano, 57. Orichus de Massilia, 640. Orrega, uxor Guillelmi Galli, 509. Oto de Albizola, E 112. Oto de Finali, 38, 253, 402, 411, 434 a 436. Oto de Murta, castellanus, 3, 11, 12, 40, 50, 81, 82, 96, 115, 121, 122, 124* 126, 189, 199, 206, 211, 220, 228’ 233, 239, 248, 249, 273, 284, 288, 295, 298, 301, 302, 314, 322, 326,’ 331, 333, 334, 340, 350 a 353, 371, 383, 384, 397, 399 a 402, 408, 431, 437, 450, 451, 458, 491, 492, 506, 507, 519, 520, 529 a 531, 536, 539, 550, 551, 578, 579, 585, 588, 608^ 609, 617, 621, 625 a 634. Oto de Papia, B 233. Oto draperius, 160. Oto, magister fisicus, 373, 374, 451, 458. Oto Maniavacha, 325, 398. Oto Muncavecha, 140. Oto Otoniboni Tornelli, 523; B 9, 31, 32, 34; A 11, 12, 15, 31. Otobonus Cavallinus, B 228. Otobonus de Cruce, castellanus, A 33. Otobonus de Livellato, 157, 167, 168, 402, 409. Otobonus de Medico, 218. Otobonus de Naulo, B 6, 209. Otobonus de Nigro, E 38. Otobonus de Prédis, B 188. Otobonus, filius Guileltni Venetici, 123. Otobonus de Saona, E 5, 82, 117, 129, 133, 140. Otobonus Mallonus,. 551, 632. Otobonus Sacini, E 87. Otobonus Tornellus (v. Ingo). Otobonus Tornellus, B 167 a 169, 189, 190, 191. Otolina, ancilla Iohannis Stregiae, 502. Otolinus de Nigro, E 41, 42, 48, 73,133, 134, 146, 154; N 29. Otolinus de Valdetario, 321, 588. Paganellus Vallerani, B 251, 253. Paganinus, nepos Armani Pelliparii, 92. Paganus de Enrigoço, 10, 13, 124, 250, 525, 641. Paganus de Rodulfo, B 36 a 38. Paganus Nisius de Portuvenere, 349. Paganus, magister asciae, A 34. Paganus scutarius, 618. Pacinus, filius Maineti pistoriensis, E 70, 71. Paga Bos, E 112. Paganus de Vultabio,E 228. Paganus Faiso, E 211. Pagus de Sancto Matteo, E 2. Pagus Dessus de Vultabio, E 1. Palacius, 402; B 124. Palamedes de Mutina, E 228. Palodus de Langasco, E 211. Panis barberius, N 48, 49. Panthaneus, frater S.tae M. de Lebetis, 258, 307. Paonessa de Tureta, 533. Pardus de Lucca, N 27. Pascaleus de S. Amancia, 530. Pascalis Crispinus, E 34. Pascalis de Albario, 116, 126. Pascalis de Castro, 292. Pascalis de Clavaro, 19. Pascalis de Domicella, E 199, 249. Pascalis de Porta, B 245. Pascalis de S. Petro, 230. Pascalis, nepos Benincasae, 104. Pascalis notarius, 302. Pascalis Saurus, A 29. Pascalis Speciarius, E 21, 22, 52,64, 85; N 14. Pascalis Spi urus, E 82, 90. Pasqualinus, filius Belmusti de Domicella, E 236, 237. Pasqualinus, filius Vivaldini de Domicella, E 170. Passali us, B 56, 60, 61. Patenus Savaschenus, E 211. Patriçolus de Capa, 307. Patrinus Porchetus, E 232. Paulus Auria, E 207. Paulus de Sorexina, potestas Ianuae, 199. Paulus Spagnolus, 30, 496. Pelegrinus calegarius, 27, 33, 402, 692. Pelegrinus de Pogiobonizo, B 125, 187. Peire calafatus, B 54,85,87 a 89,124, 154, 155, 244, 254, 256. Perazalius, filius Iohannis, E 205. Percival Cicala, E 228. Perci val de Auria, 247. Percival de Vultabio, E 112. Percival qd. Ianuini de vino, E 127, 128, 130. Percival Spinula, E 74. Peregus de Vigintimilio, 377, 425. Pernis de Aequavi va, E 211. Petrellus, servus Iohannis Stregiae, 502. Petriçolus Capans, 258. Petriçolus de Ulmeto, 177. Petriçolus Mairanchus, E 82. Petrinus de Benadiis, E 19. Petrinus, de Gaieta, E 32. Petrinus, filius Petrini de Ambrosio, E 162. Petrinus, filius Ricoboni Milomini, E 136. Petrinus, frater Mariae de Marello, A 4. Petrus afaitator, E 197, 225, 240. Petrus Ardui nus, B 47. Petrus Anspertus, E 112. Petrus Aspetus, E 229. Petrus Bonus de Camulio, B 21, 94, 98, 143, 154, 155, 197, 244, 246. Petrus Bonus de Clavaro, B 133. Petrus Canis, N 3, 5 a 7, 9, 17 a 19, 27, 29, 37 a 40, 49. Petrus, canonicus Ianuae, N 1. Petrus cultellerius, 49, 171, 490. Petrus Caseus, N 48, 49. Petrus de Acaia, 280, 282. Petrus de Aiara, 263. Petrus de Arduino, B 273. Petrus de Bagno, 154. Petrus de Bersoiono, 550. Petrus de Bisegeno, 590. Petrus de Bobio, 14, 23, 27, 28, 51, 56, 57, 65, 73, 134, 176, 263, 299, 312, 357, 358, 378, 508; B 11, 233; A 49. Petrus de Camara, B 122, 132. Petrus de Campo de Placentia, E 87. Petrus de Capriata, E 112. Petrus de Cuna, E 5. — 394 — Petrus de Curia, 23, 402, 622; A 20, 40, 41, 49. Petrus de Curtemilia, E 150. Petrus de Cruce, E 50. Petrus de Laude, 33, 402, 546. Petrus de Leo, N 23. Petrus de Narbona, A 22. Petrus de Papia, 321, 526, 579, 587. Petrus de Placentia, 5. Petrus de Rapallo, 270. Petrus de Rubeo, 548. Petrus de S.to Biasio, N 43, 46. Petrus de S.ta Maria de Castello, 190, 266, 402, 544. Petrus de S.to Thoma, 362; B 26, 197; E 112, 117. Petrus de S.ta Savina, E 120. Petrus de Serra, 212. Petrus de Varrò, 449. Petrus de Veereto, 160. Petrus de Vegeta, B 75. Petrus de Villa, A 22, 23. Petrus de Vultabio, B 20, 104; E 69, 72, 211, 215, 227. Petrus de Zualio, 242. Petrus Embriacus de Naulo, N 40. Petrus Faber, 48, 424, 567; E 33. Petrus, filius Oberti de Recho, E 232. Petrus, frater Balduini de Pelio, 19, 86. Petrus, frater Bartholomei Arduini, 90. Petrus, frater Nicolai Bechirubei, A 33. Petrus Furnarius, E 162. Petrus Gervasius, E 91, 101. Petrus Madius, E 4. Petrus Mallus Bocatius, B 6, 36, 37, 38, 46, 48, 240, 260, 265, 272. Petrus Marinus, B 245. Petrus Muratorius, 299. Petrus Periculi, E 240. Petrus Rubeus, 614. Petrus Salinerius, 112, 116, 280,402, 596; B 160, 231, 254. Petrus Scanasozza, E 193. Petrus Sclavus, E 15, 53, 64. Petrus Scriba, 527; B 186. Pretrus Taliator, E 33. Petrus Vegius, B 172. Petrus Villanus de Sassari, 28, 32, 34, 35, 41, 112, 124, 130, 333,495, 604. Piccamilius de S.to Ambroxio, 347, 373. Picenellus Surellus, 581. Piper Pelavicinus, B 179. Piper taliator, B 26, 66, 67, 78, 85, 86, 97, 193, 194, 241, 243. Placentina, filia Petri Periculi, E 240. Placentinus Ferrarius, 171, 402, 502. Placibella, mater Iohanninae, uxoi Guillelmi de Furnariis, E 214. Placicula, filia Pasquae, 375. Plaxibilis, uxor Bartholomei de Laude, 577. Plaxibilis, uxor Iohannis Romei, 506. Plusbella, uxor Landulfi de Monleono, 178 a 180. Poncetus Guarachus, E 48, 50. Poncius de Belmonte, B 159, 190. Poncius de Castelieto, E 228. Poncius Giramannus, B 237. Porcela, mater Bonanatae, B 201. Porchetus macellator, 29, 112, 402, 501. Potestates et vicarii Bonifacii, v.: Con-radus Panzanus, Iacobus Batalia, Iacobus Cigala, Guilielmus Meiionus de Castro, Nicolaus Buccanigra, Otto-linus de Nigro. Parronus de Bonincasa, 38. Preciosa, comater Iohannis f. Armani Pelliparii, 92. Preciosa, sciava Iacobi de Vairesio, 105, 153. Preciosa, uxor Raimundi Salinerii, N 3, 5, 41. - 395 — Prefan us Bergognonus, 510. Presasens Bojanni, fi 210. Presavantis de Semeiante, B 199. Presens sardus, 316. Pulpelinus Busca, B 108. Puncius de Belmundo, 30, 45, 459, 525. Puncius Suzaporci, 502. Rafael Selvaticus, E 39, 43, 44. Raffus de Gualterio, E 37, 41, 42. Raibaldus de Massilia, B 119. Raimondina, Alia Altadonae, 376. Raimundinus Faber, N 54. Raimundinus Salinerius, E 6, 7, 227, 234; N 2 a 5, 34 a 36, 40 a 42. Raimundus Catolinus, B 185, 243. Raimundus Cuxardus, 640. Raimundus de Bonifacio, B 213. Raimundus de Galia, E 132. Raimundus de Levanto, N 30 Raimundus de Linguelia, A 17. Raimundus de Naulo, 112, 174, 314, 419, 527, 579, 587. Raimundus de Predi, B 264. Raimundus de Ranflcoto, B 234, 276. Raimundus de Salmeriis, 6. Raimundus de Servo, E 171. Raimundus de Simpunti, 640. Raimundus de Vigintimilio, 514. Raimundus, fllius Calvi de Levanto, 84, 366, 402. Raimundus, f. Iofredi Salinerii, A 18. Raimundus, fllius Oberti de Yinguelia, 527, 636. Raimundus Pelucus, 5, 11, 55, 79, 91, 108, 118, 119, 191, 204, 205, 213, 215 a 217, 239. 248, 252, 283, 286, 306, 310, 335, 345, 356, 375, 378, 380, 408, 416, 423, 425, 502, 514, 551, 559, 560, 574, 575, 578, 581 a 583, 586, 596, 597, 619, 642, 645; B 173, 211, 231, 244; 246, 261 a 263, 278, 279; A 19, 26, 28, 29, 32, 39, 50. Raimundus Picamilius, 362. Raimundus salinerius, 18, 40, 55, 112, 113, 116, 117, 559, 596. Raimundus scutarius, B 159. Rainaldus de Clavaro, B 64. Rainaldus de Cinercha, E 169. Rainaldus de Linguelia, A 49. Rainaldus Rubeus, B 30, 39. Rainerius de Cinercha, E 42, 169. Rainerius de Marco, E 172. Rainerius de Servo, E 186. Rainerius executor, 617; N 48, 51. Rainerius, fllius Marini Greci, B 105. Rainerius guardator, 130, 177, 251, 458. Rainerius Ravignani, 420. Rainerius Sardus, B 105. Rainetus, frater Enrici Muroci, 6. Rainucius Ligaster, 130. Rambertus, presbiter S.ti Nicolai, N 42. Randulfus Maniaferrus, 642. Ranficotus de Bonifacio, 3, 22, 23, 36, 46, 52, 56, 81, 82, 123, 160, 223, 257, 340, 394, 402, 404, 414, 415, 438, 439, 441, 442, 488, 496, 504, 530, 549, 571, 586, 598, 599. Ranucinus de Muroldo, B 125. Ranucius de Fante de Montaldo, B 64, 65,68 a 71, 113, 151, 163 a 166, 170, 188, 240. Rapallinus, 617. Recuperus, 174, 176, 178, 230, 301, 317, 352, 402, 416, 420 a 422, 500 a 502, 548. Regina, soror Iohannis Stregiae, 502. Reguardata, uxor Comitani de Porta, 618. Resolaci us corsus, 551. Riccadonna, f. Aimerici piscatoris, 491. Riccadonna, uxor Iohannini Pulpuri, E 16, 17, 20. — 396 Riccadonna, vidua Baronis, E 159. Riccaldina, vidua Oglerii Calegarii, A 8. Riccardus de Lavania, B 110, 221. Riccardus Guercius, castellanus, A 27 a 31. Riccardus Osbergerius, E 112. Riccobonus Faber, E 68, 85, 219, 227. Richaflna, f. Armani Pelliparii, 30, 49, 160, 163 a 165, 249, 301, 302, 316, 456, 493, 552, 609. Richaflna, mater Barisonis, vidua Co-mitae Pene, E 69, 233. Richela calefatus, 263. Richelda, uxor Bartholomei de Alexandria, 30, 147, 149. Richelda, uxor Iacobi agnarii, 45. Richelda, uxor Lanfranci, 95. Richelda, uxor Oglerii Calegarii, 615. Richelda, vidua Balasii, B 267. Richelmus de Arcola, 119. Richeta, sponsa Raimundi de Bonifacio, B 213. Ricobonus, 151. Ricobonus de Albingana, E 69, 70, 73, 82. Ricobonus de Arosio, E 72, 74. Ricobonus de Cureno, B 30, 39, 40. 47, 266. Ricobonus Georgii, B 106. Ricomanicus tabernarius, A 22. Ricomanus de Sigestro, A 34; E 16, 17, 20. Ricumeretus de Portuvenere, A 21. Riffanus Grossus, notarius, E 97. Rinaldus Capellus, 289. Rinaldus de Servo, E 193. Robanius, 589, 591. Robertus de Levanto, 239. Robertus Gallus, B 114. Robertus Ususmaris, E 182, 228. Robertus Vicecomes, E 129. Robinus Gazanus, E 112. Rodulfus Guaiachus, E 112. Rodulfus Percival de Vultabio, E 112. Rogerius Acimator, E 112. Rogerius de Pandulfls, E 146. Rogerius de Pelio, B 174 a 176. Rogerius Piscator, A 32; E 170. Roglerius trumbator, 221 a 223, 233, 264,402, 503, 517. Rolandinus Anselmacius, E 212, 214. Rolandinus de Barisono, N 54. Rolandinus de Santangia, A 11. Rolandinus, filius Lanfranci, 95. Rolandinus, filius lane de Cranio, 350. Rolandinus Malgilfus, N 13. Rolandinus qd. Ugolini de Zutiza, E 214. Rolandinus salinerius, E 213. Rolandus Corsus de Curia, B 115, 116, 244, 269, 270. Rolandus de Biasia, notarius, E 6, 7, 9, 10, 12. Rolandus de Bonaparte, E 163, 197. Rolandus de Corvaria, E 112. Rolandus de Curte, B 56, 57. Rolandus de Finario, 402. Rolandus de Firma, 58, 63, 208. Rolandus de Rapallo, B 182. Rolandus de S.to Donato, B 32 a 34. Rolandus de S.to Matheo, B 132. Rolandus da S.to Thoma, B 6, 10 a 25, 27 a 29, 31, 43, 44, 159. Rolandus de Sigestro, E 228. Rolandus de Simia, 505, 514; B 179, 266. Rolandus, frater praedicatorum, E 185. Rolandus, frater Bartholomei de Fossato, 95. Rolandus Goza, N 3. Rolandus Symia, A 39, 43. Rosa, filia Iacobi de Vairesio, 91. Rubaldinus calegarius, 291, 402. Rubaldinus filius Aimerici piscatoris, 491. 397 — Rubaldinus, fllius qd. Guillelmi de Parte, E 128. Rubaldinus Gallus, 329, 330; B 3, 4. Rubaldinus mulinarius, 136. Rubaldus Capellus, 76, 106, 122, 190, 251, 300, 329, 373, 402, 450, 531, 540,592, 638; B 201; E 56, 60, 82. Rubaldus de Campo, E 82, 114. Rubaldus de Congio, B 170. Rubaldus de Funia, 618. Rubaldus de Pelio, 479. Rubaldus de Predono, A 40. Rubaldus de Raveca, 276. Rubaldus Ferrarius, 30, 211. Rubaldus Gallus, B 42, 213; A 24, 26, 28. Rubaldus guardator, 308. Rubaldus Lercarius, B 162. Rubaldus Macia, B 170. Rubaldus Molinarius, 617. Rubaldus taliator, B 78. Rubea, uxor Riccardi de Lavania, B ILO. Rubea, uxor Ugonis Fabri, E 135. Rubeus de Uragna, 584. Rubeus, frater Guirardi barberii, 502. Rubeus pelli pari us, B 113. Rubeus Vicecomes, E 148, 150. Rudulfus Finera, 300. Rudulfus Maniavacca, 101, 352, 401, 457, 519. Ruflnatus Namacorus, 31. Rufinius pelliparius, 29, 30, 64, 88, 118, 119, 340, 402, 578; B 123,’ 149, 170; A 25. Ruflnus de Bargono, A 19. Ruflnus de Faxolis, 39. Ruflnus de Capriata, E 112. Ruflnus de Domoculta, E 226, Ruflnus de No varia, E 3. Ruflnus de Rocha, E 4. Ruflnus de Vercelli, E 165. Ruflnus venator, 402. Ruflnus Scornamontonus, A 45, 46. Rufrescatus de Capriata, E 112. Rugerus trumbator, 557. Rustiguinus de S.to Donato, B 27, 31, 32. Ruzinetus de Clama, E 228. Sagoninus de Bonifacio, B 147, 192, 244, 258 a 263. Salacrus de Cagna, 150, 628, 632. Saladinus de Mela sardus, E 164. Salcitrus Cordeleonis, 281. Salderandus, 159. Salucus de Capocorso, E 245. Salvus Rainaldus de Naulo, B 192, 202. Samuel Arcantus, E 211. Santolinus de Camulio, 540, 603. Santolinus de Mereno, A 3, 40, 50. Santolinus, fllius Landulfl de Monleone, 635. Santolinus, frater Iohannis Stregiae, 502. Saoninus Faber, E 98; N 33 a 36, 41, 47. Saoninus, neposSimonis saonensis, 367, 369, 381 a 391, 405, 407, 411, 412, 414, 444, 445, 449, 460, 502, 506, 570, 612, 613, 638; B 103, A 18, 24, 32, 33, 37, 39, 50. Saragonus de Varagine, B 109. Saratiellus de Naulo, B 37, 38, 204, 205. Sardarellus corsus, 249. Sardus Bovoaldacius, E 117. Sardus cultellerius, E 112. Sardus de Baroaldo, 80. Sardus de Pruno, 41, 156. Sarracinellus de Plumbino, 10, 495, 625 a 627. Saxus pelliparius, 29. Scafa, serva Iohannis Stregiae, 502. Scarlatinus de Naulo, B 6. Scasa Comita Sprogonus, 644. - 398 - Scramecius de Rapallo, 26. Scurzalupus de Sinese, 576. Sebastianus de Valencia, E 3. Segnorinus Donzelli, E 28. Segnorinus de Bucella, E 184. Segnorinug de Rocha, 108, 327, 402, 414, 438, 439, 497, 598, 599, 606, 624. Semeians, B 56, 60, 61. Semencia de Albingana, E 145. Sibelina, domina, A 11. Sibelina, vidua Petri afaitatoris, E 240. Simon de Bargono, 1, 7, 40, 160, 183, 184, 202, 203, 223, 229, 235, 274, 275, 284, 305, 329, 408, 502, 626, 637. Simon de Bulgaro, B 147. Simon de Campo, E 22, 59, 95, 165, 176, 218; N 37. Simon de Capite, 187. Simon de Castelletto, B 109. Simon de Domicella, E 170; N 7. Simon de lardino, 376. Simon de Malio, B 91. Simon de Mari, B 273. Simon de Norasco, E 36, 72, 82, 118; N 15. Simon de Rango, N 48. Simon de Riparolio, E 211. Simon de Savignono, B 89, 137. Simon de Sigestro, 262. Simon Dondedei, B 182. Simon Faber, A 43; E 87, 93, 102, 169, 183, 219, 227, 230; N 15, 37. Simon, filius Bugani balesterii, N 51. Sicardus ferrarius, 325. Sicha domina, 160. Sicha, soror lohanis Stregiae, 502, 628, 629. Sifantus piscator, 325. Silettus, canonicus S.tae Mariae, 340. Simeon Mersonus, B 198. Simma, uxor Petri Scribae, B 186. Simon Arcapani, B 198. Simon Barberius de ultramare, 188, 303. Simon Blancus, E 112, 173, 239; N 36. Simon Bonaventura, B 203. Simon Borellus, 256, 261, 300, 350, 361, 402, 408, 605. Simon Buga de Arenzano, E 52. Simon Calegarius, A 8. Simon Cauli, E 48. Simon Faber, E 232. Simona, uxor Iacobi de Malta, 37. Simona, vidua Guilelmi de Sburla, 402. Simondina, filia Altadonae, 376. Simoneta, filia Bonaviae Nanfi, B 203, 207, 209. Simonetus Cavaturta, E 118. Simonettus de Rapallo, 2. Simonettus, frater Bartholomei Ardui-ni, 90. Simonettus, nepos Simonis de Bargono, 408. Simonus Donatus, notarius, 130, 30^, 578. Socinus Piper, E 149. Soldanus, pater Bonanatae, B 201. Simon, filius Ugonis Fabri, E 135. Simon Fontana, B 122. Simon, frater ordinis praedicatorum, E 185. Simon Macia, N 33, 34, 47. Simon Morellus, 160. Simon, qd. Guillelmi draperii, E 166. Simon Piper, 151, 203, 216, 236, 240, 254, 277, 288, 311, 312, 530. Simon Salinerius, E 6, 7, 87. Simon Salis, E 230. Simon Saonensis, 6, 10, 13, 27, 138 a 140, 143, 204, 205, 210, 2J8, 238, 241 a 243, 247, 254, 255, 260, 269, 345, 346, 351, 352, 355, 368, 370, 381 a 386, 455, 480, 481, 491. - 399 — Simon Stanconus, E 160, 208, 210, 214, 217, ‘235, 243. Simon Spaerius, 27, 98, 114, 170, 290, 402, 616. Simon Tornellus, 41, 300, 522. Simona, filialuliae Septemorgogiis, 601. Simona, uxor Guantini Zanchae, 309. Solimanus notarius, 597. Spanus Murus, E 166. Spreciossa, uxor qd. Iohannini, E 185. Stabilis de Domoculta, E 48, 52. Stefaninus qd. Manzardi, E 241, 243. Stephanus Bergognonus, 402, 502. Stephanus Bonus, veneticus, E 94, 97, 107, 108. Stephanus de Modulo, B 96. Stephanus de Siria, B 182, 218, 220, 233. Stephanus de Susilia, 95. Stephanus, filius Raimundi Salinerii, 116. Stephanus Ravignanus de Neapoli, E 94, 97, 107, 108. Stregina, soror Iohannis Stregiae, 628, 629. Streginus Noadiscus, 534, 540. Streneta de Bonifacio, 86. Streva Balduinus de Quarto, 91. Streva de Bonifacio, 94, 183, ‘206, ‘224, 239, 247, 268, 279, 360, 458, 642. Sufla, vidua Lanfranci de Carignano, uxor Petri de Bobio, 56, 57, 176. Surassus de Vultabio, frater Aycolae, E 1. Tabernarius Albicellus, A 4. Talia de Bono, 304, 423. Talia, Alia Guillelmi de Moncelato, 321. Taddeus de Cogollo, E 60. Tealdinus de Tealdo, E 209. Tealdus notarius, 3, 11, 41, 62, 67, 77, 80, 84, 93, 121, 125, 130 a 132, 136, 140, 146, 150, 154, 190, 210, 212, 215, 232, 236, 240, 250, 253, 267, 282, 286, 295, 318 a 320, 352, 421, 433, 495, 525, 587, 629; B 210, 211, 237; A. 24, 38, 48. Tedisius Auria, N 40. Thebaldus scriba, 30, 41, 80, 140, 141, 160, 162, 169, 189, 340, 420, 458, 519, 631, 636. Tinus de Sigestro, 102. Tiravacha, f. Rufrescati de Capriata, E 112. Tobia de Albizola, E 39, 112 a 114. Thomas Bocutus, E 194, 230, 232. Thomas Cardinalinus, E 206. Thomas Cazullus, E 224. Thomas Clarella, E 234, 235. Thomas de Albizola, E 133. Thomas de Asce, E 169. Thomas de Bononia, E 46. Thomas de Castelleto, B 118, 120, 121. Thomas de Costa, E 184. Thomas de Malagnano, E 65. Thomas de Taliane, E 211. Thomas de S.to Matteo, 183, 267, 402. Thomas de Servo, 311. Thomas frater, 112. Thomas, gener Miloti, 280. Thomas Panzellus, E 82, 197. Thomas Rozani, A 42. Thomas Ruberius, 290, 402. Thomas Sartor, E 112, 237. Thomas Taliator, E 228. Toaxia, uxor Andreae de S.ta Amancia, 614. Tobia, f. Iohannae, nepos Amantesae, 58. Tomasinus Pantaracius, N 28,31,38,39. Toscana, f. Marchi Scribae, 30. Trebogna, 261, 265. Tucinellus de Istria, 162. Tuia, uxor Graciani tabernarii, B 114, 115. Tutodies, nepos Armani pelliparii, 92. 400 — Ubertus Faber, E 37. Uga, filia Gandulfì de Galico, 8, 306. Ugetus Cartaienia, E 127, 133, 134, 139. Ugetus de Papia, E 12. Ughetus de Isola, E 211. Ugo Alfardus, A 43. Ugo baiesteri us, B 190. Ugo Barrocius, E 184. Ugo Bavosus, B 22, 23, 31, 32, 198 199, 218, 242. Ugo Bennatus, E 169. Ugo Broiardus, 17, 18. Ugo Cantator, E 165, 194, 215; N 15. Ugo Cannas, E 137. Ugo Clericus tabernarius, 2, 57, 108, 131, 177, 215, 287, 308, 309, 312, 380, 402, 577, 604; B 110, 123; A 4, 22, 25, 29, 42, 43. Ugo Cicala, 402; B 150; A 17, 24, 28, 31. Ugo Corsus tabernarius, 18, 82. Ugo Curnagus, E 207. Ugo de Bonifacio, 587. Ugo de Garosa, 280. Ugo de Ceranesi, 290. Ugo de Clavaro, A 47. Ugo de Figari, B 271, 323. Ugo de Lumbardo, A 10, 29, 33; E 90; N 3, 51. Ugo de Pontedecimo, 63, 208, 359, 402, 411, 412, 528, 569, 617; A 17. Ugo de Pontremulo, 98, 105, 153. Ugo de Promontorio, 145. Ugo de Recho, B 10, 12, 13, 15, 22, 23, 32 a 34. Ugo de Signa, B 138. Ugo de Volta, B 147. Ugo Faber, E 135. Ugo Laurellus, 188. Ugo Lercarius, 269. Ugo Lumbardus, B 190. Ugo Rainaldus, B 202. Ugo tabernarius, 378; B 65, 177, Ugo tinctor, 19. Ugo tornitor, B 159, 190. Ugolinus Cataneus, E 207. Ugolinus Cencha, 483. Ugolinus Certonus, 209. Ugolinus Citra, 510. Ugolinus de Canavesio, 526. Ugolinus de Capite, A 46. Ugolinus de Leo, 257, 262, 290, 557. , Ugolinus de Pansono, E 87. Ugolinùs de Vignola, B 76, 77. Ugolinus, filius Mariae de Quenza, 406. Ugolinus Roglerius, 643. Ugolinus Streiaporcus, 246. Ugua, ancilla, B 114. Uguccionus pisanus, B 118, 119. Uguetus de Lavania, 402. Uguzonus florentinus, E 70, 71. Ursellus veneticus, E 87. Valens de Casubtana, 181, 188. Valens draperius de Caneto, 20, 24, 108, 367. Valens, frater Calvi de Levanto, 136, 177, 190, 643. Valetus. f. Grimaldi lanerii. E 143, 144. Valentinus de Levanto, B 137, 211. Vassallinus qd. Iohannis de Iugolungo, 95. Vassallus Arcantus, B 9, 47, 110, 187, 198, 203 a 207. Vassallus Cepulla, 67, 68, 83 a 87. Vassallus Copus, 546. Vassallus de Pide, E 211. Vassallus de S.to Donato, 105, 219, 220 a 223, 233, 402, 516, 517, 592, 600. Vassallus executor, A 35, 46; E 82, 112, 116. Vegia, filia Landulfi de Gallo, 106, 501. Vegia, uxor Oglerii Capelli, 601. Vegius de Camulia, 628. Vegius de Magistro, 157. — 401 Yegius de S.ta Amancia, 125, 258, 307. Yegius de Salomozasca, 502, 540, 607. Vegius Maiardus. B 72, 73. Veieta, 308, 309, 311. Ventura, frater ecclesiae S.ti Nicolai, 12, 17, 41, 88. Vera Manenta, ancilla, 251. Verdeta, filia Bartholomei de Alexandria, nepos Armani Pelliparii, 30, 147, 609. Verdina, uxor Ginioli Vaccae, E 234. Vermilius de Naulo, B 46, 280. Vermilius de Wilielmo de Quarto, B 187. Vermilius Mastorgius, B 203, 205, 206. Vernacia, 402, 488, 489. Verteria Pancocule, 246. Verrus qd. Talenti Verri, 420. Victoria, servicialis Simonis de Bargono, 408. Vigorosius de Plumbino, 50, 420. Villanus Cibus, castellanus, A 32. Villanus Ospiranus, 451. Vincentius Nasus, E 52. Virginia, uxor Liseti de Moro, E 61. Viridis, quae stat cum Iohanne Terri-no, 176. Viridis, uxor Bonapartis de Portuvenere, 118, 119. Viridis, uxor Oglerii Papucii, 131, 133, 156, 157, 261, 547. Viridis, vidua Guillelmi Tornelli, 402. Viridis Rosa, vidua Guillelmi Balisterii, 402. Viridis Rosa, vidua Sorleonis cintraci, 402. Viridis Rosa, vidua Transasci Marelli, N 20, 26. Viridis, vidua Guillelmi Ranficoti, A 37 a 39. Viridis Vinea, A 27. Vitalis barilarius, 85, 98, 114, 128, 577. Vitalis de Cifano, E 62. Vivaldinus calegarius, B 164. Vivaldinus de Camulio, E 12, 33; N 30. Yivaldinus de Domicella, E 79, 147, 149, 170, 200. Vivaldinus, fllius Armani Pelliparii, 30, 156, 163, 165, 166, 232, 290, 320, 448, 456, 493, 494, 504, 641. Vivaldinus,. filius Guillelmi de Domicella, B 114. Vivaldinus Vignacosius, A 4. Vivaldinus, filius Sardi Bovoaldacii, E 117; N 31. Vivaldus de Ambroxa, B 102. Vivaldus de Carlaxario, 93, 95. Vivaldus de Castello, B 281. Vivaldus de Coniana, A 6. Vivaldus de Levanto, 367. Vivaldus de Livellato, 17, 22, 23, 89, 93, 96, 101, 103,132, 136, 146, 150, 156, 171, 174, 177, 183, 190, 192, 201, 212, 215, 216, 218, 224, 273, 402; A 19. Vivaldus de Mela, 253. Vivaldus de Naulo, B 9. Vivaldus de Pino, 402. Vivaldus de Sparverio, 30, 160, 198, 200, 230, 290. Vivaldus da Vegia, 30, 49, 87, 107, 108, 110, 112, 141, 142, 168, 248, 375, 420, 434, 448, 491, 600, 608, 620, 622, 628; B 76, 221. Vivaldus de Vegiantuno de Sigestro, 104. Vivaldus, filius Marchisii muratoris, 353, 363, 402, 581. Vivaldus magister, 128. Vivaldus margaritus, B 227. Vivaldus Roba, E 195, 196. Vivaldus Spaciarinus de Naulo, B 175, 226, 279. Vivaldus speciarius, B 25. - — 402 — Vivaldus taliator, B 43. Vivaldus tosator, 9. Vivenderia, cognata Armani Pelliparii, 30. Vivenderia de Turcho, 642. Vivenderia, filia Enrici Pelliparii, 491. Vivenderia, filia Graciani Tabernarii, uxor Petri Villani, 32, 41, 118, 445. Vivenderia, mater Nicolosi Mangii,402, 488. Vivenderia, uxor Paoli Spagnoli, 15. Vivenderia, vidua Nicolosi magistri, 484, 485. Vivianus Rempanus, N 31. Wilelmus, v. Guilielmus. Zilius de Pelio, 182, 188, 192. Zunagnus de Corvaria, E 169. INDICE Pag. Introduzione................Ili Atti del Notaio Tealdo De Sigestro, ‘23 Ottobre 1238-25 luglio 1239............... 1 Atti del Notaio Bartolomeo De Fornari, (Registro di Palodino de Sexto) 28 Dicembre (a nativitate) - 25 Febbraio 1245.............. 195 Atti Notaio Azone De Clavica, 17 Aprile 1257 - 26 Ottobre 1261 ............. 245 Atti Notaio Emanuele Nicola De Porta, 15 Aprile 1286 - 16 Dicembre 1291, nel registro « diversorum notariorum a. 1271-1291 », carte 77-148 ..... 265 Atti Notaio Emanuele Nicola De Porta, 9 Maggio 1297 - 4 Maggio 1298, nel registro intestato a De Donato Facio ed altri, carte 170-193 ........ 333 Indice dei nomi 353